Un saluto particolare a Tawariell che mi segue con passione nonostante non abbia dimestichezza con la saga. Questo ha per me un grande valore!! Grazie sempre !
Isobel
uscì
fuori dalle mura di Abàlon in testa alla squadra dei
tiratori scelti sotto gli
occhi di tutta la popolazione.
Nel varcare la porta cittadina il suo pensiero andò a
Xavier. Il comandante aveva
seguito insieme a lei ogni passo per la creazione di quella squadra,
l’unico
insieme a lei a conoscere ogni particolare di quelle armi. La sua
perdita era
stata per lei un vero shock, oltre che un grande danno per il morale
dei
soldati.
Dopo il suo tradimento si era promessa di non affidare più a
nessuno il comando
se non a sé stessa.
Isobel doveva
agire in fretta se voleva impedire ai due fratelli di riunirsi di
nuovo. In
questo Verschna avrebbe giocato un importato ruolo. Il suo odio, per il
più
giovane dei due cavalieri, poteva tornare a suo vantaggio.
Stavano seguendo le numerose tracce lasciate dagli zoccoli dei loro
cavalli,
quando alzando per un attimo gli occhi al cielo notò una
macchia che si muoveva
veloce nel cielo. A un occhio non esperto sarebbe potuta apparire come
la
semplice sagoma di un rapace, ma Isobel capì subito che si
trattava di Kima. La
dragonessa si stava dirigendo a grande velocità verso la
catena del Gran
Massiccio. Con un ordine perentorio la regina fece cambiare la marcia
nella
direzione opposta.
Allargando la sua mente la regina scoprì che Rebekha non era
con la dragonessa
e che la sua mente ere protetta da barriere che Isobel non seppe
superare. Cosa
stai facendo Rebekha? pensò accigliata la regina.
Con un colpo deciso alle
redini spronò il proprio cavallo al galoppo. I soldati
dietro di lei la
seguirono a ruota, domandandosi a cosa stessero andando incontro.
Vespriana
era in attesa del ritorno di Rebekha ormai da diversi minuti; la
ragazza non
tornava ancora e lei stava iniziando seriamente a preoccuparsi.
Non avrei dovuto lasciarla andare da sola! Pensò con una
certa ansia. Per
quanto il tunnel potesse essere lungo la giovane sarebbe già
dovuta tornare.
Distogliendo lo sguardo da un'altra parte cercò di distrarsi
ma la sua
attenzione ritornò subito alla grotta. Non era
possibile tutto quel tempo.
Doveva esserle successo qualcosa.
Vespriana
provò quindi a mettersi in contatto con Murtagh, ma in
quello stesso istante un
fruscio improvvise la fece scattare di lato, la coda alzata pronta allo
scatto.
Prima che potesse fare qualcosa, una voce nella sua testa la raggiunse
rassicurante.
Vespriana siamo noi
Era stato Par a parlare, sbucando da dietro una delle rocce
che affioravano
qua e là nel terreno intorno, seguito da Morgana. Anche Kima
li raggiunse
subito dopo atterrando con grazia. Una volta rilassata, Vespriana emise
un
sottile filo di fumo dalle narici.
Non fatelo mai più!! avrei potuto colpirvi e
ferirvi Par non l'aveva mai
vista così tesa.
Hai
ragione. gli disse
subito per calmarla. Con loro sorpresa però la dragonessa
blu era sola.
Intuendo i loro pensieri Vespriana rivolse subito a Kima uno sguardo
preoccupato.
Rebekha è dentro quella grotta ormai da un
po’. La
dragonessa si precipitò verso la grotta.
Kima ruggì frustrata quando scoprì che era troppo
piccola perché lei potesse
attraversarla. Provò allora a raggiungere la sua compagna
con la mente, ma
scoprì che era impossibile persino percepirla.
- Dove si trova Murtagh. Perché non è con voi? -
chiese Morgana, dopo essere
stata informata di ciò che fino a quel momento si erano
detti mentalmente.
Stavo
tentando di chiamarlo, quando siete arrivati voi. la
informò Vespriana attraverso Par
- Allora non indugiare oltre. Chiamalo - la invitò Morgana
senza troppe
cerimonie.
