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Autore: Ivy001    06/07/2023    1 recensioni
Nairobi e la sua vita prima della rapina...il passato da giovane zingara alle prese con un matrimonio combinato, la nascita di Axel...e tutto il seguito...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nairobi, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Il rientro a casa, decisamente non facile, avviene nella massima discrezione.

Olivia non vuole che la gente del quartiere possa spettegolare o insospettirsi sui loro bizzarri comportamenti delle ultime ore.

“Mi vesto da sola, non c’è bisogno che resti qui….a fissarmi” – dice Agata alla madre, notando che la donna non ha intenzione di lasciarle un briciolo di privacy.

“Scordati che permetterò altre tue alzate di testa. Mettiti qui che ti sistemo i capelli” – la costringe a sedersi sul letto e nervosamente le pettina la lunga chioma scura, non esitando neppure a recarle fastidio o dolore.

“Ahi” – esclama la diciottenne, quando la madre le stringe l’acconciatura con forza.

“Smettila di frignare. Passami le forcine che sono sul comodino” – le dice, ammutolendosi subito dopo. Ha deciso di non pronunciare parole se non strettamente necessario. Vuole che ad Agata quel silenzio pesi come un macigno sulla coscienza.

Ma la giovane gitana ha altro per la testa. E non essere costretta a sentire le prediche materne, ancora e ancora, è un bene per il suo umore, già messo duramente alla prova.

I minuti successivi vedono Olivia truccare la ragazza, così come la tradizione impone, con un make-up decisamente pesante e marcato.

“Ecco fatto” – le comunica, dopo averle chiuso la zip dell’abito.

Agata si sente così scomoda in quelle vesti, con un look più consono a sua madre o alla defunta nonna, piuttosto che a lei. Purtroppo ha poche scelte.

“Forza, andiamo. Abbiamo già perso troppo tempo. Sarà un’ora che attendono il nostro arrivo. Iniziamo davvero male i rapporti con questa famiglia…” - commenta, uscendo dalla camera.

Non prima di essersi data una sistemata rapida allo specchio.

“Aspetta...e la spilla?” - chiede, stringendo tra le mani il ricordo più caro che ha di suo padre.

“Ah…” - commenta Olivia, quasi infastidita.

Scruta la ragazza leggendo nei suoi occhi l’amore smisurato verso un oggetto a suo dire privo di bellezza e di importanza.

Agata fiduciosa glielo porge, in attesa di vederselo addosso.

Ma nulla di ciò accade.

La Jimenez adulta tira fuori da un cassetto vecchio, una giarrettiera di pizzo bianco e un nastrino blu, di quelli che adornano le bomboniere.

“Cos’è?” - domanda confusa la sposa.

La madre non risponde. Intreccia il nastro attorno a quell’estroso pizzo e ridacchiando, quasi provocatoriamente, le alza l’abito, creandole un certo imbarazzo.

La diciottenne sente la mani di lei viaggiare sulla sua gamba salendo fino all’altezza dell’inguine e lasciarle, in tale punto del corpo, la giarrettiera ben aderente alla pelle.

“Adesso hai qualcosa di blu...e di prestato. Era mio ”

“Ma.. ma… la spilla di papà?”

“Non ti darò più alcuna soddisfazione Agata. Questa la terrò io...per il momento” – forte del suo ruolo, la gitana ignora le reazioni di sua figlia, la quale fatica a ribellarsi come vorrebbe per via delle scarpe scomode e del vestito soffocante.

Affranta e devastata nell’animo, la ragazza manda giù l’ennesimo boccone amaro.

“Ti odio” – commenta, per sua fortuna non udita da nessuno.

Proprio in tale istante giunge Alfredo, percependo la forte tensione.

“Allora? Siete pronte? Alejandro mi ha chiamato… per l’ennesima volta. Gli ho detto che ci siamo”

“Bene! Andiamo allora.” – comanda Olivia, rivolgendo uno sguardo fulmineo alla sposa.

