Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Segui la storia  |       
Autore: kamony    06/05/2023    2 recensioni
E se i nostri eroi del Corpo di Ricerca dovessero vivere le loro vicende in un universo alternativo che risultasse molto simile al nostro mondo attuale, chi potrebbero essere e contro CHI dovrebbero combattere per salvare il mondo?
E questa volta come andrà a finire la storia?
Una commedia- action- sci-fi - romance.
Una quasi canon-divergent-AU che spero vi diverta come ha divertito me scriverla!
[Varie OTP Levi X Hanji una delle tante, le altre vanno scoperte in corso di lettura]
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erwin Smith, Hanji Zoe, Levi Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L’Isola dei Dannati
A.o.T. Mission-almost-Impossible

 

 

28
The king’s gamblit

Zeke arrivò e ancora in corsa si lanciò allungando il braccio che era decisamente sproporzionato rispetto al suo corpo. Sembrava volesse spazzare via, con una sola manata, il nutrito gruppetto che era schierato sia a difesa di Hanji, sia all’attacco degli Jeageristi.
Ma qualcosa si frappose tra la sua mano pronta ad investire i loro corpi.
Eren inginocchiato parò il colpo, ruggendogli contro e fece loro da scudo agevolandoli nella fuga dentro il magazzino.
«Che stai facendo? Ti ordino di spostarti!» gli intimò lo scimmione con quel tono cavernoso che sembrava venire direttamente dall’inferno.
Eren cominciò a mugghiare e si tappò le orecchie scuotendo forte la testa, con la lunga lingua a penzoloni. Era chiaro che si stesse opponendo a qualunque imposizione manipolatoria di Zeke.
«Ci ha salvati!» commentò Jean stupito.
Intanto furono raggiunti da Levi, Mikasa e Gabi.
«Vi siete resi conto vero che è Eren?» disse Mikasa, mentre i due titani stavano ingaggiando una sorta di scaramuccia tra loro. Facevano a chi emetteva versi più spaventosi.
Anche gli Jeageristi si erano prudentemente allontanati perché rischiavano di essere colpiti da quei due che si stavano azzuffando.
«Hanji stai bene? Fammi vedere» fece Levi cercando di capire che le fosse accaduto, ma lei aveva già fasciato alla meno peggio la ferita con un foulard che aveva con sé.
«Tutto bene. Tranquillo» rispose sbrigativa.
Stavano riorganizzandosi ma furono interrotti da una scena che li colse alla sprovvista.
I due titani avevano iniziato a lottare tra loro, quando Zeke afferrò la testa di Eren tra le sue mani, l’altro stava cercando di divincolarsi, ma lui fu più veloce e appoggiò la sua fronte su quella del fratello e dal quel contatto tra loro brillò una piccola scarica elettrica.
A quel punto sentirono la voce di Zeke che gli diceva: «Ora vai e uccidili tutti!».
Eren ruggì poi girò la testa e puntò quello sguardo verde fiammeggiante verso il magazzino.
Sembrava una fiera alla ricerca delle prede.
«Oh cazzo!» fece Connie.
«Puoi dirlo piano e forte!» aggiunse in risposta Jean caricando le sue pistole.
«Ma che significa?» si chiese a voce alta Sasha.
«Credo che Zeke possa in qualche modo sottomettere Eren alla sua volontà» commentò Hanji esterrefatta.
«Che facciamo ora?» chiese Nanaba.
«Lo abbattiamo!» propose deciso Mike.
Levi stava a sua volta caricando le pistole e controllando quante RIP gli fossero rimaste «Dobbiamo ragionare a mente fredda. Possiamo sparpagliarci per confonderlo, non credo che voglia distruggere il prezioso laboratorio di Grisha. Eren è comunque una proprietà del governo. Nel frattempo si spera che arrivi Erwin!» commentò poi.
«Giusto! Dobbiamo recuperare Grisha prima che arrivi Erwin e scateni l’apocalisse» disse Moblit.
«E allora come ci muoviamo?» chiese nuovamente Nanaba.
«Posso provare a distrarlo» propose inaspettatamente Mikasa.
«
