Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: evil 65    27/07/2023    6 recensioni
(Sequel di "The War of Ice and Nightmares - La Battaglia del Crogiolo")
Dopo gli eventi del primo libro, Mr Cold - la variante di Jack Frost che per poco non aiutò Pitch Black a dare il via ad una nuova Dark Age - si ritrova finalmente libero dal giogo del suo padrone, e comincia a seminare il caos per tutto il Multiverso. Questo attirerà l'attenzione della MVI - la Multiverse Variant Intelligence - i cui membri non si fermeranno davanti a nulla pur di assicurare lo Spirito alla giustizia.
Nel frattempo, menti assai più spietate e dagli obbiettivi maligni, pianificano di ribaltare completamente l'ordine naturale della creazione stessa...
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elsa
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The War of Ice and Nightmares'
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Eccovi un nuovissimo – e sostanzioso – capitolo! Vi auguriamo una buona lettura.



Capitolo 12 – Into the darkness

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Time to bite down, on the edge of shield, I've got to get my trophy on the battlefield
I told you already that you haven't seen the last of me, well I'm back, I'm the king of catastrophe
Pitch black, all you feel is rage, got you Berserker, let you out of my cage
Pulling my strings like an invisible mage, I'm not afraid if I die today, and let my spirit just float away…”

Hiroyuki Sawano
 – Bite Down

Un lampo di luce abbagliò gli esterni del castello di Malefica, attirando l’attenzione dei suoi occupanti.
Un pallido vortice si materializzò di fronte alla barriera posta attorno ai confini della magione, dipingendo di bianco le sue pareti di pietra e dimostrando che chiunque lo avesse evocato fosse perfettamente consapevole dell’incantesimo protettivo realizzato dalla fata per nascondere questo luogo di tenebra alle forze della MVI.
Quando l’alta figura di Kozmotis Pitchiner fuoriuscì dal portale, fu subito raggiunto da coloro che avevano deciso di assisterlo alla sua nuova causa.
<< Che gentile da parte tua unirti alla festa >> lo salutò Facilier, con uno dei suoi classici sorrisi disinvolti << Pensavamo ti avessero rapito. >>
Il volto di Kozmotis si contorse in una smorfia.
<< Ho avuto alcune… complicazioni >> ammise, non senza una certa riluttanza << Ma come potete vedere, non sono tornato a mani vuote >>
Sollevò la mano destra… e il frammento del Graal si materializzò in un turbinio di sabbia nera, ricevendo sguardi d’apprezzamento ad opera del gruppo.
<< Allora siamo a un passo più vicini dall’ottenere tutto ciò che abbiamo sempre desiderato >> proclamò Vader, le sue lenti vermiglie che dardeggiavano nell’oscurità << Qual è la nostra prossima destinazione? >>
<< Lo stesso luogo su cui i nostri nemici hanno deciso di concentrarsi >> fu la pronta risposta di Kozmotis << Un mondo ove un tiranno ha fatto uso del potere del Graal per soddisfare la sua brama di potere. >>
Malefica ridacchiò sottilmente.
<< Allora suppongo che per una volta interpreteremo il ruolo degli eroi liberatori >> tubò, sembrandone quasi divertita. Al contrario di Cornelius, le cui orbite nere scattarono verso di lei come a volerle scavare un buco in fronte.
<< Eroi >> sputò << Per favore, non associarmi mai ad un termine tanto disgustoso. >>
<< Cercherò di rammentarlo >> ribatté la fata, con un roteare degli occhi.
Ben sapendo quanto la pazienza dei suoi alleati fosse sottile, Kozmotis si affrettò ad evocare un portale dimensionale.
Vader fu il primo ad attraversarlo, rapidamente seguito da Malefica, poi fu il turno di Facilier e Cornelius…
<< Non voi due >> li fermò improvvisamente l’ex generale, mettendo il suo bastone tra loro e il portale << Ho bisogno che facciate qualcosa per me… >>

* * *

In un altro universo...

L’arena era ormai quasi completamente deserta.
Degli spettatori che fino a pochi minuti prima avevano assistito alla brutale lotta tra i draghi e i prigionieri di Bludvist non vi era neppure l’ombra. Tutti loro erano fuggiti nell’istante in cui la battaglia si era spostata al di fuori dei confini sicuri del colosseo, o più precisamente quando Elsa e Cold avevano cominciato a riversare la loro magia criocinetica su spalti e cacciatori.
Quest’ultimo era finalmente riuscito a rimettersi in piedi, constatando con una certa soddisfazione che gli effetti del veleno di Grimmel erano finalmente cessati.
Cautamente, si guardò attorno. A qualche metro di distanza spiccava l’enorme sagoma dell’Incubo Orrendo ancora intrappolato, mentre più in là scorse Merida, Jim e Hiccup impegnati a consolare Sdentato, mentre il cadavere dell’uccisore di Furie Buie bruciava fumante ai suoi piedi.
“Una buona liberazione” pensò l’oscuro spirito, pur senza nascondere un cipiglio scontento: avrebbe voluto occuparsi di quell’uomo di persona dopo l’umiliazione che gli aveva fatto passare.
<< Be’, è stato divertente >> borbottò a se stesso << Ora, quale potrebbe essere la mia prossima destinazione? Credo che al momento l’America non sia stata ancora scoperta… forse potrei andare in Italia… >>
<< Aspetta! >>
Il suono di quella voce lo bloccò sui suoi passi.
Voltandosi e sollevando lo sguardo, vide Elsa discendere dolcemente sull’arena attraverso uno scivolo di ghiaccio, il viso adornato da un’espressione a metà tra il serio e l’esitante.
Per la prima volta, Cold ne rimase colpito. Non l’aveva mai vista con un’espressione del genere, sicuramente non rivolta a lui. Tuttavia, fu lesto a scrollare le spalle e a poggiarvi sopra il suo, come se la cosa non avesse alcuna importanza.
<< Che ti succede, Bucaneve? >> domandò, con un lampo birichino negli occhi << Non starai pensando di ribellarti alla tua preziosa MVI e scappare con me? Potrei sentirmi più lusingato del dovuto. >>
Elsa lo fissò in silenzio per qualche altro secondo, poi prese un lungo respiro e…
<< In realtà... >> disse con voce sorprendentemente restia, quasi si stesse sforzando di pronunciare le sue prossime parole << sono io che volevo chiederti di restare... e venire con me per completare la missione. >>
L’incappucciato ammutolì di colpo. La fissò per un minuto buono, poi scoppiò nella sua tipica risata gracchiante.
Una volta calmato tornò a guardarla, vide la sua espressione intatta, e rimase a bocca aperta.
