Mi chiedo se, qualora tra qualche anno dovessi incontrarti nuovamente per strada, sarò in grado di riconoscere nei tuoi occhi di rugiada quella flebile falce di calore, quel brivido furtivo che tuttora di notte mi soffia sulle membra stanche, quel fuoco sottile che per una fugace folata di istanti siamo stati.
Mi chiedo se ti ritroverai mai a rinnegare la mia immagine evanescente, le parole che mi spirano in gola l'attimo prima di riversarsi in massa nel vento, le sfumature strazianti di un futuro mai esistito e dai contorni incerti.
Vorrei poter rileggere qualche frammento di noi nel tuo respiro inchiostrato di fumo, quando giungeranno al termine queste notti così nostalgiche.
Vorrei poterti continuare a vivere come il più bello di tutti i miei sogni infranti, quando le stagioni si sgretoleranno.
Vorrei che, finché sarò Amore e Morte, polvere e tempesta, le corde del mio cuore si intrecciassero alle tue per un attimo che odori di eternità.
Vorrei che, finché la mia anima urlerà gli aliti di una Primavera ormai lontana, mi fosse possibile continuare ad illudermi che in qualche modo e da qualche parte noi esistiamo per davvero.