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Autore: stefy_81    27/06/2023    1 recensioni
"Era l’alba di un nuovo giorno quando tre piccole imbarcazioni raggiunsero la spiaggia dorata sotto il promontorio dove si trovava il giovane Reafly. Era un ragazzo di appena tredici anni, i capelli rossi incorniciavano un volto delicato sostenuto da penetranti occhi verdi e uno sguardo vivace di chi è in cerca di rivalsa."
Eragon e Saphira hanno lasciato Alagaesia per sempre come aveva predetto Angela. Nuove ed emozionanti avventure attendono il giovane caliere !
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Arya, Eragon, Murtagh | Coppie: Eragon/Arya
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Un grande saluto a tutti quelli che mi seguono. Ho postato due capitoli "Nella tana di Vershna " e "Eragon Ammazzaspettri"
Un saluto particolare a  Tawariell che mi segue con passione nonostante non abbia dimestichezza con la saga. Questo ha per me un grande valore!! Grazie sempre !



***

Isobel uscì fuori dalle mura di Abàlon in testa alla squadra dei tiratori scelti sotto gli occhi di tutta la popolazione.
Nel varcare la porta cittadina il suo pensiero andò a Xavier. Il comandante aveva seguito insieme a lei ogni passo per la creazione di quella squadra, l’unico insieme a lei a conoscere ogni particolare di quelle armi. La sua perdita era stata per lei un vero shock, oltre che un grande danno per il morale dei soldati.
Dopo il suo tradimento si era promessa di non affidare più a nessuno il comando se non a sé stessa.

Isobel doveva agire in fretta se voleva impedire ai due fratelli di riunirsi di nuovo. In questo Verschna avrebbe giocato un importato ruolo. Il suo odio, per il più giovane dei due cavalieri, poteva tornare a suo vantaggio.
Stavano seguendo le numerose tracce lasciate dagli zoccoli dei loro cavalli, quando alzando per un attimo gli occhi al cielo notò una macchia che si muoveva veloce nel cielo. A un occhio non esperto sarebbe potuta apparire come la semplice sagoma di un rapace, ma Isobel capì subito che si trattava di Kima. La dragonessa si stava dirigendo a grande velocità verso la catena del Gran Massiccio. Con un ordine perentorio la regina fece cambiare la marcia nella direzione opposta.
Allargando la sua mente la regina scoprì che Rebekha non era con la dragonessa e che la sua mente ere protetta da barriere che Isobel non seppe superare. Cosa stai facendo Rebekha? pensò accigliata la regina. Con un colpo deciso alle redini spronò il proprio cavallo al galoppo. I soldati dietro di lei la seguirono a ruota, domandandosi a cosa stessero andando incontro.

Vespriana era in attesa del ritorno di Rebekha ormai da diversi minuti; la ragazza non tornava ancora e lei stava iniziando seriamente a preoccuparsi.
Non avrei dovuto lasciarla andare da sola! Pensò con una certa ansia. Per quanto il tunnel potesse essere lungo la giovane sarebbe già dovuta tornare. Distogliendo lo sguardo da un'altra parte cercò di distrarsi ma la sua attenzione ritornò subito alla grotta. Non era possibile tutto quel tempo. Doveva esserle successo qualcosa.  Vespriana provò quindi a mettersi in contatto con Murtagh, ma in quello stesso istante un fruscio improvvise la fece scattare di lato, la coda alzata pronta allo scatto.
Prima che potesse fare qualcosa, una voce nella sua testa la raggiunse rassicurante.
Vespriana siamo noi
Era stato Par a parlare, sbucando da dietro una delle rocce che affioravano qua e là nel terreno intorno, seguito da Morgana. Anche Kima li raggiunse subito dopo atterrando con grazia. Una volta rilassata, Vespriana emise un sottile filo di fumo dalle narici.
Non fatelo mai più!! avrei potuto colpirvi e ferirvi Par non l'aveva mai vista così tesa.