<< Per tutti gli iceberg… non era una battuta!? >> esclamò, l’incredulità stampata negli occhi sgranati << Oh, bene! Il fuoco dei draghi ti ha bollito il cervello! >>
<< No, ho semplicemente fatto quello che faccio sempre >> ribatté la ragazza, sembrando improvvisamente stanca << Ho contemplato la mia situazione, valutato i pro e i contro dei modi migliori per affrontarla… e sono giunta alla conclusione di aver bisogno di aiuto, più di quanto anche i Phantoms potrebbero darmi. >>
Tornò a fissare l’oscuro spirito in quei suoi occhi verde smeraldo.
<< Non posso sperare di sconfiggere Kozmotis da sola, né tanto-meno se sarà in compagnia dei suoi nuovi alleati. Stiamo esaurendo il tempo a disposizione e lui è già riuscito a mettere le mani su due frammenti. Quindi sì, ho bisogno di aiuto… no… ho bisogno di qualcuno che sappia pensare come pensano queste persone. Ho bisogno di te, Cold… ma ora so che non potrai mai aiutarmi fino a quando lo farai sotto costrizione. Non è nella tua natura. >>
Ad ogni parola fece un passo avanti, fino a quando non si ritrovò tanto vicino all’eterno adolescente da poter percepire la sua aura gelida, ancora più fredda della sua.
<< E se non vorrai farlo semplicemente perché sarebbe la cosa giusta… allora mi limiterò a usare altri modi per convincerti. Per esempio, facendoti contemplare la TUA di situazione. >>
<< Be’, che dire, tesoro... nel bene e nel male, adesso hai ottenuto la mia attenzione. >>
Cold sottolineò quelle parole con del veleno gelido e un pericoloso lampo negli occhi di ghiaccio, come di un animale pronto a reagire violentemente.
<< Mi spiace deluderti – no, in realtà non mi dispiace, adoro il tuo faccino imbronciato – ma devi essere prima TU a valutare la TUA situazione. Scegli con cura le prossime parole. Sono tanto, tanto in astinenza da massacro, più precisamente da quando mi avete messo quell’infido collare, e tu sei la cosa a me più vicina! Quindi... considerati avvisata. >>
Le regalò un ghigno bianco e perfetto, rimanendo immobile come un serpente pronto a colpire.
Eppure, nonostante la minaccia tutt’altro che implicita, Elsa mantenne alto lo sguardo e la postura, senza retrocedere di un passo, poi assottiglio lo sguardo.
<< Per cominciare, è davvero in questo mondo che vuoi passare il resto dell’eternità? >> lo incalzò con tono di sfida << Perché non so se l’hai notato... ma ora ti trovi in un mondo sconosciuto in un’epoca molto più arretrata da quella da cui provieni, senza alcuna possibilità di andartene. Non senza uno di questi. >>
Sollevò il braccio destro, sul cui polso aveva riallacciato il dimensional pad.
<< E prima che tu possa anche solo pensare di rubarmelo, sappi che ho già immesso delle coordinate di emergenza che si attiveranno nell’istante in cui qualsiasi cosa proverà a togliermelo. Quindi non ci provare. >>
L’oscuro spirito dissimulò un ringhio stizzito con una piccola risatina nervosa.
<< Ma a te che importa come ho intenzione di divertirmi in questo stupido mondo!? >> esclamò, le iridi dardeggianti << Ci sono tantissime cose che posso fare! Posti dove andare, cose da distruggere, roba da rubare… di questi tempi, ci si deve accontentare! >>
<< E poi cosa farai, Cold? >> replicò lei, compiendo un ulteriore passo avanti << Continuerai a ripetere gli stessi errori ancora e ancora, con la speranza che prima o poi qualcosa cambierà? Cercherai un appagamento illusorio nella azioni più scellerate... solo Perché credi che ormai siano l’unica cosa che ti dia gioia? Pensi di esserti liberato da Pitch Black... ma da quando ti conosco, tutto quello che ho visto è solo un ragazzo ancora intrappolato dalle redini del suo passato... di colui che lo ha tenuto imprigionato per secoli, plasmandolo nel suo boia personale. Nient’altro che un’ombra di quell’uomo. >>
Cold tese il bastone attorno al collo di lei, con la stessa posizione di una falce assassina pronta a mieterle la gola.
<< Il tuo dimensional pad ti salverebbe anche se ti facessi fuori adesso, reginetta? >> sibilò << Quale sarebbe il tuo piano, esattamente? Che il viaggetto intergalattico con voi bambini che giocano a fare gli eroi mi faccia sentire meglio? Hai preso un po’ troppo sul personale questa storia di starmi appresso e tenermi d’occhio! Quale parte fuori di testa del tuo cervello ti fa anche solo pensare che io sia incatenato!? >>
Elsa si trattenne dal deglutire. Invece, afferrò dolcemente il bastone dell’Oscuro Spirito e lo spinse leggermente indietro, così da poter compiere un altro passo e lasciare i loro volti separati da pochi centimetri d’aria.
Una sola parola sbagliata e avrebbe potuto perdere la vita, lo sapeva anche lei... ma arrivata a questo punto, non poteva più neppure tornare indietro. Così, quando parlò, la sua voce giunse molto più tenue e intrisa di compassione.
<< Perché hai scelto di seguirmi >> disse << Eri libero. Potevi andartene ovunque... eppure hai scelto di accompagnarmi fin qui. Perché? Solo perché volevi divertirti? >>
Scosse la testa.
<< Io non credo. C’erano ben altri modi con cui ti saresti potuto intrattenere senza il rischio di essere ricatturato. No, tu mi hai seguito... perché in fondo speravi di ritrovare Kozmotis. Perché speravi di ucciderlo. Perché in lui... rivedi l’uomo che ti ha portato via ogni cosa e che per anni ti ha ridotto in schiavitù. >>
Allungò cautamente una mano, posandola sul braccio dell’incappucciato.
<< Non ti sei affatto liberato dal suo ricordo, Cold. Sei ancora intrappolato nella sua rete, e forse non te ne accorgi nemmeno. Provochi dolore e sofferenza ovunque metti piedi... Perché questo è ciò che LUI ti ha insegnato a fare. Perché dentro di te, sai che è quello che LUI vorrebbe da te... e il solo pensiero che sia così ti terrorizza. >>
Vide il conflitto ammantare il volto dell’oscuro spirito, i muscoli che gli tremavano e le nocche serrate sul bastone sbiancare, tanto le stava serrando.
Poi lo vide scattare. Non verso di lei, ma verso il terreno. Abbatté il perno al suolo con un urlo sgraziato, generando delle ondate di ghiaccio.
