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Autore: Nemesis01    25/07/2023    0 recensioni
La prima cosa che suo padre gli aveva detto, appena dopo aver ricevuto la lettera d'ammissione ad Hogwarts, era stata: "stai lontano dai Potter". Glielo aveva ripetuto più o meno ogni volta che era rientrato a scuola negli ultimi quattro anni, era diventato un vero e proprio mantra: "fai attenzione alle scale, non infilarti in stanze nascoste, non usare la magia al di fuori delle lezioni, gioca pulito a Quidditch e stai lontano dai Potter".
[Draco/Harry e forse un tocco di James Sirius/Scorpius, ci penso.]
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, James Sirius Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Draco/Harry
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Disclaimer!
Questa fan fiction tratterà di coppie slash (Draco/Harry e anche James Sirius/Scorpius). Per cui, se non vi piace lo slash né siete fan di queste ship, vi chiedo il favore di tenere in considerazione questo dettaglio prima di iniziare a leggere.  
Grazie mille.


*




Stai lontano dai Potter







XIV.

La cucina di casa Potter non era molto grande e proprio per questo risultava essere uno spazio accogliente e vivibile, a misura di mago. Da quando Draco aveva accettato di abitare lì, poi, la cucina profumava sempre di qualcosa; forse erano tutte le candele che aveva comprato alla Farmacia o qualche incantesimo di diffusione di sentenze, fatto stava che la cucina di casa Potter era piccola, accogliente e profumata.
Per qualche strano motivo, Scorpius non si era mai sentito così a casa come in quella cucina. Eppure era un appartamento in cui non era mai entrato prima di quella stessa estate.
- Minerva deve aver saputo che vi siete trasferiti qui, - commentò Harry. Anche lui stringeva una lettera da Hogwarts, questa volta l'aveva afferrata subito. Nonostante fossero passati anni che contavano come secoli, aveva il timore che qualcuno potesse nascondergli le comunicazioni che l'avrebbero condotto al mondo della magia.
Scorpius scartò la sua lettera e la lesse con attenzione fino alla fine. Poi strabuzzò gli occhi. - M-m-mi hanno... mi hanno scelto come Prefetto Serpeverde! - esclamò felice e fissò suo padre in cerca di supporto. Ma Draco non disse nulla e si limitò ad un sorriso stentato.
Proprio quando Scorpius stava per abbassare lo sguardo, intervenne Harry. - Ma è fantastico, bisogna festeggiare! Che ne dite se stasera ordiniamo una pizza? -
Il giovane Malfoy sorrise debolmente ed annuì. - Sì! Ma questa volta niente ananas, però. -
James rise e poi strinse le spalle. - Ma non è così malvagio, comunque... -
- Tu... tu... sei un traditore del tuo sangue, - lo rimproverò Harry. Scoppiarono a ridere tutti e tre.
Draco li fissava assente, come se stesse guardando un film alla tele-qualcosa che Harry aveva in soggiorno, come se fosse una sostanza extra-corporea che non combaciava con la sua presenza fisica. Non aveva ancora aperto la lettera che era arrivata per lui. Voleva essere felice per suo figlio, abbracciarlo, scompigliare i suoi capelli e dirgli che era molto, molto, orgoglioso di lui. Eppure, non aveva la forza di muovere un singolo muscolo, nemmeno per ostentare un sorriso.
- Draco, tutto bene? - domandò Harry. Nel non ricevere risposta, capì che qualcosa non andava e corse subito a prendere una siringa e la pozione che gli avevano dato al San Mungo.
Scorpius, spaventato, cercò la mano di James.
Quando Harry tornò, si prodigò subito nel fare una puntura a Draco. Quest'ultimo, riprendendo a respirare, spalancò gli occhi e si guardò intorno spaventato.
- Ti senti meglio, Draco? -
L'uomo annuì mestamente e, senza accorgersene, fece sparire una piuma che aveva tra le mani.
- Sì, sto meglio, - rispose Draco che, successivamente, si rivolse al figlio. - Scusami, Scorpius, è bello che ti abbiano dato la carica di Prefetto! -
Il giovane Malfoy, però, non sembrò particolarmente entusiasta al complimento del padre; scrollò le spalle, recuperò la sua posta e si alzò. - Vado in camera, devo rispondere ad Amycus, - disse, e se ne andò.
- Scorpius, aspetta... - provò a fermarlo Draco senza riuscirci. Guardò Harry con uno sguardo a metà tra il pentito e lo spaventato.
Potter gli poggiò una mano sulla spalla e gli sorrise rassicurante. - Vado io, non ti preoccupare. -

