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Autore: Mitsuki91    14/06/2023    1 recensioni
"Inizia a correre, Sirius, la disperazione che lo corrode.
"JAMES!" urla; la sola cosa importante, la sola cosa che conta.
Lasciando indietro Remus, Mocciosus, il preside... Lasciando indietro chiunque altro."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James Potter/Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Sirius avanza solo perché non sopporta l'idea che James si allontani più di così. Trascina un piede dopo l'altro - è come sollevare un macigno, un macigno, nuota controcorrente - e sente Remus accanto a sé, e gli occhi sono inchiodati alla schiena di James - la vede, la furia emessa ad ondate, la rigidità delle sue spalle.

Sirius avanza perché non può fare altrimenti - è un condannato al patibolo in attesa del boia.

 

***

 

La prima volta che l'ha sentito è stato di ritorno dalle vacanze di Natale. Ha passato tutte e due le settimane nella mancaza di James, di malumore, ma non era stato poi così diverso dal solito.

Invece - lo rivede in stazione, e il sollievo quasi gli piega le ginocchia. James lo saluta con una pacca sulla spalla e Sirius sorride, deficente come al solito.

Poi James si distrae, guarda di lato - i suoi occhi brillano, per un istante, e in quel momento il fuoco divampa nel suo ventre, lo consuma. Sirius segue il suo sguardo prima ancora di vedere l'entusiasmo trasformarsi in disapprovazione e - li vede. Come al solito. Sempre insieme.

Evans e Mocciosus.

"Evans, quando la smetterai di fare comunella con le Serpi?" urla James. Lei non lo degna neppure di una risposta, alzando semplicemente un dito medio nella sua direzione, senza neanche girarsi. È Mocciosus a farlo, guardandoli impassibile, e il fuoco di Sirius raggiunge il suo apice - è odio, odio liquido, odio profondo.

Odia, odia, odia Mocciosus, perché James lo odia, perché James lo vuole lontano da Evans, perché James non può essere contrariato. Non lo sarà. Lui non lo permetterà.

Sirius odia Mocciosus e pensa: te lo toglierò dai piedi. Un giorno. Vedrai, James, vedrai. Ti farò felice. Ti darò tutto ciò che desideri.

Nessun prezzo è troppo alto.

Poi James torna a sorridergli e tutto perde d'importanza.

 

***

 

James si ferma e Sirius lo imita, a dieci passi di distanza.

Sa che dovrebbe dire qualcosa ma non sa cosa, è bloccato nella sua stessa paura - sospeso.

James si volta e l'occhiata piena di odio è peggio di uno schiaffo in faccia; Sirius si appella a tutto il suo autocontrollo per restare fermo, immobile, senza cedere.

Le gambe tremano.

"Non so neanche cosa dire" sputa James - veleno - e Sirius sa, sa che deve dire qualcosa lui.

Qualsiasi cosa.

Ma James lo ferma, alzando una mano, bloccando la sua risposta in gola.

"Non è a me che devi chiedere scusa, Sirius".

Poi si volta di nuovo, rigido e deciso, e corre via da loro. Sirius è impossibilitato a seguirlo.

Sirius si sente morire, lì, in mezzo al corridoio.

No no no no no no...

"... Va tutto bene, Sirius" è la voce sottile di Remus. Sirius si gira a guardarlo: lui ha il capo chino, l'espressione di infinita stanchezza a deturpargli il volto già pieno di cicatrici.

Sirius lo guarda.

 

James che l'ha difeso, che li ha difesi tutti appena dieci minuti prima, infervorato nell'ufficio del preside, che si è preso la colpa dei suoi peccati, che l'ha salvato, ha salvato tutti loro.

Ha salvato Remus.

 

Sirius lo guarda, lì, uno dei suoi migliori amici, il viso malato e distrutto già dai sensi di colpa.

Sirius lo guarda.

Pensa al peggio, pensa a come sarebbe andata se...

Pensa ai Dissennatori a Hogwarts. Azkaban.

Il bacio.

Silente che non avrebbe potuto salvarlo mai.

Sirius pensa all'estensione della sua colpa e - James.

Non sente quasi niente. Il dispiacere, quello sì. Non è disumano fino a quel punto. Probabilmente avrebbe vissuto il resto della sua vita in uno stato di orrore perpetuo.

Ma... - James.

È James.

È a lui che non può rinunciare.

Sirius si volta, il cuore che batte impazzito nel petto, l'urgenza che lo schioda dalle pietre, la mente ora annebbiata dalla paura.

Non sono più macigni - o meglio, è una frana. Una frana fra cui passerà attraverso, lanciando sassi e spezzandosi le unghie.

Tutto.

Inizia a correre, Sirius, la disperazione che lo corrode.

"JAMES!" urla; la sola cosa importante, la sola cosa che conta.

Lasciando indietro Remus, Mocciosus, il preside... Lasciando indietro chiunque altro.

 

***

 

Ed è peggiorata di giorno in giorno, di settimana in settimana.

Sirius ride sguaiato come sempre e trova sempre una scusa per toccarlo - passa un braccio attorno alle spalle di James, lo stringe a sé, gli sussurra battute sconcie all'orecchio e lo sente ridere, lo sente vivere.

Il fuoco, il fuoco, non si spegne mai. Guarda con odio Mocciosus, alza il tiro dei suoi scherzi. Guarda con indifferenza la Evans - mio.