Hai ragione. gli disse subito per calmarla. Con loro sorpresa però la dragonessa blu era sola.
Intuendo i loro pensieri Vespriana rivolse subito a Kima uno sguardo preoccupato.
Rebekha è dentro quella grotta ormai da un po’.  La dragonessa si precipitò verso la grotta.
Kima ruggì frustrata quando scoprì che era troppo piccola perché lei potesse attraversarla. Provò allora a raggiungere la sua compagna con la mente, ma scoprì che era impossibile persino percepirla.
- Dove si trova Murtagh. Perché non è con voi? - chiese Morgana, dopo essere stata informata di ciò che fino a quel momento si erano detti mentalmente.

Stavo tentando di chiamarlo, quando siete arrivati voi. la informò Vespriana attraverso Par
- Allora non indugiare oltre. Chiamalo - la invitò Morgana senza troppe cerimonie.
Annuendo con la testa Vespriana, chiuse gli occhi e cercò il contatto con il cavaliere.
Quando li riaprì, alcuni minuti dopo, Vespriana si rivolse nuovamente a Par:
Sono riuscita a raggiungerlo, è a poche miglia da qui. Gli ho spiegato la situazione, ci ha ordinato di aspettarlo, e ha poi aggiunto che nessuno di voi tenti di entrare prima del suo arrivo.
Par riferì a sua volta le parole del cavaliere a tutti gli altri

**

A qualche miglio di distanza Murtagh si stava già avviando a passo sostenuto, ma dopo il richiamo di Vespriana, si mise a correre ancora più veloce. Le sue gambe sfrecciavano come il vento, schivando abilmente le pietre che costellavano il sentiero.
Solo dopo che avvertì la presenza della dragonessa nelle vicinanze, si permise di proseguire più adagio, guidato dalle immagini mentali di Vespriana.
La prima stella della sera era apparse alte nel cielo, quando la dragonessa gli venne incontro, seguita da Morgana Par e Kima.
Dové che è entrata?  chiese senza quasi guardare gli latri, Vespriana gli indicò subito la piccola insenatura.
Murtagh dovette avvicinarsi per poterla scorgere: nascosta dalle tenebre, quell'entrata sarebbe stato arduo per chiunque individuare.
Da quanto tempo è dentro? disse preoccupato
il sole era ancora visibile nel cielo. Mi dispiace, io non avrei dovuto lasciarla andare.
Non avresti potuto impedirglielo Vespriana
- Gli ordini non cambieranno. Cercherò di uscire nel più breve tempo possibile. - Poi volgendosi solo a Kima, le disse alla mente
Saremo di ritorno tutti e tre insieme. Te lo prometto.
E senza aggiungere altro, si immerse nell'oscurità del tunnel.


***

Eragon avanzò cauto all'interno del cerchio di luce; la sua spada rifletté di bagliori azzurri che si infransero sulle pareti della grotta in mille riflessi. Di fronte a lui Verschna abbassò leggermente la sua esile spada. poi con uno scatto in avanti attaccò per prima.
Una serie di colpi molto potenti si susseguirono a velocità sorprendente, e rosse scintille iniziarono a volare tra di loro.
- Dovrai fare molto di più per riuscire a colpirci Ammazzaspettri. La vita della tua allieva dipende da te e dal tuo impegno -
gli disse dirigendo un fendente contro il suo fianco, che Eragon parò senza difficoltà. La magia fluiva lungo le sue membra, ma mancava qualcosa, Saphira non era accanto a lui.
Il pensiero di lei riempì la sua mente, e per alcune battute i suoi colpi divennero più deboli.
Verschna gli sorrise, mentre un nuovo attacco questa volta mentale lo colpì con violenza; Eragon dovette riportare la sua attenzione completamente al duello.
A qualche metro di distanza, Rebekha si stava destando dal suo torpore, svegliata con molta probabilità dal rumore provocato delle due lame.
Passandosi una mano sulla fronte, con un lamento aprì piano gli occhi, per voltarsi subito in direzione di quel rumore assordante. Per primo i suoi occhi vennero catturati dai due fuochi, che la colpirono con in loro bagliore accecante; poi la ragazza iniziò a mettere a fuoco le due figure che con agilità gli ruotavano intorno, allontanandosi e avvicinandosi con velocità sorprendente.
Una risata di Verschna le fece gelare il sangue nelle vene. Lo spettro era riuscito a superare le difese del suo avversario, e a colpirlo alla spalla.
- Eragon! -
Senza distogliere l'attenzione dal combattimento con la coda dell'occhio il cavaliere rivolse a Rebekha un fugace sguardo. Eragon constatò con sollievo che Rebekha stava bene.
Ma le sue energie stavano rapidamente esaurendosi; come gli aveva insegnato una volta il suo vecchio maestro Oromis, il giovane cavaliere cercò di attingere energia da ciò che lo circondava.
La grotta era piena di minuscole forme di vita, e ad Eragon bastò un attimo ad allargare la sua mente, e percepirle. Un lieve spostamento delle sue labbra, e in battito di ciglia sentì quelle stesse vite spegnersi e permettergli di poter resistere ancora agli attacchi dello spettro.
Ritrovato nuovo vigore Eragon portò una serie di affondi molto potenti; la sua lama guizzò rapida, e prima che Verschna potesse fermarla, raggiunse il suo volto graffiandolo
Lo spettro non si era spettata un recupero tanto rapido. Con il dorso della mano si asciugò il sangue colato dalla ferita, e fermandosi ad osservare il rosso che macchiava la sua mano, sorrise maligna.
- Bene vedo che hai ritrovato la tua grinta, ma questo non cambierà nulla. -
- Cosa ti fa essere così fiduciosa Spettro. - chiese allora Eragon.
Verschna sorrise ancora, qualunque fosse stato l'esito del duello lei avrebbe comunque vinto, eliminando colui che con la sua esistenza era la testimonianza della loro sconfitta.
- Non hai ancora compreso quello che abbiamo fatto? Avremmo creduto che te ne saresti immediatamente accorto. -

