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Autore: LadyPalma    15/04/2023    5 recensioni
Modern!AU Alicent, maestra di trent'anni, ha deciso che vuole avere un bambino; il fratello del marito della sua migliore amica, il misterioso e spietato avvocato Larys Strong, risulta essere per qualche motivo il candidato perfetto per il progetto. Nessun sentimento, nessun coinvolgimento, soltanto uno scambio di favori. Cosa può andare storto?
(Avvertimento non-con nel passato, con riguardo a Viserys).
Genere: Commedia, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alicent Hightower, Harwin Strong, Larys Strong, Otto Hightower, Rhaenyra Targaryen
Note: Lemon | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate
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Alicent Hightower ha poche certezze nella vita, una di queste, però, è che vuole un bambino. Il problema è che, dopo essere sfuggita al matrimonio combinato con Viserys Targaryen, non ha ingaggiato nessuna relazione seria e, anche se a trent'anni è ancora giovanissima, sa bene che potrebbero volercene altri trenta prima di conoscere l'uomo della sua vita, innamorarsi, portare la storia a un livello serio, decidere insieme di avere bambini, provarci e riprovarci e… No, l'uomo ideale non esiste e i bambini non piovono dal cielo, pensa – anche se la sua migliore amica Rhaenyra, che è sposata con l'uomo perfetto e a ventotto anni di figli ne ha già due che camminano, sembra smentire la teoria.

Sarebbe più semplice se avesse già un uomo accanto, tutto qui, non che stia rimpiangendo Viserys, beninteso. Questo, però, non può essere un motivo valido per distoglierla dal suo proposito, non nel ventunesimo secolo, quando basta avere una discreta somma di denaro da parte (cosa che agli Hightower di certo non manca) e rivolgersi a una clinica di fecondazione artificiale.

È proprio così che, nel giro di due settimane, si ritrova seduta sul suo divano con una birra in mano, forse l'ultima che può concedersi, a sfogliare un catalogo composto da fotografie di uomini dai lineamenti più diversificati e accanto a ognuna un breve elenco di caratteristiche caratteriali, hobby ed elementi genetici degni di nota. Donatori di sperma, è questo il minimo comune denominatore, anche se i forum online di aspiranti mamme single come lei li definiscono spesso come angeli segreti. Dal canto suo, Alicent sbuffa; la verità è che un po' si sente triste ad avere un bambino così, con qualcuno che non vedrà se non in fotografia. E se fosse un serial killer? E se amasse nutrirsi di insetti? E se avesse una insana passione per il bungee jumping? E se, nel tempo libero, sniffasse il deodorante? Non che ci sia necessariamente qualcosa di male in questo – serial killer a parte – però vorrebbe saperlo, ecco tutto.

All'ennesimo sbuffo (circa alla terza ora di consultazione), il catalogo viene chiuso e finisce per diventare l'appoggio di un foglio di carta bianca, dove inizia ad appuntate senza rifletterci troppo i nomi degli uomini che conosce. 

Criston Cole, il suo vicino di casa – di bella presenza, senza dubbio, ma anche dalla testa calda. Non vuole un figlio impulsivo e aggressivo, no grazie.

Arryk Cargyll, suo amico non tanto intimo dei tempi dell'università – di bella presenza anche lui, ma non sembra provvisto di grande intelligenza e poi ha un gemello. Vuole un bambino, ma non sa se è pronta all'eventuale di doverne gestire due.

Tyland Lannister, il responsabile amministrativo dell'istituto dove lavora – bello e anche intelligente, ma è meglio non mischiare lavoro e vita privata, e poi ha un gemello anche lui.

Harwin Strong, il marito di Rhaenyra – innegabilmente bello e sufficientemente intelligente, non ha gemelli e i suoi due bambini provano che il seme è forte.

Rilegge la breve lista che ha appuntato e sospira. Harwin Strong sarebbe un'ottima scelta, ma sarebbe estremamente imbarazzante se i suoi figli fossero i fratellastri dei figli della sua migliore amica. Certo, se avesse davvero sposato Viserys i suoi figli sarebbero stati i fratellastri direttamente di Rhaenyra, ma questa è un'altra storia che non è interessata a percorrere neanche nell'immaginazione. 

E poi… l'illuminazione la colpisce come un fulmine. 