Annuendo con la testa Vespriana, chiuse gli occhi e cercò il
contatto con il
cavaliere.
Quando li riaprì, alcuni minuti dopo, Vespriana si rivolse
nuovamente a Par:
Sono riuscita a raggiungerlo, è a poche miglia da
qui. Gli ho spiegato la
situazione, ci ha ordinato di aspettarlo, e ha poi aggiunto che nessuno
di voi
tenti di entrare prima del suo arrivo.
Par riferì a sua volta le parole del cavaliere a tutti gli
altri
**
A qualche
miglio di distanza Murtagh si stava già avviando a passo
sostenuto, ma dopo il
richiamo di Vespriana, si mise a correre ancora più veloce.
Le sue gambe
sfrecciavano come il vento, schivando abilmente le pietre che
costellavano il
sentiero.
Solo dopo che avvertì la presenza della dragonessa nelle
vicinanze, si permise
di proseguire più adagio, guidato dalle immagini mentali di
Vespriana.
La prima stella della sera era apparse alte nel cielo, quando la
dragonessa gli
venne incontro, seguita da Morgana Par e Kima.
Dové che è entrata? chiese senza
quasi guardare gli latri, Vespriana gli indicò subito la
piccola insenatura.
Murtagh dovette avvicinarsi per poterla scorgere: nascosta dalle
tenebre,
quell'entrata sarebbe stato arduo per chiunque individuare.
Da quanto tempo è dentro? disse
preoccupato
il sole era ancora visibile nel cielo. Mi dispiace, io non
avrei dovuto lasciarla
andare.
Non avresti potuto impedirglielo Vespriana
- Gli ordini non cambieranno. Cercherò di uscire nel
più breve tempo possibile.
- Poi volgendosi solo a Kima, le disse alla mente
Saremo di ritorno tutti e tre insieme. Te lo prometto.
E senza aggiungere altro, si immerse nell'oscurità del
tunnel.
***
Eragon
avanzò cauto all'interno del cerchio di luce; la sua spada
rifletté di bagliori
azzurri che si infransero sulle pareti della grotta in mille riflessi.
Di
fronte a lui Verschna abbassò leggermente la sua esile
spada. poi con uno
scatto in avanti attaccò per prima.
Una serie di colpi molto potenti si susseguirono a velocità
sorprendente, e
rosse scintille iniziarono a volare tra di loro.
- Dovrai fare molto di più per riuscire a colpirci
Ammazzaspettri. La vita
della tua allieva dipende da te e dal tuo impegno -
gli disse dirigendo un fendente contro il suo fianco, che Eragon
parò senza
difficoltà. La magia fluiva lungo le sue membra, ma mancava
qualcosa, Saphira
non era accanto a lui.
Il pensiero di lei riempì la sua mente, e per alcune battute
i suoi colpi
divennero più deboli.
Verschna gli sorrise, mentre un nuovo attacco questa volta mentale lo
colpì con
violenza; Eragon dovette riportare la sua attenzione completamente al
duello.
A qualche metro di distanza, Rebekha si stava destando dal suo torpore,
svegliata con molta probabilità dal rumore provocato delle
due lame.
Passandosi una mano sulla fronte, con un lamento aprì piano
gli occhi, per
voltarsi subito in direzione di quel rumore assordante. Per primo i
suoi occhi
vennero catturati dai due fuochi, che la colpirono con in loro bagliore
accecante; poi la ragazza iniziò a mettere a fuoco le due
figure che con
agilità gli ruotavano intorno, allontanandosi e
avvicinandosi con velocità
sorprendente.
Una risata di Verschna le fece gelare il sangue nelle vene. Lo spettro
era
riuscito a superare le difese del suo avversario, e a colpirlo alla
spalla.
- Eragon! -
Senza distogliere l'attenzione dal combattimento con la coda
dell'occhio il
cavaliere rivolse a Rebekha un fugace sguardo. Eragon
constatò con sollievo che
Rebekha stava bene.
Ma le sue energie stavano rapidamente esaurendosi; come gli aveva
insegnato una
volta il suo vecchio maestro Oromis, il giovane cavaliere
cercò di attingere
energia da ciò che lo circondava.
