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Autore: Eevaa    09/07/2023    1 recensioni
Vegeta è pieno di scheletri nell'armadio. Anche se sono passati anni dalla sua vita da mercenario, gli incubi di quei giorni continuano a tormentarlo.
Oramai è abituato a quella catena attorno alla caviglia che lo tiene agganciato al passato.
Non si sarebbe mai immaginato, però, che quei fantasmi un giorno potessero assumere consistenze di realtà.
Lo sai e lo percepisci: questa volta non hai via di scampo. D'improvviso hai di nuovo sei anni e Freezer sta per portarti via tutto, tutto quello che hai, anche quello che credevi di non avere più.
[Post-Dragon Ball Super] [No Spoiler al manga]
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Broly, Goku, Nappa, Radish, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se con i crediti all'originale.
L'immagine di copertina è stata realizzata da Giosuè Graci.


 


- GHOSTS -
/how can I move on/


CAPITOLO 9
Un classico



 
È come un piccolo scoppio. Una piccola bolla di sapone che esplode. Solo questione di un frammento di secondo, lo senti forte e chiaro, poi si nasconde.
Sparisce, azzera il suo Ki. Ci impieghi poco a capire, ti si frantuma il cuore in mille pezzi.
Avresti dovuto prevederlo. Non sai come, ma avresti dovuto stare più attento. Se solo... se solo fossi stato più previdente, se solo avessi ascoltato quello che ti ha detto Cabba, il primo giorno che siete arrivati. Se solo avessi esplorato tutte le possibilità...
«K-Kakaroth!» ti lasci sfuggire.
Radish continua a fissarti, ha gli occhi spalancati. Non comprende. E come potrebbe? Un attimo prima gli stavi per dire quanto ti dispiacesse, l'attimo dopo... l'attimo dopo è stato tardi.
Non per voi, pensi. È una consapevolezza di un istante, ma che ti riporta sul piano della realtà. Afferri Radish per la maglia nera della sua armatura e lo tiri verso di te. È troppo esposto, lì.
«Azzera il tuo Ki» disponi, poi in un respiro fai lo stesso.
Radish, sbatacchiato con prepotenza giù dalla ringhiera, ti guarda come se fossi impazzito. «Ma cosa...?»
«Zitto. Con me!» sibili e, accertandoti che lui ci riesca, gli afferri una mano brutalmente e lo trascini fino a un portone vicino. Vi ci infilate dentro di soppiatto, il più possibile al riparo – anche se non esiste un posto sicuro, ora come ora – poi lo spingi dentro un pertugio, mettendolo con le spalle al muro.
«Vegeta, ma che cazzo?!» urla sottovoce, a due centimetri dal tuo naso. Il suo alito sa del dolce dentifricio che va di moda su questo pianeta.
«Chiudi il becco e stammi a sentire!» gli intimi, e nel buio i suoi occhi diventano due fessure.
«Cosa diavolo è successo? Cosa c'entra Kakaroth?» domanda infine. Sembra spaesato.
Oltre a non esserci tempo per le spiegazioni, non puoi dirgli nulla. Non perché pensi che non capirebbe, o che non lo meriti, solo... stavolta vuoi proteggerlo. Perché sai che ha la testa dura come il marmo e non ti ascolterebbe, altrimenti.