È troppo pericoloso!» saltò su Jean affiancando la ragazza come per proteggerla.
«Mikasa che intenzioni hai?» le chiese adombrato Levi scrutandola.
«Voglio provare a svegliare la sua coscienza, non so che artificio usi Zeke ma io ed Eren abbiamo avuto un forte legame, vale la pena tentare» disse disperatamente sincera, cosa che non sfuggì a Levi che la conosceva bene.
«Mi sembra un’ottima idea» affermò Onyankopon.
«Allora siamo d’accordo?» chiese la ragazza ai superiori.
«Per ora mi sembra l’unica carta che abbiamo da giocare» commentò Hanji.
«No!» si oppose deciso Jean.
Mikasa lo guardò con un’intensità che a lui non aveva mai riservato prima «Non farlo. Ti prego. La posta in gioco è troppo alta, non si tratta più dei nostri singoli interessi. Non ostacolarmi».
«Lasciala andare. Fidati di lei» disse serio Levi poggiandogli una mano su una spalla, poi si rivolse alla ragazza «Se vedi che non riesci a farlo ragionare torna subito indietro. Chiaro?».
Mikasa annuì tirò la leva del suo Jet Pack e uscì dalla finestra a pochi metri da Eren.
Come la vide urlò a squarciagola e cercò di afferrarla. Mikasa saettò veloce di lato e cercò di aggirarlo. Aveva bisogno di un contatto ravvicinato con lui, ma in sicurezza.
«Uccidila!» ruggì Zeke. Era importante che si piegasse totalmente alla sua volontà per raggiungere il suo scopo.
La ragazza proprio in quel momento volteggiando, si parò davanti allo sguardo ormai innaturale di Eren.
«Guardami! Sono io Mikasa!» gli urlò.
Lui per tutta risposa spalancò la bocca ed emise un grido cavernoso davvero inquietante. Era come se in un certo senso dentro di lui ci fosse una lotta.
«Eren! Calmati e ascoltami. Non sei tu questo!» continuò a dirgli cercando di scuoterlo.
Zeke si mise le mani sulle tempie e questa volta senza parlare, usando tutta la sua forza comunicò con la mente di Eren.
Devi ucciderla. Devi uccidere tutti. E devi trovare nostro padre!
Per un attimo Eren fu come in trance, prese a tremare con gli occhi girati all’indietro.
Saremo solo noi e il mondo ci venerà come dei, potremmo ricominciare tutto da capo e ne saremo gli unici artefici!
UCCIDILA!
Eren sembrò riprendersi e fissò per un secondo la ragazza, poi spalancò la bocca in modo davvero mostruoso e inquietante, un po’ come fanno i rettili quando devono mangiare una grossa preda, ma Mikasa non si fece impressionare ci saltò dentro e con il lancia granate gli bloccò la mandibola. Era un tentativo disperato e sarebbe durato poco, la potenza di lui era sovraumana. Sembrava volerla mangiare, ma sembrava anche non metterci tutta la sua reale forza.
«Che cazzo sta facendo, si farà ammazzare!» urlò Jean disperato.
Stava per lanciarsi in suo aiuto ma Levi lo fermò.
«Lasciami cazzo!» disse cercando di divincolarsi.
«Ti ho detto che devi fidarti di lei! Non abbiamo scelta» gli sibilò Levi scuotendolo.
Proprio in quel momento Eren serrò la mandibola e Mikasa sparì nelle sue fauci.
«Bravo fratellino. Ora vai e uccidi tutti gli atri!» gli comandò imperiosamente soddisfatto Zeke.
Dentro il magazzino calò il gelo perché erano tutti attoniti e scioccati da ciò che avevano appena visto. Immediatamente caricarono le armi e si misero in assetto da guerra pronti a dargli battaglia, ma inaspettatamente videro che Eren aveva appoggiato il mento alla finestra da dove era uscita Mikasa per distrarlo. Sembrava che cercasse di comunicare qualcosa ma non ci riusciva, a tratti ruggiva e tremava come se avesse le convulsioni, sembrava gli scoppiasse la testa.
Lo stavano tenendo tutti sotto tiro pronti a fare fuoco, quando spalancò le fauci e sputò fuori Mikasa che teneva arrotolata nella lingua.
«Non vi azzardate a sparare!» urlò subito Hanji.
La ragazza cadde a terra e Jean la raggiunse.
«Dio mio, stai bene?» le disse sostenendola per un braccio.