<< Perché diavolo ti senti in dovere di fare la crocerossina!? >> inveì, furioso << Qual è il tuo piano, eh? Spingermi a trucidarlo perché odio tutti i Pitch Black di default!? Puoi parlare chiaramente! Non fare finta che te ne importi un dannato accidente di qualcuno come me! Non mostrarmi la tua dannatissima pietà da scolaretta acqua e sapone! Non me ne faccio niente! NIENTE! >>
L’espressione della bionda si contrasse brevemente in una smorfia stizzita.
<< Sarebbe facile, non è vero? >> sputò, puntandogli un dito al petto << Dirti che se eliminassi questo Pitch Black potresti liberarti dalla sua ombra per sempre… Ma sappiamo entrambi che non succederebbe. Un giorno magari ne incontrerai un altro, e poi un altro ancora, oppure lo rivedrai nei tuoi incubi per il resto della tua vita immortale. E ogni volta ti ritroverai costretto ad affrontare il terrore che ti porti dentro… la possibilità di essere reso ancora una volta uno schiavo, un boia glorificato costretto a seguire i piani e le ambizioni di un padrone. >>
Scosse la testa.
<< No. Quello che voglio è che tu mi aiuti a sconfiggerlo… semplicemente perché così facendo saresti finalmente diverso dall’araldo di morte e distruzione in cui ti ha trasformato. Impediresti che altre persone soffrano a causa delle sue azioni. Ma non lo farai per altruismo… ma perché solo in questo modo potrai dimostrare al Multiverso che in fondo… non sei solo il mostro che lui voleva che fossi. Che nonostante tutte le atrocità che hai commesso, c’è ancora una parte di te DISPOSTA a lottare contro la sua influenza. >>
Elsa non aveva mai visto Cold ostentare quell’espressione così distrutta e annientata, così piena di onta, vergogna, rammarico da risultare completamente devastata.
<< È per questo che ti sei innamorato di lei, non è così, Jackie? >> borbottò spostando lo sguardo altrove << È ovvio. Dice tutte queste sciocchezze perché le pensa davvero. Dannazione, non solo doveva pensarle, ma doveva anche dirle. Tu la ami perché è così pura, sincera e altruista, vero, Jackie? Tu e i tuoi stupidi buoni propositi da stupido schiavetto di Manny... >>
Inquietantemente, l’agente capì che non le stava parlando direttamente, ma sembrava più che altro intento a parlare con una presenza invisibile.
<< Maledetto... maledetto Jackie, ti vuoi mettere in mezzo anche ora, tu e la tua Luna >> ringhiò << Stupida, stupida, stupida insensibile Luna lì sopra... stupido Manny! >>
Lo sentì sibilare per poi sbottare verso il cielo.
<< Non ti è bastato abbandonarmi, adesso me la mandi qui, mi mandi una come LEI, perché vuoi cercare di dirmi che È STATA TUTTA COLPA MIA!? >>
Altre scariche di ghiaccio si sprigionarono attorno a lui, ma neanche una, nemmeno una volta sfiorò minimamente l’ex Regina delle Nevi.
<< Non farmi questo. Non farmi credere che ci sia una possibilità. Non farmi pensare di meritarlo. >>
Di nuovo quell’espressione torturata, mentre si girava verso Elsa.
<< Non c’è niente in questo stupido corpo che valga la pena di salvare. >>
Elsa si ritrovò ammutolita di fronte ad un simile sfogo.
Rimase completamente immobile per qualche istante, il volto attraversato da una miriade di emozioni, quasi il pensiero di assistere ad un momento tanto intimo la mettesse a disagio.
Quel breve attimo passò come un lampo, ed ecco che l’ex regina compì un ulteriore passo in avanti.
<< Non sono qui per darti la colpa, Cold >> gli sussurrò, con tono di voce gentile << Non sto facendo tutto questo perché voglio incolpare qualcuno, perché odio qualcuno o perché voglio farti del male. Voglio che tu mi aiuti perché penso tu abbia ancora qualcosa di buono da dare… e perché stai soffrendo più di qualsiasi altra persona che abbia mai incontrato. Ora posso vederlo chiaramente. >>
La sua mano salì fino al suo mento, che sollevò per costringerlo a guardarla negli occhi.
<< Quello che vedo ora non è una persona libera… ma una che continua a punirsi. Qualcuno che ha commesso molti errori e atti indicibili, che ha camminato sull’orlo dell’abisso per molto tempo, ma che potrebbe ancora allontanarsi da quel baratro senza fondo… proprio come ho fatto io. >>
<< Tu? >>
Lo spirito la fissò come se volesse sezionarla da capo a piedi, incredulo, quasi divertito.
<< Tu che mi stai facendo questo discorso per puro ingenuo altruismo... hai guardato nell’abisso? >>
La ragazza abbassò lo sguardo... e per la prima volta da quando l’aveva incontrata, Cold riuscì a scorgere qualcosa di diverso dalla freddezza o dalla compassione. Vide... rimpianto, un emozione che non credeva di poter associare a qualcuno come lei.
<< Ho guardato nell’abisso... e mi sono immersa nelle sue acque >> ammise << E vi sono rimasta per più tempo di quanto avrei creduto possibile... fino a quando non ho scelto di abbandonarle una volta per tutte. >>
Tornò a fissarla dritta negli occhi.
<< Forse mi consideri solo una ragazza ingenua, qualcuno incapace di comprendere cosa ti abbia spinto a diventare quello che sei. Ma ti sbagli. E non pensare mai, neppure per un momento, che io non sappia cosa significhi prendere una vita... no... migliaia di vite. Quindi credimi quando ti dico che proseguire su questa strada non ti porterà altro che dolore... e rimpianti. >>
L’ex Jack Frost rimase in un silenzio paradossalmente religioso. Strinse il bastone con entrambe le mani e si appoggiò ad esso.
Non disse niente per un tempo che ad Elsa parve infinito, tuttavia non smise un istante di fissarla con un’espressione indecifrabile, impassibile.
<< Immagino di doverlo scoprire da me >> borbottò.
Le voltò le spalle, accarezzando il terreno con la punta ricurva del bastone e sciogliendo qualche rivolo di ghiaccio che aveva scagliato.
<< Non mi fido di te. >>
Non l’aveva mai sentito usare quel tono. Era... triste, sembrava quasi stesse cercando di scusarsi.
<< Non mi fido neanche di me stesso. >>
Lentamente si girò, con un’espressione ancora più sorprendente: vulnerabilità.
<< Ma in fondo… provare a farla pagare a quel demonio con qualcuno come te sarebbe poi così terribile? >>
Elsa gli sorrise stancamente... e allungò una mano, invitandolo silenziosamente ad afferrarla.
