Alla
richiesta della dragonessa bruna Eragon si girò verso
Saphira.
Aventi piccolo mio gli disse
spostando la sua coda intorno a lui a protezione e porgendo il fianco
come
sostegno.
Parlerò disse Eragon
rivolto a tutti
i draghi.
Così Eragon raccontò loro quello che gli era
accaduto da quando si era lasciato
con Sigmar. Raccontò della discesa dalla rupe; e quando
arrivò a dire delle
arpie Saphira lo aiutò mandando loro le immagini che il
cavaliere avevano
condiviso con lei. Raccontò loro tutto, compresa la sua
offerta di liberale,
dopo averle immobilizzate e costrette alla resa.
“Questo è inammissibile.
Con che autorità
voi due... Si era
intromesso Sigmar gonfio di rabbia ma venne subito ammonito dal drago
bruno
Lasciali
finire la loro
storia Sigmar. Anche
in mezzo ai draghi
iniziarono ad alzarsi le voci di coloro che voleva intervenire, e che
avevano
creato una vera e propria rottura. Sigmar a quel punto fu costretto a
placare
gli animi di chi lo sosteneva, permettendo così ad Eragon
seguitò a raccontare
dal punto in cui lo aveva fermato. Eragon attese il silenzio poi
riprese il suo
racconto descrivendo così con il tradimento, il colpo
mortale diretto a lui, e
la morte dell'ultima delle tre arpie. Seguì il faticoso
cammino fuori dalla
foresta e infine il ritorno rassicurante tra le squame di Saphira, con
il
prezioso uovo.
Così abbiamo
fatto ritorno da voi
Eragon si appoggio al fianco di Saphira, che gonfio il ventre
gorgogliando
in segno di approvazione.
La dragonessa bruna le annuì loro con sguardo grave, e con
aria solenne
annunciò forte:
Il vostro si è dimostrato essere un
legame molto forte. Ha saputo rompere le barriere della nostra rete
protettiva.
Questo è un fatto che neanche tu Sigmar, ne voi tutti draghi
e dragonesse
presenti, potete negare.
No, non possiamo, ma tu non puoi negare
il fatto che con i loro atti. Hanno entrambi cercato di scavalcare la
mia
autorità e quella del consiglio.
Non hai forse ascoltato tutto il resto
Sigmar? Chi erano quelle arpie e cosa rappresentavano?
E hai anche dimenticato quello che Guiltar e Keiron hanno detto
nell'ultimo
consiglio riguardo a ciò che sta avvenendo al di
là dei nostri confini?
Noi draghi siamo da sempre neutrali, questa decisione di non
intrometterci
nelle contese degli esseri umani, è stata già
presa molto tempo fa, cosa
potrebbe farci cambiare idea adesso?
Non sono venuti a chiederci aiuto dei semplici esseri
umani Sigmar, ma dei cavalieri
dei draghi.
Possiamo non accettare la nascita
dell’ordine, ma non possiamo negare il loro
legame con i nostri antenati.
Sigmar ascoltava e allo stesso tempo fissava l'uovo bianco che brillava
di
lievi bagliori argentati; era stato davvero un miracolo quel
salvataggio.
Gli era difficile ammetterlo, ma doveva tutto alla testardaggine di
quel
ragazzo. Sigmar provò qualcosa di diverso per lui.; un
profondo senso di
riconoscenza nei confronti di quel ragazzo, un sentimento che partiva
dal fondo
del suo cuore, superando la sua stessa volontà.
In fede non avrebbe potuto continuare a rimanergli ostile, ma i suoi
timori
riguardo a una alleanza tra umani e draghi rimanevano forti, quel nuovo
sentimento li aveva appena smorzati.
Che gli sia dato ciò che era stato
pattuito dal nostro accordo.
Disse infine, con uno sbuffo, ammettendo quel tanto da mettere in pace
la sua
coscienza. Ma La dragonessa Bruna non sembrava essere ancora soddisfatta
E per la guerra? Cosa faremo? Guardando la schiera dei
draghi
di fronte a lui Sigmar prese un profondo respiro prima si pronunciarsi.
