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Autore: giugiu9605    25/06/2023    0 recensioni
Inuko Higurashi è la figlia di Inuyasha e Kagome
Immagine di copertina creato da me, potete trovarla anche su Instagram: julyall_fanart
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
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_Episodio 55_“Uno scontro inaspettato” Inuyasha_
 
Dopo aver salutato sia la monaca Verth e sia gli altri monaci al tempio, Inuko e i suoi amici si incamminarono in silenzio lungo un vialetto che conduceva a una foresta piena di molti cedri, cipressi, faggi, aceri e betulle. Si stavano muovendo in direzione nord-est perché volevano tornare nel loro paesino, finché, dopo una ventina di minuti, Shame era stanca e pure la piccola Nao e quindi le due gemelle guardarono intorno se vedevano nelle vicinanze delle abitazioni.
A un tratto apparve una donna di bell’aspetto sui quarant’anni che camminava nella direzione opposta e, quando si avvicinò al gruppetto, li guardò uno per uno.
I suoi capelli neri erano raccolti in un grande e alto chignon (crocchia) tenuto da due bacchette color amaranto, portava un kimono blu scuro decorato da dei fiori dorati, aveva un obi viola (cintura) sotto il seno, in basso c’era una piccola tasca, indossava dei geta fatti di legno con dei hanao in cotone di colore bianco (soprabito) e teneva nella mano destra una naginata (arma con lama) costituita da un bastone color blu.
“Finalmente li ho trovati” pensò la signora fra sé facendo un sorrisetto appena finì di guardarli.
Misa si avvicinò alla donna e le chiese se sapeva se c’era una una locanda o qualcosa di simile da quelle parti. La signora rispose che non era di quella zona però le propose che se voleva poteva fermarsi con gli altri nella sua dimora per la notte e affermò che era poco distante da dove si trovavano. Shame esclamò che voleva fermarsi nella casa di quella signora e nello stesso momento Nao gridò la stessa cosa. Kugo, che non riusciva a smettere di guardare il viso tenero della bambina, accettò la proposta della donna e la ragazza si inchinò per ringraziarla.
— Puoi chiamarmi Shinju, significa “Perla”. Vi piace il nome? — chiese socchiudendo gli occhi.
— Sì sì molto carino, ma fermi tutti! — annunciò all’improvviso Arya, — Non possiamo fermarci perché percepisco che se andassimo nella sua abitazione, succederebbe qualcosa di brutto e qualcuno si metterebbe in serio pericolo, — concluse grattandosi il capo.
— Sono stanca di sentire da te sempre questi verbi: “percepisco”, “intuisco” o “mi rendo conto”! Lo sai che quello che dici sono solamente stupidate, o no?! — proclamò Nozomi.
— Non dire così, da quando la conosco, tutto ciò che dice, sempre si avvera, — affermò Hariko.
— Non posso dire mai niente! Mi stai seccando, fratellino! — affermò Nozomi incavolata.
Hariko sospirò e cercò conforto in Inuko, la sua dolce mezzo demone la quale arrossì mentre osservava il suo viso, poi la mezzo demone affermò che anche lei era stanca e le sarebbe piaciuto tornare a casa presto e poi disse che se la signora li stava ospitando, era meglio non rifiutare.
— Concordo, perché se rifiutassimo la sua gentilezza, offenderemmo il Buddha, — spiegò Roan.
— Sempre così fa quando deve riposare, — sbuffò Misa mettendo le braccia incrociate.
— Dannato fratello, — disse Kugo sbuffando anche lei.
Shinju chiese alle due ragazze,  guardando il loro viso, se sarebbero venute nella sua dimora anche perché avrebbe organizzato un abbondante banchetto e Misa accettò solo pensando al cibo.
— Ancora hai fame? Ti ricordo che hai mangiato prima. Ad ogni modo, vengo perché non voglio lasciare sola la mia gemella mentre consuma i pasti, — affermò Kugo.
La signora chiese alla ragazza dai capelli arancioni, squadrandola da cima a fondo, se veniva pure lei e Nozomi rispose, in tono severo, se davvero le interessava della sua opinione aggiungendo che la stava già infastidendo con queste domande.
— Suvvia, non essere così sgarbata nei miei confronti, — spiegò Shinju alzando le braccia, — Sai che sono una donna per bene! Quindi, puoi dirmi che cosa ne pensi? — domandò infine.
— Ma quanto parli! Ti piace infastidire la gente a quanto pare. Bene, te lo dico ma a una condizione: non lo ripeterò due volte. Quindi, stammi bene a sentire! Verrò pure io! — dichiarò.
Dopodiché la ragazza cominciò a camminare e lasciò indietro i suoi amici con quella donna, quest’ultima chiese ad Hariko se la ragazza si comportava sempre così e il fanciullo disse di sì e aggiunse che quando la sua sorella doveva decidere o semplicemente incontrare delle nuove persone, subito diventava scortese.
— Ho sempre fatto del mio meglio per farle capire che doveva comportarsi diversamente, ma non ci sono mai riuscito — affermò Hariko e poi sorrise.
— Tu si che sei educato! Bravo! — esclamò Shinju facendo un sorriso finto.
— Grazie mille signora, — rispose e si incamminò con la donna verso la sua abitazione.
“Questa donna vuole essere gentile ma invece vuole conquistarci con belle parole perché vorrebbe qualcosa da noi. Se il suo atteggiamento cambierà, confermerà i miei sospetti e così l’avrò mascherata! Non ho detto agli altri se andarci o meno, ma non ha importanza ora. Li seguirò e controllerò che cosa farà questa signora” pensò Arya e riprese a camminare.
 
