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Autore: KillerQueen86    11/06/2023    0 recensioni
Rating Verde Cap 7-The Queen is Dead (AU)
(What-if) E se Emma non avesse lasciato Uncino a New York, dopo che il pirata ha pugnalato Gold?
Un brivido le percorse la schiena nel ricordare il momento in cui Uncino aveva trafitto Gold: non aveva mai avuto tanta paura di lui come in quel momento. Da quando lo aveva incontrato nella Foresta Incantata, aveva avuto modo di scoprire le sue innumerevoli sfaccettature
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell’Autore: E finalmente eccovi il secondo capitolo. Scrivendo questo capitolo mi sono resa conto che avrei potuto benissimo allungare la storia e scriverne una completa a più capitolo, ma al momento ho deciso di lasciarla solo con due capitoli, forse più avanti quando avrò più tempo per elaborare la storia ci penserò. Aspetto le vostre recensione, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.

 

Beta: veronica85

 

Disclaimer: OUAT e tutti i suoi personaggi non sono di mia proprietà (altrimenti sarebbe stato un prodotto HBO), tutti i diritti sono dei legittimi proprietari, il mio è solo un divertimento.

 

 

Capitolo 2

 

Nei giorni successivi lei e Killian non si videro più, Milah si occupò di lei, portandole un cambio di vestiti e dell’acqua per potersi lavare, aiutandola a scrivere una lettera indirizzata a Elsa per avvertirla del suo arrivo a Arendelle e accompagnandola a mangiare nella cambusa quando gli altri pirati erano occupati a fare altro. Era raro che incontrasse un pirata, Milah era stata brava a fare in modo che lei potesse uscire dalla sua cabina quando non c’era in giro quasi nessuno. Era curiosa riguardo questa donna: era chiaramente l’amante di Killian, lo aveva capito dalla dolcezza con cui si guardavano, dal tono che lei usava quando lo chiamava, ma non sapeva se era a conoscenza del loro legame, se Killian le avesse mai parlato della sua amicizia con la principessa di Misthaven.

“Manca ancora molto?”chiese Emma, mentre le due donne stavano mangiando nella cabina di quest’ultima, in religioso silenzio.

“Solo un paio di giorni” rispose l’altra sorridendole, forse nel tentativo di tranquillizzarla, di calmarla.

Il nervosismo di Emma, però, non era tanto per la sua “prigionia” ma per quello che sarebbe avvenuto una volta sbarcati: affrontare un viaggio a piedi dal porto al castello da sola con Killian Jones sarebbe stato più faticoso di questi giorni in mare, perché si sarebbero trovati soli per la prima volta dall’inizio di quel viaggio e non si erano più rivolti una parola, dopo il primo giorno.

“Come mai una donna è finita in una ciurma di pirati?” chiese la bionda, cercando di distogliere i suoi pensieri dal Capitano.

“Ero una donna molto infelice:Killian mi ha donato quello che agognavo di più” rispose con dolcezza confermando a Emma che i due erano amanti.

“L’amore di un uomo?” chiese timidamente, confusa, perché era certa che una donna bella come Milah potesse avere tutti gli uomini che voleva ai suoi piedi.

“No, l’avventura” rispose lei con gli occhi che le luccicavano.

“L’amore è arrivato dopo” ammise sorseggiando un po’ di vino.

Invidiava Milah, era una donna felice, indipendente e appagata dalla sua vita, Emma invece nell’ultimo anno e mezzo si era scoperta una donna profondamente infelice, costretta in un matrimonio che non voleva con un uomo che aveva imparato a disprezzare più che amare. La sua decisione di accettare la proposta di matrimonio aveva spezzato il cuore dei suoi genitori più di quanto avevano ammesso, avevano sempre desiderato per lei una vita piena di amore, ma il destino aveva deciso diversamente.

Le mancavano i suoi genitori, le mancavano il castello dove era cresciuta e gli amici. Biancaneve e il principe Azzurro l’avevano circondata di amore, il loro consiglio di guerra era costituito per la maggior parte dai loro amici più fidati: non dei nobili, ma gli uomini e le donne che li avevano aiutati a sconfiggere la Regina Cattiva e Re Giorgio.

