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Autore: ChrisAndreini    07/07/2023    3 recensioni
[Fanfiction What if AU rewrite della saga delle Principesse del Regno della Fantasia di Tea Stilton, ma può tranquillamente essere letta come storia originale, senza conoscere niente della trama, anche perché cambio quasi tutto]
Un tempo i cinque regni erano uniti in un unico regno, governato da un crudele tiranno. Finché un giorno un nobile cavaliere lo sconfisse addormentandolo in un sonno eterno insieme alla sua corte. Egli poi venne eletto nuovo re, bandì la magia, considerata troppo incontrollata e pericolosa, e decise di dividere il regno tra le sue cinque figlie, prima di sparire nel nulla.
Neil non è che il figlio del giardiniere di corte, amico d'infanzia delle cinque principesse, e con un'affinità particolare verso le forze della natura, che spesso sembrano comunicargli qualcosa.
Quando una misteriosa minaccia si abbatte sui regni, le principesse e Neil dovranno fare il possibile per evitare che i più segreti misteri del regno vengano portati alla luce rischiando una nuova e sanguinosa guerra. Ma il nemico potrebbe essere più vicino, misterioso e pericoloso di quanto chiunque potrebbe aspettarsi.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Comportamento impeccabile

 

Nives aveva passato l’intera notte a progettare il da farsi, poi Neil era andato via, questa volta definitivamente, e da quel momento se la sarebbe dovuta cavare da sola.

Beh, non del tutto da sola, dato che con lei ci sarebbero stati i suoi fratelli acquisiti, le sue cuginette, e Gunnar, principalmente.

Il fedele lupo bianco era rimasto al suo fianco tutta la notte, a darle conforto e a farla sentire protetta.

Ed era al suo fianco anche adesso che si era vestita ed era scesa in sala da pranzo per fare colazione.

-Nives, tesoro. Finalmente sei arrivata. Stavamo aspettando te- la voce civettuola di zia Berglind la accolse nell’istante in cui aprì la porta, e Nives fece del suo meglio per non alzare gli occhi al cielo.

Era un orario perfettamente accettabile per fare colazione, di solito la contessa era anche più ritardataria.

Ma quel giorno avevano ospiti, quindi doveva esibire un comportamento impeccabile e un’etichetta da manuale.

Nel momento stesso in cui Nives entrò del tutto, fece un inchino.

-Chiedo scusa per l’attesa, ma volevo apparire al meglio per i nostri graditi ospiti- spiegò, avvicinandosi poi con eleganza e sedendosi correttamente alla destra di sua zia, vicino alla cuginette, che la fissarono piuttosto confuse ma non obiettarono.

Berglind sorrise, soddisfatta.

-Non preoccuparti, cara. Ora che siamo tutti qui possiamo cominciare con la colazione- la contessa chiamò Olafur e in poco tempo i pinguini maggiordomi iniziarono a servire le pietanze.

Nives si guardò intorno, squadrando i suoi pretendenti, e chiedendosi da chi avrebbe potuto cominciare nella manovra di esclusione.

Il piano era semplice e allo stesso tempo di difficile realizzazione: doveva spingere tutti i pretendenti a ritirarsi mostrando a zia Berglind che non era, assolutamente, colpa di Nives, ma solo ed esclusivamente perché erano loro a non essere all’altezza della corte.

Pertanto per tutto il tempo lei sarebbe dovuta essere impeccabile, amabile, e noiosa.

Neil le aveva condiviso tutte le sue impressioni dei pretendenti, e durante la notte Nives le aveva unite alle proprie, e avevano una strategia un po’ per tutti.

L’elfo sarebbe stato facile. Zia Berglind non lo voleva come pretendente, era chiaro, e sarebbe stato il razzismo della contessa a portarlo via. L’unica cosa che Nives doveva fare era comportarsi bene per evitare incidenti diplomatici, e trattarlo con rispetto, cosa che le sarebbe venuta abbastanza naturale.

Dopotutto lo odiava in quanto pretendente, non in quanto elfo. Non aveva alcuna discriminazione verso di lui.

Al momento Lorann stava osservando intorno a lui con espressione sfuggente ma che sembrava quasi seccata, o confusa.

Non era prioritario liberarsi di lui.

Nives si concentrò sugli altri.

Il principe Wintur del regno dei Draghi stava parlando amabilmente con Purotu, che sembrava affascinato dalle sue storie. Probabilmente parlavano di draghi. Sembrava un tipo affabile e gentile. Ed era decisamente una persona che era meglio non avere come nemico, quindi Nives doveva stare molto attenta a come approcciarlo, ed era meglio conoscerlo meglio prima di mettere in atto una qualsiasi strategia.

Il suo sguardò si posò su Johannes, il principe dei laghi scintillanti, che mangiava il suo pasto con schiena dritta, etichetta perfetta, e lanciando un’occhiata sdegnosa al suo vicino di posto, senza però darlo troppo a vedere.

Secondo Neil, Johannes era l’avversario più temibile con la strategia del comportamento impeccabile.

Se la rigidità totale andava bene per allontanare le persone normali, quel principe sembrava più fissato con le buone maniere di zia Berglind, quindi se Nives fosse stata troppo perfetta, avrebbe potuto incoraggiarlo.

Doveva giocarsela bene, e attuare una strategia diversa in modo molto più cauto.

Infine, Nives lanciò un’occhiata al vicino di posto di Johannes, colui che stava ricevendo delle occhiatacce da quest’ultimo.

Il principe Cromwell del regno vulcanico stava mangiando a bocca aperta, seduto scomposto, ignaro di qualsiasi etichetta o regola.

Lui era la preda perfetta.

Se Nives si giocava bene le sue carte, sarebbe scappato dal palazzo entro il tramonto.

E zia Berglind non avrebbe avuto niente da rimproverare a Nives.

La principessa sorrise appena tra sé, sentendosi un po’ più speranzosa, e finalmente abbassò lo sguardo verso il proprio piatto.

Ma solo un istante, perché una voce le fece immediatamente risollevare la testa verso l’unica persona che non aveva osservato al tavolo.

