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Autore: HikariRin    14/06/2023    1 recensioni
I reggenti dei Team Diamante e Perla si trovano ad affrontare la più grande calamità che abbia mai convolto la regione di Hisui. Per entrambi è tempo di venire a capo delle proprie convinzioni e dei propri errori, e di maturare qualche nuova consapevolezza.
Ambientazione: Leggende Pokémon: Arceus
Personaggi: Damon, Perula
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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~ Dead End

3. Union of Galaxies

 

Tutto era pronto per la Festa dell'Armonia, e il Villaggio Giubilo veniva inondato da persone provenienti da ogni luogo di Hisui. Il sole splendeva alto nel cielo, qualunque evento avverso sembrava essere finalmente cessato. I Pokémon giocavano tranquilli nell'erba e facevano amicizia con le persone, i negozi si preparavano ad accogliere i visitatori e i membri della squadra di ricerca allestivano uno stand per presentare ai membri dei Team Diamante e Perla il progresso delle loro invenzioni, insieme all’enciclopedia sui Pokémon – ancora incompleta ma giunta alle ultime battute – sulla quale Laven aveva messo la firma e di cui era orgoglioso.

I capitani delle diverse fazioni arrivarono solo verso sera, abbandonando non senza riserve le rispettive posizioni, ma lasciando ai Pokémon regali il compito di vegliare sulla regione in loro assenza; i reggenti, aventi consapevolezza del fatto che i Pokémon leggendari e il Sommo Sinnoh avessero concesso loro la propria benedizione, avevano raccomandato loro di fidarsi dei Pokémon, e così avevano fatto, preparandosi a fare serata e divertirsi come mai prima.

Soruan osservava compiaciuto l’operato di tutti gli abitanti del villaggio. Riusciva a vedere un futuro radioso per quella regione, ma sapeva c’era ancora tanto da fare. Più che con altri si era raccomandato con Rampei di riempire il ristorante di mochi di patate, che avrebbero dovuto saziare e convincere gli abitanti sparsi per la regione a tornare al Villaggio di tanto in tanto e a formare un unico popolo, unito.

Si respirava un clima davvero allegro, tutti erano entusiasti, e quando finalmente la festa cominciò il villaggio era gremito di persone che discorrevano tra loro e Pokémon loro compagni che lottavano nell’arena o scorrazzavano ovunque contenti.

Il direttore e i reggenti venivano spesso avvicinati da persone di altre fazioni, alle quali rendevano onore come agli appartenenti alle proprie, e lo stand del Team Galassia lavorava a pieno regime; le Pokéball catturavano davvero tutti, con sempre crescente soddisfazione del professore e dei suoi assistenti.

Il profumo della cucina del ristorante si diffondeva per le strade, l’ebbrezza dovuta agli alcolici inebriava soprattutto i più anziani e l’odore dello iodio utilizzato dallo studio fotografico permeava l’aria all’intorno.

Mentre il cielo si colorava di arancione in attesa della notte, le lanterne cominciavano ad accendersi. Interessato al loro funzionamento, accanto alla porta del villaggio che dava verso il mare, Damon era intendo ad ascoltare la dettagliata spiegazione degli addetti all’illuminazione. Pensava che qualora non fosse stato un procedimento troppo oneroso si sarebbero potute implementare in altre zone della regione; il Team Galassia era davvero avanti.

Accanto a lui c’era Melio, che trovandosi davvero poco attratto dal discorso lampade aveva deciso di raggiungere gli altri capitani, i quali a poca distanza interloquivano tra loro. Guaran e Sinen avevano scelto quella serata per presentare agli altri la propria relazione; il loro sguardo disteso e la loro intesa perfetta si erano guadagnati il plauso degli altri, e udendo sprazzi di quel discorso, mentre finalmente libero dalla morbosità del suo amico Damon decideva di uscire dal villaggio per fare due passi, non poteva che trovarsi contento.

