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Autore: ChrisAndreini    06/06/2023    4 recensioni
[Fanfiction What if AU rewrite della saga delle Principesse del Regno della Fantasia di Tea Stilton, ma può tranquillamente essere letta come storia originale, senza conoscere niente della trama, anche perché cambio quasi tutto]
Un tempo i cinque regni erano uniti in un unico regno, governato da un crudele tiranno. Finché un giorno un nobile cavaliere lo sconfisse addormentandolo in un sonno eterno insieme alla sua corte. Egli poi venne eletto nuovo re, bandì la magia, considerata troppo incontrollata e pericolosa, e decise di dividere il regno tra le sue cinque figlie, prima di sparire nel nulla.
Neil non è che il figlio del giardiniere di corte, amico d'infanzia delle cinque principesse, e con un'affinità particolare verso le forze della natura, che spesso sembrano comunicargli qualcosa.
Quando una misteriosa minaccia si abbatte sui regni, le principesse e Neil dovranno fare il possibile per evitare che i più segreti misteri del regno vengano portati alla luce rischiando una nuova e sanguinosa guerra. Ma il nemico potrebbe essere più vicino, misterioso e pericoloso di quanto chiunque potrebbe aspettarsi.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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I pretendenti

 

Nessuna tormenta di neve misteriosa aveva frenato l’arrivo dei dodici pretendenti, anche se Nives ci aveva sperato con tutte le sue forze, e nessun piano decente era stato elaborato nella settimana successiva, anche se la principessa e i suoi più fidi consiglieri, ovvero due bambine di cinque e nove anni rispettivamente, il figlio di un giardiniere, e un lupo bianco gigante, avevano cercato di trovare una soluzione per evitare tutta la situazione.

Alla fine Nives si era arresa ad incontrare i suoi possibili sposi, ma non ne era affatto contenta, e la sua espressione di ghiaccio avrebbe potuto affettare qualcuno.

Quando i dodici principi iniziarono ad arrivare, tutti perfettamente puntuali nonostante il poco preavviso e le diverse distanze dal regno, la principessa era seduta sul trono, nel suo abito più elegante, le braccia incrociate, e Gunnar seduto al suo fianco, con le orecchie dritte e attente di chi è pronto ad azzannare qualcuno da un momento all’altro.

Nives, però, era più spaventosa di lui, con la sua postura rigida e l’espressione tempestosa.

Una tizia di nome Etheria, da qualche parte in quell’universo, avrebbe potuto prendere appunti.

Ma è un po’ troppo presto per parlare della Strega delle Tempeste.

Anche Neil aveva deciso di fare un salto a palazzo con la scusa di portare la frutta per il banchetto di quella serata, e non vedeva l’ora di incontrare i papabili pretendenti per la principessa di Arcandida.

Fu anche il primo della corte ad intrattenere una conversazione con uno di loro.

…e si rese subito conto che la contessa Berglind, nella fretta di maritare la nipote, non aveva minimamente fatto le dovute ricerche circa i pretendenti.

-Purotu? Che ci fai qui?- chiese sorpreso, mentre arrivava al ponte, notando i lunghi capelli corvini e il fisico slanciato di una persona inconfondibile, ma che ci mise parecchio a riconoscere perché era oltremodo impossibile che fosse effettivamente lì.

-Neil! Non è fantastico il fossato?! È vero che di guardia ci sono i lupi? Secondo te posso cavalcarne uno? Ho sempre voluto vedere un lupo!- Purotu gli fece un enorme sorriso pieno di entusiasmo, i suoi occhi brillavano di voglia di mettersi in gioco.

Neil gli aveva parlato delle guardie di Arcandida durante una delle sue numerose visite a Fiordoblio, la reggia del Regno dei Coralli, dove Purotu viveva.

Esatto, viveva nel Regno dei Coralli.

Quindi… CHE CI FACEVA LÌ?!

-Purotu, perché sei qui? Non mi lamento, e se vuoi ti presento alcuni lupi, ma perché sei qui? È successo qualcosa a Kalea?- indagò Neil, esternando tutta la sua sorpresa, e iniziando a preoccuparsi.

Anche se un dramma completo nei cinque regni poteva essere una buona scusa per ritardare la festa di fidanzamento di Nives.

A giudicare dalla gioia di Purotu nell’osservare affascinato il fossato fremente sotto il ponte, non sembrava sconvolto da nulla. Ma non significava niente, dato che Purotu si distraeva facilmente, soprattutto se messo davanti ad una possibile avventura.

Era completamente diverso da suo fratello gemello.

-Siamo stati invitati, io e Naehu. A proposito… non mi avevi detto che c’era un’altra principessa qui. Non che noi cerchiamo effettivamente una moglie, abbiamo solo quattordici anni, ma ne abbiamo approfittato per fare un viaggetto e Kalea era curiosa. Chi è? Una vecchia nobile di quando c’era il vecchio re? Non sono esperto di storia- Purotu rispose senza spiegare niente, ma Neil capì che c’era qualcosa che davvero non quadrava negli inviti, e si avvicinò a Purotu, deciso ad indagare meglio.

-Tu e Naehu avete ricevuto inviti per una festa di fidanzamento?- fece il riassunto.

-Sì, ma solo noi due possiamo leggerne il contenuto… io del mio invito, e Naehu del suo- spiegò Purotu, tirando fuori orgoglioso una lettera da una tasca del suo pesante mantello.

-Posso vederla comunque?- Neil sollevò la mano, e Purotu gliela porse.

In effetti era completamente bianca, tranne il nome del destinatario sulla busta: Principe Purotu del Regno dei Coralli.

Neil iniziò a sfiorare la carta cercando di leggere l’invito attraverso lo spessore dell’inchiostro impresso sulla carta, e nel frattempo continuò la conversazione con Purotu.

-Anche Naehu è venuto all’avventura?- chiese, poco convinto.

Naehu preferiva starsene a casa con il naso sui libri o sul suo quaderno di poesie.

Neil adorava le sue poesie, erano davvero piene di fantasia e cuore.

-Voleva restare a casa, ma poi gli ho ricordato che la biblioteca di Arcandida è la più fornita dei cinque regni, ed è voluto venire di corsa, quasi più di me- Purotu ridacchiò pensando al fratello.

-E siete venuti come pretendenti…- insistette Neil, riuscendo a percepire qualche parola dalla carta: “banchetto, ballo, settimana, principessa di Arcandida”.

