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Autore: KurryKaira    20/06/2023    0 recensioni
Il Team Rocket è ormai acqua passata e James e Jessie si rincontrano casualmente dopo tanto tempo. Ognuno ha la sua vita, lui appartiene a una famiglia ricca che detesta, lei è sola e vive come può. Ma rivedersi fa tornare in loro tutte le emozioni e i sentimenti che col tempo avevano lasciato andare. Fino a dove si spingerà, sta volta, il loro rapporto?
Nella fic i nomi sono originali: Jessie/Musashi, James/Kojiro, Miao/Nyasu, Jessiebelle/Rumika ecc.
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James, Jessie, Meowth
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
Capitoli:
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- Uff- sbuffò lei notando la maglia sporca di pomodoro, non solo era vestita quasi di stracci, era anche così trasandata.
- Stiamo solo andando a trovare Nyasu, non andiamo a una cerimonia!-
- Sì, ma guarda come sei vestito tu!- Gli fece notare quanto insieme stonassero. E questo fece male a entrambi. In tutti quegli anni insieme loro erano stati sempre perfettamente abbinati, come se fossero sempre una cosa sola. Kojiro le sorrise:- E va bene- le disse indicando una boutique:- non saranno come i negozi di Kalos ma ci sarà qualcosa alla moda anche qui!-
- E' un negozio molto caro, e io non rubo più- lo disse quasi con rammarico. - E io sono molto ricco. Andiamo, scegli quello che vuoi, è un regalo- prese la donna sottobraccio che non facendoselo ripetere saltellò felice verso il negozio:- Rumika ti permette davvero tutto questo?-
Kojiro offeso rispose:- Non ho bisogno del suo permesso per spendere un po' di soldi, sono io a indossare i pantaloni- e Musashi rise tanto quanto non aveva mai riso, lui avrebbe voluto offendersi ma doveva ammetterlo, non era credibile.
Musashi sembrava ancora una volta una bambina felice in quel negozio, sfogliava tutti gli abiti, le maglie o le gonne che le piacevano e senza pensarci le aggiungeva al conto del vecchio amico che con rammarico portava le sue buste:- Avevo detto una cosa sola! Scegli cosa indossare adesso!- Sapeva già comunque che le avrebbe comprato ogni cosa. Lo avrebbe fatto volentieri quando in tasca avevano pochi spiccioli, figurarsi adesso. Avesse potuto le avrebbe comprato la luna. Sapeva essere pesante e insopportabile, anche adesso che criticava l'alta moda dicendo che rendeva giustizia solo addosso a lei, ma era cosciente di quanto il suo sorriso lo rendesse felice. Provò di nuovo la sensazione di un pugno allo stomaco ricordando che queste giornate con lei non erano più la sua vita ma solo una fortuita parentesi. La sera del giorno dopo sarebbe dovuto tornare a dormire accanto alla moglie che detestava, e accanto a Musashi non avrebbe dormito mai più. Le labbra assunsero uno smorfia e gli occhi si bagnarono ancora, e lei lo notò.
- Non ti piace questo vestito?- Pensò stupida, come se il problema fosse quello. Il vestito era semplice ma pregiato, abbinato a quello di Kojiro come lei voleva. Era chiaro, sgargiante con un tessuto a fiori, la gonna ampia che lasciava intravedere molto di quelle gambe perfette e delle bretelline che lasciavano poco spazio all'immaginazione. Più che il solco del seno lui si soffermò a guardare le spalle delicate della donna, notando ancora qualche leggera cicatrice lasciata dai tempi andati, ne aveva anche lui in effetti. Sorrise ripensando alla prima notte in cui dormirono insieme e lei gli diede le spalle, moriva dalla voglia di toccarle quel giorno, e anche oggi provava una sensazione simile.
- Allora, ti piace o no?-
- Sì. E' molto carino!-
- Bene! Allora prenderò anche un cappello di paglia abbinato!- Prese un largo cappello bianco slegandosi i capelli che morbidi si pettinarono quasi da soli per poi nascondersi sotto quel cappello.
