Note dell’Autore: E finalmente eccovi il secondo capitolo. Scrivendo
questo capitolo mi sono resa conto che avrei potuto benissimo allungare la
storia e scriverne una completa a più capitolo, ma al momento ho deciso di
lasciarla solo con due capitoli, forse più avanti quando avrò più tempo per
elaborare la storia ci penserò. Aspetto le vostre recensione, mi piacerebbe
sapere cosa ne pensate.
Beta: veronica85
Disclaimer: OUAT e tutti i suoi personaggi non sono di mia proprietà (altrimenti
sarebbe stato un prodotto HBO), tutti i diritti sono dei legittimi proprietari,
il mio è solo un divertimento.
Capitolo 2
Nei giorni successivi lei e Killian non si videro più,
Milah si occupò di lei, portandole un cambio di vestiti e dell’acqua per
potersi lavare, aiutandola a scrivere una lettera indirizzata a Elsa per
avvertirla del suo arrivo a Arendelle e accompagnandola a mangiare nella
cambusa quando gli altri pirati erano occupati a fare altro. Era raro che
incontrasse un pirata, Milah era stata brava a fare in modo che lei potesse
uscire dalla sua cabina quando non c’era in giro quasi nessuno. Era curiosa
riguardo questa donna: era chiaramente l’amante di Killian, lo aveva capito
dalla dolcezza con cui si guardavano, dal tono che lei usava quando lo
chiamava, ma non sapeva se era a conoscenza del loro legame, se Killian le
avesse mai parlato della sua amicizia con la principessa di Misthaven.
“Manca ancora molto?”chiese Emma, mentre le due donne
stavano mangiando nella cabina di quest’ultima, in religioso silenzio.
“Solo un paio di giorni” rispose l’altra sorridendole,
forse nel tentativo di tranquillizzarla, di calmarla.
Il nervosismo di Emma, però, non era tanto per la sua
“prigionia” ma per quello che sarebbe avvenuto una volta sbarcati: affrontare
un viaggio a piedi dal porto al castello da sola con Killian Jones sarebbe
stato più faticoso di questi giorni in mare, perché si sarebbero trovati soli
per la prima volta dall’inizio di quel viaggio e non si erano più rivolti una
parola, dopo il primo giorno.
“Come mai una donna è finita in una ciurma di pirati?”
chiese la bionda, cercando di distogliere i suoi pensieri dal Capitano.
“Ero una donna molto infelice:Killian mi ha donato quello
che agognavo di più” rispose con dolcezza confermando a Emma che i due erano
amanti.
“L’amore di un uomo?” chiese timidamente, confusa, perché
era certa che una donna bella come Milah potesse avere tutti gli uomini che
voleva ai suoi piedi.
“No, l’avventura” rispose lei con gli occhi che le
luccicavano.
“L’amore è arrivato dopo” ammise sorseggiando un po’ di
vino.
Invidiava Milah, era una donna felice, indipendente e
appagata dalla sua vita, Emma invece nell’ultimo anno e mezzo si era scoperta
una donna profondamente infelice, costretta in un matrimonio che non voleva con
un uomo che aveva imparato a disprezzare più che amare. La sua decisione di
accettare la proposta di matrimonio aveva spezzato il cuore dei suoi genitori
più di quanto avevano ammesso, avevano sempre desiderato per lei una vita piena
di amore, ma il destino aveva deciso diversamente.
Le mancavano i suoi genitori, le mancavano il castello
dove era cresciuta e gli amici. Biancaneve e il principe Azzurro l’avevano
circondata di amore, il loro consiglio di guerra era costituito per la maggior parte
dai loro amici più fidati: non dei nobili, ma gli uomini e le donne che li avevano
aiutati a sconfiggere la Regina Cattiva e Re Giorgio.
