Scintilla
Divina
Dopo l'attacco da parte di quella creatura oscura Aziraphale aveva
deciso di
impacchettare nuovamente le sue cose che consistevano
perlopiù nei suoi libri e
trasferirsi nuovamente a Soho, quando se ne era andato aveva lanciato
un miracolo
alla sua libreria perché rimanesse vuota nel caso avesse
avuto un cambio di
idea ed era stata una decisione molto saggia a suo dire.
La sua vecchia casa non era cambiata, ma lui sì, per questo
motivo gli sembrava
di metterci piede per la prima volta, decise di fare le cose nella
maniera più
umana possibile così da impiegarci tempo, temeva il momento
in cui non avesse
avuto più nulla da fare, in quel caso la sua mente sarebbe
stata libera di
vagare e i ricordi di annientarlo.
Più volte si interrogava mentre riponeva un libro sullo
scaffale o puliva una
mensola se il suo ritorno a Londra fosse dovuto a un senso di nostalgia
o se
era direttamente collegato con ciò che era successo, ma la
verità era che lo
aveva fatto per Crowley, certo non si parlavano e non si vedevano ma
lui si
sentiva più sicuro a essere in un posto dove poteva tenerlo
d'occhio.
Quando lui era lontano il suo amico era stato attaccato e nemmeno se lo
ricordava, certo poteva accadere ancora ma Aziraphale sentiva il
bisogno di
essergli il più vicino possibile così da
accorrere in suo aiuto nel caso si
fosse presentata un'altra minaccia.
Nei momenti più bui però pensava di essere lui il
pericolo più grave per il suo
migliore amico, gli aveva spezzato il cuore due volte se non di
più, tremava al
pensiero di quelle che non sapeva, chissà in quanti altri
momenti lo aveva
ferito senza rendersene conto, ma Crowley c'era sempre stato, si era
dimostrato
un compagno e un alleato migliore di lui.
Crowley aveva ragione, era un codardo che non aveva abbastanza fegato
di
sceglierlo, se fosse stato un personaggio storico i libri avrebbero
scritto di
quanto fosse stato idiota e stupido e di quanto poco valore e
lealtà avesse
dimostrato, ma nemmeno questi pensieri erano sufficienti a donargli
quella spinta,
tremava all'idea che se fossero stati insieme qualcosa li avrebbe
inevitabilmente separati e non avrebbe sopportato di perderlo.
Preferiva vivere lontano da lui ma sapendo che c'era piuttosto che
sopportare
un'esistenza intera senza la sua presenza, il demone era la sua
costante, era
l'unico amico che avesse mai avuto e forse qualcuno gli avrebbe
suggerito di
mentire quel giorno quando si erano baciati, avrebbe potuto dire una
piccola
bugia, dirgli che non ricambiava così avrebbero potuto
rimanere amici, ma non
era riuscito a fermarsi quando le braccia dell'amico lo avevano
stretto, non
era riuscito a guardarlo negli occhi e dirgli "io non ti amo."
Aziraphale soffriva ogni giorno e alcune mattine con gli occhi lucidi
arrivava
fino alla porta, appoggiava la mano sulla maniglia e poi prendeva un
respiro
profondo deciso ad andare a dirgli che sceglieva lui e non le sue
paure, ma
tutte le volte un terrore agghiacciante lo bloccava sul posto facendolo
finire
in lacrime accasciato per terra.
In quei momenti nutriva la speranza di vederlo arrivare, che gli
prendesse il
viso tra le mani e lo baciasse fino a lasciarlo senza fiato, svuotato
da ogni
lacrima e timore, poi si diceva che il giorno dopo sarebbe stato
diverso, che
il coraggio di varcare quella soglia lo avrebbe avuto e allora si
asciugava le
lacrime e iniziava la sua giornata, ecco cos'era a tenerlo vivo, la
speranza.
Una volta si erano incontrati lungo la strada o meglio scontrati, si
erano
voltati a guardarsi, ad Aziraphale si erano illuminati gli occhi mentre
il
demone aveva già l'espressione infastidita di chi sta per
dare addosso a
qualcuno, ma subito quel broncio si era trasformato in una maschera
apatica, lo
aveva ignorato e tirato dritto e l'angelo si era sentito morire.
Avrebbe preferito essere insultato che il nulla, sapeva che se fosse
stato
un'altra persona l'amico gli avrebbe inveito contro intimandogli di
guardare
dove metteva i piedi, ma evidentemente nemmeno quello si meritava, era
conscio
della difficoltà di Crowley di capire il "ti amo ma non
posso stare con te
perché ho il terrore di perderti, il mio amore è
troppo grande e ho paura di
farti male sul serio" e a dire il vero anche lui faticava a capirsi a
volte.
Quello che l'angelo non sapeva era che con il suo comportamento stava
contribuendo ad incrementare il pensiero di Crowley secondo il quale
lui non
era abbastanza per nessuno, non era degno di ricevere amore in quanto
essere
oscuro, e nemmeno di darlo sempre per il medesimo motivo e se prima il
demone
aveva combattuto con le unghie e con i denti contro quel sentimento
negativo
ora sentiva che non ne valeva più la pena.
Perché combattere contro la propria natura si domandava?
Lo aveva fatto per tanto tempo e non aveva portato a niente, nessuna
ricompensa, nessuna pacca sulla spalla, non che lui desiderasse queste
cose ma
ciò che aveva ottenuto era peggio di un premio, aveva
conquistato il cuore del
suo angelo, ma nello stesso tempo era stato rifiutato, ogni giorno si
svegliava
consapevole che Aziraphale era innamorato di lui ma la
felicità durava meno di
un secondo perché subito dopo il suo cervello gli ricordava
che l'amico non
voleva saperne di lui.