Mi rimetterò alla
volontà dell'intera
comunità. Saremo
tutti insieme
a decidere. Non ho la pretesa di prendere da solo questa importante
decisione e
nonostante io sia contrario, se la maggioranza di noi avrà
la sciocca
intenzione di entrare in guerra allora lo faremo. Ora però
avrei bisogno di
andare a ritirarmi.
Sigmar passò davanti a Eragon e Saphira, facendo loro un
inchino con il suo
collo.
Era stato il gesto più vicino per lui a un ringraziamento e
i due compagni
ricambiarono con gratitudine.
Appena Sigmar si fu allontanato, la dragonessa bruna si fece avanti.
E' molto più di quanto avrei
creduto
potesse concedere.
Sigmar non è malvagio. Aggiunse.
Ha solo molta paura, dovete capirlo. Ma
vorrei presentarmi, io conosco chi siete voi, ma voi non sapete chi io
sia. In
tutto il tempo che sei stata con noi Saphira ti ho seguito
attentamente, mentre
per te cavaliere non ho avuto ancora modo di conoscerti più
a fondo, ma posso
apprezzare i diversi cambiamenti avvenuti in Saphira a partire dal tuo
arrivo. La
dragonessa passò lo sguardo
da l'uno all'altra dei due compagni che attendevano ora che lei
parlasse.
Mi presento io sono Telluria. E senza
peccare di presunzione sono il drago più anziano che abbia
solcato queste
terre, e che è ancora in vita per poterlo raccontare.
È un onore per
noi conoscerti
Telluria. Dissero
Saphira e
Eragon all'unisono La dragonessa gorgogliò soddisfatta.
Siete davvero qualcosa di straordinario
per me. Non avrei mai detto che nella mia esistenza sarei arrivata a
vedere
questo.
Non siamo gli unici, anche mio fratello
che è qui, è un cavaliere dei draghi come me, ma
il suo drago e compagno di
Saphira è rimasto nell'isola di Antàra.
Questo è un altro motivo che ci spinge ad affrettarci a
ritornare.
Posso capire la vostra fretta. Ma anche
noi draghi abbiamo bisogno di tempo. Non sarà cosa facile
convincere dei draghi
che sono sempre rimasti chiusi nei confini sicuri della Stonewood a uscire allo scoperto. E
credo che molti ancora non
saranno mai disposti a farlo.
Tu hai detto di essere la più anziana di tutti i draghi.
Cosa ti spinge a darci
fiducia.
Chiese allora Eragon di getto, non riuscendo a trattenersi
dal porre quella
domanda.
La tua domanda è giusta. E la
risposta è
semplice io sono nata ad Alagaësia.
Sono una dei pochi draghi salvati alla grande guerra tra gli elfi e i
draghi.
Mia madre mi affidò ai flutti del mare quando ancora ero
dentro il mio guscio.
I nostri piccoli non nascono
se
non in condizioni esterne favorevoli e per molti mesi sono stata in
balia delle
onde in attesa, prima di toccare terra.
Telluria prese solo una breve pausa prima di continuare
È per questo che non sono come
tutti gli
altri draghi. Ho dentro di me sempre un po’
di nostalgia del mare che è stata la mia casa per molto
tempo. Ogni tanto esco
fuori dai nostri confini ed esploro le coste del nord, che sono molto
più
fredde, e dove non ci sono esseri umani che possano vedermi e rimango
in riva al
mare per ammirare le onde che si infrangono sugli scogli. Ma ho paura
di
essermi dilungata troppo. Quando si è grandi si inizia a
raccontare dei tempi
che non ci sono più. Non sono in molti che sanno questo, ma
venendo voi da Alagaësia
mi è sembrato giusto che veniste
a conoscenza di questo.
Telluria inarcò la schiena e stava per spiegare le ali,
quando aggiunse.
L'uovo sarà affidato a voi per ora
e
sarete presto messi a conoscenza della prossima riunione.
Avete
delle visite.
Disse infine la dragonessa
voltandosi verso le loro spalle dove Keiron si stava preparando a
planare.
