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Autore: susiguci    16/04/2023    2 recensioni
Dal Capitolo I
[... Merlin era in ritardo per l'inizio delle lezioni e, come sempre, correva per i corridoi, cercando di arrivare in aula più presto possibile.
Merlin non vide il ragazzo che allungò un piede al suo passaggio e si ritrovò a terra, battendo forte la bocca e il mento. Un rivolo di sangue gli usciva dalla bocca e Merlin si girò a guardare il ragazzo con tanto d'occhi!
'Chi è questo grandissimo figlio di puttana?' si chiese.
"Oh, Dio! Scusami!" disse il ragazzo, tendendogli una mano per farlo alzare.
"E perché dovrei? So che l'hai fatto apposta!"
Il ragazzo sorrise e scosse la testa. "Ok. Volevo farlo! Solo … non a te! Ho sbagliato persona!"...]
[..."Abbiamo cominciato con il piede sbagliato…" disse il ragazzo dispiaciuto.
"Già … con il tuo, per l'esattezza"...]
Capitolo I revisionato
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Galvano, Merlino, Parsifal, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessuna stagione, Nel futuro
Capitoli:
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Capitolo XII


How many?













 

Messaggio ricevuto da:


King Arthur, ore 6.50 a.m.


"Merlin chiamami quando sei sveglio"



Subito Arthur sentì squillare il telefonino. 


"Pronto, Arthur?"


"Ehi! Buongiorno Merlin! Preparati, ti passo a prendere alle 7.20"


"Cosa? No, ti ringrazio. Vado in autobus, ma grazie lo stesso."


"Scusa ma … ho bisogno di parlarti. È piuttosto importante… dai, solo per oggi."


Merlin sospirò.


"D'accordo, … puoi passarmi a prendere a Piazza Martiri."


"Ma tua madre ormai sa che siamo amici, quindi…"


"Arthur…"


"Ok. Piazza Martiri. A dopo." 


 

'Come complicare sempre tutto…' si disse Arthur con gli occhi al cielo.





 

Erano passati circa dieci giorni dall'incidente con Oswald. Merlin fisicamente stava benone. Aveva solo qualche livido qua e là. L'esame alla milza era andato bene. Era quello che gli premeva di più: l'organo si era quasi del tutto ricomposto.


Psicologicamente però Merlin era molto in tensione: gli esami alle porte, il lavoro che comunque gli portava via tanto tempo e il pensiero di Oswald. Si era recato alla polizia dove avevano accettato di cambiare la denuncia contro ignoti con quella contro Oswald Cardonell.




"Allora Arthur cosa dovevi dirmi di  così importante?" disse Merlin una volta salito a bordo della macchina di Arthur. "Scusa ma avrei preferito prendere l'autobus. Mi fa bene mantenere le mie routine quotidiane. Mi aiuta a sentirmi più sereno …"


"Percival mi ha detto che oggi dopo pranzo ti accompagnerà lui a casa. Salterà basket, perché deve studiare. Tra poche settimane c'è la prima sessione di esami e anch'io dovrò saltare qualche allenamento. Domattina ti riaccompagna lui e domani, finite le lezioni torni con me, ti va?"


"Cosa state combinando tu e Percival?"


"Niente … ne abbiamo parlato insieme durante l'allenamento di basket e per un po' riusciamo ad alternarci per accompagnarti a Greenwich e per riportarti a casa. Non siamo bravi come te e dobbiamo studiare molto per passare questi esami. E poi, fare il viaggio insieme dovrebbe essere più piacevole per tutti …"


"Vi siete messi d'accordo per farmi da guardie del corpo?


"No, è solo che teniamo a te e così siamo più tranquilli. Lo facciamo più per noi che per te, Merlin."


L'altro strinse i pugni. Sentiva una gran rabbia e parlò con un certo livore: "La mia prima scelta che si mette d'accordo con la mia seconda scelta … davvero singolare … per occuparsi di me, neanche fossi un bambino o un disabile."


"Merlin!" lo chiamò Arthur turbato dalle sue parole.