Fino a qualche anno prima aveva potuto annoverare tra
quegli amici anche Killian e suo fratello, ma poi tutto era cambiato:Camelot,
da sempre alleato dei suoi genitori, aveva messo i propri interessi davanti a
qualsiasi promessa di lealtà e presto l’aveva raggiunta la notizia della morte
dei suoi amici. Altra conseguenza del voltafaccia del re di Camelot era stata
la necessità dei suoi genitori di stipulare nuovi accordi, cosa che aveva
costretto lei ad accettare la proposta di matrimonio del figlio del Signore
Oscuro e ad allontanarsi da ciò che aveva di più caro: la sua casa e la sua
famiglia. Nell’accordo era previsto che lei chiudesse ogni rapporto con i suoi
genitori: secondo l’Oscuro era il modo migliore per essere protetta e
proteggere il suo segreto, ovvero che era in possesso della magia più pura e
potente, la magia nata dal vero amore dei suoi genitori. E questo implicava che
non potesse neanche inviare loro una stupida lettera per informarli che stava
bene, perché chiunque avrebbe potuto intercettarla e usarla per farle del male.
Dopo la cena, ogni notte, Milah si ritirava nella cabina
che divideva con il Capitano, quella accanto alla sua, ed Emma non poteva fare
a meno di restare sveglia fino a quando non sentiva Killian ritirarsi per la
notte, dopodiché, solitamente riusciva sempre ad addormentarsi. Quella notte,
stranamente, non fu così fortunata: si sentiva agitata e sentiva il suo potere
vibrare nelle sue vene, non sapeva se era perché era sempre più nervosa mano a
mano che si avvicinavano ad Arendelle, aveva solo voglia di salire sul ponte a
respirare senza che nessuno la seguisse.
Così in un attimo, si mise il vestito con cui era salita
a bordo e, cercando di fare più piano possibile, aprì solo di un pochettino la
porta della sua cabina per poter verificare se c’era qualche pirata in giro. I
suoi occhi, tuttavia, le mostrarono solo il buio del corridoio; in lontananza sentiva
le voci dei pirati chiusi nelle loro cabine, così si fece coraggio e uscì dalla
sua cabina, facendo molta attenzione a chiudere la porta dietro di sé. Aspettò
ancora un attimo cercando di captare qualche suono dalla cabina di Killian, ma
nulla: per fortuna tutto era in silenzio e decise quindi di proseguire e andare
avanti.
Salì le scale e già si sentiva meglio, una leggera brezza
le arrivava dal ponte: era elettrizzata all’idea di vedere il mare e il cielo
notturno, le era sempre piaciuto viaggiare per mare, e, nonostante la sua
situazione attuale, restava quello che la tranquillizzava.
Una volta messo un piede sul ponte, la prima cosa che
fece fu quella di alzare il naso verso le stelle, e proprio in quel momento
percepì la sua magia produrre come un guizzo, una sensazione che non aveva più
avvertito nell’ultimo anno e mezzo. Si avvicinò al parapetto per appoggiarsi e
guardare le onde che, dolcemente,cullavano il viaggio della nave e respirò a
fondo l’odore di salsedine: era libera, in quella frazione di secondo si
sentiva libera.
“Swan?” la sua voce la fece tremare ulteriormente, il suo
respiro di fermò e il battito del cuore saltò un pochettino, era così assorta
che non lo aveva sentito arrivare, non aveva prestato abbastanza attenzione, e
adesso l’aveva scoperta.
Aveva un tono sorpreso, l’utilizzo del sopranome che le
aveva donato molto tempo prima la colpì più di quanto potesse mai ammettere, le
era dannatamente mancato. Si voltò a guardarlo: era senza la sua giacca di
pelle, aveva solo la camicia nera lasciata libera e i pantaloni di pelle
definivano meglio la sua forma.
“Pensavo fossi nella tua cabina” disse sottovoce senza
rendersene conto. Killian cambiò espressione, il volto sorpreso del ragazzo che
una volta aveva conosciuto aveva lasciato il posto al Capitano dei Pirati che
l’aveva accolta qualche giorno prima.
“Perché, mia signora, volevi forse lanciarti in mezzo
alle acque gelide?” lo chiese con un tono sarcastico senza nascondere il suo
fastidio, Emma strinse i pugni infastidita di essere trattata così da lui, soprattutto
dopo che l’aveva ignorata per giorni.
“Avevo solo bisogno di un attimo di respiro, senza il
fiato della tua puttana sul collo” si pentì immediatamente di quelle parole e
del tono usato, non pensava davvero questo di Milah. Killian avanzò
minacciosamente verso di lei, non lo aveva mai visto con quell’oscurità nello
sguardo.