La giovane dragonessa gli aveva raggiunti come un fulmine e non era
sola: con
lei c'era stato anche Murtagh.
-
Eragon,
Saphira! - gridò loro il cavaliere ancora sul dorso della
dragonessa. Poi
appena Keiron toccò terra il ragazzo balzò dal
suo dorso, ma l'espressione del
suo volto all'inizio sollevato si alterò subito dopo,
attraversato da
un'espressione corrucciata
- Hai di nuovo voluto fare di testa tua Eragon. - Lo
rimproverò Murtagh,
abbassando lo sguardo alla gamba ferita, per poi rialzarla scuotendo la
testa.
- Il fatto che stavi rischiando la tua vita non ti ha fatto desistere
dall'inoltrarti da solo in un territorio sconosciuto e senza chiedere
aiuto! -
Eragon fece un timido passo in avanti, consapevole che il fratello era
furioso,
e cercando le parole per potersi giustificare.
- Mi dispiace - riuscì solo a dire.
- Non hai ancora capito che Tu Saphira Castigo e Jill siete la mia
famiglia adesso.
Farei di tutto per proteggervi -
Poi Eragon sentì Saphira sfiorargli la mente.
Lascia che gli parli io
e
senza aspettare la risposa di Eragon Saphira si rivolse a Murtagh.
Se c'è qualcuno da rimproverare
Murtagh,
questa sono io. É per una mia debolezza che tutto questo
è stato causato e ti
sarò per sempre debitrice per essere corso in soccorso del mio cavaliere con Isobel. Per essere corso in soccorso
di entrambi. Senza questo
piccolo azzardo non avremo ottenuto questo. Disse
infine scostandosi da una parte a
rivelare a Murtagh l'uovo ora sotto la loro custodia.
A quella vista Murtagh si bloccò e passandosi una mano tra i
capelli si
avvicinò all'uovo circospetto.
- È davvero lui? L'uovo della visione? -
- Non possiamo esserne certi. - Ammise
cauto Eragon, Murtagh allora alzò un sopracciglio, ancora
scettico.
- Quante uova bianche credi possano esistere? -
- Lo so. Ma l'esperienza ci ha insegnato che non dobbiamo fidarci delle
apparenze. Prima di arrivare qui non sapevamo nemmeno dell'esistenza di
altri
draghi, eppure eccoci qui - Murtagh si lasciò andare a un
sorriso e alzate le
sopracciglia sospirò
- Sagge parole. E così sia fratellino. Ritorneremo da
Eleonor con l'uovo, e
proveremo se è quello della nostra visione. -
Appoggiandosi a Saphira Eragon gli sorrise a sua volta, ma non si
accennò a
muoversi.
- Ti fa male? - gli chiese Murtagh, inginocchiandosi subito di fronte a
lui per
esaminare più da vicino la ferita. Murtagh la
sfiorò appena che Eragon
sobbalzò, ritraendo la gamba con una smorfia.
- Si sta infettando dobbiamo prima guarirla se non vogliamo che ti
salga la
febbre. -
Keiron aveva nel frattempo fatto allontanare gli altri draghi che erano
rimasti
a guardare, incuriositi.
Il volto di Eragon si contorse ancora in una smorfia quando il fratello
sfilò
via la fascia di fortuna che lui stesso si era assicurato intorno alla
coscia.
Ci vollero alcuni minuti per guarirla. Appena Murtagh ebbe finito
Keiron e
Guiltar si fecero avanti, verso i due fratelli. Saphira era stata a
pochi passi
da loro.
Abbiamo avuto il compito di scortarvi
nuovamente dai vostri compagni. Eragon credo tu debba salutare Saphira
ora. La
rivedrai domani quando incontrerete il consiglio.
Dissero a entrambi facendo segno in direzione dei monti.
- La grotta è confortevole. - aggiunse Murtagh muovendosi
già verso Keiron, ma
Eragon rimase al suo posto, stringendosi vicino a Saphira.
- Io non la lascio - disse loro accarezzando il collo della dragonessa.
In
risposta Saphira alzò la testa e ruggì
Ed Io non lascerò Eragon
confermò
anche lei.