-Principessa Nives, vi auguro buon appetito- le sorrise il principe Hansen delle isole del nord.

Un pretendente così insignificante che Nives lo aveva quasi dimenticato, perché era stato già eliminato nella sua testa.

Era dal lato opposto rispetto a lei, il più lontano possibile da Gunnar, che al contrario lo fissava con attenzione da quando erano entrati.

-Vi ringrazio, principe Hansen, anche a voi- Nives gli fece un rispettoso cenno del capo, e poi tornò a mangiare, ignorando lui e il resto dei suoi pretendenti per ciò che rimaneva della colazione.

E ignorando anche che per tutta la colazione, Hansen era rimasto fisso a guardarla, senza distogliere lo sguardo neanche un secondo.

E Gunnar fissava lui, con un senso crescente di inquietudine e preoccupazione.

Forse… forse era un pretendente da non sottovalutare.

Ma purtroppo né Nives né Neil gli avevano dato abbastanza attenzione.

 

Dopo la colazione, era il momento per Nives di conoscere meglio i pretendenti, uno ad uno.

Ma prima, purtroppo fu costretta a salutare i suoi fratelli, dato che la contessa Berglind aveva dato l’ordine che tornassero a casa.

Nessuno era d’accordo, ma la scusa della zia era stata che il palazzo stava ospitando già troppe persone, e che soprattutto i contatti e i viaggi tra i regni erano proibiti per OGNI membro della famiglia reale, e non solo le principesse.

Nives avrebbe voluto obiettare e tenere i fratelli vicini, almeno per qualche altro giorno, ma fu costretta a restare in silenzio, salutare un dispiaciuto Naehu e un furioso Purotu, e iniziare quella tortura infernale dei pretendenti.

Rientrò al castello con un’idea in mente e piani malvagi da attuare.

Ma prima che potesse trovare il principe Cromwell, la sua prima vittima, uno starnuto molto fragoroso la fece sobbalzare appena.

-Principessa Nives, bentornata! Eh… speravo che potessimo passare un po’ di tempo insieme. Una passeggiata tra i ghiacci, o un giro del castello. Non ho mai visto niente del genere e ne sono davvero affascinato- la accolse il principe Hansen, prendendo un fazzoletto e soffiando il naso rosso.

Gunnar lo fissava con estremo fastidio, e Hansen fece un passo indietro, allontanandosi dal lupo del quale era allergico.

-Oh… ehm…- Nives era in difficoltà. Aveva progettato di portare il principe Cromwell ai vulcani, ma non lo vedeva da nessuna parte, e zia Berglind era nella stanza, e la guardava con aspettativa.

Doveva esibire un comportamento impeccabile.

…un comportamento impeccabile.

Sarebbe andata ai vulcani nel pomeriggio, non andavano da nessuna parte.

Nives sorrise con eleganza.

-Mi sembra una splendida idea, principe Hansen. Questo castello in effetti ha una storia davvero particolare, e mi onora il vostro interessamento alla sua architettura. La prego, mi segua pure- Nives optò per la seconda opzione proposta.

Sarebbe servito a dimostrare al principe Hansen che erano del tutto incompatibili. Non sarebbe riuscito a fare due passi senza soffrire per l’allergia, soprattuto con Gunnar al suo fianco.

-Ehm… posso chiederle di congedare il vostro… lupo?- la richiesta del principe Hansen, fatta con imbarazzo e seguita da un nuovo starnuto, fece irrigidire Nives completamente.

Lanciò un’occhiata a zia Berglind, che non si stava perdendo una parola né una mossa della nipote.

-Temo che ciò non sia possibile, principe Hansen. Vedete, Gunnar è la mia guardia del corpo, e non posso separarmi dalla mia guardia del corpo- provò a rifiutare la sua richiesta nel modo più elegante e gentile che conoscesse.

-Mi sembra giusto, ma… siamo all’interno del vostro castello, e in mia compagnia. Posso proteggervi io, e dubito che qualche nemico possa entrare in questo ben protetto castello- provò ad obiettare Hansen, educatamente, ma anche insistentemente.

Era molto più insistente di quanto Nives pensasse.

Qualcosa, nel suo atteggiamento e nel suo sorriso, la mise parecchio a disagio, anche se non avrebbe saputo dire esattamente cosa.

E nonostante il cambiamento dei suoi gesti e della sua espressione fu quasi nullo, Gunnar se ne accorse, e si mise a protezione, lanciando a Hansen un’occhiata minacciosa.

Hansen sobbalzò ed indietreggiò.

-Mi sta… ringhiando contro? Mi dispiace, lupo, lo chiedo solo perché sono allergico, tutto qui- si mise subito sulla difensiva, starnutendo nuovamente.

-Non ha ringhiato!- obiettò Nives, lanciando un’occhiata allarmata verso Berglind, che aveva incrociato le braccia e non sembrava molto contenta.

Comportamento impeccabile… comportamento impeccabile.

Nives sorrise affabile.

-È solo un po’ protettivo e non è abituato a così tante persone nel palazzo. Ma posso congedarlo per un po’, mentre esploriamo il castello, principe Hansen- alla fine acconsentì alla richiesta, e Gunnar le lanciò un’occhiata ferita e preoccupata.

Nives ricambiò con uno sguardo che voleva dire “Mi dispiace, ma devo farlo, non preoccuparti per me”, e alla fine il lupo si allontanò dalla padrona per lasciare spazio a Hansen di avvicinarsi.

Nives sentì il disagio aumentare mano a mano che il suo fedele lupo di allontanava, e quel principe patinato si avvicinava. Come se temesse che non avrebbe più visto Gunnar.

No, non doveva farsi prendere dal panico. Nessuno l’avrebbe mai allontanata dal suo fedele lupo bianco, e nessuno avrebbe mai allontanato il lupo da lei.

Il loro rapporto era troppo forte, troppo importante.

Eppure… Hansen e Berglind erano riusciti a metterla in un angolo e a tenerla lontana.

Beh, era solo per una breve visita al castello, nulla di più.