Nemmeno una volta aveva dubitato del suo amore, Aziraphale non avrebbe
mai
potuto mentirgli su una cosa del genere, sapeva che era sincero e forse
era
questo a fargli ancora più male, ovviamente non
glielo avrebbe mai detto,
si era impegnato a fargli sapere con lingua spinosa e parole pungenti
che lo
considerava un falso e un bugiardo anche se il suo cuore non la pensava
così.
...
Tutti
sapevano che alcuni ambienti erano pericolosi, soprattutto se
frequentati da
persone con il cuore esposto, fragile e ferito, da lì dentro
ne era uscito
distrutto con un mal di testa atroce e idee sbagliate che parlavano di
potere,
oscurità e malvagità.
Quel luogo rappresentava tutto ciò che lui non era, per
questo una volta a casa
aveva avuto l'istinto di chiamare il suo angelo, la sua luce, colui che
rappresentava la speranza che in lui ci fosse rimasto qualcosa di
buono, il
telefono aveva squillato e dopo tre trilli la sua voce.
<< Spero proprio che sia un'emergenza perché
non mi sembra l'orario...-
>>
<< Angelo >> gracchiò.
<< Crowley? >>
<< Che succede stai bene? >>
<< Sì >> rispose il demone.
<< No. >>
<< Io... >>
<< Crowley... >>
Un singhiozzo fece sussultare il cuore di Aziraphale.
<< Crowley che cosa succede? Mi stai facendo preoccupare.
>>
<< Angelo io...i-io ti amo. >>
Aziraphale deglutì il magone e i suoi occhi divennero presto
umidi.
<< Anche io lo sai... >> rispose.
<< Stai con me angelo, ti prego sceglimi...almeno tu
sceglimi... >>
<< Crowley ma... >>
Si sentì un tonfo dall'altro capo del telefono.
<< Crowley? >>
<< Aziraphale... >>
Poi il demone tirò su col naso, si asciugò gli
occhi e schiarì la voce.
<< Tu non mi vorrai mai vero? >>
Il sospiro dell'angelo valse più di mille parole, Crowley
attaccò il telefono e
da quel momento diede un taglio a quella vita, a quel vecchio se stesso
che
aveva imparato ad amare, che aveva conosciuto i sentimenti positivi e
oltre a
provarli sapeva donarli, sarebbe diventato un altro, sarebbe diventato
ciò che
tutti si aspettavano di vedere.
...
In
un solo
mese il quartiere dove si erano stabilite le due creature ultraterrene
piombò
sotto una cappa di oscurità, a detta degli umani sembrava
che qualsiasi cosa
dovesse funzionare non funzionasse, c'erano continui blackout, le auto
si
rompevano, se prima i giri sporchi di denaro venivano presto o tardi
scoperti
ora passavano tutti inosservati, in tutto questo marasma solo i
criminali, chi
si occupava di attività illecite aveva vita facile.
Naturalmente l'angelo si era accorto di questo improvviso aumento di
malvagità,
ma certo non immaginava chi ne fosse la causa, non si aspettava che il
re che
tirava i fili fosse proprio quel dolce demone che gli aveva fatto
compagnia
sulla terra sin dai tempi più antichi.
Una sera Aziraphale decise di introdursi in un vecchio locale dove
sapeva
essere luogo di attività poco carine, c'era voluto un
miracolo per farsi aprire
la porta, lui non aveva proprio l'aspetto di un capo banda, una volta
dentro
notò che non era come se l'era immaginato.
Nella sua mente quel luogo doveva essere pieno di tipi robusti vestiti
di pelle
con orecchini e barbe appuntite, invece non era così, certo
c'erano anche tipi
del genere ma molti erano fasciati da completi eleganti, sembravano
persone
rispettabili e per un attimo l'angelo si chiese se avesse sbagliato
posto.
Deglutì avanzando verso la zona bar, facendo molta
attenzione a non urtare
nessuno, Crowley una volta gli aveva raccontato che due umani avevano
iniziato
una rissa semplicemente per il fatto di essersi sfiorati e lui non
voleva dar
vita a niente di tutto ciò.
Il bancone era sudicio e appiccicoso, lo sgabello scomodo e il barista
ci mise
un quarto d'ora ad accorgersi di lui, finalmente gli servì
la sua bevanda
prestando attenzione a non essere troppo cordiale, Aziraphale si
domandò che
cosa ci faceva lì, non aveva un piano, non sapeva da dove
partire e soprattutto
chi o casa stava cercando.
Mentre fingeva di bere quella bevanda di dubbio gusto e colore tentava
anche di
dare un senso a tutto quello che aveva fatto fino a quel momento,
poteva
iniziare a fare domande in giro, forse la cosa migliore era amalgamarsi
a
quella comunità, domandare come andavano le cose e se ci
fossero novità in
giro, mentre era perso in quei pensieri qualcuno lo urtò
sedendoglisi accanto,
d'istinto si voltò e il suo cuore perse un battito,
facendolo rimanere senza
fiato.
Si aspettava di essere ignorato come le volte in cui si erano
incontrati per
caso, invece quella volta accadde qualcosa di diverso, il demone gli
rivolse un
sorriso ma non uno dei suoi, era ampio e il suo viso sembrava quello di
un
predatore che aveva avvistato la propria preda.
<< Aziraphale anche tu ti sei dato alla vita notturna
adesso?
>> gli diede una pacca sulla spalla
appoggiandosi poi al bancone,
ordinò un drink e il barista glielo servì subito
facendogli un occhiolino.
<< A quanto pare ti conoscono bene in questo posto, io ho
aspettato una
vita per ricevere da bere >> disse l'angelo avendo notato
quello scambio
di sguardi.
Crowley si sistemò sullo sgabello e afferrò il
suo bicchiere.
<< Non te la prendere, è che a queste persone
non piacciono quelli come
te >> e bevve un lungo sorso.
Aziraphale sollevò un sopracciglio e con le dita
allontanò il suo bicchiere,
non aveva intenzione di avvelenarsi con quella roba.