Fino a qualche anno prima aveva potuto annoverare tra quegli amici anche Killian e suo fratello, ma poi tutto era cambiato:Camelot, da sempre alleato dei suoi genitori, aveva messo i propri interessi davanti a qualsiasi promessa di lealtà e presto l’aveva raggiunta la notizia della morte dei suoi amici. Altra conseguenza del voltafaccia del re di Camelot era stata la necessità dei suoi genitori di stipulare nuovi accordi, cosa che aveva costretto lei ad accettare la proposta di matrimonio del figlio del Signore Oscuro e ad allontanarsi da ciò che aveva di più caro: la sua casa e la sua famiglia. Nell’accordo era previsto che lei chiudesse ogni rapporto con i suoi genitori: secondo l’Oscuro era il modo migliore per essere protetta e proteggere il suo segreto, ovvero che era in possesso della magia più pura e potente, la magia nata dal vero amore dei suoi genitori. E questo implicava che non potesse neanche inviare loro una stupida lettera per informarli che stava bene, perché chiunque avrebbe potuto intercettarla e usarla per farle del male.

 

Dopo la cena, ogni notte, Milah si ritirava nella cabina che divideva con il Capitano, quella accanto alla sua, ed Emma non poteva fare a meno di restare sveglia fino a quando non sentiva Killian ritirarsi per la notte, dopodiché, solitamente riusciva sempre ad addormentarsi. Quella notte, stranamente, non fu così fortunata: si sentiva agitata e sentiva il suo potere vibrare nelle sue vene, non sapeva se era perché era sempre più nervosa mano a mano che si avvicinavano ad Arendelle, aveva solo voglia di salire sul ponte a respirare senza che nessuno la seguisse.

Così in un attimo, si mise il vestito con cui era salita a bordo e, cercando di fare più piano possibile, aprì solo di un pochettino la porta della sua cabina per poter verificare se c’era qualche pirata in giro. I suoi occhi, tuttavia, le mostrarono solo il buio del corridoio; in lontananza sentiva le voci dei pirati chiusi nelle loro cabine, così si fece coraggio e uscì dalla sua cabina, facendo molta attenzione a chiudere la porta dietro di sé. Aspettò ancora un attimo cercando di captare qualche suono dalla cabina di Killian, ma nulla: per fortuna tutto era in silenzio e decise quindi di proseguire e andare avanti.

Salì le scale e già si sentiva meglio, una leggera brezza le arrivava dal ponte: era elettrizzata all’idea di vedere il mare e il cielo notturno, le era sempre piaciuto viaggiare per mare, e, nonostante la sua situazione attuale, restava quello che la tranquillizzava.

Una volta messo un piede sul ponte, la prima cosa che fece fu quella di alzare il naso verso le stelle, e proprio in quel momento percepì la sua magia produrre come un guizzo, una sensazione che non aveva più avvertito nell’ultimo anno e mezzo. Si avvicinò al parapetto per appoggiarsi e guardare le onde che, dolcemente,cullavano il viaggio della nave e respirò a fondo l’odore di salsedine: era libera, in quella frazione di secondo si sentiva libera.

 

“Swan?” la sua voce la fece tremare ulteriormente, il suo respiro di fermò e il battito del cuore saltò un pochettino, era così assorta che non lo aveva sentito arrivare, non aveva prestato abbastanza attenzione, e adesso l’aveva scoperta.

Aveva un tono sorpreso, l’utilizzo del sopranome che le aveva donato molto tempo prima la colpì più di quanto potesse mai ammettere, le era dannatamente mancato. Si voltò a guardarlo: era senza la sua giacca di pelle, aveva solo la camicia nera lasciata libera e i pantaloni di pelle definivano meglio la sua forma.

“Pensavo fossi nella tua cabina” disse sottovoce senza rendersene conto. Killian cambiò espressione, il volto sorpreso del ragazzo che una volta aveva conosciuto aveva lasciato il posto al Capitano dei Pirati che l’aveva accolta qualche giorno prima.