Lui le si avvicino coi bustoni in mano:- Possiamo andare adesso?- Le sorrise sfiorando quasi con la sua la fronte di lei, che titubando felice assecondò.
Lo vide pagare, salutare la commessa con modi educati e gentili e poi voltarsi verso di lei:- Andiamo ad affittare una camera dove lasciare questa roba.-
Se solo bora non tenesse ancora il suo "amore per Kojiro" in quella lastra di ghiaccio, pensò... pensò "meglio così, o maledetto Arceus, quanto starei soffrendo". Raccontando a sé stessa ancora quella bugia che si era raccontata in tutto questo tempo senza di lui, la bugia che a lei andava bene così, la bugia che non aveva passato notti insonni nella speranza che lui aprisse la porta della camera che lei e Nyasu dividevano da quando lui era andato via, la bugia che non aveva mai pianto per lui, notte dopo notte, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana fino a quando, mese dopo mese, la vita diventava un po' meno dura da pensare che sarebbe stato possibile viverla anche senza di lui. Strinse i pugni e quasi le tornò una lacrima. Questa giornata doveva finire alla svelta, pensò adesso.
 - Che programmi avete tu e la tua consorte, se posso chiedere- disse riportando alla triste realtà i fatti mentre lui girava la chiave della camera nella serratura.
Non rispose subito lui, distratto dal letto matrimoniale in quella stanza. Ci poggiò sopra le buste, ingoiando un boccone amaro all'idea che su quel letto non ci sarebbe stato altro da fare.
- Che programmi? Che intendi?-
- Quel giorno farneticasti, il giorno che ci hai abbandonato.-
- Non vi ho abbandonato- precisò con voce roca.

- Sentiamo! Stai parlando coi tuoi compagni, come volevi!- Le disse lei nervosa quando furono lontani dai genitori di lui.
Anche Nyasu era nervoso:- Non ti sarai fatto convincere?!-
- N... non ha torto, pensandoci.-
- Oh no...- disse lei.
- Non stiamo facendo molto per il Team Rocket. Lo so che non era quello che avevo promesso ma non passerà molto che Sakaki ci licenzierà, o peggio.-
- Peggio tipo non essere il suo pokémon preferito??-
Lei quasi urlò:- E tu a casa hai un futuro, certo!-
- Non quello che volevo!- Puntualizzò lui:- Ma papà ha detto che saranno più clementi, che hanno capito, sia loro che Rumika e mi assilleranno di meno e...-
- E tu ci credi?- Chiese il gatto deluso. - Sono comunque la mia famiglia. E io da un po' di tempo non riesco a vedere un futuro nel Team Rocket...-
I compagni strinsero i pugni, lui guardò la ragazza:- Io non riesco a vedere un futuro- le disse come se parlasse solo a lei o meglio come se parlasse al ragazzino che in passato si era perdutamente innamorato della sua bellissima, coraggiosa, capricciosa e fragile compagna. Parlava a quel ragazzino che in passato ci aveva sperato tantissimo ma che adesso:- non vedo un futuro, per noi- e i compagni rimasero in silenzio con un peso sul cuore grande come non lo avevano mai avuto. - So che lo pensi anche tu- le disse Kojiro sfiorandole la mano che lei nervosa tirò indietro. Quante volte, in effetti, anche lei avrebbe voluto lasciare il Team Rocket, negarlo era ipocrita.
- Non parlare solo con lei!- Gli urlò il pokémon tra le lacrime:- Non dimenticate che esisto anche io!- Quel giorno Nyasu scappò via, e lo lasciarono andare, sfogarsi gli avrebbe solo fatto bene e loro lo amavano tantissimo.
Rimasero a parlare da soli.
- Io non vi abbandono. Ho parlato anche di questo con papà, vi aiuterò economicamente.-
- Ah sì?- Disse priva di emozioni:- Uaoh.-
- Non prendermi in giro! Era quello che volevi! Volevi anche che mi sposassi apposta!-
- Sì bene, ora non sono più felice!-
- Chi ti capisce è bravo!- Sbuffò lui e continuò:- Seriamente, sarò a capo della famiglia, dovrò anche continuare la stirpe insomma, sarà così opprimente per uno libero come me! Cerca di starmi accanto e capirmi!- Nascose il volto tra le ginocchia.
