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Autore: Eevaa    22/07/2023    2 recensioni
Vegeta è pieno di scheletri nell'armadio. Anche se sono passati anni dalla sua vita da mercenario, gli incubi di quei giorni continuano a tormentarlo.
Oramai è abituato a quella catena attorno alla caviglia che lo tiene agganciato al passato.
Non si sarebbe mai immaginato, però, che quei fantasmi un giorno potessero assumere consistenze di realtà.
Lo sai e lo percepisci: questa volta non hai via di scampo. D'improvviso hai di nuovo sei anni e Freezer sta per portarti via tutto, tutto quello che hai, anche quello che credevi di non avere più.
[Post-Dragon Ball Super] [No Spoiler al manga]
Genere: Angst, Avventura, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Broly, Goku, Nappa, Radish, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se con i crediti all'originale.
L'immagine di copertina è stata realizzata da Giosuè Graci.


 


- GHOSTS -
/how can I move on/


CAPITOLO 11
La missione finale

 


 
È stata tutta una menzogna. Da sempre. Freezer aveva mentito, quel giorno: vi aveva attirati tutti sul pianeta per procedere al genocidio di massa.
Per tutti questi anni hai fatto lo schiavo di colui che ha distrutto il tuo regno.
La verità che hai ricercato per anni si rivela più scottante, più amara di quello che avresti mai pensato. Ma il peso che avverti nel petto è niente, nulla in confronto alla rabbia, al prurito che percepisci sulla punta delle dita. La voglia di uccidere, di distruggere, di disintegrare e spezzettare e far patire a chiunque la stessa sorte.
Vorresti urlare, radere al suolo questo pianeta e tutti quelli che incontrerai di qui alla rotta verso l'infinito, sporcarti le mani di sangue e leccartelo via con compiacimento. Vorresti ballare sui cadaveri di ogni soldato dell'Esercito e lasciare Freezer per ultimo, agonizzante, scorticarlo fino all'ultimo centimetro di pelle, fratturargli anche le ossa più piccole del suo corpo una ad una, lasciarlo agonizzante a farsi stuprare a turno da ogni figlio di puttana della galassia e ridere delle sue urla. E solo infine ucciderlo, quando sarà coperto solo da sangue e sperma e sputi e fango.
Questa sarà la tua nuova missione finale. Il tuo obiettivo di vita.
Inizi a contare i giorni in quest'attimo, il lasso di tempo che ti separa dal guardare quegli orribili occhietti rossi spegnersi.



Ripensi a quel giorno lontano e rabbrividisci. Avevi vent'anni, forse poco meno. Eri sul pianeta Xandar e avevi appena finito di hackerare il sistema di tracciamento nautico spaziale, e con ciò avevi scoperto la verità sulla fine del tuo pianeta.
Non ricordi di aver mai provato una rabbia simile a quella, in vita tua - e sei uno che si arrabbia in media tredici volte al giorno. È stato in quell'istante che la tua esistenza ha ricevuto l'ennesimo scossone, ed è stato quel giorno che hai perso ogni briciolo di umanità a te rimasta. Ti sei fatto carico di quel peso e lo hai fatto da solo, non l'hai detto a Nappa e Radish, perché volevi che quella rabbia ti sormontasse così tanto da temprarti di più e raggiungere l'obiettivo.
Un obiettivo che non hai mai raggiunto: la prima volta che Freezer è morto, l'ha ucciso tuo figlio. La seconda, sono state le mani di Kakaroth a ucciderlo. Poi qualcuno ha deciso al posto tuo e hai rispettato la scelta divina di lasciarlo in vita. Questa volta tocca a te, a te e nessun altro, e nessuno prenderà decisioni al posto tuo.
Sebbene il tuo desiderio di vendetta sadico e disfunzionale sia sfumato negli anni, senti che la missione finale è finalmente giunta al tuo cospetto e te la prenderai con la forza. Forse non lo lascerai agonizzante a farsi stuprare dai suoi soldati, non ti leccherai il sangue dalle dita, ma sicuro ti sentirai un uomo libero.
Tuttavia, quando le nocche affondano nel il suo zigomo, il suono ti sembra il più dolce di tutte le galassie. Il dolore che lui prova ti fa sorridere, dubiti della tua integrità morale un'altra volta. Questo fa di te davvero un pazzo sadico?


