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Autore: ineffable    25/05/2023    0 recensioni
Seguito di "L'inizio della fine."
Dopo gli accadimenti con la creatura oscura, Aziraphale e Crowley si trovano davanti a una nuova sfida.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Gabriele
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Scintilla Divina




Dopo l'attacco da parte di quella creatura oscura Aziraphale aveva deciso di impacchettare nuovamente le sue cose che consistevano perlopiù nei suoi libri e trasferirsi nuovamente a Soho, quando se ne era andato aveva lanciato un miracolo alla sua libreria perché rimanesse vuota nel caso avesse avuto un cambio di idea ed era stata una decisione molto saggia a suo dire.
La sua vecchia casa non era cambiata, ma lui sì, per questo motivo gli sembrava di metterci piede per la prima volta, decise di fare le cose nella maniera più umana possibile così da impiegarci tempo, temeva il momento in cui non avesse avuto più nulla da fare, in quel caso la sua mente sarebbe stata libera di vagare e i ricordi di annientarlo.
Più volte si interrogava mentre riponeva un libro sullo scaffale o puliva una mensola se il suo ritorno a Londra fosse dovuto a un senso di nostalgia o se era direttamente collegato con ciò che era successo, ma la verità era che lo aveva fatto per Crowley, certo non si parlavano e non si vedevano ma lui si sentiva più sicuro a essere in un posto dove poteva tenerlo d'occhio.
Quando lui era lontano il suo amico era stato attaccato e nemmeno se lo ricordava, certo poteva accadere ancora ma Aziraphale sentiva il bisogno di essergli il più vicino possibile così da accorrere in suo aiuto nel caso si fosse presentata un'altra minaccia.
Nei momenti più bui però pensava di essere lui il pericolo più grave per il suo migliore amico, gli aveva spezzato il cuore due volte se non di più, tremava al pensiero di quelle che non sapeva, chissà in quanti altri momenti lo aveva ferito senza rendersene conto, ma Crowley c'era sempre stato, si era dimostrato un compagno e un alleato migliore di lui.
Crowley aveva ragione, era un codardo che non aveva abbastanza fegato di sceglierlo, se fosse stato un personaggio storico i libri avrebbero scritto di quanto fosse stato idiota e stupido e di quanto poco valore e lealtà avesse dimostrato, ma nemmeno questi pensieri erano sufficienti a donargli quella spinta, tremava all'idea che se fossero stati insieme qualcosa li avrebbe inevitabilmente separati e non avrebbe sopportato di perderlo.
Preferiva vivere lontano da lui ma sapendo che c'era piuttosto che sopportare un'esistenza intera senza la sua presenza, il demone era la sua costante, era l'unico amico che avesse mai avuto e forse qualcuno gli avrebbe suggerito di mentire quel giorno quando si erano baciati, avrebbe potuto dire una piccola bugia, dirgli che non ricambiava così avrebbero potuto rimanere amici, ma non era riuscito a fermarsi quando le braccia dell'amico lo avevano stretto, non era riuscito a guardarlo negli occhi e dirgli "io non ti amo."
Aziraphale soffriva ogni giorno e alcune mattine con gli occhi lucidi arrivava fino alla porta, appoggiava la mano sulla maniglia e poi prendeva un respiro profondo deciso ad andare a dirgli che sceglieva lui e non le sue paure, ma tutte le volte un terrore agghiacciante lo bloccava sul posto facendolo finire in lacrime accasciato per terra.
In quei momenti nutriva la speranza di vederlo arrivare, che gli prendesse il viso tra le mani e lo baciasse fino a lasciarlo senza fiato, svuotato da ogni lacrima e timore, poi si diceva che il giorno dopo sarebbe stato diverso, che il coraggio di varcare quella soglia lo avrebbe avuto e allora si asciugava le lacrime e iniziava la sua giornata, ecco cos'era a tenerlo vivo, la speranza.
Una volta si erano incontrati lungo la strada o meglio scontrati, si erano voltati a guardarsi, ad Aziraphale si erano illuminati gli occhi mentre il demone aveva già l'espressione infastidita di chi sta per dare addosso a qualcuno, ma subito quel broncio si era trasformato in una maschera apatica, lo aveva ignorato e tirato dritto e l'angelo si era sentito morire.
Avrebbe preferito essere insultato che il nulla, sapeva che se fosse stato un'altra persona l'amico gli avrebbe inveito contro intimandogli di guardare dove metteva i piedi, ma evidentemente nemmeno quello si meritava, era conscio della difficoltà di Crowley di capire il "ti amo ma non posso stare con te perché ho il terrore di perderti, il mio amore è troppo grande e ho paura di farti male sul serio" e a dire il vero anche lui faticava a capirsi a volte.
Quello che l'angelo non sapeva era che con il suo comportamento stava contribuendo ad incrementare il pensiero di Crowley secondo il quale lui non era abbastanza per nessuno, non era degno di ricevere amore in quanto essere oscuro, e nemmeno di darlo sempre per il medesimo motivo e se prima il demone aveva combattuto con le unghie e con i denti contro quel sentimento negativo ora sentiva che non ne valeva più la pena.
Perché combattere contro la propria natura si domandava?
Lo aveva fatto per tanto tempo e non aveva portato a niente, nessuna ricompensa, nessuna pacca sulla spalla, non che lui desiderasse queste cose ma ciò che aveva ottenuto era peggio di un premio, aveva conquistato il cuore del suo angelo, ma nello stesso tempo era stato rifiutato, ogni giorno si svegliava consapevole che Aziraphale era innamorato di lui ma la felicità durava meno di un secondo perché subito dopo il suo cervello gli ricordava che l'amico non voleva saperne di lui.
