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Autore: musa07    25/04/2023    1 recensioni
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"Non appena Osamu schiuse gli occhi, capì subito che quella non era camera sua.
"Oh, no" pensò "è successo di nuovo."
Era da decenni che non succedeva e, a dirla tutta, era successo solo due volte in tutta la loro vita, ma era già successo, sapeva che poteva succedere. Proprio per questo non andò nel panico.
Certo era che gli fece indubbiamente strano sentire che quell'uomo che lo stava tenendo stretto a sé, abbracciandolo da dietro, con amore infinito, non fosse qualcuno di sua intima conoscenza. Che il respiro calmo e profondo che si stava infrangendo sulla sua nuca fosse quello di Kiyoomi.
D'altra parte si era pur sempre risvegliato nel corpo di Atsumu[...]"
STORIA GIA' COMPLETA
La mia mente delira e produce "cose" ^^
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Kiyoomi Sakusa, Motoya Komori, Osamu Miya, Rintarō Suna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terzo tempo 
 
 
 
- Atsumu! –
- Omi! –
E vi fu l’inevitabile abbraccio.
Kiyoomi aveva colto perfettamente il momento esatto in cui Atsumu era rientrato nel suo corpo.
- Amore. – lo strinse forte a sé Kiyoomi e Atsumu, ancora comprensibilmente confuso per ciò che aveva visto e non ancora capito, si lasciò avvolgere da quelle braccia forti, cercandovi rifugio e riparo, perché ora l’importante era essere di nuovo tra le braccia di Kiyoomi. Il quale comunque, avendo assistito alla telefonata e aveva carpito parte della conversazione nelle battute di Osamu, era a sua volta comprensibilmente confuso.
 
 
 
- Quindi tu ti sei svegliato con Kyo e Atsumu con noi? – Motoya raccolse il nocciolo della questione, mentre se ne stavano seduti sul letto, tutti e tre stretti in un abbraccio rassicurante e di protezione. Da quando stavano insieme, sentivano quel bisogno istintivo di proteggere gli altri due.
Quando Osamu, rientrato nel suo corpo, aveva aperto la porta del bagno e aveva visto le facce preoccupate degli altri due, si era buttato tra le loro braccia, cosa che aveva creato ancora più confusione e allarme in Motoya e Rintarou. Che lo avevano stretto, lanciandosi occhiate interdette, coccolandoselo e cercando di trasmettergli sicurezza. Fino a quando non si era staccato da quell’abbraccio e, prendendoli per mano, li aveva condotti nella loro camera da letto per spiegare loro la situazione.
 
- Esatto… - confermò Osamu, con un grosso sospiro – E quell’imbecille si è messo in testa che tu ed io (indicando Rintarou) andiamo in giro per il mondo a far orge. –
Se non fosse stata grottesca la situazione, ad Osamu sarebbe venuto anche da ridere anche se dovette dar una tirata d’orecchi metaforica a Suna quando vide come questi con una eloquente espressione facciale palesò che non è che la cosa gli sarebbe poi dispiaciuta così tanto. E lui lo sapeva perfettamente.
- Rintarou! – ma rise, suo malgrado, imitato da Motoya, che pensò bene di infierire in qualche modo.
- Guarda, solo perché non sono disposto a condividere i tuoi pettorali con nessun altro. –
E la piccola risatina divertita che salì alla gola di Osamu chiese di poter aver voce.
- Siete due pervertiti. – li ammonì questi divertito, lanciandoli addosso il cuscino che venne accolto dagli altri come una sfida e la loro rappresaglia fu immediata ed Osamu si trovò con la schiena al materasso e gli altri due entrambi a cavalcioni su di lui. Li ammirò, i loro corpi statuari, posando le mani sui fianchi di Rintarou che si trovava davanti a Motoya facendole risalire con una lenta carezza piena d’amore, sentendo come anche le dita di Motoya si fossero unite alle sue in quella lenta carezza, mentre Suna stava facendo altrettanto con il suo addome, carezzandolo lieve. Non c’era nessun intento sessuale in quelle carezze, né nel modo in cui si stavano guardando, soprattutto quando videro come gli occhi grigi di Osamu si abombrarono per un istante.
- Piccolo, dovevamo dirglielo primo o poi. – gli sussurrò Rintarou, abbassandosi fino a posargli un lieve bacio sulle labbra, scivolando poi via dal suo corpo, facendo un buffetto tra i capelli fulvi di Motoya, che si era adombrato a suo volta, e tirandoselo addosso in modo tale che Motoya gli appoggiò la testa sulla spalla.
- Certo, ma avrei preferito davanti ad un buon piatto di sushi o davanti un bel boccale di birra. –
Anche Motoya scivolò via dal grembo di Osamu, per distendersi al suo fianco e posargli la testa sul petto, accarezzandogli il fianco.
- Adesso andiamo immediatamente da loro due a spiegarli come stanno le cose. –
E parve quasi che suo fratello lo avesse sentito, dato che il cellulare di Osamu prese a squillare.
 