Freezer sfugge e torna, tenta di colpirti e ci riesce, ma non senti quasi dolore. È un gioco di tira e molla mentre vi inseguite, mentre fendete l'aria e la colorate di strisce luminose. Testa a testa, entrambi senza scollare gli occhi l'uno dall'altro. Tutto ti torna addosso, tutte le volte che ti ha colpito, umiliato, picchiato.

Tutte le volte che ti calpestava e rideva.

“Se non altro sei un tappeto comodo su cui camminare”.

Quando eri un bimbo di otto anni e ti ha quasi strozzato con quella coda viscida.

“Non sento. Stai dicendo qualcosa? Come? Ti manca l'aria? Non so proprio come aiutarti”.

Quando ha minacciato di lasciarti in prostituzione ai suoi soldati.

“Oh, non è di me che devi avere paura. Non fai per me. Io non mi sporcherei le mani con una scimmia. Ma loro...”

Quando insultava la tua razza e insudiciava il tuo lignaggio.

“Tuo padre era il Re delle scimmie, questo fa di te uno scimmiotto d'alto rango”.

Quando ti sottopagava.

“Ti tengo d'occhio, Piccolo Principe. A te e quel piccolo mentecatto che ti segue in giro dappertutto, così come al buzzurro che si prende cura di voi. Se ci tenete alla vostra incolumità... e alla vostra integrità fisica... niente più sceneggiate, niente ribellioni. Niente di niente”.

Quando ti faceva supplicare.

“Supplica, Principino, o faccio saltare in aria le loro teste”.


Per ogni ricordo che riaffiora, il tuo Ki aumenta. Colpisci più forte, le tue sfere di energia sono più pericolose. Anche lui però sembra tenerti testa. Se non altro, sono finiti i giorni in cui non potevi fare niente e ti facevi calpestare. Ora puoi combatterlo.
Un vero peccato che la vostra battaglia non sia solo vostra.
Con la coda dell'occhio, vedi decine di soldati che atterrano come meteore, piovono a catinelle. Le probabilità che alcuni di loro si disperdano in giro per il pianeta per rapire qualche Saiyan da portare via sono altissime, e speri solo che la flotta aerospaziale di Radish sia ben addestrata agli ordini.
Oltre a ciò, i tuoi alleati sono solo tre: non possono far fronte a tutta quella gente, con un sicario che, seppur ridotto male, è ancora in piedi. Ci sono troppi soldati, la città è troppo vicina. Fai di tutto per spingerti altrove, e gli altri tuoi alleati ti assecondano, ma non potrete mai raggiungere il deserto rosa di Shi.
Vorresti dedicare tutto te stesso alla lotta contro Freezer, ma devi pensare anche a loro, al vostro piano, e la distrazione sai che può solo nuocere. Qualche sfera di energia ti sfiora, la coda di quel viscido bastardo ti colpisce alle giunture.
Eppure, proprio quando pensi che servirà più di una mano, più di un miracolo per sostenere questa guerra, uno stormo di scie luminose appare in cielo. Ringrazi il giorno in cui hai imparato a riconoscere i Ki, o avresti pensato che fossero nuovi nemici.
Invece, ancora prima di vederli atterrare, sorridi: i rinforzi sono arrivati. Uno per uno atterrano sul crinale di un'alta collina e, a capitaneggiare la squadra, c'è Re Sadala. Sotto il suo mantello blu elettrico da sovrano non porta più la divisa elegante, ma un'armatura da battaglia nera e bianca, la stessa con cui vestono i presidenti dietro di lui. Non ci sono tutti e cinque, ovviamente, ma solo quelli che sanno combattere: Oribu, Jaga e Negi. Alle loro spalle, una cinquantina di guardie reali.
Lanci un'occhiata a Sadala, lui ricambia lo sguardo con la dignità di chi sa di non essere abbastanza, ma che farà comunque di tutto. La loro forza combattiva non è alta come quella di Cabba, Caulifla e Kale, ma sufficiente per battersi contro gli uomini di Freezer. Abbastanza per darti respiro e continuare nella tua missione. E a te va benissimo così.