Inuko, sua sorella minore insieme a Nao, le due gemelle seguite da Roan, seguirono i quattro che si erano già avviati. Ad un certo punto Shame chiese alla signora quando sarebbero arrivati e quest’ultima rispose che non c’era niente di cui preoccuparsi perché sarebbero arrivati presto.
— La mia dimora si trova a sud di Kyoto, spero che vi piacerà. Ci sono tante persone che vi accoglieranno e vi faranno vedere i miei meravigliosi giardini, — concluse.
— Davvero? Che bello! E dato che cammineremo un altro po’, come si chiama? — chiese Inuko.
— “Castello di Fushimi” ed è stato costruito quattro anni fa, — rispose.
— E poi si chiamerà “Momoyama” dove verranno piantati degli alberi da pesco! — spiegò Arya.
Shinju si sorprese e le chiese se era una specie di indovina, la fanciulla dichiarò che di preciso era un apprendista maga del futuro e precisò che proveniva da un’altra epoca.
— Ora mi è tutto chiaro! Grazie mille signorina, — ringraziò.
Il gruppetto stava camminando da quasi venti minuti e ancora non vedevano il castello da lontano, Misa si insospettì e pensò che la signora avesse errato intenzionalmente per non farli preoccupare, poi si avvicinò all’orecchio sinistro di sua sorella e le disse sottovoce che a quella dimora sarebbero arrivati fra due ore e non a momenti precisando che il cielo si stava già scurendo e le chiese che cosa pensava di fare.
— Hai ragione, dobbiamo fare qualcosa. Ho un’idea, chiedo a Shame se mi può prestare la sua sciarpa. Ricordo se si può trasformare in un tappeto volante, — disse Kugo.
Misa annuì, andò dalla piccola mezzo demone, ci parlò e infine le consegnò l’oggetto, Roan, che aveva visto che cosa stavano facendo, urlò agli altri che si dovevano subito fermare. Il resto del gruppo si girò verso il ragazzo e mentre si stava fermando, vide che Kugo stava indicando la guardiana dell’aria, stava tenendo qualcosa in mano e mentre Misa la stava lanciando in aria, si trasformò subito in un grande tappeto rosso. Roan spiegò alla donna che era un oggetto molto utile e che apparteneva alla piccola mezzo demone, mentre parlava la indicava e Shame divenne subito rossa in viso e affermò, un po’ balbettando, che era il suo ed era perfetto.
— Che magnifico! Va bene, se lo volete usare, saliamoci allora! — esclamò la donna.
Uno alla volta ci salirono, Shame andò davanti, ordinò al tappeto dove dovevano andare e quest’ultimo partì spedito, dall’alto il gruppo poteva vedere molti alberi, dei fiumi, alcune case di legno e dei campi coltivati dove alcune persone lavoravano in quel momento.
 