Il marito della Jimenez posa l’occhio sulla festeggiata, sorridendole e complimentandosi per la sua eleganza, ignorato dalla diretta interessata, troppo presa a soffocare il dispiacere.

Allora l’uomo si avvicina alla moglie e le sussurra – “Ehm… amore mio, ma non ha nulla di blu. I Garcia hanno precisato che…”

“Shh” – lo zittisce – “ Il blu lo mostrerà a suo marito stanotte..quando dovrà togliersi quell’abito di dosso”

Frase che spiazza Alfredo. Gli basta poco per intuire il significato di tali parole.

“Ehm...va bene” – chiude la questione, arrossendo. Porge il braccio alla consorte, ed apre la porta alla sposa.

“Forza e coraggio!” - si rivolge alla figliastra, sorridendole.

Agata lascia l’abitazione con un solo briciolo di gioia: non dovervi mettere mai più piede in veste di vittima di sua madre.

Il percorso fino all’automobile è breve ma colorato dalle voci e i canti del vicinato che elogiano la festeggiata.

“Viva la sposa” – urlano addirittura alcune donne anziane.

Tutto sa di allegria...tutto...tranne lo stato d’animo della giovane zingara.

**********************************

“Notizie? Mi sto preoccupando. Non vorrei fosse successo qualcosa” – chiede Victoria Garcia al consorte, guardandolo chiudere una telefonata.

“Stanno arrivando. Hanno avuto dei problemi con le nostre richieste”

“Cioè?”

“Le tradizioni del blu, eccetera. Insomma le assurdità volute da nostro figlio” – spiega Alejandro.

“Ah ok, beh l’importante è che hanno risolto. Qui anche la voce di Antonio e le sue canzoni hanno cominciato a spazientire gli ospiti”

“Ormai ci siamo, tesoro mio” – fiero del successo nell’accordo matrimoniale, il capofamiglia stringe la mano di sua moglie e la bacia con dolcezza.

Passano pochi secondi e il clacson esterno di un’automobile genera caos e sorpresa.

“Eccoli” – esclama di gioia il parroco, invitando la gente ad alzarsi.

Antonio, teso come una corda di violino, si posiziona sull’altare, pensando a cosa accadrà da lì in avanti.

La marcia nuziale, voluta a tutti i costi da Victoria, prende il via e l’ingresso accoglie la sposa.

Sicuramente una sposa non raggiante ma con gli occhi inumiditi...motivo decisamente immaginabile.

A passo lento, nervosa e timorosa dell’avvenire, Agata percorre la piccola navata che la separa dall’ormai prossimo marito, contenendo le sue emozioni turbolente.

“Sei bellissima” – le dice il bel Garcia, quando si trovano l’uno di fronte all’altra.

Agata accenna un sorriso forzato, di risposta.

A quel punto il parroco dà inizio alla cerimonia. Uno scambio di promesse che nessuno dei due sposi sente dal profondo del cuore, e che viene vissuta con commozione solo da parte dai loro genitori e da qualche vecchia anziana del quartiere nostalgica dei tempi passati.

Olivia, posta di fianco al coniuge, sembra irrequieta.

“Amore, stai serena. Ormai è fatta” – Alfredo la conosce bene e gli basta poco per avvertire il suo malessere, quindi cerca di calmarla.

“Con quella testa calda di mia figlia non è possibile!” – commenta, sottovoce la gitana.

Ma ecco giunto il momento che la Jimenez adulta attende… e che ha programmato ben 15 anni prima.

“Tu Antonio Pedro Garcia vuoi prendere in moglie la qui presente Agata Jimenez e prometterle di esserle fedele sempre…” - le parole di rito vengono lette con trasporto da parte di chi crede fortemente ad un sacramento quale il matrimonio.

E la risposta affermativa del giovane non tarda ad arrivare, accompagnata dai singhiozzi commossi dell’anziana nonna in prima fila.

Il turno di Agata, invece,viene vissuto con tachicardia sia da parte della diretta interessata che da parte della sua mamma.