“Non osare mai più parlare così di lei, principessina” sbottò
con un tono freddo che le fece salire un brivido di paura lungo la schiena: era
un uomo così diverso, avvolto di un’oscurità che la spaventava e la attirava
senza capirne davvero il motivo.
“Non ha mai svenduto il suo corpo per un matrimonio di
convenienza” sputò con un tono velenoso, Emma ebbe uno scatto di rabbia, e gli
diede un pugno sulla mascella con tutta la rabbia che aveva dentro: non aveva alcun
diritto di giudicarla, non dopo quello che aveva passato, non dopo che lui
aveva finto di morire lasciandola indietro a soffrire dopo averle promesso che
sarebbe sempre tornato per lei.
Lo vide toccarsi il labro che stava sanguinando e ridere
nel notare una piccola punta di sangue sul suo dito, la guardò con un’espressione
che non le piaceva e quando lo vide scattare verso di lei alzò le mani per
protezione e lo fece sbattere contro la barriera protettiva insegnarle da Trilli.
Killian la guardò sconvolto e indietreggiò, nei suoi occhi nessun accenno di
paura, solo un’enorme sorpresa e questo sorprese assolutamente la giovane
principessa, abituata a leggere il terrore puro negli occhi di chiunque
scopriva per la prima volta di cosa era capace.
“Hai la magia” sospirò Killian, poi Emma lo vide
sorridere più rilassato e cambiare nuovamente umore: per caso aveva deciso di
farla impazzire?
“Sei una donna piena di sorprese, Swan”
“Non ne hai idea, Capitano” insinuò sottolineando con
fastidio il suo titolo, non gli avrebbe permesso di ferirla, in nessun modo,
era una donna forte ora, non più una ragazzina.
“Era questo il grande segreto quindi” riprese la parola
Killian rilassandosi e osservandola con attenzione. Emma corrugò la fronte non
capendo, abbassò le mani e la barriera scomparve.
“Di che stai parlando?” chiese confusa.
“Circolano delle voci sulla sposa di Bealfire: che sia
una donna bellissima con un segreto oscuro” spiegò facendole venire i brividi al
termine “oscuro”.
Gli diede le spalle appoggiando le mani al parapetto:
accettare la sua magia non era stata una cosa semplice, lo aveva scoperto quasi
per caso, dopo il tradimento di Camelot. Blu e le fate sostenevano che si
trattava di magia bianca, pura, ma dopo aver visto quello che la magia aveva
fatto a Regina e all’uomo che si celava dietro l’Oscuro, era terrorizzata, non
la voleva.
Aveva provato a non usarla, spaventata che qualcuno la
potesse sfruttare per fare del male, ma era una cosa istintiva e quando il
regno dei suoi genitori era stato attaccato era stata l’unica cosa che aveva
tenuto tutti al sicuro, poi era arrivato l’oscuro con la sua proposta.
“Non esiste nessun oscuro segreto” mormorò, sentendo il
disperato bisogno di parlare al suo vecchio amico.
“L’oscuro vuole solo sfruttare questo mio potere, vuole
ingabbiarlo in qualche modo” continuò senza staccare gli occhi dal mare scuro
sotto di lei.
“Sono stata costretta a sposare Bealfire, non ho avuto
altra scelta” disse lasciando che le lacrime scorressero sul suo viso.
“Se fossi andata via con loro, il regno dei miei genitori
sarebbe stato protetto dagli attacchi di Regina” spiegò, voltandosi verso di
lui senza nascondere le sue lacrime.
“Non mi sono svenduta come molti pensano!” precisò
irritata stringendo i pugni sul fianco. Killian, dal canto suo, aveva cambiato
espressione, lo sguardo si era ammorbidito, ma la sua faccia non lasciava
trasparire nulla, si limitava a guardarla intensamente, quasi nel tentativo di
leggerla.
“Ho dovuto lasciare i miei genitori, i miei amici, per
salvarli” ammise guardandolo dritto negli occhi, quasi a sfidarlo a criticarla,
a giudicarla per questo.