"Ho capito! Ti ringrazio ma … non ho intenzione di cambiare le mie abitudini. So anch'io che Oswald potrebbe farsi vivo, ma non è detto. E non ho intenzione di farmi rovinare la vita da lui più di quanto abbia già fatto! Ci sono già tante cose in cui sono a bravo a rovinarmela da solo … non aggiungerò anche questa. Starò attento, questo sì. E se mi trovassi nei guai chiamerei te o Percival. A proposito: avrò da dire le stesse cose anche a lui, non preoccuparti! Tu è meglio che pensi a Morgana. Spero davvero che lui non la contatterà di nuovo, ma il rischio c'è."


"Morgana è sotto scorta. Mio padre si è attivato subito. C'è sempre uno dei suoi uomini insieme a lei, ventiquattrore su ventiquattrore."


 

"Mi fa piacere. Tuo padre sarà pessimo come dici, ma almeno si occupa di voi, al bisogno."


 

"Morgana non vuole, ma non c'è stato niente da fare. E non dimenticare che mio padre ha le possibilità economiche per poter fare questo, e, potendo, quale altro padre non lo farebbe?"


"Il mio …"


"Cosa dici, Merlin! Tu non hai mai conosciuto tuo padre!"


"Sì, invece. Fino ai quattro, cinque anni…"



"E te lo ricordi?"


"Molto bene…"



"Non era un bravo padre?"


"Io lo credevo. Stava sempre con me, giocavamo insieme ma … quando si separò da mia madre, sparì anche dalla mia vita. Pensai che fosse colpa mia …"

"Stava male?"


"No. Stava con un'altra donna ed ebbe subito un bambino con lei."
"Hai avuto un fratello?"


"No, non è mai stato un fratello per me."


"E tuo padre non venne più a trovarti?"


"Nemmeno una volta"


"Cavoli! Mi spiace davvero. E quando è morto?"


Merlin distolse lo sguardo da Arthur "Poco dopo …"


A parte i tre amici d'infanzia di Merlin, nessun altro sapeva che suo padre Balinor non era affatto morto. Merlin aveva sofferto molto per la sua mancanza. Suo padre si era comportato come se Merlin non esistesse più. E fin da bambino, per vendetta, cominciò a dire a tutti che  suo padre era morto e non smise più. Non gli faceva piacere ma era quello che avrebbe desiderato. Avrebbe preferito sul serio che il padre non ci fosse più. Avrebbe avuto una scusa sensata per il suo abbandono. Doveva avere circa otto anni quando vide suo padre giocare sulle giostre con un bambino più piccolo di lui. Lo prendeva in braccio, lo faceva girare, esattamente come faceva con lui quando erano insieme anni prima. Merlin capì che quel bambino era il figlio che suo padre aveva avuto con quell'altra donna. Il suo papà l'aveva sostituito con quell'altro bambino e si era dimenticato di lui. Quel bambino gli aveva rubato l'affetto di suo padre e provava un risentimento terribile verso di lui. Non ci poteva fare nulla. Odiava suo padre e odiava quel bambino.


Cominciò in quel periodo a soffrire di attacchi di panico e a provare delle forme di gelosia e possessività esagerate nei confronti delle persone con cui aveva a che fare.


Sua madre aveva capito che il dolore di Merlin era stato causato dalla vista di suo padre e di quel bambino insieme e lo aveva portato da un neuropsichiatra infantile. Ma Merlin sembrava chiudersi in se stesso e dopo un po' si rifiutò di continuare le sue sedute. 


Durante la terza superiore Merlin cambiò quartiere e scuola. Questo perché suo padre con la compagna e il figlio erano venuti ad abitare nella sua stessa via. Merlin sembrava essere impazzito e sua madre senza pensarci troppo l'aveva preso e portato in un'altra parte del paese, facendogli cambiare casa e scuola. Balinor era stato così insensibile da trasferirsi nella stessa via dove aveva abitato con Merlin e Hunith molti anni prima. Che razza di persona era? E fu quando Merlin era nella nuova scuola da pochi giorni, che Arthur gli fece lo sgambetto.



"C'è una cosa, Merlin, che volevo chiederti da tempo."


