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Autore: GettAmourZe    01/07/2023    0 recensioni
Un nuovo viaggio aspetta Ash Ketchum e Pikachu, stavolta in un'avventura intrapresa per riscoprire chi sono e i loro obbiettivi!
Nella regione di Forsia intraprenderanno un viaggio per definire loro stessi. Vagando in un labirinto di dubbi e crescita, dovranno trovare la via per un futuro molto diverso da quello per cui avevano iniziato a viaggiare.
Combatteranno per realizzare il loro sogni e ristabilire l'equilibrio tra luce e oscurità, accompagnati da nuove e vecchie conoscenze... tra cui qualcuno molto speciale.
Amourshipping (AshxSerena)
Genere: Angst, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ash, Pikachu, Serena
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Anime
Capitoli:
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Il sole non tardò a sorgere, ma Serena non si alzò con esso quella mattinata. Come aprì gli occhi, notò che non si trovava più nella stanza di Ash, ma sul divano del suo salotto. I ricordi della notte precedente tornarono alla mente, mentre la sua mano si stringeva attorno al tessuto della coperta che Delia doveva averle avvolto una volta addormentata.

"Alla fine sei crollata lì" la salutò Delia, posando di fronte a lei sul tavolino un piatto con delle frittelle appena cotte “Spero tu non sia stata scomoda”

“Assolutamente no!” rispose lei con un sorriso cercando di trattenere uno sbadiglio. Quello scomodo piuttosto era probabilmente stato Pikachu, che con rammarico aveva lasciato a fare da cuscino per tutta la nottata “Ash?”

"Si è alzato due ore fa, molto mattiniero! Quasi come se gli mancasse qualcosa” le lanciò un’occhiata piena di furbizia e malizia, innescando il rossore sul viso di Serena. La ragazza cercò di fare la finta ingenua, come se non avesse alcuna idea di che cosa stesse parlando.

Delia trattenne una risatina “Comunque ha detto che aveva da fare. Ha mangiato in tutta fretta della frutta ed è corso fuori, ma non ho idea di che cosa stia tramando. Oh! Ha anche preso i tuoi Pokémon, spero non sia un problema, ma ha detto che era importante”

Cosa stava preparando Ash? E a cosa servivano Braixen, Sylveon e Pancham? Di solito non era così enigmatico, se non per le sue lotte Pokémon “Non è un problema, ma mi chiedo che voglia fare…”

“Chissà… forse ha in mente qualcosa di divertente da fare voi due assieme oggi-” propose Delia sorseggiando una tisana fredda “-e non avrà voluto svegliarti.”

Serena annuì e iniziò a mangiare la colazione, dopodiché aiutò Delia in alcune sue faccende. Se Ash aveva da fare, non vedeva motivo di disturbarlo. Avrebbe aspettato l’ora di pranzo per il suo ritorno, lo stomaco dell’allenatore dopotutto era la migliore sveglia che esistesse.

Avendo però ancora del tempo a disposizione dopo aver concluso le mansioni assegnatele, la ragazza decise di godersi un pò di più l’ambiente all’esterno, consapevole che una volta comunicata ad Ash la sua decisione, non ci sarebbe più stato tempo di visitare la zona. “Io esco un attimo a fare una passeggiata! Sarò presto di ritorno!”

Ricevuto il saluto di risposta da parte di Delia la ragazza lasciò la casa e iniziò a camminare. I pensieri di come dare l’annuncio ad Ash occuparono la sua mente fino a non farla accorgere di quanto in là si stesse spingendo. Non diede molto peso a quanto tempo stesse passando, l’aria di Biancavilla non era come quella di Borgo Bozzetto e le dava una quiete totalmente differente.

Si abbassò per raccogliere un fiore e in quel momento notò con la coda dell’occhio, in lontananza, una figura familiare. La consapevolezza che fosse un Pokémon fu immediata, ma non si aspettò che quel Pokémon fosse un Bayleef.

Non ebbe molti dubbi sulla sua appartenenza, dopotutto non vi era un’alta presenza di Bayleef selvatici. Doveva essere per forza quella di Ash.

Ma perché era fuori dall’area del laboratorio? Ash non sembrava nei dintorni, quindi doveva essere sola.
Non era affatto normale.

Serena decise che era il caso di avvicinarsi e chiedere, non doveva temere che la attaccasse, anche se aveva il presentimento di non piacerle gran che.

La performer nemmeno si preoccupò di non farsi sentire, dal suo punto di vista non vi era motivo per nascondere la sua presenza. Tuttavia non appena la Pokémon vide la ragazza emise un lieve ringhio.

Giustamente Serena si fermò immediatamente ma non era eccessivamente spaventata, semmai si sentiva preoccupata per Bayleef. Si accorse che non era nemmeno nelle condizioni migliori, dal suo pelo pareva uscita da un leggero scontro con altri Pokémon.

Ed era la verità, non poteva sapere che Bayleef aveva avuto un litigio con alcuni altri Pokémon di Ash e che era venuta alle zampe per riuscire a fuggire in fretta senza che avvisassero il professore. Aveva girovagato tutta notte nel tentativo di liberarsi dallo stress, ma sembrava essere solo aumentato.

Serena fece un passo in avanti, ricevendo un altro verso contrariato. Era chiaro che Bayleef voleva essere lasciata in pace.

Ma non era forse il suo dovere di allenatrice aiutare Pokémon in difficoltà? Che fossero suoi o no?

"Bay." Bayleef ringhiò provando ad ignorarla e andarsene ma ricevette una risposta stavolta.

“Perché sei qui da sola? Non credo il Professor Oak lo sappia… e ad Ash non farebbe piacere sapere che uno dei Pokémon a cui tiene sia chissà dove e che abbia un problema” disse avvicinandosi ancora lentamente, ma altrettanto Bayleef si allontanò.

Serena accelerò senza farsi notare troppo "Ascolta, non sono la tua allenatrice e credo di aver intuito che non ti piaccia molto come persona, ma vorrei esserti d’aiuto in qualche modo. Gli amici di Ash sono anche miei amici.” disse riuscendo ad azzerare la distanza e toccarla con la mano.

Al contatto la Pokémon fece fuoriuscire le sue due fruste e non esitò a colpire la ragazza sul braccio, che istintivamente cercò di proteggersi come poté, ma senza alcun successo. “BAY!!”

Era bastato un tocco a far perdere la testa a Bayleef, che non esitò a riprovare la mossa sulla ragazza. Tuttavia Serena non si mosse di una virgola e lasciò che la liana la colpisse, buttandola a terra “Argh!”

Bayleef cominciò a respirare faticosamente, era stanca e non sapeva nemmeno se quello che stava facendo era giusto. Perché la ragazza non si era spostata? Non aveva capito che poteva attaccarla ancora? Era masochista?

Serena si rialzò, di certo il Pokémon aveva bisogno di aiuto e non era sua intenzione arrendersi. Ignorò il bruciore al braccio, alla fin fine avrebbe potuto colpirla più forte se avesse davvero voluto farle del male. Ash sarebbe stato senz’altro più capace di calmarla, ma era proprio per quello che doveva riuscirci anche lei da sola.

Ora non c’era Ash, c’era lei.

“Scusami, ma non posso lasciarti in difficoltà” rispose ritentando di avvicinarsi.

“Bay...” Il Pokémon digrignò i denti. Iniziava ad essere infastidita da quel comportamento, le era così familiare e non capiva perché ciò le desse tanta frustrazione.

Caricò le sue liane e le scagliò nuovamente contro Serena, la quale per l’ennesima volta non si spostò e mise il braccio in avanti, lasciando che una di esse vi si attorcigliasse e stringesse la presa.

“T-Te l’ho detto. Non lascio qualcuno in difficoltà se posso aiutare e non è qualcosa su cui mi tirerò indietro” fece una smorfia sentendo la presa stringersi ancora di più ma ignorò i tentativi della Pokémon di respingerla. “Ascolta, s-so che il problema centra con Ash. E non penso sia solo gelosia, non totalmente...”

Alzò lo sguardo con un sorriso sincero “Avrete provato di tutto voi che siete i suoi Pokémon per farlo tornare se stesso, ma fino al mio arrivo a quanto pare non era andata benissimo… è questo a frustrarti?”

La Bayleef rimase un po’ sorpresa dal commento della ragazza, senza però smuoversi. Il suo corpo diventò rigido all’improvviso e fu questo a confermare l’ipotesi di Serena.