Comportamento impeccabile… comportamento impeccabile…

 

Dopo quell’imprevisto, i giorni successivi passarono nel migliore dei modi.

Entro il tramonto del primo giorno, dopo una breve visita ai tre vulcani del regno dei ghiacci, il principe Cromwell aveva fatto una scenata verso zia Berglind lamentandosi dei modi pomposi e delle regole intransigenti, e aveva deciso di ritirarsi dalla scelta dei pretendenti.

Zia Berglind si era talmente seccata per il suo comportamento, che non aveva minimamente pensato ad incolpare Nives, anzi, Thina l’aveva sentita lamentarsi con Olafur e affermare che fosse una cosa positiva che se ne fosse andato, perché non era minimamente all’altezza.

Nives era comunque riuscita ad evitare incidenti diplomatici salutandolo con grandi cerimonie.

Il secondo giorno, durante una passeggiata nel giardino esterno del palazzo in compagnia del principe Wintur, quest’ultimo aveva preso da parte Nives e le aveva chiesto con un gran sorriso incoraggiante se la stavano forzando a sposarsi, offrendo il proprio aiuto nel caso Nives avesse voluto evitare il matrimonio. 

Nives era rimasta piuttosto sorpresa dalla sua proposta, e si era guardata intorno per essere sicura che non fosse una trappola di qualche tipo, ma notando che Gunnar era molto tranquillo, aveva deciso di fidarsi.

Non aveva detto molto, tranne che sua zia aveva organizzato tutto contro la sua volontà, e aveva mentito dicendo che non voleva provocarle dispiacere perché era anziana e fragile. Wintur non era sembrato molto convinto dalla scusa, ma si era comunque offerto di ritirare la propria proposta di matrimonio in modo che la contessa non potesse incolpare Nives in alcun modo, e la sera stessa era salito in groppa al suo drago e se n’era andato con la scusa che il suo regno era in guerra e serviva il suo aiuto. Zia Berglind, che non avrebbe mai accettato di entrare nuovamente in guerra, l’aveva lasciato andare senza tante cerimonie, e l’aveva cancellato febbrilmente dalla lista di possibili pretendenti.

Il principe Wintur aveva salutato Nives con un occhiolino e la promessa di scriverle per restare amici e alleati. Si era rivelato decisamente il pretendente migliore.

Il terzo giorno zia Berglind aveva provato a proporre a Nives di accompagnare i tre pretendenti rimasti al Grande Albero, il luogo più importante, sacro e segreto del Regno dei Ghiacci Eterni.

Nives le avrebbe voluto urlare contro, ma si era mantenuta calma e paziente, e aveva rigirato la frittata commentando che Neil sicuramente sarebbe stato molto ospitale nei confronti dei pretendenti.

Rendendosi conto che se faceva incontrare i tre principi rimasti con Neil poteva salutarli tutti entro il giorno successivo, la contessa aveva cambiato idea e suggerito altre attività ricreative.

Nives però non si era lasciata sfuggire che il principe Johannes era rabbrividito appena a sentire parlare di alberi, terreno e natura incontaminata, pertanto Nives aveva passato il resto del pomeriggio con lui, intenta a sistemare il giardino esterno al palazzo. Con la massima eleganza e seguendo ogni regola, gli aveva fatto capire che se fosse diventato re, avrebbe dovuto mettere spesso le mani nella terra.

Il principe Johannes era andato via il giorno successivo commentando che sebbene la principessa fosse straordinaria, fine ed elegante, i regni erano troppo incompatibili per essere uniti, e lui aveva troppi doveri a casa per lasciarla troppo a lungo.

Zia Berglind ci era rimasta malissimo, dato che sembrava puntare molto verso Johannes, ma non aveva avuto niente da recriminare a Nives, dato che il principe l’aveva riempita di lodi.

Era arrivata la fine del quarto giorno, e restavano due finalisti: il principe Lorann del regno degli elfi dell’acqua, e il principe Hansen delle isole del nord.

Un elfo che sua zia le avrebbe impedito di sposare, e con il quale non aveva mai interagito da sola; e… un tipo allergico al pelo dei lupi, che però girava sempre intorno alla principessa.

Il principe Hansen era una persona particolare, insistente, e non sembrava semplice liberarsi di lui.

Nei quattro giorni passati insieme in stretto contatto, Hansen era riuscito a passare ore intere con la principessa, che torchiava in ogni momento libero. E Nives non era mai riuscita a dire di no alle sue richieste, perché erano formulate in modo impeccabile, ed erano sempre esplicitate davanti a zia Berglind o quando Nives non aveva modo o motivo di rifiutare.

E ogni volta l’aveva allontanata da Gunnar, in un modo o nell’altro.

La sua allergia non sembrava impedirgli di andare in giro per il castello indisturbato, ma era sempre abbastanza da allontanare la principessa dalla sua guardia del corpo.

E ogni volta che Nives si trovava sola in sua compagnia, si sentiva sempre costantemente in pericolo.

Come se si aspettasse che il principe avrebbe tirato fuori una spada da un momento all’altro, ponendo fine alla sua vita.

Eppure non faceva assolutamente niente di sospetto.

Era sempre gentile, servizievole, un vero gentiluomo. Si erano ritrovati a parlare di letteratura, di botanica, e di geografia. Sembrava interessato a ogni hobby di Nives, era un esperto di etichetta senza essere troppo bacchettone, e aveva anche stretto amicizia con i pinguini, con le cuoche e con Olafur. 

Persino Thina e Tallia si trovavano bene in sua compagnia, e zia Berglind lo adorava alla follia. 

L’unica persona che non riusciva proprio a tollerare la sua compagnia, e che non riusciva a trattenersi dal guardarlo storto ogni volta che si trovavano nella stessa stanza, era Gunnar.

E Nives si fidava del giudizio di Gunnar verso le persone.

Era sempre stato protettivo nei suoi confronti, ma mai possessivo, quindi Nives escludeva che potesse odiarlo solo perché li allontanava. No, se Gunnar era aggressivo e diffidente nei confronti di Hansen, c’era un motivo specifico.

Solo che nessuno dei due riusciva esattamente a capire cosa non ci fosse in lui.