"Dimmi!"


"La serata del mio compleanno, quando sei fuggito, hai avuto un attacco di panico?"


"No. Ero furioso, ero angosciato ma non ho avuto nessun attacco. Strano …"


"In effetti è una cosa piuttosto difficile da spiegare."


"Lo chiederò al mio psicoterapeuta. Oggi pomeriggio ho la prima seduta con lui. Ma per favore, non dirlo a nessuno. Non voglio che gli altri si creino delle aspettative. Per ora lo sai solo tu. Nemmeno mia madre ne è al corrente."


Arthur sorrise. Ogni volta che condivideva un segreto con Merlin, per quanto piccolo fosse, si sentiva felice.


"Senti, Arthur! Io devo chiederti scusa per l'altro giorno!"


"Non capisco…"


"È stato quando ti ho chiesto di parlarmi di Parigi, ma come a volte faccio, ho lanciato il sasso e nascosto la mano."


"Non devi scusarti. Se ci sono cose che ti infastidiscono, sono io il primo a non volerne parlare con te."


"Non mi sembra giusto… io ti ho confidato tante cose."



"Allora, se credi, possiamo provare. Ma fermami se ciò che ti dico dovesse darti fastidio" fece Arthur.


Merlin aveva ancora qualche dubbio, ma non voleva deludere l'amico.



Nel frattempo erano arrivati all'università e Arthur fermò l'auto nel parcheggio, senza l'intenzione di scendere.


"Ho avuto alcune storie, Merlin, parecchie in realtà… ma nessuna di queste è stata importante, sul serio … Come va? Fino a qui c'eri arrivato anche tu?"


"Più o meno…" Merlin sentiva un peso al petto, fastidioso ma sopportabile. Si concentrò su Arthur, sulla sua voce, sull'espressione dei suoi occhi, sui gesti delle sue mani, provando a mettersi nei suoi panni, cercando di provare la massima empatia nei suoi confronti.


Poteva essere pericoloso per lui? Non lo sapeva. Era un tentativo come un altro di cambiare una situazione che per lui era sempre stata dolorosa. Non ci aveva mai provato prima: si era sempre chiuso a riccio in simili circostanze.


"Penso che tu possa continuare, ma magari risparmiami i dettagli per favore" sorrise Merlin. "Tanto per curiosità, quanti ragazzi hai avuto in tutto?


Arthur impallidí leggermente e distolse gli occhi da quelli di Merlin. "Non lo so, ma credo faremmo meglio a non addentrarci…" mormorò.


Merlin  insistette: "Tanto per sapere se erano cinquanta o cento…


"Considera dai 16 anni ai 21. Durante l’anno scolastico circa uno alla settimana… per cinque anni"


"Aspetta!" disse Merlin cercando la calcolatrice sul cellulare. "Quindi trentotto settimane per cinque anni… oh! Centonovanta? Mamma mia! ... E d'estate?"


"Dai basta, Merlin…"


"D' estate?"


Arthur sospirò forte."Una media di tre alla settimana."


"Quattordici per tre, per cinque, più centonovanta …cazzo… quattrocento!"


"Aspetta! Togli tre mesi invernali e aggiungi tre unità!"


"Come mai?"


"Valiant e altri due ragazzi con cui ho cercato di fare le cose seriamente."


"Meno quattordici più tre. Trecentoottantanove… cambia poco"


"E ora … cosa pensi di me?"


"Penso che tu sia la persona che conosco che abbia avuto più partner sessuali in assoluto. E hai solo ventun anni."


"In realtà dovrei toglierne ancora qualcuno. A volte ero in viaggio e in altri periodi stavo lontano dai locali per un po’"


"Li hai conosciuti tutti nei locali?"


"Sì! Se vuoi prenderti una pausa di riflessione da me, mi scoccia, ma ti capirei…"


"Non mi va di non vederti più per questo. Avrei dovuto aspettarmelo …"


"Giuro che non mi sembrava fossero così tanti" disse Arthur confuso.


Merlin lo guardò in silenzio.


