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Autore: Sana_jasm97    27/05/2023    0 recensioni
Trunks, Goten e Marron sono migliori amici sin dall'infanzia: stesse avventure, stessa scuola, stesse amicizie, più che amici sembrano tre fratelli, e niente e nessuno è in grado di separarli. Ma stanno crescendo, e l'amore inizia ad entrare nelle loro vite. Cambierà il loro rapporto? Questa amicizia resterà tale?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Marron/Trunks
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un’amicizia cap 2


-Sì, certo che mi ricordo di quella volta che finimmo in piscina in piena notte. - le rispose Goten quando Marron glielo chiese. I due ragazzi stavano trascorrendo la ricreazione seduti su una panchina, nel cortile della scuola. Il ragazzo sorrise. -Bulma era talmente incavolata che il giorno dopo ci ha fatto pulire tutta la casa, nonostante ci fossimo presi un raffreddore. -
-Eravamo così stanchi quella notte che ci siamo addormentati senza nemmeno toglierci i vestiti bagnati. -  ricordò divertita Marron. -Però almeno da quel giorno ho iniziato a prendere seriamente le lezioni di volo, però da mio padre. – concluse ridendo, e l’amico le diede un pizzicotto sul braccio. 
-Oggi Trunks non è venuto a scuola? - chiese dopo un po’ Marron, dopo aver ingerito l’ultimo boccone della sua merenda, voltandosi in cerca dell’amico.
-Ehm, no, stava male ed è rimasto a casa. - rispose vago Goten, evitando il suo sguardo.
Marron incrociò le braccia e lo fissò. -Goten, ti conosco da una vita, so benissimo quando menti. -
-Va bene, va bene! - il ragazzo alzò le braccia in segno di resa. -Non è venuto perché doveva uscire con una ragazza. -
Marron scosse la testa, delusa. -Quel ragazzo è irrecuperabile! Ha la maturità tra un mese, dovrebbe impegnarsi di più nello studio! -
-Mica siamo tutti secchioni come te. - ammiccò Goten.
-Oh, zitto tu, che non sei messo meglio di lui! - ribatté lei. Poi si fece silenziosa, perché le era tornata in mente una cosa. -Piuttosto, lo sapevi che la mia amica Rose vi definisce due “gnocchi”? - 
-Be’ sì, diciamo che ho sentito in giro per la scuola questi appellativi nei nostri confronti. – esclamò Goten compiaciuto, passandosi una mano tra i capelli.
-Ma perché loro non vi conoscono come me. Io piuttosto direi che siete ritardatari, arroganti, lamentosi, pigri, prepotenti, dei lestofanti…- elencò Marron, tenendo il conto degli epiteti sulle dita.
Goten alzò un sopracciglio divertito. -Lestofanti? -
-Si, è un termine che ho imparato oggi.-
In quel momento suonò la campanella.
-Senti un po’ biondina, mamma mi ha chiesto se ti va di venire a pranzo da noi oggi. O sono troppo un lestofante per te? - le chiese Goten alzandosi dalla panchina.
-Certo che mi va, adoro i pasti che cucina Chichi, vengo con piacere! -
-Allora ci vediamo all’uscita di scuola. E vedi di non fare tardi come tuo solito! – le disse Goten allontanandosi, e sorrise, perché sapeva benissimo, anche senza guardare, che l’amica gli stava mostrando il dito medio stizzita.
                     
*

-Grazie Chichi, era tutto buonissimo! - esclamò allegra Marron. Lei, Goten, Chichi e Goku avevano appena finito di pranzare.
-È sempre un piacere cara! - le rispose sorridente Chichi, alzandosi da tavola per sparecchiare.
-No aspetta, ci pensiamo io e Goten! - la fermò Marron, mentre lanciava uno sguardo esortativo all’amico, che non sembrava molto d’accordo. La ragazza allora gli diede una manata sul braccio.
-Ahia! Ho capito, sparecchio, non serve diventare violenti! - si lamentò drammaticamente lui, iniziando a prendere i piatti.