"E’ vero che A-Ash si è ripreso dopo il mio arrivo, ma non vuol dire che il vostro gesto non sia importante o che v-voi siate inutili. Avete fatto di tutto e sono c-certa che lui lo ha s-sentito. S-Sono solo questioni difficili da risolvere! Anzi, m-mi ha detto che finalmente aveva deciso d-di venire a Kalos a trovarci… q-quindi ha sicuramente visto i vostri sforzi!”

Iniziarono a scendere delle lacrime sul muso di Bayleef che però strinse solo di più la presa, cercando di combattere la sensazione che provava dentro. Perché non era riuscita ad aiutarlo e invece quella ragazza sì? Perché l’assenza che lei e gli altri Pokémon avevano dal viaggio a Kalos doveva rendere tutto così complesso? Perché era stata inutile mentre Serena ci era riuscita?

“Io amo Ash” ammise Serena senza esitazione, cosa che fece subito rivolgere lo sguardo di Bayleef su di lei “E sono sicura che a modo tuo lo ami anche tu. Il mio amore per Ash però non è più importante del legame che c’è tra voi, è solo diverso. Non è più efficace o più di successo, era solo uno di quelli che insieme alla mia amicizia gli potevo donare. Nemmeno io sono sempre riuscita ad aiutarlo… e so quanto possa essere frustrante.”

Quella ragazza era così testarda, così insistente…

Come Ash.

Le liane cedettero e la presa attorno al braccio di Serena se ne andò. La ragazza osservò leggermente sorpresa ma non esitò a sorridere e toccare con la mano la testa del Pokémon ancora lacrimante “Nessun altro legame potrà mai rompere il vostro, è speciale e Ash ne fa tesoro. Siete una famiglia dopotutto!”

Lo starter di Johto tirò su il naso, finalmente accettando il tocco. Non era così male e in quel momento, per quanto fosse dura ammetterlo, ne aveva davvero bisogno.

“Vorrei farne parte anche io” confessò Serena con un piccolo sorriso dolce “In qualche modo vorrei anche io esservi amica, essere della famiglia. Vorrei avere dei legami con voi e aiutarci a vicenda”

Scrutò le iridi rosse di Bayleef, leggendo il sentimento di pentimento del Pokémon sulla questione “Dopotutto abbiamo una cosa importante in comune!”

Non servì dirlo ad alta voce, lo sapevano entrambe cosa era il loro lato in comune. Entrambe tenevano estremamente ad Ash e non serviva altro. Potevano arrivare a tenere l’una per l’altra.

Serena toccò leggermente il braccio, sentendo un venticello che le dava un lieve bruciore. Aveva insistito a proteggersi sempre con lo stesso in modo da non dover nascondere entrambe le braccia ad Ash in caso fossero sorte domande.

Leggendo lo sguardo del tipo Erba diede voce a questo pensiero per risponderle “Non ho intenzione di dire nulla di ciò che è successo. Sono cose che capitano, ciò che conta è aver risolto!” osservò poi la sua ferita “Non è grave, passerà in fretta. Finché è solo su questo braccio e non altrove posso dire ad Ash che sono sbattuta contro qualche tronco passeggiando nella zona più boschiva”

Bayleef inizialmente fu sorpresa dall’affermazione così convinta.

“Non vogliamo preoccupare Ash, no?” portò il dito davanti alla bocca, mimando di fare silenzio sulla questione e facendo un occhiolino. Era un segreto tra loro.

Il dinosauro erboso si avvicinò con la testa e leccò poderosamente il braccio della ragazza, causandole una risatina. Era il suo modo di aiutare, scusarsi e accettare il nuovo rapporto.

“Possiamo considerarci amiche?”

“Beef!” Annuì la Pokémon.

A quel punto Serena sorrise felice e abbracciò Bayleef cogliendola alla sprovvista ma non dandole dispiacere o fastidio. Ricambiò l'abbraccio con il suo collo, quella ragazza le piaceva alla fin fine.

“Ok, penso sia il caso di tornare al laboratorio! Vorrei curarti le ferite anche se lievi, ma se andiamo a casa di Ash rischiamo di farci vedere e addio segreto! E non preoccuparti dei tuoi amici, ci parleremo insieme e vedrai che non finirai nei guai!” le assicurò Serena.

 

 

Ash stava correndo in fretta. Era più tardi del previsto e sperava che Serena non si fosse annoiata durante la sua assenza, anche se con sua madre la noia era difficile da provare. “Ehi Pikachu, dici che le piacerà ciò che ho preparato?”

“Piii!” annuì lui mantenendo il passo di corsa.

Ash non era mai stato un grande organizzatore. Anche nelle lotte, sebbene usasse strategie, si trattava più di cuore e istinto.  Sapeva anche organizzarsi bene durante i suoi viaggi ed essere autosufficiente, qui però si trattava di una sorpresa e non era abituato a prepararne, era molto incerto sul risultato.

Era semplice, forse troppo? Serena però non era mai sembrata la tipa da amare cose troppo complicate...

Il momento in cui varcò la porta vide Serena scendere le scale assieme a sua madre "Sono tornato! Scusate il ritardo!” salutò lui avvicinandosi.

“Ah eccoti qui! Finalmente ti sei fatto vivo!” lo canzonò sua madre con un sorriso “Ce ne hai messo di tempo!”

Ash si grattò il capo con leggero imbarazzo "Eh… doveva essere tutto perfe-… che hai fatto al braccio Serena?” la sua espressione cambiò subito vedendo il braccio della ragazza fasciato.

Serena si era accorta troppo tardi che non aveva nulla con cui coprire il segno delle frustate di Bayleef quindi, come già pensato, aveva detto a Delia di essersi fatta male nella foresta e che un ramo molto flessibile l’aveva colpita quando aveva cercato di passare nella zona più fitta tra la vegetazione. Ovviamente la scusa doveva essere la medesima con Ash “Sono stata poco attenta nella foresta mentre passeggiavo e sono incappata in un albero, ma non è nulla di che! Non fa nemmeno poi così male!”

Delia non disse nulla sulla questione. Per anni aveva visto Ash tornare a casa dopo le sue scorribande con varie ferite, graffi e marchi, quindi sapeva riconoscere che quello non era un colpo di frusta proveniente da un ramo. Se però la ragazza teneva per sé la causa dei segni sul braccio e non era turbata non le sembrava il caso di insistere.

“Hm...” Ash aggrottò appena la fronte. Serena piegò un po' la testa, come a chiedere se qualcosa non lo convincesse ma il ragazzo sembrò lasciar correre e assunse un sorriso nuovamente “Finché non ti fa male… questo è l’importante!”

Lei ricambiò il sorriso, cercando di non sembrare incerta “Già. A proposito, che stavi dicendo prima sul dover avere tutto perfetto?”

Ash mostrò subito un ghigno, si avvicinò e la prese per la mano del braccio non fasciato "Eheheh, vieni con me!" le disse trascinandola fuori dalla porta di casa, lasciando indietro Delia che se la rise per un po'.

Serena cercò di tenere il passo, poi pian piano la loro corsa divenne più spensierata e meno frettolosa. I due ridacchiarono mentre il paesaggio intorno a loro passava e il profumo degli alberi diventava più intenso. La quiete del luogo veniva interrotta solo dalla loro allegria.

Sembravano essere tornati dei semplici bambini che si divertivano con un nonnulla.

Serena si limitava a seguire il suo amico, anche se non era che avesse molta altra scelta visto che la guidava per mano.

Erano ormai entrati nella foresta e diventava sempre più fitta…

"Ash dove mi stai portando? Che si fa ora?"

"Tu pensa a seguirmi e non ti preoccupare! C’è un posto segreto che conosco solo io e ti ci voglio portare! Vedrai dopo!!" L'allenatore le fece l'occhiolino. Una volta fermi di fronte ad una specie di muro di roccia il ragazzo si girò verso Pikachu e gli fece cenno di procedere.

Il topino si arrampicò su un tronco e andò a fermarsi su uno dei rami. Dopodiché si gettò nel fitto miscuglio di foglie verdi intense, sparendo nel nulla.

Ash si mise di fianco all’albero e di fronte a Serena. Aprì le mani congiungendole e si chinò in basso "Ti do una mano! Devi solo appoggiare un piede sulle mie mani e l'altro sui rami più bassi! Poi non ti resta che arrampicarti, ci penserò io a darti la spinta iniziale!"