- Avrai Growlithe e Chimecho con te- le disse lei poggiando lui una mano sulla spalla e in effetti questo lo consolò, ma poi si soffermò a guardarla:- Io voglio anche voi.-
- Tu vuoi un po' troppe cose- posò la fronte su quella di lui, delicatamente, gli sorrise e a lui venne da piangere.


- Parlavi di continuare la stirpe- ridacchiò lei.
- Quindi?-
- State mettendo su famiglia? Diventerò zia?- Lo guardò prendendolo in giro sedendosi su quel soffice letto mentre lui ancora aggiustava quelle buste. 
Lei continuò:- Oh, hai di nuovo fatto quella faccia di disgusto. Ma a te piacciono le donne?-
- Lo sai benissimo!- Le urlò contro imbarazzato:- Questa volta era veramente di disgusto, non mi piace Rumika!-
- E' tua moglie rincretinito! Da un po' ormai, lo hai capito o no?! Inizio a provare dispiacere per quella poveretta!-
Notò solo adesso lei che il respiro di lui cambiò, diventando più pesante.
- Che è successo?- Gli chiese toccandogli il braccio, lui si scostò e un altro geloraggio la colpì.
Si limitava a guardarla con sguardo severo senza dire nulla.
- Si può sapere che ti è preso?!-
Si sedette su quel letto anche lui, accanto alla ragazza.
- Lei parla davvero di famiglia- disse cupo.
- Come è ovvio che sia.-
- Sì.-
- Lo avete fatto?- Chiese lei senza ritegno anche se temeva la risposta e rossa si coprì il viso.
Lui sbuffò ancora:- Ti immagini che madre sarebbe? Insomma...- si alzò iniziando a camminare su e giù per la stanza sfogandosi con quella "sconosciuta":- già io non credo che sarei il migliore dei padri. Ma poi lei...- quasi urlò:- Non prendiamoci in giro se quel bambino prende da me non sarà felice mai nella vita!-
Musashi sospirò, quel ragazzo non faceva che ripetere quanto fosse infelice, non lo faceva tanto quando erano una squadra. - Comunque non hai risposto.-
- Non ricordo la domanda- rispose nervoso ma sincero.
- Lo avete fatto?- Ripeté e lui imbarazzato assecondò appena alzando le spalle. E lei pianse all'istante perdendo tutto il suo sangue freddo e frantumando tutte le bugie che si era ripetuta. Lui la raggiunse chinandosi di fronte a lei che ancora se ne stava seduta con volto nascosto tra i capelli che dal cappello erano scesi giù. Le prese il viso tra le mani:- Perché piangi??-
- Perché tu dovevi essere mio!- E tutto quel ghiaccio si frantumò all'istante lasciando quel cuore libero di esprimersi e quelle schegge trasformarsi in lacrime calde.
Anni e anni per costruirlo tra geloraggi e bore e adesso era sciolto, completamente, in un momento a caso della loro vita. Che stupida che doveva sembrare mentre non riusciva a fermare i singhiozzi. Ma lui continuava a guardarla con quei maledetti occhi!
- Perché hai quegli occhi?!- Gli urlò contro.
- Quali occhi??- Non la capiva mentre cercava di aiutarla con le ginocchia su quel freddo pavimento di Sinnoh.
- Non ci avevo mai dato peso quando vivevamo insieme, ma guardali!- Si alzò quasi scavalcandolo e adesso era lei ad andare avanti e dietro per la stanza.
- Non posso guardare i miei stessi occhi senza uno specchio! Che hanno?!- Cercò di raggiungere lo specchio che era in camera. Si guardò:- Mi devo preoccupare?!- Non vedeva nulla.
- Sì- ma rispose lei ammutolendolo:- Perché sembrano innamorati- singhiozzò e lui si voltò verso di lei rimanendo in quel agghiacciante silenzio, e forse entrambi ripensarono a quel giorno.