“E’ immagino che tu non possa più tornare da loro neanche
volendolo” rifletté lui sospirando e appoggiandosi al parapetto accanto a lei.
“Non vedo i miei genitori dalla notte in cui l’Oscuro è
arrivato a palazzo” ammise lei seguendo il suo esempio e appoggiandosi al
parapetto.
“Quella notte sono cambiate molte cose, ho perso così
tanto” continuò guardando dritta davanti a lei: non parlava così con nessuno da
tanto tempo, si era tenuta tutto dentro per più di un anno.
“Cosa è successo invece a voi?” chiese poi, dopo qualche
momento di silenzio guardandolo, consapevole che lui avrebbe capito a cosa si riferiva.
Lo vide irrigidirsi, muoversi con disagio. Non aveva mai saputo cosa era accaduto
ai due fratelli Jones, l’unica notizia arrivata a palazzo diceva che qualche
giorno dopo essere salpati da Arendelle per una missione segreta, erano stati
attaccati dai pirati ed erano morti per salvare il loro re. Il tradimento di
Camelot, i cui soldati avevano attaccato il palazzo reale di Misthaven su
ordine della Regina Cattiva appena poco tempo dopo, non aveva dato a nessuno di
loro il tempo necessario per elaborare la morte dei due Jones, né per capire
cosa era davvero successo.
“Arthur ha mostrato la sua vera faccia, ci ha mandato in
una missione che avrebbe disonorato ciò in cui credevamo, Liam è morto tra le
mie braccia non appena siamo arrivati nei pressi di Camelot” disse senza
spiegarsi ulteriormente.
“Perché non sei venuto a chiedere aiuto?” chiese lei
addolorata per la morte del suo amico.
“Non potevo, quando mi ripresi dalle ferite della
battaglia, era troppo tardi” le rispose senza guardarla.
“È come hai detto tu Swan: Killian Jones è morto quel
giorno, adesso esiste solo il pirata” ammise con un sorriso triste in volto, e
in quel momento Emma seppe di essersi sbagliata su di lui: il suo vecchio amico
era ancora vivo, lì davanti a lei, si era solo nascosto sotto strati interi di
pelle. Le salirono brividi lungo la schiena, rendendosi conto che entrambi,
anche se in modo del tutto diverso, stavano solo cercando di reagire ad un
dolore dentro la loro anima, si nascondevano dietro a delle maschere: lei quella
della moglie devota e risoluta; lui quella del pirata spietato.
“Credo invece che sia facile per entrambi illudersi che
quella parte di noi sia morta, ma in realtà è sempre lì, si è solo nascosta!”
ammise lei guardandolo. Killian alzò lo sguardo su di lei, fissandola negli
occhi per la prima volta da quando si erano ritrovati. Distolse lo sguardo poco
dopo e vergognandosi di quello che lei avrebbe potuto leggergli negli occhi, si
voltò verso il mare.
“Non sarò io ad accompagnarti a corte una volta arrivati”
le comunicò cambiando discorso, Emma lo guardò stranita, non capendo il perché di
quel cambio repentino.
“Ti affiderò a uno dei miei uomini fidati, ti proteggerà
fino al tuo arrivo al castello” aggiunse senza mai guardarla. Emma però non era
convinta: sapeva che se Elsa avesse visto chi si celava dietro il Capitano
Uncino lo avrebbe accolto a braccia aperte, quindi si rese conto che dietro a questa
decisione doveva esserci dell’altro.
“Neanche Elsa sa cosa è successo quella notte, vero?” chiese,
pur conoscendo bene la risposta.
“E’ molto più sicuro che tutti credano che Killian Jones
sia morto quella notte” aggiunse allontanandosi dal parapetto.
“Non puoi continuare a scappare, prima o poi dovrai
affrontare quello che è successo” cercò di farlo reagire.
“Non sto affatto scappando” le rispose voltandosi
nuovamente verso di lei con la rabbia che montava, era riuscita a farlo
reagire.
“Invece sì, ti nascondi dietro il sopranome di un pirata,
quelli che una volta ti chiamavano amico credono tu sia morto” fece un passo un
avanti verso di lui.
