Le idee vivono per sempre
Barbara è diventata umana da
mesi. Ha imparato a bere bicchieri pieni (d’acqua e altre bevande), a usare le
scale (lo scivolo della Casa dei Sogni le manca, certi giorni), ha scoperto che
ha bisogno di mangiare per avere energie. Ha persino dei genitali, ora: è
un’umana sotto tutti i punti di vista! Eppure…
Qualcosa continua a
sfuggirle.
Non è niente più che una
vaga impressione, all’inizio. Le sembra di non cogliere a pieno i discorsi
delle altre persone, a volte, come se le loro parole nascondessero un senso
doppio a cui lei non ha accesso; è perché è umana da poco e c’è ancora molto
che non conosce, si dice.
La sua nuova famiglia si
impegna ad avere una serata film con lei almeno una volta a settimana, ed è
affascinante vedere le idee prodotte dagli esseri umani, ma… C’è
qualcosa che impedisce a Barbara di ritrovarsi del tutto nei protagonisti, e
non è certa che sia dovuto al suo essere nata Barbie.
È quando vede Sasha baciare
la sua ragazza che finalmente comprende cos’è che le manca.
Gli umani sembrano tutti
mossi dagli stessi sentimenti che ha visto provare da Ken. Ovunque Barbara si
giri, si parla di amore – la maggior parte dei doppi sensi, scopre
quando finalmente si decide a chiedere spiegazioni, ha a che fare con il sesso.
Lei non ha mai desiderato nessuna delle due cose, quando era una Barbie; ovviamente,
Barbie e Ken non hanno organi sessuali, perciò non provano alcun interesse per
il sesso. Ma lei ha una vagina, ora. Non dovrebbe provare attrazione…?
E tutti i film e i libri che
ha recuperato sembrano dirle che il suo scopo nella vita debba essere trovare il
vero amore, ma Barbara non riesce a immaginarsi vivere una relazione
romantica, per quanto ci provi – non importa se con un uomo o una donna,
semplicemente non le interessa. Forse un giorno conoscerà la persona giusta e
si innamorerà? Ma se è onesta con sé stessa, non è qualcosa che desidera
provare. Barbara è contenta con la sua vita così com’è, con le sue amicizie e
il lavoro che ha trovato alla biblioteca del quartiere. Non capisce perché gli
altri umani pongano tanta importanza sul trovare una persona da amare di più.
Ha quasi paura di spiegare
come si sente a Gloria; non vorrebbe apparirle meno umana.
🩷
“Parlami di queste… persone
arcobaleno.”
Sasha le sorride senza
smettere di decorare il suo striscione. Le serve per un evento che si terrà due
giorni dopo, il Pride, di cui Barbara vorrebbe capire di più.
“Siamo una comunità chiamata
in tanti modi diversi,” inizia a spiegare. “Il più diffuso è l’acronimo
LGBTQIA+, probabilmente. Serve a includere qualsiasi minoranza sessuale o di
genere, tipo me che sono attratta da persone del mio stesso sesso, la mia amica
Lucy che è attratta da tutti a prescindere dal loro sesso, le persone che non
sono attratte da nessuno…”
Barbara si blocca con il
bicchiere a mezz’aria, rovesciandosi accidentalmente addosso un po’ di succo.
Non ha importanza. “L’ultima cosa che hai detto.” Sasha alza lo sguardo dallo
striscione. “Esistono esseri umani che non provano attrazione per nessuno?”
“Certo.” Sasha torna a
tracciare lettere sulla stoffa. “E l’attrazione è più complicata di così, è uno
spettro che racchiude moltissime identità diverse, e ne esistono diversi tipi…”
Barbara non segue davvero il
resto del discorso. Esistono esseri umani come lei. Non è sola.
“Voglio venire alla parata
dell’arcobaleno con te.”
Sasha non risponde subito, dà
l’ultimo tocco al suo slogan e richiude il pennarello. “Okaaay,” concede poi.
Barbara batte le mani e va a
dare una mano a Gloria con la preparazione della cena.
🩷
“Non capisco.” Barbara non
pensa di essersi mai sentita tanto compresa come dalla responsabile dello stand
su asessualità e aromanticismo che ha appena finito di ascoltare. “Persone come
noi esistono! Il mondo lo sa! Allora perché nei film è tutto così…”
“Amatonormativo?” Jane, la
responsabile, le rivolge un sorriso amaro.
Sasha scrolla le spalle.
“Benvenuta nel Mondo Reale. E no, buona parte del mondo ignora l’esistenza
dello spettro asessuale e di molte altre identità.”
“Ma…”
“Per questo è importante
farci sentire,” dichiara Jane. “Possiamo cambiare il mondo solo condividendo le
nostre esperienze. Abbiamo ancora pochissima rappresentazione nei vari media,
ma piano piano iniziano ad apparire personaggi come noi nelle serie. Personaggi
che non sono robot, addirittura.”
Barbara resta in silenzio,
cercando di assimilare le informazioni.
Jane le porge un biglietto.
“Qui trovi la mail della nostra comunità, l’Asexuality Awareness Society,
e il mio numero di telefono. Possiamo parlare ancora, se vuoi.”
Barbara annuisce; l’idea le
piace molto.
Jane raggiunge un altro
gruppetto in piedi a sfogliare dépliant, e poco dopo Sasha trascina Barbara allo
stand seguente a scoprire cosa significhi intersex.
🩷
Barbara sta fissando la
pagina gialla ormai da un’ora, spingendo nervosamente il tasto per far uscire e
rientrare la punta della sua penna rosa senza mai scrivere una parola. Clic,
clic, clic. Il quadernino dai fogli colorati come l’arcobaleno è un regalo
che le ha fatto Gloria, e inizialmente lei aveva pensato di usarlo come diario,
ma ora… Ora ha quasi paura di rovinarlo scrivendoci qualcosa che non sia
abbastanza valido. È irrazionale, ma le parole di Jane e di Ruth continuano a
girarle in testa, alternandosi e sovrapponendosi.
È importante farci sentire.
Le idee vivono per sempre.
Con un sospiro, Barbara si
decide e impugna la penna. Se commette un errore, potrà sempre ricominciare da
capo.
In un mondo
tutto rosa, dove ogni giorno appare perfetto, viveva una donna che aveva un
amico…