Annuisci in segno di ringraziamento, poi ti lanci di nuovo contro il nemico numero uno.
«Ohohoh, che bel circo. Hai ammaestrato altre scimmie?» ti provoca, non ti aspettavi altrimenti.
«Sta' zitto!» ringhi e attacchi ai punti vitali. Un calcio all'addome, un pugno a lato del collo. Lui si para e contrattacca, tu pari a tua volta.
Vi scontrate a mezz'aria mani nelle mani, a ringhiarvi in faccia. Ti fa schifo toccarlo, ti nausea sentire il suo respiro addosso. Preferisci di gran lunga attaccarlo da lontano, con le sfere di energia, ma sai che lui è troppo veloce e sarebbe uno spreco di forze. Devi prima sfinirlo.
Tra i suoni e le grida di battaglia, gli attacchi andati a vuoto, gli insulti e cattivi epiteti che riecheggiano su quelle colline, puntuali inizi a udire anche rombi di esplosioni nel cielo. Sollevi lo sguardo e ammiri un caleidoscopio di colori, punti luminosi lontani che si allargano e si disperdono, energia che si placa e si confonde con l'universo.
Sono le navicelle dell'Esercito di Freezer che vengono abbattute, una dopo l'altra, dalla flotta aerospaziale di Radish. Non hanno perso tempo, come prevedibile, a voler rapire i Saiyan e approfittare della battaglia in corso.
Stringi i pugni e ti domandi quanta gente innocente dovrà morire, per colpa di quel bastardo. Un bastardo che ha perso il sorriso strafottente – ed è l'unica nota positiva in tutto quel marasma.
«Che c'è, ti aspettavi di farla franca e portarti via della gente senza che ce ne accorgessimo?» ghigni.
Lo senti ribollire di rabbia, ed è musica per le tue orecchie. Eppure, come dimenticare, è l'essere più infido che tu conosca. Alza la mano al cielo di scatto, e dalle dita lascia disperdere cinque fasci di luce rossastra. Non fai in tempo a realizzarlo, non fai in tempo a frenarlo. I laser raggiungono il cielo e lo oltrepassano, altri Ki svaniscono. Per un attimo la paura ti blocca il fiato: il terrore che uno di questi abbia colpito l'ammiraglia di Radish. Tuttavia il suo Ki è ancora intatto, lassù da qualche parte, a differenza di altri.
A Freezer non importa niente di colpire anche i suoi: per distruggere la flotta, farebbe fuori anche la sua stirpe – che speri non esista.
Lo devi fermare costi quel che costi e, quando alza anche l'altra mano, tu sei più veloce. Gli blocchi il polso e lo costringi a colpirsi con i suoi stessi raggi.
«Non te lo permetterò!» gli soffi in faccia, ma lui ti respinge.
«Ah! Non ce la faranno mai a fermarli tutti. Cosa vuoi che facciano quattro astronavi striminzite contro il mio impero?»
Vero, siete in minoranza, ma tu lo sai: avete qualcosa che l'Esercito di Freezer si sogna. Ossia il miglior pilota di tutti gli universi, anche se non glielo dirai mai. Non per orgoglio, ma perché temi che Freezer possa sparare dritto in orbita e disintegrare a mani nude l'ammiraglia di Radish.
Non rispondi ma attacchi di nuovo, col tacco del tuo stivale dritto nelle sue costole. Lui prende la tua caviglia e la torce, ma utilizzi l'altra gamba per liberarti. Con l'energia del Super Saiyan Blue Evolution lo respingi lontano e gli scagli una sfera luminosa, poi ti fiondi di nuovo verso di lui e gli impedisci di spedirla in orbita. Devi stare attento ad ogni sua mossa, ma anche alle tue.
Le esplosioni e i Ki che si disperdono illuminano tutta la collina, ti viene facile osservare cosa succede nel campo di battaglia. Ed è per questo che lo vedi con estrema chiarezza: quello che non avresti voluto vedere.
Cabba che fa saettare lo sguardo verso l'alto, gli occhi spalancati e un grido di terrore sulle labbra.