Eragon rimase per un attimo interdetto, mentre lo spettro lo lasciò sondare con la mente il perimetro della grotta. Come aveva già constatato al suo risveglio, vi aveva stata costruito tutta intorno una fitta rete di magia, che diligentemente la occultava al mondo esterno proprio come un'edera cresce intorno al tronco di un albero avviluppandola nei suoi tentacoli. Improvvisamente, la risposta alla sua domanda lo raggiunse lampante.
L'incantesimo che relegava la grotta nel mondo dell'invisibile era indissolubilmente legata all'essenza dello spettro, e alla sua scomparsa essa sarebbe crollata, seppellendo così tutti coloro che fossero rimasti al suo interno.
Dall'angolo dove si trovava, Rebekha vide il volto di Eragon farsi bianco e voltarsi verso di lei.
Che cosa stava succedendo? Poi la voce di Eragon la raggiunse
Bekha devi uscire di qui al più presto!
Anche Verschna ora era rivolta verso di lei, il volto contrariato, sorpresa di trovarla già sveglia.
Gli spiriti che controllavano il suo corpo ebbero un piccolo guizzo e lo spettro fu attraversata da un fremito; un sorriso increspò allora i lati della bocca, prima di rivolgersi di nuovo verso Eragon.
- Lei rimane qui. - sussurrò, e a un cenno della sua mano la ragazza venne sollevata da terra e scaraventata contro il muro.
Nell'impatto la visione di Rebekha si appannò per un attimo, poi la ragazza cadde a terra con un tonfo. Tentò subito di rimettersi in piedi, ma ricadde in avanti ancora stordita per il colpo subito.
- Tu non toccarla! - gli disse Eragon con rabbia, prima di lanciarsi in un nuovo attacco, mentre con la mente andò ad attingere ancora alle energie della caverna.

