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Autore: ArrowVI    19/06/2023    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 16-17: L'umano più forte [3-3]




Rapidamente, sul campo di battaglia, cadde un silenzio abissale, interrotto solamente dai deboli lamenti di Jessica. 
Amon, con una espressione soddisfatta e divertita, continuò lentamente a strangolare la sua vittima, sapendo che non ci fosse nessuno, intorno a lui, che potesse opporsi alla sua violenza.


In un istante, sotto gli occhi terrorizzati di Seryu, la debole barriera che Jessica creò intorno al suo piccolo corpo andò improvvisamente in frantumi: insieme al fiato, le mancarono anche le forze con cui provò inutilmente a liberarsi da quella presa.

Lentamente, anche i suoi gemiti andarono a scemare.
Fissando quella scena, quelle immagini si fecero ancora una volta largo nella mente di Seryu, irrompendo tra i suoi pensieri come un treno privo di controllo, scontrandosi, e amplificando, con le sue paure e la sua disperazione.



"Padre!"
Esclamò quel giovane Seryu.
Con una espressione determinata, ma ancora ricoperto di fasce per coprire le ferite che gli furono inflitte dal demone, implorò ancora una volta suo padre, Zibroi Alcher, per permettergli di andare insieme a lui alla ricerca di sua sorella.

Suo padre non si voltò nemmeno nella sua direzione.
Dopo aver preso un profondo respiro, gli disse che non potesse farlo.

"Non puoi venire con me, Seryu."
Disse.

"Non posso proteggerti e combattere quel mostro allo stesso tempo."
Fu la sua spiegazione.
Seryu, però, non riuscì ad accettarla.

"La riporterò indietro, costi quel che costi. E' una promessa."


Per anni continuò a domandarsi: "Se mi fossi opposto... Se fossi andato insieme a lui... Sarebbe ancora vivo, ora?"
Per troppo tempo pensò di essere stato la causa della scomparsa del padre. Davanti alla sua tomba, il giovane ragazzino scoppiò in lacrime colme di disperazione e rabbia rivolta verso se stesso.
Verso la sua debolezza, verso la sua incompetenza. 

"Se fossi stato più forte... Marianne non sarebbe stata rapita!"
Continuò a ripetersi.

"Se fossi stato più forte... Avrei potuto aiutare mio padre..."

L'immagine di Zibroi che, lentamente, lasciò la loro casa, chiudendo la loro porta alle sue spalle... Non scomparve mai più dalla sua mente.
Dopotutto, quella fu l'ultima volta che vide suo padre... Intero.
Lo vide di sfuggita, quando riportarono i corpi nel villaggio... Vide ciò che restava del padre, e dei suoi soldati: un ammasso di carne insanguinata fatti a brandelli, a detta di alcuni soldati, usando la sua stessa katana.

Per notti intere Seryu non riuscì a chiudere occhio.
Da solo, nella sua stanza, in compagnia dei fratelli della madre che non volevano avere più nulla a che fare con lui.
"Sei maledetto", gli dissero. "Trova un posto e vai a vivere per conto tuo, non ti vogliamo intorno."


"Forse, non hanno tutti i torti"... Si disse.
Da quando Marianne venne rapita, non poté fare a meno di non pensare a lei.
Quando Seryu venne al mondo, sua madre aveva a malapena diciotto anni. 

Nonostante le cause dietro il loro incontro, i rapporti tra Nozomi Shimizu e Zibroi Alcher furono sempre rispettosi e cordiali. Quello che all'inizio nacque come un semplice matrimonio forzato, si trasformò rapidamente in qualcosa di molto più grande e bello.

Eppure, nonostante tutto, finì su un letto di ospedale a causa di una malattia incurabile.
Nozomi amava la sua famiglia più di ogni altra cosa e, come suo ultimo desiderio, chiese a Seryu di proteggere Marianne anche al posto suo.

Seryu le promise che l'avrebbe fatto.


Quella promessa...
Lui la spezzò.