James vide il padre andare verso la cameretta e poi fissò Draco di sottecchi. L'uomo sembrava essere molto impensierito, tanto da far scomparire il bicchiere d'acqua che stringeva tra le mani.
- Signor Malfoy, posso farle una domanda? -
- ...a me? - chiese Draco. In quei giorni, gli sembrava impossibile essere utile per qualche scopo.
- Sì, a lei. Posso? -
- Sì, - annuì Draco perplesso. Cosa diamine voleva da lui?
- Guardi qui, - disse James. Si avvicinò all'uomo e gli mostrò la lista dei libri da comprare per il suo prossimo anno a Hogwarts. - La Preside dice di scegliere solo uno di questi due libri di Pozioni, ma non saprei in base a quale criterio debba essere io a decidere. Considerando che vorrei prendere Eccellente ai M.A.G.O., mi chiedevo se lei potesse darmi una mano. -
La richiesta di James fece sorridere Draco. Erano stati giorni davvero difficili per lui che non riusciva nemmeno a fare gli incantesimi più elementari, e che non era in grado di controllare l'ansia vista la frequenza delle sparizioni improvvise. Il solo pensiero che qualcuno potesse aver bisogno di lui, e che non fosse lo stesso Draco a necessitare di un aiuto, lo fece sentire sollevato. Malfoy sorrise debolmente e lesse i titoli dei libri proposti dalla Preside.
"Il grande Grimorio dei M.A.G.O. - Pozioni, filtri e infusi" è un libro davvero molto antico, non credevo che lo pubblicassero ancora oggi, - iniziò Malfoy. Continuò a tessere le lodi del volume per almeno dieci minuti buoni, lasso di tempo in cui James annuì per dare cenno di attenzione. In realtà, il cervello di James si era disconnesso dopo i primi secondi, ma era soddisfatto che il signor Malfoy si sentisse tanto in vena di chiacchiere. Forse Scorpius non aveva avuto una cattiva idea nel proporgli di fare il Guaritore, anche se a lui affascinava di più la psicologia dei maghi piuttosto che le malattie fisiologiche.
- Mentre "Pozioni Avanzate" è un classico di Hogwarts, ma non credo che ti farà avanzare davvero. -
James ridacchiò. - Noto una spiccata preferenza per il grimorio! -
Draco annuì fiero. - Nessun libro è ben articolato quanto quello. Se vuoi una "E", quello è sicuramente il tomo perfetto. -
- O eccellente o niente, questo è il mio motto! -
Malfoy sorrise e scrutò il ragazzo. Forse gli aveva chiesto quel consiglio per distrarlo, forse perché davvero gli interessava il suo parere; ma la verità era che, qualunque fosse il motivo, la domanda di James l'aveva mantenuto saldamente incollato al suolo. Gli sorrise ancora una volta, quasi volesse ringraziarlo senza farlo davvero, e si diede ancora una volta dello stupido per esser stato così tanto lontano dai Potter.