-Sì… ma ti ho detto, non siamo particolarmente interessati. È più un’occasione per conoscere finalmente Nives- Purotu annuì.

Neil lanciò un’altra occhiata al foglio, e per un momento, gli sembrò di leggere effettivamente qualcosa.

Ma ignorò la visione per tornare su Purotu, e sorridergli in modo affabile mentre lo informava di un dettaglio che, a quanto Neil aveva capito, nella lettera non era stato scritto.

-Oh, la vedrete eccome, dato che è lei la principessa che dovreste sposare- spiegò, osservando con attenzione la sua reazione.

In un primo momento Purotu non capì, e i suoi occhi rimasero innocenti, un po’ confusi, e pieni di entusiasmo.

Poi si sgranarono, mentre la consapevolezza raggiunse il suo cervello.

E un attimo dopo il suo volto era la maschera di un profondo disgusto.

-Cosa?! Ma è nostra sorella!- si ritirò su sé stesso mettendo quanta più possibile distanza tra lui e la lettera, come se anche solo essere associato ad essa fosse qualcosa di terribile.

-Beh, se vogliamo essere precisi, Kalea vi ha adottato come fratelli, quindi non è che siete effettivamente imparentati anche con Nives. Potete sposarvi- lo prese in giro Neil.

-Non dirlo neanche per scherzo. Che schifo! Perché siamo stati invitati?!- chiese Purotu, rabbrividendo interamente, e non per il freddo.

-Ad essere onesto non lo so neanche io. Probabilmente la contessa Berglind non è stata informata del vostro arrivo in famiglia e ha pensato foste degli sposi adeguati- Neil alzò le spalle.

Se tutti i pretendenti erano così, era possibile che non ce ne fosse neanche uno decente o appropriato.

Poteva essere una speranza.

-Ma… come fa a non saperlo?! Siamo in famiglia da quattordici anni… e abbiamo solo quattordici anni! Se anche Nives non fosse nostra sorella è troppo vecchia! Perché nell’invito non c’era scritto niente?!- Purotu iniziò a scaldarsi, irritato.

Probabilmente, in fondo al cuore, ci aveva un po’ sperato in una bella principessa da conquistare.

…una principessa che non fosse imparentata con lui.

-In effetti è un’ottima domanda…- ammise Neil. Forse avrebbe potuto chiedere informazioni sul contenuto delle lettere a Haldorr, il bibliotecario di Arcandida che aveva contribuito a stilarle insieme a zia Berglind.

Anche se forse, per ottenere davvero informazioni, sarebbe stato meglio far porre le domande da Nives, dato che raramente la corte gli rispondeva chiaramente.

…non rispondevano molto neanche a Nives, a dire il vero.

Anche se Haldorr era una persona ragionevole, il più delle volte.

-Cambiando argomento, mi aiuti con le ceste di frutta? Se ci sbrighiamo ti farò conoscere tutti i lupi di Arcandida- Neil cercò di ottenere un po’ di aiuto, e Purotu si illuminò alla prospettiva.

-Oh, sì! Non vedo l’ora! Così mi assicurerò che tu non mi abbia mentito al riguardo! Alcune tue storie sembrano sempre molto esagerate- Purotu gli lanciò un’occhiata di sfida, e afferrò una cesta di frutta con una certa facilità.

-Non mento molto spesso, principe- gli assicurò Neil, che non vedeva l’ora di osservare la reazione di Purotu nel vedere i lupi della guardia reale, e in particolar modo Gunnar, il più grande e imponente di tutti. 

-Non chiamarmi principe, odio le formalità!- si lamentò Purotu.

-Meglio che ti abitui, qui ad Arcandida bisogna essere formali con tutti, anche con la contessa Berglind- lo avvertì, guardandosi intorno per assicurarsi che non fosse nelle vicinanze. Qualcosa però gli suggeriva che fosse a palazzo, intenta a controllare che la sala del banchetto fosse arredata a dovere.

-Ma è mia zia!- Purotu era sconvolto. A Fiordoblio non c’era minimamente l’abitudine di rivolgersi formalmente ai membri della corte. Erano tutti una grande famiglia, anche con la giardiniera Tiarè o il cuoco Emiri.

E di solito i fratelli tra di loro si rivolgevano con appellativi tutt’altro che amichevoli, di certo non formali.

-E non lo sa neanche- gli ricordò Neil.

Purotu sbuffò, e seguì Neil all’interno del palazzo, diretto verso le cucine.

Arla ed Erla accolsero la frutta con impazienza, e si misero ad impastare senza neanche rendersi conto che oltre a Neil, anche un possibile pretendente aveva portato il cibo.

Neil si premurò di non dirlo per evitare una crisi isterica, e uscì dalla cucina riflettendo sul da farsi.

-Allora, dove sono i lupi?- chiese Purotu.

-Ai confini del castello per assicurarsi che nessun ospite sgradito entri a palazzo- spiegò Neil, che ne aveva visti due appostati all’entrata proprio mentre parlava con Purotu. Il bianco del loro manto si era mimetizzato perfettamente con la neve che circondava la reggia, pertanto il principe non si era accorto assolutamente di nulla.

-Bene, andiamo!- Purotu prese Neil per il braccio e iniziò a trascinarlo verso l’ingresso.

Neil però non aveva tempo di fare una caccia al lupo, e se fosse uscito per poi rientrare, qualcuno avrebbe potuto chiedergli perché, dato che teoricamente non aveva niente da fare a palazzo.

Inoltre gli altri pretendenti erano quasi tutti arrivati, e presto ci sarebbero state le presentazioni ufficiali.

Oppose una certa resistenza.

-Non vuoi prima conoscere tua sorella?- chiese, pensando di poter usare come scusa l’interesse del principe per giustificare l’averlo accompagnato da Nives, e restare per il drama che si sarebbe svolto di lì a poco.

-Tra un’ora ci saranno tutte le presentazioni eccetera, avrò la possibilità di conoscerla. Ma i lupi…- Purotu non sembrava poi così interessato, però. Probabilmente era ancora traumatizzato dal fatto che teoricamente era lì per sposarla.

-Ma con Nives c’è Gunnar- lo interruppe Neil.

Purotu si fermò così di scatto che se Neil non fosse stato allenato, sarebbe ruzzolato all’indietro per il contrappeso.

-Il lupo gigante?- chiese Purotu, con occhi brillanti.

Neil annuì.

-Sì! Andiamo, andiamo, andiamo!!- Purotu iniziò a trascinarlo nella direzione opposta… che era sbagliata.