“Come credi la prenderà Elsa quando saprà che in realtà
non sei morto, che hai preferito andare via e consegnarmi a un estraneo,
piuttosto che affrontarla e dirle com’è morto il suo fidanzato?” lo accusò
sapendo bene di colpire un nervo scoperto.
“E come credi che si sentirà quando saprà che ho
disonorato la memoria del suo fidanzato diventando un pirata, macchiandomi le
mani di sangue?” era riuscita a fargli dire cosa lo spingeva a nascondersi
dietro la sua maschera di pirata.
“Killian” lo chiamò lei con dolcezza, come quando erano
dei semplici ragazzi che giravano per i giardini del palazzo.
“Non limitarti a portarmi ad Arendelle, portami da Elsa,
unisciti a noi per sconfiggere Regina” continuò allungando la mano nella
speranza che lui accogliesse il suo invito. Lo vide fissare la sua mano quasi
tentato di stringerla, poi si voltò e guardò verso il timone; forse stava
pensando a Milah alle conseguenze che poteva portare questo suo passo verso
l’alleanza con i suoi genitori.
“Una volta lo avrei fatto senza pensare” disse prendendo
la mano di Emma per stringerla.
“Avrei scalato le montagne più alte, e avrei solcato il
mare più impervio, solo perché tu me lo chiedevi” ammise a voce bassa facendo
tremare Emma, si avvicinò a lei tanto che poteva sentire il suo calore.
“L’ultima volta ti ho promesso che sarei sempre tornato
per te, che avrei fatto di tutto per renderti felice” aggiunse fissandola negli
occhi, mostrando la stessa devozione di sempre, osò quasi sperare che i suoi sentimenti
fossero ricambiati, che ancora per loro ci fosse una piccola speranza.
“Puoi ancora farlo, Killian, possiamo ancora avere quello
che abbiamo sempre voluto” lo incoraggiò nella speranza che lui capisse. Non
erano mai stati onesti l’uno con l’altra suoi loro sentimenti, avevano sempre
evitato il discorso, lei aveva sempre avuto una grande paura di perdere una
persona così importante per lei, ed era quello che la tormentava più di tutto:
non avergli mai detto quanto in realtà lo amava e desiderava stare con lui.
“Non sai che darei per tornare indietro ed essere più
coraggioso e prendermi quello che davvero volevo” disse accarezzandole il viso,
Emma deglutì e chiuse gli occhi, aveva sempre sognato di lui, di loro così
vicini e ora faceva male perché avevano sofferto più di quanto meritassero, e
quel dolce momento tra loro aveva un gusto amaro.
“Non potrà più essere così, Swan” continuò con quel tono
morbido che le fece ancora più male, le diede un piccolo bacio sulla fronte e
si allontanò da lei mettendo la giusta distanza tra loro.
“Diventerai una regina regnante Swan, e non puoi avere al
tuo fianco un uomo che si è macchiato di tradimento e che ora è un pirata”
continuò, spezzandole ancora di più il cuore, sentiva come se l’aria le fosse
uscita via dal petto all’improvviso.
“Dovresti far scegliere a me” gli rinfacciò.
“Hai bisogno di alleanze forti attorno al tuo regno, io
sarei solo d’intralcio” continuò lui rimanendo freddo.
“Comunicherò all’Oscuro che la principessa ha preferito
gettarsi in mare piuttosto che essere rovinata da un pirata come me” spiegò con
una freddezza che non pensava di avere a quel punto della loro discussione.
“Arriverai ad Arendelle sotto mentite spoglie, sono
sicuro che Elsa riuscirà a riportarti in salvo dai tuoi genitori” concluse il
suo piano e si voltò per andare verso il timone.
“Killian” tentò di chiamarlo un’ultima volta, con la voce
rotta dalle lacrime, si fermò sui suoi passi ma non si voltò mai verso di lei.
“Per me sei sempre Killian Jones, tutto quello che è
successo non ha cambiato come io ti vedo” continuò lei nella speranza che
cambiasse idea.
“Mi dispiace deluderti love, ma come hai detto tu, Killian Jones è morto” disse con quel
tono che lei aveva identificato come quello del capitano pirata che si era fatto
strada nell’ultimo anno e mezzo.