**

Murtagh avanzava sempre di più all'interno della grotta, aveva percepito chiaramente l'incantesimo che la circondava ne avrebbe potuto percorrerei confini ad occhi chiusi. Accelerando il passo si inoltrò ancora di più fino a raggiungerla. A poca distanza dal confine che lo separava dall'entrata Murtagh vide provenivano dal suo interno dei tremoli bagliori.
Murtagh attraversò l'esile barriera di magia per essere immediatamente aggredito da una presenza che iniziò a prendere la sua energia. Il giovane cercò di erigere subito delle barriere, ma l'attacco si fermò prima.
Dentro la grotta Eragon aveva avvertito la presenza del fratello, e si ritrasse sorpreso.
Fece un passo indietro, scoprendosi quel tanto che permise a Verschna di colpirlo di striscio. Stringendo i denti attaccò di nuovo, facendo indietreggiare l'avversario, e prendendo del tempo.
Murtagh, presto vieni devi portare Rebekha via di qui. Poi riprese di nuovo l'offensiva.
Verschna riuscì a stento a fermare gli attacchi di Eragon, che sembrava aver trovato un nuovo motivo per combattere. Troppo tardi si accorse della sagoma di Murtagh che da dietro di loro si avvicinava a Rebekha e l'aiutava a tirarsi in piedi.
Murtagh vide con orrore Eragon e Verschna combattere senza tregua. Ma i colpi di Eragon non erano gli stessi. Murtagh conosceva fin troppo bene il suo modo di combattere, e quello non era certo il suo meglio. Eragon sembrava non avere intenzione di vincere.
- Ce la fai a camminare? - chiese a Rebekha mentre gli passava il braccio sulle spalle.
- Credo di sì - gli rispose la ragazza con un filo di voce.
- Allora appena saremo nel corridoio cammina fino all'uscita e non voltarti indietro. -
- Ma… -
- Niente ma. Fai come ti ho detto e andrà tutto bene. - Stavano per mettersi a camminare quando una voce li raggelò.
- Non andrete da nessuna parte voi due. -  gli fece Verschna di rimando. Stava per pronunciare alcune parole contro di loro, quando con sua sorpresa Eragon la attaccò con la magia.

- Era negli accordi spettro. Se fossi riuscito a colpiti anche solo una volta, l’avresti risparmiata! -
Consapevole che il dispendio di energie non gli avrebbe permesso in seguito di continuare a combattere a lungo, Eragon sperò che questo bastasse almeno per permettere a Murtagh e Rebekha di mettersi in salvo.
Verschna ringhiò di rabbia, e si abbatté su Eragon con tutta la sua foga, ma il cavaliere era pronto a riceverla, e questa volta non avrebbe permesso allo spettro di avere alcun vantaggio.
Murtagh e Rebekha si erano avviati ormai indisturbati verso l'uscita, e presto non furono più visibili alla loro vista: erano entrambi in salvo.
Attingendo alle sue ultime fonti di energia pose la sua concentrazione al massimo. La sua spada sfavillò di luce blu: aveva una sola possibilità per colpire lo spettro dritto al cuore. Se non ci fosse riuscito, Verschna sarebbe solo svanita per ricomparire da un'altra parte più potente di prima.
- E' finita Verschna ...Brisingr! - Urlò.
Il volto dello spettro rimase impietrito nel vedere la lama passargli il petto. Il dolore esplose improvviso, e un rantolo strozzato uscì dalla sua bocca, mentre con tutte e due le mani afferrava la lama in un ultimo tentativo di reagire.
- Che tu sia maledetto - gli disse mentre una macabra smorfia si dipinse sul suo volto pallido. Poi il suo corpo iniziò a dissolversi, mentre le urla degli spiriti che si contorcevano, gli mandarono le loro imprecazioni e maledizione nella loro lingua abbietta.
Eragon aveva vinto guadagnandosi per una seconda volta il titolo di Ammazzaspettri. La sua gioia però, poté durare poco; crollando sulle ginocchia esausto, vide le pareti della roccia iniziare a staccarsi e crollare sbriciolandosi sul pavimento con assordante rumore.
I detriti stavano iniziando a ostruire l'uscita. Non può finire così. Pensò Eragon, mentre aiutandosi con la sua spada si rimetteva faticosamente in piedi, ma un nuovo scossone lo ributtò a terra.
Eragon resisti. Sto arrivando. sentì la voce di Murtagh.

Nel mezzo del tunnel il cavaliere rosso raggiunse con la sua mente il cuore della grotta, riuscendo per il momento a fermare il collasso. L'energia necessaria era molta, e il ragazzo vacillò non appena il suo incantesimo iniziò ad attingere alle sue energie.
Non sarebbe riuscito a impedire la sua distruzione per molto tempo, e preso un sospiro, si affrettò a cercare Eragon.