<< Scopriamolo. >>
Fu solo dopo un lungo istante di esitazione che lo spirito la strinse. L’ex Regina glie la scosse… e poi lo tirò verso di lei, portando la sua bocca a pochi centimetri dal suo orecchio destro.
<< Ma se proverai a tradirmi un’altra volta… >> gli sussurrò, freddamente << sappi che non ci sarà forza in tutto il Multiverso che mi impedirà di darti la caccia e trascinarti nel buco più profondo della MVI. E questa non è una minaccia… ma una promessa. Sono stata chiara? >>
Cold si tirò indietro e annuì lentamente, il suo sorriso tutto denti già recuperato.
<< Cristallina >> disse, pur senza offrire uno dei suoi soliti commenti provocatori.
Elsa lo fissò dritto negli occhi per qualche altro secondo… poi annuì, apparentemente soddisfatta, e camminò fino al resto degli occupanti dell’arena.
<< Tutto a posto? >> le chiese Merida, uno sguardo sospettoso che passava da lei all’Oscuro Spirito.
La giovane donna sospirò stancamente. << Sembra di sì, ma non sono sicura di quanto durerà. >>
A quelle parole, gli occhi di Merida si assottigliarono cupamente.
<< Qualsiasi cosa tu voglia fare con lui… ti consiglio caldamente di non fidarti >> le sussurrò, e a questo Elsa le rivolse un sorriso a metà tra il rassegnato e l’ironico.
<< Un aiuto in più a tenerlo d’occhio mi farebbe comodo >> disse, offrendole una mano. La rossa la fissò per qualche istante, poi scosse la testa.
<< Per quanto mi piacerebbe imbarcarmi in un’altra avventura attraverso il Multiverso, ho deciso che resterò qui ancora per un po’ >> disse, rivolgendo un’occhiata a Hiccup e Sdentato.
Il giovane vichingo la fissò sorpreso, così lei continuò dicendo: << Drago è vulnerabile e in fuga. Penso che per te sia arrivato il momento di riprenderti ciò che è tuo di diritto. >>
Hiccup fece una smorfia.
<< Non ho molta scelta, vero? >>
<< Certo che ce l’hai >> ribatté l’altra, con un roteare degli occhi << Potresti semplicemente allontanarti da tutto questo, trovare un qualche angolo sperduto di mondo in cui rintanarti assieme a Sdentato e passare il resto dei tuoi giorni in pace, magari nella speranza che Bludvist non ti darà la caccia. Ma in fondo so che non è quello che vuoi. >>
Si avvicinò al vichingo e gli posò una mano sulla spalla, rivolgendogli un’espressione confortante.
<< Cattureremo quel mostro, ci riprenderemo il tuo regno e assicureremo la pace di coloro che hanno perso la vita lottando in tuo nome. Che cosa ne dici? >>
Hiccup si mosse a disagio sulla punta dei talloni, fissandola come se le fosse appena cresciuta una seconda testa.
<< Perché mai vorresti aiutarmi? >> domandò sospettoso << Non mi conosci nemmeno. >>
<< Forse non conosco questa versione di te >> ammise la rossa << Ma TI conosco, Hiccup Haddock III. Sei una brava persona… no… sei una persona incredibile. Non solo gentile, ma intelligente, impavida e con un cuore abbastanza grande da poter accettare la coesistenza con creature che per anni avevi considerato una piaga per il tuo mondo. Sei una persona che non si arrenderà mai, nemmeno di fronte all’impossibile… e di certo, non qualcuno disposto a fuggire di fronte alle difficoltà. >>
Le guance del ragazzo si tinsero appena di rosso.
Proprio come il suo omologo, non era mai stato particolarmente bravo ad accettare quel tipo di lodi… ma non poté negare l’effetto che ebbero su di lui. Le parole della ragazza si insinuarono nel suo cuore, portatrici di un piacevole calore, e presto sembrarono rinvigorirlo di nuova energia.
<< Va bene >> sospirò, pur senza nascondere un ghigno di suo << Mi hai convinto. Facciamolo! >>
Alle parole del cavaliere, Sdentato sollevò la testa e procedette a leccargli la faccia, mentre Merida sollevava un pugno in segno di vittoria.
Elsa osservò quell’interazione con un dolce sorriso, poi si rivolse all’ultimo membro rimasto del gruppo.
<< E per quanto riguarda te? >>
Jim si passò una mano tra i capelli.
<< Personalmente, credo che tutta questa situazione sia un po’ troppo al di fuori della mia portata >> dichiarò << E dovrei davvero far sapere alla mia famiglia che sto bene. Vi dispiace darmi un passaggio fino al mio pianeta? >>
La ragazza rimase inizialmente in silenzio e digitò alcuni pulsanti sul dimensional pad.
<< Abbiamo ancora qualche minuto da risparmiare >> disse, mentre attivava il comunicatore del dispositivo << Hiro, se mi senti, ti dispiace recuperare le coordinate degli ultimi universi che abbiamo visitato? E già che ci sei, mandami quelle del resto dei Phantoms. Ho come la sensazione che si siano messi nei guai… >>
 

 
Tigre spalancò gli occhi, svegliandosi al suono insopportabile di qualcosa che raschiava contro il metallo. Ancora appoggiata contro di lei, Adora emise un guaito e sussultò, alzando lo sguardo in contemporanea alla felide e notando il lupo sogghignante all’entrata della cella… quello con un occhio mancante, lo stesso che aveva continuato a tormentarle dal momento in cui erano state catturate.
<< Sveglia, sveglia, raggi di sole! >> esclamò con tono apparentemente gioviale << La vostra esecuzione vi aspetta! >>
Una decina di lupi per ciascuna di loro si fecero strada nelle celle e le afferrarono per le spalle e per trascinarle via con la forza.
Le condussero infine in quella che Tigre riconobbe come la grande piazza di Gongmen. Era stata allestita un’alta pira piena di erba secca con un palo al centro collegato ad una passerella, dove Lord Shen stava ritto in piedi e circondato da fiaccolo. Dietro di loro spiccava alta la torre di Gongmen, ora divenuta il palazzo imperiale del tiranno.
Intorno, la gente urlante e sbraitante veniva tenuta fuori da una muraglia di lupi armati.
Fu allora che l’Imperatore della Cina si fece avanti. Quel semplice movimento fu sufficiente per frenare qualsiasi schiamazzo, e presto l’intera piazza sprofondò in un silenzio di tomba. Tale era la paura che l’ex Governatore era riuscito a instillare in ogni singolo abitante del continente... una paura viscerale, come quella di una minuscola creatura al cospetto di un predatore che avrebbe potuto ucciderla ogni qualvolta lo voleva.