Era avvolta da una sostanza appiccicaticcia che sembrava saliva, ma più solida.
«Sì sto bene» disse prima di pulirsi il viso «Mi ha riconosciuta, una parte di lui sta combattendo per non farsi sottomettere, ma non so quanto potrà resistere» commentò verso i suoi superiori.
Nel frattempo nella concitazione di ciò che era appena accaduto Grisha ne aveva approfittato per scappare.
Raggiunse il figlio maggiore e lo rimproverò aspramente.
«Sei il solito inconcludente! Avanti entra connessione con me e poi connettiamoci entrambi con Eren. Due contro uno non potrà che assoggettarsi alla nostra volontà».
Quindi ai nostri fu chiaro che tra Grisha, Zeke ed Eren esisteva una sorta di collegamento mentale in cui l’unione faceva la forza.
Era chiaro che Eren avesse tentato di opporsi loro con tutte le sue forze, ma a questo punto era probabile che quei due se lo potessero giostrare come meglio credevano.
Infatti come ci fu il contatto elettrico tra padre e figlio maggiore, Eren divenne come pazzo. Infilò un braccio dentro il magazzino e cominciò a distruggere qualsiasi cosa arrivasse a toccare.
Ma a quel punto, inaspettatamente, si avvertirono chiaramente due titani che stavano arrivando di corsa.
Tra la sorpresa generale si palesarono di lì a poco davanti ai loro occhi. Uno ricordava vagamente La cosa dei fantastici quattro. Aveva le fattezze di un uomo ma era come se fosse corazzato, con una mandibola molto squadrata e mani spaventosamente grandi.
L’altro era una vera novità: un titano con fattezze femminili, una donna in tutto e per tutto, solo che sembrava spellata e aveva le fasce muscolari a vista. Correva velocissima e aveva qualcuno sulla spalla attaccato ad una ciocca del suo caschetto biondo.
«ARMIN!!!!!» urlarono in coro stupefatti i ragazzi, riconoscendo il piccoletto. Stava succedendo tutto troppo in fretta, anche per Grisha che fu colto alla sprovvista e per un attimo il contatto mentale tra i tre saltò.
«Fermi tutti! Dobbiamo restare dentro» disse Hanji «lasciamo che i titani se la vedano tra sé».
«Tu lo sapevi?» le chiese stupito Moblit.
«Io no, ma su Erwin non metterei la mano sul fuoco» ripose la donna.
Nel frattempo i due mutaforma erano giunti molto vicino a loro. Quello dalle fattezze femminili aveva preso Armin, lo aveva delicatamente deposto a terra e il ragazzo era corso subito dentro.
A quel punto Grishia fece l’unica cosa possibile per contrastarli e urlò con quanto fiato aveva in gola ad Eren: «TATAKAE!».
Eren ruggì e si girò cercando di colpire il titano femmina. Quella rapida si abbassò e schivò il colpo, quindi gli sferrò con un calcio volante su un fianco. Cominciarono a lottare dandosele di santa ragione sembravano impegnati in un incontro di kick boxing. Era impressionante vedere quei due colossi combattere.
Intanto Zeke aveva attaccato il corazzato. Si stavano rotolando in terra. Zeke però fu quasi subito immobilizzato con una presa al collo naked choke
(1) particolarmente letale.
Eren si difendeva abbastanza bene anche se la sua avversaria era molto più veloce di lui. Zeke invece bloccato era in grande difficoltà e latrava.
Grisha pensò bene di dare nuovamnete il comando a suo figlio minore il quale prima con un pugno poderoso atterrò la sua avversaria e poi si inginocchiò a terra serrando pugni. Spalancò la bocca e urlò così forte che tremò quasi la terra. Subito in lontananza riecheggiò un specie di terremoto sotterraneo.
«Che cazzo sta succedendo?» chiese Levi.
«Credo abbia chiamato a raccolta tutti i titani dormienti di Marley» disse serio Armin.
«Che significa? Devi dirci qualcosa tu?» lo apostrofò severo Levi.
«Vi spiegherò tutto dopo ora devo dare il segnale ad Erwin» e
lo contattò immediatamente via radio.