La grotta era piena di minuscole forme di vita, e ad Eragon
bastò un attimo ad
allargare la sua mente, e percepirle. Un lieve spostamento delle sue
labbra, e
in battito di ciglia sentì quelle stesse vite spegnersi e
permettergli di poter
resistere ancora agli attacchi dello spettro.
Ritrovato nuovo vigore Eragon portò una serie di affondi
molto potenti; la sua
lama guizzò rapida, e prima che Verschna potesse fermarla,
raggiunse il suo
volto graffiandolo
Lo spettro non si era spettata un recupero tanto rapido. Con il dorso
della
mano si asciugò il sangue colato dalla ferita, e fermandosi
ad osservare il
rosso che macchiava la sua mano, sorrise maligna.
- Bene vedo che hai ritrovato la tua grinta, ma questo non
cambierà nulla. -
- Cosa ti fa essere così fiduciosa Spettro. - chiese allora
Eragon.
Verschna sorrise ancora, qualunque fosse stato l'esito del duello lei
avrebbe
comunque vinto, eliminando colui che con la sua esistenza era la
testimonianza
della loro sconfitta.
- Non hai ancora compreso quello che abbiamo fatto? Avremmo creduto che
te ne
saresti immediatamente accorto. -
Eragon
rimase per un attimo interdetto, mentre lo spettro lo lasciò
sondare con la
mente il perimetro della grotta. Come aveva già constatato
al suo risveglio, vi
aveva stata costruito tutta intorno una fitta rete di magia, che
diligentemente
la occultava al mondo esterno proprio come un'edera cresce intorno al
tronco di
un albero avviluppandola nei suoi tentacoli. Improvvisamente, la
risposta alla sua
domanda lo raggiunse lampante.
L'incantesimo che relegava la grotta nel mondo dell'invisibile era
indissolubilmente legata all'essenza dello spettro, e alla sua
scomparsa essa
sarebbe crollata, seppellendo così tutti coloro che fossero
rimasti al suo
interno.
Dall'angolo dove si trovava, Rebekha vide il volto di Eragon farsi
bianco e
voltarsi verso di lei.
Che cosa stava succedendo? Poi la voce di Eragon la raggiunse
Bekha devi uscire di qui al più presto!
Anche Verschna ora era rivolta verso di lei, il volto contrariato,
sorpresa di
trovarla già sveglia.
Gli spiriti che controllavano il suo corpo ebbero un piccolo guizzo e
lo
spettro fu attraversata da un fremito; un sorriso increspò
allora i lati della
bocca, prima di rivolgersi di nuovo verso Eragon.
- Lei rimane qui. - sussurrò, e a un cenno della sua mano la
ragazza venne
sollevata da terra e scaraventata contro il muro.
Nell'impatto la visione di Rebekha si appannò per un attimo,
poi la ragazza
cadde a terra con un tonfo. Tentò subito di rimettersi in
piedi, ma ricadde in
avanti ancora stordita per il colpo subito.
- Tu non toccarla! - gli disse Eragon con rabbia, prima di lanciarsi in
un
nuovo attacco, mentre con la mente andò ad attingere ancora
alle energie della
caverna.
**
Murtagh
avanzava sempre di più all'interno della grotta, aveva
percepito chiaramente l'incantesimo
che la circondava ne avrebbe potuto percorrerei confini ad occhi
chiusi.
Accelerando il passo si inoltrò ancora di più
fino a raggiungerla. A poca
distanza dal confine che lo separava dall'entrata Murtagh vide
provenivano dal
suo interno dei tremoli bagliori.
Murtagh attraversò l'esile barriera di magia per essere
immediatamente
aggredito da una presenza che iniziò a prendere la sua
energia. Il giovane
cercò di erigere subito delle barriere, ma l'attacco si
fermò prima.
Dentro la grotta Eragon aveva avvertito la presenza del fratello, e si
ritrasse
sorpreso.
Fece un passo indietro, scoprendosi quel tanto che permise a Verschna
di
colpirlo di striscio. Stringendo i denti attaccò di nuovo,
facendo
indietreggiare l'avversario, e prendendo del tempo.
Murtagh, presto vieni devi portare Rebekha via di qui.
Poi riprese di
nuovo l'offensiva.