 
- Io non so quello che ho visto, Omi. – aveva iniziato a parlare Atsumu, dopo essersi lasciato stringere dall’abbraccio di Kiyoomi – Cioè, so quello che ho visto ma non so cosa significhi. – tentò di spiegarsi mentre continuava a tenere le mani strette a quelle del suo compagno, che cercava a sua volta di tirare le file del discorso. Vedeva il suo adorato in qualche modo turbato ma dato che in quella situazione c’era coinvolta anche una persona a lui cara, gli era un po' difficile mantenere il suo solito pragmatismo.
- Amore, non saltiamo a conclusioni affrettate e lasciamo che siano loro a spiegarci. Adesso li chiamiamo e li avvisiamo che stiamo andando a casa loro. –
E Atsumu aveva annuito e a Kiyoomi aveva fatto tenerezza vedere come nel suo sguardo ci fosse puro smarrimento e se l’era tirato addosso, dove Atsumu aveva affondato la testa sull’incavo della sua spalla, prima di afferrare il cellulare.
 
 
- No ‘Tsumu, state fermi là voi due, stavamo venendo noi da voi. – lo istruì Osamu, mentre si trovavano ancora tutti e tre seduti sul letto, con lui seduto tra gli altri due, che ascoltavano e scrutavano le sue reazioni, cosa che facevano anche con quelle di Motoya, dato che in tutto quel marasma quest’ultimo non aveva neanche accennato al fatto di chiamare Kiyoomi o scrivergli dato che conosceva perfettamente il cugino e sapeva come per Sakusa fosse funzionale il confronto dal vivo e non cose dette per telefono, poiché non avendo la persona davanti e non potendo osservarne le reazioni, si rischiava di travisare le cose.
Osamu e Suna sapevano quanto i due cugini fossero legati e quanto anche Motoya, come Osamu, avesse ragionato su quale fosse il momento e il modo migliore per dire a Kiyoomi di loro tre. Motoya, conoscendo il cugino, era sempre stato più tranquillo in merito a quella che sarebbe stata la sua reazione, conoscendo la pacatezza e la pragmaticità di Kiyoomi.
 
°°Ok… °° biascicò Atsumu e si sentiva chiaramente che voleva aggiungere altro e infatti Osamu si fece più attento, continuando a ricevere grattini sulla nuca da parte di Motoya mentre si trovava seduto tra le gambe di Rintarou con la schiena appoggiata sul suo petto.
- Dimmi… -
°°Per pranzo preparo lo sukiyaki, ok?°°
E le labbra di Osamu si aprirono in uno dei suoi rari sorrisi. Il fatto che suo fratello volesse preparargli il suo piatto preferito era il suo modo indiretto per fargli capire che lui veniva in pace e che si scusava in qualche modo per averlo verbalmente assalito al telefono, e questo volle dire tanto per Osamu. Conosceva perfettamente bene il suo gemello: non era proprio per niente calmo e riflessivo come Sakusa, tendeva a saltare subito a conclusioni affrettate (e ovviamente una melodrammatica ed esagerata dell’altra).
- Ok – sussurrò in risposta, mantenendo ancora quel piccolo sorriso che gli fece guadagnare un tenero bacio da parte dei suoi due compagni – Mettici tanto cipollotto e zenzero. –
°°Claro!°° replicò Atsumu e si sentiva anche attraverso il telefono che si era tutto ringalluzzito °°Vi aspettiamo allora… cosa Omi?°°
E tre paia d’occhi si fecero attentissime, soprattutto quando Motoya trattenne il fiato e toccò a lui ora razione di coccole, mentre Osamu gli prendeva la mano e Rintarou continuava ad accarezzargli la schiena con dei piccoli cerchi circocentri.
C’era talmente tanto silenzio nella stanza, in attesa di sentire che cosa volesse Kiyoomi, che lo udirono perfettamente anche se non si trovava vicinissimo al microfono del telefono.
°°Chiedili se li va che prepariamo la macadamia cheesecake al caramello salato°°
E Motoya aveva socchiuso gli occhi, annuendo e facendo quel piccolo sorriso che gli faceva formare le sue due adorabili fossette sulle guance.
- Sì. Per favore. – rispose, felice. Era il suo – insospettabile - dolce preferito. E Kiyoomi lo sapeva perfettamente.
 