“Ecco ci siamo” – sussurra Alfredo, positivo più che mai.

Agata sente quelle promesse come un macigno sul cuore. Avrebbe una voglia matta di fuggire...di nuovo. Ma sarebbe l’ennesimo errore.

La sua mente la riconduce ad alcune ore prima e le rammenta il consiglio di Ivàn, giungendo ad immaginare una vita alternativa a quella disegnata dai genitori per lei…

Senza esitazione alcuna, dà una risposta netta e decisa - “Si, lo voglio”

Sentire la voce della diciottenne recitare una promessa così potente, manda in estasi la signora Jimenez che non contenendo la gioia si alza in piedi e urla la sua felicità – “Bravissima figliola”

Alfredo la invita a sedersi e controllarsi, mentre alcuni ospiti ridacchiano.

Reazione che non sfiora minimamente la sposa, cosciente che Olivia non desiderava altro che quel dannato SI lo voglio.

La funzione prosegue con lo scambio degli anelli, ennesimo simbolo, quello, di un nodo che la appena maggiorenne è costretta a stringere con uno sconosciuto e con la sua famiglia.

Lascia che Antonio le infili la fede al dito per poi fissarsi la mano, vincolata a lui… pochi secondi dopo esegue lo stesso gesto.

E con la frase conclusiva “ Vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa” – il ragazzo avvicina il viso di Agata al suo e per la prima volta, dopo sole 24ore dalla loro conoscenza effettiva, la bacia.

Un delicatissimo bacio, forse anche troppo. Talmente soave che Agata giurerebbe di non aver neppure sentito il respiro del ragazzo su di sé.

Che sia per l’imbarazzo di fronte a tutti?

Sorvola e si accinge a lasciare la chiesa, mano nella mano con il suo ormai marito.

È una sensazione strana non essere più Agata Jimenez diciottenne ribelle e figlia della vedova del quartiere...oggi è Agata Jimenez Garcia moglie di qualcuno, nuora di qualcuno, e sicuramente prossima a dover divenire madre di qualcuno. Lo legge scritto nelle stelle ormai! In fondo per chiudere il capitolo scritto da Olivia manca solo questo “Piccolo”dettaglio...mettere al mondo un bambino.

Lasciandosi prendere da tanti pensieri, percorre i pochi metri che la separano dall’uscita dove la folla giunta lì a celebrare li accoglie con musiche, danze e urla di gioia.

“Balla con lui, forza” – le ordina sua madre, avvicinatasi alla figlia per rammentarle che la sua mansione non è ancora finita.

Deve fingere allegria… è parte dell’accordo e dell’evidente punizione in seguito alla fuga.

I minuti seguenti sono di pura baldoria, fino all’ora in cui si opta per lo spostamento nel luogo adibito alla vera e propria festa.

L’auto attende i due sposi, pronta a condurli a destinazione.

Antonio apre lo sportello alla sua consorte, aiutandola a prendere posto, dato l’ingombrante abito.

E nei secondi che precedono la sua salita a bordo, Agata nota sul sedile del ragazzo un bigliettino.

Confusa lo prende e legge.

E ciò che legge le fa sussultare il cuore…

**********************************

Il clima di festa impedisce di notare la presenza estranea che si aggira nei dintorni e che nel mentre ha scrutato tutta la situazione.

Una persona inaspettata che, con la medesima discrezione con cui ha assistito al rito, rientra alla base.

Chiude la porta alle sue spalle e si stende su un vecchio materassino.

Lo annusa come a volersi inebriare di un ricordo recente, quello di un corpo che era sdraiato lì, di fianco al suo. .

“Chissà se quel bigliettino ti condurrà qui… io ti aspetto e non vedo l’ora di rivederti… Agata!”

Immaginando di vederla entrare e prendere posto di fianco a lui, con quella chioma folta e nera come la pece, e quelle perle scure che ha al posto degli occhi, Ivàn si appisola, speranzoso che al suo risveglio le cose possano andare nel verso giusto.


   
 
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