Nello stesso momento a lato del magazzino Floch con gli Jageristi stava per mettere in atto il suo piano.
«Si sono intrappolati da soli lì dentro. Buttiamo i fumogeni e facciamoli uscire, prima che si rendano conto di ciò che sta accadendo li crivelleremo di colpi abbattendoli. FORZA! Per Paradise, per una nuova era e per gli Jeager!» concluse con il pugno alzato da bravo esaltato qual era.
I suoi subito gli obbedirono e riempirono di fumo l’interno del magazzino.
I nostri furono costretti a uscire in fretta fuori e con i Jet Pack cercarono di innalzarsi il più possibile, ma questo non li mi mise al riparo dai colpi degli Jageristi. Ingaggiarono comunque una battaglia contro di loro ma nonostante avessero i Jet Pack e ottimi tiratori erano in numero troppo inferiore. Fu la donna titano a venire in loro aiuto, con un paio di sapienti manate ne abbattè una ventina.
Intanto Jean sparava a raffica su un gruppetto che tentava di circondarlo, intervenne in suo aiuto Connie e in qualche modo li sbaragliarono.
Dall’altro lato Armin, Sasha e Mikasa si stavano difendendo da un altro gruppetto, ma erano in difficoltà nonostante che anche Gabi, Moblit e Nanaba si fossero precipitati ad aiutarli stavano per soccombere. Ancora una volta la donna titano intervenne e cominciò a schiacciare gli Jaegheristi come se fossero mosche.
Eren e Zeke si erano riuniti aggredendo il corazzato che stava per essere sopraffatto, quando i titani non senzienti, giunti in gran numero al richiamo, si misero inaspettatamente ad aggredire in massa la donna titano che emetteva grida spaventose.
«Che stai facendo Levi?» chiese Hanji che vide l’uomo improvvisamente armeggiare con qualcosa di strano.
«Fosse l’ultima cosa che faccio da vivo voglio abbattere quella scimmia di merda!» le rispose estraendo una granata che la donna non aveva mai visto prima.
«E quella da dove esce?».
«Ci ho messo tre notti a metterla punto.
È una combinazione letale tra gas ed esplosivi. Voglio infilargliela in bocca, o meglio nel culo e lo voglio vedere saltare in aria e aprirsi come un fottuto cocomero!».
«Ma sei matto! È pericolosissimo, non fare lo stupido!» gli disse la Hanji preoccupata.
«Lo aiuterò io» intervenne Mike prontamente «temo che dovremmo abbatterli tutti o nessuno di noi uscirà vivo da questa isola».