<< Quelli come me? >> domandò
<< Sì hai capito bene, quelli con la puzza
sotto al naso, perfettini a
non finire blah... >> accompagnò la frase con
una gesto della mano,
l'angelo ovviamente si sentì ferito da quelle parole ma non
poteva aspettarsi
diversamente da lui, evidentemente era ancora arrabbiato, la
felicità che aveva
provato quando gli aveva rivolto la parola non era durata nemmeno
cinque
minuti.
Una donna si avvicinò posizionandosi tra i loro sgabelli,
aveva occhi solo per
il demone, sembrava quasi che Aziraphale fosse trasparente
lì dentro.
<< Signor Crowley quella cosa è arrivata
>> sussurrò.
<< Grazie dolcezza arrivo subito >> rispose
con un sorriso poi
scese con un saltello, rivolse la sua attenzione all'ex amico
sfoderando un
altro sorriso totalmente forzato.
<< Hai sentito angelo, richiedono la mia presenza
>> disse e gli
diede un colpetto sotto il mento, Aziraphale si affrettò a
scendere per
fermarlo, gli strinse appena il braccio con una mano ma Crowley lo
fulminò con
lo sguardo, così la tolse subito.
<< Possiamo parlare prima che tu vada a fare qualunque
cosa ti attenda?
>>
<< Mi dispiace Aziraphale ma sono veramente molto
impegnato, solitamente
chi vuole parlare con me richiede un appuntamento, ho due segretari
molto
affidabili che...- >>
<< Hai due segretari? >> domandò
stupito l'angelo.
Il demone annuì ma Aziraphale scosse la testa, non c'era
tempo per mettersi a
puntualizzare su certe faccende.
<< Ti ruberò solo pochi minuti promesso.
>>
<< E va bene mio caro Zira, posso chiamarti
così vero? >> non gli
lasciò il tempo di rispondere che gli avvolse un braccio
intorno alle spalle e
lo condusse verso l'esterno.
<< Ragazzi torno subito >> disse
rivolgendosi a un gruppo di
persone che stavano in fondo al locale e poi uscirono.
Il cielo era buio, nessuna stella e nemmeno la luna sembrava brillare
in
quell'angolo di strada fetido, i rifiuti si accalcavano ai lati e il
terreno
era bagnato dalla pioggia scesa poche ore prima, Aziraphale si
allontanò dalla
porta con il demone al seguito, si fermò incrociando le
braccia.
<< Si può sapere che cosa sta succedendo?
Perché ti comporti in questo
modo strano? >>
<< Che intendi per strano? >>
domandò Crowley arricciando le
sopracciglia verso la radice del naso.
<< Frequenti questi posti che sono il male persino per te
e la cosa
peggiore è che sembri essere il capo di tutta quella gente
losca che c'è lì
dentro, tutti ti conoscono e io ho paura di saperne il motivo e in
più non
indossi gli occhiali da sole, Crowley potrebbero scoprirti
>> disse
preoccupato Aziraphale.
Tutto si aspettava tranne di scatenare un sorriso su quelle labbra
sottili.
<< Loro sanno già chi sono >>
rispose con noncuranza il demone.
<< Scherzi...dimmi che scherzi. >>
La chioma rossa si scosse in senso di diniego.
<< Dovevo pur farmi un nome angelo >>
spiegò sollevando le
spalle.
<< E comunque quello che succede non sono affari tuoi
>> disse poi
ficcandosi le mani in tasca.
<< Lo sono se metti in pericolo la nostra esistenza!
>>
Crowley scoppio in una risata, si chinò in avanti col busto
e poi si rimise
dritto.
<< Gli umani sanno della nostra esistenza da migliaia di
anni! >>
<< Loro credono in noi ma non hanno le prove!
>> sbottò Aziraphale,
non poteva credere alle sue orecchie, era agitato e aveva una pessima
sensazione.
<< Non è questo che voi di sopra cercate di
ottenere? Che credano in voi
e che abbiano fede a tal punto da mettere la loro misera vita nelle
vostre
potenti e misericordiose mani? >> il tono che
usò non piacque all'angelo.
<< Bè per noi è lo stesso, abbiamo
la stessa missione possiamo dire
>> spiegò guardando verso il basso e poi
aggiunse.
<< Non ho bisogno di nascondermi da chi mi conosce
davvero. >>
<< Sei tornato ad allearti con...quelli di sotto?
>> sussurrò
Aziraphale sgomento.
<< Se non lo hai ancora capito mio caro Aziraphale io
non ho
bisogno di nessuno >> e lo prese per le spalle facendolo
voltare.
<< Ora se non ti dispiace levati dai piedi, devo lavorare
>> lo
lasciò e con una piroetta si voltò per tornare
dentro, Aziraphale si girò verso
di lui deglutendo.
<< Crowley...tu non sei così. >>
Il demone inchiodò sul posto, strinse i pugni e fece marcia
indietro, afferrò
l'angelo per i lembi del cappotto e lo tirò a sé.
<< Oh invece lo sono eccome, e tu ancora non hai visto
niente, non hai
idea di quello che posso fare... >>
Mentre parlava i suoi occhi sembravano lampeggiare come fari gialli che
brillano nella notte, nelle sue pupille Aziraphale vide come una voluta
di fumo
che prendeva la forma di un serpente e la voce gli arrivava alle
orecchie come
un sibilo sottile e pungente.
<< Se non vuoi rimanerci secco non tornare più
da queste parti >>
intimò lasciandolo andare.
<< Capito Aziraphale? Non.Tornare. >>
Detto questo rientrò.
Aveva la prova che cercava, quando era entrato in quel bar si aspettava
di
scoprire che tutte quelle attività criminose erano dovute a
una qualche
organizzazione che aveva deciso di prendere il controllo della
città, e quella
sarebbe stata una bella notizia in confronto a ciò che aveva
scoperto.
