Videogiochi > Tekken
Segui la storia  |       
Autore: Nina Ninetta    19/04/2023    2 recensioni
Questa storia partecipa alla "To Be Writing Challenge 2023" indetta da Bellaluna sul forum "Ferisce la Penna"
Raccolta di storie dedicate al mondo di Tekken e ispirate a tematiche ben precise e diverse ogni mese, scelte dai partecipanti della challenge.
1. Տai chi sei? [Gennaio - Sisterhood - Nina&Anna]
2. La mamma è sempre la mamma [Febbraio - Motherhood - Steve&Nina]
3. Ⱥngel&Ðevil [Marzo - GrumpyXSunshine - Jun&Kazuya]
4. Come un abbraccio [Aprile - Domestic Fluff - Jin&Jun]
5. Coinquiline Diverse [Maggio - Roommate! AU - Xiaoyu, Asuka, Lili, Jin, Hwoarang]
6. Un Amore di Macchina [Giugno - ForbiddenLove - Lars&Alisa]
7. La Tomba dei Ricordi [Luglio - Childhood Friends - Heihachi&Kazumi]
8. Տole o Ҏianeta? [Settembre - Unrequited Love - Anna/Nina&Lee Chaolan]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Lars Alexandersson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Questa storia partecipa alla To be Writing Challenge indetta da Bellaluna sul forum di Ferisce la Penna.
Mese: aprile
Tema: domestic fluff
Per questo mese ho scelto il tema domestic fluff, in cui bisognava raccontare la quotidianità famigliare e mi è subito tornato in mente l’anime di Tekken, dove vediamo appunto la placida routine di Jin e sua madre Jun…
 



Come un Abbraccio

 
Lo scuolabus frenò alla solita fermata e le porte a soffietto si aprirono con uno sbuffo. Jin Kazama scese con agilità i tre scalini del veicolo, salutò il conducente e si acconciò meglio la spallina dello zaino che gli pendeva da una spalla sola. Sua madre lo rimproverava spesso per quel suo modo di portare la cartella della scuola e, sebbene lui rispondesse che era una cosa che facevano tutti, che andava di moda e gli donava un’aria più da duro, più da figo, lei non voleva sentire ragioni: se lo zaino era stato creato con due tracolle un motivo c’era. 
«E ricorda», aggiungeva, «l’Equilibrio e l’Armonia…»
«… delle cose è importante. Sì, mamma, lo so!» Finiva stufato la frase per lei il giovane Jin.
Per sua madre era tutta una questione di insegnamento sull’Armonia e l’Equilibrio che reggevano il mondo, senza i quali sarebbe sprofondato nel caos più totale. 
 
Jin Kazama attraversò la strada è s’inoltrò nella fitta boscaglia che si estendeva a perdita d’occhio, infilando anche l’altro braccio nella spallina della sua borsa scolastica, prima che Jun potesse vederlo e fargli una ramanzina. 
L’aria si fece più pesante a mano a mano che raggiungeva il cuore della foresta, dove l’umidità era quasi tangibile e i rumori della città sempre più lontani, ovattati quasi. Ogni tanto Jin udiva il cinguettio di qualche uccello o il frullio delle ali quando svolazzava da una fronda all’altra, ma nulla più.
I compagni a scuola lo prendevano in giro, gli avevano anche affibbiato un soprannome, ma nessuno aveva avuto il coraggio di dirgli in faccia quale fosse. Certo, vivere in mezzo al bosco, con una mamma sola e giovanissima, destava pregiudizi e l’insaziabile curiosità malata della gente per bene, convenzionale. Ma a lui poco importava, adorava la sua vita semplice e non l’avrebbe cambiata per nulla al mondo.
 
D’un tratto, il sentiero fitto di alberi secolari e arbusti bassi si aprì, rivelando una splendida radura illuminata dai tiepidi raggi primaverili. Al centro, vi era una casa in legno, con tendine chiare alle finestre e il camino fumante, segno che il pranzo stava già cuocendo. Jin entrò nell’abitazione senza bisogno di usare la chiave, giacché la porta d’ingresso era sempre aperta: altra nota positiva di vivere isolati dal mondo.
«Sono a casa!» Disse, lasciandosi scivolare lo zaino dalla schiena. 
«Bentornato, tesoro!» Jun gli sorrise, riempiendo due ciotole di riso. «Lavati le mani, è pronto!» Aggiunse, accomodandosi al piccolo tavolo che contava quattro sedie, nonostante non avessero mai ospiti. In fondo, non avevano confidenza con gli abitanti della cittadina, e di certo nessuno avrebbe accettato alcun invito: sono strani, dicevano. 
Jin aggiunse alcuni ingredienti al riso, sparpagliati nei contenitori di ceramica sul tavolo quadrato, per lo più carne. 
«Non dimenticare le verdure» gli fece notare sua madre. «Per avere un pranzo equilibrato…»
«Sì mamma, lo so» sospirò il giovane.
«A scuola tutto bene?»
«Sì.» 
«Hai compiti per domani?»
«Inglese e matematica.» Jin la guardò da sopra la sua porzione di cibo. «Però, vorrei prima-»
«No» fu la risposta perentoria di Jun, la quale aveva già finito di mangiare, perciò si alzò e lasciò il proprio piatto con le bacchette nel lavandino, incrociando le braccia sotto al seno e sorridendogli con dolcezza. «Lo sai come funziona, è il nostro patto…» 
«Prima il dovere, poi il piacere» recitò a memoria il ragazzo, abbozzando un sorriso a sua volta «Però, devi promettere che mi insegnerai quel calcio rovesciato che mi hai fatto vedere ieri.» 
«Il Ryu-Un-Tsui intendi?» Jun ridacchiò, felice che suo figlio si fosse appassionato alle arti marziali – d’altronde, con due genitori come loro non c’era da meravigliarsi. E, soprattutto, di avere qualcuno a cui tramandare lo stile della sua famiglia.
Lo Stile Kazama. 
Gli prese la ciotola dalle mani, l’adagiò nel lavabo con la sua e cominciò a lavarle.
«Mettiti a studiare. Appena hai finito, te lo insegnerò.»
«Sì!» Jin accompagnò l’esclamazione con un movimento secco delle braccia e le mani chiuse a pugno. Corse a prendere lo zaino e si mise subito sotto con i compiti che gli erano stati assegnati quel giorno. 
 
Jun Kazama intanto si dedicò al riassetto della cucina, canticchiando una dolce melodia della sua infanzia, assaporando la tranquillità placida – e anche un po’ banale – di quella routine che si era costruita nel tempo. Un senso di pace e di benessere interiore che ormai si ripeteva giorno dopo giorno, sempre uguale e per questo rassicurante. Simile all’abbraccio amorevole di una persona cara.
L’abbraccio di una madre. 
Quella era la loro normalissima quotidianità famigliare e non l’avrebbero barattata per nulla al mondo…



 
fine
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Tekken / Vai alla pagina dell'autore: Nina Ninetta