«CHIVE!» urla.
Un nuovo Ki Saiyan si dissolve tra le stelle, e ti è troppo facile comprendere che si tratti della sua ragazza. Quella di cui ti aveva parlato mentre sgranocchiavate il pranzo seduti nel deserto.
Ti si chiude la gola al pensiero di come possa sentirsi, perché tu lo sai bene cosa significhi perdere la persona che ami. Al tempo non lo avevi ammesso, ma durante la battaglia contro Majin-Bu sapere che Bulma fosse morta ti ha annientato – anche se sapevi che l'avresti potuta riportare in vita, come in questo caso.
Sopravvivere a chi ami ti svuota, ed è dentro questo vuoto che Cabba galleggia e si perde. Perde di vista la ragione, la battaglia, persino il nemico con cui sta combattendo. Un nemico che invece non perde tempo, sa quello che fa e lo colpisce tra scapola e collo, lì dove sai che anche Kakaroth è stato colpito. Un punto vitale.
E, esattamente come lui si è distratto nel sentir morire una persona a cui teneva, anche tu ti perdi nel vuoto di vedere Cabba cadere faccia a terra. Il tuo cuore scricchiola, come quando hai sentito quello di Kakaroth smettere di battere.
«NO!» urli e ti lanci verso di lui ma, ovviamente, c'è qualcuno che non te lo lascerà mai fare.
Freezer ti si para davanti a braccia aperte e sogghigna. «Oh, no, non te ne vai da nessuna parte».
«E tu invece te ne vai a fare in culo!» ringhi e provi a oltrepassarlo con una spallata, ma lui ti afferra per un polpaccio e, dopo averti fatto roteare, ti sbatte a terra.
Senti l'aria mancarti nei polmoni quando lui ti sormonta e ti blocca le mani e i piedi al terreno. Nonostante tu sia in serio pericolo, tutto quello che riesci a pensare è che Cabba morirà entro pochi secondi, se nessuno fa qualcosa. Puoi udire le urla di Kale e Caulifla, mentre provano ad avvicinarsi a lui, ma Hit lotta per tenerle lontane.
«Ma guardati» ti soffia in faccia Freezer. Il suo alito sa di putrido. «Sei diventato disgustoso. Quasi ti preferivo quando eri una scimmietta impertinente che se ne fregava di tutti. Ora invece gli altri sono la tua debolezza, Principino».
Una frase che ti colpisce alla bocca dello stomaco, graffia il tuo orgoglio, il vecchio te stesso che scalpita per tornare in superficie per gridare che ha ragione, che è a causa dell'affetto e l'amore che sei riuscito a provare che ora sei debole, scoperto.
Tuttavia sai che Freezer vuole solo provocarti, è sempre stato quello il suo obiettivo, ha sempre saputo come farlo. Strizzi gli occhi e ti metti a tacere, rispedisci il vecchio te nell'angolo di inquietudine in fondo al petto. Ripensi alla conversazione con Cabba, in quel deserto rosa.