Il suo amico, il suo migliore amico era coinvolto anzi era l'artefice
di tutto
e nemmeno sembrava dispiaciuto, nel cuore di Aziraphale si fece strada
la voce
che incolpava lui del voltafaccia di Crowley, se non lo avesse
abbandonato a se
stesso...Ma ora cosa poteva fare? Era da solo, ma in fondo non lo era
sempre
stato? Lo avevano mandato sulla terra per fronteggiare le minacce
nemiche e lui
lo aveva fatto, o almeno all'inizio fino al momento dell'accordo ma
adesso era
tutto cambiato.
Quando tornò a casa sentì il bisogno di farsi una
doccia calda per togliere
tutto lo sporco e la puzza di fumo e alcol pessimo che si sentiva
addosso,
anche se la sporcizia la sentiva radunata dentro il petto e nemmeno
raccolta in
comodi sacchettini ma sparsa qua e là.
Doveva assolutamente scoprire che cosa aveva in mente Crowley, quale
fosse il
suo piano, perché l'obbiettivo era molto chiaro, anche se
aveva abbandonato il
paradiso non poteva certo assistere allo sfacelo della città
in cui abitava
senza muovere un dito, un conto erano piccoli peccatucci sui quali
chiudere un
occhio ma quello che stava accadendo era davvero troppo, si
stupì però che gli
altri angeli non fossero ancora intervenuti...
FUUUM
Non fece in tempo a pensarlo che un fascio di luce illuminò
il bagno facendolo
gridare.
<< Aziraphale ci sei tu lì dietro?
>>
L'angelo si era spiaccicato contro le mattonelle fredde, teneva in mano
la
saponetta e guardava con terrore l'ombra che stava dietro la tendina
della
doccia.
<< G-Gabriele? >>
<< Sì, pensi di degnarti... >>
iniziò a dire afferrando la tenda.
<< NO! >> urlò Aziraphale.
<< Ma che ti prende? >> domandò
l'arcangelo sollevando un
sopracciglio.
<< S-sono...sono nudo. >>
<< Nudo? E perché sei nudo? >>
<< P-Perché...Sei venuto qui per uccidermi?
>> domandò spostando gli
occhi celesti da una parte all'altra, quella situazione era assurda,
per una
volta che decideva di lavarsi come facevano gli umani ecco che gli
piombava il
suo ex capo dentro al bagno.
<< No >> rispose condiscendente Gabriele
sollevando gli occhi al
cielo, avrebbe voluto ma aveva ricevuto ordini molto precisi secondo i
quali
non poteva avvicinarsi a quell'angelo se non fosse stato strettamente
necessario, burocrazia aveva sbuffato l'arcangelo quando gli era
arrivata la
lettera.
<< Oh meno male >> chiocciò
Aziraphale.
<< Ascolta Gabriele perché non mi aspetti di
sotto, io mi do una
sistemata e arrivo. >>
Sia mai che un arcangelo e non uno qualsiasi ma l'arcangelo Gabriele
prenda
ordini da un principato che oltre ad essere sotto di lui era macchiato
di tradimento
nei confronti della sua stessa fazione, così
schioccò le dita e l'angelo si
ritrovò vestito dentro la doccia.
<< Possiamo fare anche così se vuoi
>> disse più a se stesso che al
suo vecchio superiore, poi uscì con un forte sospiro.
Al piano di sotto a Gabriele era stata offerta una tazza di
tè che ovviamente
aveva rifiutato, i due esponenti dei cieli erano seduti l'uno di fronte
all'altro, e Aziraphale aspettava paziente che il suo vecchio capo gli
dicesse
il motivo di quella s-piacevole visita.
<< Sai perché sono qui >> disse
invece e non sembrava affatto una
domanda.
<< Veramente no >> rispose l'angelo
causando uno sbuffo al suo
interlocutore.
<< Non hai notato niente negli ultimi tempi? Capisco tu
ci abbia traditi
e sicuramente non ti importi un fico secco di ciò che
succede qui e dei tuoi
compiti, ma addirittura non vedere ciò che hai sotto al naso
mi sembra troppo
persino per te. >>
Aziraphale ignorò le poco velate accuse e si
concentrò sul resto.
<< Ti riferisci all'aumento delle attività
diciamo...- >>
<< Demoniache sì >>
continuò Gabriele puntando l'indice verso di
lui come se avesse centrato il punto.
<< Sì ho notato >> rispose
Aziraphale rimanendo criptico,
l'arcangelo sollevò entrambe le sopracciglia come se si
aspettasse di sentirlo
continuare la frase.
<< E? >>
<< E cosa? >> domandò l'angelo
fingendosi ingenuo.
Gabriele ovviamente non tardò a mostrare il suo disappunto.
<< Seriamente Aziraphale non hai la minima idea del
perché io sia qui?
>>
<< Sinceramente no Gabriele. >>
<< E' peggio di ciò che pensavo, non solo hai
impedito la nostra ovvia
vittoria ma ora lasci passare liscia ogni attività che
almeno per dovere verso
il tuo creatore dovresti fermare e non mi riferisco certo a
stupidaggini, sai
bene che conosciamo il colpevole di tutto questo, il tuo tentativo di
fingere
che non sia così è patetico. >>
L'angelo gonfiò il petto prendendo un respiro.
<< Sono certo voi lo sappiate come lo so io e mi sono
anche dato da fare
per capire che cosa stia effettivamente succedendo, ci deve essere un
motivo
se...- >>
<< Un motivo? Qui non si tratta di una guerra Aziraphale,
noi del cielo
lasciamo passare molte cose ma qui l'attività criminale
è al completo sbando,
qualcuno si renderà presto conto che c'è qualcosa
di strano. C'è il completo
caos, come se tutta l'intera città fosse impazzita e non
solo le persone ma
anche gli oggetti. Credi che gli umani siano stupidi? Bè
molti di loro lo sono
ma certo non sono ciechi e Dio non voglia che scoprano cosa si celi
dietro
tutto questo caos. >>
<< In questo momento due di noi sono dal tuo
amichetto...- >>
Aziraphale scattò in piedi allarmato ma l'arcangelo lo
fermò con un gesto della
mano.