“Perché, mia signora, volevi forse lanciarti in mezzo alle acque gelide?” lo chiese con un tono sarcastico senza nascondere il suo fastidio, Emma strinse i pugni infastidita di essere trattata così da lui, soprattutto dopo che l’aveva ignorata per giorni.

“Avevo solo bisogno di un attimo di respiro, senza il fiato della tua puttana sul collo” si pentì immediatamente di quelle parole e del tono usato, non pensava davvero questo di Milah. Killian avanzò minacciosamente verso di lei, non lo aveva mai visto con quell’oscurità nello sguardo.

“Non osare mai più parlare così di lei, principessina” sbottò con un tono freddo che le fece salire un brivido di paura lungo la schiena: era un uomo così diverso, avvolto di un’oscurità che la spaventava e la attirava senza capirne davvero il motivo.

“Non ha mai svenduto il suo corpo per un matrimonio di convenienza” sputò con un tono velenoso, Emma ebbe uno scatto di rabbia, e gli diede un pugno sulla mascella con tutta la rabbia che aveva dentro: non aveva alcun diritto di giudicarla, non dopo quello che aveva passato, non dopo che lui aveva finto di morire lasciandola indietro a soffrire dopo averle promesso che sarebbe sempre tornato per lei.

Lo vide toccarsi il labro che stava sanguinando e ridere nel notare una piccola punta di sangue sul suo dito, la guardò con un’espressione che non le piaceva e quando lo vide scattare verso di lei alzò le mani per protezione e lo fece sbattere contro la barriera protettiva insegnarle da Trilli. Killian la guardò sconvolto e indietreggiò, nei suoi occhi nessun accenno di paura, solo un’enorme sorpresa e questo sorprese assolutamente la giovane principessa, abituata a leggere il terrore puro negli occhi di chiunque scopriva per la prima volta di cosa era capace.

 

“Hai la magia” sospirò Killian, poi Emma lo vide sorridere più rilassato e cambiare nuovamente umore: per caso aveva deciso di farla impazzire?

“Sei una donna piena di sorprese, Swan”

“Non ne hai idea, Capitano” insinuò sottolineando con fastidio il suo titolo, non gli avrebbe permesso di ferirla, in nessun modo, era una donna forte ora, non più una ragazzina.

“Era questo il grande segreto quindi” riprese la parola Killian rilassandosi e osservandola con attenzione. Emma corrugò la fronte non capendo, abbassò le mani e la barriera scomparve.

“Di che stai parlando?” chiese confusa.

“Circolano delle voci sulla sposa di Bealfire: che sia una donna bellissima con un segreto oscuro” spiegò facendole venire i brividi al termine “oscuro”.

Gli diede le spalle appoggiando le mani al parapetto: accettare la sua magia non era stata una cosa semplice, lo aveva scoperto quasi per caso, dopo il tradimento di Camelot. Blu e le fate sostenevano che si trattava di magia bianca, pura, ma dopo aver visto quello che la magia aveva fatto a Regina e all’uomo che si celava dietro l’Oscuro, era terrorizzata, non la voleva.

Aveva provato a non usarla, spaventata che qualcuno la potesse sfruttare per fare del male, ma era una cosa istintiva e quando il regno dei suoi genitori era stato attaccato era stata l’unica cosa che aveva tenuto tutti al sicuro, poi era arrivato l’oscuro con la sua proposta.

“Non esiste nessun oscuro segreto” mormorò, sentendo il disperato bisogno di parlare al suo vecchio amico.

“L’oscuro vuole solo sfruttare questo mio potere, vuole ingabbiarlo in qualche modo” continuò senza staccare gli occhi dal mare scuro sotto di lei.

“Sono stata costretta a sposare Bealfire, non ho avuto altra scelta” disse lasciando che le lacrime scorressero sul suo viso.

“Se fossi andata via con loro, il regno dei miei genitori sarebbe stato protetto dagli attacchi di Regina” spiegò, voltandosi verso di lui senza nascondere le sue lacrime.

“Non mi sono svenduta come molti pensano!” precisò irritata stringendo i pugni sul fianco. Killian, dal canto suo, aveva cambiato espressione, lo sguardo si era ammorbidito, ma la sua faccia non lasciava trasparire nulla, si limitava a guardarla intensamente, quasi nel tentativo di leggerla.