Al di fuori del borgo si respirava una certa quiete, perciò il reggente decise di proseguire verso la spiaggia. Quando raggiunse un piccolo gruppo di Bidoof che giocavano tra loro nell’erba e si fermò a guardarli divertito, sentì in lontananza il suono armonioso di un flauto. La melodia non era la stessa che lui stesso aveva cercato di apprendere per una vita intera senza risultati, ma una a lui sconosciuta. Chiuse gli occhi per un attimo, facendosi guidare dalle note. Conosceva solo una persona in grado di suonare così bene.

Avvicinatosi alla spiaggia intravide la sua figura di spalle, mentre il sole tramontava all’orizzonte. Intenta a suonare il flauto, non si era accorta della sua presenza. Le code del suo vestito si muovevano leggiadramente al passaggio della leggera brezza che arrivava dal mare, i suoi movimenti aggraziati accompagnavano con delicatezza lo strumento che teneva tra le mani. Tutto di lei gli faceva avvertire interiormente qualche battito in più.

Rimase a qualche passo da lei, ad osservarla assorto, finché Perula non vide Glaceon sollevare il muso e voltarsi nella sua direzione, e si rese conto di non essere sola. Smise di suonare volgendosi a sua volta, e quando lo vide un leggero sorriso non senza una nota d’imbarazzo riempì il suo volto.

“Scusa se vi ho lasciati da soli; sono venuta fin qui per trovare un po’ di quiete. Non sono abituata a stare in mezzo a tante persone.”

“Io sì, ma ogni tanto è bene trovare un posto in cui fermarsi a pensare.” rispose lui rimanendo accanto a lei.

La ragazza si accasciò sulla sabbia, tenendo le ginocchia sollevate e abbracciandosi nelle spalle.

“Suppongo che da ora in avanti non saremo più così indispensabili.”.

Poco distanti da loro, Leafeon e Glaceon correvano insieme sulla sabbia e strusciavano i musi l’uno all’altro come due ottimi amici.

“Il nostro ruolo non sarà più lo stesso; le persone saranno sempre più autonome e i Pokémon saranno con loro. Hai già deciso cosa vorrai fare da ora in avanti?” chiese, con lo sguardo sulle prime stelle che s’intravedevano nel cielo della sera.

“Non ci ho ancora pensato, ma credo che le cose non cambieranno comunque da un giorno all’altro.”

Perula annuì, accompagnando il gesto con un cenno vocale.

Poi si sollevò di nuovo avvicinandosi all’acqua, e con lo sguardo desideroso di arrivare il più lontano possibile portò una mano sul petto.

“Io ho deciso che lascerò Hisui.”

Di tanto in tanto solo il verso dei Bidoof rompeva il silenzio.

Damon aveva cercato in se stesso una risposta che volesse darle davvero, ma non l’aveva trovata.

Lei continuò, alzando una mano verso il cielo quasi a volerne afferrare la conoscenza.

“Voglio ampliare i miei orizzonti, e non potrò mai farlo rimanendo sempre nello stesso posto; voglio viaggiare, conoscere persone e Pokémon, tornare qui e riferire a tutti ciò che avrò imparato.”

Il ragazzo incrociò le braccia al petto. Non sapeva nemmeno cosa avrebbe dovuto sentire in quella circostanza, e si trovava combattuto tra la consapevolezza di voler continuare ad averla intorno e la ragionevolezza che gli suggeriva che avrebbe dovuto incoraggiarla.

“Dove andrai?”

Riuscì soltanto a chiedere, osservando l’acqua incresparsi e riversarsi debolmente sulla riva.

“Non lo so ancora.”

Chiederle di non andare sarebbe suonata come una pretesa. E nemmeno poteva negare ciò che aveva sempre sostenuto, che il tempo di ciascuno è prezioso.

“Quando partirai?”

“Spero presto.”

La cresta delle onde e la sabbia sulla sponda brillavano ancora intorno a loro, rendendo ancora più nostalgico quello che suonava alle orecchie di lui come un addio.

Perula si volse incrociando le braccia dietro la schiena, celando la mestizia della sua espressione al sole che lasciava quasi del tutto l’orizzonte, e incontrando la malinconia negli occhi di lui.