<< Vogliono solo avvisarlo di andarci più
piano, questo è un avvertimento
sia per te che per lui, se non dovesse fermarsi interverremo noi
estirpando la
minaccia alla radice e non credo proprio che ai suoi colleghi
mancherà e questo
si collega al motivo per cui sono qui, ti chiedo di non metterti in
mezzo nel
caso in cui fosse necessaria un'azione da parte nostra. >>
L'angelo rise spostando lo sguardo, prima non lo avrebbe mai fatto,
ridere in
faccia a Gabriele gli sarebbe costato il posto.
<< Mi stai chiedendo davvero di rimanere a guardare
mentre voi vi
accalcate per fare fuori il mio migliore amico? >>
Gabriele fece una smorfia, era davvero grave la situazione.
<< Sapevo avresti reagito così, Dio ti ha
protetto la prima volta ma non
ce ne sarà una seconda...- >>
<< Io non credo che Lei...- >>
<< Shh chiudi il becco >>
accompagnò le parole chiudendo il pollice
e l'indice tra loro.
<< Sei stato avvisato Aziraphale, a causa del tuo
atteggiamento ho
ricevuto delle lamentele, sembra che il mio comportamento sia un filino
eccessivo a volte...- >>
<< Un filino... >> sussurrò
l'angelo spostando lo sguardo di lato.
<< Per questo non posso agire come vorrei, ma sia chiaro
questa volta non
ci saranno superstiti e non parlo solo di lui. >>
<< Mi stai minacciando Gabriele? >>
domandò guardandolo dritto
negli occhi.
<< Ti sto avvisando. >>
Aziraphale si leccò le labbra, doveva rimanere calmo e
lucido.
<< Lasciate fare a me, ci penso io a risolvere questa
cosa. >>
<< Come hai fatto fin'ora? >>
<< No >> rispose l'angelo e poi
continuò.
<< Farò in modo che tutto finisca ma dovete
darmi tempo. >>
<< Perché mai dovremmo fidarci di te?
>>
<< Perché se non otterrò risultati
interverrete voi e io da solo, contro
tutti voi...Bè è chiaro che non avrò
speranze. >>
Gabriele ci pensò su poi sospirò.
<< Va bene, una settimana non di più. Al
termine di essa avrai esaurito
tutte le tue possibilità >> disse alzandosi,
Aziraphale annuì e poi
Gabriele sparì in un fascio di luce così come era
arrivato.
L'angelo non sapeva da dove partire, sette giorni erano veramente pochi
e
Crowley non si sarebbe lasciato convincere da qualche parolina e
nemmeno dalle
minacce, era certo che a quegli angeli che erano andati a intimorirlo
avesse
riso in faccia, doveva pensarci lui, la vita del suo migliore amico era
nelle
sue mani.
Non aveva mai creduto alla storia della malvagità nemmeno
quando il demone gli
aveva confessato dritto in faccia che intendeva fare del suo peggio,
per questo
dopo un'illuminazione improvvisa si mise a controllare che cosa
avessero in
comune tutti quegli eventi, era certo che ci fosse qualcosa sotto.
La ricerca durò due giorni interi ma alla fine
capì.
<< Non è mai morto nessuno...e nemmeno ci sono
stati feriti >>
sussurrò al giornale che stava leggendo.
Era venuto fuori che in tutte quelle strane attività che
erano accadute fino a
quel momento tutti gli umani coinvolti erano rimasti illesi, il tasso
giornaliero
di morti o feriti era quello di sempre, ciò significava che
l'attività
demoniaca non aveva influito sui consueti accadimenti, si poteva dire
che il
demone Crowley si stesse divertendo più del solito con gli
umani ma dentro al
suo cuore era sempre lo stesso.
Aziraphale posò il giornale e uscì diretto a casa
dell'amico, avrebbe parlato
con lui o almeno ci avrebbe provato, destino volle che lo
incontrò per strada,
era circondato da un gruppo di gente dalle facce poco raccomandabili,
l'angelo
strinse i pugni e si fece coraggio avvicinandosi a passo di marcia, il
tratto
di strada che lo portò fino a lui si rivelò
più breve del previsto e questo gli
fece perdere un po' della sicurezza che aveva cercato di infondersi.
<< Crowley >> iniziò.
Deglutì.
<< Dobbiamo parlare. >>
<< Ma tu guarda che carino >>
squittì una ragazza avvicinandosi a
lui e sfiorandogli il viso.
Poi un tipo gli avvolse il braccio intorno alla spalla.
<< Non male davvero >> commentò.
Aziraphale si innervosì all'istante e si scostò.
<< Levatemi le mani di dosso >>
sbottò.
Poi aggiunse.
<< Per favore. >>
<< Crowley conosci questo tipo? >>
Il demone fissò Aziraphale che lo guardava tristemente.
<< No, mai visto in vita mia >> rispose
freddo.
Gli occhi di Aziraphale tremarono diventando lucidi, strinse le labbra
tentando
di trattenere quell'emozione che minacciava di uscire e travolgerlo.
<< Ti supplico Crowley, poi non ti disturberò
più. >>
<< Avanti Cro portiamolo con noi, è
così tenero >> fu la ragazza a
parlare e l'angelo si domandò in che rapporti fosse con lei
e con tutti loro,
che cosa rappresentava, un capo, un amico o qualcosa di diverso?
<< Sapete? Mi avete convinto, chissà magari
gli viene voglia di aiutarci
>> ghignò Crowley, Aziraphale
deglutì ma decise di seguirli, se quello
era l'unico modo di tenerlo d'occhio lo avrebbe fatto, gli altri lo
afferrarono
strattonandolo e riempiendolo di domande mentre camminavano e il demone
osservava tutto da dietro a braccia incrociate.