La ragazza annuì silenziosa e obbediente, fece come le era stato detto e ben presto si ritrovò sul ramo dove si trovava Pikachu in precedenza. Ash era più forte di quel che potesse immaginare, l’aveva sollevata come una piuma. Si spostò appena per permettere al ragazzo di arrivare sullo stesso ramo e per fortuna sembrò reggere il peso di entrambi. Una volta l’uno a fianco dell’altra, Ash le indicò il mucchio di foglie e lei lo guardò dubitante.

"M-Ma così cadremo!" Esitò Serena.

Ash scosse la testa "Non preoccuparti, fidati di me!" Sorrise il ragazzo.

Serena si ritrovò ad arrossire "Lo sai che mi fido già di te..." sussurrò facendosi largo tra la vegetazione e passandoci attraverso. Stranamente, non sentì il peso del suo corpo farla precipitare e non si ritrovò a terra. Sotto le mani e le ginocchia sentiva un materiale roccioso, erano per caso all’interno del muro?

Era un tunnel e doveva gattonare accovacciata, ma fece ciò che Ash le aveva detto, permettendogli poi di entrare e seguirla. “Non preoccuparti, se tu prosegui prima o poi vedrai la luce alla fine!” Per fortuna nessuno dei due era claustrofobico.

Una volta arrivata la luce nei suoi occhi, Serena si preoccupò solo di scendere senza farsi male. Per fortuna il terreno era molto più vicino rispetto all’entrata. Sentì il tessuto erboso sotto i piedi e finalmente ebbe la sicurezza di poter guardare dietro di sé.

Il ragazzo fu poco dopo di fianco a lei "Non sono io che scendo che devi guardare in questo momento, sai?" Scherzò lui facendole segno di girarsi e osservare ciò che li circondava.

Serena arrossì appena, pensando che per lei anche il ragazzo era un bel vedere, ma lo ascoltò e si voltò, comprendendo appieno le sue parole.

C'era un lago dall'acqua cristallina di fronte a lei e intorno ad esso vi era una distesa di erba che ricopriva le varie collinette nel territorio. Il prato luccicava per la rugiada ancora fresca e rifletteva il suo verde splendente grazie ai raggi solari che davano più colore alle migliaia di fiori sparsi ovunque. Pochi alberi stavano verso la parte più interna della conca, mentre i restanti si prostravano alle mura di roccia che racchiudevano il tutto. Doveva essere un vecchio cratere o una rientranza nel terreno creata dalla caduta di qualcosa.

Che spettacolo meraviglioso, non poteva fare a meno di sorridere con un luccichio negli occhi così intenso da scaturire in Ash un altro sorriso. Aveva fatto la scelta giusta.

Andò dietro di lei e le posò le sue mani sul viso, coprendole gli occhi "Non è finita qui!” disse lui guidandola con calma, facendo attenzione a non farla cadere. “Non ti butto nel lago tranquilla!” ridacchiò lui.

“In quel caso ti trascinerei dentro con me” rispose lei stando al gioco, facendolo ridacchiare di nuovo.

Quando si fermarono Serena capì che erano finalmente arrivati. Avevano camminato più di quanto si immaginasse. “Tieni gli occhi chiusi, ok?” la avvisò togliendo le mani e spostandosi chissà dove “Ok! Puoi aprirli!”

Serena aprì gli occhi e si ritrovò davanti qualcosa che non avrebbe mai pensato di vedere, o almeno era nei suoi più remoti sogni. Un bellissimo picnic li attendeva sotto un albero in riva al lago e vi erano anche Braixen, Sylveon e Pancham ad attenderli.

"Ash! M-Ma è fantastico! Come hai...?" si sorprese Serena.

Era semplice, ma nei suoi dettagli anche ben organizzato e c’erano addobbi fatti davvero bene. Non sembrava quasi nemmeno mano sua.

"Scusa se ho preso in prestito i tuoi Pokémon senza dirti nulla, ma mi serviva un tocco femminile e volevo fosse una sorpresa" si imbarazzò Ash “Non ho un grande gusto estetico o tatto per queste cose. Fosse stato per me probabilmente sarebbe stato ancora più banale”

"Ma scherzi? E' meraviglioso!" rimase a bocca aperta lei, trasmettendogli una strana e forte sensazione di calore dentro. Di nuovo.

Il sorriso di Serena stava diventando una specie di sostanza stupefacente.

“Perché hai fatto tutto questo?” chiese lei con emozione.

Lui la guardò con dolcezza "Per dirti grazie” rispose lui semplice e diretto.

“Uh?”

“Volevo ringraziarti di avermi tirato su di morale" disse Ash mettendo le mani nelle tasche mentre il vento soffiava su di loro “Ero davvero irriconoscibile prima che venissi e avevo un sacco di dubbi che mi vagavano nella testa. In teoria ne ho ancora tanti che non hanno risposta, però mi è tornato in mente che non è stando qui a rimuginare su me stesso che li risolverò e anche se ormai dovrei saperlo fin da subito… alla fine ho avuto bisogno di amici a ricordarmelo”

La ragazza mostrò un lieve sorriso. Dopotutto Ash era umano come loro, non ci si poteva aspettare qualcuno invincibile sempre sicuro di sé. “Con tutto quello che tu fai per gli altri mi sembrava il minimo. E non è per ricambiare un favore, semplicemente c’è chi tiene a te e sarebbe disposto a fare di tutto per vederti felice! Non è un male affidarsi agli altri una volta ogni tanto!”

“Hmm” lui socchiuse appena gli occhi. Aveva ragione, non doveva essere un problema cercare aiuto dai suoi amici in caso di bisogno, anche se le lotte contro cui stava combattendo erano personali. “Lo stesso vale per te, sai?”

Non doveva dire altro, Serena sapeva che a qualunque cosa lui si riferisse, il messaggio era universale e valeva per ogni possibile situazione che avrebbero affrontato in futuro.

La performer gettò le braccia attorno al collo di Ash, il quale non rispose immediatamente, rimanendo sorpreso dall’abbraccio. Non sapeva che dire a parole, sentiva un formicolio nel petto.

“Non vedo l’ora di partire per questo nuovo viaggio”

Il silenzio di Ash fu prova del suo shock che crebbe, mentre sentì il corpo del ragazzo fare un mini tumulto tra le sue braccia. Sembrava come se le parole improvvise, totalmente fuori contesto e gradevoli lo avessero pietrificato.

“Ho deciso di venire con te” ripeté lei, sempre più chiaramente.

Non sentì nessuna parola da parte sua come risposta, ma le braccia del ragazzo si avvilupparono intorno a lei rispondendo all’abbraccio e con una certa forza.

Non si erano mai abbracciati in quel modo. C’era forza, affetto, comprensione… nessun muro a dividerli. Serena abbracciava con fare rilassato e affettuoso l’amico, mentre lui faceva lo stesso ma con più poderosità. Non importava se i loro Pokémon li stessero guardando, non importava il vento che faceva sollevare leggere gocce d’acqua del lago contro di loro.

Quando la stretta di Ash si rilassò e i due si alleggerirono in quell’abbraccio la ragazza decise di proseguire “Ho deciso stanotte…” Non voleva fargli credere di averla convinta solo per la sorpresa, la sua scelta l’aveva già fatta “Volevo dirtelo prima ma-...”

“Grazie.” si limitò lui. Andava benissimo così e non poteva chiedere di meglio. Non c’era bisogno di spiegarsi, sapeva che Serena non era la tipa da farsi comprare in quel modo. Era solo rimasto piacevolmente sorpreso e la news era stata come un fulmine a ciel sereno.

“Grazie anche a te.” Disse lei piano “Ovviamente se ti va ancora… se non sei più d’accordo e preferisci andare da solo...”

“NO!” rispose lui subito con prontezza, per poi ricomporsi e sorridere con un ghigno “Se te l’ho chiesto è perché davvero lo voglio e ti ho detto che avresti avuto tempo per decidere!”

Dopo qualche secondo di silenzio il kantoniano la alzò un po', prendendola alla sprovvista e facendola arrossire, per poi iniziare a girare su se stesso con gioia “EVVAI!!” gridò felice esultando. Ora poteva sfogarsi.

“A-Ash!?”