Verschna riuscì a stento a fermare gli attacchi di Eragon,
che sembrava aver
trovato un nuovo motivo per combattere. Troppo tardi si accorse della
sagoma di
Murtagh che da dietro di loro si avvicinava a Rebekha e l'aiutava a
tirarsi in
piedi.
Murtagh vide con orrore Eragon e Verschna combattere senza tregua. Ma i
colpi
di Eragon non erano gli stessi. Murtagh conosceva fin troppo bene il
suo modo
di combattere, e quello non era certo il suo meglio. Eragon sembrava
non avere
intenzione di vincere.
- Ce la fai a camminare? - chiese a Rebekha mentre gli passava il
braccio sulle
spalle.
- Credo di sì - gli rispose la ragazza con un filo di voce.
- Allora appena saremo nel corridoio cammina fino all'uscita e non
voltarti indietro.
-
- Ma… -
- Niente ma. Fai come ti ho detto e andrà tutto bene. -
Stavano per mettersi a
camminare quando una voce li raggelò.
- Non andrete da nessuna parte voi due. - gli
fece Verschna di rimando. Stava per
pronunciare alcune parole contro di loro, quando con sua sorpresa
Eragon la
attaccò con la magia.
- Era negli
accordi
spettro. Se fossi riuscito a colpiti anche solo una volta,
l’avresti
risparmiata! -
Consapevole che il dispendio di energie non gli avrebbe permesso in
seguito di
continuare a combattere a lungo, Eragon sperò che questo
bastasse almeno per
permettere a Murtagh e Rebekha di mettersi in salvo.
Verschna ringhiò di rabbia, e si abbatté su
Eragon con tutta la sua foga, ma il
cavaliere era pronto a riceverla, e questa volta non avrebbe permesso
allo
spettro di avere alcun vantaggio.
Murtagh e Rebekha si erano avviati ormai indisturbati verso l'uscita, e
presto
non furono più visibili alla loro vista: erano entrambi in
salvo.
Attingendo alle sue ultime fonti di energia pose la sua concentrazione
al
massimo. La sua spada sfavillò di luce blu: aveva una sola
possibilità per
colpire lo spettro dritto al cuore. Se non ci fosse riuscito, Verschna
sarebbe
solo svanita per ricomparire da un'altra parte più potente
di prima.
- E' finita Verschna ...Brisingr! - Urlò.
Il volto dello spettro rimase impietrito nel vedere la lama passargli
il petto.
Il dolore esplose improvviso, e un rantolo strozzato uscì
dalla sua bocca,
mentre con tutte e due le mani afferrava la lama in un ultimo tentativo
di
reagire.
- Che tu sia maledetto - gli disse mentre una macabra smorfia si
dipinse sul
suo volto pallido. Poi il suo corpo iniziò a dissolversi,
mentre le urla degli
spiriti che si contorcevano, gli mandarono le loro imprecazioni e
maledizione
nella loro lingua abbietta.
Eragon aveva vinto guadagnandosi per una seconda volta il titolo di
Ammazzaspettri. La sua gioia però, poté durare
poco; crollando sulle ginocchia
esausto, vide le pareti della roccia iniziare a staccarsi e crollare
sbriciolandosi sul pavimento con assordante rumore.
I detriti stavano iniziando a ostruire l'uscita. Non
può finire così. Pensò
Eragon, mentre aiutandosi con la sua spada si rimetteva faticosamente
in piedi,
ma un nuovo scossone lo ributtò a terra.
Eragon resisti. Sto arrivando. sentì la
voce di Murtagh.
Nel mezzo del tunnel il cavaliere rosso raggiunse con la sua mente il
cuore
della grotta, riuscendo per il momento a fermare il collasso. L'energia
necessaria era molta, e il ragazzo vacillò non appena il suo
incantesimo iniziò
ad attingere alle sue energie.
Non sarebbe riuscito a impedire la sua distruzione per molto tempo, e
preso un
sospiro, si affrettò a cercare Eragon.
**
Il piccolo
contingente guidato dalla regina era ormai in prossimità
dello sperone
roccioso.
Isobel vedeva già la sua vittoria in pugno. Fece fermare i
soldati, e chiamò a sé
il generale. La luce delle torce accese illuminava i loro volti dal
basso proiettando
le loro ombre tutte intorno a loro.