<< Allora come ti chiami bellezza? >>
<< Ehm...A-Az...- >>
<< Si chiama Zira >> intervenne Crowley e
l'angelo faticò a
comprenderne il motivo.
<< Avevi detto non lo conoscevi. >>
<< Bè mi è tornato in mente
>> rispose piccato.
Arrivarono nei pressi di quella che sembrava una grande casa, era
evidentemente
abbandonata e loro entrarono tranquillamente, rispetto a come appariva
fuori
l'interno era curato, come se qualcuno se ne occupasse regolarmente,
Aziraphale
si guardò intorno ma non riuscì a farsi una vera
e propria idea perché quel
ragazzo e la ragazza lo spinsero sul divano e gli si sedettero accanto.
<< A-Allora cosa si fa qui? >>
balbettò tentando di scostarseli di
dosso.
<< Oh lo scoprirai presto dolcezza >>
rispose l'uomo
accarezzandogli lascivamente il braccio, Aziraphale che era ingenuo ma
non
stupido realizzò e si alzò di scatto
indietreggiando.
<< N-no! Io non... >> poi si
voltò a guardare Crowley che lo
fissava con aria indifferente.
<< Crowley... >>
<< Vieni con me >> disse e l'angelo si
sentì sollevato, sensazione
che durò poco perché il demone lo
portò attraverso un corridoio lungo e scuro.
<< D-dove stiamo andando? >>
Il demone schioccò le dita lunghe e sottili e le luci si
accesero.
<< Che cosa vuoi? Perché sei venuto?
>> gli domandò guardandolo
sempre con quello sguardo spento.
<< Tu mi hai portato qui >> rispose
l'angelo riprendendo un po' di
tono.
<< E tu non ti sei tirato indietro >> gli
rispose l'altro.
<< Davvero fate certe cose? >> gli
domandò Aziraphale.
<< Anche tu? >> chiese poi, era forse
gelosia la sua o
preoccupazione?
<< Quello che faccio non ti riguarda, non è
più affar tuo da quando mi
hai dato il ben servito. Se vuoi restare resta ma sappi che non ti
permetterò
di rovinare i miei piani. Sai perché ti ho permesso di
venire con noi? Perché
non mi importa più niente di te, mi sei indifferente,
l'unica cosa che voglio è
che non mi intralci. >>
Aziraphale percepì quelle frasi come se fossero veleno e in
effetti era quello
il senso che voleva dargli Crowley, desiderava percepisse tutto il
malessere
che provava e si sentisse in colpa per questo.
<< Mi spiace deluderti ma sono qui per questo, Crowley
stai rischiando
grosso te ne rendi conto? >> disse con l'espressione
preoccupata.
<< Ah ho capito quelli che ho rimandato in paradiso con
un biglietto di
non ritorno sono venuti a piagnucolare da te, come se possa funzionare
>>
sbuffò una risata.
<< Non è così o meglio è
vero che sono venuti ma solo per avvisarmi, sei
in pericolo e se non la smetti loro ti uccideranno >>
possibile che non
capisse quanto fosse grave la faccenda, lui ovviamente non avrebbe mai
permesso
lo toccassero ma sarebbe stata dura questa volta salvarsi.
<< Ridicolo, hanno già visto che sono immune
all'acqua santa >>
alzò le spalle con aria indifferente.
<< Io sono immune Crowley! Piantala di giocare
così con la tua vita!
>>
<< Allora uccidimi tu Aziraphale avanti >>
aprì le braccia e lo
guardò con occhi spenti.
<< In fondo è per questo che sei stato creato,
solleva un po' di lavoro a
quei damerini, scommetto ti daranno un premio riammettendoti in
paradiso.
>>
L'angelo si avvicinò di qualche passo serio in volto.
<< Lo capisci che l'unica cosa di cui mi importa sei tu?
>>
Crowley strinse le labbra, si avvicinò con passo lento e
studiò l'espressione
di Aziraphale, gli posò una mano sulla guancia e
avvicinò il viso, l'angelo
tremava, aveva cominciato a farlo quando lo aveva visto avanzare ma non
era un
tremore di paura.
<< Anche tu prima eri l'unico di cui mi importava
davvero, l'unico per
cui valesse la pena lottare. >>
<< Che cosa ti è successo Crowley?
>> sussurrò l'angelo sollevando
il viso e trovandosi a pochi centimetri da quello dell'amico.
<< Tu ecco cosa, non mi ha fatto diventare malvagio
l'inferno ma la tua
presenza sì, hai tirato fuori la mia vera natura Aziraphale,
dovresti esserne
felice, un altro diavolo da consegnare alle guardie armate dei cieli.
>>
<< Non sei cattivo >> disse deglutendo e il
demone si staccò.
<< Piantala, lo sai benissimo anche tu che non
è vero. >>
<< Io so chi sei davvero, anche se forse non ti piace
l'idea, sono
l'unico che ti conosce e che ha visto le parti più fragili
di te. >>
<< ZITTO! Smettila di dire bugie su bugie, non mi avresti
mai amato se
fossi stato diverso! Se fossi stato malvagio, se fossi stato come loro!
>> indicò il pavimento e poi gli
puntò l'indice contro.
<< Non mi avresti nemmeno guardato! >>
<< Io ti amo proprio per come sei! Non puoi sapere come
sarebbero state
le cose perché sono così e né tu
né io possiamo cambiarle >> anche
Aziraphale si era alterato, aveva le guance rosse e gli occhi lucidi,
non era
mai stato così arrabbiato in vita sua, nemmeno quando aveva
scoperto la vera
natura di alcuni suoi superiori, lì forse era stato
più che altro deluso.
<< Basta non voglio più ascoltarti
>> sbottò il demone voltandogli
le spalle ma Aziraphale lo fermò con una frase.