“Ho dovuto lasciare i miei genitori, i miei amici, per salvarli” ammise guardandolo dritto negli occhi, quasi a sfidarlo a criticarla, a giudicarla per questo.

“E’ immagino che tu non possa più tornare da loro neanche volendolo” rifletté lui sospirando e appoggiandosi al parapetto accanto a lei.

“Non vedo i miei genitori dalla notte in cui l’Oscuro è arrivato a palazzo” ammise lei seguendo il suo esempio e appoggiandosi al parapetto.

“Quella notte sono cambiate molte cose, ho perso così tanto” continuò guardando dritta davanti a lei: non parlava così con nessuno da tanto tempo, si era tenuta tutto dentro per più di un anno.

“Cosa è successo invece a voi?” chiese poi, dopo qualche momento di silenzio guardandolo, consapevole che lui avrebbe capito a cosa si riferiva. Lo vide irrigidirsi, muoversi con disagio. Non aveva mai saputo cosa era accaduto ai due fratelli Jones, l’unica notizia arrivata a palazzo diceva che qualche giorno dopo essere salpati da Arendelle per una missione segreta, erano stati attaccati dai pirati ed erano morti per salvare il loro re. Il tradimento di Camelot, i cui soldati avevano attaccato il palazzo reale di Misthaven su ordine della Regina Cattiva appena poco tempo dopo, non aveva dato a nessuno di loro il tempo necessario per elaborare la morte dei due Jones, né per capire cosa era davvero successo.

“Arthur ha mostrato la sua vera faccia, ci ha mandato in una missione che avrebbe disonorato ciò in cui credevamo, Liam è morto tra le mie braccia non appena siamo arrivati nei pressi di Camelot” disse senza spiegarsi ulteriormente.

“Perché non sei venuto a chiedere aiuto?” chiese lei addolorata per la morte del suo amico.

“Non potevo, quando mi ripresi dalle ferite della battaglia, era troppo tardi” le rispose senza guardarla.

“È come hai detto tu Swan: Killian Jones è morto quel giorno, adesso esiste solo il pirata” ammise con un sorriso triste in volto, e in quel momento Emma seppe di essersi sbagliata su di lui: il suo vecchio amico era ancora vivo, lì davanti a lei, si era solo nascosto sotto strati interi di pelle. Le salirono brividi lungo la schiena, rendendosi conto che entrambi, anche se in modo del tutto diverso, stavano solo cercando di reagire ad un dolore dentro la loro anima, si nascondevano dietro a delle maschere: lei quella della moglie devota e risoluta; lui quella del pirata spietato.

“Credo invece che sia facile per entrambi illudersi che quella parte di noi sia morta, ma in realtà è sempre lì, si è solo nascosta!” ammise lei guardandolo. Killian alzò lo sguardo su di lei, fissandola negli occhi per la prima volta da quando si erano ritrovati. Distolse lo sguardo poco dopo e vergognandosi di quello che lei avrebbe potuto leggergli negli occhi, si voltò verso il mare.

“Non sarò io ad accompagnarti a corte una volta arrivati” le comunicò cambiando discorso, Emma lo guardò stranita, non capendo il perché di quel cambio repentino.

“Ti affiderò a uno dei miei uomini fidati, ti proteggerà fino al tuo arrivo al castello” aggiunse senza mai guardarla. Emma però non era convinta: sapeva che se Elsa avesse visto chi si celava dietro il Capitano Uncino lo avrebbe accolto a braccia aperte, quindi si rese conto che dietro a questa decisione doveva esserci dell’altro.

“Neanche Elsa sa cosa è successo quella notte, vero?” chiese, pur conoscendo bene la risposta.

“E’ molto più sicuro che tutti credano che Killian Jones sia morto quella notte” aggiunse allontanandosi dal parapetto.

“Non puoi continuare a scappare, prima o poi dovrai affrontare quello che è successo” cercò di farlo reagire.

“Non sto affatto scappando” le rispose voltandosi nuovamente verso di lei con la rabbia che montava, era riuscita a farlo reagire.

