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Autore: HikariRin    12/06/2023    0 recensioni
I reggenti dei Team Diamante e Perla si trovano ad affrontare la più grande calamità che abbia mai convolto la regione di Hisui. Per entrambi è tempo di venire a capo delle proprie convinzioni e dei propri errori, e di maturare qualche nuova consapevolezza.
Ambientazione: Leggende Pokémon: Arceus
Personaggi: Damon, Perula
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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~ Dead End

1.       A Glimpse in Time

 

Una nuova era sorgeva su Hisui.

Il Pokémon regale dei Ghiacci Candidi, Avalugg, era finalmente stato placato. La convinzione del Team Galassia, e dunque di rimando quella dei Team Diamante e Perla, era che finalmente si sarebbe tornati a respirare un'aria di pace e tranquillità, e che finalmente la regione sarebbe potuta ripartire più forte di prima, forse priva della benedizione della divinità come credevano alcuni, ma forte del legame tra i Pokémon e le persone.

Altri, come il Reggente del Team Diamante, erano invece convinti del fatto che il Sommo Sinnoh non avesse niente a che fare con le prove cui l’umanità veniva sottoposta di continuo, e che i Pokémon Regali andassero liberati delle loro sofferenze. Probabilmente la responsabilità stessa del peso di cotali prove era da imputare all’essere umano stesso, alla sua incapacità di accettare il progresso e di protendersi verso il futuro.

Così, a colmare la vacuità della loro condizione erano giunte delle persone da un altro mondo, uno in cui le straordinarie creature che le accompagnavano non avevano bisogno di essere colpite dalla calamità per dimostrare il proprio potere, e con esso erano disposti ad aiutare gli esseri umani per costruire un mondo migliore.

La reggente del Team Perla, una ragazzina introversa quanto inesperta, si perse ad osservare il sole che tramontava sulla catena montuosa che circondava l’Arena dell’Iceberg. Lo squarcio spaziotemporale sul Monte Corona pareva essersi ridotto con la scomparsa dell’ultimo barlume di collera della divinità, e questo la rincuorava. Era sollevata dai risultati raggiunti dall’incontro tra due visioni così diverse del mondo. Si rendeva conto che le cose stavano pian piano cambiando, ma dentro di sé non riusciva ancora a perdonare coloro che credevano in una divinità differente dalla propria. Il suo cuore era combattuto tra la necessità di portare i due team alla collaborazione per il bene della loro terra e l’urgenza di scoprire quale verità celassero gli ultimi avvenimenti di cui gli abitanti di Hisui erano stati protagonisti, e quale fosse la vera natura del tanto temuto Sommo Sinnoh.

Damon, il reggente del Team Diamante, aveva proposto di tornare insieme dal direttore del Team Galassia per informarlo dell’ultima vittoria della sua squadra di ricerca, ed una volta salutato il suo Maestro Otis, non senza alcuna riserva, Perula lo aveva seguito verso il campo base.

Le loro conversazioni erano sempre state animate, ma questa volta il reggente l’aveva quasi lodata per il modo in cui aveva saputo gestire la situazione, e il clima era molto più disteso. Non che lui meritasse le medesime lodi, comunque. Ciò che avevano fatto era insito nel loro ruolo, né più, ne meno. Inoltre chi davvero aveva risolto la situazione non era stato nessuno di loro.

Mentre il sole timidamente lasciava il posto alle ombre, che s’allargavano sempre di più eccetto per lo squarcio luminoso nel cielo, i due proseguivano senza quasi proferire parola. La discesa verso la valle veniva resa più complicata dalla notte incombente e dalla presenza di creature selvatiche anche molto potenti, ma fortunatamente i due erano avvezzi alle lotte insieme ai propri Pokémon compagni, ed alternandosi negli scontri per risparmiare le forze erano riusciti a raggiungere la Distesa Polare. Mancava poco al campo base, sarebbe bastato proseguire verso sud e superare la vallata che li separava dalla sponda opposta, ma una fortuita quanto inaspettata tormenta li costrinse a cercare un riparo temporaneo in una caverna di ghiaccio.

