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Autore: Mary Black    11/07/2023    1 recensioni
Raccolta su Tom O. Riddle.
1. Un valzer da brividi (Tom/Mirtilla)
2. Infinite oscurità (Tom/Helena)
3. Ali nere di sventura (Tom/Gellert)
4. Finché il sangue scorre (Tom/Bella)
Tratto dal secondo racconto.
Tom evita i suoi stessi pensieri, che gli sibilano di fuggire – ci sono altri modi per scovare la verità, sussurrano le sue anime, ma lui non le ascolta.
Helena è morta, Helena ha perso. È rimasta sulla terra, e questo Tom non lo capirà mai – non è immortalità una prigione fatta di nebbia, è un castigo.
Helena è imperfetta, nei suoi occhi troppo limpidi, nei suoi mormorii misteriosi, nelle risposte arcane che stillano veleno. Helena lo deride con ogni sillaba, ed è morta, e non vale niente, non vale niente.
Tom se lo ripete finché le parole nella sua testa non finiscono per sbiadire.
Genere: Dark, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Corvonero, Gellert Grindelwald, Helena Corvonero, Mirtilla Malcontenta, Tom Riddle/Voldermort
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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“E tu, ora che mi hai visto come sono veramente, riesci ancora a guardarmi?”

 

Un valzer da brividi


Gli occhi vacui di quella ragazzina impicciona – fastidiosa, sguaiata, stupida – continuano a frugare la sua figura in ogni dettaglio. Tom finge di non avvedersene, ma ogni volta serra la mascella, quella bella mascella squadrata su cui lei si strugge senza preoccuparsi affatto di nasconderlo.


(Non può sapere, la piccola ficcanaso, che quando la guarda lui vede ossa annerite che cadono a terra in un valzer da brividi, non immagina che lui, quando la guarda, sogna di cavarle quegli occhi invadenti per portarli in dono a un serpente affamato da mille anni.)


Mirtilla gioca col fuoco, ma non lo sa. Segue il Prefetto di Serpeverde nei corridoi, ridacchiando tra sé. Si nasconde dietro le colonne di marmo del porticato, tra i cespugli del parco, e consuma quella nuca velata di capelli corvini con l’ardore di un’adolescenza fatta di rifiuti.
Olive Hornby la prende in giro per la pelle imperfetta e i fianchi larghi, ma Mirtilla neanche la sente più.


(Non può sapere, la piccola stupida, che Tom avverte ognuno di quei passi dietro di sé, bruciando di rabbia ogni giorno di più.)


Tom soppesa la propria pazienza, chiuso nella Camera dei Segreti per sfuggire alle attenzioni morbose di quella ragazzina con una stupida fissazione.
Tom si morde le labbra, le tortura sotto i denti. Sa che dovrebbe aspettare, che le sue ricerche non sono finite, che non ha tutte le risposte.
Però.
Tom s’abbandona tra le spire del suo Basilisco, che sibila filastrocche nella lingua dei serpenti per cullarlo, e sogna di lasciarlo uscire – chissà se alla ragazzina piacerebbe vedere le ossa d’animali tra le quali gli piace dormire.


(Non può sapere, quella ragazzina impicciona, che alla fine gli sarà utile. Che l’immortalità che lui tanto desidera è lì, che aspetta solo d’essere colta dai suoi occhi sbarrati.)


I mezzosangue hanno cominciato a sparire, a trasformarsi in pietra, e tutta la scuola è in preda al terrore. Non Tom, però, che se ne va in giro senza paura, il bel volto senza espressione, gli occhi blu livido imperscrutabili.
Mirtilla non riesce a smettere di guardarlo, di adorarlo, ma non lo vede davvero, non lo capisce davvero. Mirtilla lo segue, ed è una volta di troppo.
Tom ha esaurito la pazienza.


(Non può sapere, la ragazzina che ancora respira, che presto lo conoscerà fin troppo bene, che presto il suo sogno di vedere quelle labbra sottili schiudersi per lei s’avvererà.)


Tom attende con calma, mentre le parole crudeli di Olive Hornby fanno breccia nella ragazzina sgraziata, che scoppia in lacrime e fugge nel bagno – insperata fortuna.
Tom scivola nella stanza e chiama il Basilisco.
Tra le mani ha un diario che presto, prestissimo, gli parlerà.


(Non può sapere, la ragazzina ormai morta, che quand’è caduta per terra per quegli occhi dorati, Tom ha riso e ha toccato la sua pelle sussurrando parole d’inferno, non può sapere ch’è crollato sul marmo, pallido e trionfante, meno umano che mai – ma, ora ch’è un fantasma, quando lo incontra Mirtilla non riesce più neanche a guardarlo.)



Note dell’Autrice
Buonasera a tutti!
Parto col dirvi che la raccolta che sto pubblicando è nata da una iniziativa di scrittura “Due ore, quattro prompt”, organizzata sul forum Ferisce la penna, che prevedeva un prompt ogni mezz’ora per due ore. Il prompt di questo primo racconto è “E tu, ora che mi hai visto come sono veramente, riesci ancora a guardarmi?”, tratto da 1984 di Orwell, e proposto da BlueBell9.
Naturalmente ho rimaneggiato – a volte molto, altre meno – le flash prima di pubblicarle, dato che erano state scritte di getto. Ho cercato comunque di tenere un filo conduttore, e quel filo è Tom, per cui eccovi quattro spaccati della sua vita così come li immagino.
Chi mi legge da un po’ sa che di recente sono in fissa con Tom Riddle, ormai scrivo praticamente solo di lui! In questa raccolta sono presenti alcuni dei miei headcanon, già comparsi in altre storie, che provvederò a spiegare nelle note.
Qui, ad esempio, come headcanon abbiamo il rapporto di Tom col Basilisco: affetto sincero, quasi viscerale.
La frase “Tra le mani ha un diario che presto, prestissimo, gli parlerà” invece si riferisce a un altro dei miei headcanon, secondo cui gli Horcrux di Tom gli parlano, soprattutto se li ha con sé o se sono molto vicini – capacità che andrà sfumando man mano che la sua umanità muore. Mi sono ispirata all’avvertimento presente nei libri sul non affezionarsi a un Horcrux, perché altrimenti questo prenderà possesso di te, e ho sempre immaginato che, almeno all’inizio, le sue anime partecipassero alla vita di Tom anche dopo che le aveva recise da sé. Questa mia idea sarà presente in ogni flash della raccolta.
Be’, spero che la storia vi piaccia e che mi lascerete un parere!

Un bacio,
Mary

  
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