«Ti spiegherò tutto a tempo debito. Ora però tieni il Ki abbassato, prendi Nappa e scappate con la prima astronave che trovi. Chiaro?» sussurri.
«Che cosa?!» strepita Radish, ingobbito per poterti guardare dritto in faccia. È sempre stato troppo alto, rispetto a te, anche quando eravate piccoli.
«Fa' quello che ti dico! C'è qualcuno, qui...» deglutisci e ti guardi alle spalle. Non puoi più permetterti di abbassare la guardia. «Qualcuno che è forse troppo anche per me. Non avete possibilità! Tenetevi lontani».
«Ma-»
«Niente ma!» rimbecchi, spazientito. Non hai molto tempo. Non sai nemmeno se è il tempo, il tuo più serio problema.
«Perché diavolo non mi dici cosa sta succedendo? Se è troppo anche per te, forse dovremmo combattere tutti insieme» ringhia. Non sai se la sua è preoccupazione o semplicemente testardaggine, ma sei costretto a ignorarlo.
«Gli altri sanno con chi stiamo per combattere». Sarà necessario tirare fuori ogni risorsa, per far fronte a questo. Ma Radish e Nappa no. Loro sarebbero un sacrificio inutile.
«Ma perch-»
«Perché, maledetto stronzo, non voglio vederti morire di nuovo» concludi, forse a voce troppo alta. Forse avresti dovuto tenertelo persino per te, ma tanto oramai gli hai detto tutto. Ti sei mostrato per tutto quello che sei, non hai più niente da perdere. Ti guardi di nuovo alle spalle, di soppiatto, poi torni con gli occhi su di lui. Finalmente si è ammutolito, il suo sguardo ancora diverso. «Ora vai. Teniamoci in contatto con i radar» asserisci, e ringrazi il cielo che su Sadala vi abbiano fornito di orologi con comunicatori. «Non alzare il tuo Ki prima di essere sparito oltre l'orbita, ok? Né tu né Nappa! Intesi?»
Radish sbuffa. «Ok. Ok, va bene, cazzo. Vado, ma questa storia non mi convince!» sbotta.
Lasci la presa su di lui, ma quando lo senti scivolare via lo afferri di nuovo per il polso, un gesto meccanico. Ti sei dimenticato di impartirgli l'ordine più importante. Quello che avresti dovuto dirgli ventun anni fa.
«Resta vivo» scandisci, serio. «E proteggi il bestione».
Lui si morde il labbro, alla fine si lascia scappare quel sorriso strafottente. «Farò del mio meglio».
Lo speri bene.
Quando lo lasci andare e lo vedi sgattaiolare via furtivo, crolli contro la parete umida. Sei già esausto per un milione di motivi, ed è solo l'inizio.



Sei riuscito a muoverti silenzioso nella notte, il Ki a zero ma il cuore a mille. Speri solo che il tuo avversario non abbia l'udito così sviluppato da percepire i battiti.
Hai avvisato Cabba tramite il radar, quindi non sei andato in panico quando hai sentito il suo Ki scomparire. Non sai quando riuscirà a raggiungerti, non sai se farà in tempo per aiutarti.
Sai anche che non dovresti andare dritto nella tana del lupo, tuttavia non puoi farne a meno. Non puoi evitarlo, perché devi guardare con i tuoi occhi se il tuo timore sia reale o meno.
Appoggi l'orecchio contro la porta chiusa, ma non puoi udire alcun suono all'interno della stanza. La apri piano, la maniglia scatta senza alcun rumore, nessun cigolio.
Non serve aguzzare lo sguardo. Il letto è di fronte all'ingresso, la luce delle stelle lo illumina a malapena.
Kakaroth è lì. Dorme.
O così sembrerebbe a chiunque non lo conosca. Tu lo conosci, e sai che se dormisse russerebbe come un facocero. Ti avvicini a passi lenti e ti lasci cadere sulle ginocchia, appena sotto il bordo del letto.
La tua mano trema di rabbia, ma riesci ad appoggiargliela sul petto. Nessun battito, nessun respiro.

«'Fanculo» ringhi, ti pizzicano gli occhi. Avevi giurato che sei mai fosse morto di nuovo, sarebbe stato solo per mano tua. «'Fanculo!» ripeti, furioso.
Come avevi previsto, non c'è una goccia di sangue. Mandi a fare in culo anche i tuoi buoni propositi e rilasci una grande scarica di Ki sul suo petto, fai un tentativo. Ne fai due. Non funziona. È troppo tardi. Kakaroth è morto, il suo cuore si è fermato. Non da solo, no di certo.
Nonostante la rabbia e il dispiacere, però, i tuoi sensi sono alti. Testardo sì, ma idiota mai. Lo senti arrivare come di prevedibile, uno spostamento d'aria. Agisci mezzo secondo prima di quel che faresti di solito, perché sai che è così che devi fare. È l'unico modo per riuscire a evitare il suo colpo.
Ti volti di scatto e colpisci il suo braccio con un calcio a mezz'aria. Era diretto al tuo collo, su un punto vitale. Maledetto stronzo. Balzi all'indietro e con una piroetta atterri di fianco alla finestra, dall'altra parte del letto.
Finalmente lo vedi, lo guardi negli occhi. C'è solo un letto tra voi e Kakaroth morto sopra esso. Vorresti urlare, vorresti attaccarlo e ucciderlo seduta stante, ma sai che è pericoloso. E sai anche che tutto quello che è accaduto non è un caso.
«Chi ti ha assunto per questo?» sputi la domanda come se fosse veleno.
L'assassino non cambia espressione, non trema, non si scompone. Anche se sai già la risposta, quando parla ti sale un conato di vomito.
«Lord Freezer» risponde.