Lo vide scomparire dalla botola dietro il timone che
portava alla sua cabina, dovette fare dei respiri profondi nel tentativo di
riprendere a respirare e calmare le lacrime che scorrevano libere sulle sue
guance.
Due giorni dopo la nave attraccò al molo di Arendelle,
lei era nella sua cabina con Milah, l’aveva aiutata a cercare un abito che
riusciva a nasconderla, le aveva messo un mantello con un cappuccio ampio che
nascondeva i suoi capelli biondi, la mora si era preoccupata di raccogliere le
sue onde in una stretta treccia.
Non aveva né visto né parlato più con Killian, e non
parlava più di tanto neanche con Milah: si era semplicemente limitata ad accettare
una cosa che non poteva cambiare. Killian aveva fatto la sua scelta, non poteva
obbligarlo.
Non aveva idea se la donna davanti a lei sapeva quello
che era successo sul ponte, se Killian le aveva detto che lei si era esposta,
che aveva chiesto di tornare con lei, sinceramente non le importava, Killian
aveva fatto una scelta e lei doveva accettarla e andare avanti.
“Adesso possiamo andare” disse Milah osservando dagli
oblò, la nave sembrava ferma, Emma annuì e si mise il cappuccio in testa
attenta a nascondersi bene, per poi salire sul ponte seguendo la mora.
La ciurma era indaffarata quindi non diede molta
importanza al loro arrivo, tutti avevano un compito e lo dovevano eseguire per
garantire un approdo tranquillo e sicuro. Senza volerlo alzò lo sguardo verso
il timone e il suo cuore saltò un battito nel vederlo lì saldamente al suo
posto.
“Capitano, l’attracco è assicurato” urlò uno degli
uomini, Killian fece un segno di assenso e scese avvicinandosi a loro due,
mentre gli altri pirati sistemavano la passerella e completavano il tutto.
“Sarà Milah ad accompagnarla al palazzo in totale
sicurezza” disse con distacco non guardandola mai direttamente.
“Vi ringrazio Capitano” disse freddamente, seppellendo il
suo dolore nel profondo, alzò lo sguardo su di lui un’ultima volta, guardandolo
quasi con sfida.
“Spero che un giorno possiate pensare alla mia proposta
di alleanza e accoglierla” continuò con il tono che di solito usava al palazzo
del marito.
“I miei genitori saranno generosi verso gli uomini che
hanno salvato la loro erede” continuò.
“Siamo pirati, vostra altezza, preferiamo navigare senza
dipendere da nessuno” disse con un ghigno divertito, voltandosi verso la sua
ciurma.
Milah le indicò la passerella e la seguì in silenzio, Emma
guardò un’ultima volta verso il Capitano che la osservava con attenzione, per
poi voltarsi e sparire. Emma raccolse la gonna e seguì l’altra donna sapendo
che non avrebbe più rivisto Killian.
Un mese dopo
regno di Arendelle
Era passato del tempo da quando era arrivata ad
Arendelle, Elsa l’aveva accolta con un abbraccio e una tazza di squisita
cioccolata calda, era stata preoccupata nell’ultimo anno e mezzo sulle sue
sorti quindi era più che felice di saperla al sicuro.
Si era incuriosita nel vederla accompagnata da Milah, una
donna che non nascondeva il suo lato da pirata, e quando la regina aveva
chiesto chi era il suo capitano lei aveva risposto semplicemente Capitano
Uncino, Emma si morse la lingua perché voleva dire la verità, ma pensò bene di
non farlo davanti alla mora.
Una volta rimasta con la sua più vecchia e fidata amica,
Emma le aveva illustrato la situazione rivelandole chi si nascondeva dietro
Uncino, una verità che aveva sconvolto Elsa riportando alla luce il dolore per
l’amore perso così improvvisamente. Le due amiche, dopo averne discusso anche
con Ingrid, la zia di Elsa, avevano deciso di aspettare a muoversi: in gran
segreto avevano inviato un messaggio cifrato a Biancaneve sulle sorti di Emma,
che entro pochi giorni, con l’aiuto di una piccola magia che avrebbe nascosto
il suo aspetto, si sarebbe potuta muovere senza problemi verso il regno dei
suoi genitori. Elsa stava facendo preparare una piccola flotta di navi per
accompagnarla al sicuro dalla sua famiglia.