Una paura opprimente che non lasciava spazio alla fuga... o alla speranza.
<< Oggi… è la fine del Kung Fu! >> proclamò il pavone, con la sua voce al limite tra il soave e il gracchiante << La fine di un’arte acquiescente al caos e al disordine! Per anni, i maestri di questa pratica obsoleta hanno continuato a mentirvi, ingannandovi con la falsa chimera della loro rettitudine, facendovi credere di essere invincibili e di meritare il vostro indiscusso rispetto! >>
Si rivolse alle prigioniere con un sorriso affilato del suo becco aguzzo.
<< Eppure… anche l’ultima dei Cinque Cicloni non è riuscita a contrastare il mio potere. Questa feroce guerriera, che per anni ha tentato di sfuggire alla giustizia… troverà finalmente pace nella consapevolezza che le vostre vite apparterranno per sempre a qualcuno in grado di difenderle da ogni potenziale minaccia al nostro regno! Tutti i rimanenti domini dell’Asia si piegheranno al mio stendardo… e nella nostra memoria, questo sarà ricordato come l’ultimo giorno del Kung Fu! >>
Ad un suo cenno, Tigre fu strattonata e condotta verso il centro della pira dove venne saldamente legata al palo da delle grosse corde; a nulla valsero i tentativi di Adora di scalciare anche solo per aiutarla.
I suoi occhi gialli sbatterono forte alla luce delle torce, mentre osservava alcuni lupi accatastare altri fasci di erba secca sotto i suoi piedi.
Nel mentre, Shen si avvicinò a lei con quel suo sorriso mellifluo, al punto da permetterle di scorgere il suo stesso riflesso in quei suoi occhi rosso sangue.
<< L’ora è giunta, mia vecchia nemica. Sei collocata sull’orlo dell’eterno abisso che ha già ghermito tutti i tuoi alleati. >> Il collo si avvicinò al muso della tigre, cosicché potesse sussurrarle nell’orecchio. << Ciononostante, voglio comunque offrirti un’ultima possibilità di ripensare alla mia offerta. Posso salvarti dalle fiamme di questo mondo... e del prossimo >> sibilò, per poi allontanarsi, gli occhi illuminati da un folle luccichio << Scegli una vita al mio servizio... o il fuoco! >>
La felina rimase in silenzio per qualche istante, sostenendo il suo sguardo. Poi, si ritrasse con un gesto sprezzante, e ringhiò. Semplicemente ringhiò, mostrandogli le zanne, rizzando i baffi e assottigliando le palpebre.
Lo sguardo di Shen si assottigliò pericolosamente. << Insolente fino alla fine >> sibilò, sprezzante << Ammirevole... ma inappropriato. >>
Detto questo, si rivolse nuovamente alla folla.
<< Maestra Tigre ha rifiutato di riconoscere il mio governo. Che le sue parole velenose non possano più ferire la brava gente della Cina! >>
Bagliori scarlatti cominciarono a volteggiare tra le ali del pavone, materializzandosi in lingue di fuoco. Poco distante, Adora cominciò ad agitarsi disperatamente.
<< No! >> urlò con tutto il fiato che aveva in corpo << Non fatelo! Vi prego! Tigre...! >>
<< Sta’ zitta >> ringhiò il capo dei lupi, colpendola in viso con tanta forza da farle sputare un rivolo di sangue.
Le fiamme lambirono immediatamente la base della pira, diffondendosi rapidamente e inesorabilmente. Fumo nero si innalzò, avvolgendo la figura della felina che, immediatamente, perse ogni compostezza e prese a tossire in maniera agonizzante, gli occhi lacrimanti, ogni pelo del corpo ritto per la paura e spelacchiato dal sudore.
Il sorriso di Shen si fece solo più accentuato.
<< È un vero peccato che non potrai assistere alla morte della tua piccola scimmia senza peli. Ma non temere! Mi assicurerò che la sua fine sia altrettanto memorabile...e poi, il resto della tua specie vi seguirà nell’oltretomba. Questa è la mia promessa! >>
Quelle parole riuscirono a suscitare una reazione decisamente più violenta ad opera della felide.
<< Sei un vigliacco! >> rantolò, mentre tentava di liberarsi con le poche forze che le erano rimaste.
Ma era inutile, con i ceppi che bloccavano il suo chi, in quel momento era altrettanto debole come un qualsiasi guerriero a malapena addestrato. Il calore cominciò a farsi sempre più intenso, e presto iniziò a sentire il puzzo familiare di peli bruciati. I suoi movimenti divennero sempre più stanchi.
“Quindi è così che finisce” pensò sconsolata, mentre anche l’ultimo barlume di volontà lasciava il posto ad una cupa rassegnazione “Mi dispiace, Adora. Amici… possiate perdonarmi...”
Le fiamme si levarono come una torre di fuoco, inglobandola da capo a piedi. Shen abbaiò una risata gracchiante, poi si voltò in direzione della folla terrorizzata.
<< La giustizia è servita! >> esclamò << Anche la possente Tigre non è riuscita a sfuggire alle fiamme della Fenice! Spargete la voce, così che chiunque sappia che l’ultimo guerriero capace di opporsi a me ha finalmente esalato il suo ultimo… >>
<< Ehm, padrone >> disse il lupo mono-occhio << Non voglio rovinarle il momento, ma credo stia succedendo qualcosa… >>
Visibilmente stizzito, il pavone girò la testa di scatto e aprì il becco… solo per fermarsi, notando che i lupi attorno all’umana avevano tutti gli sguardi rivolti in direzione della pira infuocata.
Perplesso e incuriosito in egual misura, Shen inclinò appena il capo… e scoprì che le fiamme del falò erano diventate di un verde brillante, come acqua di palude circondata da lucciole.
Le pupille vermiglie dell’Imperatore si allargarono come piatti. << Ma cosa… >>
Di colpo, una risata stridula e gracchiante, paragonabile a quella di una vera e propria strega, squarciò l’aria. Le fiamme verdi si allontanarono dal corpo di Tigre e si propagarono in direzione di Shen, aggredendolo e costringendolo a difendersi, mentre altre lingue colpirono alcune delle guardie, disperdendole.
Stupefatta, la felide vide sfrecciare giù dal cielo la figura di Edalyn Clawthorne, che le si parò avanti con il suo sorriso sghembo brillante di un dente d’oro e lo sguardo impertinente.
<< Ehilà, gattina! Ti sono mancata? >>
Per la prima volta da molto tempo, il muso di Tigre si aprì in un sincero quanto smagliante sorriso tutto zanne, il più genuino che un qualsiasi membro dei Phantoms le avesse visto fare dall’inizio di questa missione.
