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Autore: luvsam    18/05/2023    2 recensioni
Non era la prima volta che i Winchester mettevano piede all’Excalibur Hotel a Las Vegas, ma Sam proprio non ricordava di esserci stato prima nonostante il fatto che Dean avesse provato nelle ultime tre ore a riportargli alla mente la precedente permanenza avvenuta quando aveva più o meno sei anni.
Genere: Avventura, Azione, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Famiglia Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
Capitoli:
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Percorrendo il corridoio del decimo piano accanto a suo fratello, Sam pensò che gli ricordava quello dell'albergo di Shining e in automatico la cantilena “redrum" gli risuonò nel cervello. Non era ancora nato quando uno dei capolavori di Stephen King era stato portato sul grande schermo, ma, essendo un classico, lo aveva visto a dodici anni ad una festa di un suo compagno di classe. Non gli era sembrato vero di essere stato invitato, non era un tipo popolare come Dean, ma la sua gioia si era spenta lungo la strada per il motel perché mai e poi mai avrebbe avuto il permesso da John di passare la notte fuori con i suoi compagni.
Era rientrato con il morale sotto i tacchi, poi, una volta arrivato nella stanza, aveva notato i classici preparativi prima della partenza per una caccia e una piccola speranza aveva cominciato ad accendersi perché suo padre non lo portava spesso sul campo. Al massimo lo aveva confinato nell’Impala, mentre  cacciava insieme a suo fratello maggiore, o, se aveva avuto il permesso di seguirli, aveva potuto solo tenere la torcia mentre procedevano nel salare e bruciare il cadavere di turno.
Quella volta, invece di protestare per il fatto di essere lasciato di nuovo indietro, era rimasto in attesa della decisione di suo padre e quando l’uomo gli aveva detto che quella caccia era troppo pericolosa per lui, il pensiero era volato in automatico alla serata con i suoi compagni di classe. Aveva ascoltato diligentemente tutte le consegne, poi, non appena l’Impala era partita, aveva esultato per l’inattesa fortuna. Si era preparato, aveva aspettato con trepidazione l’ora dell’appuntamento, poi all’ora x era uscito al settimo cielo, contravvenendo agli ordini di John di non lasciare la stanza del motel durante la sua assenza. Era consapevole che non avrebbe dovuto, ma rischiare letteralmente il culo per essere dentro a qualcosa non lo aveva fatto esitare. Era andato a casa di Frankie e con altri compagni di classe si era barricato in stanza per vedere il film, mentre sua madre era intenta a sfornare biscotti. Ufficialmente avrebbero dovuto guardare i Goonies, ma il padrone di casa aveva sottratto la cassetta di Shining al fratello maggiore e a scuola non avevano fatto altro che parlare della serata horror.
Alla vista delle gemelle, aveva provato come gli altri un genuino terrore, ma non lo aveva dato a vedere e aveva continuato a godersi una serata da ragazzo normale.
Le cose erano però andate fuori controllo quando Alicia aveva iniziato a strillare per i corridoi inondati di sangue e la mamma single di Frankie aveva fatto irruzione cogliendoli sul fatto.
La serata si era conclusa lì e approfittando di un attimo di distrazione della donna, Sam era riuscito a battere in ritirata senza essere stato costretto come gli altri ad attendere l'arrivo dei genitori. Aveva tirato un sospiro di sollievo quando la porta della stanza del motel era scattata alle sue spalle, ma, passata l'euforia iniziale per non essere stato sgamato, aveva iniziato a sentirsi inquieto.
L'immagine del viso trasfigurato di Jack Nicholson lo aveva tenuto sveglio praticamente tutta la notte e quando papà era tornato la sera dopo, aveva avuto seri problemi ad assistere ai rattoppi post caccia di casa Winchester. Aveva lottato contro il suo stomaco e aveva vinto, ma il  pallore e gli occhi segnati non erano sfuggiti a detective Dean, che lo aveva poi costretto a confessare perché non voleva più dormire al buio. Suo fratello lo aveva rimproverato per aver rischiato così tanto per un pigiama party e lo aveva punito per procura, minacciandolo di spifferare tutto a John, ma gli aveva lo stesso coperto le spalle.
Sam sorrise al ricordo e rivolse a Dean uno sguardo riconoscente attirando l’attenzione di suo fratello, che nel frattempo lo aveva preceduto davanti alla porta della stanza 134.
Potevano urlarsi contro di tutto e anche non parlarsi come era accaduto mentre era a Stanford, ma Dean non lo avrebbe mai abbandonato. Il suo petto sarebbe stato sempre sulla linea di tiro di qualsiasi cosa, umana e non, che avesse provato a colpirlo e questa consapevolezza a volte lo aveva fatto sentire in seria difficoltà. Certo, si sarebbe fatto uccidere per suo fratello maggiore, ma, contrariamente a lui, non aveva annullato se stesso, aveva preso un borsone ed era andato via quando la misura era diventata colma.