<< Credi che non sappia cosa stai facendo davvero? E'
già successo una
volta, quando volevi rubare l'acqua santa, io lo sono venuto a sapere e
questa
volta non è diversa Crowley. So che non stai facendo del
male a nessuno, i tuoi
sono solo dispetti perché sei arrabbiato ma lo sei con me
non con l'umanità.
>>
Si leccò le labbra secche poi continuò.
<< E' con me che dovresti prendertela non con loro,
soprattutto se il tuo
operato ti fa rischiare la vita. >>
Crowley abbassò le spalle rassegnato come se il suo petto si
fosse svuotato di
qualcosa.
<< Non ho più una vita di cui mi importi
combattere... >>
Poi la sua gola emise un suono, un rantolo goffo e spezzato.
<< Angelo hai idea di come ci si sente quando la persona
che ami più di
te stesso ti dice di amarti ma poi ti rifiuta? >>
Gli occhi di Aziraphale cominciarono a lacrimare, aveva voglia di
correre ad
abbracciarlo ma non era il caso in quel momento.
<< Fallo tu a me, dimmi che mi ami ma che non mi vuoi.
>>
Il demone soffiò una risata amara, si asciugò gli
occhi ringraziando Qualcuno
di trovarsi ancora di spalle.
<< Non posso, perché io ti voglio angelo,
perché sono così fottuttamente
innamorato di te che se mi baciassi qui, adesso, dicendomi che mi
desideri e
che vuoi stare con me io lascerei tutta questa merda per seguirti,
dimenticando
il fatto che mi hai fatto sentire uno schifo per più di un
anno. >>
Il cuore dell'angelo perse un battito prima di cominciare a galoppargli
forte
nel petto, si avvicinò a lui con la gola stretta e gli occhi
che bruciavano,
allungò una mano e afferrò delicatamente quella
sottile di Crowley, la strinse
commuovendosi di poter sentire di nuovo il calore del suo corpo dopo
tanto
tempo.
<< Allora vieni a casa con me... >>
Il demone ebbe un sussulto ma poi soffiò <<
non posso... >>
<< Perché? >> domandò
l'angelo tentando di mantenere ferme le
lacrime.
<< Perché viverti accanto sapendo che mi vuoi
ma senza poterti avere è
una punizione peggiore dell'inferno. >>
A quel punto Aziraphale si spostò mettendosi di fronte a
lui, gli prese il
volto tra le mani cercando quegli occhi che erano diventati di un oro
spento,
come se avessero perso la luce che li faceva brillare.
<< Mi dispiace di averti fatto del male Crowley.
>>
Il demone fece un mezzo sorriso ingoiando il magone.
<< Non importa angelo, tu hai fatto quello che potevi, mi
hai fatto
sentire cosa significa essere amati, almeno per un po'...
>>
Aziraphale si alzò in punta di piedi, poi posò la
fronte su quella di Crowley,
chiuse gli occhi, altre lacrime scesero rigandogli le guance.
<< Perdonami...non accadrà più, non
ti ferirò mai più amore mio >>
poi lo baciò sulla fronte, il demone singhiozzò
combattendo l'istinto di
lasciarsi andare tra quelle braccia dall'aspetto così caldo
e accogliente.
<< Risolverò questa cosa, penserò a
tutto io te lo prometto >> lo
lasciò andare e con un'ultima occhiata triste
voltò le spalle e percorse quel
lungo corridoio a ritroso, con il cuore a pezzi che sanguinava e gli
occhi che
non la smettevano di produrre lacrime.
...
Una
settimana era passata e Crowley aspettava il momento in cui sarebbero
venuti a
prenderlo, Aziraphale gli aveva rivelato il piano degli angeli ma lui
non aveva
intenzione di fare nulla, quando quell'ultimo giorno volse al termine
alzò il
viso verso il cielo sbeffeggiandolo.
<< Tutto qui? Sarebbe questa la vostra punizione?
>> rise.
<< Patetici >> disse e si buttò
sul divano, erano parecchie ore che
si sentiva strano ma non ci aveva dato molto peso, schioccò
le dita per
accendere il televisore ma non accadde niente, riprovò ma
nulla, prima di farsi
prendere dal panico tentò di compiere altri miracoli ma
niente accadeva,
nemmeno una scintilla di potere.
<< Non è possibile, che cazzo...
>>
Corse fuori raggiungendo la Bentley e con suo grande sgomento nemmeno
lei
rispondeva ai suoi comandi, dovette far uso delle chiavi per aprirla,
una volta
dentro la mise in moto ma le canzoni dei Queen non partirono in
automatico come
solitamente succedeva.
Deglutì poi ringhiò e partì con una
furia cieca verso la libreria di
Aziraphale.
Entrò spalancando le porte come un tornado senza curarsi
della possibile
presenza di qualche cliente, afferrò l'angelo per la
giacchetta che indossava
solitamente nei suoi momenti di relax e gli ringhiò contro.
<< Che cazzo mi hanno fatto i tuoi parla! >>
<< Crowley per prima cosa calmati. >>
<< Non dirmi di calmarmi! Io non riesco più
a...sono...non dirmi che sono
umano. >>
Aziraphale lo guardò come si fa con i bambini che sono nel
pieno di un
capriccio.
<< Se mi lasci spiegare... >>
<< Non c'è niente da spiegare!
>> lo spinse.
<< Mi hanno trasformato in un umano, in un umano cazzo
Aziraphale!
>>
Poi un odore nell'aria lo distrasse.
<< C'è qualcosa di strano >>
disse.
<< E' quello che vorrei dir...- >>
Crowley non lo lasciò finire e lo fissò sgranando
gli occhi.
<< Anche tu...anche tu sei umano. >>
<< Sì >> sospirò
l'angelo.
<< Ma cosa...che paradiso significa, perché
hanno punito anche te?