-La sala del trono è da quella…- prima che Neil potesse correggerlo, girarono l’angolo, e la voce gli morì in gola.

In fondo al corridoio, intenti a discutere, c’erano la contessa Berglind e un uomo in armatura che Neil non aveva mai visto, ma che sembrava accompagnare un ragazzino vestito molto elegante che alle sue spalle osservava la scena con preoccupazione e interesse.

Prima che Neil potesse afferrare Purotu di peso e nascondersi prima di essere visti, la zia girò la testa verso di loro, e il suo sguardo si indurì.

-Chiedo gentilmente di non correre nei corridoi… cosa ci fai qui, Neil?!- la sua voce passò dal fastidio per una regola infranta all’odio profondo quando si rese conto, girandosi, di chi aveva infranto tale regola.

-Chiedo perdono, contessa Berglind, ma ero intento nell’indicare la strada al principe Purotu del Regno dei Coralli- Neil aveva già la scusa pronta, e indicò Purotu, che si era irrigidito appena.

-La presentazione dei pretendenti sarà tra quaranta minuti. Fino ad allora i principi possono sistemarsi nelle camere ad essi assegnate, così che tutto proceda nel modo ottimale- spiegò la contessa, riscaldandosi appena alla vista di Purotu, e analizzandolo attraverso i suoi piccoli occhiali.

-Sì, ma… volevo vedere il lu… la principessa per conoscerla, finalmente, visto che è mia sorella- spiegò Purotu, cercando di essere il più formale possibile senza troppo successo. 

-Vostra… cosa?- chiese la donna, cadendo dalle nuvole.

-Il principe Purotu e il principe Naehu, del regno dei Coralli, sono principi poiché adottati da infanti dalla principessa Kalea, pertanto sono anche fratelli adottivi della principessa Nives… non lo sapevate, contessa, prima di mandare gli inviti?- Neil spiegò brevemente, fingendo sorpresa e godendosi con sadico divertimento l’espressione incredula e sconvolta della contessa.

Prima che potesse trovare una qualche scusa per il proprio errore, l’uomo che fino a poco prima stava discutendo con lei entrò nella conversazione, con espressione corrucciata.

-È scandaloso che voi possiate anche solo pensare di proporre una cosa del genere! E sono anche così giovani… io e mio nipote ci tiriamo fuori da questo evento. Partiremo seduta stante!- affermò con sicurezza, mettendo una mano sulla spalla del ragazzo, che annuì appena e accennò un sorrisino verso lo zio.

-Suppongo che voi siate un altro pretendente. Perdonate non essermi presentato prima. Il mio nome è Neil, e sono il giardiniere di corte. È un onore- Neil fece un inchino rispettoso verso l’uomo e il piccolo principe, felice che avesse già deciso di rinunciare dimostrando maggiore maturità rispetto alla contessa.

-È un piacere. Io sono il principe Herbert di Lom!- disse il ragazzino, con un gran sorriso.

Mmm, bel nome. Se Neil fosse stato un principe, e se avesse dovuto prendere il nome di uno qualsiasi dei pretendenti, probabilmente avrebbe scelto quello. Suonava davvero bene… anche se non sembrava proprio un nome da ragazzino, per qualche motivo.

-Era così entusiasta di aver ricevuto un invito… peccato che non fosse chiaro l’intento e soprattutto l’età della pretendente alla sua mano- lo zio osservò teneramente il nipote, e poi lanciò un’occhiataccia alla contessa Berglind, che si affrettò a difendersi.

-C’è stato un piccolo errore. Di certo mi assicurerò di parlarne con il responsabile della scelta dei pretendenti. Forse i registri reali dei regni non sono aggiornati. Ma vi prego di restare, almeno qualche giorno, come nostri ospiti. Le cugine della principessa sono molto più giovani di lei, potrebbero stringere una buona amicizia con il principe Herbert di Lom- provò a fare ammenda, guardando di sottecchi Neil come se fosse tutta colpa sua.

Il giovane uomo però non aveva fatto letteralmente nulla di male.

Non aveva proprio fatto nulla!

…forse poteva fare qualcosa.

-Coff coff… 9 e 5 anni coff coff- finse di tossire, e rivelò le età delle due piccole principessine cugine di Nives.

Il principe Herbert sembrava un dodicenne, forse anche quattordicenne, come Purotu. 

Thina e Tallia erano troppo piccole anche per lui.

Lo zio sembrò sentire il suggerimento, e la poca ragionevolezza rimasta in lui scomparve completamente.

-Basta! Ce ne andiamo! Non vogliamo essere associati con una faccenda così immorale!- prese la mano del nipote e diede le spalle al gruppo senza neanche salutare, o dare alla contessa Berglind la possibilità di obiettare.

Una volta rimasti soli in corridoio, la donna lanciò a Neil la più furiosa delle occhiatacce.

E questa volta aveva senso prendersela con lui.

Neil però non si pentiva del suo attacco di tosse.

Non solo Nives ora aveva tre pretendenti in meno, ma aveva anche salvato due bambine innocenti dalle macchinazioni di quella donna orribile.

-Cosa fai qui? Non sei il benvenuto a palazzo in questo momento- la contessa provò a cacciarlo, indicando la porta con la mano.

Neil rimase al posto, e indicò Purotu.

-In quanto accompagnatore del principe Purotu, non posso lasciarlo solo- mentì con convinzione, e Purotu annuì, prendendo le sue parti.

-Io e mio fratello Naehu conosciamo bene Neil, e esigiamo che sia con noi durante la nostra visita a nostra sorella!- annunciò, atteggiandosi a grande principe.

Il sorriso che la contessa Berglind gli rivolse era completamente privo di calore.

-Ti permetto di accompagnarlo nella sua stanza prima della presentazione dei pretendenti. Ma poi gradirei che lasciassi il palazzo e non tornassi se non per fare le tue consegne giornaliere. Hai del lavoro da fare o sbaglio?- ignorò completamente le parole del ragazzino, e si rivolse direttamente a Neil, con odio.

Poi diede loro le spalle e si avviò verso la sala del banchetto per sistemare le ultime cose.

Purotu le fece una linguaccia alle spalle.

-Sono davvero imparentato con questa qui?!- chiese, incredulo, a Neil, che annuì.

-Già… vieni, ti accompagno alla sala del trono- l’apprendista giardiniere fece segno al piccolo principe di seguirlo.

-Oh, ti ribelli! Mi piace! Col cavolo che torno in camera!- Purotu gli zompettò accanto, divertito alla prospettiva.