Perula conosceva bene quei luoghi e sapeva che le tormente di neve erano, se non la norma, piuttosto frequenti. Su consiglio della ragazza, i due si adagiarono sulla parete di ghiaccio adiacente all’apertura nel terreno, in modo da non essere esposti alla corrente, e lì avrebbero atteso che la bufera si fosse calmata; allora avrebbero suonato il flauto per chiamare il Pokémon del quale il Team Diamante aveva la benedizione in quel luogo, per farsi portare finalmente al luogo dell’incontro con il Team Galassia.

Il ragazzo l’aveva seguita senza esitazione. Sapeva che lei aveva più dimestichezza con i ghiacci di quanta lui ne avesse maturata per una vita intera. Eccetto che per le questioni ordinarie, non aveva però saputo iniziare alcuna conversazione. La ragazza sedeva accanto a lui piegata su se stessa, abbracciando le ginocchia, e di tanto in tanto veniva colta da un brivido. La temperatura si stava facendo sempre più bassa. Non era stato saggio voler tornare immediatamente da soli.

Resosi conto del fatto che se non avesse fatto qualcosa l’avrebbe probabilmente avuta sulla coscienza, il ragazzo pensò bene di coprirla con la sua giacca senza che lei lo avesse chiesto, rimanendo esposto al gelo del ghiaccio che gli lambiva braccia e spalle.

La ragazza si era stretta nell’indumento di lui senza dire niente, sebbene interiormente fosse preoccupata del fatto che lui si sarebbe probabilmente ammalato.

Era sempre stato così tra loro. Apertamente erano avversari, tacitamente entrambi sapevano di avere sempre un motivo per ringraziare di trovarsi insieme. Nessuno di loro avrebbe potuto portare il proprio fardello da solo.

Il ragazzo si volse ad osservare l’interno della caverna, che si dipanava in diversi cunicoli nei quali i Pokémon di tipo Spettro trascorrevano la notte indisturbati. Se non ci fosse stata lei con il suo Flareon, probabilmente lui non sarebbe riuscito ad arrivare così lontano. Se non ci fosse stato lui con il suo Umbreon, lei sarebbe probabilmente rimasta preda degli spettri. Ancora una volta doveva ammettere che non era stato male fare gioco di squadra.

Vedendolo assorto, la ragazza si strinse nelle spalle e si avvicinò a lui per irradiarlo almeno del suo calore riflesso. Damon si volse al contatto della propria giacca sulla pelle, e per l’ennesima volta quella sera ringraziò Perula per il suo aiuto. Di rimando, lei stolse lo sguardo.

La disinvoltura di lui continuava a spiazzarla. Non capiva come potesse essere così tranquillo in mezzo a una crisi, ma non poteva che essere grata al Sommo Sinnoh di averla circondata di persone che avevano saputo cosa fare in quella circostanza.

“Cosa pensi che fosse tutto questo?” domandò d’un tratto, interrompendo il silenzio.

“Non saprei. Non c’è modo di saperlo. Penso comunque che abbiamo scansato un fosso.” rispose lui a bassa voce, cercando di non attirare l’attenzione dei Pokémon a poca distanza da loro. Perula teneva lo sguardo rivolto verso il ghiaccio, gli occhi stretti nel risentimento.

“Il Sommo Sinnoh era davvero in collera? Se sì, perché? È tornato a mostrare la sua grandezza perché tutti tornino ad adorarlo sulla via della rettitudine?”

“Cos’avremmo fatto di sbagliato?”

“Forse non è soddisfatto di come lo adoriamo. Forse qualcuno di noi non lo adora nel modo corretto. Forse non ci aiutiamo abbastanza.”

“Forse è solo un dio irrazionale.”

“Non è possibile. Gli unici esseri irrazionali che vedo siamo noi.”