 
Certo era che, nonostante quella telefonata – dove in qualche modo la particolarità della situazione era palpabile ma si era cercato comunque di segnare un disgelo –, l’imbarazzo era palese. Sia per la situazione, sia per il fatto di essersi svegliati a letti, stretti stretti abbracciati – nudi – con qualcuno che non era il proprio compagno.
Alla fine questa cosa era stato il leitmotiv che aveva segnato il viaggio in metro da casa loro a casa di Atsumu e Kiyoomi, dove alla fine si erano fatti delle grasse risate in merito.
- Per fortuna che non vi siete pensati di svegliare quello che stava ancora dormento con uno dei nostri soliti risvegli. –
- Mamma mia, credo che sarei morto dalla vergogna in quel caso! - ridacchiò Motoya al pensiero di sapere che quello che aveva svegliato con un bel pompino mattutino non sarebbe stato il proprio compagno ma Atsumu e gli altri due scoppiarono a ridacchiare.
Tuttavia ecco che quella sorta di imbarazzo si fece risentire quando, una volta scesi dalla metro, arrivarono sotto casa degli altri due.
Sollevarono tutti e tre il naso verso il settimo piano.
- Ok, courage. – disse Rintarou, dirigendosi verso l’entrata e suonando il campanello – Qualcuno lo dovrà pur fare. –
 
Kiyoomi e Atsumu praticamente saltarono dal divano dove erano seduti quando sentirono il campanello del citofono suonare.
- Nervoso? – gli chiese Kiyoomi, che era sempre maestro nel mascherare il suo nervosismo o disagio.
- Imbarazzato più che altro. – ridacchiò in risposta, mentre si lasciava fare le ultime coccole prima di alzarsi.
Inutile dire che adorava come il suo compagno, nella tranquillità della loro casa, nella loro intimità, si fosse via via sciolto in merito a coccole e cose del genere.
La verità era che Kiyoomi voleva le coccole, aveva bisogno di qualcuno da coccolare e che se lo coccolasse. Solo, lo aveva scoperto quando aveva conosciuto Atsumu. Perché, quando era entrato nei Black Jackals, molto presto si era scoperto ad attendere, desiderare quei piccoli tocchi di Atsumu. Che fosse l’high five alla fine di un’ottima azione combinata tra di loro o che fosse di come le loro dita si sfiorassero quando Atsumu gli passava la borraccia dell’acqua o l’asciugamano per rinfrescarsi un attimo durante una pausa. Tutto sempre fatto in molto discreto perché Atsumu era sempre stato rispettoso dei suoi spazi.
E Atsumu, già innamorato perso, aveva atteso, facendo piccoli passi alla volta. E Kiyoomi gli riconosceva sempre la sua tenacia e la sua perseveranza di esser stato in grado di attenderlo.
 