“Ora posso dirlo tranquillamente! Non vedo l’ora di partire per il nostro viaggio, di conoscere nuovi Pokémon e amici, di visitare tanti luoghi diversi e di inseguire i nostri sogni! Oh e di mangiare molte cose buone!” continuò a girare con felicità, portando i Pokémon a fare lo stesso, contagiati dalla sua gioia.

Pikachu e Sylveon esultarono con una certa compostezza mentre Pancham e Braixen rimasero a festeggiare con più risolutezza ma soddisfazione.

Le risate furono contagiose e si trovarono tutti a ridacchiare in gruppo, fino a che non si dovettero fermare per la stanchezza. Ash si lasciò cadere all’indietro, trascinando Serena con sé e finendo per tenerla sopra il suo corpo, ma nessuno dei due ci fece caso in quel momento. Erano davvero troppo entusiasti della prospettiva di un nuovo viaggio insieme e questa volta con molta più calma e voglia di ritrovare i loro obiettivi.

Quando notarono la posa in cui si erano messi i ragazzi si staccarono di fretta e guardarono altrove, cercando di ricomporsi.

Trascorse così la loro giornata. Una volta mangiato i due rimasero a chiacchierare e passeggiare tranquilli nella zona. A quanto pare quel luogo lo aveva scoperto Ash casualmente nell’ultimo periodo, ma gli pareva di esserci già stato, senza ricordarsi di preciso quando. Aveva pensato fosse perfetto per ritirarsi a pensare, allenarsi o godersi una giornata in libertà. Non gli era dispiaciuto però condividere con lei quel luogo.

Tuttavia una volta che il sole segnò il tardo pomeriggio, i due decisero di lasciare il luogo e andare dal Professor Oak per un saluto, ma soprattutto per comunicare la loro decisione. Avrebbero voluto stare di più su quei prati, fino a vedere le stelle della sera in cielo, ma non avevano il tempo disponibile per quello; dovevano avvisare Olivio e preparare le loro cose.

 

 

La sorpresa non fu quella di Oak alla risposta, ma più quella di Ash e Serena nel ritrovarsi Delia nel giardino del laboratorio.

"Mamma che ci fai qui?" chiese il ragazzo perplesso trovandola in piedi vicino ad alcuni dei suoi Pokémon mentre li accarezzava.

“Segreti di mamma, diciamo che avevo avuto il vago presentimento che sareste venuti qui… credo per ragioni che ormai ben sappiamo.” Disse facendo loro un occhiolino.

Entrambi i ragazzi sorrisero tra loro e poi annuirono “Partiremo insieme per Forsia il prima possibile!” Dissero con soddisfazione.

“Grandioso! Ad Olivio farà piacere saperlo! Bisogna contattarlo subito per avvisarlo!” rispose Oak.

“Hmmm! Non vedo l’ora di partire per questa nuova avv-” le sue parole furono interrotte da un’improvvisa ventata e uno scatto veloce di qualcosa che gli passò di fianco.

Una rete avvolse Pikachu, direttamente dalla spalla di Ash e lo strattone fece cadere all’indietro l’allenatore, mentre il topino gemette provando a liberarsi inutilmente “Pikapi!”

 

“Preparatevi a passare dei guai! Partite anche voi?”

 “Dei guai molto grossi! Le valigie son con noi!” 

“Proteggeremo il mondo della devastazione!” 

“Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!” 

“Denunceremo i mali della verità e dell'amore!” 

“Estenderemo il nostro potere fino alle stelle!” 

“Jessie!” 

“e James!” 

“Team Rocket, pronti a partire alla velocità della luce!” 

“Arrendetevi subito, o preparatevi a combattere!” 

“Meowth, proprio così!” 

“Woooo-buffet!!!

 

 

"Non siamo ancora partiti e già siamo riusciti a prendervi Pikachu? Così non è divertente!” sospirò James facendo il finto annoiato.

“Speravamo di iniziare i giochi nella nuova regione, non di vincere in partenza!” aggiunse Jessie con aria superba.

Era inutile dire che Ash era seccato, se non furioso… non avevano niente di meglio da fare che perseguitarlo tutta la vita? "Ora mi avete stufato! Ridatemi Pikachu immediatamente!"

Anche i Pokémon di Serena erano stufi dell'atteggiamento esasperante del trio e sotto comando della loro allenatrice si misero al suo fianco, preparando i loro attacchi per liberare Pikachu. Il Team Rocket da solo non aveva chance contro tutti loro.

"Stavolta no ciccini!" urlò Jessie e Wobbuffet respinse alcuni dei loro attacchi, rigettandoli indietro. Il piano era più un respingi e fuggi. Dovevano allontanarsi subito, sapendo di essere in netta minoranza e svantaggio. Per quanto provvidenziale la presenza di Wobbuffet, per loro fortuna ripresosi dall’improvvisa influenza che si era beccato e per la quale aveva mancato il precedente attacco, non sarebbe durata per sempre.

"Questo è per averci cacciati quando non facevamo nulla di male!" rise Meowth manovrando la mongolfiera per allontanarsi. Anche se ad essere sincero, pure lui non trovava divertente la prospettiva di vincere così in fretta.

Ash invece non lo trovava affatto un gioco ma i suoi Pokémon non sembravano in zona e non avrebbe potuto aspettare il loro arrivo prima di farsi avanti per fermare il trio di ladri. 

Serena non attese quindi a reagire, richiamando il suo starter “Ci penso io! Braixen usa Fuocobomba!”  

Non appena la volpe uscì dalla sfera, una forte fiammata si scagliò in direzione del pallone “Braiiiixennnn!!!” 

Wobbuffet non ebbe grosse difficoltà a respingere l’attacco, facendolo tornare indietro e costringendo tutti a spostarsi, inclusi i Pokémon che pian piano si stavano radunando sul luogo, allarmati dai forti suoni. 

Il loro stupore e rabbia nel riconoscere il trio furono non da poco e in gruppo lanciarono degli attacchi combinati.

“Aspettate!!” Provò a fermarli Ash senza però fare in tempo ad impedire la loro iniziativa.

Wobbuffet attivò nuovamente Specchiovelo e iniziò ad accumulare l’energia delle mossa scagliate verso di lui. Stavolta il raggio sarebbe stato di una potenza impressionante, abbastanza da mettere tutti fuori gioco abbastanza a lungo da fuggire.
Era noto, maggiore il numero di attacchi scagliati, maggiore era la possibilità di farsi del male una volta rigettati, ma questo tanti dei Pokémon di Ash non lo sapevano.

E il loro eroismo sarebbe stata la carta vincente per il Team Rocket.

Jessie estese il braccio, pronta a dare il seguente ordine. Il suo sguardo cadde sulla ragazzina ai piedi della mongolfiera e per un attimo la sua bocca esitò a parlare.

Quel colpo avrebbe fatto male, molto se presa in pieno.
Non riuscì a controllare la smorfia della sua bocca al pensiero. Era certamente la manovra più logica, la scelta migliore per portarsi a casa il bottino una volta per tutte.

Eppure… un senso di disgusto le fece abbassare leggermente la mano “Mira ai piedi” 

Il bersaglio in questione riuscì a prevedere in tempo l’azione, soprattutto per istinto di sopravvivenza. Il forte terrore di ritrovarsi nel mirino la fece muovere; facendo peso sulle ginocchia, si diede uno slancio indietro, seguita da Braixen, ed entrambe furono sbalzate via violentemente.

Era stata una mossa così brutale e inaspettata che nessuno aveva fatto a tempo nemmeno a chiamare il suo nome, almeno non fino al momento in cui il polverone dell’impatto dell’attacco sul terreno non si era alzato.

“SERENA!” Urlò Ash, cercando di raggiungerla, ma finendo invece per essere fatto sbalzare via dalla potenza dell’onda d’urto. 

“Pipika!” si dimenò Pikachu, preoccupato per la ragazza. 

E incredibilmente, non era l’unico sulla mongolfiera a farlo.

“Oi Jessie, non era un pò esagerato?” mormorò appena Meowth, consapevole che anche se in passato avevano fatto correre dei rischi non indifferenti ai mocciosi, questa era la prima volta che li attaccavano con un attacco consapevolmente letale. 

L’espressione della donna rimase bassa, indecifrabile “Era tutto calcolato, non l’avrebbe presa” 

“E ti sembra una cosa di cui andare fiera?”