“Vorresti venire con me?”

Damon non riuscì a sostenere il peso di quello sguardo.

In verità la sua richiesta lo aveva sorpreso e gli aveva fatto intendere che probabilmente anche lei sarebbe stata felice di averlo accanto, ma a quella domanda sapeva bene cosa rispondere.

“Non posso. Il Team Perla è formato per lo più da persone adulte e indipendenti, ma il Team Diamante ha ancora bisogno di me.”

Perula abbassò gli occhi, lasciandosi andare ad un lieve sospiro. In qualche modo se lo aspettava.

“Posso lasciare anche il Team Perla nelle tue mani allora, finché non si saranno sistemate le cose?”

“Certamente.”

La risposta di lui giunse repentina e sicura, e questo la tranquillizzò. Gli sorrise, in modo diverso da quanto aveva fatto sulla vetta; con una punta di amarezza.

Era convinta che anche da solo avrebbe svolto un ottimo lavoro e si sentiva rincuorata per la sua gente, ma per un attimo il pensiero di restare aveva sfiorato la sua mente, immediatamente dissolto dall’idea che se lo avesse fatto avrebbe tradito se stessa e il sogno che aveva finalmente consolidato.

“C’è qualcosa che possiamo fare insieme però, prima che tu vada.”

Disse lui, estraendo il suo flauto dalla tasca del giaccone. Quando lo vide la ragazza scoppiò in una risata. Il ragazzo lo puntò verso di lei, incontrando i suoi occhi con un’espressione alquanto decisa.

“Insegnami a suonare.”

Perula si avvicinò a lui, afferrando lo strumento e fermandoglisi accanto per potergli spiegare come doveva impugnarlo, dicendogli che aveva già capito quali fossero i suoi errori: anzitutto lo afferrava nel modo sbagliato, e in seconda istanza metteva troppa forza nel soffio.

Il ragazzo ascoltava attentamente le sue istruzioni mentre lei ripeteva i suoi movimenti sbagliati con il suo flauto personale, e dal bagnasciuga i loro Pokémon compagni poterono finalmente vedere per la prima volta i due scherzare insieme, ridere degli errori di lui e andare d’accordo.

Si guardarono l’un l’altro, pensando che dovesse essere il clima della festa ad avergli fatto dare di volta il cervello, e che quella sarebbe stata un’occasione che non si sarebbe mai ripetuta, ma sarebbe piaciuto ad entrambi che quella complicità durasse nel tempo.

D’un tratto i Pokémon all’intorno poterono finalmente udire un suono poco più che decente provenire dal flauto memordei di Damon. Le istruzioni della reggente avevano dato i loro frutti in poco tempo.

Il ragazzo sorrise nella sua contentezza, accompagnato dalla ragazza che nel congratularsi con lui saltando sulla sabbia inciampò in avanti, venendo prontamente recuperata da lui che avendo lasciato andare il suo flauto le aveva afferrato un braccio.

La ragazza si ricompose, e un leggero rossore le ricoprì le guance. Nell’incrociare il suo sguardo per ringraziarlo, notò che lui non le aveva ancora lasciato il polso.

Damon la guardava con gli stessi occhi della caverna di ghiaccio, senza staccarli dai suoi, e fu lei ad abbassarli per un attimo, sentendo il suo viso farsi sempre più caldo.

Il polso che lui ancora teneva saldo era più alto del suo viso, e lei notò che pian piano la distanza da quello di lui si stava assottigliando.

Il ragazzo si fermò a poca distanza da lei, timoroso che si sarebbe ritratta ancora una volta.

Per qualche secondo i loro sguardi s’incontrarono di nuovo, così come i loro sospiri, e lei decise che non si sarebbe sottratta. Chiuse gli occhi per prepararsi al contatto con le sue labbra, e sentì il ragazzo stringerle il polso prima di sfiorarla appena.