Al momento Nives era riuscita a ritagliarsi un po’ di tempo da sola, ed era in biblioteca con Gunnar con la scusa di leggere un libro in pace prima di cena. Presto sarebbe dovuta tornare in camera per prepararsi, ma non ne aveva affatto voglia, e si stava godendo il silenzio pacifico di uno dei suoi luoghi preferiti di tutto il castello.

Aveva pregato Haldorr di coprirla nel caso fosse venuto qualcuno dei pretendenti a cercarla, e sperava di riuscire a stare almeno cinque minuti senza l’insistente pressione di Hansen addosso.

-Buonasera, Haldorr. Per caso avete visto la principessa Nives? La sto cercando- neanche il tempo di finire quella frase, che Nives sentì la ormai inconfondibile voce irritante del principe delle isole del nord all’ingresso della biblioteca.

Trattenne il respiro, si nascose dietro uno scaffale con Gunnar, e pregò che Haldorr la coprisse.

Cinque minuti! Era troppo chiedere cinque minuti con Gunnar da passare in pace?!

-Mi dispiace ma non l’ho vista in biblioteca. Forse è già tornata in camera per prepararsi per la cena- Haldorr, per fortuna, la coprì.

-Oh, capisco. Una bellezza così impareggiabile ha bisogno sicuramente di molte cure. Posso comunque approfittare per dare un’occhiata? Questa biblioteca è così immensa e piena che non ho ancora avuto occasione di vedere tutti i libri- il principe Hansen sembrò arrendevole, ma cercò comunque occasione per indagare.

Nives si sentiva un animale in trappola.

Non voleva assolutamente essere trovata, non poteva dare l’impressione che si stesse nascondendo, e di certo non voleva mettere nei guai Haldorr, che era stato così gentile da coprirla.

-Eh… certo che potete, vostra maestà. Posso consigliarvi la sezione dei mammiferi marini? Sono certo che nel suo regno il mare è molto importante e ben esplorato- Haldorr fu servizievole come suo solito, ma cercò di spostare il principe il più lontano possibile da Nives, che si guardò intorno in cerca di un percorso da usare per uscire dalla biblioteca senza essere vista.

Gunnar attirò la sua attenzione dandole qualche colpetto con la zampa sulla mano, e poi indicò col muso una direzione. A pochi metri da lì c’era un passaggio segreto che portava dritto al corridoio di camera sua.

L’agitazione glielo aveva fatto passare di mente.

Diede una carezza sul capo di Gunnar e iniziò ad avviarsi verso il passaggio segreto, stando bene attenta a non farsi notare da Hansen, che stava venendo portato lontano da Haldorr nonostante non fosse poi così interessato ai mammiferi marini.

Nives era così attenta ad assicurarsi di non far rumore e a controllare il principe Hansen, che non si accorse minimamente di ciò che era davanti a lei.

Gunnar provò ad avvertirla e a fermarla, ma era ormai troppo tardi.

Girando l’angolo e uscendo da dietro uno scaffale per nascondersi vicino a un altro, si ritrovò faccia a faccia con un silenzioso principe Lorann. L’elfo era seduto su una poltrona e leggeva tranquillamente un libro.

Si fissarono per qualche secondo, e Nives fu presa per un attimo dal panico.

Avrebbe voluto ignorarlo e correre verso il passaggio segreto, ma sarebbe stato troppo scortese. Però salutarlo l’avrebbe fatta sentire da Hansen e Haldorr, dando via la propria presenza lì e costringendola a salutare anche l’altro pretendente.

Si sentiva completamente con le spalle al muro.

Ma durò pochi secondi.

Perché Lorann tornò con la testa sul suo libro, facendo finta di nulla e restando in silenzio assoluto.

Dopo qualche altro secondo dove l’elfo non diede segno di aspettarsi una conversazione o un saluto, Nives lo prese come un segnale ad andarsene da lì il prima possibile e senza emettere un fiato.

Riuscì ad imboccare il passaggio segreto con Gunnar, chiuderselo alle spalle, e arrivare in camera sua senza incontrare nessuno, per fortuna.

Una volta al sicuro nel suo rifugio dove nessuno poteva entrare, Nives tirò un sospiro di sollievo, e si sentì finalmente al sicuro.

Era assurdo che non si sentisse più a suo agio nel suo stesso palazzo a causa di un principe insistente e fastidioso.

Si sedette a terra, sul suo prezioso tappeto, e sbuffò, seccata per la situazione.

Gunnar le si mise accanto, e posò la testa sulle sue gambe.

Nives lo accarezzo con dolcezza.

-Grazie, senza di te sarei andata nel panico- ammise, sentendosi una principessa davvero inadeguata, che si preoccupava e spaventava per un nonnulla.

Lei, che aveva la nomea di essere la principessa di ghiaccio impossibile da sciogliere o rompere.

Nomea completamente immeritata, dato che non riusciva a ribellarsi a sua zia, né a dire di no ad un pretendente insistente. 

Gunnar guaì piano, per mostrarle partecipazione.

-Pensi che possiamo fidarci del principe Lorann?- chiese la principessa al lupo, che la guardò attentamente e annuì con solennità.

Nives si sentì un po’ meglio.

-Sembra una persona a modo. Anche se è strano che stia ancora qui quando è evidente che non è interessato al matrimonio- commentò, iniziando a riflettere.

Probabilmente se gli avesse parlato chiaramente se ne sarebbe andato senza nessun problema, un po’ come Wintur, ma Nives sperava che restasse un altro po’, almeno finché non avesse trovato il modo di scollarsi il principe Hansen di dosso, perché temeva che se fosse rimasto solo lui, zia Berglind avrebbe insistito per farli sposare immediatamente, senza aspettare neanche una settimana, e Nives non poteva permetterlo.

Quindi la presenza di Lorann le faceva molto comodo.

Anche se non capiva minimamente perché restasse a palazzo…

-Passa tutto il giorno in biblioteca- una voce proveniente da sotto il letto la fece sobbalzare, ma dato che Gunnar non si era mosso per tutto il tempo, Nives ci mise un centesimo di secondo a riconoscerla e a calmarsi.

