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Autore: TheSlavicShadow    07/06/2023    0 recensioni
[Multifandom]
[Multifandom]Raccolta di fanfic che partecipano alla challenge MAY I write 2023 del gruppo Non Solo Sherlock https://www.facebook.com/groups/366635016782488
Metto le mani avanti dicendo che non ho idea di cosa ne uscirà....
Genere: Angst, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti, Mpreg, Tematiche delicate
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Prompt: "Mi hai dato molto", Serotonina
Fandom: Marvel E3490
Personaggi: Natasha Stark, Steve Rogers
Pairing: Stony


 

Aveva sempre pensato che il suo appetito sessuale fosse dovuto ad una grossa mancanza di serotonina. Il suo corpo non riusciva a produrne abbastanza da rendere il suo cervello felice almeno un minimo, almeno quel po’ che poteva essere accettabile per poter dire di essere di buonumore. Non voleva avere la presunzione di dire che fosse una persona felice. Non lo era. Non lo avrebbe mai detto a voce alta, perché era una persona che aveva letteralmente tutto. E se non aveva tutto, poteva comprarlo quando meglio credeva. Era una persona che tutti invidiavano, per un motivo o per l’altro. Per i soldi, per il potere, per le continue conquiste. La sua foto compariva sulle riviste più disparate, da quelle scientifiche o economiche, per arrivare a quelle di gossip senza mezze misure. 

Ma come le aveva detto una persona una volta, aveva tutto e non aveva niente. Quel niente le produceva poca serotonina e il suo cervello doveva trovarlo da qualche parte.

Meglio se nel letto di un bell’uomo. Meglio ancora se quell’uomo era alto, biondo, con occhi azzurri, e simbolo della rettitudine americana. 

Sfogliava svogliatamente la rivista che la sua segretaria le aveva fatto recapitare. Era stata fotografata per l’ennesima volta. Questa volta in compagnia niente poco di meno che di Steve “Captain America” Rogers. 

Non c’era niente tra di loro. Niente di sentimentale. Aveva continuato a ripeterselo senza sosta. Erano stati solo incontri casuali. Momenti dettati dal pathos del momento che li avevano portati a cercare conforto tra le braccia dell’altro. 

Eppure il suo sorriso in quelle foto sembrava sincero. Sembrava felice. 

Quella era stata l’unica volta in cui si erano permessi di uscire da soli al di fuori del lavoro. Anche perché per lavoro c’era sempre qualcun altro assieme a loro. Quel giorno invece erano usciti per un caffè, solo quello. Non aveva significato nulla, non doveva significare nulla. Era solo un caffè tra amici, nulla di più. Non doveva leggerci nulla di più di questo. Non doveva pensare al sorriso che vedeva sul suo stesso volto in quelle foto. 

Steve non avrebbe mai voluto avere una relazione seria con una donna discutibile come lei. Era solo sesso. Era solo sfogare i propri più bassi istinti. E Steve era un uomo, aveva bisogno di sfogarsi anche lui. Per questo aveva scelto lei. Non l’avrebbe di certo mai scelta per costruire qualcosa di serio.

Quel caffè non significava nulla. Quelle foto non significavano nulla. 

Un leggero bussare alla porta del suo ufficio le aveva fatto alzare gli occhi dalla stupida rivista che aveva in mano. E tutti si sarebbe aspettata di vedere, ma proprio non Steve Rogers.

“Scusami se piombo qui senza preavviso, ma…”

“Ma?” Natasha lo aveva guardato. Sorrideva leggermente, ma le sembrava preoccupato e imbarazzato. “Potevi telefonarmi, non ti avrei fatto venire fin qui.” Aveva chiuso la rivista, lasciandola sulla scrivania. Ma serviva a poco. Sulla copertina c’erano sempre loro due.

“Ah, vedo che l’hai già vista. Fury mi ha convocato stamattina in ufficio. Non ne sapevo nulla.” Si era avvicinato alla sua scrivania, guardando la rivista. Aveva immaginato che Fury non ne sarebbe stato felice. Era stupita di non aver già ricevuto qualche telefonata da parte sua. 