Nemmeno una volta aveva dubitato del suo amore, Aziraphale non avrebbe mai potuto mentirgli su una cosa del genere, sapeva che era sincero e forse era questo a fargli ancora più male, ovviamente non glielo avrebbe mai detto, si era impegnato a fargli sapere con lingua spinosa e parole pungenti che lo considerava un falso e un bugiardo anche se il suo cuore non la pensava così.

...

Tutti sapevano che alcuni ambienti erano pericolosi, soprattutto se frequentati da persone con il cuore esposto, fragile e ferito, da lì dentro ne era uscito distrutto con un mal di testa atroce e idee sbagliate che parlavano di potere, oscurità e malvagità.
Quel luogo rappresentava tutto ciò che lui non era, per questo una volta a casa aveva avuto l'istinto di chiamare il suo angelo, la sua luce, colui che rappresentava la speranza che in lui ci fosse rimasto qualcosa di buono, il telefono aveva squillato e dopo tre trilli la sua voce.
<< Spero proprio che sia un'emergenza perché non mi sembra l'orario...- >>
<< Angelo >> gracchiò.
<< Crowley? >>
<< Che succede stai bene? >>
<< Sì >> rispose il demone.
<< No. >>
<< Io... >>
<< Crowley... >>
Un singhiozzo fece sussultare il cuore di Aziraphale.
<< Crowley che cosa succede? Mi stai facendo preoccupare. >>
<< Angelo io...i-io ti amo. >>
Aziraphale deglutì il magone e i suoi occhi divennero presto umidi.
<< Anche io lo sai... >> rispose.
<< Stai con me angelo, ti prego sceglimi...almeno tu sceglimi... >>
<< Crowley ma... >>
Si sentì un tonfo dall'altro capo del telefono.
<< Crowley? >>
<< Aziraphale... >>
Poi il demone tirò su col naso, si asciugò gli occhi e schiarì la voce.
<< Tu non mi vorrai mai vero? >>
Il sospiro dell'angelo valse più di mille parole, Crowley attaccò il telefono e da quel momento diede un taglio a quella vita, a quel vecchio se stesso che aveva imparato ad amare, che aveva conosciuto i sentimenti positivi e oltre a provarli sapeva donarli, sarebbe diventato un altro, sarebbe diventato ciò che tutti si aspettavano di vedere.



...


In un solo mese il quartiere dove si erano stabilite le due creature ultraterrene piombò sotto una cappa di oscurità, a detta degli umani sembrava che qualsiasi cosa dovesse funzionare non funzionasse, c'erano continui blackout, le auto si rompevano, se prima i giri sporchi di denaro venivano presto o tardi scoperti ora passavano tutti inosservati, in tutto questo marasma solo i criminali, chi si occupava di attività illecite aveva vita facile.
Naturalmente l'angelo si era accorto di questo improvviso aumento di malvagità, ma certo non immaginava chi ne fosse la causa, non si aspettava che il re che tirava i fili fosse proprio quel dolce demone che gli aveva fatto compagnia sulla terra sin dai tempi più antichi.
Una sera Aziraphale decise di introdursi in un vecchio locale dove sapeva essere luogo di attività poco carine, c'era voluto un miracolo per farsi aprire la porta, lui non aveva proprio l'aspetto di un capo banda, una volta dentro notò che non era come se l'era immaginato.
Nella sua mente quel luogo doveva essere pieno di tipi robusti vestiti di pelle con orecchini e barbe appuntite, invece non era così, certo c'erano anche tipi del genere ma molti erano fasciati da completi eleganti, sembravano persone rispettabili e per un attimo l'angelo si chiese se avesse sbagliato posto.
Deglutì avanzando verso la zona bar, facendo molta attenzione a non urtare nessuno, Crowley una volta gli aveva raccontato che due umani avevano iniziato una rissa semplicemente per il fatto di essersi sfiorati e lui non voleva dar vita a niente di tutto ciò.
Il bancone era sudicio e appiccicoso, lo sgabello scomodo e il barista ci mise un quarto d'ora ad accorgersi di lui, finalmente gli servì la sua bevanda prestando attenzione a non essere troppo cordiale, Aziraphale si domandò che cosa ci faceva lì, non aveva un piano, non sapeva da dove partire e soprattutto chi o casa stava cercando.
Mentre fingeva di bere quella bevanda di dubbio gusto e colore tentava anche di dare un senso a tutto quello che aveva fatto fino a quel momento, poteva iniziare a fare domande in giro, forse la cosa migliore era amalgamarsi a quella comunità, domandare come andavano le cose e se ci fossero novità in giro, mentre era perso in quei pensieri qualcuno lo urtò sedendoglisi accanto, d'istinto si voltò e il suo cuore perse un battito, facendolo rimanere senza fiato.
Si aspettava di essere ignorato come le volte in cui si erano incontrati per caso, invece quella volta accadde qualcosa di diverso, il demone gli rivolse un sorriso ma non uno dei suoi, era ampio e il suo viso sembrava quello di un predatore che aveva avvistato la propria preda.
<< Aziraphale anche tu ti sei dato alla vita notturna adesso? >> gli diede una pacca sulla spalla appoggiandosi poi al bancone, ordinò un drink e il barista glielo servì subito facendogli un occhiolino.
<< A quanto pare ti conoscono bene in questo posto, io ho aspettato una vita per ricevere da bere >> disse l'angelo avendo notato quello scambio di sguardi.
Crowley si sistemò sullo sgabello e afferrò il suo bicchiere.
<< Non te la prendere, è che a queste persone non piacciono quelli come te >> e bevve un lungo sorso.