A parti invertite,  ne era certo, Dean non lo avrebbe fatto, non aveva mai smontato dal servizio di guardia per motivi personali. L'unica pausa era stata quella legata a Sonny e anche in quel caso le cose erano andate a puttane solo perché aveva cercato di provvedere ai suoi bisogni. Allora era troppo piccolo per capire perché improvvisamente l'Impala aveva un passeggero in meno e si era fatto bastare le patetiche scuse di papà. Quelle settimane erano state una boccata d'aria per Dean, lo aveva capito con il tempo, eppure aveva rinunciato di nuovo alla sua vita non appena lo  aveva intravisto da dietro una tenda.
“Ehi, che ti prende?”
La voce di Dean lo riportò al presente e solo allora si rese conto di essere rimasto imballato in mezzo al corridoio.
“Niente, stavo solo pensando"
“Posso avere la tua attenzione, o passo più tardi?"
“Ci sono, scusa"
“Okay. Vuoi entrare?”- chiese Dean indicando la porta.
“Ovviamente”
“Prima le signore”
“Coglione”
Sam appoggiò la mano sul pomello e lo fece ruotare. Non appena la porta si aprì, il giovane fu investito da un odore nauseabondo e istintivamente voltò il viso. Ruotando la testa, incrociò lo sguardo divertito di suo fratello e capì che lo aveva mandato avanti di proposito. Gli diede una manata in pieno petto e chiese:
“ Perché diavolo non mi hai avvertito?”
“ E rovinarti la sorpresa? Non potevo farti in torto del genere”
“A volte penso che tu abbia sul serio qualche problema mentale”
“I fratelli maggiori spaccano"- rispose l'altro mimando un’esultanza degna di un touchdown -Visto che non ti sei fidato del mio giudizio, ho pensato di farti vivere l’esperienza della perlustrazione a tutto tondo"
Sam sospirò e rassegnato alla contorta logica di suo fratello, entrò nella stanza. Ad una prima occhiata non aveva nulla fuori dall'ordinario, anzi somigliava in maniera inquietante alla loro. Si guardò intorno, poi chiese:
“ Da dove diavolo arriva questa puzza?”
“In realtà non si capisce. Brad ha fatto pulire la stanza diverse volte da quando Theo è scomparso, ma l'eau de batard torna puntualmente”
“Sembra che ci abbiano seppellito qualcuno”
“Ma non è così, nessun cadavere, o traccia di esso”
“I poliziotti non si sono fatti qualche domanda?”
“Brad mi ha raccontato che hanno fatto a gara ad allontanarsi da qui”
“Sempre mentre mi facevo le treccine"
“Non è colpa mia se porti i capelli come Barbie"
“La smetti di dire stronzate e rispondi alla mia domanda?”
“No, hanno solo fatto dei rilievi veloci e se ne sono andati”
Dopo aver fatto una rapida ricognizione, i due cacciatori lasciarono la stanza 134 e si trasferirono nella 142.
Sam la perlustrò palmo a palmo, poi la sua attenzione fu attirata da un foglio appallottolato in un angolo. Si accovacciò, poi si sporse in avanti infilando il braccio tra la scrivania e il muro e dopo qualche ulteriore tentativo, riuscì ad afferrare il pezzo di carta. Lo tirò fuori, si rimise in posizione eretta, poi stirò la pagina stropicciata con le mani.
“Non avevi detto che non c’era niente nelle stanze?”
“Merda, non l’avevo visto. Che roba è?”
“Bendita santa muerte, patrona de las almas necesitadas, te ruego y suplico que me devuelvas la dicha de la buena fortuna, siento que me ha abandonado y la necesito para volver a emprender mis sueños. No, non ci credo”- esclamò Sam
“Non dirmi che capisci che cosa c’è scritto”
“Dammi un attimo il mio spagnolo è un pò arrugginito"
“E da quando parli lo spagnolo?”
“Sono stato a Palo Alto negli ultimi quattro anni, ricordi?”
“È questo che cosa c'entra?”
“Palo Alto è stata fondata da un esploratore spagnolo, tutti lì masticano un po’ la lingua. Dove ora c’è la città c'erano i ranchos e..”
“Non ti ho chiesto una lezione  di storia, ma solo come conosci lo spagnolo “
“ L'ho studiato per un esame al secondo anno”
“E come altrimenti? Per un attimo ho pensato che qualche bella señorita ti avesse fatto alzare gli occhi dai libri, ma sei senza speranza, non hai proprio preso da me”
“Mi vado benissimo così, grazie”
“Essere un secchione ti soddisfa? Ti accontenti di poco”
“Beh, nel frattempo il secchione sa che cos’è questa e tu no”
“Non piangere, Samantha, non volevo urtare la tua sensibilità”
“Sei proprio uno spasso, Dean, lo sai? Comunque, questa è una preghiera alla Flaquita, una supplica  per riavere la fortuna dalla propria parte"
“E guarda caso Theo aveva proprio bisogno di un colpo di fortuna”
“Qualcosa non mi quadra però”
“Spara"
“Che cosa c'entrano i demoni con la Flaquita?”