In cuor suo, però, Emma pensava ancora a Killian, non
riusciva ancora a toglierselo dalla testa nonostante lui fosse stato chiaro sulle
sue intenzioni. Dopo che Milah l’aveva lasciata al palazzo, la nave era salpata
la notte stessa, e da quel momento sul suo cuore si era posato un peso che non
l’aveva abbandonata più, passava ogni momento libero al davanzale della finestra
della camera che Elsa le aveva dato, riusciva a vedere il molo e le navi
attraccata, ma il suo sguardo correva sempre verso l’orizzonte.
Si trovava proprio lì in quel momento, osservando come il
mare lambiva la costa dondolando le navi attraccate. Era quasi ora di cena e sospirò
sapendo che quello era l’ultimo tramonto che avrebbe visto da lì: la mattina
dopo alle prime ore di luce la sua nave sarebbe partita per riportarla a casa.
Il suo cuore saltò un battito quasi prima ancora che la
sua mente potesse rendersi conto di cosa stava succedendo, all’orizzonte: con
il sole alle spalle una nave si stava facendo largo tra il mare per raggiungere
in fretta il porto, era lontano per definire la nave, ma lei sapeva bene di
quale si trattava, per anni l’aveva vista spuntare davanti al porto del regno
dei suoi genitori e ogni volta le portava sempre il sorriso della persona più
importante.
Osò sperare che fosse tornato per lei, quindi prese di
corsa il mantello verde abbandonato ai piedi del letto, e corse via scontrandosi
con Anna per la fretta, scusandosi e promettendole che avrebbe spiegato tutto
al suo ritorno.
Corse a perdifiato fino a raggiungere il porto, muovendosi
tra la folla dei mercanti che stavano caricando le navi pronte per nuovi viaggi.
E quando si convinse di essersi sbagliata vide Smee bloccare la passerella sul
molo, mentre altri due membri assicuravano le cime, si fermò incerta su cosa
fare, era corsa seguendo il suo cuore, ma in quel momento si ricordò che lui
aveva rifiutato la sua alleanza, che amava un'altra donna, più grande e bella
di lei. Lo vide scendere dalla nave con spavalderia, disse qualcosa a Smee e
gli consegnò qualcosa, forse qualche moneta, per poi voltarsi e camminare, era
proprio lui, davanti a lei, si fece coraggio e fece qualche altro passo.
“Killian” lo chiamò forte attirando così l’attenzione su
di sé, lo vide fermarsi su suoi passi, le sembrava indeciso cosa che la spinse
ad andare avanti.
“Sei tornato” disse quasi sottovoce una volta abbastanza
vicina a lui, il pirata abbassò lo sguardo senza guardarla e si grattò dietro
l’orecchio, un gesto che la fece sorridere.
“Una volta un povero marinaio fece una promessa a una
principessa molto testarda” disse con un po’ di sarcasmo per smorzare la
tensione.
“Credevo che quel marinaio non ci fosse più” continuò lei
mordendosi il labro nel tentativo di essere seria.
“Forse avevo solo bisogno di qualcuno che mi ricordasse
la mia strada” disse sottovoce.
“Porgo la mia nave e i miei servizi, Swan, per qualunque
alleanza tu desideri” aggiunse più serio porgendole la mano.
Avevano ancora così tanta strada da fare, dovevano
fermare l’avanzata di Regina, impedire all’Oscuro di distruggerli, era ancora
una donna sposata, lui aveva un’amante, era una futura regina e lui un pirata,
ma in quel momento non le importava davvero. Si lanciò contro il suo petto e fu
come tornare a casa, nonostante il forte odore speziato di rum e pelle, poteva
ancora sentire quel profumo di mare che le aveva sempre ricordato i loro
momenti più belli. Dopo un attimo d’indecisione sentì le sue braccia avvolgerla
e si tranquillizzò, sicura che insieme avrebbero potuto affrontare qualsiasi
cosa.
Fine