Per anni continuò ad avere lo stesso incubo: il volto dispiaciuto e in lacrime di sua madre, che lo incolpò di aver infranto la loro promessa.
Le spalle del padre, che uscì dalla loro casa incolpandolo di essere stato troppo debole per seguirlo.
Marianne che continuò a chiamare il suo nome, disperata, sperando che potesse salvarla.



E, ancora una volta, quella scena si ripeté davanti ai suoi occhi.
La disperazione gli fece rivivere quel sogno nello stesso momento in cui Amon cominciò a stringere la sua presa intorno a Jessica.

Le parole del padre gli riecheggiarono nella testa.

"Sei troppo debole."
Lacrime cominciarono a rigargli il volto.


"Proteggi Marianne anche per me, Seryu..."
Le parole che sua madre pronunciò poco prima di lasciarlo per sempre seguirono quelle del padre.

"Non ne sono stato in grado... Madre, mi dispiace... Io non..."
Pensò, non riuscendo a trattenere la sua disperazione.


Quando Jessica allungò un braccio nella sua direzione, l'immagine di Marianne si unì alla sua.
Al posto di quella ragazza, vide sua sorella in braccio al demone.


<< Non di nuovo...Non voglio più sentirmi in quel modo! >>

Fu in quel preciso istante che la sua disperazione andò completamente in frantumi.
La sua espressione disperata fece rapidamente largo a uno sguardo determinato e furioso, mentre un'aura verde, infinitamente più intensa di quanto i suoi compagni videro mai prima di quel momento, lo avvolse per intero. Le vene in tutto il suo corpo cominciarono a pulsare e a gonfiarsi in una maniera terrificante. I suoi muscoli si fecero più accesi e i capillari nei suoi occhi andarono in frantumi, rivestendo l'occhio di un rosso intenso.

Il terreno ai suoi piedi cominciò a tremare così intensamente che cominciò a frantumarsi, quasi come se qualcosa stesse cercando di sbucare dal sottosuolo.


<< Non permetterò che accada di nuovo...! >>
Esclamò, attirando l'attenzione di Amon che lo fissò con uno sguardo confuso.

<< ...Fino a quando sarò in grado di stare in piedi, non mi arrenderò! Qualunque sia il costo! >>


<< Non perderò qualcuno a cui tengo, un'altra volta! >>
Con un urlo misto a disperazione e furore, il ragazzo scattò verso il mostro davanti a se mandando in frantumi il terreno ai suoi piedi, devastandolo e lasciando un gigantesco cratere sul punto di partenza.


Nessuno fu in grado di vedere i movimenti successivi del ragazzo...
Nemmeno Amon.

In una frazione di secondo, ancora più piccola di un battito di ciglia, con uno scatto fulmineo il ragazzo raggiunse il nemico davanti a se e lo colpì in pieno volto con un devastante pugno che lo scagliò via con una forza così intensa che l'intera capitale tremò quando il demone collise con il terreno.



"Questa tecnica... E' fantastica, padre!"
Esclamò un giovanissimo Seryu.
Era una giornata di estate, ed era in compagnia di Zibroi che, come suo solito, decise di trascorrere il tempo a sua disposizione allenando suo figlio.

"Lo è, decisamente."
Confermò l'uomo.
Poi, però, con uno sguardo preoccupato fissò la sua mano tremante.

"Ciononostante, non dovrai mai usarla sul campo di battaglia... A meno che non sia strettamente necessario."
Quelle parole confusero il giovane ragazzino, che rapidamente domandò al padre per quale motivo.

"Ehh??? Questa tecnica è fortissima! Possiamo sconfiggere chiunque!"
Esclamò un ragazzino entusiasta, mentre cominciò a prendere a pugni l'aria davanti a se, ridacchiando e imitando i movimenti del padre.

"Assolutamente."
Confermò l'uomo.

"Con questa tecnica, possiamo moltiplicare esponenzialmente la nostra forza... Teoricamente, dovremmo essere in grado di sconfiggere chiunque dovessimo trovare sul nostro cammino."
Spiegò subito dopo.

"Quindi perché???"
Domandò il ragazzino, con un tono infastidito.