-Thina! Cosa ci fai qui?!- chiese rivolta a sua cugina, che fece spuntare la testa da sotto il letto con una risatina.

Thina aveva nove anni, un carattere abbastanza mite, e una passione per mimetizzarsi per i corridoi del castello e origliare le conversazioni altrui.

A giudicare dalla faccia colorata, i vestiti in tinta e i capelli legati all’indietro, era probabilmente reduce di una di queste missioni.

-Mi sono nascosta perché zia Berglind mi aveva quasi beccato- spiegò la bambina, tradendo un leggero tremore nella voce.

Zia Berglind non approvava quel tipo di passione, ben poco signorile.

E poi odiava venire osservata.

Nives incoraggiò la cugina a raggiungerla sul tappeto, e Thina si affrettò ad eseguire e accoccolarsi vicino a Gunnar, che le scompigliò appena i capelli con la zampa, affettuosamente e giocosamente.

-Tu sapevi fin dall’inizio che Thina era sotto il letto, vero?- chiese Nives, colta da un dubbio, lanciando al lupo un’occhiataccia.

Gunnar distolse lo sguardo, facendo il vago.

-Traditore! Mi hai fatto parlare da sola tutto il tempo senza neanche avvertirmi- ostentando offesa, Nives si allontanò dai due, incrociando le braccia.

-Ma non parli mai da sola. Tu parli con Gunnar- obiettò Thina, accarezzando il lupo e sporcandolo di trucco. Al lupo non sembrò pesare affatto.

-Per fortuna tu non mi giudichi- Nives osservò intenerita la cuginetta. Le voleva un bene davvero infinito, ed era felice che avesse un rapporto così stretto con la sua guardia del corpo, e con lei.

Le tre cugine erano davvero molto unite, ed erano grandissime alleate per qualsiasi cosa.

-Perché dovrei? Gunnar è così umano. Ti capisce sempre, e ti risponde sempre. È il lupo migliore del mondo!- affermò Thina con sicurezza, guardando Gunnar con ammirazione.

Il lupo distolse lo sguardo, chiaramente imbarazzato e anche un po’ commosso.

Nives adorava quando tirava fuori il suo lato tenero e affettuoso, e lo faceva con pochissime persone al mondo. Si sentiva fortunata di essere tra di esse.

-Già… è il lupo migliore del mondo…- Nives gli accarezzo il muso, costringendolo a guardarla. Il suo sguardo era pieno di in qualche tipo di aspettativa. Poi Nives lo spinse a tradimento -…ed è un grande traditore!- 

Gunnar sembrò davvero offeso, ma anche divertito, e dopo qualche secondo, tutti e tre scoppiarono a ridere.

Beh, non che Gunnar potesse ridere, ma fece l’equivalente canino della risata.

Era la prima volta che Nives rideva così liberamente da quando aveva scoperto del matrimonio combinato.

E ovviamente era tutto merito di Gunnar.

Era veramente l’unico che riuscisse a farla sentire bene, al sicuro, e ottimista, anche quando tutto intorno a lei sembrava insostenibile.

Non avrebbe mai rinunciato a lui, mai!

Se solo fosse stato umano.

Nives si ritrovava spesso a fantasticare su questa possibilità.

E si sentiva davvero stupida a pensarci.

Eppure Gunnar era così umano, nei modi, nei gesti e nella personalità, che sembrava impossibile credere che fosse davvero solo un grande lupo bianco.

Nives cercò di non pensarci, e si guardò intorno.

-È quasi ora di cena, dovremmo prepararci- incoraggiò Thina ad alzarsi, e cercò un fazzoletto per aiutarla a pulirsi tutto il trucco mimetico.

Gunnar le venne nuovamente in aiuto prendendo dell’acqua fresca e porgendogliela.

-Allora… cosa hai scoperto durante la tua esplorazione?- indagò Nives, mentre le puliva il viso.

-Il principe Lorann è sempre in biblioteca a leggere tanti libri sulla storia dei cinque regni e sulla natura. Mentre il principe Hansen è sempre in giro per il castello, sembra quasi cercare qualcosa- spiegò Thina, facendo il resoconto

-Probabilmente me- borbottò Nives, rabbrividendo.

-Non lo so, ieri notte…- Thina cominciò a raccontare, ma si interruppe di scatto e si mise una mano alla bocca, come se si fosse lasciata sfuggire qualcosa di importante e super segreto.

Nives scattò sull’attenti.

-Ieri notte? Cosa è successo ieri notte?- chiese, iniziando a pressare la cugina, curiosa.

-Niente!- arrivò una voce dall’armadio, che fece sobbalzare sia Nives che Thina.

Gunnar, al contrario, tranquillo come non mai, andò all’armadio e aprì l’anta, dalla quale ruzzolò fuori Tallia, che fu prontamente afferrata dal lupo prima che potesse cadere a terra.

-Grazie Gunny- lo accarezzò la bambina di cinque anni, prima di rimettersi in piedi e togliersi la polvere dal vestito.

-Cosa ci facevi nel mio armadio?- chiese Nives, sorpresa.

-Beh… sono venuta nella tua stanza per aiutarti con i capelli ma non c’eri, così ti ho aspettato, e quando ho sentito la porta aprirsi mi sono nascosta per evitare che la zia mi scoprisse. E poi mi sono addormentata e mi sono svegliata con il suono del tradimento!- Tallia lanciò alla sorella maggiore un’occhiata sdegnata.

-Non stavo dicendo niente, giuro!- Thina era arrossita e sembrava colpevole. Si era nascosta dietro Nives come a farsi proteggere.

Nives intuì che qualsiasi cosa fosse successa la scorsa notte, era Tallia ad essere coinvolta, e aveva detto tutto a Thina con la promessa di mantenere il segreto.

-Ragazze, non litigate. Perché tutta questa segretezza, Tallia, non ti fidi più di me?- Nives fece degli occhioni da cucciolo verso la cuginetta, che abbassò lo sguardo.

-Non è questo, ma…- Tallia sembrava incerta.

