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Autore: bimbarossa    15/04/2023    2 recensioni
C'è un fenomeno che imperversa in città, una campagna pubblicitaria di intimo che sta spopolando, le cui protagoniste assolute sono ragazze bellissime, modelle irraggiungibili e dall'identità misteriosa.
Difficile non cadere vittima del loro fascino, e ancora più difficile scoprire che sono molto più vicine a noi di quanto potremmo mai credere.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ayame, Jakotsu, Kagome, Rin, Sango | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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DISCLAIMER: tutti personaggi e i numeri vincenti alla lotteria appartengono a Rumiko Takahashi

 

 

 

 

 

La pubblicità ti promette di afferrare le stelle nella notte più nera.

 


“Dimmi Miroku, quanto sta urlando il tuo portafoglio in questo momento?” InuYasha se la stava ridendo sotto i baffi fin da quando avevano messo piede al café. “Anche se ne hai comprati a decine, di quei biglietti, le probabilità di essere estratto per chattare con la ragazza Osuwari sono pressoché nulle, meglio che te lo dica.”

Con noncuranza ignorò l'occhiata malevola del suo amico bonzo, intento ad impilare una trentina di foglietti viola ciclamino. “Ma per chi mi prendi, InuYasha! Questi sono solo quelli vinti al pachinko; ne ho acquistati altri dieci sul loro sito, dieci dagli sponsor affiliati e altri dieci andando personalmente alla sede della Osuwari.”

Ammiccando sfrontato come pochi, Miroku ordinò un altro frullato per entrambi.

“Caro il mio InuYasha, non sai che ho messo addirittura a punto una strategia? Con il successo che la lotteria sta riscontrando, e la mole di biglietti venduti, è statisticamente più probabile che il numero abbinato alla mia futura moglie sia tra quelli alti, a tre, quattro cifre, ecco perché mi sono fiondato su quelli. Guarda qua, “e mostrò una serie di ticket che confermavano la sua strampalata idea.

“Interessante,” il demone cane pareva al giovane monaco più annoiato che curioso. “A proposito, la festa stasera inizia alle nove.”

“La festa che ha organizzato tuo padre?”

InuYasha annuì meditabondo. “Il mio vecchio si è messo in testa di recuperare il tempo perduto e conoscere i miei amici. Tsz, come se ne me importasse.”

“Secondo me te ne importa eccome.” Miroku sorrise querulo. “Alle nove sarò davanti alla porta della tua mega villa, puoi contare su di me. Ne approfitterò per festeggiare la vittoria alla lotteria con la modestia che mi contraddistingue, tanto l'estrazione sarà fra poche ore nel tardo pomeriggio, e avrò tutto il tempo di smaltire l'ebbra felicità che mi avrà pervaso.”

Lasciato l'amico al cafè insolitamente pensieroso, Miroku si diresse alla spicciolata verso il suo tempio, cercando di contenere l'eccitazione che davvero lo stava divorando.

Quella lotteria era la sua unica occasione.

Aveva tentato di tutto per rintracciare la divina ragazza Osuwari dei suoi sogni, si era persino recato al grattacielo che ospitava la compagnia, ma due buttafuori -uno altissimo e dall'aspetto di un oni e l'altro un ragazzino con una lunga treccia e l'espressione crudele- l'avevano senza tante cerimonie accompagnato implacabilmente all'ingresso intimandogli di sparire dalla circolazione.

Tuttavia non era nella sua natura demordere, così come non era nella sua natura aspettarsi di ottenere dalla vita un rapporto duraturo con una ragazza normale e perbene, come Sango se doveva portare un esempio, sempre lei.

Perché una così non si sarebbe mai avvicinata ad uno come lui, cresciuto da maestri ubriaconi e lascivi; una così, il fior fiore della buona società giapponese, non avrebbe mai capito gli incubi che ancora lo perseguitavano della morte di suo padre ammazzato da un demone senza nome – ma il cui volto Miroku ricordava benissimo- che lo spingevano altresì a prendere tutto dalla vita, perché questa poteva rivelarsi breve e fragile come un fiore spuntato troppo presto tra la neve.

E la neve quel giorno per fortuna non cadde, anzi, un sole tondo e arancione stava tramontando sospeso nel cielo viola e rosa tra i palazzi della capitale quando per l'ennesima volta riavviò la pagina online della Osuwari trovandola aggiornata. Finalmente.

Conoscere quella ragazza era nel suo destino, dentro di sé Miroku era pienamente convinto di questo anche se non sapeva spiegarlo a livello razionale, quindi doveva aver avuto il biglietto vincente, lei era la numero uno e sarebbe stata sua.

Gli occhi saettarono nel riquadro di riferimento, e il cuore gli salì in gola per poi sprofondare invece nello stomaco.

Sì, la sua ragazza Osuwari era proprio la numero uno.

 

Dopo che Miroku se ne fu andato InuYasha rimase a quel tavolino stravaccato ed immerso nei suoi pensieri per un bel po', tanto che la cameriera, una ragazza carina e dolce che gli ricordava vagamente Kagome gli domandò se per caso andava tutto bene e se il signore desiderava altro come una fetta di torta o un mochi.