“Me l’ha portata Pepper poco fa. Scusami per tutti i problemi che ti potrebbe causare, non è stato intenzionale, ma mi fotografano sempre quando esco con un uomo. Soprattutto se sei tu. Sai che articolo succulento ne esce.” Aveva sospirato, invitandolo con un gesto della mano a sedersi. Doveva immaginare che non ne sarebbe stato felice. Avrebbe macchiato la propria reputazione facendosi vedere con lei.

“Problemi? Che problemi dovrebbero esserci?” Steve si era seduto, mettendosi comodo, anche se era palpabile la tensione nel suo corpo. Ora le avrebbe detto che fuori dal lavoro non si sarebbero più visti. Che i rapporti si sarebbero mantenuti alle operazioni relative agli Avengers. 

“Molti? Sono abbastanza certa che ti abbiano paparazzato anche qui fuori.”

“Credo di sì, in realtà.” Steve l’aveva guardata, e chi voleva ingannare ormai? A lei quell’uomo piaceva. Le piaceva stare in sua compagnia. Le piaceva la tranquillità che le trasmetteva. Le piaceva la sensazione di felicità che arrivava al suo cervello quando lo vedeva. “Ma non è un problema. Davvero.”

“Lo credi davvero? Non potrai muovere un passo senza essere seguito da qualcuno per i prossimi mesi, come minimo. Mi dispiace davvero, Steve. Capirò se non vorrai vedermi più.” 

“Di cosa stai parlando, Tasha? A me non dispiace.” Lo aveva guardato e lui le sorrideva lievemente. “Mi hai dato molto in questi mesi. E non credo di essermi comportato come avrei dovuto. Non ti ho mai corteggiata davvero o portata fuori a cena. Mi sono solo approfittato di te, e questo non lo meriti. Non ci si comporta così con una signora.”

“Credo di aver approfittato più io di te, credimi.” Era la fine. Le avrebbe dato il benservito. Steve era un uomo di altri tempi dopotutto. Credeva ancora nei corteggiamenti. La donna che avrebbe amato sarebbe stata fortunata. Ci sarebbero stati fiori, inviti a cena, serate romantiche. Poteva già figurarsi la futura signora Rogers. Una donna perfetta. Sempre curata. E soprattutto con una reputazione invidiabile. 

“No, non è così. Mi sono preso ciò che mi offrivi e non volevo pensare a tutte le implicazioni di questa situazione. Io ti volevo, io ti voglio. E non mi importava come lo ottenevo. E quando Fury oggi mi ha convocato per farmi vedere queste foto, mi sono reso conto che voglio di più. Voglio che questi caffè siano una cosa normale, non una eccezione. L’ho sempre saputo cosa volevo da te, ma non potevo dirtelo. O meglio, non sapevo come fare per dirtelo.”

Il suo cervello aveva smesso di funzionare. Per la prima volta non sapeva come processare le informazioni di cui stava entrando in possesso. Non era possibile che Steve le stesse dicendo proprio quello che lei sembrava capire. Era stato solo sesso tra di loro, il miglior sesso che avesse mai avuto, ma era solo quello. 

“Ho paura di star fraintendendo ciò che mi stai dicendo.” Aveva cercato di forzare un sorriso sulle proprie labbra. Aveva paura di illudersi e costruirsi castelli in aria che poi sarebbero crollati e l’avrebbero lasciata distrutta. 

“In realtà ho paura anch’io.” Steve aveva ridacchiato. Era una risatina nervosa, e non credeva fosse possibile vedere Steve Rogers così nervoso. “Temo di poter aver frainteso qualche tuo comportamento o parola. E ho paura che questo potrebbe rovinare anche solo il rapporto lavorativo. Ma volevo chiederti se ti andava di uscire a cena con me?”

Stava sognando. E se stava sognando non voleva essere svegliata. Tutto si sarebbe aspettata, ma non un invito. Non un appuntamento in piena regola. Non da Steve Rogers.

“Sì. Assolutamente sì.”

 
   
 
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