La sala del ricevimento era gigantesca, un classico per la famiglia di Kojiro e le manie di Rumika. Gli invitati erano tanti, tutta gente estremamente ricca e a modo, come la sposa voleva. Lo sposo si era limitato a invitare soltanto i propri genitori, i nonni a lui tanto cari, qualche suo pokémon come il suo fidato Growlithe e i suoi due ex compagni di viaggio. Questi ultimi se ne stavano, sentendosi completamente fuori luogo, seduti vicini accanto al tavolo del buffet ma stranamente non avevano mangiato poi tanto, il disagio pesava anche sui loro stomaci. Il gattone indossava uno smoking blu con un grande papillon rosso che richiamava il colore dell'abito di lei, un rosso acceso, tanto che dava nell'occhio, soprattutto perché a indossare quell'abito aderente e sensuale era una donna bellissima, i capelli raccolti poi lasciavano vedere bene il collo, le spalle e il seno. Molti notarono che assomigliava molto alla sposa, pensarono infatti fosse sua sorella ma Rumika indignata più di Musashi negava la cosa, disprezzando la pezzente; nonostante questo molti degli invitati sì annuivano rispettando le pessime parole della sposa ma non riuscivano a togliere gli occhi di dosso alla "pezzente". A farsi attendere a quel ricevimento era proprio lo sposo, che evidentemente faticava a uscire dalla sua stanza, si era convito a sposarsi, ma non si era convinto del tutto. I nonni gli stettero vicino, nemmeno loro erano convinti di questo matrimonio, a loro interessava la felicità del nipote e il nipote a quel matrimonio non sembrava felice. - E quella ragazza?- Le chiese la nonna. - Quale ragazza?- 
Il nonno si intromise:- La tua segretaria!-
Kojiro ridacchiò:- Ah Musashi. Lo avete capito che non era la mia segretaria davvero, no?-
I nonni annuirono sorridendo. - Ma tu la amavi, o no?- Continuò la nonna e Kojiro non rispose, si limitò a guardarsi allo specchio sistemandosi la giacca e la cravatta blu dello smoking su quel pantalone bianco; i nonni però, in quel riflesso, notarono solo gli occhi di lui.
- Devo andare, o la mia promessa sposa mi ucciderà.-
- Ha promesso di essere più clemente no?- Consolò il nonno e Kojiro rise:- Sì, certo. Infatti non è ancora venuta a disturbare, ma non approfittiamo troppo della sua clemenza, non voglio farla scoppiare- poi aggiunse a voce bassa e fin troppo serio:- o finirò per scoppiare anche io- fece un respiro profondo e uscì dalla stanza pronto a raggiungere la futura moglie.
La vide, al centro della sala, con quell'abito bianco e pomposo quasi accecava, brillava di diamanti pregiati. Il velo lungo era rivolto ai capelli boccolosi e le lasciava il viso pulito e appena truccato scoperto. Era bella, si volle consolare, molto bella. La sposa lo notò, gli occhi assunsero un'espressione più che accigliata, aveva fatto tardi! Ma anche lei fece un respiro profondo e cercando di essere calma lo raggiunse e lo salutò con un inchino che lui non ricambiò.
- Cerco di essere carina, ma tu dovresti fare altrettato amore- il cinismo sull'ultimo sostantivo non era poco e allora lui, alzando gli occhi al cielo, ricambiò l'inchino.
- Perché tutto questo sfarzo? Non possiamo sposarci e basta?- La donna gli scoppiò a ridere in faccia:- Senti piuttosto- aggiunse poi trattenendo a stento la rabbia:- il tuo gatto peluche ha aperto il buffet senza permesso, dovresti educare la tua immondizia- si allontanò per andare a salutare altri dei suoi precisi e perfetti invitati lasciando l'ex delinquente con un broncio. Kojiro si guardò attorno cercando il gatto peluche, uno dei pochi in quel posto che poteva risollevargli l'umore. Lo vide, mangiava in effetti, anche se meno di quanto si aspettasse, sorrise lasciandolo fare e poi notò la donna seduta accanto a lui, non mangiava ma beveva piano un sorso di analcolico da un elegante flute. Si soffermò a guardarla forse più del dovuto, prima di avvicinarsi a loro. Maledizione, gli occhi gli si bagnarono ancora, perché la trovava ancora più bella della sposa?! Trattenne le lacrime, doveva diventare più adulto, e abbracciandosi di coraggio come era solita fare la sua ex compagna li raggiunse.
