Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Im_notsupposedtobehere    25/07/2023    1 recensioni
Reiner e Leda erano cresciuti insieme nel quartiere d'internamento di Liberio.
Due bambini costretti a diventare adulti presto e a separasi a causa degli orrori di una guerra senza fine.
Dopo cinque anni in missione finalmente Reiner rientra in patria acclamato da tutti: l'eroe, lo Scudo di Marley, il gigante Corazzato ma Leda aspettava semplicemente il ritorno del suo amico.
—————————
“Tutto quello che riuscivo a pensare era che Marley guadagnava il suo Scudo ed io perdevo il mio migliore amico.
Tu credevi che ti servisse essere qualcun altro per farti amare dal prossimo ma per me è sempre bastato che tu fossi te stesso. “
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pieck, Porco Galliard, Reiner Braun, Zeke Jaeger
Note: Lime, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La prima spedizione verso il porto del golfo nelle vicinanze del primo obiettivo da conquistare sarebbe partita a giorni.

Tutte le unità dell'esercito Marleano erano impegnate nel pianificare le operazioni via mare e via terra che avrebbero dato il via all'offensiva contro l'Unione degli Stati Orientali.
Tutti i distaccamenti e le guarnigioni erano completamente assorbite dai preparativi: dalle truppe di terra impegnate negli addestramenti fino alle unità di logistica, non c'era un solo uomo o donna a Liberio che non fosse in qualche modo coinvolto.

L'unità dei Guerrieri non faceva distinzione, con l'avvicinarsi della partenza e la recente assimilazione del Mascella da parte di Galliard, i ragazzi detentori dei quattro giganti rimasti a Marley furono sommersi dai preparativi.

Pieck venne incaricata della gestione logistica dell'operazione e passava le sue giornate ad ispezionare le condizioni delle armi e degli equipaggiamenti, a gestire l'acquisizione delle risorse necessarie ai soldati per sostenere l'operazione, cibo, acqua, munizioni... lei era da sempre quella più vicina alle truppe di terra e nessuno meglio di lei avrebbe saputo gestire le delicate questioni relative agli approvvigionamenti.

Di tanto in tanto, quando riusciva a sollevare il naso dai libri contabili e dalle scartoffie del magazzino rifornimenti si trascinava stancamente ad assistere agli addestramenti intensivi di Galliard.
Il ragazzo, come era immaginabile, dimostrò un'affinità istantanea con le abilità del Mascella imparando in brevissimo tempo a sfruttare al massimo le potenzialità. Era evidente a tutti che Porco Galliard fosse uno dei migliori guerrieri di Marley, sin da sempre e Pieck, dopo le estenuanti sessioni di allenamento del ragazzo, poteva vedere lo sguardo soddisfatto di chi finalmente aveva provato a se stesso e agli altri il suo valore illuminargli il viso.
Non poteva dirsi felice della nuova posizione di Porco, la vita dei Guerrieri era innaturalmente breve e costellata di decisioni diificili, ma allo stesso tempo, l'idea di poter condividere con lui quel fardello, il peso della maledizione di Ymir, la rassicurava.

Ora entrambi camminavano lungo lo stesso sentiero e per una volta avrebbero potuto supportarsi alla pari. Non c'era più dislivello tra loro due, Porco non si sarebbe più sentito d'intralcio per lei. Forse finalmente avrebbe trovato la tranquillità necessaria per abbassare i pugni e non essere più in lotta contro chiunque.
Aveva dimostrato il suo valore, ora poteva cominciare a vivere. Per i tredici anni che gli restavano.

Spesso, indaffarata tra i test dei cadetti e i monitoraggi delle prestazioni dei Guerrieri, incrociava Leda con il dott Croix correre da una parte all'altra della caserma trascinandosi dietro centinaia di scartoffie.
Si salutavano a distanza; il più delle volte quando capitava loro di incrociarsi, Leda cercava di farsi vedere agitando le mani e le sorrideva con quell'aria gioiosa che ultimamente sembrava avere sempre stampata sul viso.

"Quasi non sembra preoccupata dell'essere stata assegnata alle operazioni via terra..."

Quel giorno, invece del solito sventolio della mano, Leda le aveva fatto cenno di aspettare e, scavalcando impacciata a causa della divisa, la recinzione le era corsa incontro al termine dell'addestramento di Galliard.