Misa, dopo pochi minuti, vide a sinistra un giardino e un castello formato da due torri di dimensione diversa, la donna affermò che erano arrivati quindi la piccola mezzo demone ordinò al tappeto di tornare giù e lo fece quasi subito, poi il gruppetto atterrò di fronte al yagura mon (cancello con una torre militare) e notò che davanti, a destra e a sinistra, c’erano due ringhiere in legno rosso e degli scalini.
Shinju trovò il grande portone scuro chiuso, bussò e disse: — Aprite! Sono la vostra signora!
La grande porta si spalancò e apparve una ragazza, aveva diciannove anni con dei lunghi capelli marroni, portava un kimono bianco chiuso da un obi dorato (cintura) e indossava dei geta bianchi (sandali). Si inchinò davanti alla sua padrona, si scusò per il ritardo e chiese chi fossero queste persone che erano con lei, Shinju rispose che erano i loro nuovi ospiti, poi le ordinò di falli accomodare nella sala principale, la ragazza obbedì e disse che si chiamava Hina.
Il gruppo passò sotto il portone, subito dopo videro in lontananza un castello denominato Renketsu, formato da un tenshu (torrione) a cinque piani e collegato a un’altra torre a tre piani secondaria grazie a una watari yagura (corridoio) ed era circondato da un immenso giardino.
Di fronte c’era un viale formato da pietre rettangolari di grandi dimensioni, a destra e a sinistra si potevano vedere diversi tipi di alberi tra cui quelli da pesco che erano ancora in fiore.
Inoltre, c’era un enorme albero di ciliegio, in fiore anche lui, ed era stato piantato alla destra del viale. Mentre il gruppo stava camminando per raggiungere l’ingresso del castello, vide delle persone che stavano ammirando sia i fiori e sia le piante. Infine svoltò a sinistra, salì su delle scale bianche e poi si ritrovò di fronte alla porta principale dipinta di rosso vivo dove nei due lati c’erano due serve e quando lo videro, si inchinarono e aprirono subito la porta.
Il gruppo entrò, andò a sinistra e poi varcarono una porta, i nove nuovi ospiti rimasero sbalorditi nel vedere quella sala perché sia il tatami (stuoia di paglia di riso per coprire il pavimento), i fusuma (pannello verticale scorrevole) e il soffitto erano rivestiti interamente d’oro, invece i tre kakemono (pergamene) appesi nelle tre pareti non avevano quel colore inusuale, nel primo c’era raffigurato un falco sopra a un pino, nella seconda c’era il Monte Fuji e nella terza c’era un campo pieno di iris. I nove si misero seduti sopra a degli zabuton (cuscini colorati) e poi Shinju disse che doveva preparare la cena insieme alla sua servitù, quindi suggerì di ammirare la sala e precisò che a Kyoto non esisteva un’altra come questa, Inuko annuì, Misa e Kugo dissero che l’aspettavano lì, la donna sorrise e poi quest’ultima andò a sinistra della stanza dove si trovava la porta aperta e nel corridoio c’erano le due serve con il kimono bianco che la stavano aspettando.
— Voi due, andate a prendere quella cosa “importante”! Senza di quella non potrò servire le pietanze! Fate come vi ho ordinato! Subito! — proclamò la signora.
— Ai suoi ordini, padrona! — esclamarono e iniziarono a correre sparendo dalla sua vista.
 