Non che ne avessi dubbi, no. Sapevi che quel bastardo avrebbe giocato sporco in qualche modo, sapevi che avrebbe tirato fuori dal cilindro qualche splendida trovata. Tuttavia non avresti mai pensato a lui. Pensavi fosse migliore.
«Non ti facevo così corruttibile, Hit» sibili. Vuoi ignorare il cadavere di Kakaroth come hai provato a ignorare quello di Broly, nella prigione, ma ti viene più difficile. «Non pensavo lavorassi per simile feccia, non dopo il Torneo del Potere. Pensavo fossimo alleati. E invece hai ucciso Kakaroth per quanto? Quanti soldi valeva la sua vita, eh? STRONZO!» urli, paonazzo. Fatichi ancora a credere che stia succedendo davvero.
Hit rimane impassibile. Non che di solito abbia una varia gamma di espressioni facciali, ma il suo volto è talmente annoiato da farti salire la bile.
«Non lo sto facendo per soldi» dice.
Ti sorprende. Da quello che sai di lui, ucciderebbe chiunque per un buon prezzo. Però... però sai anche che lui non uccide mai alle spalle, eppure Kakaroth stava dormendo.
Cosa diavolo può avergli promesso Freezer in cambio, per fargli addirittura perdere di vista i suoi principi?
«Ah, no? E per cosa?» domandi. Non stai perseverando appositamente, ma sai che combatterlo da solo può essere pericoloso, quindi perdere tempo gioca solo a tuo favore.
«L'ho fatto perché Lord Freezer me l'ha ordinato, e io rispondo a ogni suo ordine» rivela, sempre impassibile.
Aggrotti le sopracciglia. E da quando in qua Hit, che nemmeno fa parte del vostro stesso universo, prende ordine da Freezer? Si sta forse confondendo con Frost? No, Hit non può essere così sciocco. Sai anche che non nutre particolari simpatie per Frost. Possibile che abbiano stipulato un'alleanza in cambio di qualcosa di grosso? Tutto questo non ha senso.
Ti viene il mal di testa, in aggiunta alla nausea di avere in mezzo a voi il cadavere di Kakaroth. Di cadaveri ne hai visti tanti, nella vita. Ci sei più che abituato. Ma Kakaroth è pur sempre Kakaroth.
Oltre al dispiacere, hai anche la consapevolezza che senza di lui battere Freezer sarà più difficile. Anche perché Freezer a quanto pare ha degli alleati molto forti – a gran sorpresa.
Ma a questo punto sei anche curioso. «E quali sarebbero i suoi prossimi ordini?» domandi, anche se una mezza idea ce l'hai. La conferma arriva veloce esattamente come il pugno che tenta di sferrarti.
«Ucciderti, Principe Vegeta» ti soffia in faccia, mentre pari il colpo.



Un classico. Sì, un grande classico, quasi un cliché, oseresti dire. Sei abituato alla gente che ti vuole far fuori: il primo – un semplice dissidente - ci aveva provato quando eri ancora nella pancia di tua madre.
Ci hai fatto così tanto il callo che la cosa non ti spaventa più. Certo, a volte desidereresti trascorrere un annetto della tua vita in totale tranquillità, ma non ci speri neanche più. Sei una calamita che attrae problemi – e ti fa molto ridere che Kakaroth pensi lo stesso di sé.
Insieme siete pericolosi, le vostre mogli ve lo dicono sempre. Non passano tre mesi senza che vi cacciate nei guai.
Vaghi con la mente al momento in cui dovrai dire a Chichi che quel bastardo è morto di nuovo, ma non hai intenzione di lasciarlo nell'Aldilà per sette anni, nossignore. Piuttosto prenderai a pugni Polunga pur di obbligarlo a riportare il suo culo indietro – e anche quello di Broly. Sempre che uscirai vivo da questa situazione.
A tal proposito, ringrazi il cielo che durante il Torneo del Potere tu abbia imparato come contrastare la sua tecnica del salto temporale – anche se con parecchie difficoltà – o altrimenti ti avrebbe già colpito in qualche punto vitale.
Certo, sembra essere diventato ancora più forte, ma almeno riesci a stare al suo passo. Purtroppo la concentrazione – quella che ti ci vuole per evitare di essere ammazzato in pochi istanti - non ti permette di contrattaccare in modo decente. Ti sferra un colpo alla gola, lo pari. Fai per restituirgliene uno, ma lui se ne è già andato.
Con un balzo ti lanci fuori dalla finestra del palazzo e lui ti segue, veloce come il vento. La notte perde il suo silenzio, le luci delle case attorno alla grande piazza del palazzo si accendono: qualcuno deve aver sentito il rumore dei vostri attacchi.
Vi squadrate da un capo all'altro dello slargo, poi vi scontrate al centro, appena sopra la fontana. Le gocce d'acqua ti inumidiscono la faccia, i vestiti, ma basta trasformarti in Super Saiyan per asciugarti. Una torcia nella notte scura.
Riesci a udire dalle finestre la gente che sussulta. Alcuni gridano, altri chiudono i serramenti in modo ermetico. Sulle balconate del palazzo scorgi i presidenti in vestaglia da notte e lì, alla finestra più alta della struttura cubica, anche il Re. Ti lancia un'occhiata terrorizzata, e ricordi subito di non essere su Vegeta-Sei.