 

"Non sono orgoglioso di quello che ho fatto, ma nemmeno me ne vergogno. Posso dire che i ragazzi che 'sceglievo', perdona il termine, mi piacevano oltre che fisicamente, anche per alcune caratteristiche della loro personalità: entusiasmo per la vita, vivacità, spirito d'iniziativa. Non ho mai frequentato ragazzi snob o antipatici, anche se bellissimi. Allo stesso modo, ma per opposte ragioni, non ho mai preso in considerazione i ragazzi particolarmente sensibili, delicati e profondi, nonostante spesso mi attirassero più di tutti gli altri…"


Arthur si fermò. Forse stava parlando troppo.


L'altro avrebbe potuto capire che i ragazzi di cui stava parlando erano quelli che gli ricordavano Merlin in quanto possedevano una o più delle sue caratteristiche.


"Non volevi farli soffrire? Avevi capito che avrebbero voluto più di un semplice incontro?"


"È così. Credo che cercassero una storia d'amore e io non ero in grado di accontentarli…"


Merlin si fermò a pensare poi disse: "Se fossi un adulto più saggio, ti direi che data la tua giovane età, stavi sperimentando e che non eri ancora pronto per una relazione matura, ma che non dovresti preoccuparti, perché un giorno, l'amore arriverà quando meno te l'aspetti."


 

"E Merlin invece cosa direbbe?" chiese Arthur curioso.


"Merlin è coinvolto dal fatto di essere tuo amico e forse non è molto obiettivo, considerando anche il mal di pancia che gli hai fatto venire…" gli disse sorridendo.


 

"Davvero, Merlin? Mi dispiace, ma perché non me l'hai detto?


 

"Perché se lo sconvolgimento che provo è tutto qui, allora dico che va meglio di quel che pensassi … E comunque Merlin direbbe che hai dimostrato rispetto per quei ragazzi che per te erano degni di essere rispettati. Non ti sei approfittato di loro. Un gesto onorevole!"


 

"Non lo so più. Forse, così facendo mi sono precluso la possibilità di avere una storia … importante."


"Ma se non eri pronto …"


"Forse adesso lo sarei…"


E rimasero in silenzio per qualche istante.


 

"Ora che farai?" chiese Arthur.


"Lavorerò ma soprattutto dovrò studiare, come te del resto."


"Sono d'accordo ma permettimi di dare una cena a casa mia a fine mese. Non una festa, ma una semplice cena, per sdebitarmi con tua madre. Le abbiamo finito la dispensa di biscotti l'altro giorno, io e Morgana. Ma erano così buoni! Avrà pensato che siamo peggio di un' invasione di cavallette. E ne approfitterei  per invitare Gwen, Gwaine ed Elyan. E naturalmente Percival."


"Avresti intenzione di invitare anche Leon e Lancelot?"


"Se ti fa piacere sì."


"Non dirlo a nessuno ma mi piacerebbe che Gwen conoscesse i tuoi amici." 


"Ti piacciono?"


"Ne vado pazzo, in effetti…"


"Meno male che io non sono come te …"


"In che senso?"


"Un commento così, fatto da me, avrebbe alzato di molto il livello della tua rabbia"


"È vero! Ma con quattrocento ragazzi all’attivo, tu non puoi proferire verbo"


"Lo immaginavo … Ti dispiacerebbe se rimanesse tra noi, questa storia dei quattrocento?"


"Non ne vai fiero?"


“Non è per questo. Ma non mi darebbero più pace, nè i miei nè i tuoi amici."


"D’accordo"


"Tornando ai miei amici, sappi che Leon è fidanzato da tempo."


"Figuriamoci… e Lance?"


"Lui è libero, ma non è uscito bene dall'ultima storia che ha avuto."


"Ci penseremo noi a tirargli su il morale."


"Addirittura… Ti ho già detto che è etero?"


"Almeno un milione di volte… e non ho nessuna intenzione di fargli cambiare idea. Primo, sono ancora fidanzato con Percival, a meno che lui non sia stufo di venire trascurato da me per il fatto che sto sempre in tua compagnia … secondo, se il bellissimo cigno non è riuscito a fare cambiare sponda a Lance, come può riuscirci il brutto anatroccolo?"