Aziraphale sollevò un sopracciglio e con le dita allontanò il suo bicchiere, non aveva intenzione di avvelenarsi con quella roba.
<< Quelli come me? >> domandò
<< Sì hai capito bene, quelli con la puzza sotto al naso, perfettini a non finire blah... >> accompagnò la frase con una gesto della mano, l'angelo ovviamente si sentì ferito da quelle parole ma non poteva aspettarsi diversamente da lui, evidentemente era ancora arrabbiato, la felicità che aveva provato quando gli aveva rivolto la parola non era durata nemmeno cinque minuti.
Una donna si avvicinò posizionandosi tra i loro sgabelli, aveva occhi solo per il demone, sembrava quasi che Aziraphale fosse trasparente lì dentro.
<< Signor Crowley quella cosa è arrivata >> sussurrò.
<< Grazie dolcezza arrivo subito >> rispose con un sorriso poi scese con un saltello, rivolse la sua attenzione all'ex amico sfoderando un altro sorriso totalmente forzato.
<< Hai sentito angelo, richiedono la mia presenza >> disse e gli diede un colpetto sotto il mento, Aziraphale si affrettò a scendere per fermarlo, gli strinse appena il braccio con una mano ma Crowley lo fulminò con lo sguardo, così la tolse subito.
<< Possiamo parlare prima che tu vada a fare qualunque cosa ti attenda? >>
<< Mi dispiace Aziraphale ma sono veramente molto impegnato, solitamente chi vuole parlare con me richiede un appuntamento, ho due segretari molto affidabili che...- >>
<< Hai due segretari? >> domandò stupito l'angelo.
Il demone annuì ma Aziraphale scosse la testa, non c'era tempo per mettersi a puntualizzare su certe faccende.
<< Ti ruberò solo pochi minuti promesso. >>
<< E va bene mio caro Zira, posso chiamarti così vero? >> non gli lasciò il tempo di rispondere che gli avvolse un braccio intorno alle spalle e lo condusse verso l'esterno.
<< Ragazzi torno subito >> disse rivolgendosi a un gruppo di persone che stavano in fondo al locale e poi uscirono.
Il cielo era buio, nessuna stella e nemmeno la luna sembrava brillare in quell'angolo di strada fetido, i rifiuti si accalcavano ai lati e il terreno era bagnato dalla pioggia scesa poche ore prima, Aziraphale si allontanò dalla porta con il demone al seguito, si fermò incrociando le braccia.
<< Si può sapere che cosa sta succedendo? Perché ti comporti in questo modo strano? >>
<< Che intendi per strano? >> domandò Crowley arricciando le sopracciglia verso la radice del naso.
<< Frequenti questi posti che sono il male persino per te e la cosa peggiore è che sembri essere il capo di tutta quella gente losca che c'è lì dentro, tutti ti conoscono e io ho paura di saperne il motivo e in più non indossi gli occhiali da sole, Crowley potrebbero scoprirti >> disse preoccupato Aziraphale.
Tutto si aspettava tranne di scatenare un sorriso su quelle labbra sottili.
<< Loro sanno già chi sono >> rispose con noncuranza il demone.
<< Scherzi...dimmi che scherzi. >>
La chioma rossa si scosse in senso di diniego.
<< Dovevo pur farmi un nome angelo >> spiegò sollevando le spalle.
<< E comunque quello che succede non sono affari tuoi >> disse poi ficcandosi le mani in tasca.
<< Lo sono se metti in pericolo la nostra esistenza! >>
Crowley scoppio in una risata, si chinò in avanti col busto e poi si rimise dritto.
<< Gli umani sanno della nostra esistenza da migliaia di anni! >>
<< Loro credono in noi ma non hanno le prove! >> sbottò Aziraphale, non poteva credere alle sue orecchie, era agitato e aveva una pessima sensazione.
<< Non è questo che voi di sopra cercate di ottenere? Che credano in voi e che abbiano fede a tal punto da mettere la loro misera vita nelle vostre potenti e misericordiose mani? >> il tono che usò non piacque all'angelo.
<< Bè per noi è lo stesso, abbiamo la stessa missione possiamo dire >> spiegò guardando verso il basso e poi aggiunse.
<< Non ho bisogno di nascondermi da chi mi conosce davvero. >>
<< Sei tornato ad allearti con...quelli di sotto? >> sussurrò Aziraphale sgomento.
<< Se non lo hai ancora capito mio caro Aziraphale io non ho bisogno di nessuno >> e lo prese per le spalle facendolo voltare.
<< Ora se non ti dispiace levati dai piedi, devo lavorare >> lo lasciò e con una piroetta si voltò per tornare dentro, Aziraphale si girò verso di lui deglutendo.
<< Crowley...tu non sei così. >>
Il demone inchiodò sul posto, strinse i pugni e fece marcia indietro, afferrò l'angelo per i lembi del cappotto e lo tirò a sé.
<< Oh invece lo sono eccome, e tu ancora non hai visto niente, non hai idea di quello che posso fare... >>
Mentre parlava i suoi occhi sembravano lampeggiare come fari gialli che brillano nella notte, nelle sue pupille Aziraphale vide come una voluta di fumo che prendeva la forma di un serpente e la voce gli arrivava alle orecchie come un sibilo sottile e pungente.
<< Se non vuoi rimanerci secco non tornare più da queste parti >> intimò lasciandolo andare.
<< Capito Aziraphale? Non.Tornare. >>
Detto questo rientrò.
Aveva la prova che cercava, quando era entrato in quel bar si aspettava di scoprire che tutte quelle attività criminose erano dovute a una qualche organizzazione che aveva deciso di prendere il controllo della città, e quella sarebbe stata una bella notizia in confronto a ciò che aveva scoperto.