Passarono venti minuti e ancora quella donna non era tornata, allora Shame si sdraiò sul pavimento, appoggiò la testa sulla pancia di Inuko mentre quest’ultima accarezzava i suoi capelli. Nao, che aveva visto la scena, andò da Arya e le chiese se poteva farlo e la ragazza disse di sì, invece Misa e Kugo stavano osservando le bellissime pergamene e si erano incantate mentre li guardavano, poi Kugo chiese all’apprendista maga se sapeva che cosa simboleggiava l’ultima pergamena dove c’erano molte iris e Arya rispose che quella pergamena rappresentava lo spirito del guerriero e dato che erano stati disegnati tanti iris, voleva dire che era un gruppo di guerrieri che erano pronti a combattere.
“Aspetta, se questi rappresentano dei guerrieri e siamo nel territorio di questa donna, vuol dire che siamo i loro nemici! Quando torna dovrò stare attenta. Sono sicura solo di una cosa: devo proteggere i miei amici usando tutto quello che ho imparato per diventare ben presto una maga. Peccato che loro non si stanno accorgendo di questi piccoli segnali! Quando potrò, farò aprire gli occhi sia ad Inuko e sia agli altri” pensò Arya osservandoli.
Finalmente apparve una ragazza che aveva con sé un vassoio rosso pieno di pietanze, poi arrivarono le altre cinque donne con altri vassoi e a turno li sistemavano davanti agli ospiti, Inuko svegliò la sua sorellina, la piccola si strofinò gli occhi e appena vide il cibo davanti a lei, prese le bacchette che erano alla destra dei piatti e assaggiò la prima ciotola. Shame, mentre gustava il cibo, affermò con gioia che le piaceva perché era davvero delizioso, poi Hariko chiese ad Misa cosa aveva perché aveva visto che non stava apprezzando molto il cibo e la ragazza rispose che si sentiva strana dopo aver assaggiato il sashimi di pesce e salsa di soia (pesce crudo a fettine) che era sopra a un piatto rettangolare verde, invece Arya disse che le era piaciuta molto la tempura insieme alle verdure e ai gamberi e Roan affermò che aveva mangiato alcuni tsukemono (verdure di stagione in salamoia). Un attimo dopo aver finito di parlare, svennero.
“Che cosa mi sta succedendo?” pensò Inuko provando a spostare la testa per intravedere gli altri.
E all’improvviso comparve la signora Shinju con otto serve.
— Vedo che avete mangiato tantissimo e siete abbastanza sazi. Dovete riposare, vero? Io e la mia servitù vi porteremo subito nelle vostre nuove camere, — concluse la donna.
Shinju fece alzare Arya, la trascinò a fatica nel corridoio, la condusse nell’altra torre e la portò in una stanza che era separata dagli altri, poi le consigliò di mettersi seduta su un cuscino mentre la donna stava prendendo il futon dall’armadio e lo appoggiò sopra al tatami, andò davanti al incensiere, che era a sinistra della stanza, e lo accese. Da esso uscì un profumo di lavanda.
— Ecco, puoi distenderti, — disse Shinju mentre metteva l’oggetto alla destra del cuscino.
Arya obbedì senza esitazione, si coricò e si addormentò in un istante e infine la signora cosparse una polvere, che era invisibile sia per gli umani che per i mezzi demoni, sopra la ragazza.
“Sogni d’oro, apprendista strega! Non riuscirai a sconfiggermi” pensò Shinju mentre stava prendendo le sue sembianze, quest’ultima lasciò la stanza, andò in quella dove c’era Inuko e la sua sorellina, quando entrò vide che solo Shame dormiva all’interno del futon.
— Dov’eri Arya? Ti stavo cercando! Non sapevi dove si trovava la tua camera, vero? — chiese a quella che pensava fosse la sua amica mentre si stava per coricare.
— Che ti importa di ciò che faccio, eh!? Sono affari miei! — esclamò furiosa mentre spostava l’incensiere in mezzo alla stanza, — Piantala di essere appiccicosa come me!
— Va bene, scusami. Non ti chiederò più nulla. Buona notte, — rispose Inuko e si addormentò.
La donna finse di dormire, si alzò lentamente dal futon e al suo posto ci mise una bambola che ricordava il corpo di quella ragazza che aveva rubato l’identità, poi sparse la medesima polvere sopra i due corpi addormentati. Dopo qualche minuto, decise di dare un’occhiata alle altre due stanze, nella penultima vide che c’era Roan e le due gemelle, i tre non avevano ancora preso i futon dall’armadio e stavano decidendo dove metterli sul pavimento.
— Vi serve una mano, scemi? Visto che siete molto intelligenti, vorrei vedere se siete capaci di risolvere una cosa così semplice! — affermò facendo finta di essere Arya.
— Hey, vacci piano con gli insulti, amica! Tutto bene? Forse il cibo ti ha dato noia, come a me, e adesso ce l’hai con noi perché non ti abbiamo ascoltato? — domandò Roan.
— Non mi ha fatto niente perché sono in grado di difendermi da tutto! Quindi, pensate agli affari vostri, stupidi! — replicò scocciata mentre poneva il terzo turibolo in un angolo della stanza.
— Quella donna mi ha dato questo per voi come regalo e mi ha detto di tenerlo acceso tutta la notte perché è molto utile per rilassare, — affermò indicandolo e subito dopo i tre si coricarono mentre la donna, con le sembianze di Arya, stava accedendo quell’oggetto.
“Questo odore, non sarà mica…” pensò fra sé Roan.
“State tranquilli, farete dei bellissimi sogni… infernali. Per ora non vi ucciderò” pensò Shinju.
Prima di lasciare la camera, sparse la polvere e passò all’altra stanza dove c’erano Hariko, Nozomi e Noa. Vide che questi erano già dentro i futon, quindi azionò l’incensiere e sparpagliò la stessa polvere invisibile.
“Tutti i miei ospiti dormono! La prima parte del mio piano è andata. Finalmente potrò lavorare al meglio con le altre mie serve!” pensò e andò nella torre principale.
Inuko e i suoi amici stavano dormendo profondamente nelle rispettive camere, quando pian piano iniziarono ad avere non sogni ma incubi che riportavano alla mente le loro esperienze passate, questi ricordi erano particolarmente focalizzati su quelli traumatici o in casi dove venivano maltrattati a causa degli altri.
 