“Sai quando ho iniziato ad avere dei risultati? A ottenere dei veri miglioramenti? Quando ho iniziato a combattere non solo per me stesso, ma per proteggere gli altri”.

Non erano parole vuote. Lo pensavi e lo pensi tutt'ora, e non puoi deludere la persona a cui le hai dette solo perché una parte di te è ancora legata al dolore, al passato, alla coercizione che il male aveva su di te.
Quindi quando riapri gli occhi urli a pieni polmoni.
«KALE, CAULIFLA! ORA!»
Sei sicuro che loro comprendano, e lo fanno. Non c'è bisogno di alcuna spiegazione: loro agiscono. Caulifla si toglie il Potara dal lobo destro e lo indossa sul sinistro – opposto a quello di Kale – e una luce dorata le avvolge. Sapevi che li tenessero sempre a portata, dal Torneo del Potere, e sapevi che li avrebbero utilizzati in caso di difficoltà.
Quando Freezer capisce, approfitti della sua distrazione per sferragli un pugno in piena faccia. Riesci a divincolarti, a strisciare sul terreno umido e poi rialzarti. Quando Kefla appare, si lancia subito addosso al tuo aguzzino per tenerlo occupato. Sadala, Jaga, Oribu e Negi si scagliano a capofitto su Hit, invitandoti col solo sguardo ad agire. Sai di non avere molto tempo, sai che faranno fatica a stargli dietro, e che Kefla da sola non può tenere troppo testa a Freezer.
Scatti in direzione di Cabba e, dopo aver preso tra le braccia il suo corpo esanime, lo trascini più lontano possibile dal campo di battaglia.
Quando lo fai stendere con la schiena sull'erba umida e vedi che non respira, le immagini del Torneo del Potere tornano vivide nella tua mente, quando l'hai visto scomparire insieme al suo Universo. Il dolore che hai provato torna a premere sul tuo petto.

«Cabba... Cabba!» soffi, mentre provi a scaricare la tua energia sul suo torace.
Lui non si sveglia. Tenti una nuova scarica più forte, ma non dà cenni di vita. Temi che, come per Kakaroth, possa essere troppo tardi. Respingi un singhiozzo in gola e provi ancora, ancora, ancora.
Non puoi perdere anche lui.
«FORZA!» gracchi, mentre scarichi sul suo torace una quantità di energia al limite. Non puoi fare più di così, o lo trapasseresti. I suoi vestiti bruciano sotto le tue mani, ma lui non si sveglia. «Torna qui!» ti ritrovi a supplicare, arrendevole.
Quando provi per l'ultima volta, il tuo cuore quasi scoppia mentre Cabba si sveglia di soprassalto, annaspando. Il sollievo ti invade e ti culla, quando lui apre gli occhi benedici tutti i Kaioh.
«Se... sensei» soffia.
Come quando Trunks e Bra ti chiamano “papà” sembra il suono più lenitivo del mondo. Senti gli occhi pizzicare, ma ti sforzi di rimanere integro. La battaglia non è finita, e dietro di voi puoi percepire la fatica dei tuoi alleati.
Cabba fatica a mettersi seduto, lo aiuti. Rivolge uno sguardo amaro verso il cielo e si morde il labbro. Sai a cosa – a chi – sta pensando. A chi non percepisce più, in mezzo alle stelle.
«Guardami» ordini, gli poggi le mani sugli zigomi e lo forzi a restare su di te. La sua pelle è fredda e sudata. «A lei ci penseremo a battaglia finita, ok?» lo sproni perentorio, ma devi fare qualcosa per far sì che ti creda. Affinché lui si fidi di te. «Te lo prometto, Cabba. La riporteremo in vita, ma ora ci servi qui. Usa il tuo dolore in modo produttivo».
Senti i suoi denti scricchiolare sotto le mani, ma alla fine annuisce.
«S-sì».
Sai che la rabbia lo aiuterà a ritrovare le energie necessarie per andare avanti. Ti alzi e intercetti l'obiettivo, mentre le fiamme cerulee dei tuoi capelli tornano a divampare.
«Riprenditi, poi torna a lottare. Anche per lei».
Cabba ti rivolge uno sguardo duro, gonfio di dignità. Sei fiero di lui, anche se non glielo dirai. «Grazie, sensei».