-Che ne dite di fare un patto a tre?- propose Nives, sollevando le mani verso le cuginette.

Il patto a tre era una tradizione che aveva inventato qualche anno prima. Ogni volta che c’era un segreto da condividere, le cugine si prendevano per mano, si mettevano in cerchio e facevano un rituale per assicurarsi che nessuna delle altre rivelasse tale segreto a qualcuno, soprattutto a zia Berglind.

Le rassicurava molto, e permetteva a tutte e tre di sfogare le proprie frustrazioni e ansie senza temere alcun giudizio.

Le cugine accolsero la proposta, e dopo un importante giuramento di segretezza, si sedettero a terra per sentire ciò che era successo la notte precedente.

Gunnar non era compreso nel giuramento a tre, ma Tallia acconsentì a farlo restare ad ascoltare, perché dopotutto era un lupo, e non poteva parlare. E poi si fidava più di lui che di Nives e Thina, a momenti. E faceva bene, come dimostrava il fatto che nonostante sapesse che Tallia era lì fin dall’inizio, non l’aveva fatta scoprire.

-Okay… lo ammetto… ieri notte sono uscita dalla camera a prendere un bicchiere d’acqua- dopo parecchi secondi di esitazione, Tallia svelò il grande segreto.

Nives diede sfoggio a tutto il suo autocontrollo per restare impassibile.

Una parte di lei voleva ridere per quanto fosse sciocco preoccuparsi tanto per una cosa così semplice.

Un’altra parte voleva urlare perché non era accettabile che una bambina di cinque anni fosse così terrorizzata dalla zia da temere di confessare di essere andata in giro per casa sua di notte per prendere un bicchiere d’acqua.

Era una delle regole principali del castello: mai uscire di notte!

E Nives non aveva mai capito perché zia Berglind fosse così fissata con tale regola, anche se sospettava fosse principalmente perché non voleva doversi preoccupare di loro una volta che il sole era calato e le candele erano spente.

Era una donna troppo impaziente.

-E cosa è successo?- Nives cercò di non pensare ai divieti e alle regole, e concentrarsi sul racconto, incalzando la cuginetta.

-Stavo per arrivare in cucina quando ho sentito dei passi, così mi sono nascosta. Pensavo fosse Arla che è sempre sonnambula a quest’ora. Ma mi sembravano passi più pesanti, e quando mi sono sporta dal mio nascondiglio per controllare, ho visto che era un uomo, e mi sembrava proprio il principe Hansen- spiegò Tallia, con voce leggermente tremante.

-Era in giro di notte, il principe Hansen?- chiese Nives, sorpresa.

La regola di non andare in giro si applicava anche sugli ospiti. 

Se Nives riusciva ad incastrarlo e a far scoprire le sue malefatte a zia Berglind… forse sarebbe stato lei a cacciarlo dal palazzo.

Anche se non era detto, dato che tendeva a passare oltre agli sgarbi degli ospiti.

-Sì… si guardava intorno, e sembrava cercare qualcosa- spiegò Tallia, offrendo dettagli.

-Cercare qualcosa? Tipo cosa?- indagò Nives, iniziando ad avere un piccolo dubbio.

-Non lo so… tastava in giro, come se cercasse qualche nascondiglio segreto o una porta nascosta. Guardava dietro i ritratti e sotto i vasi… cose del genere- spiegò Tallia, alzando le spalle.

Il cuore di Nives perse un battito, mentre un terribile pensiero le risaliva alla mente.

La lastra d’argento…

Ma non era possibile che cercasse proprio quella!

Nessuno era a conoscenza dell’esistenza di quel potente oggetto magico. Era un segreto che solo lei, le sue sorelle, e suo padre conoscevano.

Infatti Nives, così come tutte le sue sorelle, custodiva un pezzo della canzone del sonno, che era stata utilizzata da suo padre per addormentare il vecchio re e tutta la sua corte, alla fine della guerra. Un piccolo incantesimo per far tornare la pace.

Un sacrificio per salvare migliaia di persone.

Se un giorno le lastre fossero state riunite, il re malvagio si sarebbe potuto risvegliare, quindi Nives non poteva permettere che finisse nelle mani sbagliate, e l’aveva nascosto in un luogo segretissimo, che solo lei conosceva.

Non era possibile che Hansen cercasse la lastra, giusto? 

Eppure… sembrava una risposta logica al senso di inquietudine che l’aveva assalita ogni volta che si era ritrovata in sua compagnia.

Le sue domande, il suo atteggiamento, e ora questi giri notturni…

-Gunnar, avverti gli altri lupi di stare attenti, questa notte, e riferiscimi se scopri qualcosa- ordinò Nives al suo fedele compagno, che annuì, e sembrava preoccupato quanto lei. 

Un conto era affrontare dei pretendenti pomposi, un conto era dover stare attenta al più grande segreto del suo regno.

Nives cercò di non pensarci. Non c’era molto che potesse fare oltre ad aspettare aggiornamenti e sperare di non venire costretta a sposare proprio lui.

Sperava sempre di più che il principe Lorann sarebbe rimasto abbastanza da permetterle di liberarsi prima di Hansen. Non poteva proprio rischiare che rimanesse solo lui.

Lo aveva decisamente sottovalutato.

Nives e le cuginette si prepararono, e poi uscirono dirette verso la sala da pranzo.

Una volta fuori dalla porta, però, Nives si ritrovò davanti l’ultima persona che si sarebbe aspettata di incontrare.

L’unica che non l’aveva mai cercata fino a quel momento, ma che sembrava aspettarla appoggiata al muro e con lo sguardo fisso verso la finestra.

-Principe Lorann, che sorpresa- lo accolse, con un piccolo inchino.

-Buonasera principe Lorann- lo salutarono anche le due cugine, imitando la cugina maggiore.

-Buonasera anche a voi, principessa, e a voi, contessine- Lorann ricambiò l’inchino, e poi sollevò lo sguardo su Nives. L’espressione era seria, fredda, e indecifrabile.