- Ciao- disse con dolcezza e loro alzarono lo sguardo ammirandolo.
- Ciao- gli risposero un po' straniti. Il ragazzo si sedette accanto al pokémon, anche perché non aveva alternativa.
- Come va?- Gli chiese il gatto. - Come deve andare- rispose lui alzando le spalle e la donna sbuffò:- Sei noioso!- Addentò adesso anche lei un bignè salato sporcandosi appena la punta delle labbra e alzandosi, con fare da maschiaccio, si posizionò di fronte allo sposo:- Vuoi prendere in mano la situazione o no?!-
- Che intendi?- Le chiese lui contrariato rimanendo seduto. - Quel cotton fioc è tua moglie!- La indicò distante mentre volteggiava tra un invitato e l'altro:- Dovresti passare la giornata con lei, non qui con l'aria di un carcerato!-
- Farmi carcerare non sarebbe stata male come ipotesi- sentenziò lui:- Che vuoi che faccia?! Non ho mai detto che questa situazione mi rende felice! Ho solo accettato i miei obblighi e quella che purtroppo è la mia vita!-
- Quella che purtroppo è la mia vita!- Ripeté lei a pappagallo prendendolo in giro, poi con rabbia alzò la sua gamba come a tirargli un calcio, il tacco finì tra le cosce di lui minacciandolo non poco:- Alzati e fai l'uomo!-
Nyasu, continuando a mangiare:- Questo- indicò il tacco minaccioso tra le gambe di Kojiro:- è per ricordarti che la tua vita fino ad adesso era peggio che con Rumika- era chiaramente ironico, forse.
Musashi fulminò il pokémon con il solo sguardo e togliendo la gamba dalla sedia tornò a parlare con Kojiro:- Purtroppo la tua vita- ripeté adesso con tono pacato guardandosi intorno:- Sfarzo e cibo in abbondanza, e mi duole dirlo- guardò il cotton fioc:- anche una bella moglie. Vorrei io la tua orribile vita- sfiatò triste.
Kojiro non le rispose, non era d'accordo. Musashi non aveva la minima idea di cosa significasse privarsi della libertà.
- Anzi, forse dovrei guardarmi attorno. Qui è pieno di uomini ricchi, ce ne sarà qualcuno di bell'aspetto disposto a sopportarmi.-
- Sì- disse Kojiro cupo:- Io- concluse con una battuta scontata e lei con un finto sorriso fece finta di non dargli corda.


- Sono gli occhi con cui ti ho sempre guardata- rispose alle parole di lei, in quella piccola stanza d'albergo.
- E' vero- disse lei con la voce che ancora le tremava:- Ma io lo noto solo ora- si sedette di nuovo sul letto asciugandosi altre lacrime con le mani a pugno, come farebbe una bambina.
- Inizio a pensare- sempre lei tra un singhiozzo e l'altro:- che quella volta per te sia stata importante e non solo un capriccio.-
- Un capriccio?- Quasi si irritò ma la voce era per lo più sorpresa e le si sedette accanto portando una mano consolatoria sulla coscia di lei:- Tu hai pensato che fosse un capriccio?!-
- Che dovevo pensare?!- Gli urlò:- Stavi sposando un'altra!-
- Un'altra che odio con tutto me stesso!- Urlò anche lui a ribadire un concetto che pensava ormai fosse più che ovvio:- Lo sa anche lei che la odio! Sembra che l'unica a non capirlo sia tu!-
- Ma che razza di vita hai accettato?!- Continuavano a urlarsi contro.