**

Il piccolo contingente guidato dalla regina era ormai in prossimità dello sperone roccioso.
Isobel vedeva già la sua vittoria in pugno. Fece fermare i soldati, e chiamò a sé il generale. La luce delle torce accese illuminava i loro volti dal basso proiettando le loro ombre tutte intorno a loro.
- Ci divideremo in due squadre, io comanderò l'ala destra e voi la sinistra. - Il comandante annuì.

- Gli aggireremo passando da quella insenatura. - e gli indicò uno stretto passaggio alla loro sinistra.
- Ci darete il segnale con uno scoppio appena sarete arrivati. Quello sarà il segnale per attaccare. Tutto chiaro? -
- Si mia regina -
- Bene, allora andate E muovetevi con precauzione. -
Il capitano annuì con un leggero inchino, e presi quattro dei soldati, iniziò la manovra di aggiramento. La regina, invece, con gli latri cinque, si portò il più possibile sotto di loro.
Perché le armi potessero essere efficaci, infatti, era necessario che il loro bersaglio fosse vicino.
Solo quando Isobel scorse la sagoma viola di Kima, ordinò loro l'arresto.
Una serie di rocce che scendevano giù a strapiombo gli separava da loro nascondendoli alla loro vista. Isobel stava appena ordinando ai soldati di serrarsi in posizione di attacco, quando forti rumori provenienti dal tunnel fecero tremare la terra sotto di loro. Con stupore Isobel si rese conto che la scossa proveniva dall’interno.

**

All’interno della montagna, nel frattempo Murtagh trovò Eragon non lontano dall'entrata della grotta.
Il fratello giaceva a terra immobile con la spada blu zaffiro ancora stretta tra le mani.
Murtagh corse in fretta al suo fianco, ed Eragon aprì stanco gli occhi
- Lo spettro? - gli fece guardando la lama ancora sporca di sangue.
- Lo hai trafitto al cuore? - Eragon fece un lieve cenno con la testa per poi richiudere gli occhi.
Solo quando li riaprì, il più giovane dei due cavalieri si accorse che intorno a loro tutto aveva smesso di tremare.
- Lo hai fermato tu? - gli chiese il fratello indicando le pareti della grotta crollate,
- Si, ma non potrò farlo molto. Devi alzarti - gli disse, passandogli il braccio intorno al suo collo e aiutandolo a rimettersi in piedi.