-Thina, Tallia, perché non mi precedete in sala da pranzo? Devo conferire con il nostro gradito ospite- Nives si rese conto che voleva parlarle, e mandò le due bambine davanti a lei.

Le ragazzine salutarono ed eseguirono.

Poi la principessa lanciò a Gunnar un’occhiata incerta.

Gunnar le restituì lo sguardo. Sembrava allertato anche lui, e non voleva lasciare Nives sola.

-Non vi preoccupate, principessa Il lupo può restare. Io non ne sono allergico e non mi crea alcun disturbo. Anzi, apprezzo particolarmente la vostra attenzione verso il popolo animale e naturale. È una dimostrazione di grande cuore- Lorann sembrò leggerle nel pensiero, e e fece un cenno di rispetto verso Gunnar, che ricambiò, parecchio sorpreso.

Anche Nives era sorpresa.

-Oh… vi ringrazio molto, principe Lorann- non si aspettava minimamente delle parole così positive. Non avevano avuto molte interazioni nei giorni passati.

-Non era una lusinga, solo un dato di fatto, non lo prendete come complimento- Lorann scosse la testa.

-D’accordo, principe Lorann, chiedo scusa per la mia arroganza- provò a offrire Nives, senza sapere bene cosa dire.

-Andando dritti al punto. Correggetemi se sbaglio, ma sono dell’impressione che vi sia rimasto un solo pretendente, e che non siete minimamente intenzionata a sposarlo- Lorann andò dritto al punto senza troppi fronzoli.

Nives si finse incredula.

-Siete ancora in due, principe Lorann- disse con ovvietà, ostentando confusione.

-Non ho la minima intenzione di sposarvi, principessa Nives. Non ne ho mai avuto intenzione, fin dal principio. Ho accettato l’invito solo per curiosità. Mi chiedevo perché un regno così contrario alla magia avesse invitato un popolo che usa la magia nella vita quotidiana. Sono stato molto attento ad aderire ai vostri usi e costumi durante questi giorni per non farvi torto, ma le nostre culture sono troppo incompatibili per un matrimonio. Inoltre non è abitudine degli elfi costringere qualcuno a sposarsi, anche se è della famiglia reale- spiegò Lorann, in tono completamente impassibile, come se stesse enunciando una ricetta di cucina.

Nives si guardò discretamente intorno per accertarsi che non ci fosse nessuno ad osservarli, ma il corridoio sembrava vuoto.

-Neanche il più abile controllore del vento potrebbe ascoltare la nostra conversazione, principessa, non vi preoccupate- Lorann sembrò nuovamente leggerle nel pensiero, e Nives assunse un’espressione di ghiaccio.

Le riuscivano molto bene.

-Perché siete rimasto, se non avete mai avuto intenzione di sposarmi?- chiese, squadrandolo con attenzione -Gli elfi sono molto pratici, non fanno mai niente per niente- 

-È una grande generalizzazione, ma non è errata. E penso che valga per ogni essere vivente di questo mondo, temo. Sono rimasto per curiosità, perché la vostra biblioteca è la più interessante e fornita che io abbia mai visto, e perché volevo chiedervi un favore, principessa Nives- 

-Un favore? Che genere di favore?- indagò Nives, interessata ma anche pronta a fare un passo indietro.

Non si sarebbe fatta fregare di nuovo.

-Vorrei vedere il Grande Albero- rispose Lorann, con sicurezza.

Nives indurì lo sguardo.

-Il Grande Albero è il tesoro più importante e prezioso del regno. Non posso rivelarne la posizione ad estranei- scosse la testa.

-Non voglio che mi riveliate la posizione. Sono pronto a tenere una benda sugli occhi e a lasciarmi guidare dai lupi, se volete. E non ho alcun intento riprovevole nei confronti dell’albero. Sono solo curioso di vederlo. È un albero unico nel suo genere, e sono un grande appassionato di botanica- Lorann sembrava sincero, e sorrise appena al pensiero.

-Oh, capisco… cosa offre in cambio di un onore così grande?- Nives però non era arrendevole.

Lorann accennò un sorriso.

-Resterò qui finché non avrete trovato il modo di liberarvi del vostro ultimo pretendente, e poi annuncerò il mio ritiro dalla competizione per la vostra mano. Se me ne andassi adesso temo che finireste sposata al principe Hansen prima che io riesca a tornare nel mio regno- spiegò il proprio piano.

Nives non era nelle condizioni di rifiutare.

E poi l’accordo le giovava.

Se andava al Grande Albero, avrebbe potuto vedere Neil, e Neil avrebbe potuto darle una mano con Hansen.

-D’accordo, principe Lorann, organizzerò una spedizione nei prossimi giorni- sollevò una mano per sancire il patto, e l’elfo gliela strinse con un sorriso complice.

-È un piacere fare affari con voi, principessa. A scanso di equivoci… spero davvero che non sarete costretta a sposarvi contro la vostra volontà, e sono sinceramente intenzionato a restare vostro alleato, anche quando tutto ciò sarà finito. Non nutro molta simpatia per vostra zia, né per alcune… tradizioni dei vostri regni, ma provo una grande stima nei vostri confronti. Siete una principessa in gamba e giusta, che diventerà un giorno una grande regina- Lorann fece un altro inchino, e senza dare la possibilità a Nives di ribattere, le diede le spalle e la precedette verso la sala da pranzo.

-Credi che possiamo fidarci?- sussurrò Nives a Gunnar, dopo che fu sparito dietro l’angolo.

Gunnar valutò attentamente la situazione, poi la guardò e annuì appena.

-Beh, è la nostra migliore opzione- Nives provò ad essere ottimista, e seguì l’elfo diretta alla sala da pranzo per la cena.

 

Una regola importante del Grande Albero era di non salirci sopra, se non per raccogliere la frutta.

Non era affatto un albero fragile, anzi, i suoi rami avrebbero potuto sostenere dieci persone in una volta sola, ma era comunque un albero sensibile, e Helgi aveva sempre impedito a tutti, soprattutto a suo figlio, di sedercisi sopra.