Il suo amico, il suo migliore amico era coinvolto anzi era l'artefice di tutto e nemmeno sembrava dispiaciuto, nel cuore di Aziraphale si fece strada la voce che incolpava lui del voltafaccia di Crowley, se non lo avesse abbandonato a se stesso...Ma ora cosa poteva fare? Era da solo, ma in fondo non lo era sempre stato? Lo avevano mandato sulla terra per fronteggiare le minacce nemiche e lui lo aveva fatto, o almeno all'inizio fino al momento dell'accordo ma adesso era tutto cambiato.
Quando tornò a casa sentì il bisogno di farsi una doccia calda per togliere tutto lo sporco e la puzza di fumo e alcol pessimo che si sentiva addosso, anche se la sporcizia la sentiva radunata dentro il petto e nemmeno raccolta in comodi sacchettini ma sparsa qua e là.
Doveva assolutamente scoprire che cosa aveva in mente Crowley, quale fosse il suo piano, perché l'obbiettivo era molto chiaro, anche se aveva abbandonato il paradiso non poteva certo assistere allo sfacelo della città in cui abitava senza muovere un dito, un conto erano piccoli peccatucci sui quali chiudere un occhio ma quello che stava accadendo era davvero troppo, si stupì però che gli altri angeli non fossero ancora intervenuti...
FUUUM
Non fece in tempo a pensarlo che un fascio di luce illuminò il bagno facendolo gridare.
<< Aziraphale ci sei tu lì dietro? >>
L'angelo si era spiaccicato contro le mattonelle fredde, teneva in mano la saponetta e guardava con terrore l'ombra che stava dietro la tendina della doccia.
<< G-Gabriele? >>
<< Sì, pensi di degnarti... >> iniziò a dire afferrando la tenda.
<< NO! >> urlò Aziraphale.
<< Ma che ti prende? >> domandò l'arcangelo sollevando un sopracciglio.
<< S-sono...sono nudo. >>
<< Nudo? E perché sei nudo? >>
<< P-Perché...Sei venuto qui per uccidermi? >> domandò spostando gli occhi celesti da una parte all'altra, quella situazione era assurda, per una volta che decideva di lavarsi come facevano gli umani ecco che gli piombava il suo ex capo dentro al bagno.
<< No >> rispose condiscendente Gabriele sollevando gli occhi al cielo, avrebbe voluto ma aveva ricevuto ordini molto precisi secondo i quali non poteva avvicinarsi a quell'angelo se non fosse stato strettamente necessario, burocrazia aveva sbuffato l'arcangelo quando gli era arrivata la lettera.
<< Oh meno male >> chiocciò Aziraphale.
<< Ascolta Gabriele perché non mi aspetti di sotto, io mi do una sistemata e arrivo. >>
Sia mai che un arcangelo e non uno qualsiasi ma l'arcangelo Gabriele prenda ordini da un principato che oltre ad essere sotto di lui era macchiato di tradimento nei confronti della sua stessa fazione, così schioccò le dita e l'angelo si ritrovò vestito dentro la doccia.
<< Possiamo fare anche così se vuoi >> disse più a se stesso che al suo vecchio superiore, poi uscì con un forte sospiro.
Al piano di sotto a Gabriele era stata offerta una tazza di tè che ovviamente aveva rifiutato, i due esponenti dei cieli erano seduti l'uno di fronte all'altro, e Aziraphale aspettava paziente che il suo vecchio capo gli dicesse il motivo di quella s-piacevole visita.
<< Sai perché sono qui >> disse invece e non sembrava affatto una domanda.
<< Veramente no >> rispose l'angelo causando uno sbuffo al suo interlocutore.
<< Non hai notato niente negli ultimi tempi? Capisco tu ci abbia traditi e sicuramente non ti importi un fico secco di ciò che succede qui e dei tuoi compiti, ma addirittura non vedere ciò che hai sotto al naso mi sembra troppo persino per te. >>
Aziraphale ignorò le poco velate accuse e si concentrò sul resto.
<< Ti riferisci all'aumento delle attività diciamo...- >>
<< Demoniache sì >> continuò Gabriele puntando l'indice verso di lui come se avesse centrato il punto.
<< Sì ho notato >> rispose Aziraphale rimanendo criptico, l'arcangelo sollevò entrambe le sopracciglia come se si aspettasse di sentirlo continuare la frase.
<< E? >>
<< E cosa? >> domandò l'angelo fingendosi ingenuo.
Gabriele ovviamente non tardò a mostrare il suo disappunto.
<< Seriamente Aziraphale non hai la minima idea del perché io sia qui? >>
<< Sinceramente no Gabriele. >>
<< E' peggio di ciò che pensavo, non solo hai impedito la nostra ovvia vittoria ma ora lasci passare liscia ogni attività che almeno per dovere verso il tuo creatore dovresti fermare e non mi riferisco certo a stupidaggini, sai bene che conosciamo il colpevole di tutto questo, il tuo tentativo di fingere che non sia così è patetico. >>
L'angelo gonfiò il petto prendendo un respiro.
<< Sono certo voi lo sappiate come lo so io e mi sono anche dato da fare per capire che cosa stia effettivamente succedendo, ci deve essere un motivo se...- >>
<< Un motivo? Qui non si tratta di una guerra Aziraphale, noi del cielo lasciamo passare molte cose ma qui l'attività criminale è al completo sbando, qualcuno si renderà presto conto che c'è qualcosa di strano. C'è il completo caos, come se tutta l'intera città fosse impazzita e non solo le persone ma anche gli oggetti. Credi che gli umani siano stupidi? Bè molti di loro lo sono ma certo non sono ciechi e Dio non voglia che scoprano cosa si celi dietro tutto questo caos. >>
<< In questo momento due di noi sono dal tuo amichetto...- >>
Aziraphale scattò in piedi allarmato ma l'arcangelo lo fermò con un gesto della mano.