<< Pii! Che bello vederti! Non riesco mai a trovare un attimo di tempo per passare a darti una mano con gli approvvigionamenti..! Ah, a proposito! >> si mise a rovistare tra le cartelline che aveva con sé << Ho qui la lista dei rifornimenti medici per la marina e le unità di fanteria, posso affidarla a te? >>
Pieck prese la cartellina che Leda le aveva porto e le diede uno sguardo veloce
<< Non credo riuscirò a far approvare il bilancio per un numero così alto di materiali...non c'è nulla che tu possa tagliare? >>

Leda riprese i fogli e pensò attentamente alla domanda di Pieck:

<< Onestamente? Questo è davvero lo stretto necessario... Magath sostiene che l'attacco durerà qualche mese al massimo, ho stilato l'elenco dei medicinali e dei rifornimenti in base alle previsioni delle alte cariche...in realtà, temo che in caso di epidemia a bordo di una delle navi potremmo davvero essere anche scarsamente preparati.>>

Dall'altro lato del campo di addestramento Croix prese a chiamare la sua assistente a gran voce.

<< Devo andare! Ah, più tardi il dottor Croix terrà un briefing congiunto con l'Unità Generale per stabilire le tattiche di evacuazione, prevenzione e primo soccorso.

So che per voi Guerrieri è tempo perso, ma almeno tu riusciresti a partecipare? Sei il Guerriero più vicino alle truppe in assoluto...la tua presenza sarà di grande importanza per loro! >>

<< Vuoi che chieda a Reiner di venire, vero? >> chiese Pieck con un lungo sospiro, conosceva bene la sua amica e sapeva che Leda stesse girando intorno alla reale motivazione dietro tanto interesse per i briefing tattici, che di solito l'annoiavano a morte.

<< Sì, per favore >> Il viso di Leda si illuminó all'istante e le sue labbra si incresparono in un sorriso entusiasta come quello di una bambina al quale le fosse stato offerto un regalo.
Pieck scuotendo la testa sorrise di rimando, il buon umore della sua amica non mancava mai di contagiarla.

<< Un'ultima cosa Pii, se lo vedi, puoi dare questo a Reiner, per favore? Sono giorni che a mala pena riesco ad incrociarlo nei corridoi.>>
Leda allungò un foglietto di carta piegato in quattro parti alla ragazza, che la guardò sorridendo con la sua espressione assonnata.
<< Anche postina adesso? Non c'è proprio pace per la sfortunata detentrice del Carro, sfruttata per le mansioni più umili! Ci sono i Cadetti per queste cose Leda! >>
Leda si stava già allontanando senza ascoltarla, salutandola con la mano mentre correva nel polveroso campo di addestramento verso il suo superiore.

***

<< Se riuscissimo a prendere possesso del golfo di Arvand Raud avremo un accesso favorevole alle fortificazioni via mare e via terra...>>
Zeke stava indicando un punto della mappa poggiata sul grande tavolo al quale erano seduti Magath e Reiner.
Da giorni Zeke stava studiando la mappa dei dintorni dell'area del loro attacco, prestando particolare attenzione alla zona intorno alla Fortezza Salta, principale roccaforte nel territorio dell'Unione Orientale.
<< Riuscendo ad espugnare la fortezza, bloccheremo la linea ferroviaria che fa da snodo cardine per tutti i loro approvvigionamenti. In questo modo potremo avere una posizione favorevole per resistere alle successive schermaglie e nel contempo sfiancare le forze nemiche privandole delle scorte de...>>
Il discorso di Zeke venne interrotto dal flebile bussare di Pieck, seguito poco dopo dal rumore dei suoi passi mentre entrava nella sala comune.

Poggiò le cartelline sul tavolo proprio accanto la mappa di Zeke.

<< Se prendessimo invece possesso delle linee ferroviarie prima della caduta della Fortezza, avremmo maggiori garanzie di poter fornire assistenza ai nostri soldati, in caso di necessità. >> La ragazza trascinò lentamente una sedia e vi si sedette sopra, poggiando la testa sulle braccia incrociandole sul tavolo.
<< Ho portato gli archivi del magazzino delle munizioni e la lista aggiornata della catena di produzione delle nuove armi da fuoco, dovremmo essere pronti entro la prossima settimana per inviare le prime unità. >> Spostando i faldoni, lo sguardo le cadde sulla cartellina che le era stata affidata da Leda.

<< Ho qui anche l'inventario dei beni di prima necessità della guarnigione medica, l'assistente di Croix sostiene di aver ridotto all'osso qualsiasi richiesta superflua..tuttavia, temo che non potremmo preparare in tempo quanto richiesto. >>

Pieck mosse lo sguardo in direzione di Reiner quando nominò l'assistente di Croix, le reazioni del ragazzo ogni volta che Leda veniva anche solo vagamente menzionata la divertivano; questa volta si era voltato verso di lei, come se si fosse ripreso da una sorta di trance, drizzò la schiena e allungando lo sguardo verso la cartellina piena di scartoffie, un un sorriso imbarazzato e in qualche modo orgoglioso, gli aveva sollevato l'angolo delle labbra.