“Magari sono amici e hanno organizzato un pigiama  party"
“Piantala di scherzare, Dean!”
“Okay, okay, non ti incazzare. Che cosa pensi che sia successo?”
“Non lo so, ma mi sembra chiaro che il Messico stia tornando troppo spesso in questa storia"
“Credo che a questo punto sia il caso di fare quattro chiacchiere con la moglie di Theo"
I due Winchester lasciarono la stanza e mentre rifacevano al contrario il corridoio, Sam si mise a riflettere su ciò che sapevano. C’era qualcosa che continuava ad infastidirlo nel ricordo del filmato con i demoni e pensò che voleva rivederlo.
“Dean"
“Sì?” – rispose distrattamente il giovane premendo il tasto del loro piano sulla pulsantiera.
“Promettimi che ci andrai piano con la signora Walkins”
“Sono famoso per il mio tatto con le donne"
“Appunto per questo mi sto raccomandando”
I Winchester tornarono in stanza e Dean si mise a cercare il numero della moglie dello scomparso. Una volta trovatolo tra le carte sparpagliate su tavolo accanto al pc, prese il telefono e chiamò casa Walkins.
Si identificò come il detective Murray e dopo alcune frasi di circostanza, chiese alla donna se conosceva il passato del marito. Lei rispose affermativamente e raccontò che circa cinque anni prima Theo aveva scoperto di essere stato adottato. La madre aveva dovuto dirgli la verità per un problema medico e all’inizio la situazione in famiglia era stata tesa. Aver saputo di essere nato nel quartiere più malfamato di Città del Messico, aveva scosso l’uomo, ma, dopo un iniziale e comprensibile disorientamento, aveva voluto andare alla ricerca della sua famiglia biologica. Aveva un po’ faticato a rintracciare i suoi parenti, poi marito e moglie erano partiti per il Messico e vi erano rimasti per qualche settimana.
La signora Walkins aggiunse che, se da un lato il viaggio era stato sotto certi aspetti una vacanza, dall'altro l’aveva catapultata in un mondo completamente nuovo. Era rimasta molto impressionata dal quartiere di Tepis e dalla sua venerazione per la Nina bianca. Lei era irlandese e fervente cattolica, quindi non aveva facilmente digerito la figura di questa santa dalle idee progressiste. Non aveva in particolare accettato che fosse considerata la santa per eccellenza dai narcos e che assomigliasse più ad un essere oscuro che ad uno celeste.
Anche Theo era rimasto colpito dal suo luogo di origine, ma più che altro per lui era stato fondamentale rimettere a posto i pezzi del puzzle del suo passato.
“Ha detto che siete entrati in contatto con la Santa Muerte”-commentò Dean.
“Sono una persona tollerante,detective, ma onestamente non condivido per nulla questo culto”
“E suo marito che cosa ne pensava?”
“All’inizio niente di particolare, poi ha cominciato ad interessarsi sempre di più della cultura messicana ed ha voltato le spalle alla nostra chiesa. Alcuni suoi parenti messicani gli hanno anche mandato delle statuette inquietanti, ma io mi sono rifiutata di farle entrare in casa. Le ha messe in garage e lì devono restare”
“Capisco”
“Perdoni la franchezza, ma questo che cosa c’entra con la scomparsa di mio marito?”
“E’ la prassi, signora, si indaga sempre sul passato delle vittime per capire se qualcuno…”
“Mio marito è una brava persona”
“Non lo sto mettendo in dubbio, ma dobbiamo considerare tutte le ipotesi”
“Sì, mi scusi, ma questa storia mi sembra un incubo da cui non riesco a svegliarmi. Mio figlio mi chiede dov’è il padre e io non so che cosa dirgli”
“Lo comprendo e le assicuro che faremo di tutto per trovarlo”
“Grazie, detective”
“Di nulla e grazie a lei per la collaborazione”
Dean riagganciò e al termine della chiamata i due fratelli erano sempre più convinti che Theo avesse invocato la Santa Muerte
“Faccio un'ipotesi: Theo ha perso e le ha chiesto aiuto prima di tornare al casinò. Ha vinto, poi lei lo ha fatto fuori”- disse il maggiore dei fratelli Winchester.
“Bel tentativo-rispose l’altro-ma uno, non si spiega ancora la presenza dei demoni e due, la Santa Muerte non si vendica di chi aiuta, o meglio non lo fa se la tua fede è sincera. Qualcosa ci sfugge, ne sono sicuro"
   
 
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