Harwin Strong non ha gemelli, ma ha un fratello. Forse meno bello, ma a suo modo ugualmente affascinante e infinitamente più intelligente. Senza starci troppo a pensare, traccia con la penna rossa una grande X su tutti i nomi e ne scrive uno nuovo, la scelta definitiva.

Larys Strong.




 

Granchi per colazione
– Parte 1 –




 

Non c'è niente di strano in quel sabato sera a casa di Rhaenyra, uno tra i tanti con la stessa piccola compagnia. I bambini sono a letto, il vino di Lannisport fluisce nei calici, Harwin è un mago con il barbecue e suo fratello Larys il solito perfetto conversatore. In attesa della cottura degli ultimi hamburgers, mentre Rhaenyra e Harwin si sbaciucchiano come una coppia di adolescenti nell'altro lato del giardino, lui le parla di una qualità di fiori pregiata che ha fatto piantare lui stesso in quel giardino, un argomento come un altro che mostra la sua varia e ampissima conoscenza in tutti i campi.

"La natura è un tale mistero. Queste sono Malvales, vengono da Bravoos, non avrebbero qui nessuna condizione per fiorire eppure loro fioriscono comunque. La natura, oppure gli sviluppi dell'agricoltura umana, certamente".

Le malvales sono belle e normalmente Alicent avrebbe avuto una risposta intelligente da dire, ma in quel momento non riesce a fare altro che fissarlo in silenzio – come sta facendo, del resto, da tutta la sera – e a ripassare in mente il discorso che si è preparata e che ha intenzione di fargli al termine della serata. Quando, però, lui inclina leggermente la testa e le chiede "Alicent, tutto bene?" con una malcelata punta di ironia che lei non riesce a spiegarsi, le parole le escono dalle labbra in unico flusso di coscienza incontrollato. Ed è imbarazzo e sollievo insieme.

"Ti creerebbe un grande problema essere il padre di mio figlio?"

In tutti gli anni che ormai lo conosce, Alicent pensa di non aver mai visto quell'uomo mostrare così apertamente sorpresa. I suoi occhi blu sono spalancati come se le fossero cresciute due teste (anzi, forse in quel caso sarebbe stato meno stupito) e la mano che regge il Calice gli trema. Va detto a suo onore, però, che riesce a posarlo sul tavolo senza far uscire neanche una goccia e che, quando Harwin torna con un piatto pieno di carne e chiede loro sorridendo di cosa stiano parlando, recupera in fretta la calma (ben prima di lei) e il suo volto è di nuovo una maschera di imperturbabilità.

"Oh, stavo semplicemente mostrando ad Alicent le malvales".

 

*

 

È solo dopo l'ultimo giro di hamburgers, dopo i cicchetti di whisky e il dolce portato da Alicent, dopo i saluti e la promessa di replicare due sabati dopo, che Larys si decide ad affrontare l'elefante nella stanza – anche se ormai si trovano entrambi nella confortevole frescura della notte settembrina, davanti all'automobile di lei.

"Che cosa significa quello che hai detto durante la cena?"

Il tono in cui lo chiede è glaciale, così come lo sguardo che le rivolge, talmente tanto che – a dispetto della fragilità fisica e del bastone – lei si ritrova a pensare che potrebbe ucciderla, magari a colpi di quello stesso bastone. Intimidita, abbassa lo sguardo sulle mani che inizia immancabilmente a torturare come fa sempre quando è nervosa, e senza guardarlo inizia a snocciolare l'intera storia. Il desiderio di diventare madre, l'idea dell'inseminazione artificiale, il catalogo degli sconosciuti e la lista che ha stilato degli uomini che conosce. 

Insospettabilmente Larys spezza il silenzio con una strana risata, ed è quel suono a farle sollevare infine lo sguardo.

"E così, tra tutti quelli che conosci, sarei proprio io il candidato perfetto per trasmettere i miei geni?" riassume sollevando in aria il bastone con fare eloquente, "quelli come me a Sparta li avrebbero gettati da un dirupo, devi essere proprio contraria all'eugenetica".

Alicent lo studia per un istante e finalmente capisce. È chiaramente irritato, ma non per la proposta in sé, bensì perché non riesce a comprendere e la sua logica ferrea lo porta a credere che deve trattarsi di una brutta presa in giro. A questo, alla reazione di lui (a parte il banale responso sì o no) lei non aveva davvero pensato.