"Perché questa tecnica è pericolosa."
Dopo aver pronunciato quelle parole, l'uomo tirò un profondo sospiro e si sedette nel terreno.
Stava sudando intensamente, e tremava come se avesse i brividi di freddo.

"L'ho usata per un istante, e posso già sentire il mio corpo bruciare."
Aggiunse subito dopo.

"Questa tecnica è una condanna a morte, sia per chi la usa che per chi la subisce."
Spiegò subito dopo l'uomo, fissando il figlio con uno sguardo serio e minaccioso.

"Sai perché abbiamo limiti fisici, Seryu?"
Domandò l'uomo al figlio.
Dopo aver fissato suo padre per qualche istante, il ragazzino sorrise.

"Perché se usiamo tutta la nostra forza, possiamo farci del male da soli!"
Esclamò il ragazzino.
Ridacchiando, Zibroi confermò la sua spiegazione.

"Esattamente. Il corpo umano è notevolmente più forte di quanto pensiamo. I nostri limiti fisici esistono per proteggere noi stessi dal nostro stesso corpo..."
In quell'istante l'uomo fissò ancora una volta la sua mano.
Stava ancora tremando.

"Questa tecnica rimuove ogni singolo limite. Così facendo, possiamo aumentare esponenzialmente la nostra forza fisica."
Il suo sorriso, in quell'istante, scomparve dal suo volto.

"Non dovrai mai usare questa tecnica... Come padre, è ciò che voglio... Ma come soldato, so che sia una pia illusione. Non possiamo sapere cosa ci riserva il futuro... Un giorno potresti trovarti davanti a un nemico che non sarai in grado di sconfiggere... Un nemico che però dovrai per forza sconfiggere. Un nemico contro cui nessuna delle tue tecniche funzionerà. Una minaccia così terrificante, che non avrai altra scelta se non quella di distruggerlo completamente."
Spiegò l'uomo, posando poi il suo sguardo minaccioso e autoritario sul figlio.
Non per spaventarlo, ma per fargli capire che non fosse qualcosa che avrebbe dovuto usare alla leggera.

"Spero che non accada mai, ma un giorno potresti ritrovarti davanti un nemico di questo tipo. Ed è per questo motivo che continuiamo a tramandare questa tecnica di generazione in generazione: mio padre la imparò da mio nonno, lui la insegnò a me e io ora la tramando a te."
In quell'istante afferrò le spalle del figlio, fissandolo dritto negli occhi.

"Promettimi che non userai mai questa tecnica, a meno che non sia l'ultima carta a tua disposizione. Spero tu viva una vita tranquilla e serena, dove non dovrai mai usarla... Ma non posso ignorare i pericoli che ci circondano."
Con una espressione terrorizzata, quasi in lacrime, il giovane Seryu all'inizio balbettò.

Poi, gli rispose.

"Lo- Lo prometto!"



"Shikei"
(Sentenza di Morte)
"E' questo il nome della nostra tecnica, Seryu."

Le parole del padre riecheggiarono nella mente del ragazzo, mentre il suo sguardo, annebbiato dal sangue riversato nei suoi stessi occhi, rimase rivolto sul polverone che Amon sollevò quando toccò il terreno.

"L'abbiamo chiamata così, perché questa tecnica è una condanna a morte sia per chi la usa, che per il suo avversario."

Marianne, mi dispiace... Non potrò salvarti. >
Pensò Seryu, trattenendo a stento le sue lacrime.

"Dopo averla usata, raggiungerai un livello indescrivibile. Sarai così forte da poter sconfiggere chiunque."
"Ciononostante, ha un tempo limite. Il tuo stesso corpo."

"Sarai l'essere umano più forte sulla faccia di Gaia: dovrai però sconfiggere il tuo bersaglio prima che il tempo a tua disposizione scada."
"Se lo scontro dovesse durare poco, potresti sopravvivere... Altrimenti... Il tuo corpo andrà in frantumi."


< Padre, madre... 
Sto per raggiungervi. >

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Fine del capitolo 16-17, grazie di avermi seguito e alla prossima con l'ultimo capitolo di questo volume!


 

   
 
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