Arthur lo stava guardando con tanto d'occhi. Talvolta Merlin si comportava così poco da … Merlin.


 

"Certo che a volte sei proprio un'idiota…"


Se pensi che Percival non abbia piacere che io ti frequenti così spesso, potremmo rallentare un po'. E per quanto riguarda Lance, sappi che riesco a non saltare addosso ad un uomo, anche se bellissimo come lui."


"Ok. Farò finta di crederti!"


"E poi non mi ha voluto…" disse Arthur e abbassò lo sguardo.


Merlin ridacchiò: "Sapevo che dovevi averci provato… ma come siete diventati amici?"


"È stato solo merito suo. Non è rimasto offeso, né disgustato dalla mia 'proposta' e ha continuato a cercarmi, esattamente come prima. Per me è stata una novità assoluta. Solo Leon non aveva mai avuto problemi con me, ma con lui sono amico dall'infanzia."


"Se non erro mi avevi parlato di altri amici etero. Loro non ci saranno?”


"No. Non li invito più."


"Cos’è successo?"


"Mi hanno fatto un regalo pessimo per il mio compleanno!"


"Tipo?"


"Tipo … qualche stripper!"


Merlin aprì la bocca, sconvolto. Non riusciva a dirgli che gli dispiaceva per i suoi amici, ma nemmeno che aveva fatto bene.


"Non preoccuparti Merlin. Sarebbe successo comunque… Non mi sono perso niente! Tornando ai veri amici …"


"Infatti Arthur, volevo chiederti se Morgana e Lance si conoscono."


"Sì, da parecchio, ormai. Lui la tratta con grande deferenza come se lei fosse una principessa o una gran dama e anche lei lo tratta con grande rispetto. Sono amici, ma non credo sia mai scoccata nessuna scintilla tra loro, se è questo che t’interessa."


 

"Davvero? Strano! Meglio così! Ho qualche aspettativa su Lancelot per Gwen."


"Non farlo! Gli appuntamenti combinati non funzionano mai."


"Vero! Ma io ho solo intenzione di presentarli: il resto lo faranno da soli, se vorranno. Anche perché Gwen non è certo una che in amore accetti dei consigli"


"Come mai?"


"Durante l'adolescenza si innamorò prima di un ragazzo e poi di un altro ancora. Ma entrambi la rifiutarono. Da allora non ha più fiducia in se stessa e ha messo su una sorta di corazza difensiva."


"Gwen è molto carina. Chi erano questi due cretini?"


"... Io e Gwaine!"


"Oh … scusami, non volevo!"


"Invece siamo stati proprio due cretini … ma il danno ormai era fatto."


"Spero tu le abbia detto che eri gay?"


"Non subito… appena ne fui sicuro, ma questo l'ha rassicurata solo in parte…"


"Farò certamente in modo che Lance abbia modo di conoscerla e frequentarla, se lo vedrò interessato. Credo che a Gwen servirà più tempo del solito per capire se uno come Lance valga la pena, per lei.


"E ne vale la pena, secondo te?"


"Non potrei essere più sicuro di così! Caffè?"


"No, l'ho preso a casa, grazie… ma ora devo andare in bagno."



Merlin salutò Arthur che si diresse al bar e passò dal bagno prima di recarsi in aula. Quando si assicurò che non c'era nessuno appoggiò la testa alla parete di piastrelle e chiuse gli occhi. Dopo un po' di tempo cominciò a piangere e singhiozzare. Quattrocento! Quel numero gli girava in testa. 'Se continua così Arthur avrà cinquemila e passa uomini nella sua vita. Tutti quei ragazzi con Arthur. Che sensazione orribile.’ 


Continuò a piangere di rabbia e tristezza quando realizzò che Arthur non era Percival. Era fortunato ad avere Percy. Le lacrime cessarono, come anche i singhiozzi. Era quasi stupito. Si lavò la faccia e si diresse in aula. Si sentiva meglio. Non vedeva l'ora di rivedere il suo ragazzo. Dopotutto non era andata neanche così male e come primo tentativo di controllo delle sue emozioni, poteva accontentarsi.





