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Autore: Elisempreeli    22/06/2023    0 recensioni
Le paure non sono facili da spazzare via con un soffio, come fossero polvere accumulata in un angolo della nostra mente.
Sono sedimentate, e forse la polvere del mondo è l'ultima cosa di cui aver paura.
E' più facile ricordarselo se cè qualcuno al tuo fianco disposto a ripetertelo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il motore si spegne, io mi guardo attorno. Sentiero con ghiaia, sassolini misto terra.
"Non cammino qui".
"Ma cosa c'è di strano?"
Esatto, c'è tutto di strano nei miei pensieri che si ammassano l'un l'altro, senza permettere a quello che sta sotto di respirare o di muoversi per trasformarsi da pensiero in azione. Di strano c'è che non voglio farmi vedere debole difronte ad una delle mie tante paure.
Tu ancora non mi hai vista cedere.
"C'è troppa polvere". Sono sincera, no potrei essere diversamente con te.
"Facciamo qualche passo, e se poi non te la senti torniamo indietro."
Acconsento anche se scuoto la testa da sinistra a destra, come fanno i bambini. Solo che il mio no è adulto e impaurito dal mondo.
Non dico nulla, perché capita che non trovi le parole per snodare quei pensieri aggrovigliati. Così spesso mi trovo ad annegare nel silenzio.

Camminiamo, io come se fossi in bilico sul ciglio di un dirupo, o sulla corda di un funambolo, cercando di distinguere quale via sia più percorribile per i miei standard.
"No, andiamo per di qua", e mi sposto. "No qua, vai più in là", e ti spingo verso destra.
Tu mi segui quasi fossero i passi di un valzer, o una missione dove non devi toccare il laser altrimenti scatta l'allarme. Passo dopo passo, parola dopo parola, un 'quanto manca?' dopo l'altro, arriviamo.

Davanti a noi le montagne e dal lato opposto il mare. Una meraviglia, indubbiamente. Ma io penso solo alla strada che dovrò rifare al ritorno. Poi tu mi abbracci, mi baci, mi sussurri che con te vicino non devo avere paura, che va tutto bene, che sono riuscita ad arrivare fino a qui e che non sono morta. E un po' meglio mi sento, anche se tremendamente in colpa per dover portarmi dietro ancora le paure del passato, o meglio, per farmi ancora raggiungere e intrappolare da esse. Torniamo indietro.
Parliamo non ricordo nemmeno di cosa. Incontriamo degli escursionisti muniti di racchettoni e musica che marciano diretti alla loro meta. Ci facciamo una foto bellissima, delle nostre ombre che stanno vicine, più precisamente, e tu mi dici che se non fossimo venuti qui questa foto non esisterebbe. Chissà perché, ma il ritorno mi sembra sempre più corto dell'andata, forse perché conosco già il tragitto? e arriviamo alla macchina.

Spunta un uomo a cavallo, io rido perché è alquanto assurda questa scena da film ma chissà forse per quel cowboy improvvisato è la normalità.
"Hai visto come hai camminato serena al ritorno? Non hai fatto attenzione a dove andavi", mi fai notare.
L'ho notato anch'io, ma non volevo riconoscermi questa piccola grande vittoria, perché più la considerazione di me sale, più sarà grande l'impatto quando cadrò. Sorrido solo, come per non dar(mi) importanza a quelle semplici parole che raccontano di una difficoltà.

Il silenzio nel quale annego può essere lo stesso nel quale finalmente respiro.
   
 
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