<< Vogliono solo avvisarlo di andarci più piano, questo è un avvertimento sia per te che per lui, se non dovesse fermarsi interverremo noi estirpando la minaccia alla radice e non credo proprio che ai suoi colleghi mancherà e questo si collega al motivo per cui sono qui, ti chiedo di non metterti in mezzo nel caso in cui fosse necessaria un'azione da parte nostra. >>
L'angelo rise spostando lo sguardo, prima non lo avrebbe mai fatto, ridere in faccia a Gabriele gli sarebbe costato il posto.
<< Mi stai chiedendo davvero di rimanere a guardare mentre voi vi accalcate per fare fuori il mio migliore amico? >>
Gabriele fece una smorfia, era davvero grave la situazione.
<< Sapevo avresti reagito così, Dio ti ha protetto la prima volta ma non ce ne sarà una seconda...- >>
<< Io non credo che Lei...- >>
<< Shh chiudi il becco >> accompagnò le parole chiudendo il pollice e l'indice tra loro.
<< Sei stato avvisato Aziraphale, a causa del tuo atteggiamento ho ricevuto delle lamentele, sembra che il mio comportamento sia un filino eccessivo a volte...- >>
<< Un filino... >> sussurrò l'angelo spostando lo sguardo di lato.
<< Per questo non posso agire come vorrei, ma sia chiaro questa volta non ci saranno superstiti e non parlo solo di lui. >>
<< Mi stai minacciando Gabriele? >> domandò guardandolo dritto negli occhi.
<< Ti sto avvisando. >>
Aziraphale si leccò le labbra, doveva rimanere calmo e lucido.
<< Lasciate fare a me, ci penso io a risolvere questa cosa. >>
<< Come hai fatto fin'ora? >>
<< No >> rispose l'angelo e poi continuò.
<< Farò in modo che tutto finisca ma dovete darmi tempo. >>
<< Perché mai dovremmo fidarci di te? >>
<< Perché se non otterrò risultati interverrete voi e io da solo, contro tutti voi...Bè è chiaro che non avrò speranze. >>
Gabriele ci pensò su poi sospirò.
<< Va bene, una settimana non di più. Al termine di essa avrai esaurito tutte le tue possibilità >> disse alzandosi, Aziraphale annuì e poi Gabriele sparì in un fascio di luce così come era arrivato.
L'angelo non sapeva da dove partire, sette giorni erano veramente pochi e Crowley non si sarebbe lasciato convincere da qualche parolina e nemmeno dalle minacce, era certo che a quegli angeli che erano andati a intimorirlo avesse riso in faccia, doveva pensarci lui, la vita del suo migliore amico era nelle sue mani.
Non aveva mai creduto alla storia della malvagità nemmeno quando il demone gli aveva confessato dritto in faccia che intendeva fare del suo peggio, per questo dopo un'illuminazione improvvisa si mise a controllare che cosa avessero in comune tutti quegli eventi, era certo che ci fosse qualcosa sotto.
La ricerca durò due giorni interi ma alla fine capì.
<< Non è mai morto nessuno...e nemmeno ci sono stati feriti >> sussurrò al giornale che stava leggendo.
Era venuto fuori che in tutte quelle strane attività che erano accadute fino a quel momento tutti gli umani coinvolti erano rimasti illesi, il tasso giornaliero di morti o feriti era quello di sempre, ciò significava che l'attività demoniaca non aveva influito sui consueti accadimenti, si poteva dire che il demone Crowley si stesse divertendo più del solito con gli umani ma dentro al suo cuore era sempre lo stesso.
Aziraphale posò il giornale e uscì diretto a casa dell'amico, avrebbe parlato con lui o almeno ci avrebbe provato, destino volle che lo incontrò per strada, era circondato da un gruppo di gente dalle facce poco raccomandabili, l'angelo strinse i pugni e si fece coraggio avvicinandosi a passo di marcia, il tratto di strada che lo portò fino a lui si rivelò più breve del previsto e questo gli fece perdere un po' della sicurezza che aveva cercato di infondersi.
<< Crowley >> iniziò.
Deglutì.
<< Dobbiamo parlare. >>
<< Ma tu guarda che carino >> squittì una ragazza avvicinandosi a lui e sfiorandogli il viso.
Poi un tipo gli avvolse il braccio intorno alla spalla.
<< Non male davvero >> commentò.
Aziraphale si innervosì all'istante e si scostò.
<< Levatemi le mani di dosso >> sbottò.
Poi aggiunse.
<< Per favore. >>
<< Crowley conosci questo tipo? >>
Il demone fissò Aziraphale che lo guardava tristemente.
<< No, mai visto in vita mia >> rispose freddo.
Gli occhi di Aziraphale tremarono diventando lucidi, strinse le labbra tentando di trattenere quell'emozione che minacciava di uscire e travolgerlo.
<< Ti supplico Crowley, poi non ti disturberò più. >>
<< Avanti Cro portiamolo con noi, è così tenero >> fu la ragazza a parlare e l'angelo si domandò in che rapporti fosse con lei e con tutti loro, che cosa rappresentava, un capo, un amico o qualcosa di diverso?
<< Sapete? Mi avete convinto, chissà magari gli viene voglia di aiutarci >> ghignò Crowley, Aziraphale deglutì ma decise di seguirli, se quello era l'unico modo di tenerlo d'occhio lo avrebbe fatto, gli altri lo afferrarono strattonandolo e riempiendolo di domande mentre camminavano e il demone osservava tutto da dietro a braccia incrociate.