Al contempo, lo sguardo di Shen divenne di furia più assoluta.
<< Chi sei?! >> sbraitò, mentre vampate di fuoco vermiglio cominciavano a raccogliersi attorno al suo pallido corpo << Come osi interrompere un’esecuzione imperiale?! >>
In tutta risposta, Eda si limitò a roteare gli occhi e volse la sua più completa attenzione nei confronti del tiranno.
<< Calma i bollenti spiriti, signorino >> disse con quel suo sorriso disarmante << O potresti anche non farlo, perché devo ammettere che in quella luce non sei affatto male. Non credo di aver mai shippato un gufo e un pavone in vita mia… ma con te potrei anche farci un pensierino. >>
Shen la guardò incredulo, come fecero Tigre, Adora e tutti gli spettatori a quello strano scambio.
<< Shippato? >> ripeté il pavone, stranito << Ma che diamine significa… non importa! Arrenditi subito, o ti assicuro che… >>
<< Bla bla bla >> lo interruppe la strega, aprendo e chiudendo la mano come fosse il becco di un uccello << Certo che a voi cattivi piace davvero TANTO il suono della vostra voce! Ma per tua informazione, non sono io di cui dovresti preoccuparti… ma lui. >>
Indicò qualcosa alle spalle del pavone, che subito la seguì con lo sguardo.
All’improvviso, un mormorio cominciò a levarsi dalla folla, mescolandosi con quella che sembrava… una risata. Più agghiacciante di qualsiasi suono Shen avesse mai udito, crebbe di pari passo con l’avanzare del tempo, e presto prese la forma di una scena a dir poco assurda.
C’era un carro di fuochi d’artificio che stava attraversando la piazza a tutta velocità, puntando in direzione del patibolo. E in cima alla catasta di aggeggi pirotecnici… un animaletto completamente blu dalla testa ai pieni, fautore di quella risata grottesca.
<< Meega, nala kweesta! >> esclamò la creatura sconosciuta, mentre la folla si lanciava da una parte all’altra per non essere investita dal carretto.
E fu quando il mezzo di trasporto colpì il patibolo… che centinaia di fuochi d’artificio cominciarono a sparare in ogni direzione, illuminando la piazza e costringendo anche il pavone ad abbassarsi.
Al contempo, la strega della MVI usò la sua magia per proteggere se stessa e la felina, per poi procedere immediatamente a far sparire le sue corde e aiutarla a scendere dal palo.
<< Adoro QUANTO è caotico quel piccoletto >> trillò Eda, soddisfatta << Forza, micetta, è il momento di scatenarsi! >>
Adora approfittò della devastazione per colpire con calci e gomitate i lupi che la tenevano intrappolata, e sgusciò via.
<< Stitch! >> gridò nel frastuono dei botti, protendendo le mani intrappolate dalle manette.
L’alieno la udì e si girò verso di lei. Non gli ci volle molto per capire. Semplicemente estrasse la sua fidata pistola e sparò un proiettile al plasma, colpendo il metallo del ceppo e sciogliendolo.
La ragazza rimase momentaneamente immobile, gli occhi fissi sulle mani appena libere… e poi, arricciò le labbra in un sorriso feroce.
<< Per l’onore di Grayskull! >>

Track 17: https://www.youtube.com/watch?v=eNTMKWysvPc&t=55s
 
Il cielo tuonò. L’aria si addensò di nubi temporalesche, mentre quell’urlo femminile riecheggiava per tutta la lunghezza della piazza, superandone i confini e spingendo ogni singolo abitante nel raggio di almeno una decina di chilometri a sollevare lo sguardo, come attirati da una forza intrinseca.
Un lampo saettò verso terra e colpì il patibolo, costringendo Shen e i lupi a coprirsi gli occhi.
La terra tremò, il suolo crepò, e sbuffi di fumo nero si levarono in alto, mentre bagliori dorati ricoprivano il corpo di Adora da capo a piedi.
<< Io sono… She-Ra! >>
Quando la polvere cominciò ad abbassarsi, ecco che l’imponente figura di She-Ra si manifestò ancora una volta al cospetto di nemici e alleati allo stesso modo, raccogliendo sguardi pieni di sollievo, ammirazione… ma anche furia, provenienti da Shen e dai suoi sottoposti.
<< Allora? >> disse la ragazza, facendo roteare abilmente la spada che ora reggeva nella mano destra << Chi è il primo? >>
A quella domanda, Tigre, Eda e Stitch si misero subito accanto a lei, mentre fuochi d’artificio continuavano a vagare attorno al patibolo.
Lord Shen assottigliò lo sguardo e si rivolse ai lupi ancora immobili.
<< Be’, che cosa state aspettando? Prendeteli! >> urlò, e subito i canidi ulularono all’unisono, per poi lanciarsi in massa verso il gruppo di guerrieri.
She-Ra, Eda e Stitch incontrarono gli avversari senza esitazione, mentre Tigre l’intera fila di canidi con un balzo, atterrando con una sapiente capriola dinnanzi all’albino.Si pose in posizione di difesa, lo sguardo profondamente determinato e più che mai combattivo.
<< Finiamola qui. >>
<< Concordo >> sibilò il pavone, mentre una spada di fiamme si materializzava nell’ala destra << Pensi davvero che il risultato sarà diverso dall’ultima volta, gattina? Ci siamo già passati... e sappiamo entrambi che non sei abbastanza forte per sconfiggermi. Hai solo scambiato un boia per un altro! >>
Contrariamente a quanto si aspettava, neppure un muscolo sul muso della felina sembrò vacillare.
<< Hai alzato la zampa dal collo della tigre, Shen >> dichiarò, molto pacatamente << Ora... non potrai più rialzarlo. >>
Sotto gli occhi increduli dell’imperatore, la felina chiuse gli occhi, disegnò un arco con la gamba destra e chiuse le mani a pugno nell’angolo del fianco destro.
Era un bersaglio facile. Fin TROPPO facile.
“Deve essere una trappola” pensò l’albino, lo sguardo assottigliato. Voleva che si avvicinasse per colpirlo a tradimento!
<< Non ti permetterò di ingannarmi >> sibilò, e presto evocò una palla di fuoco nell’ala libera << Addio... guerriera Kung Fu! >>
E con quel ringhio sprezzante, lanciò il proiettile vermiglio verso la felide.
La sfera infuocata scivolò a mezz’aria, lasciandosi dietro una scia rosso sangue. Rapida come un proiettile, saettò a tutta velocità in linea retta, avvicinandosi alla guerriera sempre di più.