 

*

 

Qualche tempo prima, di notte, ad Eldia

 

Armin non aveva capito perché Erwin gli avesse chiesto di andare da solo in piena notte ad un incontro con un importante contatto, che a suo dire aveva informazioni di vitale importanza per la riuscita della loro missione.
Gli aveva assicurato che non ci sarebbero stati pericoli, che il compito affidatogli era della massima importanza e che solo loro due ne erano a conoscenza. Nessun’altro, compresi Hanji e Levi, che non ne dovevano sapere niente. Da ciò dipendevano le loro vite.
Si era sentito investito di un’enorme responsabilità e aveva avuto una gran paura, ma non si era tirato indietro.
Stava camminando per strada, mani in tasca e cappuccio della felpa calato sugli occhi avanzando in un’Eldia addormentata e deserta. Il punto d’incontro erano i giardini pubblici. Le indicazioni erano chiare, doveva sedersi in mezzo a due altalene ed aspettare.
Dopo mezz’ora, seduto da solo e immerso nel silenzio si guardò intorno spaesato. Non sapeva bene che fare, quando qualcuno si sedette sia alla sua destra che alla sua sinistra.
Non seppe perché, ma istintivamente si girò alla sua destra ed enuciò la solita parola d’ordine:
Sthoess, Trost, Shiganshina?
A cui la persona a cui si era rivolto gli rispose: «
Maria, Sina e Rose».
Quella voce lo fece trasalire.
«Annie!» esclamò stupito, a quel punto lei si palesò scostando il suo di cappuccio.
«Ciao Armin come stai?» gli rispose in modo scarno.
«Ma… tu…» balbettò il ragazzo frastornato.
«No, non sono morta» gli confermò.
«Ehi ci sono anche io» disse l’altro alla sua sinistra e anche quella voce era familiare.
«Reiner!».
«Già».
«Non so cosa stia succedendo, ma sono felice di sapere che siete vivi ragazzi!» disse quasi commosso Armin.
Ertano stati dati per morti circa otto mesi prima in una missione ad alto rischio in Iraq.
«Scommetto che per lei sei un po’ più felice che per me» lo canzonò Rainer.
«Smettila. Non siamo qui per rivangare il passato» lo fulminò Annie.
Armin era felice e amareggiato al tempo stesso.
«Ascoltaci bene dobbiamo farti delle rivelazioni molto importanti da riferire immediatamente ad Erwin» cominciò Annie, poi proseguì «siamo entrati in contatto con un agente del Mossad: Kenny Ackerman. All’inizio gli abbiamo fatto credere di essere due mercenari e abbiamo cercato di depistarlo ma lui prima di concludere l’affare ci ha smascherati. Appena ha saputo che lavoravamo per l’intelligence americana e che eravamo agenti sotto copertura le cose sono cambiate radicalmente. Facendotela molto breve abbiamo cominciato a collaborare grazie ad un accordo fatto tra i nostri governi e ci ha aiutato a completare la nostra missione. Grazie a lui ora anche noi siamo due mutaforma».
«Cosa? Com’è possibile?» chiese esterrefatto Armin.
«Quell’uomo è entrato in possesso di alcune delle fialette di nuova generazione per creare titani, che sono state trafugate a Grisha. Non ci ha mai voluto spiegare come abbia fatto, ma non è questa la cosa importante. Il risultato è quello che conta. Noi saremo l’asso nella manica di Erwin, nessuno si aspetta che ci siano due titani potenti come lo siamo noi che possono affiancare, o competere con Eren».
«Ma allora lui sta con noi o no? Sapete nulla su questo?».
«Sì, è dalla nostra parte, ma la faccenda è molto complicata» s’intromise Reiner.
«Spiegati» lo esortò Arlert.
«Purtroppo Grisha è fuori di testa ed è una vita che sta tentando esperimenti illeciti. Abbiamo scoperto di recente che ha fatto qualcosa ai suoi figli quando erano piccoli, qualcosa che è in grado di manipolarli».
«E com’è possibile?».
«Non lo so di preciso ma sappiamo con certezza è che è u
na cosa che funziona solo tra consanguinei. Sembra avvenga tramite onde celebrali inviate da un piccolo congegno innestato nel canale auditivo, il quale attraverso gli impulsi elettrici del cervello produce vibrazioni che si tramutano, per chi li riceve, in stimoli neurali che controllano la sua volontà(2)».
«Ma Eren lo sa, ne è cosciente?».
«Sì, ma può farci ben poco. Praticamente, per dirla in soldoni, è come se fosse una schizofrenia indotta. Viene posseduto dalla personalità del padre, o del fratello e quando ciò accade lui non è più in sé».
«Porca vacca!» scappò detto ad Arlert.
«Questo ci mette in una situazione grave e pericolosa. Per questo ci siamo dovuti sacrificare e diventare a nostra volta dei titani. Non possiamo farcela se non combattiamo ad armi pari, anche se Eren possiede la voce del comando
(3) e potrebbe trovarsi costretto ad usarla contro di noi».
«Cioè?» chiese sempre più confuso Armin.
Questa volta rispose Annie: «Eren è il titano più forte sia fisicamente che mentalmente ed è l’unico, non si sa perché che capace di dare ordini ai mutaforma non senzienti, può fargli fare qualunque cosa egli voglia».
«Santa pazienza! E quanti sono lo sapete?».
«C’è una sorta di nursery, così denominata perché ci sono esemplari in letargo, pronti ad essere svegliati. Sono più di cento. Sono lì fermi in attesa di essere testati e usati come arma di distruzione contro cose e persone» spiegò seria Annie.
«Ma come avete fatto a scoprire tutte queste cose?» chiese Armin stupito.
Annie sospirò, non era facile per lei.
«Abbiamo reclutato uno di loro e lo abbiamo portato a tradirli».
«E come diavolo avete fatto?».
«Ricordati che la curiosità uccise il gatto!» lo ammonì Reiner.
«Lascia stare, tanto prima o poi lo verrebbe a sapere comunque. Tanto vale glielo dica io» lo fermò Annie.
«Ma che avete fatto?» chiese Armin preoccupato.
«Si chiamava Bertold era uno dei fidatissimi di Grisha. Mi sono accorta fin da subito di piacergli. Me lo sono lavorato bene. Gli ho fatto credere di avere un debole per lui e me lo sono portato a letto. Così lui ha perso la testa ed è passato dalla nostra parte. Durante i nostri incontri ho fatto in modo che mi spiattellasse tutto, poi quando si è reso conto di essere stato usato ha dato di matto. Si è offerto volontario per diventare un titano, ma il suo fisico non ha retto e ventiquattro ore dopo la sua trasformazione è schiattato» spiegò senza lasciar trapelare nessun tipo di sentimento Annie.
Sembrava fredda e distaccata, ma non era così, anche se era una vera maestra nell’arte della dissimulazione.
Armin era sconvolto.