Era un animo ribelle e sempre in cerca di avventura, e quella era la prima volta che usciva dal Regno dei Coralli.

Era ovvio che non volesse assolutamente restare chiuso in camera.

Quando giunsero alla sala del trono, Nives era a terra ai piedi del trono, appoggiata a Gunnar come se fosse il suo cuscino personale, e leggeva un libro.

Anche il grande lupo bianco sembrava leggere il libro, che osservava da dietro la sua spalla. Neil lo riconobbe come il libro che le aveva prestato Samah, e a giudicare dal lieve sorriso che aveva raggiunto il volto glaciale della ragazza, doveva essere davvero un bel libro.

Quando sentì i passi dei due nuovi venuti, però, il suo volto si trasformò in una maschera di irritazione, e si irrigidì completamente.

-Non è ancora il momento di…- iniziò a cacciarli via, ma tornò più tranquilla quando riconobbe Neil.

Poi si accigliò in pochi istanti osservando Purotu.

-Chi è con te?- chiese, sospettosa.

Neil decise che la principessa era troppo tesa, nervosa e piena di problemi per farle uno scherzo.

…ovviamente le fece uno scherzo perché era una brutta persona.

-Vostra maestà, vi presento uno dei suoi pretendenti. Un ragazzo davvero in gamba- affermò con sicurezza, accennando un inchino.

Nives si alzò di scatto, e lanciò un’occhiata a Purotu talmente raggelante, che se il ragazzo non fosse stato troppo occupato ad ammirare Gunnar con sguardo brillante, probabilmente sarebbe rimasto ghiacciato dall’espressione della sorella acquisita.

-È uno scherzo, voglio sperare- commentò la principessa., guardando Purotu dall’alto in basso.

Lui si riscosse dall’ammirazione del lupo quando anche egli si alzò e si mise accanto alla giovane donna, con fare protettivo, e si rese conto che stavano parlando di lui.

-Principessa Nives, il mio nome è Purotu, e sono vostro fratello… circa… Kalea mi ha adottato, a me e Naehu, siamo…- iniziò a spiegare, presentandosi.

-Purotu?- Nives lo interruppe, e la sua espressione si distese -…ho sentito tanto parlare di te!- lo accolse con affetto, rassicurandolo.

-Anche io! Di te… di voi… eh… come funziona la formalità nel regno dei ghiacci?- chiese Purotu, un po’ confuso.

Nives roteò gli occhi.

-Guarda, lascia stare… aspetta, ma perché sei qui? È successo qualcosa nel Regno dei Coralli?- Nives si rese finalmente conto che la presenza di Purotu lì era preoccupante, anche se, nonostante il pericolo, sembrava sperare che ci fosse effettivamente un problema da affrontare, così avrebbe avuto una scusa per posticipare la scelta del proprio marito.

-Nessun problema nel Regno dei Coralli. È tutto pacifico come sempre- la rassicurò Purotu.

-Peccato… cioè, per fortuna! Spero che Kalea stia bene. Anche Naehu è qui con te?- Nives lo incoraggiò ad avvicinarsi, e Purotu eseguì, lanciando occhiate verso Gunnar che erano un misto tra preoccupate e affascinate. 

Il lupo lo scrutava con curiosità, senza la minima traccia di aggressività. Era bravo a riconoscere le persone. 

-Sì, siamo venuti insieme. E Kalea sta benissimo, sempre con il sorriso- Purotu storse il naso pensando all’ottimismo e l’allegria a volte ingiustificata della sorella maggiore, ma nei suoi occhi c’era anche una chiara traccia di affetto pensando a lei -Siamo stati invitati, in realtà- aggiunse poi, lanciando un’occhiata a Neil come a chiedergli aiuto. Il giovane uomo non vedeva l’ora di tornare a quell’argomento, anche solo per vedere la faccia che avrebbe fatto Nives una volta scoperto il motivo della visita inattesa dei fratelli acquisiti.

-Invitati? Da chi?- chiese infatti Nives, lanciando anche lei un’occhiata a Neil, che allargò il sorriso sornione.

-Pare che una certa contessa sia così ansiosa di maritare la propria nipote, che ha inviato parecchi inviti senza informarsi sull’età o sul grado di parentela dei destinatari- spiegò lui, in tono casuale.

Nives ci mese qualche secondo a comprendere del tutto le parole, e quando capì a cosa Neil si stesse riferendo, si esibì in un’espressione di disgusto che risultò parecchio simile a quella fatta da Purotu poco prima.

Potevano non avere lo stesso DNA, e non si erano mai visti prima, ma erano chiaramente fratelli, era innegabile.

-C’è anche un principe tredicenne! Un tale Herbert di Lom. Ma suo zio ha deciso di andare via subito- raccontò Purotu.

-Per fortuna! Oh, spero che anche tutti gli altri pretendenti siano inadatti!- Nives si accese di speranza.

-A proposito di pretendenti, è quasi arrivato il momento delle presentazioni e devo ammettere di non volerlo perdere… potresti ordinarmi di restare qui per qualche motivo? Perché tua zia mi ha ordinato di andarmene non appena accompagnato Purotu in camera- Neil osservò l’orologio al muro e andò dritto al sodo.

-Non mi sembra che tu l’abbia accompagnato in camera- notò Nives.

-Beh, voleva tanto conoscerti… e soprattutto voleva conoscere Gunnar. È sempre stato super affascinato dai lupi di Arcandida- spiegò Neil prendendo un po’ in giro Purotu, che arrossì.

Le orecchie di Gunnar si rizzarono sentendosi nominare.

Nives allargò il sorriso.

-Giusto, devo fare le presentazioni ufficiali. Purotu, lui è Gunnar, il mio migliore amico e guardia del corpo. Gunnar, ti presento Purotu, mio fratello- non si lasciò sorprendere, ma anzi, presentò i due con solennità, come se si trattasse di due umani.

Gunnar si esibì in un inchino perfetto, e anche Purotu piegò la testa, e lo fissò come se fosse il suo idolo.

-Tutto molto bello, ma come posso intrufolarmi alla cerimonia? Sono curioso- Neil interruppe il momento, sfregandosi le mani.

-Potresti fingerti uno dei pretendenti- provò a suggerire Purotu.

Era una pessima idea, ma poteva essere divertente.

-Posso sostituirmi a Herbert di Lom e dire di essere io quello vero- cavalcò l’onda, ridacchiando tra sé.