Poi, all’improvviso, gli occhi gialli dell’avversaria si spalancarono.
Con un gesto fluido, porto le braccia in avanti, aperte, proprio in direzione della palla di fuoco... e questa le arrivò dritta fra le zampe intrise dell’oro del chi, per poi scivolare di lato, finendo addosso ai lupi più vicini.
Shen rimase come pietrificato alla vista e poté solo restare immobile mentre il suono dell’esplosione si univa agli innumerevoli rumori della battaglia, a cui presto seguirono i gemiti sofferenti dei sottoposti rimasti coinvolti nell’impatto.
Lentamente, i suoi occhi incontrarono ancora una volta quelli di Tigre, che ora lo stava fissando con uno sguardo sorprendentemente calmo… quasi fosse in pace.
Ma come poteva esserlo, dopo tutto quello che aveva passato? Le aveva portato via i suoi alleati, la sua famiglia, i suoi amici… ogni cosa, eppure non vi era rabbia sul suo muso segnato dalla guerra. Solo un profondo senso d’accettazione, e questo servì solo a rinnovare la rabbia ardente che aveva cominciato a turbinare dentro di lui.
Con un urlo furioso, evocò un’altra palla di fuoco – ancora più grande rispetto alla precedente – e glie la lanciò contro, riversandovi dentro quel sentimento contorto.
Ma di nuovo, accadde. Tigre spalancò gli arti lateralmente, accese i palmi di energia dorata e di scatto congiunse le mani, semplicemente afferrando al volo la palla di fuoco, trattenendola in quella presa per il tempo necessario a deviarla. La scagliò verso l’alto, generando una scoppiettante esplosione sopra le loro teste.
Si ritrovò così con le mani avvolte da deboli fiammelle, eppure le bastò inondare i pugni di chi per spegnerle con un semplice movimento delle dita. Nel mentre, non mise di guardare Shen con quell’odiosa espressione tranquilla, serena e pacifica.
<< Questo è l’ultimo dono che mi ha fatto la gente di Po, nel tentativo di fermarti >>  disse la felina, scuotendo i baffi << La stessa gente che hai sterminato completamente fino all’estinzione, dopo la mia dipartita. Non ignorerò i loro lasciti… non una terza volta. >>
Questa volta, gli occhi di Shen sembrarono illuminarsi di luce propria, un bagliore scarlatto non dissimile dalla spada fiammeggiante che reggeva nell’ala destra.
Il mondo attorno a lui sembrò diventare silenzioso, mentre ogni senso del pavone si concentrava unicamente sulle implicazioni della felide. Perché questo dono di cui ora aveva dato prova… era una reminiscenza di quella stessa specie che aveva cercato di sterminare con tutte le sue forze.
Un’impronta di quegli schifosi panda che un tempo erano stati profetizzati come fautori della sua sconfitta!
Per la prima volta da quando aveva sconfitto il Guerriero Dragone, Shen provò paura, ma cercò rapidamente di sopprimerla sotto una patina di rabbia.
<< Allora mi assicurerò di cancellare da questa terra anche l’ultima traccia di quella dannatissima specie! >> ringhiò, mentre si lanciava verso di lei con la spada sguainata.
Tigre fece lo stesso, incontrando il pavone a mezz’aria. Chi e fiamme si scontrarono in un turbinio di scintille, inclinando il terreno sottostante e producendo un forte schioccò che si propagò per tutto il campo di battaglia.
Le azioni della felina non furono prive di sforzo. Cercò di mantenere salda la posizione, le zampe strette attorno all’elsa fiammeggiante, ma presto il calore provocato da quel misterioso potere si rivelò troppo anche per il suo chi.
Scartò di lato, facendo sbilanciare la presa del pavone, così ne approfittò per colpirlo sonoramente al fianco con un calcio tale da scagliarlo via di qualche metro.
A Shen bastò aprire le ali e puntare le zampe per bloccarsi e tornare a fronteggiare la sua avversaria, nuovamente in posizione di difesa.
<< Forse davvero non posso batterti >> dichiarò la maestra di kung fu, ansimante << Il tuo odio ti ha reso potente. Ma non significa che la tua vittoria sia già scritta. >>
<< A quanto pare >> ringhiò il pavone, mentre cercava di nascondere quanto quel colpo lo avesse davvero scosso.
Da anni, ormai, era sempre riuscito a sfruttare il suo potere ritrovato per impedire a qualsiasi nemico di avvicinarsi abbastanza da poterlo colpire… eppure, questa guerriera era riuscita a trovare una breccia nelle sue difese, quando il giorno primo non aveva avuto la benché minima possibilità di contrastarlo. Com’era possibile? Che cos’era riuscita a guadagnare in una sola notte da renderla tanto pericolosa?
<< Parlando di potere… >> disse, nel tentativo di guadagnare tempo << Come hanno fatto i Panda ha fornirti un’abilità del genere, quando anni orsono non erano riusciti nemmeno a salvare loro stessi? >>
Tigre serrò i pugni, e questi si accesero ancora una volta di oro.
<< I loro antenati erano maestri di kung fu, molti decenni orsono >> rispose, scrutandolo con gli occhi gialli << I primi in assoluto, in tutta la nostra nazione, ad apprendere l’uso del chi. Ma col tempo, di generazione in generazione, essi vollero allontanarsi dalla civiltà per vivere pacificamente e proteggere un segreto marziale troppo potente per finire nelle mani sbagliate. I discendenti smisero di praticarlo in nome della non violenza, e conservarono tutto il loro sapere in antichi rotoli di pergamena. >>
Caricò i pugni, assottigliando lo sguardo.
<< Sono riusciti a salvarli nonostante il tuo tentativo di cancellarli dalla faccia della terra. E ora sono salvi… dentro la mia testa. >>
Infranse i pugni sul terreno, provocando un’onda d’urto che si propagò rapida verso l’imperatore.
Al contempo, questi riversò un torrente di fiamme che andò a infrangersi sull’attacco, e il contraccolpo dei due assalti fu tanto potente da illuminare brevemente tutta la piazza.
Quando il fuoco sì diradò, Shen avanzò lentamente in mezzo al campo di battaglia devastato, facendo roteare una lancia vermiglia.
<< E pensi davvero che questo basterà per cancellare i tuoi peccati? >> la schernì con tono beffardo << Pensi che basterà a redimere la tua codardia? Sei fuggita non una... ma due volte di fronte alla morte! Come osi ergerti a paladina del popolo e dei tuoi compagni caduti, quando loro hanno perseguito il loro dovere fino alla fine... laddove tu hai preferito salvarti la pelle anziché affrontarmi a viso aperto e incontrare il tuo destino con onore? >>
Stavolta Tigre non riuscì a fare niente. Fu sbalzata via e crollò rovinosamente a terra supina, mentre le crudeli parole dell’albino le rimbombavano nella testa, trafiggendola come mille stilettate.