Quella voce simile ad un boato nella mente di Jessie, la fece girare all’improvviso verso i compagni dietro di lei, i quali però la osservarono con espressioni confuse, come se fosse stato per nulla.

Non avevano parlato loro, no, lei avrebbe riconosciuto quella voce tra mille altre. 

Era una che ormai nel profondo la tormentava giorno e notte, anche quando faceva finta di nulla. L’unica della quale cercava di sopportare il giudizio.

Come se lui fosse lì, a sussurrarle all’orecchio “Riesci a portare a termine almeno un compito?” 

“Jessie, tutto ok?” domandò James con tono leggermente preoccupato, appoggiandole una mano sulla spalla.

L’improvviso tocco la fece irrigidire e per un attimo l’uomo pensò di tirare via l’arto, come temendo di averle fatto del male o che esplodesse. Tuttavia la donna rispose con tono basso e forzatamente controllato “Sì.”

Il polverone iniziò a dissolversi e Ash non perse tempo ad alzarsi, ignorando i richiami della madre, la quale aveva fatto per inginocchiarsi e aiutarlo “Ash!”

“Serena!!” il corvino corse verso la zona della collisione, ma quando la sua vista fu finalmente chiara, ciò che vide era l’ultima cosa che si aspettava.

E ne era probabilmente estremamente sollevato.

“Bayyyyyyy!!!” Bayleef si trovava tra il buco nel terreno e la ragazza, la quale era tenuta insieme a Braixen saldamente protetta dietro la sua massa con le liane. Tutte e tre erano ricoperte di terriccio e graffi, ma sembravano star bene. 

“Bayleef!” sia Ash che Serena esclamarono sorpresi. L’intervento del Pokémon era stato del tutto inaspettato, ma anche provvidenziale. 

“Bayleef… ti sei messa in mezzo per salvarmi?” chiese lei osservando stupita lo starter di tipo erba.

Il Pokémon fece cenno con la testa per rispondere che più o meno era così. L’aveva difesa perché teneva a lei, ma anche perché teneva ad Ash e sapeva che sarebbe stato triste se le fosse successo qualcosa.

Dopo tutto quello che era successo tra loro due era naturale. Per Ash perché teneva a Serena, per la ragazza stessa e quello che aveva fatto…

Ma soprattutto, perché ora erano amiche.

“BAYYYYYY!!!!!”

Il Pokémon si illuminò improvvisamente e un fascio di luce lo avvolse totalmente. Gli occhi di tutti brillarono alla vista, chi di stupore, chi di terrore. La massa di Bayleef iniziò ad ingrandirsi e al fiorire di petali stupendi dai suoi bozzoli, un profumo intenso si diffuse. Sembrava di trovarsi in un campo di fiori che rilascia tutta la sua freschezza e aroma inebriante. 

Quando la luce si dissolse al posto di Bayleef si ergeva un maestoso Meganium dai petali blu.

“MEEEE!!!” Il ruggito che rilasciò fu così intenso da smuovere la mongolfiera del Team Rocket.

“Oh cavoli...” mormorarono i tre.

Il Pokémon lasciò andare Serena, abbassando il suo collo per farla aggrappare ad esso e metterla in piedi. Ora era molto più forte di prima e si vedeva “Megah”

La bionda non riuscì a far altro che ammirare “Wow…” disse rilasciando un respiro di shock.

“Meganium! Ti sei evoluta!” esclamò Ash correndo da lei e posando una mano sul suo collo “Grazie per aver salvato Serena!”

“Mee!”

“Tutto bene?” chiese poi il ragazzo a Serena, con tono un po' più apprensivo, ricevendo per fortuna una risposta affermativa.

Infatti, a parte qualche graffio e i vestiti completamente sporchi di terriccio, stava bene “Grazie a Meganium!”

Ash le offrì un rapido sorriso di sollievo, per poi girarsi con frustrazione verso il trio di nemici. Era davvero stufo di quella situazione e non si sarebbe trattenuto dal dimostrarlo.

Meganium si mise in posizione d’attacco, percependo la risolutezza del suo allenatore.
Il ragazzo girò poi lo sguardo verso l’amica “Serena, ti dispiace se me ne occupo da solo?”

La ragazza fece per aprir bocca per ribattere, ma nelle iridi color ambra di Ash lesse una certa premura, come se le stesse facendo una richiesta sentita. Sapeva che non vi era tempo di elaborare, ma se così desiderava, voleva dire che aveva la situazione sotto controllo. “Ok”

“Grazie.” annuì il corvino, poi rivolgendosi agli altri Pokémon presenti “So che sareste in grado di aiutare, ma ho bisogno di voi per un’altra cosa” Indicò con lo sguardo sua madre, Oak e l’amica che camminava in loro direzione. 

Una volta capite le sue parole, tutti i Pokémon si radunarono davanti ai presenti, facendo loro da scudo ognuno in modo diverso. Ash si era affidato a loro per proteggere le persone che teneva a cuore, perché da lì in poi non si sarebbe trattenuto.

Si sentì un'improvvisa folata di vento e Meganium andò a posizionarsi di fianco ad Ash. Lo sguardo alto, fissava con fermezza il trio di ladri e i suoi occhi penetranti trasmettevano i brividi.

Il ragazzo sapeva cosa doveva fare.

“Potete prendervela con me, ma se ve la prendete con i miei amici ve la farò pagare cara!” gridò lui “Meganium usa Frustata!" ordinò Ash al suo Pokémon.

Due liane fuoriuscirono dal retro dei petali del dinosauro, il quale attaccò in maniera rapidissima e andò a mirare al pallone della mongolfiera. Tuttavia Wobbuffet si mise in mezzo e con facilità riuscì a far rimbalzare il colpo. Meganium però allo stesso modo fu in grado di schivare con naturalezza la frustata dei suoi stessi arti aggiuntivi.

"Verdebufera!" gridò di nuovo l’allenatore. Maganium rilasciò una forte tempesta di foglie, che per poco non intrappolò la mongolfiera, perdendola giusto di un soffio. 

“Meglio se ti arrendi bamboccio! Hai perso colpi ormai!”

Ash serrò i pugni. Perso i colpi? Beh questo era tutto da vedere. Tutto ciò che aveva provato, imparato, vissuto negli anni di viaggio, nelle lotte disputate, nei momenti con i suoi amici… era tutto ancora dentro di lui. Ciò che lo aveva reso chi era e chi sarà.

Era cambiato e lo stava continuando a fare, ma avrebbe sempre potuto ritirare fuori la carica, perché era parte di sé. Non aveva perso le esperienze di Kalos o delle sue precedenti avventure, non aveva buttato via quella parte così importante della sua persona.

Potevano dargli fastidio, ma mai si sarebbe stancato di lottare. Avrebbero potuto attaccare e lui avrebbe ritentato. Sarebbe caduto? Ancor più decisamente si sarebbe rialzato.

“Bodyslam!” ordinò al proprio Pokémon, tenendo d’occhio la tempesta di foglie che stava svanendo.

Con una sbuffata dal naso e caricando in avanti, Meganium corse pesantemente in direzione dei nemici.

“Ah, come pensa di prenderci da laggiù?” rise Meowth, trovando improbabile che un Pokémon simile con il suo peso potesse arrivare a loro. 

“Usa le tue liane, Meganium!”

“Meeeegaaa!!!” 

La mongolfiera si alzò ancora di più in aria, per evitare di venir raggiunta, tuttavia ben presto il Team Rocket si accorse che le due liane non erano dirette verso di loro.
Si strinsero attorno al tronco di un albero, oltre il punto sopra al quale sorvolavano e Meganium continuò la sua corsa raggiungendolo, come se vi ci si volesse scontrare. Invece, senza perdere velocità, ci girò attorno sterzando grazie alle liane e quando si ripresentò in direzione dei tre mollò la presa e sparò la propria massa come una palla di cannone. 

Totalmente presi alla sprovvista, i tre cercarono freneticamente di togliersi dalla rotta di collisione grazie ai jet a propulsione, ma non avendo tempo di caricarli, poterono solo far alzare leggermente il pallone. 

“Ah!”

Ma se sembrava che il pericolo fosse scampato, ben presto capirono che quel proiettile non lo avrebbero mancato.

“E ora Verdebufera!”

Meganium evocò una tempesta di foglie che si scagliarono alle sue spalle, facendo da propulsore verso l’alto e nemmeno l’intervento di Wobbuffet che si mise in mezzo poté frenare l’attacco. “MEGAAAAA!”