"Sei stato tu stesso a dirmi che la tua deformazione al piede non è genetica ma è dovuta a una complicazione del parto" ribatte lei, allora, nel modo più pragmatico possibile, "e sì, se vuoi saperlo, tu sei davvero il candidato migliore. Insomma, hai dei bei lineamenti, una buona costituzione, sei intelligente, hai un buon carattere e, beh, condividi i geni di Harwin e guarda che bimbi deliziosi hanno lui e Rhaenyra!"

Nel sentire l'elenco di tutti quei complimenti, che probabilmente non ha mai sentito in tutta la sua vita, Larys sembra quasi arrossire per un attimo e il suo sguardo, anche se meno ostile adesso, pare dire proprio: Adesso sì che mi stai prendendo in giro. 

"Bambini deliziosi davvero" mormora invece con una punta di sarcasmo, e Alicent gli concede un sorriso. È grata per quella piccola parentesi di sollievo dell'imbarazzo, mentre ritrovano una piccola complicità da alleati nel ricordare i capricci infiniti di Jace quando era più piccolo a cui fino a una certa estensione sono stati esposti entrambi.

"So bene che non sei interessato ad avere figli o una relazione romantica, ma non è quello che ti sto chiedendo qui" riprende poco dopo, "ti sto chiedendo soltanto di darmi una mano e i tuoi geni, o almeno di considerarlo. Vai nella clinica, ti sottoponi a un prelievo di sperma e basta, non devi fare più niente di questo, non sarai coinvolto minimamente in tutto il resto. È un semplice scambio di favori tra amici, vedila così".

Mentre Alicent lo osserva in trepidante attesa, Larys si prende tutto il suo tempo per ponderare la questione. La diffidenza iniziale ha lasciato dentro di lui il posto a una sorpresa ancora maggiore del previsto. Che lei sia convinta della sua proposta e che voglia andare fino in fondo è adesso fuori di dubbio, anche se lui non arriverà mai a capire come tra tante persone lei abbia deciso di chiedere qualcosa di così importante proprio a lui – lui che, per primo, non sceglierebbe mai se stesso come candidato ideale. Non che non sia lusingato. Non è mai stato interessato all'amore o a una famiglia tutta sua, né l'idea di avere un figlio ha mai sfiorato l'anticamera del suo cervello, ma Alicent sì che ha sfiorato il suo cervello più e più volte, anzi ha un intero spazio nella testa dedicato a lei. E, dunque, se davvero non gli è richiesta alcuna presa di responsabilità, allora…

"E dimmi, Alicent, dove sarebbe il mio tornaconto?"

Lei sbatte le palpebre, confusa. "Cosa intendi dire?"

"Hai parlato di scambio di favori, ma uno scambio implica che ci sia un tornaconto per entrambe le parti coinvolte".

Alicent è presa in contropiede. Non aveva pensato neanche a questo, a dover proporre qualcosa in cambio. Ci pensa adesso, in fretta, scartando una ad una le ipotesi che si affacciano nella sua mente: gli Strong sono ricchi quasi quanto gli Hightower, e lui è uno dei avvocati più noti di tutta Approdo del Re e di certo non ha bisogno dell'aiuto di una maestra elementare come lei per un avanzamento di carriera… 

"Non lambiccarti troppo, non chiedo niente di impossibile" le dice, quasi come se potesse leggere l'esatto corso dei suoi pensieri, "ti aiuterò volentieri, per così dire, ma se posso permettermi imporrei questa condizione: un concepimento per via tradizionale".

"Oh. Tu intendi che…"

Larys fa un ampio sorriso, soprattutto quando la vede realizzare pian piano il pieno significato della sua conclusione e, a quel punto, arrossire fino a diventare quasi della tonalità dei suoi capelli.

"Sì, Alicent, ti sto chiedendo di venire a letto con me. Sei la donna più bella che io abbia mai visto, non puoi non saperlo, e io non sono fatto di pietra anche se potrei sembrarlo… sarei un matto a non approfittare di una simile occasione, non credi?"

Soltanto un uomo come lui è forse capace di lusingare e inquietare allo stesso tempo. Manipolatore: questo avrebbe dovuto aggiungere Alicent nella sua lista di considerazioni su Larys, anche se in tutta onestà non immaginava che lui potesse essere attratto sessualmente da lei. Alla luce di questo, farebbe ancora in tempo a rivalutare gli scatti d'ira del suo vicino di casa Criston Cole e a cambiare idea… Se non fosse per il fatto che lei non vuole farlo, e se quella è l'unica condizione che Larys pone, allora…

Prendere o lasciare.