 

*

 

«Sei pronto?» chiese Levi a Mike.
«Sono nato pronto!» gli rispose l’amico.
«Bene andiamo a rompere il culo a quello scimmione del cazzo!».
Tirarono le leve dei loro Jet Pack e seguiti dallo sguardo preoccupato di Hanji si diressero dritti da Zeke.

I monologhi dell’autrice
Un caro saluto a chi legge. Come state?
Spero tutto molto bene!!!

Note: 1)
Il nacked choke, è una presa che si effettua nelle arti marziali, viene praticata di schiena all’avversario. La parola “nudo" in questo contesto suggerisce che, a differenza di altre tecniche di strangolamento, questa presa non richiede l’uso di un ausilio estraneo oltre le braccia. Ha due varianti: in una versione, il braccio dell’attaccante circonda il collo dell’avversario e poi afferra i propri bicipiti sull’altro braccio. Nella seconda versione, l’attaccante stringe le mani insieme dopo aver circondato il collo dell'avversario (quella che ho immaginato io fatta da Reiner su Zeke, ma anche su Kenny).  Studi recenti hanno dimostrato che lo strangolamento posteriore impiega in media 8,9 secondi per rendere incosciente un avversario indipendentemente dalla presa utilizzata. (fonte wikipedia)
2) Per questa particolaità mi sono ispirata a Pacific Rim, un film del 2013 co-scritto, diretto e co-prodotto da Guillermo del Toro. Scritto che trae ispirazione dai Kaijū, i colossali mostri del cinema giapponese e dai vari mecha presenti in numerosi anime e manga. In cui dei soldati umani chiamati Jeager (sì, avete letto bene, questo è il loro nome) che significa "cacciatori", combattono contro giganti enormi in metallo, comandando a loro volta, giganti in metallo manovrati da loro stessi tramite una connessione neuro-mentale. (Poi, in seguito, vi spiegherò meglio il legame mentale tra Grisha, Zeke ed Eren)
3) La voce del comando (che non ho voluto chimare rumbling) è un mio chiaro omaggio a Dune in cui le Bene Gesserit possiedono questo dono innato attraverso il quale possono condizionare mentalmente gli altri

Il titolo è sia quello di un film del 2016 che anche un omaggio ad una famosa serie TV (La regina degli scacchi). Non sono la prima né sarò l’ultima che ha avuto questa idea, ormai è voce di popolo nel fandom e quindi ufficialmente fanon, che Erwin sia un abile stratega al pari di un campione di scacchi!

Eccomi come promesso anche se molto di fretta, ad aggiornare la storia. Questo mese di maggio sarà molto intenso per me, quindi potrebbe (ma non è detto) saltare qualche appuntamento settimanale (spero comunque di farcela) in caso siete avvisati.
A tutti voi che state leggendo e mettendo la storia tra le seguite, ricordate e preferite va la mia mia gratitudine, senza dimenticare chi ancora ha la voglia e il tempo di lasciare un commento, cosa sempre gradita e utile.
GRAZIE di 
♥♥♥
Ci ritroviamo con (se non ci sono intoppi) un capitolo nuovo la prossima settimana, sennò quella dopo ancora!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: kamony