Lui è mio.

James è mio.

Ed è la notte che lo sprofonda nei desideri sbagliati; nella notte le sue labbra sono su quelle di James, le sue mani sul suo corpo.

Non in modo innocente.

Non in modo consentito.

Il fuoco divampa e lui, lui, lui non lo può fermare.

Dev'essere odio. Dev'essere odio, non ci sono alternative, perché, perché...

Dev'essere odio, nei confronti di Mocciosus. Perché lui ha quello che James vuole - stupida Evans - e Sirius, ah, Sirius non può sopportarlo.

Gli darà ciò che vuole.

Anche se gli costerà l'anima in una fiammata.

 

***

 

Lo trova nel loro solito cortiletto; il loro posto segreto, vicino alla torre di astronomia.

Lo trova di spalle, le braccia conserte, ad osservare il cielo plumbeo. Lo trova, di nuovo, a emanare furia nel vento.

Lo trova.

"James" sussurra, piegato sulle ginocchia, il fiato corto e no, non c'entra niente la corsa.

Non riesce a respirare.

Non riesce a respirare, senza James.

James no James perdonami ti prego James perdonami James no ti prego James...

"J-James" continua, perso nel delirio, incapace di vedere ciò che si sta svolgendo di fronte ai suoi occhi "James, J-James..."

Incapace di sopportare di averlo perso.

James si volta, piano, le braccia sempre strette al petto. Il suo sguardo esprime una rabbia controllata, ma questa va subito in frantumi di fronte alla sua espressione.

Sirius non pensa di essersi mai sentito così miserabile.

La preoccupazione gli sciogle gli arti, scava una ruga fra i suoi occhi; lo fa avvicinare, benedetto ragazzo.

James.

Sirius trova la forza di rialzarsi solo afferrandolo per le spalle, aggrappandosi a lui. Le gambe tremano.

La paura è troppo grande.

"P-perdonami" balbetta, perso nel terrore "Perdonami, James, J-James..."

L'espressione di James da preoccupata torna ad essere seria. Le labbra si chiudono in una riga sottile e torna la durezza nel suo sguardo nocciola... Il giudizio.

Non lo può sopportare.

Sirius non lo può sopportare.

Non può vederlo così, non può vederlo... Lontano... Non può neppure lasciarlo.

Non può fare niente, se non cadere in avanti.

Gli istanti che si accorciano fra loro mentre, perso nel terrore, incapace di fare altro, Sirius chiude gli occhi e cade sulle sue labbra.

James si irrigidisce, all'inizio. Non importa. Sirius ha le labbra premute sulle sue e ne saggia la consistenza - morbide, come le ha sempre sognate.

Come le ha sempre sognate.

Quella giornata è stata un incubo, fino ad ora, e, se proprio deve perdere tutto, Sirius cercherà almeno di realizzare uno dei suoi sogni impossibili.

Poi James risponde al bacio.

Le sue braccia - finalmente - si chiudono sulla sua schiena, le sue labbra si aprono con un ansito soffocato e la sua lingua è nella sua bocca.

Saliva che si mescola, il profumo dei loro respiri, solo più denso.

I loro corpi a contatto mentre Sirius gli passa le mani dietro la nuca e lo attira a sé, senza più pensare.

Nessuna paura. Nessun dolore. Solo loro, e quel desiderio bruciante che l'ha tenuto sveglio ogni notte.

Il fuoco nel ventre, che ruggisce.

Poi James mette fine al loro bacio, delicato, staccandosi da lui con lentezza, come a pregustare ogni attimo. Poggia la fronte sulla sua e apre gli occhi e, per un infinito momento, i due si guardano.

Sospesi.

E James lo bacia di nuovo. Stavolta piano, stavolta dolce, come se avesse paura di spezzarlo, o rompersi da solo.

Glorioso.

James si stacca di nuovo da lui. Sirius vorrebbe piangere, o ridere, e invece rimane fermo, immobile e inchiodato nello sguardo di James, che lo valuta, quasi incerto.

"... Ti perdono" gli dice infine e, strigendolo di più, gli fa affondare il viso nel suo collo "Ti perdono, Sirius".

È solo allora che Sirius riesce a piangere, soffocando singhiozzi silenziosi nella sua pelle - sollievo.

È sollievo quello che sente.

Non ha perduto James. Non lo perderà, non lo perderà mai, lo giura. Non sarà mai più così stupido. Non ci andrà mai più così vicino.

James l'ha perdonato e, dopo parecchi minuti, quando Sirius è ormai calmo e si limita ad aspirare il suo odore, lui si scosta quel tanto che basta per baciarlo di nuovo.

Di nuovo, Sirius geme e risponde al bacio, il cuore che martella nel petto.

Nessuna paura, non più.

Un sogno che si avvera, alla fine dell'incubo.

Solo fuoco nel ventre e, questa volta Sirius lo sa, James prova lo stesso.

La sente, la fiamma del loro desiderio a contatto.

Tutto come dovrebbe essere.

Non smettono di baciarsi fino a che la pioggia, che ha iniziato a cadere, li costringe a staccarsi, con un risolino e lo sguardo acceso di desideri sospesi fra loro.

Rientrano, come se nulla fosse, ma tutto è diverso.

Tutto è diverso, dopo quel giorno.

 

   
 
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