Incubo di Hariko: Era trasformato in un gatto rosso e si trovava sotto a una siepe, vide passare dei piedi da sinistra a destra, erano quelli di una donna e di un uomo. A un tratto, la donna si fermò. Si inginocchiò davanti a lui, quest’ultimo realizzò che era sua madre.
La donna sorrise, chiamò suo marito per fargli vedere che aveva trovato un peluche a forma di gatto, disse che lo voleva regalare a uno dei due figli ma prima doveva lavarlo perché era un po’ sporco e chiese all’uomo se poteva prendere una bacinella di legno pieno d’acqua.
La donna venne poi chiamava da una voce indistinta e, non appena si mosse per capire chi la chiamasse, pian piano si stava trasformando in un grande albero assieme al coniuge.
Hariko provò a piangere ma le lacrime non gli uscivano, voleva toccare per l’ultima volta sua madre prima che venisse trasformata ma era soltanto un peluche e non aveva le mani.
 
Incubo di Nozomi: Si trovò dentro un letto in una stanza grigia, si alzò e uscì. Vide che era entrata in un’altra stanza grigia dove c’erano tantissimi pianoforti a coda a forma di squali, dopo spalancò un’altra porta che era alla sua sinistra e davanti a sé vide cinque trombe a forma di papere che stavano per venire da lei, d’istinto richiuse la porta e aprì quella che era a destra e trovò due viole che ricordavano i larosterna inca (uccelli della stessa famiglia dei gabbiani, hanno delle piume che ricordano i baffi ai lati del becco) e senza esitazione chiuse anche questa. Andò davanti l’ultima porta, che era vicino all’angolo destro della stanza, e notò che era più piccola rispetto alle altre. Si mise a carponi e appena la spalancò, vide tutto nero.
Qualcuno toccò la sua schiena cadendo in quel buio non sapendo se lei stesse volando o se era ferma all’interno di una schiuma di color nero.
 
Incubo di Shame: Era vicino al pozzo mangia ossa e Inuko le diceva che non la considerava più sua sorella perché voleva che Arya diventasse sua sorella adottiva dato che era molto intelligente rispetto a lei. Poi la piccola mezzo demone iniziò a correre ma correva a fatica, come se avesse un peso sulla schiena, ed effettivamente subito dopo comparve una enorme ancora. Stava andando alla casina dove c’erano i suoi genitori e quando entrò, notò che i suoi si avvicinarono sempre di più vicino a lei e iniziarono a brontolarla per il mega ritardo. Kagome precisò che erano passate tredici ore, diciassette minuti e ventuno secondi e quindi per punizione doveva badare Kaede ventiquattr’ore su ventiquattro per due mesi e mezzo e in più Kagome le dette uno enorme schiaffo, Inuyasha la guardò male e le urlò cose brutte e quest’ultimo ebbe l’idea di prendere una pietra grossa così poteva buttarla sopra di lei.
 
Incubo di Inuko: La mezzo demone si trovava nella foresta che stava bruciando e aveva appena perso i suoi preziosi genitori che erano morti all’interno della casina e si sentiva tantissimo sola. Si guardò intorno e dato che le fiamme stavano crescevano e tra poco stavano per arrivare da lei, immediatamente decise di iniziare a correre per salvarsi. E solo dopo alcuni minuti cadde, tastò il terreno e dopo si rese conto che era precipitata in una grande buca, cercò di uscirne ma senza ottenere risultati. Poco dopo comparvero due volti che lei conosceva: erano quelli di sua sorella Shame e di Hariko. I due iniziarono a ridere in modo malefico, la guardavano schifata e iniziarono a sbeffeggiarla, poi presero un coperchio fatto di legno e lo posero sopra la buca, nello stesso tempo Inuko stava gridando i loro nomi mentre era avvolta dalle tenebre e da quel momento in poi l’unica amica che aveva era l’oscurità.
 
Incubo di Misa: Da qualche giorno, la ragazza stava provando ad usare l’Hiraikotsu insieme a sua madre Sango nel grande giardino dietro casa e ogni volta che non riusciva a riprenderlo al volo, sua madre le dava tanti schiaffi sul suo viso e le diceva di tutti i colori, poi dopo l’allenamento le proibiva sempre di mangiare perché non aveva ancora imparato ad usare quel grande e importante strumento per ammazzare i demoni che era stato tramandato dalla sua tribù. Non appena finì il suo addestramento, vide in piedi sua sorella Kugo che rideva insieme a suo fratello per come aveva lo aveva fatto e tutti e due gli facevano tantissimi complimenti. E suo padre, che aveva assistito da dentro la casina tutto quanto, prese il suo bastone sacro, uscì dalla casina, e lo dette in testa a Misa.
 