Chichi rise. -Marron, dovresti venire molto più spesso a casa nostra per mettere in riga questo fannullone di mio figlio. E non solo lui. – Lanciò un’occhiata in tralice al marito, che si stava massaggiando soddisfatto la pancia dopo il lauto pranzo. Si accorse che la moglie lo stava guardando male. -Che ho fatto di male stavolta? – chiese sorpreso.
Finito di sparecchiare la tavola, i due ragazzi salirono in camera di Goten per andare a studiare. 
-Devo recuperare un sacco di compiti arretrati. - si lamentò il ragazzo, frugando dentro lo zaino alla ricerca dei libri, che poi lanciò svogliatamente sulla scrivania.
-Se vuoi posso darti una mano io...anche se è imbarazzante che una del secondo anno ti spieghi il tuo programma di quarto. - sogghignò lei.
-Oh, zitta, queste cose non le sai nemmeno tu! - sbuffò lui, sedendosi pesantemente sulla sedia. 
-Dai, mentre tu recuperi io giocherò un po’ con la tua PlayStation. – Marron si buttò su letto e si sporse per accendere la tv di fronte a lei gli disse lei. -E quando non sai le cose, chiedimi pure. - cinguettò sbattendo ripetutamente gli occhi. 
Goten decise di ignorare la provocazione, doveva davvero mettersi d’impegno o non avrebbe retto ad altri rimproveri da parte della madre o dell’amica, e si mise a studiare. 
Dopo un’oretta tranquilla di studio, Goten ricevette un messaggio sul cellulare. 
-Trunks dice che sta venendo qui per dirci una cosa. È ufficialmente l’ora della pausa! - esclamò il ragazzo, chiudendo con gioia i libri.
-Se arriva lui, difficilmente ti rimetterai a studiare. - gli disse Marron, senza distogliere lo sguardo dallo schermo della tv. Goten si sedette accanto a lei, e prese l’altro joystick. -Se tu sei un caso perso, lui è il re dei casi persi, è il più pigro e più svogliato di tutti e…-
-Finirai per farmi arrossire con tutti questi complimenti. - la interruppe in quel momento una voce sarcastica, che li fece voltare verso la finestra. Trunks stava sospeso in aria, un sopracciglio alzato e le braccia incrociate.
-Hai presente, Trunks, quella cosa che ci tiene occupati tutte le mattine, dal lunedì al venerdì, per sei ore al giorno? Ecco, si chiama scuola, e di solito, la si frequenta. - gli disse Marron, mettendo volutamente l’accento sulla parola “scuola”, mentre l’amico atterrava nella stanza. Trunks roteò gli occhi, e senza risponderle si rivolse a Goten.
-Amico, devo raccontarti della ragazza con cui sono stato oggi, è veramente pazzesca e abbiamo...- si bloccò e si voltò verso l’amica.
-Marron, tu sei troppo piccola per queste cose, non puoi capire, chiudi le orecchie, da brava. - disse con fare superiore, facendo sghignazzare Goten.
La ragazza mise pausa al gioco e si girò di scatto verso i ragazzi, visibilmente arrabbiata. Gli puntò un dito contro con cipiglio. 
-Senti stupido scimmione, hai solo tre anni più di me, e tu soltanto due; quindi, se fossi in voi non farei troppo la saccente. E poi, chi ve lo dice che io non ne sappia nulla di queste cose! - aggiunse inviperita, voltandosi indignata. Non sentendo i due amici ribattere, si girò a guardarli. I ragazzi la stavano fissando, gli occhi stretti come per scrutarla e si erano scuriti in volto, avevano un che di pericoloso e minaccioso.
-E chi sarebbe così folle da osare avvicinarsi a te? -
-Vorremmo proprio conoscerlo. -
-Ma non ci penso neanche! – esclamò lei sconvolta.
A causa del rapporto fraterno che negli anni avevano instaurato ed essendo più grandi, Trunks e Goten tendevano a essere protettivi e gelosi di Marron, ed avevano il terribile vizio di valutare ed intimorire i ragazzi che osavano anche solo parlarle. Certo, avendo solo sedici anni non aveva avuto chissà quali esperienze amorose, nè sinceramente le cercava in quel momento, ma di certo la loro presenza intimidatoria non l’aiutava a conoscere gente a scuola, proprio perché tutti sapevano che lei era sotto l’ala protettiva dei più forti della scuola. A volte Marron sospettava che fosse stato suo padre ad assumerli come suoi protettori, in quanto sua unica figlia. I due ragazzi intanto continuavano a guardarla sospettosi. 