C'è un campo magnetico attorno a te che ti spinge a correre veloce, sollevare fili d'erba, farli vorticare insieme alle gocce di umidità. Ti lasci avvolgere dall'adrenalina, la responsabilità che torna a schiacciarti e hai l'obbligo di contrastare. Hai perso Kakaroth, hai rischiato di perdere Cabba, le esplosioni in cielo ti ricordano ogni volta che una di quelle astronavi potrebbe essere quella di Radish e Nappa.
Le parole di Freezer ancora pesano: le persone che ami stanno cadendo e se cadranno sarà davvero la tua debolezza. Ma se farai in modo di salvarle, se riuscirai a farle rimanere in piedi, allora sì che saranno la tua forza.
Non sai se sia la cosa giusta da fare, se ancora una volta la tua fedina penale divina verrà macchiata, se la tua morale non è come quella di tutti gli altri. Te ne infischi e, pur di proteggere tutti loro, accetti di perdere te stesso un'altra volta.
Giochi sporco. In guerra e in amore tutto è valido, no?
Approfitti del caos, di Kefla che tiene testa a Freezer, di Sadala e gli altri che stanno combattendo e tenendo impegnato Hit. Quale momento migliore per colpire? Sei veloce, sei letale. Ti scagli nel bel mezzo della lotta e, come hai appreso nella battaglia contro Zamasu, espandi il tuo Ki a partire dal tuo polso.
Una lama di colore azzurro che nemmeno si sporca, di quel sangue. Una testa rotola sull'erba e, mentre quello che sei diventato vacilla, il vecchio te stesso nel tuo petto torna a sorridere.


Il corpo di Hit cade a terra con un tonfo, sangue viola zampilla dal suo collo. Non riesci a guardare la testa rotolata poco lontano, distogli lo sguardo e i sensi di colpa ti invadono.
Re Sadala ansima, si asciuga il sudore dalla fronte, e i presidenti cadono a terra sfiniti. Ancora pochi secondi e sarebbero stati sconfitti, di questo ne eri conscio, eppure uccidere un innocente oramai va contro alla tua nuova deontologia.
Serri la mandibola e tenti di scacciare quelle urla che ti dicono che sei un assassino – voci che ti risuonano come quelle di Bulma, Kakaroth, Trunks, Bra, Goten.
Invece il Re ti guarda e dalle sue labbra escono solo parole di ammirazione. «Grazie, Principe Vegeta».
Una dicotomia che ti spezza a metà, mentre la voce di Freezer squarcia quella landa desolata. Un grido stridulo di rabbia, mentre scaglia a terra la sua avversaria e si fionda addosso a te. Ti travolge con tutta la sua forza, ma tu riesci a rimanere in piedi. Gli afferri le spalle e le tue caviglie affondano nel terriccio.
Vorresti provocarlo, dirgli che ora che il suo lacchè è morto non è più nessuno, umiliarlo come lui ha fatto con te, ma non ti esce nulla. Cavalchi l'onda, squarci ancora di più la spaccatura dentro il tuo petto e fai affiorare il vecchio Vegeta, quello imperturbabile. Vi prendete a pugni e quasi vi fate sputare i denti a vicenda, ma tu non cedi. Ti illumini di più, le tue mani ardono, prudono.
Kefla si rialza con un ruggito e si unisce a te in quella lotta. È la vostra occasione: ora sul campo di battaglia c'è solo un grande nemico a cui far fronte, mentre Sadala e gli altri possono dedicarsi a quelli minori.
Potete farcela. Non ti sei sei mai sentito più forte di così, più avvantaggiato di così. Lo accerchiate, lei si mette dietro di lui e gli cinge le braccia attorno alle spalle, le gambe arrotolate intorno alla coda. Lo blocca, il nuovo te se ne infischia che vorresti fare tutto da solo: accetti l'aiuto e approfitti della situazione.
Scarichi pugni e calci sull'addome di quel bastardo, lo rendi il bersaglio di tutte le tue frustrazioni. Ogni colpo andato a segno è un tassello dei tuoi traumi che si infrange. Torna la vendetta che ti ha cresciuto, cullato come una madre imperativa. Le sorridi e ti lecchi le labbra, pregustandoti il momento in cui la tua missione di vita si compirà.