E prendere potrebbe non essere così terribile: se reputa quell'uomo ideale per dare i geni a suo figlio, dovrebbe essere disposta anche ad andarci a letto insieme lei stessa, non è così? Non è così che si sono sempre fatti i bambini, del resto?

"Va bene. Ci vediamo domani sera, da me o da te?"

 

*

 

Nella nottata e nella giornata seguente, a mente più lucida, Alicent si rende conto che in fondo potrebbe aver fatto una scemenza. Adesso che le ore sembrano passare più velocemente del solito e la situazione si rende sempre più concreta, non può negare il fatto di sentirsi spaventata: l'idea di fare sesso con Larys Strong è per lei infinitamente più terrorizzante della decisione di avere un figlio. E non perché lei lo trovi repellente: non ha mai pensato a lui in quel senso, è vero, ma nel farlo ora deve ammettere che è un uomo a suo modo attraente. No, è che di esperienze sessuali ne ha avute ben poche e nessuna piacevole. Se deve essere onesta con sé stessa, parte del motivo per cui aveva pensato di rivolgersi all'inseminazione artificiale è stato proprio per evitare la parte scomoda dell'essere fisicamente in intimità con un uomo. Dopo gli incontri molto sbrigativi e di fatto asettici con Viserys durante il loro fidanzamento ufficiale, ha avuto solo altri due rapporti sessuali, di cui però ricorda ben poco visto che in entrambi i casi era ubriaca marcia.

Una sera soltanto, si ripete mentre si applica con cura il mascara per volumizzare le ciglia o mentre sceglie il completo intimo più sexy che riesce a trovare nel suo cassetto, se dovessi sentirmi male posso sempre tirarmi indietro dopo. E però si prepara al meglio che può, per qualche strana ragione ci tiene comunque ad apparire irresistibile. Sei la donna più bella che io abbia mai visto, le ha detto, ed è da troppo tempo che non riceve un complimento del genere da qualcuno – da qualcuno che non abbia un'età compresa tra i sei e gli undici anni, perlomeno. Sarebbe molto più semplice gestire gli uomini se restassero sempre all'età dei suoi preziosi alunni di scuola.

Ha paura di stare male, talmente tanta da non pensare che l'eventualità peggiore è, invece, quella di stare bene. Perché Alicent quella sera, a dispetto delle sue aspettative e delle esperienze, sta davvero bene.

Si sente bene – quando ad aprirle la porta è un Larys vestito in modo persino più curato del solito, che la scorta verso una tavola apparecchiata quasi con atmosfera romantica.

"Da Harwin facciamo sempre il barbecue, quindi non so bene quali siano i tuoi gusti culinari. Spero il pesce ti piaccia".

Alicent, che nella sua mente non si è neanche immaginata una cena, si lascia servire e riverire con piacere, mentre lui le illustra ogni piatto con la consueta conoscenza ricercata che ha su tutte le cose. Branzino, ostriche, aragoste, salmone… il tutto accompagnato dalle immancabili bollicine. 

"E questi sono i granchi, direttamente da Essos, sono un piatto tipico delle cene più raffinate in Oriente".

Conversare con lui è piacevole come sempre, forse anche di più stasera mentre sono soltanto loro due, e lei inizia a sentirsi abbastanza a suo agio da rivelargli dopo il primo boccone che trova i granchi proprio disgustosi. E lui, invece di sentirsi offeso per quella premura andata sprecata, ride insieme a lei. 

"Ma sul serio, non avresti dovuto fare tutto questo. E mi dispiace per i granchi, da come dici sono riservati a serate speciali".

Larys la fissa con serietà e, se lo fa adesso, lei sente un brivido correrle lungo la schiena.

"Alicent, questa è una serata speciale".

Si sente bene – quando alla fine della cena, prima che lei possa anche solo domandarsi come si evolveranno le cose a partire da quel punto, lui la fa alzare in piedi e, con una forza che lei non si sarebbe mai aspettata, la attira a sé con la mano libera dal bastone e la bacia. È un bacio pieno di desiderio, lo avverte, e però è anche impacciato, esitante, goffo, un bacio da migliorare, che le fa venire voglia di migliorarlo. 

"Mi dispiace non poterti prendere in braccio e portarti nella mia camera da letto di peso, perché mi piacerebbe molto poterlo fare in questo momento" le sussurra sulle labbra, e la sua voce bassa e profonda così vicina le crea nuovi impensabili brividi sulla pelle.