Kiyoomi che buttò fuori l’aria, esprimendo a sua volta in quel modo il suo imbarazzo. Perché si era coccolato qualcuno che non fosse il proprio ragazzo. E solo allora si rese conto di un piccolissimo particolare… Osamu, mentre si trovava ancora nel corpo di Atsumu quando si era alzato per andare in bagno, lo aveva ringraziato; solo allora gli fu chiaro quale fosse il motivo. Le coccole. Perché sapeva, Kiyoomi, lo aveva intuito che Osamu, all’inizio della loro relazione, fosse sicuramente in parte preoccupato per questo particolare, perché sapeva quanto fossero importati per il fratello questi momenti di scambio di dolcezza.
- Omi, amore? Tutto ok. -
- Sì. – replicò abbozzando un piccolo sorriso, nel momento in cui suonarono alla porta. Gli passò un braccio intorno alle spalle, tendendolo stretto a sé.
E fu così, abbracciato al proprio compagno, che aprirono la porta agli altri tre, ricercando immediatamente gli occhi verdi del cugino, che aveva fatto altrettanto, prima di spostarsi di lato per farli entrare.
 
Erano indubbiamente tutti e cinque delle persone dirette. Certo, con le loro diversità di carattere ma diretti. Chi, come Motoya, che diceva le cose stando sempre bene attento a non ferire i sentimenti degli altri, quindi usando sempre parole gentili e dette con il sorriso. Chi, come Rintarou, che diceva il minimo indispensabile, provocando solo quando non lo si lasciava tranquillo. Chi, come Atsumu, che con l’ardore che dimostrava sempre nella vita, a volte entrava a gamba tesa, ma perché non si nascondeva dietro a nessuna maschera. Chi, come Osamu, che vagliava molto bene se parlare o meno e lo faceva solo quando era necessario e solo ed esclusivamente se si rendeva conto che poteva essere effettivamente di aiuto con le sue parole, perché Osamu preferiva parlare con i gesti. Chi invece, come Kiyoomi, che era attentissimo perché sapeva perfettamente quanto peso potesse avere anche una singola parola nell’animo degli altri.
E fu proprio Kiyoomi a spezzare quella tensione.
- Allora, questa bella notizia? – chiese, sempre tenendo Atsumu stretto a sé per un fianco come quando li avevano accolti alla porta.
E gli altri quattro ripresero a respirare. Quattro paia d’occhi si portarono sul suo volto, sollevati, e ringraziandolo con lo sguardo, in silenzio. In particolar modo proprio Motoya. E fu proprio lui ad iniziare a parlare.
- Beh, lo so che questa notizia vi risulterà strana ed inaspettata… - cominciò a spiegare, spostando lo sguardo ora ad Atsumu ora a Kiyoomi, mentre prendeva la mano agli altri due, che subito fecero intrecciare le loro dita tra loro.
- No, per me non è inaspettata. – scosse la testa Kiyoomi, accennando un piccolo sorriso – Ecco, non mi aspettavo… questo, ma ti ho sentito e ti visto diverso ultimamente, Toya. Emanavi luce. Eri… sei (si corresse) più luminoso e scintillante del solito. -
E Motoya abbassò per un istante lo sguardo a terra, sorridendo imbarazzato a quelle parole e beccandosi uno sguardo pieno di amore da parte dei suoi due compagni che gli strinsero ancora più forte la mano.
Sguardo e gesto che trasmetteva palesemente tutto il loro più sincero amore. Cosa che Atsumu quella mattina, a letto con loro due, aveva percepito perfettamente. E cielo: cosa non era lo sguardo di suo fratello mentre guardava gli uomini della sua vita. Sarebbe bastato solo quello, nessuna altra parola. Posò la testa sulla spalla di Kiyoomi per poi iniziare a parlare a sua volta.
- Beh ragazzi, credetemi che non è una frase fatta per me se vi dico che l’importante è che siate felici, e cazzocazzo se non si vede che lo siete! Spero solo non vi siate fatti remora di non dircelo fino ad ora perché temavate che vi avremmo in qualche modo giudicati. –
- Nono! – si affrettò a negare Osamu – Questo di voi due non lo abbiamo pensato mai. Cioè, tu sei un coglione ‘Tsumu ma hai anche un cuore grande. E che si scioglie dove vede che c’è amore. –
- Beh, è vero… -
- Omi… -
E l’espressione per niente contenta di Atsumu di fronte a quella dichiarazione del gemello, supportata dal proprio compagno, fece ridacchiare gli altri due.
 