Ma in quel momento Helgi non c’era, quindi Neil si stava godendo il vento che filtrava nella caverna e agitava le foglie più alte dell’albero, sdraiato sui suoi rami e intento a leggere un libro di poesie che gli aveva consigliato Samah e aveva preso in prestito dalla biblioteca di Arcandida.

Negli ultimi giorni non era stato molto presente, ma aveva osservato a distanza le uscite della principessa e soprattutto le partenze dei pretendenti, uno al giorno.

Non era sorpreso che Nives li avesse fatti fuori così in fretta, ma era un po’ confuso che il principe Hansen fosse ancora lì.

A meno che non fosse partito così in fretta che Neil neanche si era accordo del suo ritiro, ma lo trovava improbabile.

Neil aveva sempre avuto un sesto senso molto sviluppato. A volte gli sembrava di percepire cose che non avrebbe dovuto sapere, come se gliele consigliasse il vento.

A volte gli sembrava di riuscire quasi a parlare con le piante, o di prevedere e controllare le correnti marine.

Il fuoco non lo aveva mai spaventato, neanche da piccolo, e vedeva sempre delle immagini nelle fiamme.

Aveva imparato grazie a suo padre come ascoltare la natura, e osservarla così attentamente da ricevere segnali e aiuti.

E in quel momento il vento era inquieto.

In realtà era inquieto dall’arrivo dei pretendenti, ma in quel momento lo era ancora di più.

Beh, non c’era molto che Neil potesse fare, chiuso in quella caverna e non accettato a palazzo.

Ma era convinto che Nives sarebbe riuscita a liberarsi da sola del problema, aiutata da Gunnar, dalle cuginette, e dai frate… no, non da Purotu e Naehu, loro erano andati via.

A Neil era dispiaciuto non riuscire a salutarli, e sperava davvero che sarebbe riuscito ad andare nel regno dei coralli prima della festa del pesce d’oro, che sarebbe stata tra alcune settimane.

Cercò di non pensare al futuro, e a concentrarsi sul presente, ovvero sulla poesia che stava leggendo, una bella poesia su un fiore solitario costretto a stare dove era nato ma con il desiderio di vedere il mondo e incontrare altri fiori.

Un suono sospetto, però, attirò l’attenzione di Neil.

-Se siete i corvi rossi di Calengol, ci sono degli spicchi di mela fuori dalla grotta, vicino a un masso- annunciò, con voce monotona, girando la pagina, e senza neanche guardare.

Il suono però continuò, e Neil alzò la testa, e si guardò intorno.

Non c’era nulla fuori posto.

Poi Neil osservò meglio l’albero, e si accorse che i rami erano più agitati del solito.

Non era solo il vento il responsabile.

-Hey, tutto bene?- chiese, mettendosi seduto e posando una mano sulla corteccia, con attenzione e affetto.

Sapeva che l’albero non poteva rispondere, ma sperava comunque di ricevere qualche indicazione.

Suo padre era molto più bravo a decifrare la natura, ma anche Neil se la cavava, un po’.

E il Grande Albero era inquieto.

-Scusa se mi sono sdraiato su di te, scendo subito- provò a rassicurarlo, e iniziò a scendere, mettendo i piedi in punti specifici e il più delicatamente possibile.

L’albero però ebbe una scossa, e Neil perse l’equilibrio, rischiando di cadere.

O meglio… cadendo.

Solo che… non cadde.

Perché un ramo dell’albero si piegò ad afferrarlo al volo, e lo posò delicatamente a terra.

-G_grazie?- borbottò, sorpreso da ciò che era appena successo.

Sentiva tutto il suo corpo formicolare, e cercò di calmare il respiro.

Si allontanò appena dall’albero per controllarlo meglio. Si agitava ancora, e sembrava indicare qualcosa.

Neil controllò i rami più alti, e rimase sorpreso.

-Oh, le pesche! Sono maturate un po’ in anticipo, quest’anno- commentò sorpreso, avvicinandosi a quella zona dell’albero per controllare meglio.

Sembravano succose e perfette.

Le pesche erano il frutto più importante dei cinque regni, per dei motivi che Neil non conosceva fino in fondo. Erano importanti soprattutto nel regno del deserto, ma ognuno dei cinque regni aveva una tradizione che comprendeva delle pesche.

E nel Regno dei Ghiacci Eterni, ogni volta che maturavano nel Grande Albero, era tradizione portarne un cesto all’unico villaggio presente. 

Quell’anno, la tradizione si sarebbe svolta un po’ prima, evidentemente.

Poteva essere un’ottima occasione per Neil di andare a palazzo, e poi al villaggio, e soprattutto aiutare Nives con i due pretendenti rimasti.

Non che avrebbe avuto bisogno di aiuto probabilmente.

Ma a Neil piaceva assistere al dramma, soprattutto se agitava la contessa Berglind.

-Grazie amico! Sei stato davvero bravo quest’anno, e di certo sei abile nel leggere la situazione- lo complimentò Neil, accarezzando la corteccia dell’albero, che agitò appena le fronde, e poi dirigendosi verso i suoi attrezzi per prendere il necessario per effettuare la raccolta.

Anche se un lato di lui era ancora inquieto.

E formicolante.

E sentiva che c’era qualcosa di davvero pericoloso e minaccioso nell’aria.

E… forse anche dentro di lui.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Capitolo quasi tutto dal punto di vista di Nives, che si rivela una principessa forte, in gamba, e davvero legata al suo lupo.

È riuscita a liberarsi di quattro pretendenti su cinque, ma Hansen è davvero insistente, e non sembra un tipo che sa accettare un no come risposta.

Forse nasconde qualche intento nefasto? O magari è solo un giovane innamorato che vuole passare più tempo possibile con la sua amata… chissà.

Alla fine non è detto che cerchi niente, magari è solo sonnambulo come la cuoca Arla.

In ogni caso, speriamo che vada via il prima possibile.

E che Lorann non abbia qualche minaccioso intento a sua volta.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, era abbastanza leggero.

I prossimi saranno molto più pieni.

E non vedo l’ora di scriverli, anche se ultimamente ho molto poco tempo.

Un bacione e alla prossima! :-*

   
 
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