“Perula, apri gli occhi. Quello squarcio dimostra che anche le leggi del tempo e dello spazio possono essere irrazionali. Forse il nostro Sommo Sinnoh non è perfetto come crediamo.”

“Forse siamo noi a non essere perfetti, eppure ci comportiamo come se lo fossimo. E nonostante tutte le prove continuiamo a non accettare la sua vera natura.”

“Importa davvero qualcosa?”

La ragazza trasalì, divisa tra il dubbio e l’amara consapevolezza. Il ragazzo la osservava di sbieco, apertamente disinteressato.

“Che lui ci fosse o meno, abbiamo sempre vissuto al meglio che potevamo. Abbiamo speso tutte le nostre energie nel far fiorire questa regione. Lo abbiamo fatto in nome di una divinità o del semplice istinto di sopravvivenza? Chi può dirlo. La nostra cecità ci ha comunque divisi. Tempo, spazio. Non conta niente. Di fronte a una calamità di queste proporzioni siamo tutti uguali.”

“Non posso credere a quello che mi stai dicendo. Tu non credi nel Sommo Sinnoh? Per quale ragione abbiamo portato avanti questa divisione fino ad ora?”

“Perché gli esseri umani sono egoisti. Si fregiano di una benedizione che non hanno.”

Perula scosse il capo, incredula e interdetta. Sapeva che qualcosa stava cambiando, ma il confronto che stava avendo con lui cambiava completamente la sua visione delle cose. Non capiva se lui avesse recitato un ruolo fino a quel momento, se non fosse lui la persona egoista di cui aveva parlato o se si fosse semplicemente divertito a prevaricare su di lei. Le balenò per la mente anche il pensiero che lui potesse aver ragione sul fatto che la rivalità tra i team Diamante e Perla non fosse l’unico motivo per cui non erano mai andati d’accordo.

“Se pensi che il mio unico scopo sia sempre stato fare la guerra al tuo team, ti sbagli di grosso.”

Aggiunse lui, lasciandosi andare in un sospiro liberatorio. La ragazza si strinse su se stessa, stizzita e profondamente delusa.

“Se non credi in ciò che ti è stato tramandato, se non sei convinto di ciò che dovresti tramandare, perché hai voluto essere reggente?”

"Non ho voluto proprio niente. Mi sono ritrovato ad essere reggente, come te.” rispose lui in modo quasi impulsivo, provocato dalle parole di lei. “E se devo dirla tutta, penso che nessun altro debba farlo. Il cambiamento deve arrivare da noi. I nostri antenati sono in conflitto da generazioni, io non conosco nemmeno la ragione delle nostre divergenze. Ti sei mai fermata a chiederti se stessi agendo nel giusto? Tu, Perula, in che cosa credi? Quanti Sommi Sinnoh esistono? Esiste un Sommo Sinnoh? Io non l'ho mai visto né sentito. Il fatto che ne esistano uno, due o nessuno dovrebbe essere motivo di separazione tra le genti? Quanto stiamo effettivamente seguendo quanto ci è stato tramandato?"

"Io credo che un Sommo Sinnoh esista. Immagina i nostri antenati inventarsi di un Pokémon che ha stabilito le leggi dello spazio e del tempo; sarebbe fuori da ogni logica. Non so chi abbia ragione, non so se una ragione esista. Però sono concorde sul fatto che le cose debbano cambiare, e che questa condizione potrebbe essere fonte di crescita per entrambi i nostri clan. Ampliare i nostri orizzonti e vedere più in là del tempo presente dovrebbero essere le nostre priorità; altrimenti non avrebbe senso adorare il Sommo Sinnoh. Penso anche che sia lecito porsi delle domande; siamo solo esseri umani, in un mondo che ci è ancora ampiamente sconosciuto.”

Lo sguardo della ragazza si era gradualmente disteso mentre in un impeto di coraggio e sicurezza diceva finalmente la propria. In un clima di conflitto, animosità e sfiducia, era un bene che lui e lei si ponessero determinate domande.