<< Allora come ti chiami bellezza? >>
<< Ehm...A-Az...- >>
<< Si chiama Zira >> intervenne Crowley e l'angelo faticò a comprenderne il motivo.
<< Avevi detto non lo conoscevi. >>
<< Bè mi è tornato in mente >> rispose piccato.
Arrivarono nei pressi di quella che sembrava una grande casa, era evidentemente abbandonata e loro entrarono tranquillamente, rispetto a come appariva fuori l'interno era curato, come se qualcuno se ne occupasse regolarmente, Aziraphale si guardò intorno ma non riuscì a farsi una vera e propria idea perché quel ragazzo e la ragazza lo spinsero sul divano e gli si sedettero accanto.
<< A-Allora cosa si fa qui? >> balbettò tentando di scostarseli di dosso.
<< Oh lo scoprirai presto dolcezza >> rispose l'uomo accarezzandogli lascivamente il braccio, Aziraphale che era ingenuo ma non stupido realizzò e si alzò di scatto indietreggiando.
<< N-no! Io non... >> poi si voltò a guardare Crowley che lo fissava con aria indifferente.
<< Crowley... >>
<< Vieni con me >> disse e l'angelo si sentì sollevato, sensazione che durò poco perché il demone lo portò attraverso un corridoio lungo e scuro.
<< D-dove stiamo andando? >>
Il demone schioccò le dita lunghe e sottili e le luci si accesero.
<< Che cosa vuoi? Perché sei venuto? >> gli domandò guardandolo sempre con quello sguardo spento.
<< Tu mi hai portato qui >> rispose l'angelo riprendendo un po' di tono.
<< E tu non ti sei tirato indietro >> gli rispose l'altro.
<< Davvero fate certe cose? >> gli domandò Aziraphale.
<< Anche tu? >> chiese poi, era forse gelosia la sua o preoccupazione?
<< Quello che faccio non ti riguarda, non è più affar tuo da quando mi hai dato il ben servito. Se vuoi restare resta ma sappi che non ti permetterò di rovinare i miei piani. Sai perché ti ho permesso di venire con noi? Perché non mi importa più niente di te, mi sei indifferente, l'unica cosa che voglio è che non mi intralci. >>
Aziraphale percepì quelle frasi come se fossero veleno e in effetti era quello il senso che voleva dargli Crowley, desiderava percepisse tutto il malessere che provava e si sentisse in colpa per questo.
<< Mi spiace deluderti ma sono qui per questo, Crowley stai rischiando grosso te ne rendi conto? >> disse con l'espressione preoccupata.
<< Ah ho capito quelli che ho rimandato in paradiso con un biglietto di non ritorno sono venuti a piagnucolare da te, come se possa funzionare >> sbuffò una risata.
<< Non è così o meglio è vero che sono venuti ma solo per avvisarmi, sei in pericolo e se non la smetti loro ti uccideranno >> possibile che non capisse quanto fosse grave la faccenda, lui ovviamente non avrebbe mai permesso lo toccassero ma sarebbe stata dura questa volta salvarsi.
<< Ridicolo, hanno già visto che sono immune all'acqua santa >> alzò le spalle con aria indifferente.
<< Io sono immune Crowley! Piantala di giocare così con la tua vita! >>
<< Allora uccidimi tu Aziraphale avanti >> aprì le braccia e lo guardò con occhi spenti.
<< In fondo è per questo che sei stato creato, solleva un po' di lavoro a quei damerini, scommetto ti daranno un premio riammettendoti in paradiso. >>
L'angelo si avvicinò di qualche passo serio in volto.
<< Lo capisci che l'unica cosa di cui mi importa sei tu? >>
Crowley strinse le labbra, si avvicinò con passo lento e studiò l'espressione di Aziraphale, gli posò una mano sulla guancia e avvicinò il viso, l'angelo tremava, aveva cominciato a farlo quando lo aveva visto avanzare ma non era un tremore di paura.
<< Anche tu prima eri l'unico di cui mi importava davvero, l'unico per cui valesse la pena lottare. >>
<< Che cosa ti è successo Crowley? >> sussurrò l'angelo sollevando il viso e trovandosi a pochi centimetri da quello dell'amico.
<< Tu ecco cosa, non mi ha fatto diventare malvagio l'inferno ma la tua presenza sì, hai tirato fuori la mia vera natura Aziraphale, dovresti esserne felice, un altro diavolo da consegnare alle guardie armate dei cieli. >>
<< Non sei cattivo >> disse deglutendo e il demone si staccò.
<< Piantala, lo sai benissimo anche tu che non è vero. >>
<< Io so chi sei davvero, anche se forse non ti piace l'idea, sono l'unico che ti conosce e che ha visto le parti più fragili di te. >>
<< ZITTO! Smettila di dire bugie su bugie, non mi avresti mai amato se fossi stato diverso! Se fossi stato malvagio, se fossi stato come loro! >> indicò il pavimento e poi gli puntò l'indice contro.
<< Non mi avresti nemmeno guardato! >>
<< Io ti amo proprio per come sei! Non puoi sapere come sarebbero state le cose perché sono così e né tu né io possiamo cambiarle >> anche Aziraphale si era alterato, aveva le guance rosse e gli occhi lucidi, non era mai stato così arrabbiato in vita sua, nemmeno quando aveva scoperto la vera natura di alcuni suoi superiori, lì forse era stato più che altro deluso.
<< Basta non voglio più ascoltarti >> sbottò il demone voltandogli le spalle ma Aziraphale lo fermò con una frase.