Non aveva neanche cercato di nascondere la sua reazione e, prima ancora che Pieck avesse finito di parlare, Reiner aveva già preso tra le mani i fogli, strappandoli quasi letteralmente da quelle di Zeke, e li stava attentamente studiando, come se tra gli elenchi di medicinali e attrezzature, ci fosse un qualche segreto nascosto che solo lui avrebbe potuto leggere tra le righe.
Pieck non poté fare a meno di ridacchiare sotto i baffi, trovando la situazione paradossalmente divertente.

<< Sono davvero...molte risorse da mobilitare... >> Dopo un qualche momento di silenzio Reiner constatò con voce incerta. Non aveva dubbi sulla genuinità delle richieste avanzate dal team medico del Dottor Croix, tuttavia sapeva che la maggior parte delle forze di fanteria che sarebbero state dispiegate sarebbero stati soldati eldiani, e questo poteva voler dire solo una cosa:

<< Le spese per il potenziamento dell'ospedaletto da campo e della rete di approvvigionamento sanitario, sottraggono fondi alle reali necessità del nostro esercito. >> tagliò corto Magath che era rimasto in silenzio fino ad adesso.
<< Jaeger, Braun. Più tardi il dottor Croix terrà un briefing alle truppe sulle manovre di evacuazione e primo soccorso. Andate con Finger e comunicategli che saranno garantite esclusivamente un terzo delle risorse richieste.>>

Theo Magath congedò i guerrieri e uscì dalla stanza lasciando i tre da soli.

<< Che seccatura. >> commentò Zeke inaspettatamente aggiustandosi gli occhiali << Nel malaugurato caso in cui non riuscissimo ad espugnare la Fortezza in poco tempo, le risorse basteranno per qualche mese, al massimo. Peggio di un esercito impreparato, c'è un esercito scontento.>>

Reiner al commento di Zeke si voltò nella sua direzione perplesso.

<< Nel caso in cui non riuscissimo ad espugnare la fortezza? Dubiti delle tue strategie Zeke? >>

Il Comandante dei Guerrieri si limitò a scrollare le spalle senza rispondere e uscì a sua volta dalla stanza accendendosi una sigaretta.

Pieck e Reiner seguirono Zeke con lo sguardo, allibiti alle sue parole e al peso delle sue allusioni.

<< Beh, questa è una novità. >> Sbottò Pieck. << Abbiamo forse assistito a Zeke dubitare dell'esito di una missione da lui ideata? >>

<< La battaglia di Shiganshina...ha mostrato a tutti noi che non siamo infallibili, Pieck. >> rispose Reiner con un sospiro. Il suo volto si era oscurato di colpo come ogni volta che il guerriero nominava l'isola di Paradis.

Pieck notò il cambio repentino dell'umore di Reiner e serrò le labbra, capendo perfettamente a cosa alludesse. Lei aveva preso parte alla missione di recupero, aveva assistito al fallimento di Zeke, alla sua terribile disfatta, al terrore che quel soldato di Paradis, quel Levi, gli aveva fatto provare. La prima vera grande sconfitta del genio militare Zeke Jaeger.

Il silenzio che era sceso nella stanza non tardò a diventare insostenibile.

<< Ah, questo è per te. >> Disse improvvisamente la ragazza passandogli il foglietto che poco prima Leda le aveva chiesto di consegnare. Lui alzò lo sguardo verso di lei incuriosito. << È da parte di Leda. >>

A queste parole il viso di Reiner si illuminò all'istante, nonostante stesse cercando di nascondere la sua emozione, i suoi occhi passarono rapidamente dal viso di Pieck al foglietto che la ragazza teneva tra le mani e che gli stava porgendo;

"Questa mattina ti ho visto al campo di addestramento con Gabi e gli altri ragazzi. Vederti con loro mi riempe il cuore di gioia. Mi ricorda quando anche noi avevamo la loro età.

Spero di avere l'occasione di poterti affiancare presto nel loro addestramento prima della partenza.
Leda."

Reiner cercò di mantenere la sua compostezza e sopprimere il sorriso che gli stava increspando le labbra, con scarsi risultati. Schiarendosi la voce si infilò il bigliettino nella tasca della giacca della divisa e si alzò dal tavolo.