I due draghi non si scomposero, ma dopo un breve scambio di sguardi
annuirono.
Guiltar prese quindi la parola.
Va bene. Saprete già che Sigmar
avrà da
ridire molto su questo, ma se Saphira vorrà potrà
dormire di fronte alle grotte, è
un po’ scomodo ma se è quello che volete.
Saphira non mostrò esitazione quando
rispose
Tutto pur di stare accanto al mio
cavaliere Keiron e Guiltar si scambiarono un'altra occhiata.
Seguiteci allora.
***
Appoggiandosi
alla parete della grotta Murtagh inspirò profondamente.
Eragon si andò a sedere
dalla parte opposta. I bagliori del fuoco che ardeva poco lontano
riflettevano
sopra la parete ruvida della grotta, giocando con le sue ombre. Sul
fondo Par,
Morgana ed Eleonor dormivano già.
Il consiglio si era riunito quel giorno, e sarebbe proseguito a
oltranza.
Eragon Murtagh e Saphira erano stati invitati a partecipare, ma dei tre
solo
Saphira era rimasta. I ritmi dei draghi erano stati troppo pesanti per
la resistenza
dei due cavalieri, che erano stati mandati via a riposare. - Non dormi?
-
chiese Murtagh al fratello dopo alcuni minuti, volgendo lo sguardo
nella sua
direzione.
- Sono stanco, ma non riesco a prendere sonno. - ammise lui con uno
sbadiglio
- Chiudi gli occhi, e vedrai che il sonno verrà da
sé - gli disse allora
Murtagh, incrociando le braccia davanti al petto e sistemandosi meglio
con la
schiena. Il maggiore dei due fratelli aveva ormai chiuso entrambi gli
occhi,
quando Eragon aggiunse:
- Mentre tornavamo ho pensato alla nostra attuale posizione. - Murtagh
aprì un
solo occhio, puntandolo verso Eragon.
- E? -
- Isobel avrà allarmato tutto il regno per trovarci, quando
rientreremo nel
territorio di Zàkhara, stai certo che avrà
già preparato il suo esercito ad
aspettarci.
Quindi per poter ritornare a Antàra non abbiamo alternative
che attaccare per
primi. – Murtagh aveva entrambi gli occhi aperti adesso - Non
ti seguo Eragon.
Vuoi attaccare. Come? E cosa soprattutto? -
- La città di Gratignàc.
Pensa se riuscissimo ad ottenerne il controllo Murtagh! Dal suo porto
provengono tutti i rifornimenti di merci diretti ad Abàlon.
In questo modo
indeboliremo in maniera considerevole le forze di Isobel. -
- Una mossa audace, non c'è dubbio. C'è solo un
particolare non irrilevante
Eragon. La regina non rimarrà di certo con le mani in mano,
e mentre noi gli
chiudiamo la fonte dei suoi guadagni, lei farà in modo di
chiuderci la strada
per Antàra, chiedendo semplicemente aiuto ai suoi alleati. -
A quella risposta il volto di Eragon si aperse in un sorriso soddisfatto
- Ed è qui che entra in gioco il piano. – lo
informò il più piccolo. Facendo
una piccola pausa Eragon si avvicinò di più al
fratello, come a confidargli un
segreto.
- Quando Isobel mi ha presentato a tutti come suo alleato, molti dei
nobili e
dignitari sono venuti a parlarmi lamentarsi della sua condotta nei loro
confronti. Isobel non ha il controllo totale dei suoi alleati come
vuole far
credere. Questo potrebbe giocare a nostro vantaggio. Farli passare
nella
resistenza potrebbe essere più facile del previsto. -
Murtagh ci pensò su alcuni secondi, si strinse il mento con
una mano, e
corrucciò la fronte
- Se quello che dici sugli alleanti corrisponde a vero, forse potremmo
farcela.
Certo un aiuto da parte dei draghi renderebbe tutto molto
più semplice. Saphira
non sarebbe l’unica dragonessa da opporre a Kima. Castigo e
Gleadr sono troppo
distanti per essere chiamati in causa. -
- Allora dovremmo fare di tutto perché Sigmar accetti di
aiutarci. -