“Invece sì, ti nascondi dietro il sopranome di un pirata, quelli che una volta ti chiamavano amico credono tu sia morto” fece un passo un avanti verso di lui.

“Come credi la prenderà Elsa quando saprà che in realtà non sei morto, che hai preferito andare via e consegnarmi a un estraneo, piuttosto che affrontarla e dirle com’è morto il suo fidanzato?” lo accusò sapendo bene di colpire un nervo scoperto.

“E come credi che si sentirà quando saprà che ho disonorato la memoria del suo fidanzato diventando un pirata, macchiandomi le mani di sangue?” era riuscita a fargli dire cosa lo spingeva a nascondersi dietro la sua maschera di pirata.

“Killian” lo chiamò lei con dolcezza, come quando erano dei semplici ragazzi che giravano per i giardini del palazzo.

“Non limitarti a portarmi ad Arendelle, portami da Elsa, unisciti a noi per sconfiggere Regina” continuò allungando la mano nella speranza che lui accogliesse il suo invito. Lo vide fissare la sua mano quasi tentato di stringerla, poi si voltò e guardò verso il timone; forse stava pensando a Milah alle conseguenze che poteva portare questo suo passo verso l’alleanza con i suoi genitori.

“Una volta lo avrei fatto senza pensare” disse prendendo la mano di Emma per stringerla.

“Avrei scalato le montagne più alte, e avrei solcato il mare più impervio, solo perché tu me lo chiedevi” ammise a voce bassa facendo tremare Emma, si avvicinò a lei tanto che poteva sentire il suo calore.

“L’ultima volta ti ho promesso che sarei sempre tornato per te, che avrei fatto di tutto per renderti felice” aggiunse fissandola negli occhi, mostrando la stessa devozione di sempre, osò quasi sperare che i suoi sentimenti fossero ricambiati, che ancora per loro ci fosse una piccola speranza.

“Puoi ancora farlo, Killian, possiamo ancora avere quello che abbiamo sempre voluto” lo incoraggiò nella speranza che lui capisse. Non erano mai stati onesti l’uno con l’altra suoi loro sentimenti, avevano sempre evitato il discorso, lei aveva sempre avuto una grande paura di perdere una persona così importante per lei, ed era quello che la tormentava più di tutto: non avergli mai detto quanto in realtà lo amava e desiderava stare con lui.

“Non sai che darei per tornare indietro ed essere più coraggioso e prendermi quello che davvero volevo” disse accarezzandole il viso, Emma deglutì e chiuse gli occhi, aveva sempre sognato di lui, di loro così vicini e ora faceva male perché avevano sofferto più di quanto meritassero, e quel dolce momento tra loro aveva un gusto amaro.

“Non potrà più essere così, Swan” continuò con quel tono morbido che le fece ancora più male, le diede un piccolo bacio sulla fronte e si allontanò da lei mettendo la giusta distanza tra loro.

“Diventerai una regina regnante Swan, e non puoi avere al tuo fianco un uomo che si è macchiato di tradimento e che ora è un pirata” continuò, spezzandole ancora di più il cuore, sentiva come se l’aria le fosse uscita via dal petto all’improvviso.

“Dovresti far scegliere a me” gli rinfacciò.

“Hai bisogno di alleanze forti attorno al tuo regno, io sarei solo d’intralcio” continuò lui rimanendo freddo.

“Comunicherò all’Oscuro che la principessa ha preferito gettarsi in mare piuttosto che essere rovinata da un pirata come me” spiegò con una freddezza che non pensava di avere a quel punto della loro discussione.

“Arriverai ad Arendelle sotto mentite spoglie, sono sicuro che Elsa riuscirà a riportarti in salvo dai tuoi genitori” concluse il suo piano e si voltò per andare verso il timone.

“Killian” tentò di chiamarlo un’ultima volta, con la voce rotta dalle lacrime, si fermò sui suoi passi ma non si voltò mai verso di lei.

“Per me sei sempre Killian Jones, tutto quello che è successo non ha cambiato come io ti vedo” continuò lei nella speranza che cambiasse idea.