"Non importa" gli dice, ed è vero, perché tanto in camera ci arrivano comunque, una camera che è più minimal di quello che avrebbe immaginato. Si lascia cadere sull'elegante trapunta nera con ricami in oro e lo guarda come ipnotizzata mentre lui la spoglia con una lentezza quasi esasperante, coprendo di volta in volta ogni nuovo centimetro di pelle scoperto con le labbra. Non prende l'iniziativa, non sa esattamente come dovrebbe fare, ma a lui sembra andare bene anche così, non pretende niente da lei, almeno per il momento; così lei chiude gli occhi e si rilassa sotto quel tocco e, prima che possa rendersene conto, si ritrova a mordersi le labbra per impedirsi di gemere. È solo quando lui le sfila anche le mutandine e le spalanca le gambe iniziando a baciarle l'interno coscia, che lei riapre gli occhi, sollevandosi sui gomiti.

"Larys, questo n-non è necessario, voglio dire tu non devi…"

Lui alza appena la testa per guardarla e i suoi occhi sono dilatati a un livello estremo. "So bene che non è necessario, ma questo riguarda la mia parte dello scambio dei favori. Quindi, Alicent, dimmi, mi permetti di leccarti?"

La domanda riesce a eccitarla ancora di più e senza esitazioni si lascia di nuovo andare a lui, che sembra voglia letteralmente divorarla. Lei trattiene ancora i gemiti del piacere inaspettato che prova, ma non quello di disappunto quando lui all'improvviso si ferma. Larys sorride della sua reazione mentre risale con tutto il corpo sopra di lei. 

"Non penserai mica che io ti lasci venire in questo modo, vero?" la provoca, prima di iniziare a sbottonarsi la camicia.

Ed è lì, a metà tra il terzo e il quarto bottone, che Alicent gli afferra le mani e, prima che lui possa dare voce alla sua confusione, prosegue lei stessa a spogliarlo, fino a rimuovergli del tutto la camicia e a passare con dita tremanti a slacciargli anche la cinta dei pantaloni. Quando fa scivolare via anche i boxer, il pene è già in erezione ed è decisamente grande, non che conosca molti termini di paragone. La vista del pene, più di ogni altra cosa precedente, la paralizza, e non tanto per quello che l'aspetta ma per quello che ricorda. La piccola iniziativa che ha preso si vanifica del tutto quando si blocca e fa risalire le mani sulle sue spalle solo per fargli cenno di fermarsi.

"Scusami, mi dispiace, io… ho bisogno di un momento" dice, in maniera non troppo coerente, senza guardarlo. 

È Larys a farle sollevare lo sguardo, posandole due dita sotto il mento. "Guardami, Alicent, guardami, non sono lui" sussurra, e lei comprende subito a chi si riferisce e che non ne dice il nome solo perché non vuole farlo entrare in questo momento. Si chiede come faccia lui a sapere dell'intimità tra lei e Viserys, quando è stata molto attenta a non parlarne (principalmente per vergogna) mai a nessuno. Forse, semplicemente, ancora una volta si dimostra un attento osservatore, capace di unire le tante briciole che lei ha lasciato cadere nel tempo: la smorfia che le appare sul viso ogni volta che Rhaenyra parla di suo padre, il sorriso palesemente forzato che tira fuori di fronte alle battute a sfondo sessuale, il silenzio innaturale in cui cade ogni volta che la conversazione va nella direzione sesso.

A diciannove anni, pudica e innocente qual era anche sulla scia degli insegnamenti religiosi ricevuti, si era fatta convincere da suo padre che il suo amico Viserys Targaryen fosse l'uomo adatto per lei, ma lui era decisamente ancora troppo innamorato della sua ex moglie per vedere in lei qualcosa di più del palliativo di un fantasma. Qualche volta lei finiva per piangere nel buio mentre lui la prendeva e lui neanche se ne accorgeva, qualche volta la chiamava Aemma e a lei veniva voglia di smettere di esistere per davvero.  A ventitré si era tirata indietro da quella relazione disfunzionale, anche grazie alla stessa Rhaenyra, ma dopo c'erano state solo molte brevi relazioni che si interrompevano puntualmente prima dell'evoluzione in senso sessuale oppure, in due casi, subito dopo.

Guardami, le dice però Larys e lei lo fa. 