<< Credi che non sappia cosa stai facendo davvero? E' già successo una volta, quando volevi rubare l'acqua santa, io lo sono venuto a sapere e questa volta non è diversa Crowley. So che non stai facendo del male a nessuno, i tuoi sono solo dispetti perché sei arrabbiato ma lo sei con me non con l'umanità. >>
Si leccò le labbra secche poi continuò.
<< E' con me che dovresti prendertela non con loro, soprattutto se il tuo operato ti fa rischiare la vita. >>
Crowley abbassò le spalle rassegnato come se il suo petto si fosse svuotato di qualcosa.
<< Non ho più una vita di cui mi importi combattere... >>
Poi la sua gola emise un suono, un rantolo goffo e spezzato.
<< Angelo hai idea di come ci si sente quando la persona che ami più di te stesso ti dice di amarti ma poi ti rifiuta? >>
Gli occhi di Aziraphale cominciarono a lacrimare, aveva voglia di correre ad abbracciarlo ma non era il caso in quel momento.
<< Fallo tu a me, dimmi che mi ami ma che non mi vuoi. >>
Il demone soffiò una risata amara, si asciugò gli occhi ringraziando Qualcuno di trovarsi ancora di spalle.
<< Non posso, perché io ti voglio angelo, perché sono così fottuttamente innamorato di te che se mi baciassi qui, adesso, dicendomi che mi desideri e che vuoi stare con me io lascerei tutta questa merda per seguirti, dimenticando il fatto che mi hai fatto sentire uno schifo per più di un anno. >>
Il cuore dell'angelo perse un battito prima di cominciare a galoppargli forte nel petto, si avvicinò a lui con la gola stretta e gli occhi che bruciavano, allungò una mano e afferrò delicatamente quella sottile di Crowley, la strinse commuovendosi di poter sentire di nuovo il calore del suo corpo dopo tanto tempo.
<< Allora vieni a casa con me... >>
Il demone ebbe un sussulto ma poi soffiò << non posso... >>
<< Perché? >> domandò l'angelo tentando di mantenere ferme le lacrime.
<< Perché viverti accanto sapendo che mi vuoi ma senza poterti avere è una punizione peggiore dell'inferno. >>
A quel punto Aziraphale si spostò mettendosi di fronte a lui, gli prese il volto tra le mani cercando quegli occhi che erano diventati di un oro spento, come se avessero perso la luce che li faceva brillare.
<< Mi dispiace di averti fatto del male Crowley. >>
Il demone fece un mezzo sorriso ingoiando il magone.
<< Non importa angelo, tu hai fatto quello che potevi, mi hai fatto sentire cosa significa essere amati, almeno per un po'... >>
Aziraphale si alzò in punta di piedi, poi posò la fronte su quella di Crowley, chiuse gli occhi, altre lacrime scesero rigandogli le guance.
<< Perdonami...non accadrà più, non ti ferirò mai più amore mio >> poi lo baciò sulla fronte, il demone singhiozzò combattendo l'istinto di lasciarsi andare tra quelle braccia dall'aspetto così caldo e accogliente.
<< Risolverò questa cosa, penserò a tutto io te lo prometto >> lo lasciò andare e con un'ultima occhiata triste voltò le spalle e percorse quel lungo corridoio a ritroso, con il cuore a pezzi che sanguinava e gli occhi che non la smettevano di produrre lacrime.



...


Una settimana era passata e Crowley aspettava il momento in cui sarebbero venuti a prenderlo, Aziraphale gli aveva rivelato il piano degli angeli ma lui non aveva intenzione di fare nulla, quando quell'ultimo giorno volse al termine alzò il viso verso il cielo sbeffeggiandolo.
<< Tutto qui? Sarebbe questa la vostra punizione? >> rise.
<< Patetici >> disse e si buttò sul divano, erano parecchie ore che si sentiva strano ma non ci aveva dato molto peso, schioccò le dita per accendere il televisore ma non accadde niente, riprovò ma nulla, prima di farsi prendere dal panico tentò di compiere altri miracoli ma niente accadeva, nemmeno una scintilla di potere.
<< Non è possibile, che cazzo... >>
Corse fuori raggiungendo la Bentley e con suo grande sgomento nemmeno lei rispondeva ai suoi comandi, dovette far uso delle chiavi per aprirla, una volta dentro la mise in moto ma le canzoni dei Queen non partirono in automatico come solitamente succedeva.
Deglutì poi ringhiò e partì con una furia cieca verso la libreria di Aziraphale.
Entrò spalancando le porte come un tornado senza curarsi della possibile presenza di qualche cliente, afferrò l'angelo per la giacchetta che indossava solitamente nei suoi momenti di relax e gli ringhiò contro.
<< Che cazzo mi hanno fatto i tuoi parla! >>
<< Crowley per prima cosa calmati. >>
<< Non dirmi di calmarmi! Io non riesco più a...sono...non dirmi che sono umano. >>
Aziraphale lo guardò come si fa con i bambini che sono nel pieno di un capriccio.
<< Se mi lasci spiegare... >>
<< Non c'è niente da spiegare! >> lo spinse.
<< Mi hanno trasformato in un umano, in un umano cazzo Aziraphale! >>
Poi un odore nell'aria lo distrasse.
<< C'è qualcosa di strano >> disse.
<< E' quello che vorrei dir...- >>
Crowley non lo lasciò finire e lo fissò sgranando gli occhi.
<< Anche tu...anche tu sei umano. >>
<< Sì >> sospirò l'angelo.
<< Ma cosa...che paradiso significa, perché hanno punito anche te? >>
<< Avevi detto che avresti risolto la cosa, bel modo cazzo! >> ringhiò.