Scorpius e Harry erano seduti sul letto di sopra e avevano le gambe a penzoloni. Erano rimasti in silenzio per qualche minuto, ma il limite di tempo massimo che aveva Harry per restare in silenzio era di novanta secondi, dopodiché scattava il terzo grado.
- Scorpius, tutto bene? - chiese.
Che domanda stupida. Come poteva andare tutto bene se suo padre, suo padre!, non riusciva nemmeno ad essere felice per lui? Se suo padre, suo padre!, era finito in ospedale e se qualsiasi patologia avesse contratto ne stava distruggendo l'essenza?
Il ragazzo strinse le spalle e cercò di non risultare maleducato o ingrato. Malgrado fosse un Malfoy, Scorpius era stato educato al rispetto ed era cresciuto con una sensibilità tale da risultare fragile come un cristallo. Ma Scorpius non era un cristallo, né uno stupido, né uno sprovveduto. - Harry, con quale coraggio mi chiedi come sto? -
Harry fu sorpreso da quella risposta e gli rivolse uno sguardo gentile, esortandolo a parlare.
- Mio padre ha una relazione con qualcuno e non me lo dice. Quel qualcuno sei tu, dopo che mi ha voluto tenere a tutti i costi lontano dai Potter. E va bene, ci passo su, perché a me non interessa con chi stia mio padre purché sia felice. Poi scopro che il nostro Manor non è più davvero nostro, e che ora mio padre abita qui con te. E va bene, perché tanto cosa cambia? Voglio dire, i ricordi di famiglia sono nella mia testa e io vivo a Hogwarts la maggior parte del mio tempo. -
- Stai davvero affrontando molte cose insieme, Scorpius... -
- Non ho finito, - l'interruppe lui aggrottando le sopracciglia. - Poi mio padre finisce al San Mungo, e ho pensato che fosse perché gli avevo detto che volevo stare con James. E invece scopro che non era la prima volta che accadeva, che ha una malattia magica probabilmente inguaribile e che... - Scorpius non riuscì a terminare la frase e scoppiò a piangere.
Allora Harry lo abbracciò; lo strinse forte, calorosamente, come se fosse suo padre anche se non lo era davvero. Non c'era molto altro che potesse fare, del resto. Cosa doveva dirgli? Che le cose si sarebbero risolte per il meglio? Questo era quello che sperava, ma non poteva dargli certezza alcuna.
- Non voglio perdere anche il mio papà,- singhiozzò il ragazzo affondando la sua testa bionda tra le braccia di Harry.
A quel punto, Harry avrebbe voluto dirgli qualche frase rassicurante, qualcosa tipo "vedrai, non lo perderai", ma si sentì un bugiardo. Non aveva idea di cosa sarebbe potuto accadere, né di come la malattia di Draco avrebbe potuto evolversi. L'unica cosa che sapeva era che nemmeno lui avrebbe voluto perdere Malfoy. - Scorpius... farò tutto, davvero, tutto quello che mi è possibile fare per tenere tuo padre con noi più a lungo possibile. -
Il ragazzo sembrò apprezzare la sincerità dell'uomo e sospirò mestamente. Restò tra le braccia di Harry almeno cinque minuti buoni, poi si staccò, si asciugò gli occhi e sorrise. - Grazie, - disse Scorpius.
Harry gli stampò un bacio sulla fronte, gli scompigliò i capelli e sorrise a sua volta. - Non mi devi ringraziare. Non devi mai farlo, non tu. -
Scorpius sorrise di nuovo e allora capì, capì davvero, perché suo padre gli si era tanto raccomandato di stare lontano dai Potter.