Rimase in attesa per qualche momento di qualcosa che però non accadde. Quando aprì gli occhi, trovò il ragazzo che osservava sbigottito la mano che lei aveva mosso istintivamente a spingerlo via, e capì che la testa era stata ancora una volta più veloce del cuore. Sgranò gli occhi, che in pochi secondi si riempirono di lacrime al pensiero che lei avrebbe voluto che qualcosa accadesse, ma non era stata capace di lasciare che accadesse. Il suo polso era ancora stretto nella mano di lui, che aveva abbassato lo sguardo sentendosi rifiutato ancora una volta, e lei sentiva un macigno nel petto a causa del senso di colpa.

Non sapeva cosa fare, non sapeva cosa dire. In lei diveniva sempre più chiara la realtà che si era ripromessa, che il suo viaggio non sarebbe stato interrotto da alcuna distrazione, che non avrebbe lasciato niente indietro perché non sapeva quando sarebbe tornata, e non avrebbe mai potuto permettere  che il desiderio di rivederlo potesse farla vacillare fino al punto di farle pensare di mollare ogni proposito.

Non poteva innamorarsi di lui.

Strinse gli occhi nel tentativo di fermare la caduta delle lacrime, piegandosi su se stessa quasi in un inchino, sorretta solo da lui che non voleva lasciarla andare.

“Io… non penso sia una buona idea legarsi ora.”

Sentenziò, prima che la sua voce potesse essere rotta dai singhiozzi.

Damon allentò finalmente la presa.

“E quale dovrebbe essere il momento ideale?” chiese con voce sommessa, che mal celava la delusione che provava.

La ragazza portò entrambe le mani a coprirsi il viso. Lei non lo sapeva.

Non aveva una risposta; chiedergli di attendere il suo ritorno sarebbe stato sprecare il suo tempo prezioso, e nemmeno voleva farlo perché avrebbe sentito il peso della responsabilità di aver promesso.

Perciò non disse niente, rimanendo nascosta dietro alla propria inadeguatezza, fino a quando lui portò una mano sulla fronte sbuffando in modo seccato.

“Mi trovi d’accordo.” concluse con voce quasi impercettibile, prima di voltarsi indietro e tornare a grandi passi verso la via per cui era venuto.

Un breve mugugno accompagnò il tentativo disperato della ragazza di non piangere, e riuscì quasi nel suo intento, mentre sentiva i suoi passi allontanarsi sempre di più.

Mentre Damon tornava indietro insieme al suo Leafeon scorse sul ciglio della strada uno dei suoi capitani che si stava dirigendo verso la spiaggia e che non appena lo vide tentò di fermarlo per dirgli qualcosa, ma capendo subito che non era il momento giusto s'ammutò repentinamente.

Riza guardò verso la spiaggia, e scorse la ragazza ancora rannicchiata su se stessa, affiancata dal suo Glaceon che poggiandosi sulle sue ginocchia tentava di consolarla. Si avvicinò a lei rimanendo comunque a distanza, fin quando Perula non si accorse della sua presenza.

“È un po’ brusco a volte, ma lo fa solo con le persone a cui tiene.”

La ragazza passò una mano sotto agli occhi, tornando com’era abituata immediatamente a sorridere, sebbene il capitano avrebbe giurato di essere stata testimone di un paio di lacrime.

“Lo so.” le disse con voce flebile, facendosi forza e sollevandosi.

“Mi chiamo Riza, faccio parte del Team Diamante. Ti andrebbe di scambiare quattro chiacchiere?”

Alleggerita dalla presenza del capitano accompagnato da Munchlax, Perula tornò insieme a lei verso il villaggio, mentre le raccontava di quanto accaduto.

Principalmente, si soffermò sulla sua volontà di viaggiare e sulla delusione palpabile sul volto di lui.

Riza sorrise appena al pensiero che Damon era davvero cambiato.

“Secondo me dovresti andare, se è quello che vuoi davvero. Gli passerà. Se si è detto d’accordo, significa che lo è veramente.”

“Non lo ha detto perché costretto o perché non vuole forzarmi?”

Perula portò una mano sulle labbra in atteggiamento pensieroso, ma Riza scosse la testa e la rassicurò appoggiandovi la propria.