“Mi dispiace deluderti love, ma come hai detto tu, Killian Jones è morto” disse con quel tono che lei aveva identificato come quello del capitano pirata che si era fatto strada nell’ultimo anno e mezzo.

Lo vide scomparire dalla botola dietro il timone che portava alla sua cabina, dovette fare dei respiri profondi nel tentativo di riprendere a respirare e calmare le lacrime che scorrevano libere sulle sue guance.

 

Due giorni dopo la nave attraccò al molo di Arendelle, lei era nella sua cabina con Milah, l’aveva aiutata a cercare un abito che riusciva a nasconderla, le aveva messo un mantello con un cappuccio ampio che nascondeva i suoi capelli biondi, la mora si era preoccupata di raccogliere le sue onde in una stretta treccia.

Non aveva né visto né parlato più con Killian, e non parlava più di tanto neanche con Milah: si era semplicemente limitata ad accettare una cosa che non poteva cambiare. Killian aveva fatto la sua scelta, non poteva obbligarlo.

Non aveva idea se la donna davanti a lei sapeva quello che era successo sul ponte, se Killian le aveva detto che lei si era esposta, che aveva chiesto di tornare con lei, sinceramente non le importava, Killian aveva fatto una scelta e lei doveva accettarla e andare avanti.

“Adesso possiamo andare” disse Milah osservando dagli oblò, la nave sembrava ferma, Emma annuì e si mise il cappuccio in testa attenta a nascondersi bene, per poi salire sul ponte seguendo la mora.

La ciurma era indaffarata quindi non diede molta importanza al loro arrivo, tutti avevano un compito e lo dovevano eseguire per garantire un approdo tranquillo e sicuro. Senza volerlo alzò lo sguardo verso il timone e il suo cuore saltò un battito nel vederlo lì saldamente al suo posto.

“Capitano, l’attracco è assicurato” urlò uno degli uomini, Killian fece un segno di assenso e scese avvicinandosi a loro due, mentre gli altri pirati sistemavano la passerella e completavano il tutto.

“Sarà Milah ad accompagnarla al palazzo in totale sicurezza” disse con distacco non guardandola mai direttamente.

“Vi ringrazio Capitano” disse freddamente, seppellendo il suo dolore nel profondo, alzò lo sguardo su di lui un’ultima volta, guardandolo quasi con sfida.

“Spero che un giorno possiate pensare alla mia proposta di alleanza e accoglierla” continuò con il tono che di solito usava al palazzo del marito.

“I miei genitori saranno generosi verso gli uomini che hanno salvato la loro erede” continuò.

“Siamo pirati, vostra altezza, preferiamo navigare senza dipendere da nessuno” disse con un ghigno divertito, voltandosi verso la sua ciurma.

Milah le indicò la passerella e la seguì in silenzio, Emma guardò un’ultima volta verso il Capitano che la osservava con attenzione, per poi voltarsi e sparire. Emma raccolse la gonna e seguì l’altra donna sapendo che non avrebbe più rivisto Killian.

 

Un mese dopo regno di Arendelle

 

Era passato del tempo da quando era arrivata ad Arendelle, Elsa l’aveva accolta con un abbraccio e una tazza di squisita cioccolata calda, era stata preoccupata nell’ultimo anno e mezzo sulle sue sorti quindi era più che felice di saperla al sicuro.

Si era incuriosita nel vederla accompagnata da Milah, una donna che non nascondeva il suo lato da pirata, e quando la regina aveva chiesto chi era il suo capitano lei aveva risposto semplicemente Capitano Uncino, Emma si morse la lingua perché voleva dire la verità, ma pensò bene di non farlo davanti alla mora.

Una volta rimasta con la sua più vecchia e fidata amica, Emma le aveva illustrato la situazione rivelandole chi si nascondeva dietro Uncino, una verità che aveva sconvolto Elsa riportando alla luce il dolore per l’amore perso così improvvisamente. Le due amiche, dopo averne discusso anche con Ingrid, la zia di Elsa, avevano deciso di aspettare a muoversi: in gran segreto avevano inviato un messaggio cifrato a Biancaneve sulle sorti di Emma, che entro pochi giorni, con l’aiuto di una piccola magia che avrebbe nascosto il suo aspetto, si sarebbe potuta muovere senza problemi verso il regno dei suoi genitori. Elsa stava facendo preparare una piccola flotta di navi per accompagnarla al sicuro dalla sua famiglia.