Poteva mettere una parrucca, dei vestiti più eleganti, e la contessa Berglind non si sarebbe accorta della differenza. Era mezza cieca, quella strega.

-Il momento in cui apriresti bocca ti riconoscerebbe solo per via delle tue frasi sarcastiche e irrispettose- Nives scosse la testa -Forse è meglio fingerti un attendente per i principi Purotu e Naehu. Non credo che avrà molto da obiettare- suggerì poi, e il suo piano aveva molto più senso.

-Posso dire che ho chiesto che resti con noi perché lo conosciamo bene e ci fidiamo di lui- si unì Purotu, felice di rendersi utile.

-Che detto da te è un grande complimento, dato che non ti fidi mai di nessuno- lo prese in giro Neil.

Purotu gli lanciò un’occhiataccia.

-Infatti sarà una grande menzogna- gli fece una linguaccia.

Prima che potessero continuare a battibeccare, una voce affannata introdusse l’arrivo di Olafur, l’unico maggiordomo umano della corte.

-Principessa Nives, deve prepararsi per l’introduzione dei pretendenti. Manca poco!- la riprese all’ordine, e Nives sbuffò.

-Neil vai a mettere qualche abito più consono. Purotu, ci vediamo più tardi, tu e Naehu avrete un posto d’onore al mio tavolo… così eviterò che zia Berglind ci piazzi qualche bellimbusto coronato. Ci vediamo di nuovo qui tra venti minuti- Nives spiegò cosa avrebbero fatto, e poi uscì dalla sala del trono per prepararsi meglio.

 

Quando finalmente giunse il momento di accogliere i pretendenti e presentarli uno a uno, ne erano rimasti solo cinque.

Cinque su dodici.

Più della metà si era ritirata o era stata considerata inadatta.

Neil aveva dovuto dare fondo a tutto il suo autocontrollo per non chiedere a gran voce alla contessa Berglind quanti, tra gli otto esclusi, fossero minorenni, e quanti fossero troppo anziani. Ci avrebbe aggiunto anche il parametro “parenti della principessa”, ma lì sapeva che gli unici fossero Purotu e Naehu.

E due su dodici era comunque tanto, bisognava dirlo.

Al momento Neil era in un angolo della stanza, un luogo strategico per osservare bene i pretendenti e Nives. 

La principessa infatti era seduta sul proprio trono, e osservava i suoi possibili promessi sposi con lo sguardo di qualcuno che voleva solo ucciderli tutti. Gunnar era accanto a lei, e se possibile sembrava ancora più furioso, o forse un po’ triste. Comunque era pronto a proteggerla.

Sul trono principale, quello che in genere sarebbe riservato alla regina, c’era la contessa Berglind. 

Thina e Tallia, le cuginette di Nives, erano sedute vicino a lei. Thina era molto posata, mentre Tallia non riusciva a stare ferma, anche se ogni tanto la contessa le lanciava occhiate ammonitrici che la facevano irrigidire.

Neil provava molto tenerezza per le bambine. Avevano perso la madre quando Tallia, la più piccola, era nata, e il padre se n’era andato solo pochi mesi dopo, annegato nella propria disperazione, per colpa di una malattia.

Neil non poteva immaginare crescere con zia Berglind come unica tutrice, ma era felice che quantomeno le due ragazzine avessero Nives accanto come complice e figura da prendere come esempio.

Purotu e Naehu erano stati sistemati dal lato della contessa, il primo a braccia incrociate non tratteneva un’espressione corrucciata, mentre il secondo era immerso nella lettura di un grosso libro di poesie.

-Naehu, togli immediatamente quel libro- gli ordinò la contessa, stizzita, lanciandogli un’occhiataccia piena di giudizio.

-Uh? Oh! Chiedo scusa! Ma è così interessante…- Naehu arrossì appena, e si affrettò a togliere il libro e a mettersi seduto composto.

A differenza del fratello, aveva i tratti leggermente più delicati, i capelli corti, abiti più eleganti.

Anche il suo portamento era senz’altro più regale, ma tendeva a distrarsi facilmente e ad avere la testa un po’ tra le nuvole.

A sentire che suo fratello veniva ripreso, Purotu sembrava in procinto di obiettare, ma riuscì a trattenersi, e si limitò a stringere i pugni e guardare altrove.

Il trono del re era l’unico vuoto, e attendeva di essere un giorno riempito dal ritorno del Re Saggio, o dal futuro marito di Nives.

Neil ricordava che una volta, da piccolo, ci si era seduto per gioco, e gli era sembrato… stranamente giusto.

Era stato punito aspramente dalla contessa Berglind, quando l’aveva saputo, anche se i genitori di Thina e Tallia avevano sorriso della cosa.

Nives l’aveva preso in giro a non finire, ma dettagli.

-Olafur, fa entrare i pretendenti!- alla fine la contessa Berglind diede inizio alla presentazione, e i cinque uomini rimasti fecero il loro ingresso, accompagnati da alcuni membri delle loro corti.

La contessa Berglind fece un lungo discorso di benvenuto preparato a tavolino, e poi incoraggiò i pretendenti a presentarsi uno ad uno.

Il primo avanzò nella sala con grande eleganza, e fece un inchino perfetto.

-È un onore essere alla presenza della principessa Nives di Arcandida. Il mio nome è Johannes dei laghi scintillanti- si presentò, pomposamente.

La prima impressione che ebbe Neil fu che fosse un tipo parecchio intransigente e rigido. I suoi capelli erano corti e perfettamente pettinati, gli abiti eleganti non avevano la minima piega, e persino i suoi occhiali erano squadrati.

Non riusciva proprio ad immaginarsi Nives con uno così.

Il successivo fu un tipo dalla pelle molto scura ed espressione fiera.

-Il mio nome è Cromwell, e sono il principe del Regno Vulcanico- disse, senza inchinarsi, e squadrando la principessa come se dovesse essere lui a decidere, e non lei.

Sarebbe stato facile da cacciare via.

-I miei ossequi, sono il principe Wintur del regno dei draghi. È un grande onore essere qui- il successivo principe sembrava molto più affabile, e all’inchino aggiunse un grande sorriso. Era di statura minuta per uno che veniva dal regno dei draghi, ma sembrava più forte di quanto apparisse.

E sembrava ragionevole.

Forse si poteva convincere a lasciar perdere.