 
La tensione si poteva dire completamente sciolta nel momento in cui iniziarono a preparare da mangiare tutti e cinque insieme, dividendosi i compiti sotto la supervisione di Osamu, che aveva ben pensato di limitare al massimo le cose che doveva fare Rintarou, che non fosse preparare la tavola.
 
- Beh, poteva andare ancora peggio. – se n’è uscì Kiyoomi ad un certo punto, mentre sminuzzava con chirurgica precisione il cipollotto, senza che nessuno avesse cuore di prenderlo in giro per la bandana verde con le donnole disegnate sopra (regalo di Atsumu) che usava sempre quando cucinava per tenere a bada i suoi ricci.
- Sarebbe? – chiese Motoya, lanciandosi in bocca in edamame dopo averlo lanciato verso l’alto.
- Se ci fossimo scambiati io e Osamu-kun i corpi. –
- Cristo, Kyo! – rabbrividì Motoya ma scoppiando a ridere al contempo e anche Kiyoomi ridacchiò.
- Sakusa-kun? – lo richiamò Rintarou, sporgendo la testa verso di lui mentre era intento a recuperare le ciotole dalla credenza – Se vuoi buttarti nel nostro letto senza scambio di corpi, sei il benvenuto. – scherzò, strizzandogli l’occhio. Era bello il livello di confidenza e goliardia che si era venuto a creare, anche perché era la prima serata ufficiale che facevano tutti e cinque insieme da quando Motoya si era messo con loro due.
- No ma grazie, SunaRin! – si inalberò Atsumu, che era quello delle reazioni sobrie e moderate (spoiler: no!).
- Ma guarda che è colpa solo ed esclusivamente di tuo fratello che non ti hai mai voluto buttare in mezzo. – si difese Suna, alzando le mani e abbracciando da dietro Osamu, posandogli un bacio sulla nuca.
- Scusa sai se non voglio vedere mio fratello che copula. – fu la replica di Osamu ma stavo ridendo e si sporse verso suo fratello, che stava affettando le verdure al suo fianco, posandogli un bacio sulla guancia.
- Dettagli ‘Samu. – replicò l’alzatore, dandogli una sonora palpata al pacco, lanciandosi un’occhiata divertita e complice con Rintarou, il quale attirò a loro Motoya, tirandolo per un braccio e coinvolgendolo nel loro abbraccio.
Vedendo l’espressione interrogativa di Kiyoomi, Suna spiegò, dato che Komori – comprensibilmente – la sapeva già questa cosa.
- Ho capito di essere sessualmente attratto anche dai ragazzi a causa loro, quando li ho conosciuti in prima Liceo. – chiarì Rintarou, staccandosi dai suoi due compagni e voltandosi completamente verso Kiyoomi.
- Eri attirato sessualmente da tutti e due? – gli chiese questi, ma per pura curiosità non per giudicare alcunché. Sapeva che Suna era uno molto silenzioso che non parlava mai più del dovuto, quindi Kiyoomi – che era a sua volta uno che non si apriva mai molto – fu felice di vedere quanto l’altro fosse rilassato e che si sentisse totalmente a suo agio. Da quando lo aveva conosciuto, anni fa ormai, ancora quando giocavano al Liceo, Kiyoomi – di Suna – aveva sempre avuto l’impressione di un animale selvatico braccato e messo in una gabbia, che cercava di rivendicare il suo stato brado.
- Beh… - Rintarou fece un gesto eloquente con la mano ad indicare il volto dei due gemelli che, per meglio mettere in evidenza la loro sfacciata somiglianza, avvicinarono i loro volti, sorridendo quasi stessero posando per una foto, facendo ridacchiare gli altri tre.
- Poi ti sei accorto che il cazzo di Osamu era più grosso. –
- Esatto. – stette allo scherzo Rintarou alla battuta di Motoya.
- ‘fanculo SunaRin. – Atsumu gli mostrò elegantemente il dito medio prima di versare nella pentola le verdure già tagliate, ma stava indubbiamente ridendo.