- Ci divideremo in due squadre, io comanderò l'ala destra e
voi la sinistra. - Il
comandante annuì.
- Gli aggireremo
passando da quella insenatura. - e gli indicò uno stretto
passaggio alla loro
sinistra.
- Ci darete il segnale con uno scoppio appena sarete arrivati. Quello
sarà il
segnale per attaccare. Tutto chiaro? -
- Si mia regina -
- Bene, allora andate E muovetevi con precauzione. -
Il capitano annuì con un leggero inchino, e presi quattro
dei soldati, iniziò
la manovra di aggiramento. La regina, invece, con gli latri cinque, si
portò il
più possibile sotto di loro.
Perché le armi potessero essere efficaci, infatti, era
necessario che il loro
bersaglio fosse vicino.
Solo quando Isobel scorse la sagoma viola di Kima, ordinò
loro l'arresto.
Una serie di rocce che scendevano giù a strapiombo gli
separava da loro
nascondendoli alla loro vista. Isobel stava appena ordinando ai soldati
di
serrarsi in posizione di attacco, quando forti rumori provenienti dal
tunnel fecero
tremare la terra sotto di loro. Con stupore Isobel si rese conto che la
scossa
proveniva dall’interno.
**
All’interno
della montagna, nel frattempo Murtagh trovò Eragon non
lontano dall'entrata
della grotta.
Il fratello giaceva a terra immobile con la spada blu zaffiro ancora
stretta
tra le mani.
Murtagh corse in fretta al suo fianco, ed Eragon aprì stanco
gli occhi
- Lo spettro? - gli fece guardando la lama ancora sporca di sangue.
- Lo hai trafitto al cuore? - Eragon fece un lieve cenno con la testa
per poi
richiudere gli occhi.
Solo quando li riaprì, il più giovane dei due
cavalieri si accorse che intorno
a loro tutto aveva smesso di tremare.
- Lo hai fermato tu? - gli chiese il fratello indicando le pareti della
grotta
crollate,
- Si, ma non potrò farlo molto. Devi alzarti - gli disse,
passandogli il
braccio intorno al suo collo e aiutandolo a rimettersi in piedi.
Dall'entrata della grotta la figura zoppicante di Rebekha emerse dalle
sue
profondità
La giovane era visibilmente provata; aveva il viso pallido e tirato, i
suoi
lunghi capelli erano scompigliati, e la sua veste riportava un lungo
strappo
sulla manica destra.
Kima corse in fretta al suo fianco, appena in tempo per offrirle il suo
fianco
come appoggio per non crollare. Morgana e Par la guardarono preoccupati
- Sei sola? - chiese Par, mentre scrutava invano il tunnel dietro di lei
- Murtagh e Eragon sono ancora dentro con lo spettro - rispose Rebekha
con voce
rotta, mentre calde lacrime presero a scendere sul suo volto. Poi
dall'interno
della grotta provennero altri rumori, e dal tunnel prese a fuoriuscire
della
polvere.
Rebekha ebbe un sussulto, i detriti e il fumo impedivano loro di
inoltrarsi al
suo interno. Solo quando la nuvola prese a diradarsi, e il tunnel
divenne di
nuovo visibile, poterono scorgere con sollievo due figure zoppicanti
emergere
dal suo interno.
Murtagh che sosteneva ancora il fratello, crollò esausto tra
le braccai di
Morgana. Lo sforzo per impedire che la grotta crollasse su di loro era
stato
enorme. Eragon non era in condizioni migliori: diversi tagli
ricoprivano il suo
corpo, e i lineamenti del suo volto erano contratti dal dolore.
L'aria fresca della notte rinvigorì un poco il loro spirito.
Da dove si trovava Rebekha rimase a guardarli appoggiata al fianco di
Kima.
Nella mente della giovane rimbombò una voce familiare che la
chiamò
Maestà, siete voi? chiese
lei
sorpresa
Naturalmente Rebekha. Sei stata brava a portarmi da entrambi i
fratelli,
come pure quel giovane drago. Avrai due maestri se farai quello che to
dirò
Rebekha, fece in tempo solo a rivolgendo uno sguardo preoccupato a
Kima, poi un
scoppio squarciò l'aria mentre del fumo salì in
cielo alla loro sinistra.