In cuor suo, però, Emma pensava ancora a Killian, non riusciva ancora a toglierselo dalla testa nonostante lui fosse stato chiaro sulle sue intenzioni. Dopo che Milah l’aveva lasciata al palazzo, la nave era salpata la notte stessa, e da quel momento sul suo cuore si era posato un peso che non l’aveva abbandonata più, passava ogni momento libero al davanzale della finestra della camera che Elsa le aveva dato, riusciva a vedere il molo e le navi attraccata, ma il suo sguardo correva sempre verso l’orizzonte.

Si trovava proprio lì in quel momento, osservando come il mare lambiva la costa dondolando le navi attraccate. Era quasi ora di cena e sospirò sapendo che quello era l’ultimo tramonto che avrebbe visto da lì: la mattina dopo alle prime ore di luce la sua nave sarebbe partita per riportarla a casa.

Il suo cuore saltò un battito quasi prima ancora che la sua mente potesse rendersi conto di cosa stava succedendo, all’orizzonte: con il sole alle spalle una nave si stava facendo largo tra il mare per raggiungere in fretta il porto, era lontano per definire la nave, ma lei sapeva bene di quale si trattava, per anni l’aveva vista spuntare davanti al porto del regno dei suoi genitori e ogni volta le portava sempre il sorriso della persona più importante.

Osò sperare che fosse tornato per lei, quindi prese di corsa il mantello verde abbandonato ai piedi del letto, e corse via scontrandosi con Anna per la fretta, scusandosi e promettendole che avrebbe spiegato tutto al suo ritorno.

Corse a perdifiato fino a raggiungere il porto, muovendosi tra la folla dei mercanti che stavano caricando le navi pronte per nuovi viaggi. E quando si convinse di essersi sbagliata vide Smee bloccare la passerella sul molo, mentre altri due membri assicuravano le cime, si fermò incerta su cosa fare, era corsa seguendo il suo cuore, ma in quel momento si ricordò che lui aveva rifiutato la sua alleanza, che amava un'altra donna, più grande e bella di lei. Lo vide scendere dalla nave con spavalderia, disse qualcosa a Smee e gli consegnò qualcosa, forse qualche moneta, per poi voltarsi e camminare, era proprio lui, davanti a lei, si fece coraggio e fece qualche altro passo.

“Killian” lo chiamò forte attirando così l’attenzione su di sé, lo vide fermarsi su suoi passi, le sembrava indeciso cosa che la spinse ad andare avanti.

“Sei tornato” disse quasi sottovoce una volta abbastanza vicina a lui, il pirata abbassò lo sguardo senza guardarla e si grattò dietro l’orecchio, un gesto che la fece sorridere.

“Una volta un povero marinaio fece una promessa a una principessa molto testarda” disse con un po’ di sarcasmo per smorzare la tensione.

“Credevo che quel marinaio non ci fosse più” continuò lei mordendosi il labro nel tentativo di essere seria.

“Forse avevo solo bisogno di qualcuno che mi ricordasse la mia strada” disse sottovoce.

“Porgo la mia nave e i miei servizi, Swan, per qualunque alleanza tu desideri” aggiunse più serio porgendole la mano.

Avevano ancora così tanta strada da fare, dovevano fermare l’avanzata di Regina, impedire all’Oscuro di distruggerli, era ancora una donna sposata, lui aveva un’amante, era una futura regina e lui un pirata, ma in quel momento non le importava davvero. Si lanciò contro il suo petto e fu come tornare a casa, nonostante il forte odore speziato di rum e pelle, poteva ancora sentire quel profumo di mare che le aveva sempre ricordato i loro momenti più belli. Dopo un attimo d’indecisione sentì le sue braccia avvolgerla e si tranquillizzò, sicura che insieme avrebbero potuto affrontare qualsiasi cosa.

 

Fine

 

 

   
 
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