<< Crowley i tuoi poteri torneranno >> disse pacato Aziraphale.
<< Torneranno e quando? E come faccio ad esserne certo? >>
<< Perché sono stato io a proporre questo accordo, loro avevano intenzione di farti diventare umano per sempre e una volta morto per te non ci sarebbe più stata via di ritorno. >>
Crowley fece una smorfia deglutendo.
<< Gli umani non muoiono definitivamente, tutta quella storia della reincarnazione...- >>
<< Nel tuo caso non ci sarebbe stata nessuna reincarnazione, ma io ho fatto in modo che ciò non accadesse. >>
<< E come? Dandogli i tuoi poteri? >>
Aziraphale sorrise amaramente.
<< Non avrebbero mai accettato, ho preso il tuo posto, i tuoi poteri torneranno e questo periodo da umano dovrebbe servirti per meditare sulle tue azioni. >>
<< Un attimo cosa? Ripeti quello che hai detto >> chiese Crowley guardandolo confuso.
<< Che i tuoi poteri...- >>
<< No, no prima >> sbottò.
<< Che ho preso il tuo posto...? >>
Il demone sgranò nuovamente gli occhi fissando l'angelo come se si fosse trasformato in un albero di natale.
<< Tu cosa hai fatto!? Ma ti ha dato del tutto di volta il cervello Aziraphale!? >> cominciò a marciare avanti e indietro mettendosi le mani nei capelli.
<< Era l'unico modo per salvarti >> spiegò.
<< Perché diavolo sei così calmo, lo capisci che quando morirai tu non...- >>
<< Lo so Crowley e l'ho accettato. >>
<< PERCHE'? >> strillo il demone guardandolo sgomento.
<< Solo in questo caso sarebbero passati sopra a ciò che hai fatto, già tanto se hanno negoziato con me Crowley, cosa avrei dovuto fare secondo te? >>
<< Lasciare che punissero me cazzo! >>
Aziraphale soffiò l'aria dal naso.
<< Modera il linguaggio ti prego. >>
<< Oh fanculo tu e il linguaggio Aziraphale, cazzo io non ci credo, non ci credo che uno come te abbia potuto accettare un patto così stupido! >>
Si agitava mentre gridava e non riusciva nemmeno a guardarlo negli occhi.
<< Cosa pensavi di fare quando hai avuto questa brillante idea? Credevi di fare il martire? Ti faceva piacere morire sapendo che avevi salvato una povera anima dal suo triste destino!? >>
<< Crowley... >>
<< No non avvicinarti cazzo! Io vorrei darti un pugno adesso! >>
<< Dammelo così ti sentirai finalmente meglio! >> sbottò l'angelo avvicinandosi e cercando i suoi occhi.
Il demone respirava a fatica, il suo petto si gonfiava e sgonfiava fino allo spasmo, aveva gli occhi spalancati, rossi e pieni di lacrime.
<< Tu non hai idea di quello che hai fatto, non dovevi farlo, non sei l'eroe della storia, nessuno si ricorderà di te...e >>
<< Crowley basta >> lo afferrò per i polsi e lo strinse in un abbraccio forte, il demone posò la fronte sulla sua spalla e cominciò a singhiozzare accasciandosi su di lui.
<< Non dovevi farlo...non dovevi...cosa succederà quando morirai...come farò io senza di te >> piangeva e il suo corpo magro si scuoteva, l'angelo gli accarezzava la schiena tentando di calmarlo anche se sapeva non sarebbe stato facile.
<< Me ne andrò felice sapendo di averti salvato la vita... >>
<< Io non te l'ho chiesto cazzo! >> la sua voce uscì attutita a causa della posizione.
<< Lo so, come io non ti ho mai chiesto di salvarmi ma tu lo hai fatto ugualmente >> rispose l'angelo con un tono di voce dolce.
<< Cosa succede se io muoio prima di tornare ad essere un demone? >> domandò corrugando le sopracciglia.
<< Ti daranno un altro corpo e rimarrai umano fino allo scadere del tempo, per un mese precisamente >> gli spiegò Aziraphale.
<< Quindi non posso nemmeno morire e aspettarti. >>
<< Crowley non avresti nessuno da aspettare...quello che possiamo fare è vivere il resto delle nostre vite...- >>
<< No! >> sbottò staccandosi dall'abbraccio.
<< Col cazzo che me ne sto qui a vederti morire, ora andiamo lassù e...- >>
<< Non possiamo, siamo umani ricordi? >>
<< Non me ne frega un accidente! >> e uscì dalla libreria, montò in macchina seguito dall'angelo che tentava di spiegargli l'impossibilità delle sue azioni, ma Crowley aveva il viso puntato verso la strada e sembrava non sentire nemmeno una parola.
Arrivarono nel luogo dove erano situati gli ingressi di inferno e paradiso, Crowley salì a due a due i gradini che portavano al piano di sopra ma una volta in alto quello che vide erano altri umani e negozi, così scese e afferrò Aziraphale per un braccio trascinandolo con sé per le scale ma anche all'angelo non accadde niente.
<< Te l'ho detto >> disse e il demone gemette frustrato accasciandosi sul pavimento con le lunghe gambe stese in avanti, i gradini della scala mobile gli sbattevano contro ma a lui non importava, si sentiva impotente, questa volta sul serio.
<< E' questo che si prova ad essere umani? >> domandò corrugando le sopracciglia, la domanda sembrava essere stata posta più a se stesso che all'angelo.
Aziraphale gli posò una mano sulla spalla.
<< Andiamo a casa Crowley. >>










 













 

   
 
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