Il segnale per l'attacco era partito, e Isobel diede l'ordine di
avanzare. Le
guardie in posizione di attacco puntarono le loro baionette contro il
gruppo di
fronte alla grotta.
Le membra dei soldati vacillarono un poco quando udirono Vespriana
ringhiare
loro minacciosa, ma rimasero fermi ai loro posti, mentre Par e Morgana
con le
spade in mano, si piantarono di fronte ai due fratelli per proteggerli.
- Rebekha Kima, allontanatevi. È un ordine! -
tuonò perentoria la voce di Isobel,
che da dietro i soldati avanzò trionfante. Rebekha
indietreggiò di qualche
passo, lo sguardo rivolto verso i quattro compagni.
- Mi dispiace. - sussurrò loro in tono addolorato, mentre la
mano tesa di Isobel
la invitava a riunirsi a lei.
- Murtagh Eragon, che piacere rivedervi insieme! - fece allora la
regina
scorgendo i due fratelli, che all'udire la sua voce si erano fatti
avanti,
superando i loro compagni.
- Il piacere è tutto vostro - le rispose Murtagh con
disprezzo
- Venite con me senza opporre resistenza, e ai vostri amici
verrà risparmiata
la vita - sentenziò Isobel. La sua era la voce di chi aveva
la situazione sotto
controllo, e Murtagh lo sapeva.
- Mai Isobel. - tuonò lo stesso il cavaliere.
- Come desiderate. Guardie, in posizione. Pronti -
- Maestà! - la voce di Rebekha risuonò nella
notte.
- Cosa c'è Rebekha? - gli rispose spazientita la regina.
- in alto guardate! - appena ebbe finito la frase, ecco che due enormi
ombre più
scure della notte passarono sopra di loro, oscurando al loro passaggio
la luna,
per piombare su di loro in un boato assordante.
Due enormi draghi, uno verde l'altro arancione, erano planati dinanzi a
loro.
Madre Padre. Ma che cosa ci fate qui?”
gridò Vespriana, mentre il suo
sguardo si posava sui soldati.
Piccola mia, quando abbiamo scoperto che eri fuggita per
seguire le orme di
quell'elfo, abbiamo discusso a lungo con tuo nonno, su quello che era
giusto
fare. gli disse il padre
Ci abbiamo messo un po’ per convincere lui e il
consiglio a farci
intervenire, ma alla fine siamo riusciti a raggiungere un accordo: ed
eccoci
qui.
Mi sembra che stiate in difficoltà. I due
draghi si guardarono indietro,
e rivolsero i loro sguardo penetrante ai quattro umani e all'elfo, che
ora li
guardavano senza parole.
Chi è di voi Eragon? Chiesero
rivolgendosi direttamente alle loro menti.
Eragon si fece avanti zoppicante Saphira ti sta aspettando.
Dovete venire con
noi, questo posto non è sicuro per nessuno di voi.
Detto questo si abbassarono per permettere loro di salire sui loro
dorsi.
Dall'altra parte, Isobel ordinò ai soldati di sparare, ma
gli uomini impietriti
di fronte alle due creature, non ebbero il coraggio di obbedire, le
loro mani
tremavano, mentre abbassavano le loro armi di fronte a tanta possanza.
Isobel
irata strappò di mano la baionetta a uno dei soldati e
sparò lei in colpo, poi un
altro e un altro ancora.
I proiettili lanciati andarono a colpire le squame dei due draghi senza
scalfirle. Intanto Eragon e Murtagh erano saliti sui due draghi,
seguiti da Par
e da una riluttante Morgana.
Isobel guardò i due fratelli piegarsi sul collo dei due
animali e impugnata di
nuovo l'arma, si preparava a caricarla per sparare di nuovo, ma le ali
dei due
draghi si aprirono improvvisamente, e spiccato il volo, salirono presto
di
quota, allontanandosi dalla portata della baionetta.
La piccola Vespriana li seguiva ancorata alla coda della madre con i
denti, chiudendo
il gruppo in fuga.
Rebekha sempre al fianco di Kima, sorrise rivolta al cielo.
Non preoccuparti piccina, presto o tardi li rincontreremo.
Sì, ma la prossima volta lo faremo da nemici.