<< Improvvisamente partecipare all'ennesimo briefing tattico non è più così seccante, vero Reiner? >>  Gli chiese Pieck che lo guardava di sottecchi divertita, alludendo all'incontro con lo staff medico.

<< Molte cose non sono più così seccanti ultimamente, se devo essere sincero. >> Rispose il guerriero.

***

Il briefing dello staff medico durò molto di più di quanto previsto, due interminabili ore di ripasso di procedure e tattiche che avevano fiaccato Leda sia nel corpo che nell'umore. Oltre a Pieck, durante il meeting l'intera unità dei Guerrieri aveva presenziato all'incontro congiunto, la presenza di Reiner l'aveva resa felice ma per tutto il meeting, avevano dovuto comportarsi con distaccata professionalità, limitando le loro interazioni ad un veloce scambio di sguardi di tanto in tanto.

Se possibile, l'essere insieme nella stessa stanza, senza potersi rivolgere la parola era anche più fastidioso di quegli interminabili giorni di preparazione, durante i quali le uniche occasioni che i due ragazzi avevano, a malapena, avuto di vedersi erano quando si incrociavano nei corridoi della caserma.

Quando i guerrieri si congedarono Reiner le passò accanto rallentando volontariamente il passo, le tese la mano con cortesia:

<< Grazie del vostro aiuto infermiera Krause, la presenza del team di Croix sul fronte è apprezzata da tutti noi. >> le disse con voce bassa. Leda notò che nella mano stava nascondendo un piccolo pezzo di carta, ricambiò la stretta di slancio.

<< Lieti di servire e proteggere Marley al meglio delle nostre possibilità, Vice capitano Braun. >>
Leda prese il biglietto che Reiner le stava passando e lo nascose tra le pieghe della sua gonna.

Quel breve scambio di frasi di circostanza era stata la conversazione più lunga che avevano avuto da giorni: tutti i guerrieri avevano ricevuto l'ordine di rimanere all'interno della caserma anche la notte, quindi Reiner non tornava a casa da molto tempo.

Non che la cosa avrebbe poi fatto molta differenza, dato che Leda, dopo il lavoro, aveva avuto appena il tempo per svolgere solamente le più basilari funzioni di un essere umano: mangiare, lavarsi, alle volte dormire per una notte intera.

Dal giorno in cui Galliard aveva divorato la prigioniera Ymir, lei non aveva avuto modo di parlare con Reiner e le innumerevoli domande che avrebbe voluto fargli le affollavano la mente, anche se probabilmente lui non avrebbe voluto rispondere. E probabilmente quelle risposte sarebbe stato meglio che fossero rimaste nel passato, sepolte nella sua memoria, lontano dagli occhi e dalle orecchie di chiunque.

"Perché hai scelto di legare con loro?"

"Perché non hai ascoltato Berthold?"

"Chi è Historia?"

"Per un breve momento sei stato felice?"

"Non avresti preferito tornare a  casa?"

"Chi è Historia?"

"Erano brave persone?"

"Hai sofferto?"

"Chi è Historia?"

"Pensi ancora a lei?"

Il racconto di Ymir sugli anni che Reiner aveva passato sull'isola le avevano scavato nel cuore un buco che non riusciva a colmare in nessun modo. Per certi versi, si sentiva sollevata che da qualche parte nell'animo del ragazzo si trovava una versione di lui che fosse stato in grado di apprezzare, ma Leda sapeva che l'ennesima maschera che Reiner aveva indossato gli aveva senza alcun dubbio causato una nuova ferita nel suo animo. Sarebbe mai stata realmente capace di raggiungere di nuovo il suo io più profondo?

Dal momento in cui Reiner aveva indossato la fascia gialla dei cadetti, ogni giorno era stato costretto ad indossare una nuova veste di sé, una nuova personalità, sovrapponendo strato su strato, versioni diversi di se stesso, soffocando il bambino tenero ed insicuro che era stato.
 

Leda si infilò le mani in tasca e trovò il biglietto che Reiner le aveva affidato al termine della riunione. Come aveva potuto scordarsene? Si fermò nel bel mezzo del corridoio e lo lesse, sorridendo alla vista della grafia disordinata del ragazzo.

"Mi spii durante gli addestramenti?

Mi rincuora sapere che lo fai, perché da giorni sto deliberatamente facendo il giro più lungo della caserma per andare alla piazza d'armi, solo per passare sotto gli uffici di Croix e avere l'occasione di vederti mentre lavori. La tua espressione concentrata mi tranquillizza.

Reiner"

La ragazza strinse il foglietto al petto, se non fosse stata ancora in caserma probabilmente avrebbe saltato di gioia.
 

   
 
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