L’esplosione che causò l’impatto scaturì delle onde d’urto di potenza incredibile, le quali obbligarono i Pokémon presenti a puntare le zampe a terra per poter rimanere in piedi e proteggere gli amici umani. 

La mongolfiera iniziò a cadere e per un attimo sembrò che oltre al Team Rocket, anche i due Pokémon di Ash fossero destinati a schiantarsi. Ad impedirlo però fu il provvidenziale intervento di Charizard, il quale afferrò Meganium in volo.

“Pika pi!” Pikachu chiamò mentre precipitava, ma per sua fortuna Charizard non era stato l’unico pronto ad accorrere in aiuto.

Staraptor e Talonflame lo presero al volo per la rete e lo fecero abbassare di quota, prima volando verso Ash e superandolo, poi facendo una “curva a U” e tornando a volare nell’altra direzione.

Quando furono abbastanza bassi da permettergli di saltare senza farsi male tirarono il materiale della rete con i loro artigli e la ruppero, liberando il topino. Una volta che Meganium toccò terra di fianco a lui, i due si prepararono per riprendere la lotta. 

“Ottimo lavoro, Charizard, Staraptor e Talonflame!” complimentò il loro allenatore.
Era naturale, quella lotta l’aveva ingaggiata direttamente con Meganium, ma aveva tanti Pokémon e molte più combinazioni d’emergenza in caso fosse servito un diverso approccio.

Per tutto il tempo era stato consapevole della loro presenza e disponibilità a scendere in campo in qualunque momento, così come sapeva che ve ne erano altri oltre a coloro che stavano proteggendo sua madre, Serena e Oak. 



 

Sì, avrebbe sempre avuto al suo fianco qualcuno, sia fisicamente che solo nell’animo, pronto ad aiutarlo. Pronto a ricordargli chi era e per cosa lottava davvero. Pronto ad aiutarlo a scoprirlo in caso non lo sapesse o si sentisse perduto.

"Anche io continuerò ad evolvermi!!”

"MEGAA!” “PIKAA!”

E avrebbe protetto quel qualcuno a tutti i costi.

“Meganium, Naturforza! Pikachu, Attacco Rapido!”

"Wobbuffet! Specchiovelo!" cercò di contrattaccare Jessie, rifiutando di arrendersi nonostante ormai fossero circondati e senza via di fuga.

Il Pokémon azzurro tentò di preparare un nuovo Specchiovelo, ma Pikachu fu talmente veloce da colpirlo in pieno, senza neanche lasciargli il tempo di reagire. Wobbuffet volò dritto, dritto sulla faccia di Jessie, scaraventandola all'indietro verso i suoi compagni, i quali non poterono far altro che prenderla al volo.

A quel punto nemmeno fecero in tempo ad alzare il capo, che un Energipalla generato da Naturforza gli esplose in faccia. 

*BOOOOOOM*

"UN’ALTRA MISSIONE FALLITAAAA!!!" gridarono mentre furono nuovamente spediti alla velocità della luce.

Quando un luccichio brillò nel cielo, finalmente Ash si lasciò scappare un grosso sospiro e sentì finalmente l’adrenalina tornare a livelli normali. Meganium e Pikachu si diedero un batti zampa e camminarono in direzione del loro allenatore, subito strofinandosi addosso a lui affettuosamente. 

“Aha, tutto bene ragazzi?” Chiese lui, rivolgendo ad entrambi una carezza.

“Chu pika!” esclamò il topo elettrico, saltando sulla spalla del suo migliore amico. Non aveva avuto dubbi che lo avrebbe salvato in tempo.

Grazie Meganium, sei stata grande! E scusa per il rischio che ti ho fatto correre con quella strategia”

“Meeee” rispose il dinosauro, anche lei consapevole che non le sarebbe successo nulla. Aveva la piena fiducia nel suo allenatore.

Constatato che i suoi Pokémon stessero bene, Ash tornò dagli altri. Due di loro lo fissavano incapaci di esprimersi, avendo vissuto per la prima volta dopo un lungo tempo la forza di quel ragazzo e dei suoi Pokémon. Delia e Oak non assistevano da anni alle lotte di Ash, se non in televisione, che era già molto diverso.

Per Serena invece, che aveva avuto già modo di assistere di prima persona, l’unica cosa naturale era sorridere con ammirazione.

Rivederlo di nuovo con quella grinta, quella determinazione e quel qualcosa in più che nei giorni passati era rimasto chiuso in lui nel profondo… faceva davvero un grande effetto.

“Grazie ragazzi per il vostro aiuto!” Ringraziò i suoi Pokémon, i quali risposero con entusiasmo.

"T-Tesoro…” Si avvicinò Delia “Credo che d’ora in poi ti vieterò di allenarti nei pressi di casa…”

"Eh… Eh” Il ragazzo rilasciò una flebile risatina. Non era chissà cosa, ma poteva capire lo stupore della madre che non aveva più assistito di persona a lotte di tale livello da anni. Senza dimenticare che ormai le sue capacità erano certamente aumentate rispetto ai tempi della lega di Jotho… 

Ah, le cose erano davvero cambiate da allora.

Ash fece qualche passo verso Serena e la guardò con un sorriso rammaricato "Scusami se hai rischiato di farti male" Anche i suoi Pokémon che precedentemente avevano scagliato gli attacchi poi riflessi assunsero la stessa espressione. 

Circondata da tali espressioni, Serena iniziò ad agitare le mani "Davvero, non preoccupatevi! E poi Meganium mi ha difesa al meglio!” Portò la mano sul capo di Meganium, dandole una carezza e provocandole un mugugno di apprezzamento.

“Già, ti ringrazio davvero Meganium, sarebbe potuto succedere qualcosa di molto peggiore senza di te!” Sorrise Ash, facendole arrivare tutto il suo riconoscimento per aver difeso l’amica. 

Meganium annuì con uno sguardo dolce e consapevole e si spostò appena, lasciando spazio ai due.
Non lo avrebbe fatto tempo fa, in circostanze normali. Ma tutto si stava evolvendo… e qualcuno doveva pur prendersi cura di Ash in sua assenza.

Con le sue liane, una dietro ad Ash e una alle spalle di Serena, diede una leggera spinta e li avvicinò. Ora poteva dire di approvare.

I due ridacchiarono in imbarazzo e sorpresa. Apprezzavano il sostegno del Pokémon, ancor più sapendo quale fosse il suo carattere, quindi cercarono di focalizzarsi più su quello che sulle implicazioni. 

“Ehm… comunque è davvero strano che Meganium abbia i petali blu e azzurri invece di rosa come tutti gli altri. Eppure non sei un esemplare cromatico” Ragionò il ragazzo.

Oak lo trovò il momento giusto per intervenire “Si sono già viste delle rare eccezioni, può darsi che la tua Meganium sia una di esse. A volte l’allenatore, l’habitat e il legame possono essere determinanti e sappiamo come possa succedere anche ad altri Pokémon.”

“Io penso che le doni!” espresse Serena apprezzando la variazione di colori.

“Non si può dire lo stesso di tutto lo sporco e i graffi sui tuoi vestiti!” Indicò Delia. Tutto ciò che era rimasto intatto dei vestiti di Serena era il fiocco blu, tutto il resto era coperto di polvere e terriccio, oltre che leggermente danneggiato.

La performer si diede un'occhiata. Non aveva con sé un ricambio intero da poter essere usufruibile per un nuovo viaggio e a Biancavilla non c’erano molto negozi. Ci avrebbe messo tempo per realizzare dei nuovi vestiti da sola "Oh no..."

"Oh cara, non ti preoccupare!" Venne in suo soccorso la donna prontamente "Una lavata, un paio di rammendi, un colpo di ferro da stiro e tornerà come nuovo! Sono molto brava in queste cose, Ash ha distrutto decine di vestiti da viaggio!”

“Eh...”

"Ma ci vorrà un po' di tempo immagino” e sapeva che Ash era impaziente di partire.

"Tranquilla, c’è un rimedio anche a quello, avevo già una cosa da darvi, che è anche il motivo per cui non ho potuto aspettare e sono corsa qui!" continuò la signora Ketchum e le fece un occhiolino “E’ anche uno dei veri motivi per cui stanotte sono stata impegnata per un po'” 

Di nuovo cercò di lanciare un messaggio tra le righe per Serena, rivelando il motivo per cui era davvero in piedi. Non si era alzata dal letto per bere, era stata sveglia tutto il tempo per lavorare a qualcosa. Ecco perché aveva sentito immediatamente Serena scendere le scale per chiamare Paloma.