 

Quella sera Arthur si fece vedere sul tardi al bar di Merlin.



"Buonasera! Potrei avere una birra, buon'uomo?"


"Che ti piglia? Stai bene?"


"Sht! Sono in incognito! Non voglio che tu abbia problemi a causa mia!"


"Tranquillo! A quest'ora ormai sono da solo" disse Merlin posando sul bancone una bottiglia della birra preferita di Arthur e un vassoio di salatini.


"Ero curioso di sapere com'era andata dallo strizzacervelli!"


"Oggi pomeriggio mi sono ritrovato di fronte un medico davvero molto anziano. È il dottor Gaius. All'inizio mi sembrava un tipo arcigno con questo sopracciglio destro perennemente alzato. In realtà è molto empatico ed è dotato anche di un buon senso dell'umorismo.


"Ti ha dato qualche consiglio utile?"


Siamo partiti da degli esercizi di respirazione per raggiungere uno stato di rilassamento profondo generale. Mi ha insegnato qualche trucco. Mi ha lasciato parlare a ruota libera. Gli ho detto tutto. Che sono gay, che tipo di incontro ho avuto con Oswald, che rapporto ho con Percival e che rapporto ho con … mia madre." In realtà Merlin stava per dirgli che con il dottore aveva parlato anche del rapporto che aveva con aveva con Arthur stesso, ma non se la sentiva di dirglielo.


"Purtroppo verso la fine, quando mi ha chiesto perché penso di avere attacchi di panico e gelosia, è venuto fuori il rapporto con mio padre. Mi ha detto che ne avremo parlato ancora ma che era contento che io avessi raggiunto questa consapevolezza su di me. E che in una situazione come quella che ho vissuto io è normale manifestare certi disturbi psicosomatici"


 

"Davvero? Tutti i tuoi problemi sono nati da lì? Non l'avrei creduto, anche se a pensarci ha senso!"


"Ce la fai a tenerlo per te? Perché altrimenti con Percival e mia madre dovrei cominciare a dire qualcosa. Come sai non gliel'ho ancora detto."


"Io non lo dirò a nessuno. Puoi davvero fidarti…"







La domenica pomeriggio successiva si erano ritrovati tutti a casa di Merlin, i tre amici del cuore e Percival. Erano in collegamento video con Arthur e Morgana, da casa loro.


I sei avevano avviato una ricerca di gruppo per saperne di più su Oswald.


"Altro che Cardonell. Quel bastardo mi ha dato un cognome falso" s'infuriava Morgana.


Gwaine che lavorava con Percival e Merlin dichiarò:


"Hai ragione Morgana. Non si trova su nessun social. Facebook, Instagram, Twitter e anche in tutti i siti maggiori. Quest'uomo non esiste."


 

Percival era già abbattuto. Gwen e Merlin stavano controllando sull'ipad tutti gli Oswald inglesi. "Mancano molte foto e per ora Merlin non ne ha trovate di sue" disse Gwen aggiornando gli altri.


Morgana controllava i certificati di nascita grazie a non si sa quale app.


Gli unici in grado di riconoscere il volto di quell'uomo, senza incertezze, erano Merlin e Morgana.


Gli altri lo avevano visto in costume da vampiro. Arthur non lo aveva visto proprio.


Elyan aveva fatto qualche foto con il cellulare durante la festa di Halloween ma Oswald appariva in poche foto, perlopiù da lontano e in pose poco chiare.


"Non ti ha lasciato neanche una foto? Non te ne ha inviata nemmeno una?" chiese Gwen a Morgana.


"No. Lo frequentavo da due settimane, non di più."


Dopo un paio d'ore Merlin ci diede su. E si mise a studiare. Ogni tanto qualcuno gli mostrava alcune foto e poi tornava sui libri.


Hunith, in cucina, era affaccendata per sfamare la truppa. Aveva portato loro popcorn e bibite a metà pomeriggio. Poi si era avvicinata al computer e aveva guardò il monitor.