-Smettetela con questa storia di comportarvi come se foste i miei fratelli, io sono felicemente una figlia unica! -
-Ma Marron, per noi sei come una sorellina rompipalle, e un po’ tonta anche, perciò dobbiamo controllare che non ti metti nei guai. - rispose angelico Trunks. 
-Non trattarmi come una ragazzina con quell’aria di sufficienza! - esclamò Marron indignata, anche se sapeva che la stava prendendo in giro. 
-Piuttosto Trunks, cambiando discorso. - disse Goten, lanciando un’occhiata divertita a Marron. -Mi hai scritto che ci dovevi annunciare una cosa. -
-Ah sì, giusto. Scendiamo giù dai tuoi genitori, così lo dico a tutti una volta sola. -
I tre amici scesero le scale, e Goten chiamò la madre.
-Dimmi Goten. Oh ciao Trunks! - lo salutò Chichi, senza sorprendersi più di tanto di trovare il ragazzo in casa sua senza essere passato dalla porta; ormai era da anni che faceva così.
-Buonasera Chichi. Allora, sono qui per conto di mia madre. Ovviamente Marron, questo invito è esteso pure alla tua famiglia. E sono già passato a casa di Gohan per avvisarlo. Dunque, sabato prossimo è il compleanno di mamma, e vorrebbe invitarvi a casa nostra per festeggiare. Dice che è una tappa importante per lei, e ci terrebbe davvero molto a passare questa giornata con i suoi amici più cari. I regali sono ben graditi, dice. Ah, in più ha aggiunto che chiunque farà qualche accenno agli anni che compirà, verrà accoltellato ripetutamente seduta stante, perciò se fossi in voi, eviterei. -
Tutti risero. -Va bene Trunks, allora ringrazia Bulma per l’invito e dille che verremo sicuramente. - gli assicurò Chichi. -Per che ora dobbiamo arrivare? - 
-Ha detto per le 21. -
Chichi chiese a Goku se la voleva accompagnare in città il giorno dopo per comprare il regalo, e Trunks ne approfittò per voltarsi verso i suoi amici. -Bene, è giunta l’ora che vada a casa. -
Marron guardò il suo orologio. Sgranò gli occhi.
-Dannazione! Aspetta Trunks, vengo con te, ho la lezione di pianoforte alle 18 e sono già in ritardo! -
-Sai che novità che sei in ritardo. – sbuffò divertito l’amico.
Marron gli fece una smorfia. -Vado a prendere le mie cose e arrivo. - la ragazza corse su per le scale, mentre gli amici la guardavano scuotendo la testa. Quando scese poco dopo, lei e Trunks ringraziarono e salutarono i Son per poi spiccare il volo.
Durante il breve tragitto i due ragazzi chiacchierarono del più e del meno, mentre Marron continuava a guardare preoccupata l’orologio. A un tratto le venne in mente una cosa.
-Trunks, ti ricordi della prima volta che sono rimasta a dormire a casa tua, e tu hai tentato di uccidermi lanciandomi dal tetto? -
-Forse volevi dire “la volta che hai tentato di aiutarmi a volare essendo io una incapace”, però sì certo, mi ricordo. Perché me lo chiedi? -
-No niente, l’ho sognato stamattina senza un motivo. A saperlo che anni dopo mi avreste creato problemi ad avere una vita sentimentale, avrei preferito sfracellarmi per terra! – esclamò lei ridendo. Poi virò verso destra, iniziando lentamente la discesa. -E vedi di venire a scuola domani! - gli urlò, e lui le rispose con un cenno divertito della mano, diventando un puntino sempre più piccolo nel cielo.
“A causa di quei due morirò zitella” pensò scocciata Marron, iniziando a scorgere il tetto di casa sua.
  
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