"Ti sto guardando" dice lei in un soffio, e basta un suo nuovo bacio, pieno di dolcezza, premura e forse venerazione, per farla sciogliere ancora. Basta questo, perché la presa sulle sue spalle cambia direzione: adesso lo stringe per attirarlo più vicino e nel frattempo quasi di riflesso allarga le gambe per permettergli di posizionarsi meglio.

Quando lui scivola dentro di lei lo fa con facilità, trovandola bagnata e aperta come non è stata mai prima. Le spinte sono da subito forti e rapide, dettando un ritmo sostenuto che lei si ritrova, quasi di riflesso, ad incitare. Geme, adesso senza più trattenersi, perché la sensazione del sesso è per la prima volta bella, piacevole, desiderata, e anche se ha la tentazione di fissare il soffitto ed estraniarsi da quello che sta succedendo al suo corpo, farlo è impossibile se lui le tiene gli occhi incollati addosso, se continua a sussurrarle quanto sia splendida, quanto l'abbia desiderata, o semplicemente Alicent, Alicent, Alicent. 

Si sente bene – quando lui rallenta appositamente i suoi movimenti per prolungare l'amplesso il più possibile e lei finalmente scopre che cosa significa provare un orgasmo, appena una manciata di secondi prima di sentirsi riempita dal piacere di lui. Proprio quello che di cui ha bisogno, eppure, per assurdo, non è ciò a cui pensa in quel preciso momento. 

"Larys, grazie" si ritrova a dire mentre lo sente allontanarsi per sdraiarsi al suo fianco. Non sa neanche lei per cosa, però, per aver accettato di aiutarla nel suo desiderio di maternità forse, o molto più semplicemente per essere riuscito a tramutare un trauma in qualcosa di infinitamente piacevole. 

"Non devi ringraziarmi, si tratta di uno scambio di favori" replica lui in tono all'improvviso asciutto, quasi freddo. Ma è una freddezza che lei non ha nemmeno il tempo di elaborare, perché l'istante dopo la sta accarezzando di nuovo, quasi come se volesse cullarla, e lei è talmente stanca, appagata e confusa da non riuscire a pensare più a niente. Si addormenta tra le sue braccia, ancor prima di domandarsi se non sia il caso o meno di rivestirsi e tornare a casa.

 

*

 

La mattina dopo il risveglio è frenetico: Alicent recupera le sue cose e si veste al volo, ancor prima di guardare l'orologio. Non è il possibile ritardo a scuola che la spaventa, quanto l'indugiare ancora in quella casa. Si prepara a raggiungere l'ingresso quasi come una ladra, ma prima che possa superare la cucina, Larys la chiama con voce quasi squillante, come se non fossero anche per lui le 7 del mattino. 

"Buongiorno, dormito bene?" le chiede e non per la prima volta lei si domanda se sta soltanto immaginando oppure no l'inflessione divertita nel suo tono. "C'è del caffé".

Alicent accetta e lo beve in un solo sorso, senza neanche sedersi. "Bene, grazie. Io passo da casa prima di andare a lavoro e–" 

La frase le muore sulle labbra quando lo guarda e si rende conto di cosa lui stia facendo. Sta inzuppato gli avanzi del granchio della sera precedente nel caffè: la cosa più abominevole del mondo, oppure, a giudicare dalla persona che ha di fronte e dall'espressione soddisfatta, la più raffinata. 

"Stai davvero mangiando i granchi a colazione?"

"Sì, sono ottimi. Vuoi dare loro una seconda occasione?" E stavolta il divertimento della sua voce è palese, quindi lei scuote la testa fingendosi più orripilata di quanto in realtà non sia, e ancora una volta si stupisce di come la tensione riesca ad allentarsi con molto poco insieme a lui. Forse è per questo che alla fine, mentre ormai ha già iniziato a camminare verso l'uscita dell'appartamento, decide di tornare indietro e di andare fino in fondo.

"Sai, Larys, stavo pensando che… beh, è alquanto improbabile che siamo riusciti nell'intento al primo tentativo, quindi sarebbe opportuno riprovare più volte, non credi?"

Lui la fissa come se non stesse aspettando altro, e lei per un istante non si riconosce più.















 

NDA: La storia partecipa ala challenge "Gruppo di scrittura!" indetta da SeveraCrouch sul forum "Ferisce più la penna". L'obiettivo è scrivere e pubblicare un capitolo di una long il 15 di ogni mese; il secondo capitolo sarà pubblicato il 15 maggio. 
   
 
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