Morgana e Arthur le sembravano due cronisti televisivi. "La prossima volta, voglio anche voi due, qui con gli altri."


"Va bene!" rispose Arthur. "A proposito di inviti, tra due settimane esatte, vorrei invitarla a cena qui da noi!" sorrise Arthur.


"Davvero? Ma tuo padre cosa dirà?"


"Lui non ci sarà, come al solito. Ma non ha nulla in contrario. Sa quanto è stata gentile con noi."


"D'accordo, allora verrò volentieri. Cosa posso portare?"


"Niente" disse Morgana.


Merlin s'intromise: "Può andare bene una bottiglia di vino? Credimi Morgana, è meglio così!"


"Vada per il vino!" rise Morgana.


Hunith aveva preparato la sua famosa pizza che l'aveva tenuta impegnata tutto il resto del pomeriggio. Sperava che i ragazzi si sarebbero fermati lì anche per cena. Era molto felice di avere la casa piena di giovani amici del figlio. Ripensava quanto fino a poco tempo prima la casa fosse sempre vuota.


Il problema per i ragazzi fu di nasconderle la ricerca di quell'uomo, quando lei entrava nel salotto. Le avevano detto che stavano svolgendo delle ricerche per l'università.


A un certo punto la madre prese da parte Merlin e bisbigliò: "Visto che questo weekend l'hai passato qui, quando trovi il tempo di dedicarti un po' al tuo ragazzo.


In realtà lui e Percival in quei giorni avevano discusso. A dispetto della voglia che aveva di rivederlo solo un paio di giorni prima, Merlin si era arrabbiato per il fatto che si fosse messo d'accordo con Arthur sul fatto di volergli fare da scorta personale. Percival si era molto offeso, in quanto evidentemente preoccupato per l'incolumità del suo ragazzo.


"Ma, mamma, lui è d'accordo."


"Io dico solo che siete giovani e certe cose sono importanti. Dopo cena voglio che tu vada a casa sua con lui." 


"Ma io devo studiare e anche Percy!" 


"Studiare va bene, ma potete studiare anche dopo. Non ci vuole poi così tanto tempo."


"Mamma!" disse Merlin scandalizzato.


"Oh, fai pure quello che ti pare, ma non venire a lamentarti con me, se poi se ne trova un altro."


Merlin rimase di pietra, anche se sapeva che sua madre parlava così solo per il suo bene.


"Gwen" chiamò Arthur "tu ci sarai alla cena, spero."


La ragazza diventò rossa: "Direi di sì, a meno che non sia l'unica"


"Verranno un paio d'amici miei. Vorrei presentarteli."


"Oh, sì! Merlin mi ha fatto una testa su questi due principi reggenti che sono piuttosto curiosa di conoscerli."


"Non credo abbia esagerato. Lo vedrai per tuo conto. Gwaine è lì?"


"Eccomi! Piacere di conoscerti, Arthur. Io e Morgana già ci conosciamo!"


"Insomma…" disse Morgana. "Io non ti avrei mai riconosciuto, al di fuori del tuo costume da lupo."


"Hai dei capelli incredibili, Gwaine. Morgana non potresti fargli fare un provino fotografico?" domandò Arthur.


"In effetti! Ti piacerebbe Gwaine?"


"Magari dopo gli esami." E sorrise sentendosi inorgoglire per la proposta ricevuta.


"E Merlin potrebbe truccarlo" disse Arthur.


"È un'idea da prendere in considerazione, solo che Merlin è un po' troppo impegnato, mi sembra…" fece Morgana.


"Gwaine spero che tu ci sia alla nostra cena!" continuò Arthur.


"Certamente, grazie!"

 

"Mi chiami Elyan?"


"Sono qui, non vedo l'ora di venire" rispose il ragazzo appena chiamato.


"Vedo che hai capito! Tu sei il fratello di Gwen?"


"Già, spero che questo non deponga a mio sfavore!"


Fratello e sorella si misero a ridere.



Gli amici di Merlin piacquero subito ad Arthur. Sentiva con loro una specie di connessione. Condividevano la stessa preoccupazione e il medesimo affetto per quel ragazzo particolare, che riusciva a dare in cambio a tutti loro un'attenzione e una lealtà senza pari.