>>
<< Avevi detto che avresti risolto la cosa, bel modo
cazzo! >>
ringhiò.
<< Crowley i tuoi poteri torneranno >>
disse pacato Aziraphale.
<< Torneranno e quando? E come faccio ad esserne certo?
>>
<< Perché sono stato io a proporre questo
accordo, loro avevano
intenzione di farti diventare umano per sempre e una volta morto per te
non ci
sarebbe più stata via di ritorno. >>
Crowley fece una smorfia deglutendo.
<< Gli umani non muoiono definitivamente, tutta quella
storia della
reincarnazione...- >>
<< Nel tuo caso non ci sarebbe stata nessuna
reincarnazione, ma io ho
fatto in modo che ciò non accadesse. >>
<< E come? Dandogli i tuoi poteri? >>
Aziraphale sorrise amaramente.
<< Non avrebbero mai accettato, ho preso il tuo posto, i
tuoi poteri
torneranno e questo periodo da umano dovrebbe servirti per meditare
sulle tue
azioni. >>
<< Un attimo cosa? Ripeti quello che hai detto
>> chiese Crowley
guardandolo confuso.
<< Che i tuoi poteri...- >>
<< No, no prima >> sbottò.
<< Che ho preso il tuo posto...? >>
Il demone sgranò nuovamente gli occhi fissando l'angelo come
se si fosse
trasformato in un albero di natale.
<< Tu cosa hai fatto!? Ma ti ha dato del tutto di volta
il cervello
Aziraphale!? >> cominciò a marciare avanti e
indietro mettendosi le mani
nei capelli.
<< Era l'unico modo per salvarti >>
spiegò.
<< Perché diavolo sei così calmo,
lo capisci che quando morirai tu
non...- >>
<< Lo so Crowley e l'ho accettato. >>
<< PERCHE'? >> strillo il demone
guardandolo sgomento.
<< Solo in questo caso sarebbero passati sopra a
ciò che hai fatto, già
tanto se hanno negoziato con me Crowley, cosa avrei dovuto fare secondo
te?
>>
<< Lasciare che punissero me cazzo! >>
Aziraphale soffiò l'aria dal naso.
<< Modera il linguaggio ti prego. >>
<< Oh fanculo tu e il linguaggio Aziraphale, cazzo io non
ci credo, non
ci credo che uno come te abbia potuto accettare un patto
così stupido! >>
Si agitava mentre gridava e non riusciva nemmeno a guardarlo negli
occhi.
<< Cosa pensavi di fare quando hai avuto questa brillante
idea? Credevi
di fare il martire? Ti faceva piacere morire sapendo che avevi salvato
una
povera anima dal suo triste destino!? >>
<< Crowley... >>
<< No non avvicinarti cazzo! Io vorrei darti un pugno
adesso! >>
<< Dammelo così ti sentirai finalmente meglio!
>> sbottò l'angelo
avvicinandosi e cercando i suoi occhi.
Il demone respirava a fatica, il suo petto si gonfiava e sgonfiava fino
allo
spasmo, aveva gli occhi spalancati, rossi e pieni di lacrime.
<< Tu non hai idea di quello che hai fatto, non dovevi
farlo, non sei
l'eroe della storia, nessuno si ricorderà di te...e
>>
<< Crowley basta >> lo afferrò
per i polsi e lo strinse in un
abbraccio forte, il demone posò la fronte sulla sua spalla e
cominciò a
singhiozzare accasciandosi su di lui.
<< Non dovevi farlo...non dovevi...cosa
succederà quando morirai...come
farò io senza di te >> piangeva e il suo corpo
magro si scuoteva,
l'angelo gli accarezzava la schiena tentando di calmarlo anche se
sapeva non
sarebbe stato facile.
<< Me ne andrò felice sapendo di averti
salvato la vita... >>
<< Io non te l'ho chiesto cazzo! >> la sua
voce uscì attutita a
causa della posizione.
<< Lo so, come io non ti ho mai chiesto di salvarmi ma tu
lo hai fatto
ugualmente >> rispose l'angelo con un tono di voce dolce.
<< Cosa succede se io muoio prima di tornare ad essere un
demone?
>> domandò corrugando le sopracciglia.
<< Ti daranno un altro corpo e rimarrai umano fino allo
scadere del
tempo, per un mese precisamente >> gli spiegò
Aziraphale.
<< Quindi non posso nemmeno morire e aspettarti.
>>
<< Crowley non avresti nessuno da aspettare...quello che
possiamo fare è
vivere il resto delle nostre vite...- >>
<< No! >> sbottò staccandosi
dall'abbraccio.
<< Col cazzo che me ne sto qui a vederti morire, ora
andiamo lassù e...-
>>
<< Non possiamo, siamo umani ricordi? >>
<< Non me ne frega un accidente! >> e
uscì dalla libreria, montò in
macchina seguito dall'angelo che tentava di spiegargli
l'impossibilità delle
sue azioni, ma Crowley aveva il viso puntato verso la strada e sembrava
non
sentire nemmeno una parola.
Arrivarono nel luogo dove erano situati gli ingressi di inferno e
paradiso,
Crowley salì a due a due i gradini che portavano al piano di
sopra ma una volta
in alto quello che vide erano altri umani e negozi, così
scese e afferrò
Aziraphale per un braccio trascinandolo con sé per le scale
ma anche all'angelo
non accadde niente.
<< Te l'ho detto >> disse e il demone
gemette frustrato
accasciandosi sul pavimento con le lunghe gambe stese in avanti, i
gradini
della scala mobile gli sbattevano contro ma a lui non importava, si
sentiva
impotente, questa volta sul serio.
<< E' questo che si prova ad essere umani?
>> domandò corrugando le
sopracciglia, la domanda sembrava essere stata posta più a
se stesso che
all'angelo.
Aziraphale gli posò una mano sulla spalla.
<< Andiamo a casa Crowley. >>