Incubo di Kugo: La ragazza stava raccogliendo, insieme a Shippo, tantissime erbe mediche nel campo che le aveva ordinato Kaede perché c’erano molti malati in quella stagione, ma il demone non l’ha stava aiutando perché era impegnato a ridere con gusto nel vederla che si sforzava a sollevare la cesta stracolma d’erbe. Un attimo dopo apparve davanti a sé sua sorella Misa, quest’ultima la guardò e all’improvviso le rovesciò tutto il contenuto nel terreno che era pieno di terra e acqua, dopo quest’ultima andò a chiamare Kaede dicendo che sua gemella non stava facendo quello che le aveva detto ma perdeva soltanto tempo e secondo lei doveva essere punita in modo pesante. Kaede arrivò e vide quello che era successo e quindi le gettò del sale grosso, la ragazza urlò e scappò da loro.
 
Incubo di Roan: Stava correndo dentro un bosco perché era inseguito da un enorme demone con la pelle verdastra, le corna nere lunghe vicino alle orecchie e teneva nella mano destra un grosso bastone appuntito. Aveva intenzione di mangiare il ragazzino perché era figlio di Miroku e voleva vendicarsi dei suoi compagni morti anni fa per colpa del Vortice del vento del bonzo.
Roan era solo e né sua madre Sango, né suo zio Kohaku e gli altri erano venuti a soccorrerlo.
A un certo punto si fermò, davanti a sé vide un dirupo.
Aveva due scelte: o combattere contro quel mostro o provando a salvarsi saltando giù.
Con sangue freddo, istintivamente si mise più vicino al bordo e guardando il demone che aveva alzato il suo bastone pronto per trafiggerlo, si gettò nel burrone.
 
Incubo di Arya: La ragazza si trovava in un grande prato dove c’erano dei papaveri bianchi e vide che erano tutti appassiti. Iniziò a camminare, ad un certo punto vide in lontananza un’abitazione, entrò e trovò una donna anziana davanti a un piccolo focolare.
La signora le offrì una ciotola riempita di zuppa dal color nocciola e, senza indugio, Arya accettò il cibo. La ragazza assaggiò e si sentì subito felice, nello stesso tempo la signora sogghignò mentre stava preparando qualcos’altro nella pentola sopra al fuoco.
Non appena finì di mangiare, Arya si sentì strana. Provò a parlare ma le parole non uscivano dalla sua bocca e inoltre non riusciva a muoversi. La donna le disse che mangiando quella vellutata speciale, le persone perdevano subito la voce e si immobilizzavano.
 
Incubo di Nao: La bambina si trovava nel giardino vicino casa sua insieme ad altre che stavano giocando con una temari scarlatta e rosa (palla di stoffa ricamata con motivi geometrici). Per sbaglio una delle bambine fece cascare l’oggetto dentro a un laghetto, Nao si avvicinò e mentre lo stava per raccogliere, vide il suo viso riflesso nell’acqua e poi apparvero dei “Lycoris Radiata” rossi scarlatti (Gigli del Ragno). Nao si spaventò, iniziò a correre lasciando l’oggetto nell’acqua, notò che intorno a sé era diventato buio, arrivò alla sua abitazione, entrò e andò nella grande sala trovando i suoi genitori distesi sul pavimento che erano immersi in una pozza piena di sangue. A destra c’era un uomo che teneva nella mano destra un pugnale intriso di un liquido rosso scuro. Nao era spaventata e scioccata e infine uscì da quella stanza piangendo disperata.
 
Nel frattempo, la padrona del castello si era riunita con le sue otto fedelissime serve nella sala principale, una di queste aveva cambiato l’abito e non portava più il kimono candido come tutte le altre, ma indossava un juban nero (sottoveste) chiuso da un obi rosso (cintura), un hakama nero con delle sfumature rosse (una gonna pantalone stretta), una bandana nera nel viso, delle fasce rosse e nere nei polsi e dei waraji (sandali di paglia) con delle tabi nere (calze divise in due). Era Hina. La donna parlò con la ragazza dicendole che visto che era la kunoichi migliore di loro, doveva liberare quella creatura malvagia e le ordinò di andare sotto il castello che era rinchiusa in una gabbia e condurla alla grotta Daigodaigoyama.
— Ai suoi ordini, capa! — rispose la ragazza e poi scomparve in un lampo dalla stanza.
Poi la donna ordinò alle altre sette di stare vicino alle porte dove dormivano gli ospiti così potevano controllarli meglio e le rassicurò spiegando che questi ospiti stavano facendo sempre gli stessi bellissimi sogni all’infinito e sarebbero rimasti imprigionati in eterno. Una delle sette cominciò a spiegare dicendo che se qualcuno fosse venuto da fuori della dimora e fosse riuscito in qualche modo a svegliarli, non lo avrebbero saputo.
— Ecco perché te e le altre sarete in allerta e controllerete le stanze e il corridoio. Al minimo rumore agirete come vi ho insegnato negli anni passati, — disse infine la padrona del castello.
— Va bene, ho compreso quello che devo fare. Vado subito a controllare, — affermò un’altra.
— Eccellente, così mi piacete, mie care! — esclamò felice la donna.
 