La sua risposta era stata pigra e di malavoglia, al limite dell'insolente, ma d'altronde lui reagiva sempre così quando era nervoso e frustrato con se stesso.

Le ultime settimane con la fidanzata erano state stupende, all'insegna della leggerezza, della complicità, della passione.

E la ragazza Osuwari era sparita dai suoi pensieri.

Tutto era stato perfetto, sino all'uscita di quel dannato cartellone inquartato stile Andy Warhol che capeggiava su tutta Tokyo sponsorizzando la mirabolante lotteria per chattare via telegram con le fantomatiche ragazze della Osuwari, parlare con loro, conoscerle, sapere che persone fossero oltre il loro indiscusso successo, dare un po' di sostanza alla forma bellissima che presentavano al mondo.

Da allora InuYasha era riuscito a non cadere in tentazione solo per miracolo, stando lontano da ogni possibile fonte di acquisto di un biglietto e pensando intensamente a Kagome che sì, amava tantissimo, e di questo era certo fino in fondo alla sua anima di mezzodemone.

Se all'inizio quell'insopprimibile interesse verso la ragazza della pubblicità era stato come un graffio, qualcosa di minuscolo e impossibile, facile da ignorare e tenere lontano dalla sua relazione con lei -sperando che non se ne fosse mai accorta- il baluginio del miraggio di poter conoscere quell'altra era bastato a mandarlo in crisi e nella più completa confusione.

Perché lui non era così.

Si era sempre reputato fedele, onesto negli ideali e nelle intenzioni, incapace di spaccare il proprio cuore dando devozione a più di una persona alla volta, ma ora...ora non ne era più tanto sicuro.

Forse non era così diverso da Miroku e da tutti gli altri uomini, forse anche lui poteva provare interesse per due ragazze contemporaneamente, ma era pur vero che accettare questa consapevolezza gli stava mordendo la coscienza, tanto che era una settimana che non si faceva trovare da Kagome, incapace anche solo di guardarla negli occhi e sopravvivere alla vergogna.

E se...e se paradossalmente l'unica soluzione fosse stata proprio comprare un biglietto della lotteria Osuwari?

Sicuramente non avrebbe mai vinto, e avrebbe considerato la cosa come il segno del destino che tutto ciò che provava erano solo ridicolaggini da pervertito, e sarebbe potuto andare avanti trovando una sorta di pace. Cosa aveva da perdere alla fine dei giochi?

Sì, era sicuramente così; avrebbe preso un solo tagliando, seguendo la stramba teoria di Miroku sullo scegliere il numero più alto possibile. 3234. Poteva andare bene. Non sarebbe mai uscito, e la ragazza Osuwari sarebbe ritornata ad essere solo polvere di fata.

 

“Darei non so che cosa per dare un'occhiata al tuo costosissimo tablet in questo momento. Non fai altro che fissarlo.”

Il tono di Kirinmaru avrebbe dovuto offenderlo, ma perché irritarsi tanto della verità?

Dopo aver spento la schermata in modo lento e calcolato il Generale squadrò il suo eterno rivale che si stava chiaramente prendendo gioco di lui impunemente. Non sapeva nemmeno perché lo tollerasse, eppure il loro rapporto, un misto di puro antagonismo e un cameratismo che solo due essere potenti come loro potevano condividere, consentiva tutta quella sfacciataggine, anzi Inu no Taishō si sarebbe di norma divertito. Di norma.

Non questa volta però.

“Non credo che siano affari che ti riguardano.”

“Calma calma.” Il Re Bestia dell'Est si limitò a fare spallucce. “D'accordo, tieniti pure i segreti che vuoi, tanto sarà qualcosa di noioso e deprimente come al tuo solito.”

Estrasse il suo di tablet, altrettanto costoso e di ultima generazione, accavallando le gambe e mettendosi comodo sul divano in pelle del Generale. “Io invece voglio dedicarmi a quello che tutti nella prefettura stanno facendo in questi ultimi giorni. Tentare la fortuna e prendere un biglietto della lotteria Osuwari. Ah, davvero belle quelle ragazze, bisogna ammetterlo!” Cliccò su qualcosa e fece scorrere qualcos'altro. “Vediamo, chi scegliere? La mora con il grazioso intimo rosso? O la brunetta con quello rosa...”

“Vorrai dire quella con i capelli rossi...”

Il rivale sghignazzò. “I miei sono rossi.” L'imponente chioma che possedeva galleggiava quasi attorno lui come un mantello color vino. “Ammetto però che hanno una sfumatura di rame insolita, un marrone molto pop, tuttavia se proprio devo scegliere, la mia preferita è...”

Inu no Taishō non seppe mai quale fu la preferita perché la suoneria del cellulare di Kirinmaru si mise in mezzo.

“Sembra qualcosa di serio.”

La conversazione era durata per non più di un minuto in cui il demone giraffa non aveva emesso parola limitandosi ad ascolta il suo interlocutore con espressione indecifrabile.