- E' per questo che sono sempre triste!!-
- Sei noioso!!- Ripeté proprio come allora tirandogli anche sta volta un calcio, ma vista la diversa posizione colpì la sua caviglia, facendogli un po' male. - Gh- sentenziò lui:- Non sei cambiata affatto!-
- Almeno non mi guardi più con quegli occhi!- Sbuffò timida guardando altrove e chiudendosi quasi la faccia tra i due pugni.
- Ti guarderò sempre con quegli occhi- però continuava lui:- Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata.-
E lei tornò a soffermarsi su quegli smeraldi. - Lo pensi davvero?-
- Sì, ovvio- fu lui sta volta a distogliere lo sguardo.
- Più di Chimecho? O Mime. Jr?- Si mangiava le parole ancora con quei pugni sulle guance.
Lui rise e chi tace acconsente pensò lei. - Anche più dei tuoi tappi di bottiglia?-
- Ora stai esagerando.-
E lei lo spintonò con un ceffone sulla spalla non trattenendo una risatina:- Quanto sei stupido.-
Data la spinta lui si lasciò scivolare su quel materasso, facendo rovesciare un po' i contenuti delle buste.
E lei soffermandosi su quella scena arrossì ripensando non più alla prima volta che avevano condiviso un letto, ma all'ultima volta che lo avevano fatto.

La cerimonia si era conclusa e la luna si era alzata in cielo già da un po'.
La sposa, una volta firmate le carte, si era limitata a sorridergli e a ricordargli che la cerimonia non era finita, il buffet della cena aspettava gli invitati in un altro luogo.
E quel luogo era sfarzoso tanto quanto l'altro, e a Rumika poco sembrava interessare la felicità di Kojiro; aveva vinto lei, questo era ciò che contava.
Tanto era l'interesse per il marito che nemmeno ci diede peso quando, dopo aver finito le foto e le riprese, il taglio della torta, le bomboniere, lui sparì per andare probabilmente a piangere chissà dove lontano da occhi indiscreti. E infatti se ne stava lungo uno dei corridoi che dava alle camere dell'albergo a 5 stelle dove erano ospitati, era al secondo piano, e bevendo un po' di spumante guardava il cielo da una della grandi finestre in pietra. L'abito era ora un po' sgualcito, la cravatta smontata lasciata cadere ai lati del colletto. Il vento era caldo e piano muoveva le tende pregiate e un poco anche i suoi capelli. Guardava quel cielo. Era una così bella serata, si chiedeva perché.
- Ehi, marito- una voce estremamente delicata, tanto che appena la riconobbe. Si voltò, sembrava un sogno, c'era solo lei in quel lungo corridoio. I capelli ancora ordinati lasciavano che un ciuffo le cadesse sul volto, le braccia incrociate in una posa timida tenevano delicatamente la borsetta nera.
- Ciao- disse lui con un groppo in gola, salutandola ancora una volta in quella giornata così terribile dove lei, al momento, sembrava l'unico squarcio di luce.
Lei sorrise col cuore in mano e gli si avvicinò:- Nyasu mangia ancora, all'inizio era un po' timido ma adesso si è completamente lasciato andare!- Rise di gusto, con gli occhi appena appena lucidi. "Arceus, Dio, chiunque sia la divinità" pensò " perché sei così bella?!" non riuscendo a trattenere più quelle maledette lacrime che piano gli sgorgarono sul volto fermo.
- Piangi??- Disse lei ancora sorpresa:- Kojiro, basta- allungò le braccia come a volerlo abbracciare:- E' finita- anche la sua voce tremò, e appena anche le sue labbra mentre gli occhi ora erano lucidi a tutti gli effetti:- Abbiamo perso.-
Si avvicinò per dargli l'ultimo abbraccio, ma lui lasciò perdere quelle braccia e andò oltre, baciandola.
La baciò, perché gli sembrava giusto rendere giustizia a quel cielo e quella luna.
Portò le mani sulle guance di lei staccandosi appena dalle sue labbra e si limitò a guardare quegli occhi zaffiro e quelle gote rosse per qualche secondo, e la baciò di nuovo perché pensò che al mondo solo lei era bella tanto quanto quel cielo.
  
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