"Io ho idea che questo tizio sia in combutta in qualche modo con qualche pezzo grosso della malavita organizzata. Non può sparire così! Morgana, ha mai usato una carta di credito quando era con te?" chiese Gwaine alla ragazza.


"Sì, ma non c'era scritto sopra il suo nome …"


 

Per quanto riguardava la ricerca di Oswald non erano quindi riusciti a trovare assolutamente niente. "Dovrò chiedere all'investigatore di mio padre se ha trovato qualcosa su di lui …" concluse Arthur sconsolato.


 

I ragazzi dopo tanto cercare, tirarono un sospiro di sollievo. Forse non tutto era perso e si buttarono sopra le pizze di Hunith.


 

Merlin seguì Percival fuori dalla porta. "Ti va se vengo via con te, tra un po'?"


"Non volevi studiare?"


"Sì, ma volevo stare anche un po' da solo con te…"


E Percival si illuminò di un sorriso raro, che poche volte gli aveva regalato in passato. E lo bació teneramente. Forse sua madre aveva ragione.






 

In quei giorni quasi tutti i ragazzi si erano sentiti per messaggio, per telefono, ma non era la stessa cosa che frequentarsi di persona. Anche quando si trovavano in biblioteca non riuscivano quasi a parlare: mancavano pochi giorni agli esami. Non era l'esame finale, ma il voto di quella sessione avrebbe fatto media con gli esami finali di maggio.


E dare una buona impressione ai professori era fondamentale per la valutazione generale.







 

La cena a casa di Arthur fu un successo. Hunith era molto elegante. Era andata dalla parrucchiera e si era truccata. Sembrava molto più giovane e bella. Era l'invitata speciale e per lei fu come tornare al gran ballo delle debuttanti e si divertì pazzamente.


 

Finalmente Arthur ebbe modo di vedere e parlare dal vivo con Gwaine, Elyan e Gwen, confermando la prima positiva impressione.


 

C'erano due novità quella sera. La prima era la ragazza di Leon anche se forse Merlin se l'aspettava. Si chiamava Helena. Era bionda, attraente, molto allegra e un po' svampita. Sembrava non riuscisse a camminare sui tacchi senza prendersi una storta dietro l'altra. Tanto che a fine serata camminava scalza.


 

La seconda novità lasciò tutti quanti a bocca aperta. Merlin compreso. Gwaine che presentava una ragazza a tutti loro aveva dell' incredibile. Era l'unica ragazza che Gwaine aveva portato a conoscere gli altri. Era una ragazza giovane, molto bella, che parlava poco e sorrideva ancora meno. Si chiamava Eira.


Percival chiese a Merlin se conoscesse la ragazza, ma lui non ne aveva mai sentito parlare prima.


 

Gwen fu stranamente gentile con Leon e Lance, anche se rimase comunque un po’ sulle sue e aveva perso la parlantina che la contraddistingueva normalmente.


 

Merlin riuscì a parlarle da solo per un breve momento. "Allora? Cosa pensi di loro?" sorrise incoraggiante.



"Mi piace Leon, ma è già fidanzato!"



"E Lance come ti sembra?"



Gwen s'imbronciò: "È un po' troppo bello per i miei gusti! Non fa per me!"


"Dimenticavo che a te piacciono i ragazzi scialbi, sciapi e sciatti."


"Scia- che?"



"Traduco: slavati, insipidi e trasandati. Comunque potresti dargli una chance come amico… è un uomo vero, ma forse sei troppo giovane per lui."



"Se mi piacesse, l'età non sarebbe un problema… ma se apri bocca sappi che mi vendicherò stasera stessa!"


"Ah sì, e come?"


"Potrei dire ad Arthur che hai una cotta per lui…"


"Non ti crederebbe mai …"


"Mh, io non sarei così sicura, fossi in te! Secondo me gli farebbe piacere"


"Patto fatto! Zitti e muti! Ok?"


Gwen si mise a ridere.










 
 
   
 
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