-Ammetto di essere particolarmente sorpreso di essere stato invitato come possibile pretendente. Nel regno degli Elfi dell’acqua, da dove provengo, si narra che il grande regno… o meglio, i cinque regni, abbiano bandito la magia in ogni sua forma. Anche se da ciò che vedo… non è così- il successivo pretendente non si presentò, ma commentò con calma serafica la situazione, e per tutto il tempo fissò Neil.

Neil non se n’era accorto, occupato a guardare gli altri pretendenti, ma l’elfo, unico pretendente non umano, lo fissava dal momento in cui era entrato nella stanza, con sguardo indecifrabile e completa attenzione.

-Eh… è vero che nei cinque regni è bandito l’uso della magia, ma… ciò non… ehm…- la contessa Berglind sembrava estremamente in difficoltà. Evidentemente non si era resa conto che tra gli invitati c’erano anche persone non umane, e probabilmente stava cercando un modo di mantenere buoni rapporti e allo stesso tempo escludere l’elfo dalla competizione perché era vero che tutto ciò che era magico era visto come un pericolo e una malvagità.

Probabilmente quella era l’occasione perfetta per liberarsi di un pretendente senza muovere un dito, ma Nives era una giusta principessa, e preferiva un pretendente in più, piuttosto che far passare il proprio regno come discriminatorio verso le altre creature.

Era già difficile per lei convivere con la consapevolezza che per colpa della guerra, nel suo regno era avvenuta una strage degli gnomi-elfi della foresta bruciata.

Non voleva rischiare altri incidenti diplomatici.

Interruppe la zia e parlò con calma e compostezza.

-Sebbene l’uso e l’insegnamento della magia siano banditi nei cinque regni, ciò non significa che c’è una discriminante nei confronti delle altre creature. Siamo lieti di avere un buon rapporto con gli altri regni, anche coloro che utilizzano la magia con rispetto per gli altri e per il bene della comunità, come gli elfi dell’acqua, principe…- lo incoraggiò a presentarsi.

-Oh… capisco. Il mio nome è Lorann, principessa Nives. Avrò piacere di restare il tempo necessario a capire… delle cose- si distolse dall’osservazione di Neil solo il tempo di fare un breve cenno del capo alla principessa, ma poi tornò a fissarlo, con curiosità e una leggera traccia di sospetto.

Neil rimase parecchio distratto da quello sguardo, che ricambiò con un’occhiataccia.

E fu così distratto dall’elfo, che a malapena si accorse dell’ultimo pretendente, un uomo che definire normale era un eufemismo.

Sembrava completamente privo di tratti caratteristici e particolari: non era eccessivamente rigido, non era torvo, non era affabile, e di certo non era un elfo.

Era solo normale.

Si inchinò un po’ goffamente ma comunque con rispetto, fece un leggero sorriso, e poi si presentò.

-Il mio nome è Hansen, e vengo dalle Isole del Nord. Ho sempre desiderato potervi incontrare, principess…Achoo!- la presentazione fu interrotta da uno starnuto piuttosto rumoroso, che attirò l’attenzione di tutti, persino dell’elfo.

-Chiedo profondamente scusa… temo di essere allergico al pelo dei lupi- ammise, con profondo imbarazzo, trattenendo a stento un secondo starnuto e allontanandosi appena da Gunnar, pertanto anche da Nives.

Oh…

Neil non riuscì a trattenere una fragorosa risata, che si guadagnò l’occhiata più tagliente e sdegnosa della contessa Berglind.

Ma era più forte di lui.

Un pretendente allergico al pelo dei lupi era un NO annunciato.

Nives non avrebbe mai sposato Hansen rischiando di allontanarsi dal suo amato Gunnar.

Quindi, ricapitolando…

Un tizio troppo rigido che si poteva allontanare mostrando quanto la principessa fosse ribelle.

Un arrogante che avrebbe rifiutato di sposare Nives se non fosse stata perfetta.

Un tipo ragionevole al quale potevano spiegare l’accaduto e probabilmente avrebbe rinunciato da solo.

Un elfo che neanche la contessa Berglind voleva far sposare alla nipote.

E un generico Sempronio che era persino allergico ai lupi.

Era ufficiale.

Nives non si sarebbe sposata.

A meno che qualcuno di davvero crudele non fosse intervenuto, o uno dei principi non si rivelasse un testardo psicopatico deciso a tutti i costi a sposare la principessa, cosa che nessuno dei cinque sembrava essere.

Niel poteva rilassarsi.

 

Le presentazioni procedettero, così come il banchetto, ma Nives non si godette neanche un secondo, e pur restando rispettosa, fece del suo meglio per mostrare il più chiaramente possibile quando fosse spiacevole per lei dover scegliere un marito.

Probabilmente non sarebbe dovuta essere prevenuta. Alla fine il principe Wintur del regno dei draghi sembrava quasi simpatico.

Ma era più forte di lei… odiava profondamente ognuno dei suoi pretendenti, solo per il fatto che erano tutti lì con l’intento e il desiderio di sposarla, cosa che Nives non riusciva ad accettare.

Privarsi della propria libertà per sposare qualcuno che non conosceva, che non la conosceva, e che non amava, era in assoluto il suo peggiore incubo, e se non avesse avuto la responsabilità di un regno sulle spalle, e la speranza di riuscire ad evitare il matrimonio, sarebbe già scappata in groppa a Gunnar e non si sarebbe mai voltata indietro.

Ma era una principessa, e una principessa aveva dei doveri.

Quando la serata finì, Nives si diresse con Gunnar verso la sua stanza, sospirando stancamente e con il corsetto che le stava davvero troppo stretto. 

Non vedeva l’ora di coricarsi e finire il libro che le aveva prestato sua sorella Samah. Forse avrebbe chiesto a Gunnar di restare con lei tutta la notte. 

Si sentiva sempre più serena quando lo aveva ai piedi del letto.

Si era ritrovata spesso a scendere anche lei e dormire per terra, accanto a lui, abbracciandolo stretto.

Era un fidato compagno e un amico insostituibile.

Ergo… il principe Hanson era già anni luce fuori dalla sua lista di possibili pretendenti, perché non avrebbe mai e poi mai sposato qualcuno che avrebbe rischiato di separarla da Gunnar… come Neil aveva già capito.

Probabilmente Neil avrebbe potuto evitare di ridergli in faccia, ma la sua reazione era stata esattamente la stessa che Nives avrebbe voluto fare, e aveva attirato abbastanza l’attenzione su di sé da permettere a Nives di ricomporsi dopo che anche lei aveva lasciato uscire una risatina incredula.