- A parte il suo cazzo (beccandosi una tirata di orecchi da parte di Osamu, che scosse la testa ridacchiando) – e qui riabbracciò nuovamente il proprio compagno da dietro, facendosi serio – è che alla fine di Osamu mi sono innamorato. Della sua persona, dei suoi modi… –
- Ohhh, che cosa dolcissima. – e non c’era nessun tono di scherno nella voce dell’alzatore. E quale piccolo sospiro emisero all’unisono i due cugini, per quella confessione tenerissima che rubò loro il cuore, ma poi ci ripensò Kiyoomi a riportare l’atmosfera al livello goliardico.
- Questa cosa non gioca molto a mio favore, no? –
E quale occhiata divertita e complice gli lanciò Rintarou.
- Proprio per niente, Sakusa-kun. – ridacchiò questi, infierendo scherzosamente.
- Sì sì dai, ditelo: ho una personalità di merda. – continuò nella farsa Atsumu.
- Oddio ‘Tsumu, lo stai veramente dicendo finalmente! Qualcuno registri subito il tutto. –
- Oh, ma certo che siete proprio stronzi tutti e tre. Mori difendimi tu. –
- Ahehm… - Motoya cercò di pensare velocemente a qualche qualità di Atsumu mentre gli altri tre lo guardavano ghignanti.
- Mori! Ci stai mettendo troppo tempo! – replicò sconvolto Atsumu, fermandosi dall’affettare verdure e fissandolo con tant’occhi.
- Ci sono! –
- Ecco! – e, appoggiato il coltello sul piano di lavoro, incrociò le braccia al petto, attendendo tutto tronfio – Vai Mori, spara. –
- Kyo. È Kyo il tuo aspetto indubbiamente positivo. – ma fece una fatica pazzesca a non scoppiare a ridere in faccia al biondo che cambiò repentinamente la sua espressione.
- Fanculo Mori. Fanculo tutti e quattro. Voi tre (indicandoli con la punta del coltello che aveva ripeso in mano) vi siete proprio trovati. –
- Amore – ci pensò Kiyoomi a cercare di difenderlo, abbracciandolo da dietro e posandogli il mento sulla spalla – se io sono il tuo aspetto positivo, sei proprio nella merda. –
Un coro di proteste a quella frase si sollevò da parte degli altri tre, scatenando una nuova ilare reazione da parte di Atsumu.
- Oh, ma perché lui lo rincuorate e su di me invece infierite? Siete davvero proprio tre stronzi. Mori, a stare con ‘sti due infami, hai perso tutta la tua cinnamonrollosità. –
- Non è vero! – replicarono in coro Osamu e Rintarou, mettendo in mezzo a loro due Motoya con fare totalmente protettivo, che fece sgranare gli occhi agli altri due per poi addolcire lo sguardo dopo essersi lanciati uno sguardo di intesa.
- Oh, qui qualcuno è particolarmente protettivo vedo. – cercò di prenderli per il culo Atsumu, ma in modo del tutto smaliziato soprattutto perché aveva visto come Kiyoomi fosse rimasto particolarmente colpito da quel loro gesto nei confronti di suo cugino. Non che avesse avuto dubbi sui sentimenti che li legava, si vedeva perfettamente come fossero innamorati tutti e tre, ma quel gesto ne fu una ulteriore riprova, che gli riempì il cuore di dolcezza. Capì perfettamente cosa aveva spinto quella mattina Osamu a ringraziarlo. Ed infatti, quasi Osamu gli avesse letto nel pensiero, agganciò il suo sguardo e si sorrisero lievi.
 
Perché semplicemente a volte basta solo un semplice “è tutto ok, va tutto bene” detto dalla persona giusta.
 
 
 
 
FINE
 
 
 
 
 
 
Io li amo tantissimo, tutti e cinque.
E mentre qui continuava a diluviare ed io sono con una bella tazza di teino fumante tra le mani *inserire occhi a cuore* ringrazio chiunque sia arrivato fino a qui e a presto prestino.
 
E Buona Festa della Liberazione a Tutti
 
 
 
 
 
   
 
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