Nello stesso momento, una minuscola creatura si intrufolò nel castello, era il vecchio Myoga e andò nella stanza dove erano le due sorelle mezzo demoni e le trovò che stavano già dormendo, infine si accorse che c’era uno strano odore che usciva dall’incensiere.
“Sta uscendo del veleno! Devo svegliare la signorina” pensò fra sé mentre si avvicinava a Inuko.
— Svegliati signorina! Mi senti?! Shame svegliati! — urlò disperato mentre si stava posando sulla faccia di Inuko e cominciò a succhiare il sangue.
— Ahi, che male! Ma che sta succedendo? — domandò Inuko e dette uno schiaffo sulla guancia. Un secondo si rese conto che aveva schiacciato la vecchia pulce per la millesima volta.
— Ehi Myoga ma cosa che ci fai qui? — chiese Inuko insonnolita.
— Sono venuto a vedere come era la situazione qui, signorina, — rispose la pulce.
La mezzo demone si coprì il naso e notò che il turibolo emanava un odore disgustoso.
— Che cos’è questa puzza? Devo svegliare Shame e in fretta! — affermò.
Il vecchio Myoga spiegò che si trattava di un incenso velenoso usato soprattutto per far addormentare immediatamente le persone e mostrare gli incubi, poi disse che dovevano andare a chiamare Arya dato che lei poteva aiutarli a svegliare gli altri addormentati e infine affermò che non poteva farcela da solo dato che quell’aroma era dannoso anche per lui.
Inuko disse decisa che dovevano muoversi e le dispiaceva lasciare la sua sorellina, che stava ancora dormendo, in quella stanza nauseante, solo che non aveva altra scelta.
— Sono fiero di te, signorina. Se Inuyasha fosse qui, sai che sarebbe orgoglioso di te!
Nella stanza accanto, ovvero quella dove stavano le due gemelle e Roan, si erano radunate le cinque follette, dopo essere uscite dai kimoni dei loro padroni, senza che la servitù della donna del castello li vedesse, stavano parlando a bassa voce e stavano decidendo che cosa fare anche perché si erano rese conto che l’incenso non emetteva un buon profumo.
— Dobbiamo avvisare Arya all’istante, forse ci aiuterà! — affermò Ka, la folletta del fuoco.
— Hai proprio ragione, è la cosa più giusta da fare, — disse Fu, la folletta dell’aria.
Le follette si sposarono da una stanza all’altra usando le loro ali, senza farsi notare dalle serve, e andarono dove era l’apprendista maga, la trovarono che dormiva profondamente dentro il futon.
Sui, la folletta dell’acqua si sorprese che anche la ragazza stava dormendo e Chi, la folletta della terra ribatté che era normale perché era piena notte.
— Allora che cosa si fa? Come facciamo ad aiutarla? — chiese Ku, la folletta dell’etere.
— Volevi dire “aiutarli” perché anche gli altri stanno dormendo in quel modo, — replicò Sui.
Ka indicò l’incensiere, che era alla destra del cuscino di Arya, e affermò che la fragranza che stava uscendo era identica a quella che aveva annusato nelle stanze sia del suo giovane padrone che di Nozomi, così come nella camera dove stavano dormendo i tre fratelli.
Ad un certo punto comparve Inuko, le follette videro il suo volto molto preoccupato, assieme a lei c’era la pulce Myoga che si trovava sopra la sua spalla destra.
— Che cosa state facendo qui? Non vi vedevo da un bel po’! — disse meravigliata.
— Ciao signorina! Abbiamo scoperto che tutti i turiboli, che si trovano nelle quattro stanze dove siete stati portati, stanno mandando delle cattive influenze su di te e sugli altri! — spiegò Ku.
— Esatto, la stessa cosa me l’ha detto prima la mia fedele pulce Myoga che è qui con me, — disse la mezzo demone alle follette mentre si copriva il volto con una manica del suo kimono, — Grazie alle informazioni che mi ha dato, ho trovato la vera stanza di Arya perché prima, quando mi sono svegliata, mi sono accorta che chi dormiva nella stessa camera con me, non era lei. Vorrei tantissimo svegliarla, così mi potrà aiutare a trovare un modo per impedire a quel incenso di far vedere incubi orrendi anche agli altri! — spiegò Inuko alle follette.
— Provo a svegliarla come ho fatto prima con te e lo faccio solo perché sei la mia padroncina e non per altro, — affermò il vecchio Myoga.
— Va bene, però dopo che l’avrai svegliata, meglio che voi due collaborerete per procurare un antidoto proficuo per tutti noi! — informò la mezzo demone sorridendo.
— E anche noi contribuiremo nel nostro piccolo perché come le guardiane e i guardiani, abbiamo i poteri degli elementi, — affermò Ku avvicinandosi al volto di Inuko, — Purtroppo non durano molto visto che siamo solo folletti e non umani, — concluse.
 