I Saiyan non entrano in un conflitto dalla grande guerra civile contro i Vegeta, non sono preparati al combattimento”.

Dovete andarvene di lì, o rischia di scapparci il morto. Un altro.
Ti dai lo slancio dall'acqua della fontana e balzi in aria, con una scia dorata scatti veloce nel cielo buio. Una cometa.
Hit è veloce, sta al tuo passo, cerca di sferrarti qualche Ki-blast, ma ruoti nell'aria e lo eviti. Speri solo che nessuno di quegli attacchi vada a finire contro qualche edificio. Oltrepassi la città in fretta, ma una nuova cometa si unisce a te, il suo Ki torna a splendere.
«Sensei!»
In effetti non avrebbe più senso tenere il Ki sopito. Hai suggerito agli altri di farlo per non essere sentiti da Hit, ma ora sai bene qual è il suo obiettivo. Un po' ti fa stare meglio: Radish e Nappa al momento non sono in pericolo. Chi è in pericolo, però, è chi hai chiamato a combattere con te e, anche se sai che è un ottimo guerriero, ti penti di averlo coinvolto in questa storia.
«Sensei, ho cercato di fare prima possibile, di raggiungerla a piedi, stavo tenendo il Ki sopito e tutto, ma quando ho sentito che stavate lottando allora ho capito che-»
«Poche chiacchiere, Cabba. Sai come combatterlo, no?» lo interrompi, mentre insieme schivate un nuovo attacco che va a estinguersi in una collina verdeggiante. Non farete mai in tempo a raggiungere il deserto rosa di Shi, ma combattere nelle campagne è sempre meglio che farlo in centro città.
«Certo!» risponde Cabba, entusiasta, e dal nulla compaiono altre due scie luminose. «E, beh, ho chiamato anche i rinforzi!»
Caulifla e Kale compaiono nella notte – la prima in shorts e canottiera a pois, l'altra in mutande e una maglia grigia oversize, ai piedi due grosse ciabatte rosse con le orecchie pelose. Cabba diventa viola in faccia.
«Ma vi sembra il modo di presentarvi a combattere?» sbraiti loro contro.
«Oh, scusa, carino! Sai, il fustacchione qui non ci aveva mica avvisato che sarebbe giunto a trovarci!» controbatte Caulifla, mentre Kale si copre la faccia con improvviso pudore. «Uh, che vergogna! Ho dimenticato i pantaloni!»
Vuoi controbattere che Cabba ha avuto la decenza di mettersi in divisa, ma una sfera di energia vi costringe a dividervi. Ti concentri, nei dintorni non percepisci nessun Ki umano, nemmeno sopito, quindi decidi che quello è un posto adatto. Plani verso il basso, l'erba alta ti solletica le caviglie. Quelle divise da guardia reale sono comode, ma odi i polpacci scoperti. Mentre rimpiangi la tua battle-suit, Hit si piazza davanti a voi in posizione di attacco. Sempre con il volto impassibile, nonostante tre membri della sua stessa squadra al Torneo siano lì davanti a lui.