Dall'entrata della grotta la figura zoppicante di Rebekha emerse dalle sue profondità
La giovane era visibilmente provata; aveva il viso pallido e tirato, i suoi lunghi capelli erano scompigliati, e la sua veste riportava un lungo strappo sulla manica destra.
Kima corse in fretta al suo fianco, appena in tempo per offrirle il suo fianco come appoggio per non crollare. Morgana e Par la guardarono preoccupati
- Sei sola? - chiese Par, mentre scrutava invano il tunnel dietro di lei
- Murtagh e Eragon sono ancora dentro con lo spettro - rispose Rebekha con voce rotta, mentre calde lacrime presero a scendere sul suo volto. Poi dall'interno della grotta provennero altri rumori, e dal tunnel prese a fuoriuscire della polvere.
Rebekha ebbe un sussulto, i detriti e il fumo impedivano loro di inoltrarsi al suo interno. Solo quando la nuvola prese a diradarsi, e il tunnel divenne di nuovo visibile, poterono scorgere con sollievo due figure zoppicanti emergere dal suo interno.
Murtagh che sosteneva ancora il fratello, crollò esausto tra le braccai di Morgana. Lo sforzo per impedire che la grotta crollasse su di loro era stato enorme. Eragon non era in condizioni migliori: diversi tagli ricoprivano il suo corpo, e i lineamenti del suo volto erano contratti dal dolore.
L'aria fresca della notte rinvigorì un poco il loro spirito.
Da dove si trovava Rebekha rimase a guardarli appoggiata al fianco di Kima.
Nella mente della giovane rimbombò una voce familiare che la chiamò
Maestà, siete voi?  chiese lei sorpresa
Naturalmente Rebekha. Sei stata brava a portarmi da entrambi i fratelli, come pure quel giovane drago. Avrai due maestri se farai quello che to dirò
Rebekha, fece in tempo solo a rivolgendo uno sguardo preoccupato a Kima, poi un scoppio squarciò l'aria mentre del fumo salì in cielo alla loro sinistra.
Il segnale per l'attacco era partito, e Isobel diede l'ordine di avanzare. Le guardie in posizione di attacco puntarono le loro baionette contro il gruppo di fronte alla grotta.
Le membra dei soldati vacillarono un poco quando udirono Vespriana ringhiare loro minacciosa, ma rimasero fermi ai loro posti, mentre Par e Morgana con le spade in mano, si piantarono di fronte ai due fratelli per proteggerli.
- Rebekha Kima, allontanatevi. È un ordine! - tuonò perentoria la voce di Isobel, che da dietro i soldati avanzò trionfante. Rebekha indietreggiò di qualche passo, lo sguardo rivolto verso i quattro compagni.
- Mi dispiace. - sussurrò loro in tono addolorato, mentre la mano tesa di Isobel la invitava a riunirsi a lei.
- Murtagh Eragon, che piacere rivedervi insieme! - fece allora la regina scorgendo i due fratelli, che all'udire la sua voce si erano fatti avanti, superando i loro compagni.
- Il piacere è tutto vostro - le rispose Murtagh con disprezzo
- Venite con me senza opporre resistenza, e ai vostri amici verrà risparmiata la vita - sentenziò Isobel. La sua era la voce di chi aveva la situazione sotto controllo, e Murtagh lo sapeva.
- Mai Isobel. - tuonò lo stesso il cavaliere.
- Come desiderate. Guardie, in posizione. Pronti -
- Maestà! - la voce di Rebekha risuonò nella notte.
- Cosa c'è Rebekha? - gli rispose spazientita la regina.
- in alto guardate! - appena ebbe finito la frase, ecco che due enormi ombre più scure della notte passarono sopra di loro, oscurando al loro passaggio la luna, per piombare su di loro in un boato assordante.
Due enormi draghi, uno verde l'altro arancione, erano planati dinanzi a loro.
Madre Padre. Ma che cosa ci fate qui?” gridò Vespriana, mentre il suo sguardo si posava sui soldati.
Piccola mia, quando abbiamo scoperto che eri fuggita per seguire le orme di quell'elfo, abbiamo discusso a lungo con tuo nonno, su quello che era giusto fare. gli disse il padre
Ci abbiamo messo un po’ per convincere lui e il consiglio a farci intervenire, ma alla fine siamo riusciti a raggiungere un accordo: ed eccoci qui.
Mi sembra che stiate in difficoltà. I due draghi si guardarono indietro, e rivolsero i loro sguardo penetrante ai quattro umani e all'elfo, che ora li guardavano senza parole.
Chi è di voi Eragon? Chiesero rivolgendosi direttamente alle loro menti.
Eragon si fece avanti zoppicante Saphira ti sta aspettando. Dovete venire con noi, questo posto non è sicuro per nessuno di voi.
Detto questo si abbassarono per permettere loro di salire sui loro dorsi.
Dall'altra parte, Isobel ordinò ai soldati di sparare, ma gli uomini impietriti di fronte alle due creature, non ebbero il coraggio di obbedire, le loro mani tremavano, mentre abbassavano le loro armi di fronte a tanta possanza. Isobel irata strappò di mano la baionetta a uno dei soldati e sparò lei in colpo, poi un altro e un altro ancora.
I proiettili lanciati andarono a colpire le squame dei due draghi senza scalfirle. Intanto Eragon e Murtagh erano saliti sui due draghi, seguiti da Par e da una riluttante Morgana.
Isobel guardò i due fratelli piegarsi sul collo dei due animali e impugnata di nuovo l'arma, si preparava a caricarla per sparare di nuovo, ma le ali dei due draghi si aprirono improvvisamente, e spiccato il volo, salirono presto di quota, allontanandosi dalla portata della baionetta.
La piccola Vespriana li seguiva ancorata alla coda della madre con i denti, chiudendo il gruppo in fuga.
Rebekha sempre al fianco di Kima, sorrise rivolta al cielo.
Non preoccuparti piccina, presto o tardi li rincontreremo.
Sì, ma la prossima volta lo faremo da nemici.

  
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