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Autore: Nina Ninetta    25/07/2023    1 recensioni
Questa storia partecipa alla "To Be Writing Challenge 2023" indetta da Bellaluna sul forum "Ferisce la Penna"
Raccolta di storie dedicate al mondo di Tekken e ispirate a tematiche ben precise e diverse ogni mese, scelte dai partecipanti della challenge.
1. Տai chi sei? [Gennaio - Sisterhood - Nina&Anna]
2. La mamma è sempre la mamma [Febbraio - Motherhood - Steve&Nina]
3. Ⱥngel&Ðevil [Marzo - GrumpyXSunshine - Jun&Kazuya]
4. Come un abbraccio [Aprile - Domestic Fluff - Jin&Jun]
5. Coinquiline Diverse [Maggio - Roommate! AU - Xiaoyu, Asuka, Lili, Jin, Hwoarang]
6. Un Amore di Macchina [Giugno - ForbiddenLove - Lars&Alisa]
7. La Tomba dei Ricordi [Luglio - Childhood Friends - Heihachi&Kazumi]
8. Տole o Ҏianeta? [Settembre - Unrequited Love - Anna/Nina&Lee Chaolan]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Lars Alexandersson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per il mese di luglio ho scelto la tematica Childhood Friends,
attraverso la quale bisognava raccontare un’amicizia d’infanzia.
Ho fatto varie ricerche inerenti ai personaggi di Tekken e poi… boom!
Ho ricordato questo splendido rapporto tra Heihachi e Kazumi e ne è uscita questa piccola flash!



 
 
Ła ŧomba dei ɍicordi

 
 
 
Heihachi Mishima era solito pregare sulla tomba di sua moglie Kazumi. Vi si recava una volta al giorno, appena prima che sorgesse il Sole, in modo da godersi l’alba insieme.
Sì, perché la sua lapide affacciava a est, proprio dove l’Astro si levava e abbracciava l’intera proprietà Mishima.
Non era una casualità che il mausoleo di Kazumi fosse stato costruito lì. Lei adorava l’alba, diceva che fosse il momento della giornata che preferiva, quando un nuovo giorno comincia e tutto può ancora succedere, anche ciò che di sbagliato è stato fatto in precedenza può essere aggiustato.
Heihachi si sedeva a gambe incrociate di fronte all’altare di sua moglie, accendeva una bacchetta d’incenso, chiudeva gli occhi con le mani adagiate sulle ginocchia piegate e pregava.
Più che pregare ricordava i momenti felici vissuti con lei, poi finiva a chiedersi se avesse sbagliato in qualcosa, se il demone che Kazumi si portava dentro potesse essere sconfitto senza il suo sacrificio… 
Alcune mattine, però, quando il cielo era ricoperto di nuvole grigie e il sole non sarebbe mai nato, la mente lo riportava alla prima volta che si erano conosciuti.
Loro erano solo dei ragazzini e fuori diluviava…
 
Heihachi si stava allenando del dojo di famiglia, quando aveva sentito le porte aprirsi e suo padre Jinpachi si era palesato in compagnia di una giovane dai capelli corvini lisci come la seta e la pelle chiara di porcellana.
«Lei è Kazumi, della famiglia Hachijo. Si allenerà con te» aveva detto Jinpachi, andando via.
Heihachi era rimasto qualche secondo a studiare la nuova arrivata, provando fin da subito un moto di stizza nei sui confronti: chi era quella bimbetta e perché avrebbe dovuto scoprire i segreti dello Stile Mishima tramandati di padre in figlio per generazioni?
Eppure, Kazumi, all’apparenza delicata e fragile, si rivelò una vera combattente, un’instancabile lottatrice che apprendeva con diligenza e velocità tutto ciò che le veniva insegnato, facendolo suo. Ma, gli allenamenti erano davvero pesanti e c’erano giorni in cui era così stanca che non si presentava neanche a cena, crollando in un sonno profondo. Allora, Heihachi le lasciava un vassoio colmo di cibo davanti la stanza e sgattaiolava via. Quando lei gli chiese se sapesse chi fosse a lasciarle la cena, lui sollevò le spalle rispondendo che non ne aveva idea. Così, l’antipatia iniziale si trasformò in una bella amicizia che li legò per anni, fino all’età adulta, quando scoprirono di amarsi…
Ma prima dell’amore arrivò un legame profondo, di complicità e fiducia reciproca. Nella fresca penombra del sepolcro, con il penetrante odore di incenso a solleticargli il naso, i grigi baffi di Heihachi vibrarono appena e le sottili labbra che nascondevano si distesero impercettibilmente in un sorriso, ripensando alle mille malefatte che avevano combinato lui e Kazumi. A tutte le volte che aveva fatto infuriare Jinpachi e poi ne avevano riso insieme, seppur in punizione per una settimana.
Insieme avevano scoperto il mondo, osservato la natura e talvolta rischiato anche la vita…
Un’amicizia vera e genuina come quella tra loro due, Heihachi Mishima non l’aveva mai più vissuta, né tantomeno rivista nelle vite altrui.
 
La bacchetta di incenso si esaurì in un ultimo colpo di fumo grigio e denso. Allora Haihachi seppe che era rimasto il tempo necessario, perciò sollevò le palpebre di scatto e attraverso il rosone scolpito nel marmo del monumento funebre vide i primi raggi aranciati del Sole nascere oltre le montagne a est. Un tenue fascio di luce sfiorò la fotografia di Kazumi, semplicemente bellissima. Heihachi la osservò qualche secondo ancora, accarezzandola con una delicatezza inaspettata per un uomo come lui. Una gentilezza che nella sua lunga e travagliata vita aveva riservato solo a sua moglie.
«Buongiorno a te, Kazumi-chan.» Bisbiglio, lasciando il mausoleo in punta di piedi e l’espressione dura sul viso: era tornato ad essere Heihachi Mishima, uno degli uomini più potenti e pericolosi al mondo.
 

 
fine
  
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