La giacca di lui era diventata insolitamente calda al suo interno. Lui, la sua nemesi da sempre, l’aveva appena aiutata a capire che l’opinione di chi aveva preteso di insegnarle la propria verità non doveva necessariamente coincidere con quella che lei avrebbe dovuto insegnare a chi le sarebbe succeduto. Arrossì lievemente al pensiero che, se il loro fosse stato un rapporto aperto e sincero, avrebbe dovuto ringraziarlo ancora.

Improvvisamente dall’esterno non si udiva più alcun rumore. La tormenta era cessata. Lui si alzò prima di lei, e per la prima volta Perula si soffermò sulle sue spalle larghe e sulle cicatrici che aveva sulle braccia, che l’assenza del suo abito metteva in risalto. Arrossì lievemente alla presa di coscienza di aver visto qualcosa che forse lui aveva sempre voluto nascondere.

Damon si volse verso di lei, e vedendola in imbarazzo, ancora stretta nel suo abito, non poté ignorare il pensiero che fosse addirittura carina. Sorrise in un buffo divertito, e si protese verso di lei per recuperare il flauto da una delle tasche della sua giacca. La ragazza sussultò appena, quando lui si avvicinò tanto da assottigliare il proprio spazio personale.

“Se cominciassimo a cambiare le cose tra noi due, pensi che gli altri ci sosterrebbero?” le chiese sommessamente, quasi sussurrandole nell’orecchio mentre si allontanava da lei. La ragazza sgranò gli occhi, trovandosi in un limbo tra il rossore e lo stupore.

“In che senso?” chiese, ma non fece in tempo a finire la frase che intuì l’intento di lui. Fece appena in tempo a coprirsi il viso con una mano, prima che lui potesse avvicinarsi oltre la sua soglia di tolleranza. Il ragazzo si fermò, trovandosi spiazzato.

“Cosa pensavi di fare?!”

“Sposta la mano.” le disse lui con una certa risolutezza, manifestamente stizzito.

“NO! Voi del Team Diamante siete tutti uguali! Pensate sempre che tutto vi sia dovuto.”

Damon si appoggiò al muro con un braccio, bloccandole ogni via di fuga verso l’esterno. Il disappunto si leggeva chiaro nei suoi occhi, ma lei non aveva alcuna intenzione di confrontarsi con esso, nonostante continuasse a incastrarvi lo sguardo.

“Credevo di conoscerti meglio di così. Avrei dovuto ricordare che tu metti sempre gli altri prima di te stessa.”

Perula lasciò cadere la giacca di lui, sfidandolo apertamente. Gli prese il flauto dalle mani, e lo aggirò passando dall’altra parte.

“Non hai capito nulla, Damon.” rispose, prima di suonare il flauto al suo posto.

“All’infuori di una profonda avversione, io per te non ho niente.”

 

Note dell’autrice:

Benvenuti o bentornati su una delle mie storie :3 stavolta siamo su Leggende Pokémon: Arceus.

Questa storia dovrebbe avere due capitoli, ma potrebbero diventare tre in base a come deciderò di organizzare il resto della stesura.

Damon e Perula sono due binari paralleli che vorrei tanto s’incontrassero, il gioco li presenta come due personaggi complementari e la storia evolve in parallelo sia che si scelga uno, sia che si scelga l’altro.

Mi sto dedicando solo adesso a questo gioco, mi mancano davvero poche cose – Scarlatto e Violetto hanno avuto la priorità - e devo combattere con la mia irrazionalità ogni volta che questi due personaggi compaiono sullo schermo. La razionalità fa davvero fatica a comprendere le reali dinamiche che intercorrono tra di loro, che sono anche quelle che vorrei che in questa sede emergessero.

M’impegnerò per portarvi presto il secondo capitolo. Nel frattempo vi ringrazio di cuore di avermi letta :3

HikariRin

   
 
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