Poi era stato cacciato via dal palazzo da una furiosa Berglind che si era sentitamente scusata mille volte con il principe, e Nives non lo aveva visto da allora, ma aveva apprezzato il suo sacrificio.

-Nives, tesoro, posso parlarti?- una voce alle sue spalle fece sospirare la principessa, che si girò non trattenendo la propria stanchezza.

-Cosa volete, zia Berglind?- chiese, seccata.

Aveva fatto il suo dovere, era stata gentile, cosa voleva di più, sua zia?!

-Non ti rivolgere in questo modo a me, signorinella! Sono la tua tutrice e la regnante temporanea di questo regno!- la rimproverò sua zia.

Nives roteò gli occhi, ma non aggiunse altro.

-E non fare la spocchiosa! Hai idea di quanto sia importante questo fidanzamento per il regno?!- zia Berglind si avvicinò, e iniziò una ramanzina che sicuramente sarebbe stata parecchio lunga.

Nives notò che Gunnar, accanto a lei, iniziava ad agitarsi, e iniziò ad accarezzargli il capo per calmarlo.

Era sempre molto attento quando la contessa iniziava ad alzare la voce, ma Nives lo teneva a bada.

Se Gunnar avesse anche solo dato l’impressione di essere antagonistico nei confronti di zia Berglind, Nives sapeva che la contessa lo avrebbe cacciato via dal castello in un istante.

E Nives non poteva permetterlo.

-Ne sono consapevole, zia, ma non posso farci niente se i pretendenti non sono interessati a me- Nives provò a fare la santarellina.

Zia Berglind si avvicinò un altro po’, mostrando tutta la sua rabbia.

Era una donna piuttosto bassa e abbastanza tozza. Nives la superava di una testa, ma nonostante ciò riusciva ad incutere timore, perché a conti fatti, nonostante fosse solo la zia della principessa e sorella del re, era lei a detenere tutto il potere del palazzo, e la sua parola, all’interno di quelle mura, era legge.

-Certo che puoi farci qualcosa. Puoi sorridere, annuire, e ostentare un comportamento impeccabile per tutta la durata della permanenza dei pretendenti- le ordinò la zia.

-Sto ostentando un comportamento impeccabile- provò ad obiettare Nives, accennando un sorriso di cortesia.

Aveva sinceramente fatto del suo meglio, arrivando persino a salvare la zia da un possibile guaio diplomatico con gli elfi. Non riusciva a mentire meglio di così.

Lei odiava quella situazione.

E non avrebbe mai, MAI accettato di sposarsi.

-Un comportamento indecoroso e inaccettabile! E anche la tua abitudine di girare con quel… giardiniere… non puoi permetterti di fare i capricci, Nives! La situazione è già abbastanza complicata. Ben sette pretendenti hanno rifiutato di restare, e se non trovi marito, potrebbe scoppiare una guerra. Non è ciò che vuoi, vero?- la voce della zia cercò di calmarsi, e di far ragionare Nives.

Se possibile, la ragazza detestò il tono gentile e incoraggiante ben più di quello arrabbiato, perché non era giusto. Non era affatto giusto!

Non era stata lei a sbagliare gli inviti!

Non era stata lei a chiedere di sposarsi!

E non era suo dovere evitare incidenti diplomatici causati dalla regnante temporanea del suo regno!

-Con tutto il dovuto rispetto, zia Berglind, non credo sia colpa mia se più della metà dei pretendenti non è stata considerata adatta. La prossima volta dovreste controllare meglio gli inviti che spedite- provò ad obiettare, in tono di sfida.

Nives si rese conto di ciò che stava per avvenire solo perché sentì Gunnar irrigidirsi sotto il suo tocco, e fece appena in tempo a fare cenno al lupo di stare fermo, prima che una tozza mano la colpisse in faccia con la massima forza.

Non era abbastanza forte da lasciare il segno, ma fu come una stoccata: improvvisa, dolorosa, e che lascia il bruciore anche dopo parecchio.

Era raro che zia Berglind alzasse le mani sulle nipoti, ma tendeva a perdere la pazienza quando le si davano colpe e si faceva notare che era nel torto.

-Non osare dare la colpa a me del tuo comportamento scorretto contro i pretendenti! Se tu avessi acconsentito a sposarti prima e senza fare storie, saremmo riusciti a organizzare meglio la cosa- provò, debolmente, a giustificare i propri errori, dando la colpa a Nives.

Nives, che di colpe non ne aveva affatto.

-Ma perché non avete posticipato?! Perché tanta fretta!- continuò ad obiettare Nives, ignorando il dolore al viso e ricacciando indietro le lacrime.

-Non osare obiettare! Tu sposerai uno di questi giovani! Mi sono stancata delle tue storie e della tua ribellione. Da domani dovrai ostentare un comportamento impeccabile! O ci saranno delle conseguenze!- ordinò la donna, sollevando il dito per aria e alzando la voce.

-Che tipo di conseguenze?- la sfidò Nives, che quasi sperava di essere nuovamente colpita.

Una ferita evidente avrebbe reso chiaro ai pretendenti che c’era un grave problema dentro le mura di Arcandida.

Ma probabilmente anche zia Berglind si rese conto della cosa, perché fece un passo indietro, e accennò un sorrisino.

-Beh… forse sarebbe meglio per il regno assumere altre guardie per proteggere la principessa e il castello- minacciò, guardando Gunnar, che stava dando fondo a tutto il suo autocontrollo per non saltarle addosso.

Nives sobbalzò vistosamente, colpita dalla minaccia, e strinse più forte la presa sul suo fedele amico.

Abbassò lo sguardo, e sospirò.

-Ostenterò un comportamento impeccabile, zia. Farò davvero del mio meglio- promise, guardando Gunnar con tristezza.

Gunnar le rimandò indietro lo sguardo, pieno di rammarico.

La contessa Berglind storse il naso nel notare l’affetto tra i due, ma era felice di avere quel tasto da premere per tenere in pugno la nipote.

-Sono certa che lo farai, e ora vai a dormire, o domani avrai delle brutte occhiaie. E non vogliamo che la principessa di Arcandida sfiguri, non è così?- il tono della donna tornò tranquillo e zuccheroso, e lasciò Nives da sola nel corridoio.

Nives attese di sentire i passi farsi sempre più flebili fino a scomparire del tutto, e poi crollò.

Si portò il volto tra le mani, e si piegò su di sé, lasciando andare tutta la tensione e ansia.