Si avvicinarono ad un tavolino e Delia afferrò un pacchetto regalo di colore rosa, porgendolo a Serena "Ecco! Prendi!" le disse mettendoglielo tra le mani. In seguito diede un altro pacchetto color blu a suo figlio "Questo invece è per te Ash!"

"Ohh…!" Ash sentì un senso di dejavu. Sospettava il contenuto, dopotutto ad ogni nuovo viaggio si era presa l’abitudine di confezionargli dei vestiti, ma il fatto che uno fosse per una compagna era nuovo. Si era data proprio da fare!

"Coraggio!" incitò la donna.

I due ragazzi aprirono i rispettivi pacchetti e in effetti all’interno vi era proprio quello che Ash aveva predetto. Erano due completi da viaggio nuovi di zecca, anche se poteva notare la mano di sua madre e lo stile che metteva in ciò che creava.

Serena sentì gli occhi bagnarsi leggermente con emozione. Era la prima volta che veniva qui e già le aveva fatto un dono così grande fatto a mano? “A-Anche per me?” chiese lei ancora incredula.

Delia le offrì un sorriso dolce e materno, posandole una mano sulla spalla. Serena si era presa cura del suo Ash per tutto quel tempo e ancora lo avrebbe fatto a Forsia, questo era il minimo. 

Tuttavia, dietro al gesto, non c’era una vera motivazione speciale, lo aveva fatto perché lo aveva sentito come un gesto giusto “Certamente!” Serena era parte della famiglia… avrebbe avuto lo stesso trattamento che Delia riservava ad Ash.

“G-Grazie...” mormorò la bionda, stringendo il pacchetto a sé commossa. Non credeva di meritare tutte queste attenzioni, ma era enormemente grata a quanto accolta Delia la facesse sentire.

Di fronte allo scambio, Ash sorrise, e seguendo l’esempio anche lui ringraziò. “Grazie mamma!” Sembrava una cosa da nulla, ma in verità era un enorme dimostrazione di supporto che sua madre teneva a ribadire ogni volta che si dovevano lasciare.
Era il suo modo personale di stargli accanto, lasciandolo però anche andare per la sua strada.

La madre annuì “Andate a darvi una lavata e a provarli!”

Ash e Serena corsero a cambiarsi, ovviamente in stanze separate.

Mentre ciò accadeva Oak lanciò un’occhiata consapevole verso la donna "Lei sa sempre come agire vero?"

"Oh, lo sa che ogni volta che Ash parte per un nuovo viaggio ci tengo che si vesta bene!" minimizzo lei soddisfatta “Ed è il minimo che posso fare per lui!”

"Stavolta vedo però che ha lavorato per due..." commentò di nuovo.

Delia lo guardò con la coda dell’occhio e poi sorrise "Ho pensato fosse la cosa più naturale. Se fossero stati presenti anche gli altri suoi amici Lem e Clem mi sarei messa al lavoro pure per loro. Fanno ormai parte della famiglia per Ash, quindi lo sono anche per me.” Quel suo sorriso però si trasformò in un piccolo ghigno “Non nego però che mi sono affezionata molto a Serena e mi farebbe davvero piacere se un giorno si unisse alla famiglia Ketchum anche ufficialmente...”

"Ahaha la solita furbacchiona!" scoppiò a ridere il professore “Non corre un pò troppo?”

“Finché non mi rendono nonna alla mia giovane età non vedo perché no!”

Samuel annuì, sempre ridacchiando “Direi che per ora abbiamo almeno la certezza che si guarderanno le spalle a vicenda...”

Delia provò a rispondere ma l’entrata in scena di Ash fece cadere la discussione.

Il kantoniano aveva ricevuto qualcosa di casual. Le maniche erano bianche con i bordi arancioni, ma il resto della giacchetta era di un bluastro accesso. C’erano due strisce arancioni oblique che attraversavano in maniera opposta il petto e infine due altre strisce, una rossa e una nera, che creavano un ulteriore bordo alla base della giacchetta. Il tutto donava al look un aspetto più vivace di quello a cui Ash era abituato, ma non gli dispiaceva affatto. Inoltre un nuovo cappello rosso con visiera bianca posava sulla sua testa, con il fronte a spicchi di colorazione bordeaux e nero, ricordanti una pokéball.

Ash era stato più veloce, ma era naturale vista l’abitudine di alcune ragazze di prendersi il loro tempo.

"Ma come stai bene tesoro!" Esclamò Delia giungendo le mani in un *clap* "Sai, mi ricordi qualcuno..."

Ash osservò un po’ i vestiti, gli piacevano ancora di più ora che poteva vederseli addosso. La cosa che apprezzava di più però era la comodità, dettaglio che sua madre riusciva sempre a far prevalere, ben consapevole dei gusti del figlio. “Grazie mamma!! Sono perfetti!”

“Pika!”

“Ah, cosa intendevi prima? Chi ti ricordo?" Disse fermandosi dal suo girarsi e rigirarsi, rivolgendole un sorriso sincero.

Le sembrò quasi di vivere la scena a rallentatore, l'immagine di Ash era chiaramente sovrapposta ad un'altra. L’espressione della donna fu sul punto di mutare ma fece di tutto per mantenerla tale e quale a com'era prima. Si limitò a scuotere la testa “Non saprei...”

Ash se lo fece bastare ma lo sguardo di Oak sullo sfondo assunse dei tratti spigolosi, nascondendo i suoi reali pensieri.

“Serena?” Ash spostò lo sguardo verso la stanza in cui era andata a cambiarsi e poi riguardò sua madre.

Invece di una risposta, il ragazzo trovò due sorrisi sorpresi. Comprese ben presto che il professore e sua madre non stavano guardando lui ma chi stava dietro. Non fece altro che seguire i loro sguardi fino a girarsi e trovarsi davanti una visione che lo bloccò sul posto.

"Ta-daaaaaaa!!!" Serena girò una volta su se stessa per far vedere meglio il completo.

Aveva una giacchetta senza maniche vermiglio e rossastro. Sotto di essa, indossava un vestitino con la parte superiore rosa e una gonna azzurra a balze, fatta da due strati di tessuto i quali ricordavano un fiore. Il cappello era identico a quello vecchio, ma era rosa chiaro, con una striscia più scura. Aveva anche delle parigine nere e degli stivaletti marroni, appena diversi dai precedenti, leggermente più corti. Sotto il vestito si scorgeva qualcosa di nero, probabilmente il suo solito top rimasto intatto, e a tracolla indossava una borsa di varie tonalità di azzurro, ricordante una SubBall.

"Stai benissimo!" Si complimentarono Oak e Delia allo stesso momento.

Così come i capelli color miele appena cresciuti di Serena splendevano alla luce filtrante dalle finestre, i suoi occhi brillavano esaltati dalle simili tonalità della gonna e della borsa.

E sebbene non fosse la prima cosa che saltava all’occhio, le sue forme erano chiaramente più visibili. Era cresciuta…

Sebbene fosse passato meno tempo del previsto dalla loro separazione, era diventata una bella ragazza come aveva promesso, dentro e fuori. Non che non lo fosse già, ma ora sembrava maturata ancora di più. Portava con sé un altro tipo di bellezza.

Ash la fissava senza riuscire a definirla. Normalmente avrebbe trovato le parole per farle un complimento, per lui era sempre stato naturale perché, per quanto non ci avesse pensato troppo nello specifico, Serena era sempre stata una bella ragazza ai suoi occhi e rientrava pienamente nei suoi gusti personali.

Stavolta però sembrava come se non sapesse cosa dire, si sentiva impacciato e la sua bocca pareva impastata...

Cosa gli succedeva?

Serena rimase un po’ sconcertata che Ash la guardasse così, non gli piaceva? O lo aveva stupito esageratamente? Non era la sua reazione tipica "Uh… cosa ne pensi Ash?" Domandò lei irrequieta e un po' titubante.

Ash alzò il pollice all'insù di scatto, facendo smuovere sia Pikachu che Serena, ma poi la sua forma rigida aprì la bocca "D'incanto!" Fu l’unica cosa che uscì, ma fu più che sufficiente sia per la ragazza che per Delia, entrambe sollevate.