«Ma guarda, guarda un po'! Ma noi non eravamo amici?» borbotta infatti Caulifla, seccata, mentre si sgranchisce le braccia. Hit si lancia verso di te di nuovo, ignorandola.
Pari il suo colpo, ma quando gli altri tre cercando di scalfirlo lui li ignora - semplicemente devia i loro tentativi. Prova ad attaccarli solo quando si mettono in mezzo, quasi fossero solo un ostacolo tra te e lui, ma poi se si scansano continua a ignorarli.
«C'è qualcosa di strano» interviene Cabba, togliendoti le parole di bocca.
Certo, è vero che sei tu il suo obiettivo, ma addirittura ignorare gli altri avversari?
«Già, strano forte» commenta Caulifla, mentre prova a sferrargli un calcio a vuoto. Kale, defilata vicino a un cespuglio di fiori gialli, si guarda intorno. «E Freezer dove è?»
In effetti questa è una bella domanda. Non ti sei posto il problema, visto che non l'hai percepito sul pianeta. Apri la bocca per rispondere, ma Hit lo fa per te.
«Sta arrivando. Sarà qui a breve».
A breve? Il suo arrivo era previsto da qui a poco più di due giorni. Ti scansi e ti allontani giusto il tempo per concentrarti, e quel che senti ti mette in allarme.
Freezer non è più lontano. Troppo poco distante, rispetto a poche ore fa.
«Il suo Ki è vicino. Non dovrebbe esserlo» ti anticipa Cabba, ancora una volta.
Un calcio di Hit va a segno e ti ribalta all'indietro, ma per fortuna non ha colpito alcun punto vitale. Fai forza sui gomiti e, sollevando fili d'erba e terriccio, balzi di nuovo in piedi. È buio pesto, non ci sono lampioni, ma la luce dei Super Saiyan illumina tutta la collina.
Ti attacca di nuovo, stavolta riesci a pararlo. Quando i colpi di Cabba lo feriscono alla schiena, Hit si allontana e si posiziona su un ramo di un albero vicino.
C'è qualcosa che ti sfugge, in tutto questo. Perché da quando Hit è arrivato qui, Freezer ha iniziato ad avvicinarsi sempre più velocemente? E perché esegue i suoi ordini così alla cieca?
Un dubbio, un'immagine che ti scorre nella mente. La consapevolezza di desiderare ardentemente che così non sia. Ma non è tempo di nutrirsi di dubbi: decidi di approfittare della situazione per avere delle risposte.
«Da quanto tempo lavori per Freezer?» chiedi. E lui, come ha fatto finora, ti risponde senza alcuna esitazione. Con una scomoda verità che purtroppo avevi già previsto di toccare.
«Da un'ora».

Quel che non ti torna acquisisce un significato. Non ne hai la completa certezza, ma c'è chi può dartela.
Quando Hit attacca, fai capire agli altri tre di aver bisogno di qualche secondo. Si fiondano tutti insieme, parandosi di fronte a te per darti il tempo che ti serve. Azioni l'orologio radar, tramite esso anche le comunicazioni della ricetrasmittente.
«Radish. Sei sull'astronave?» domandi. E, con tuo enorme sollievo, la risposta arriva dopo pochi secondi.
«Sì, capo».
Ti viene da sorridere, nonostante la situazione tutt'altro che piacevole. Più di un ricordo riaffiora, tutte le volte che ti ha chiamato così, e tutte le volte che gli rispondevi male.“Principe. Principe, non capo, idiota!”
Questa volta non gli dici niente. Non c'è tempo per i teatrini: è giunto il momento di fugare ogni tuo dubbio.
«Bene. Mi serve sapere dove si trova il pianeta Namek dell'Universo Sei».

 

Continua...

Riferimenti:
-Durante il Torneo del Potere Vegeta alla fine si rivela più forte di Hit, ma mi sembra verosimile che Hit si sia allenato per migliorare la sua tecnica e quindi che possa mettere Vegeta in difficoltà.

ANGOLO DI EEVAA GRACE:
... chiedo umilmente perdono.
Avevo avvisato che ci sarebbero stati dei morti tra i personaggi principali... e no, non era solo Broly.
Vi aspettavate che sarebbe toccato proprio a uno dei protagonisti? Povero Goku T_T e povero Vegeta, che ora si ritrova da solo ad affrontare tutto questo. Senza il suo bestie T_T
Ora però, oltre alla battaglia, c'è anche un bel mistero da risolvere: come cazzo ha fatto Freezer ad assoltare Hit? E cosa c'entra il pianeta Namek dell'Universo Sei?
Avanti con le teorie! :D
Grazie come sempre di cuore a chi mi sta seguendo!
Grace
  
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