Gunnar, come sempre, le si avvicinò per offrirle il massimo conforto, e Nives lo abbracciò stretto, sentendosi meglio solo al pensiero che lo aveva ancora accanto a sé.

-Sto bene, Gunnar. Non preoccuparti per me- provò a rassicurarlo, accarezzandogli il morbido manto bianco.

Gunnar ululò piano, mostrando tutta la sua preoccupazione e il suo rimpianto per non riuscire a proteggerla dalla zia.

-Troverò una soluzione, Gunnar, non ti manderà via- Nives lo guardò dritto negli occhi, e provò ad accennare un sorriso.

Gunnar abbassò il muso, e poi le lanciò un’occhiata che Nives capì immediatamente.

Si capivano sempre con uno sguardo, non servivano le parole.

La principessa scosse la testa con veemenza.

-No, Gunnar! Io non rinuncio a te. Troveremo una soluzione. Ci sarà pure un modo per non sposarmi e fare in modo che la zia rinunci alla sua minaccia… abbiamo Neil dalla nostra. Ci aiuterà- Nives cercò di essere ottimista, si asciugò le lacrime, e si alzò per dirigersi verso la sua camera, affiancata da Gunnar, che non aveva trattenuto uno sbuffo alla menzione del figlio del giardiniere.

-Sono davvero distrutta- borbottò la principessa una volta raggiunta la camera, mentre apriva la porta per entrare.

-Ci credo, è passata la mezzanot…- rispose una voce all’interno, e neanche il tempo di finire la frase, che la persona alla quale apparteneva era stata aggredita e immobilizzata da Gunnar, che prendeva il suo lavoro di guardia del corpo molto seriamente.

-Calmo cagnolino, sono solo io!- provò a difendersi Neil, alzando le mani in segno di resa.

Gunnar gli ringhiò appena contro, non apprezzando essere chiamato cagnolino, ma poi lo lasciò andare, sempre fissandolo con sospetto.

-Neil, che ci fai qui? Pensavo fossi tornato a casa- osservò Nives, sorpresa.

-E perdermi il resoconto della serata? Giammai! Ho finto di uscire e poi mi sono introdotto tramite un passaggio segreto. Ti ho aspettato e nel frattempo ho letto un po’. Samah ha davvero un ottimo gusto- Neil indicò il libro che aveva in mano, ovvero il volume che Samah aveva prestato alla sorella.

Era ancora vestito elegante, anche se si era tolto la giacca e messo più comodo.

Il suo sorriso sornione sparì quando notò l’espressione di Nives.

Oh no.

-Cosa è successo?- chiese, rabbuiandosi, e avvicinandosi per controllare.

Nives gli fece cenno di stare lontano. Non sarebbero rimasti segni, ma sentiva che la sua guancia fosse ancora abbastanza rossa, e non voleva che Neil lo notasse. Sarebbe potuto diventare parecchio problematico.

-Niente. Mia zia mi ha fatto una lunga ramanzina perché non sono stata abbastanza amichevole, ha detto che mi terrà d’occhio e ha minacciato di mandare via i lupi se non ostenterò un comportamento perfettamente impeccabile per tutta la permanenza dei pretendenti a palazzo- spiegò Nives, sospirando rassegnata.

-Oh… ci va giù pesante- commentò Neil, lanciando un’occhiata a Gunnar, che aveva lo sguardo offuscato da un evidente senso di colpa.

-Beh… ottimo!- Neil però si riprese subito, e si esibì in un sorrisetto soddisfatto.

-Ottimo?!- Nives gli lanciò un’occhiataccia.

Non era il momento di prenderla in giro.

-Ottimo perché mentre tu eri al banchetto intenta a flirtare controvoglia, io ho elaborato qualche bel piano d’azione per liberarci dei pretendenti, e, ostentando un comportamento perfettamente impeccabile, potrai liberarti di almeno due o tre di loro senza nessun problema- Neil le fece un occhiolino complice, e Nives si sentì decisamente meglio.

-Cosa farei senza di te?- ammise, anche se le costava davvero tanto ammetterlo.

-Probabilmente dovresti sposarti, ma ehi, almeno il principe Wintur del Regno dei Draghi non sembra poi così male… ahi- Neil la prese in giro, e si beccò un cuscino dritto in faccia.

-Sposalo tu se ti piace tanto!- esclamò Nives, seccata.

-No, credo che il principe Lorann del Regno degli Elfi si ingelosirebbe parecchio. Hai visto come mi guardava, nella sala del trono? E comunque il mio cuore appartiene ad un’altra persona, come ben sapete, principessa- Neil lanciò un’occhiata al libro che aveva ancora in mano, e Nives sorrise intenerita.

-Allora, qual è il piano?- chiese, sedendosi a terra sul tappeto e facendo cenno a Gunnar di raggiungerla.

Non aveva intenzione di stare a letto, quel giorno, né di congedare il lupo, che voleva tenere il più vicino possibile.

Neil si sedette davanti a lei, e iniziò a spiegare.

Quando Neil si metteva in testa qualcosa, era difficile che si arrendesse o che fallisse.

E con lui al proprio fianco, Nives sapeva che sarebbe riuscita ad ottenere il lieto fine.

Non c’era assolutamente nessuno che potesse sconfiggerli.

O almeno, così sperava con forse troppo ottimismo.

Perché non aveva fatto i conti con la determinazione di un pretendente, la pericolosità di sua zia, regole del regno, e un nemico che tramava nell’ombra, e che aveva un piano pericoloso in mente.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Conosciamo i pretendenti, quelli ufficiali sono tutti miei OC.

E conosciamo anche Purotu e Naehu, che ufficialmente dovrebbero comparire nel regno dei Coralli, ma dato che nel libro originale viene detto che erano invitati anche loro al matrimonio di Nives… ho voluto fare un cameo, E compariranno anche nei prossimi capitoli.

Abbiamo anche conosciuto ufficialmente la zia Berglind, ed è… beh… decisamente peggio del canon. Che persona davvero orribile! Governa il regno con un pugno di ferro, e tira anche schiaffi, e sa che pulsanti premere per tenere sotto scacco la nipote.

Almeno Nives puoi contare su Neil e su Gunnar, che se avesse avuto la possibilità avrebbe tenuto Nives lontana anni luce dalla zia.

Ma ahimè, ci sono poteri che neanche lui può contrastare senza ricevere terribili conseguenze.

Nei prossimi capitoli spero di far comparire di più anche Thina e Tallia. 

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, un bacione e alla prossima! :-*

   
 
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