La madre dell'allenatore esultò per il successo totale dei vestiti "Sei proprio una meraviglia Serena!" disse lei apprezzando il lavoro svolto. “Il mondo dei Varietà certo non può piangere con te”

In effetti anche se non fondamentale per le esibizioni, Serena era come una potenziale modella sottratta dalle realtà della moda o del cinema.

La performer si limitò a ringraziare, con un leggero colorito di rosa sulle guance. Non sentiva che tutti quei complimenti le appartenessero, ma non li rifiutò neanche.

Gli occhi di Ash ad un certo punto divennero appena tristi quando si fermarono sul petto di Serena. Inizialmente la ragazza, seguendo il suo sguardo, fece un sobbalzo abbastanza imbarazzata e così anche Oak che posò una mano sulla faccia. Delia diede una pacca dietro alla testa al figlio, che fu preso totalmente alla sprovvista.

“Ahi! Che ho fatto?” esclamò portando le mani dietro alla testa in totale confusione.

“Mi meraviglio di te!” rispose Delia non aspettandosi mai nella vita una tale reazione da parte del figlio. Certo, era un adolescente, ma da quando fissava così una ragazza?

“Beh, manca il fiocco...”

Alle sue parole Delia e Oak apparvero straniti, mentre Serena subito si rilassò. L’aveva notato allora...

Si avvicinò e alzò la mano "Stavi cercando questo?" Avvolto al suo polso riposava il loro simbolico nastro color celeste.

Subito le labbra di Ash mutarono in un sorriso sorpreso ma anche segretamente sollevato. Il pensiero che se lo togliesse, per qualche motivo, lo faceva sentire stranamente dispiaciuto.

“Ovviamente questo è un altro pezzetto che ho tagliato. Il nastro che mi hai regalato è lungo e non me la sentivo di staccare il fiocco dal vecchio vestito.” Spiegò “Mai però me lo dimenticherei, dopotutto ci tengo!”

"E in questo modo lo potrò tenere anche quando vado a dormire!" aggiunse in maniera raggiante, venendo presto ricambiata da un Ash soddisfatto.

Delia li guardò a turno, incuriosita da tutto ciò “Cosa significa quel fiocco?”

"Segreto!" rise la performer, felice di potersi vendicare di tutte quelle frecciatine ricevute nei giorni precedenti, contraccambiata da un cenno di sfida da parte di Delia. Prima o poi lo avrebbe scoperto… forse.

Fu il turno di Serena di fermarsi ad osservare il nuovo abbigliamento di Ash. Non c’era molto da dire al riguardo, era… bello. Tutto il complesso. Poteva chiaramente vedere i segni della sua crescita e finalmente era ben visibile quanto si fosse anche alzato di statura. Ash era sempre stato un ragazzo appena più basso della media, ma era più alto di lei di almeno mezza testa.

"Bello..." mormorò sottovoce lei.

"Hm? Hai detto qualcosa?" chiese Ash non avendo sentito bene.

"Ahh- volevo dire che s-stai benissimo!" si corresse subito la performer, cercando di rimediare per la boccaccia che si era permessa un’uscita del genere davanti a tutti. Fortunatamente per lei, nessuno sembrava averla sentita.

“Oh grazie!!” sorrise lui grattandosi la punta del naso. Gli faceva davvero piacere il commento.

Ormai erano davvero vicini alla partenza e quell’entusiasmo non poteva più essere placato.

 



I due ragazzi chiamarono il professore di Forsia e lo avvisarono del loro prossimo arrivo. Ovviamente egli fu piacevolmente sorpreso e li avvisò di come si sarebbero dovuti organizzare per la convalida dei biglietti online che gli avrebbe fatto.

Chiusa la chiamata, radunarono ancora tutti i Pokémon di Ash, consapevoli che avrebbe portato solo Pikachu con sé. Qualcuno fu leggermente dispiaciuto ma la maggior parte di loro accettò la scelta. In questo caso, erano più felici che tristi di vederlo carico per partire. Stava tornando a correre dietro ai suoi sogni con entusiasmo e questo era segno che davvero stava bene.

Meganium prese da parte Serena, mormorando supplichevolmente di prendersi cura dell’allenatore. Alla ragazza non servì alcuna traduzione, comprese totalmente e diede la sua parola di fare il possibile per aiutarlo.

E una volta conclusi quei temporanei addii, i due tornarono a casa insieme a Delia e non restò loro che preparare gli zaini e godersi quell’ultima serata a Biancavilla.

La nottata passò velocemente, stanchi com’erano, e il mattino non tardò ad arrivare. Svegli di buon’ora e colazione mangiata, i due ragazzi e Delia salirono sulla jeep del Professor Oak, il quale si era offerto di accompagnarli all'aeroporto di Zafferanopoli. La motivazione primaria era permettere loro di prendere il primo aereo e non arrivare troppo tardi, anche se il fuso orario li avrebbe comunque fatti atterrare verso la tarda mattinata forsiana, quando a Kanto sarebbe stata sera. La motivazione secondaria, beh… semplicemente gli piaceva sfoggiare il suo quattroruote.

L’arrivo all’aeroporto fu veloce, ancor più grazie alla distrazione che le chiacchierate durante il viaggio avevano offerto.

E poi, una volta arrivata alla hall in perfetto orario, arrivò il momento dei saluti.

Sembrava scorrere tutto così veloce, contrariamente ai mesi scorsi che Ash aveva passato.

“I check-in per il volo diretto a Borgo Buongusto nella regione di Forsia aprono ora.” parlò la voce all'altoparlante.

“Mi raccomando Ash, fai il bravo. Non andare a letto troppo tardi e mangia sano. Ricordati di non saltare dai dirupi se puoi evitarlo, fare il bucato e di cambiarti ogni giorno la biancheria intima!” Lo avvisò Delia.

Ash avrebbe preferito che Serena non fosse presente a sentire l’ultima parte, soprattutto quando udì le risatine di quest’ultima in sottofondo. Si coprì il volto con il cappello, sentendosi estremamente imbarazzato “Mamma… smettila!!”

Delia placò gli avvertimenti e ridacchiò anche lei "Ahahah scherzavo tesoro, mi fido di te e credo tu ormai sia grande abbastanza da sapertela cavare da solo, anche se me lo hai già dimostrato quando sei partito la prima volta...” disse lei dolcemente, mentre Ash annuì “Comunque non vuol dire che a volte non serva un sostegno e quindi, conoscendo il tuo carattere irruento e a volte caotico, confido anche su di te Serena! Sostenetevi a vicenda, ok?”

“Certamente! Non serve dirlo!” subito esclamò Ash senza esitazione.

La risposta di Serena però tardò un momento ad arrivare…

Sostegno…

Volersi bene…

Si sarebbe presa cura della propria felicità e avrebbe aiutato Ash a fare lo stesso con la sua. “Senz’altro!” alzò lo sguardo con sincerità e determinazione “Non si preoccupi!”

Delia prese entrambi e li abbracciò. Sembrava un enorme abbraccio di famiglia, questa partenza era diversa dalle altre. Ma non fu difficile lasciarli andare, era sicura che sarebbero stati felici…

Così li vide staccarsi e allontanarsi, borse in spalla, petto in fuori e con i sorrisi sui loro volti. Le mani in alto che salutavano lei e Oak, fino a sparire nei corridoi che portavano ai check-in.

I due si recarono sul tetto della struttura e aspettarono… chiedendosi quale degli aerei in partenza sarebbe stato il loro.  Il vento soffiava e il rombo dei motori dei veicoli volanti andava e veniva.

Dopo mezz’ora, il cuore di Delia fece un sussulto e il suo istinto la portò a guardare in direzione di uno degli aerei in decollo. Non sapeva con certezza se fosse il loro, forse avrebbe potuto confermarlo controllando l’orario e l’agenzia del volo.

Tuttavia, mentre Oak face proprio ciò, controllando l’orologio al suo polso, lei si limitò ad osservare casualmente proprio quell’aereo, sentendo un sorriso crescerle sulle sue labbra, con la pace nel cuore.

Una folata di vento le scostò i capelli, facendoli danzare nell’aria, mentre il grosso uccello d’acciaio passò sopra le loro teste e si allontanò all’orizzonte. Come un abbraccio che in un attimo ti avvolge e ti lascia.

“Buona fortuna”

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