“Se lo conosco bene ha pensato al meglio per te, e ha capito che tu hai fatto lo stesso nei suoi confronti. Il meglio che puoi fare ora è vivere la tua avventura senza riserve.”

La reggente del Team Perla si lasciò sfuggire un sorriso sincero nei confronti del capitano del Team Diamante, e a coglierla nella sua fragilità arrivò immediatamente Guaran, apostrofandola con uno sguardo torvo e dicendole di cercarla da diverso tempo.

Perula si scusò a lungo con lei, e inchinandosi salutò Riza, la quale si mise di nuovo in cerca di Damon. Quello che aveva fatto gli rendeva onore - pensò mentre lo scorgeva in lontananza intento a parlare con il direttore del Team Galassia. Ora però sarebbe toccato a tutti loro come capitani alleviare il suo malessere. Sospirava al solo pensiero. Se lo conosceva bene quanto pretendeva di conoscerlo, non avrebbe ascoltato nessuno; in questo era proprio come Melio.

Mentre gli si avvicinava con l’intento di richiamare la sua attenzione, fu costretta a desistere nuovamente; di fronte a lei la reggente del Team Perla, avvicinatasi ai due, salutò Soruan con un inchino e poi non senza imbarazzo si rivolse a Damon, tenendo tra le mani un flauto che il reggente raccolse ringraziandola con un cenno del capo, mantenendo il suo stoicismo come aveva fatto fino al giorno prima. Sorrise.

“Non riuscite proprio ad andare d’accordo voi due, eh?” ingiunse Soruan incrociando le braccia, mentre Perula e Damon voltavano lo sguardo in direzione opposta.

Perula si allontanò immediatamente dal gruppo, salutando Riza che aveva scorto dietro al giaccone di lui, al che Damon si voltò a sua volta accorgendosi di lei e intuendo che avesse già saputo qualcosa.

Il reggente s’accomiatò da Soruan per poi accompagnarsi con il suo capitano, e mentre lei lo incalzava chiedendogli in che modo avesse perso il suo flauto lui aveva già smesso di ascoltarla. I suoi pensieri andavano a Sinnoh, al quale faceva voto di attendere il ritorno di lei qualora lui l’avesse accompagnata lungo il suo viaggio in terre lontane.

Lei invece, mentre si riuniva ai suoi capitani per comunicare loro la sua decisione e che quando se ne sarebbe andata per qualunque cosa avrebbero potuto rivolgersi a Damon e Soruan, aveva deciso in cuor suo che nell’incertezza di ciò che sarebbe successo da quel momento in avanti lo avrebbe liberato senza pretendere nulla.

Tra lui e la sua libertà, avrebbe scelto la sua libertà. Tra l’armonia tra i due clan e se stessa, avrebbe per la prima volta preferito se stessa. E credeva di averlo conosciuto bene abbastanza da sapere che lui non avrebbe mai potuto rimproverarglielo.

 

Note dell’autrice:

Sono uscita distrutta da questa storia. È stato davvero difficile. Questo finale è stato cambiato più e più volte, pensato più e più volte, e avrei potuto inserire tante cose ma alla fine ho deciso che non ci sarebbe stato niente.

Quella che avete letto per me è la relazione tra questi due personaggi: un “dead end”, un vicolo cieco.

Due binari paralleli che per quanto vorrebbero incontrarsi trovano la cosa alquanto difficile, e due persone che per quanto potrebbero interessarsi l’una all’altra troverebbero davvero difficile innamorarsi. Il Sommo Sinnoh però può tutto, dicono. Chissà.

Ho preferito non aggiungere niente al gioco originale, e vado abbastanza fiera della mia scelta, comunque. Vi ho rubato anche troppo tempo con questo capitolo, quindi direi di salutarvi qui.

Grazie a tutti voi per aver letto la mia storia :3 spero che la prossima arrivi il più tardi possibile e non mi distrugga come questa. Perché devo essere così poco fangirl?! Accidenti!

çwç

xHikariRinx

   
 
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