- No, Harry, io... io non ci sto. -
- Draco, ma... -
- No. No, no, no. No. N-o. -
- Draco, si tratta di Hogwarts! -
- Lo so benissimo che si tratta di Hogwarts. Ma io non me la sento. -
La candela sul comodino di Draco giunse al termine e, spegnendosi, rilasciò nell'aria uno strano odore di cera bruciata. Forse non avrebbero dovuto acquistarle in un negozio babbano, ma a Harry era piaciuta tanto la forma del barattolo che la conteneva e Malfoy non aveva avuto cuore di dirgli di no.
Draco sospirò amareggiato e si lasciò andare contro il muro di cuscini che ricopriva la spalliera del letto.
- Non è più quella Hogwarts. -
- Lo so, altrimenti non avrei permesso che mio figlio la frequentasse. -
Poi, esattamente come la fiammella della candela si era spenta, la lampadina delle idee geniali di Harry si accese. - Lo faresti proprio per lui, per Scorpius. Potresti avere più tempo con lui. -
Draco lo fulminò con lo sguardo. Come poteva, proprio lui, usare Scorpius per far leva sulla sua volontà? - Sei scorretto, - giudicò Malfoy. - Perché devo venirci anche io? Il lavoro lo hanno offerto a te! -
- Perché non voglio lasciarti solo, Draco, ecco perché. Un conto è lavorare in ufficio al Ministero, dove posso raggiungerti anche per la pausa pranzo, un altro è lavorare a Hogwarts. Dovrei trasferirmi lì per un anno scolastico e non mi va di lasciarti da solo tutto questo tempo. -
- Che tu ci sia o meno, io perderò ugualmente la mia magia, Harry, - disse Draco. Non sembrò particolarmente triste o risentito. Era solo rassegnato all'idea che il suo destino era stato già scritto da un autore con molto sarcasmo. Lui, "Purosangue", tradito proprio da quel liquido rosso che gli irrorava le vene... un Purosangue che, a poco a poco, sarebbe diventato un Magonò. - Questo... questo non puoi cambiarlo. -
Harry abbassò lo sguardo e, mestamente, si rilassò sul letto accanto al compagno. Fissò il soffitto per un minuto abbondante, poi tornò a guardare Malfoy. - Ma posso renderlo meno doloroso. Meno difficile. Posso alleggerirlo... per te, per Scorpius... per me. -
- Scusa, Harry, eh, ma credi davvero che Hogwarts possa rendere questo meno difficile per me? PER ME? - gridò Draco. Stavolta si era incazzato. - Non prendermi per il culo. Non... nulla può renderlo meno difficile, per me. Sono io che perderò la magia, io, Draco Malfoy!, non tu. In che cazzo di modo vivere un anno nella scuola dove ho imparato ad applicarla, dove tanti altri giovani maghi ne esplorano la bellezza e l'intensità, potrebbe aiutarmi? Non hai mai, e dico mai, pensato, col cervello bacato che ti ritrovi, che per me andare a Hogwarts sarebbe doloroso, più di questo morbo del cazzo? -
Harry aprì la bocca come per dire qualcosa ma fu interrotto da qualcuno che bussò alla porta.
- Posso? -
Era la voce di Scorpius. Draco si asciugò gli occhi alla meglio. - Vieni, Scorpius, entra pure... -
Il ragazzo, conscio di aver interrotto qualcosa, entrò timidamente. - Ehm... il signor Weasley è arrivato con la Passaporta... s-siete pronti? -
Draco annuì debolmente e si mise in piedi; sistemò i pantaloni e la camicia alla men peggio e si avvicinò al figlio. Harry lo seguì a ruota, senza preoccuparsi di come gli cadevano addosso i vestiti. Sulla soglia della porta, Draco fermò Harry e si premurò di sistemargli il colletto della camicia. Fu un gesto che fece sorridere Scorpius. Aveva avuto modo di origliare un po' la loro conversazione, e credeva che i due fossero di pessimo umore, ma il gesto di Draco era un chiaro segno d'amore. Era bello vederlo innamorato, nonostante tutto.
- Non è il caso di andare vestito come se ti fossi tuffato nell'armadio dopo esserti inflitto un incantesimo aderente, - commentò Malfoy.
Scorpius scoppiò a ridere. Sì, era proprio bello vederlo innamorato. 

 

   
 
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