Sei così vicino da poterla toccare.
Freezer è impotente, bloccato, i tuoi pugni e le tue scariche di energia lo stanno riducendo all'osso. Non si muove più, si lascia scivolare, con l'addome sventrato, le braccia bruciate, il volto tumefatto. È svenuto, o almeno così sembra. Carichi l'ultima grande sfera di energia, la fai roteare nella tua mano, letale, pericolosa. Dentro ci sono tutte le tue lacrime, quelle che non hai mai mostrato a nessuno.
Ma è quando Kefla lo lascia andare per lasciarti dare il colpo di grazia che accade qualcosa che non avevi previsto.
Freezer è il Re delle scorrettezze, e avresti dovuto saperlo bene.
Quando tu e Kakaroth stavate viaggiando su quell'astronave verso il pianeta Tomok avevate qualcosa con voi, qualcosa che non avete più trovato mentre eravate in prigione. Siete stati derubati di tutti i vostri averi: palmari, schede identificative, soldi... e Senzu.

Accade tutto in fretta. Prima che tu possa scagliare la sfera, Freezer apre gli occhi ed estrae dal polsino un piccolo fagiolo verde, se lo porta alle labbra e lo mastica. Quando scagli l'attacco, è già troppo tardi.
Lui l'ha schivato, il suo addome non è più sventrato, il suo volto non è più tumefatto, e una nuova energia risiede dentro di lui. Un Ki ancora più soffocante, più forte, più brillante.
Fare due più due è troppo semplice, per te. Capire che questa potrebbe essere la fine è ancora più semplice.
In fin dei conti Freezer si è fatto impiantare dei geni Saiyan, no?
E tu sai bene cosa accade ai Saiyan quando riescono a guarire da ferite mortali.


 
Continua...
 
Riferimenti:
-Il primo paragrafo - e i ricordi di Vegeta - sono presi sempre da "Mercenari".
-Il nome della fidanzata di Cabba, Chive, è un palese riferimento al personaggio inventato da me nella storia "HAKAI". Alzi la mano a chi ha colto subito :)
-Il fatto che Caulifla e Kale tengano i Potara a disposizione ovviamente è a fini di trama, non so se realmente li abbiano tenuti davvero.

ANGOLO DI EEVAA GRACE:
OPS, I DID IT AGAIN.
Beh... chi aveva pensato a questo piiiiiccolo dettaglio dei geni Saiyan che si è fatto impiantare Freezer? Non ci stavate più pensando, vero? LOL.
Sarebbe stato tutto troppo semplice - LOL, no, non è mai stato semplice un cazzo nelle mie storie. Invece Freezer adesso è guarito dalle ferite mortale, rise and shine ancora più forte di prima.
E ORA, come si suol dire, SON CAZZI. Di nuovo.
Povero Vegeta. 
Però avete visto, sono stata magnanima, ho risparmiato Cabba. Per ora. 
Chiedo scusa. Spero però che questo capitolo vi sia comunque piaciuto! L'ho pubblicato in anticipo perché semplicemente oggi non avevo un cavolo da fare. Che bello. E che strano poterlo dire.
Vi abbraccio,
Grace
 
  
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