14/04/2023
9 recensioniI personaggi qui presenti sono proprietà di J.K. Rowling; il racconto è stato scritto senza alcuno scopo di lucro.
Accartocciati
Silenzio solo silenzio – Sirius guardava Remus e trovava occhi bassi. Chiedimi perché era la supplica muta di entrambi, ma i minuti s’inseguivano affannosi e nulla frantumava l’equilibrio retto da spilli.
Remus l’aveva cercato senza riflettere, mosso dalla sola necessità di rivederlo senza nessun altro a fare da spettatore – non tutto poteva essere mostrato. E Sirius s’era lasciato trovare senza paura, certo di non avere alcun motivo per dubitare – non più, non ancora.
“Remus.”
“Che vuoi?”
“È solo un gioco, lo sai, vero?
“Sì… lo so.”
Grimmauld Place non somigliava a un nascondiglio, ma quelle mura erano state costruite per allontanare chiunque e inghiottire segreti – se solo il buio avesse saputo infondere coraggio.
Mentre altri spilli soccorrevano quelli affaticati e l’equilibrio fatto di niente resisteva ancora un po’, Remus aveva sollevato lo sguardo a tentoni – e focalizzato delle scarpe vecchie e dei pantaloni strappati e una maglia consumata e un collo graffiato e un viso e degli occhi e…
“Non innamorarti mai di me.”
“E se fossi tu a innamorarti di me?”
“Sei arrivato tardi, Lunastorta.”
“Credi che non lo sappia?”
Esisteva una linea sottilissima tra verità e supposizione, non tutti erano disposti a valicarla e assumersi la responsabilità di azioni compiute, parole dette, emozioni provate – marcio.
Sirius e Remus non avevano mai voluto oltrepassare quel confine, ma erano stati spinti a farlo da eventi che per lungo tempo avevano faticato a comprendere e che li avevano messi a nudo – nella loro arroganza, nella loro presunzione.
“Potevi essere solo tu il traditore, per me.”
“Perché sono un Black e ce l’ho nel sangue.”
“La guardi con rabbia, Felpato.”
“Mi stai annoiando.”
“Non riesci a essere onesto neanche con me.”
“Se non vuoi scopare dillo e basta.”
“Neghi ancora l’evidenza.”
“Cos’è che sto negando?”
Remus aveva sorriso stanco e Sirius nella sua espressione aveva scorto quella forma di rassegnazione radicatasi in profondità, impossibile da scacciare.
“Di aver capito.”
All’inattesa franchezza Sirius aveva risposto con un sussulto e per Remus era stato istintivo aggrapparsi a quell’insignificante segno di cedimento per raccattare la forza di avvicinarsi, conficcargli le dita nelle spalle, pretendere il suo sguardo cupo.
“Sei un ipocrita.”
“Sta’ zitto, Remus.”
“Il padrino di suo figlio, sul serio?”
“Voglio bene a tutti loro.”
Silenzio solo silenzio – Remus guardava Sirius e trovava occhi bassi.
“Credevo lo odiassi.”
Era stato un mormorio, eppure aveva schiaffeggiato Sirius come la più infima delle accuse.
“E io credevo lo odiassi tu.”
Era stato un ringhio, eppure aveva abbracciato Remus come il più intimo dei segreti.
“Eri tu quello innamorato di lui… Era te che non voleva.”
“E tu non potevi avere me, non come avresti voluto… Per colpa sua.”
L’amore sapeva incattivire – e anni addietro s’erano vomitati bile contro, incattiviti per davvero, mentre il pericolo marciava indisturbato, sopraffatti da istinti egoistici e amori strappati.
“Remus.”
“Lo so.”
“Allora perché resti?”
“Lo sai.”
~
“E se ci perdonassimo?”
“Per essere stati dei pezzi di merda?”
“Per non aver saputo amare.”
NdA: la flashfic è stata scritta per la mia challenge Riflessioni sulla scrittura, motivo per cui ho scelto di incentrarla su una coppia che non ho mai affrontato in precedenza. Forse un giorno riuscirò a tradurre in racconto la mia idea sull’amicizia di Remus e Sirius, che qui si intravede appena data la relazione tra i due, ma non è oggi quel giorno.
Non sono convintissima della riuscita di questa storia, sarà che immagino un’altra dinamica per questi personaggi, ma spero sia piaciuta a chiunque l’abbia letta.
Come sempre, grazie del tempo dedicato alla lettura. ❤