“Naa, solo un nuovo cliente che ha della merce a cui sono molto interessato. Scusami ma devo andare adesso.”

Inu no Taishō contò fino a duecento prima di aprire di nuovo il tablet alla schermata che aveva lasciato.

La pagina online della ragazza Osuwari dai capelli rossi era ancora lì, con tutte le sue tentazioni e lusinghe piene di una magia che aveva dimenticato da tanto, e che non aveva mai pensato di provare ancora.

Che male poteva fare comprare un biglietto per godersi l'illusione di poterla conoscere? Un tagliando solo. Il numero sedici era già pronto per lui, doveva solo confermare o annullare la procedura.

Tuttavia quando era a tanto così per cliccare sulla prima opzione un interiore gemito strozzato lo bloccò.

Non poteva farlo; no, proprio non poteva.

Perché andava bene essere uno sciocco, un vecchio sciocco anzi; ma tradirla era impensabile.

Gli dei dovevano stare ridendo di lui, con quel numero sedici, mettendolo crudelmente alla prova.

La sedicesima notte. La più bella. Izayoi.

Lei era ancora l'amore della sua vita, lo sarebbe sempre stata, e nessuna sirena dai capelli rossi avrebbe potuto offuscare quella certezza del suo cuore.

Il dito scivolò su ANNULLA e tutto divenne nero.

 

Sesshōmaru osservò il sole che riverberava sui finestroni del grattacielo della compagnia di famiglia con l'astio quasi di un vampiro.

Avrebbe voluto che nevicasse.

La neve, l'acciaio di una spada o il nucleo gelido dell'acido più corrosivo, così come tutte le cose fredde al tatto, lo mettevano di buon umore, lo confortavano – se confortare potesse essere un parola da associare a Sesshōmaru- e cercava con tutto se stesso di riversare quel freddo in ogni azione che compiva e in ogni pensiero che la sua mente forgiava.

Ecco perché non si spiegava come avesse potuto acquistare quel maledetto biglietto per la ragazza Osuwari, la ragazza che tanto riusciva a sconvolgerlo.

Di sottecchi fulminò lo screenshot necessario per confermare l'avvenuta compravendita -nel caso di un'imprevedibile e per lui pericolosissima vittoria- la prova dell'avventato gesto così lontano dal suo temperamento. Che razza di freddo poteva contenere una condotta simile?

“Posso entrare?”

La voce di Kagura lo raggiunse razionalmente qualche millisecondo prima del suo odore, che stranamente il cervello del demone cane aveva registrato a livello inconscio ma che solo ora era divenuta un'informazione importante con cui avere a che fare.

“Hai quindi cominciato.” Non era una domanda, quella di Sesshōmaru. Se era lì da lui, le rotelle dell'ingranaggio si erano ovviamente già messe in moto.

“Diciamo di sì.” Con un fruscio elegante la signora del vento gli si sedette davanti, la scrivania a separarli come il divario incolmabile tra loro esistente, e che Kagura cercava in tutti i modi ostinatamente di bilanciare.

“Ho trovato qualche appiglio legale da sfruttare, e avrei dalla nostra parte anche il sindaco e la giunta comunale.”

“Bene.”

“Ho detto avrei. Ma non è proprio così. Quelli della Osuwari sono stati furbi, la mossa della lotteria è stata a dir poco geniale, tanto da poterci mettere i bastoni tra le ruote, o come minimo rallentarci.”

“Non capisco.” Come poteva una semplice riffa per delle ragazzine poco vestite attentare ai suoi piani?

“Semplice, Sesshōmaru. Il ricavato andrà tutto in beneficenza, e la Osuwari ci ha tenuto a sottolinearlo con tutti i mezzi a sua disposizione durante questa settimana. Si stanno ingraziando le masse parandosi la schiena dalle possibile critiche al loro discutibile brand.”

“E quindi? Cosa vuoi dirmi, Kagura?” il tono di Sesshōmaru non poteva essere più glaciale.

“E quindi ti consiglio di prendere tempo; questa farsa da guitti oggi pomeriggio terminerà, in qualche settimana nessuno si ricorderà della lotteria Osuwari e per allora sarà più facili colpirli e trascinarli in tribunale senza passare da cattivi.”

L'obiezione di Kagura non era facile da digerire per Sesshōmaru, eppure dopo averci pensato per ore dovette convenire che non aveva tutti i torti. D'altronde anche il freddo era immoto e paziente per natura.

Prese lo smartphone su cui aveva salvato lo screenshot del biglietto numero 189 e con uno scatto lo eliminò.

 

 

Eccomi qua, sono tornata! Vorrei ringraziare i lettori e le lettrici che continuano a seguire questa storia, che hanno recensito, messo nelle preferite e nelle seguite, faccio tutto per voi. Siete stupendi!

Fun fact: nell'immagine se zoomate abbastanza c'è una piccola chicca, diciamo un messaggio nascosto, vediamo chi lo scova.

Grazie ancora, a presto.

  
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