Inuko annuì e subito dopo il vecchio Myoga saltò dalla spalla della mezzo demone dove atterrò nei capelli mossi e biondi di Arya, si spostò pian piano andando nella guancia sinistra e la punse.
“Sento che c’è qualcuno… ma chi è che mi sta disturbando? Oh ma non vedo più quel prato finto e quella pazza che mi ha sempre dato da mangiare la stessa cosa” pensò Arya non appena aprì gli occhi e allo stesso tempo si era schiaffeggiata la propria faccia.
— Ma cosa? Ehi Inuko, sei tu! Cosa hai fatto ai capelli? E ci sono anche le follette! — esclamò.
— I miei capelli? Ma guarda che sto benissimo! Come vedi, ho ancora le orecc... — disse e si fermò mentre si toccava la testa, — Non ho le mie orecchie da demone! Per favore, hai qualcosa per vedermi, come lo chiamano nel tuo mondo, “specchio”? Ho detto bene? — chiese.
— Sì, ce l’ho ed è in formato piccolo. Comunque forse, però non sono tanto sicura, ora che è notte, c’è la luna nuova, — spiegò Arya con faccia stanca.
— Va bene, ora pensiamo alle cose più importanti, poi penserò al mio aspetto. Bisogna svegliare i nostri cari amici e scappare! Soltanto tu puoi aiutarci!— dichiarò Inuko.
— Mi fa piacere che l’abbia capito come stanno le cose senza che te lo dicessi. Lo sospettavo da prima, quando stavamo aspettando la cena in quella sala, — enunciò l’apprendista maga, — Quella donna non è quella che abbiamo incontrato poche ore fa, nasconde un’altra identità che è per il momento è celata agli occhi degli altri, — concluse infine.
Arya venne aiutata ad alzarsi grazie alla sua amica mezzo demone, un attimo dopo recitò la formula magica “Imasugu” (Fuori ora) e dal dietro della schiena comparve il suo zaino grigio, se lo tolse, mise la mano destra dentro ed estrasse il libro che aveva sia la costola e sia la copertina blu, in quest’ultima c’era scritto “The Worth Witch Watch Boryūmu 1” (“La strega di valore guarda Volume 1”), nel mezzo c’era un cerchio arancione e nell’angolo in basso a destra c’era scritto “Aete hiraku hito wa, majutsu-shi ni narimasu” (“Chi osa aprire, una maga sarà”).
— Ecco il libro che cercavo! Questo, insieme agli altri due, sono quelli che mi ha dato la mia maestra Tomoko del mondo presente una settimana fa, — esclamò felice.
— Cosa c’è in questo libro? — chiese incuriosita la folletta dell’acqua.
— Al suo interno ci sono le spiegazioni e le illustrazioni di tutte le erbe e le piante e si dividono in due categorie: quelle normali e quelle “speciali”, — enunciò Arya mentre apriva il libro, — Queste ultime sono particolari e sono sconosciute alla gente comune, la maggior parte di quelle “speciali” non sono facili da procurare e tutte sono utili per molte cose! — finì di spiegare.
— Che bello! — risposero in coro le follette.
Arya tirò fuori tre ciotole in ceramica marrone di diverse dimensioni, un grosso mortaio verde, un pestello dello stesso colore, quattro flaconi trasparenti e uno specchio coperto da un tessuto di velluto rosso.
 
Prossimo episodio:_Episodio 56_“L’ultima missione” Inuyasha_
   
 
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