Una codarda. Sì, era così che si era sentita quando era fuggita dopo la morte di Shifu e dei maestri, e in seguito, dopo quella dei suoi stessi compagni e amici.
All’epoca, qualcosa le si era spezzato dentro… trasformandola in quello che più temeva al mondo: una persona sola e abbandonata. Tutto quello che le era rimasto erano la vergogna e la disperazione.
Aveva vagato senza meta, senza obiettivi, senza prospettive, incredula di essere proprio lei l’unica ad essere miracolosamente rimasta in vita.
Finché non aveva trovato il villaggio dei panda. O meglio, loro avevano trovato lei. L’avevano accudita, offrendole un posto dove stare, senza compatirla o giudicarla.
Così Li Shan, il padre di Po, le aveva mostrato la via del chi. Un onore immenso, una prova di fiducia superlativa. Grazie a loro aveva ritrovato la speranza che l’aveva spinta a tentare un ultimo disperato tentativo contro Shen, prima di essere spazzata via e trovata dall’MVI.
Non poteva lasciarsi abbattere. Non dopo quello che si era detta con Adora. Non di nuovo. Tutte quelle batoste l’avevano ferita, ma era ancora viva… e doveva rialzarsi.
<< Non sto cercando di cancellare nessun peccato >> ringhiò la felina, imponendo ad ogni muscolo del suo corpo di spingerla nuovamente in piedi << Cerco solo di fare la cosa giusta. Cerco di rimediare, non di espiare! >>
Ci riuscì, e strinse ancora i pugni per mantenere l’equilibrio.
<< Non puoi cancellare il passato… ma questo non ha alcuna importanza. La sola cosa che ha importanza… è chi tu scegli di essere ora. >>
A quel punto, Tigre chiuse gli occhi e congiunse le mani al petto, illuminandole di oro.
<< E io ho scelto la pace interiore. >>
Protese le zampe in avanti, aprendole. Le macchie sulla zampa si irradiarono e un fiotto di energia dorata investì in pieno il pavone.
Gli occhi di Shen si spalancarono come piatti, mentre quell’energia lo avvolgeva da capo a coda come una coperta, bloccandolo sul posto.
Provò un’improvvisa stanchezza, il desiderio di allontanarsi da quella forza invisibile, eppure le sue zampe non volevano muoversi. Ciò che invece cambiò… fu la lancia fiammeggiante che ancora teneva saldamente tra le penne cardiali dell’ala destra, il cui fuoco cominciò man mano a diminuire d’intensità.
<< Cosa… ugh… >> grugnì, scuotendo la testa nel tentativo di mantenersi lucido << Cosa mi stai facendo? >>
Tigre ringhiò, la pelliccia completamente sudaticcia per la concentrazione.
<< Non conosci la vera natura del tuo potere >> ansimò << e dopo tutto questo, per il bene di tutti... uno come te non dovrebbe averlo. >>
Fra sé e sé, la felina sperava che quella tecnica non lo uccidesse. Voleva solo togliergli il potere del Graal, ma forse la sua essenza si era fusa con il pavone a tal punto che la sua vita sarebbe stata compromessa. Tuttavia… aveva promesso che lo avrebbe fermato con ogni mezzo, perciò non avrebbe esitato.
Lord Shen cadde in ginocchio, mentre sentiva le proprie forze abbandonarlo. E per la prima volta da quando aveva ottenuto i suoi poteri… provò paura. Il terrore sincero e viscerale di perdere tutto quello che era riuscito a guadagnare negli ultimi trent’anni attraverso dolore e sofferenze. Tutte le perdite che aveva affrontato, tutti i sacrifici che aveva compiuto da allora… svaniti nel nulla, come se non avessero mai avuto alcuna importanza.
Ricordava il giorno in cui lui e i suoi lupi avevano trovato quella strana roccia nelle profondità di una caverna, mentre erano alla ricerca di metalli preziosi per la costruzione dei suoi cannoni. Ne era stato attratto fin dal primo momento in cui aveva posato i suoi occhi vermigli su di essa, percependo l’energia indomita e rovente che turbinava nelle sue viscere.
Dopo averla toccata… si era sentito vivo come non mai, permeo di qualcosa di nuovo, di primordiale… di bellissimo. E ora, la guerriera di fronte a lui stava cercando di sottrarglielo. Voleva farlo tornare un principe debole e rinnegato… l’ombra dell’Imperatore che era riuscito a diventare!
Ma lui… non glielo avrebbe permesso.
<< No >> sussurrò, mentre faceva pressione sulle zampe inferiori << Io… non te lo permetterò. Non tornerò ad essere una nullità! >>
Una patina di fiamme cominciò a materializzarsi dalla coda del pavone, risalendo lentamente il suo corpo e mescolandosi con il turbinio dorato del chi.
Tigre avvertì la forza opposta del Graal che premeva contro la sua, contrastando il suo tentativo di estrarla dal corpo ospite.
Cercò inizialmente di resistere… ma all’improvviso, Shen scatenò una potente esplosione infuocata. La felide venne sbalzata via e riuscì appena in tempo a proteggersi dal calore delle fiamme, ma non dall’impatto: sentì il proprio corpo travolgere i mattoni di una o più abitazioni, la polvere la accecò per qualche istante, mentre ogni muscolo del corpo cominciò a bruciare.
A stento riuscì a rialzarsi, solo per accorgersi che Shen l’aveva già raggiunta, illeso, il potere ancora dentro di lui.
A quel punto, il corpo dell’Imperatore era completamente avvolto dalle fiamme.
Come una gigantesca fenice vermiglia si levò in volo, una minuscola figura bianca stagliata contro quella sagoma infuocata, quasi fosse il nucleo del sole stesso.
Il calore cominciò a salire vertiginosamente su tutta la piazza, incendiando l’erba sottostante e spaccando le piastrelle come se fossero tegole di semplice creta, mentre gli occhi del pavone s’illuminavano di nuova luce.
<< Pensavi davvero che sarebbe stato così facile? >> tuonò << Sai di cosa ho avuto bisogno per mantenere il controllo del mio Impero per tutto questo tempo? Per assicurarmi che anche la sola idea di ribellarsi contro di me non fosse altro che pura follia? >>
La fenice infuocata spalancò il suo becco immateriale, senza emettere un suono, ma riversando viticci di fiamme sugli alberi circostanti.
<< Ho avuto bisogno… di potere. Un potere che andava al di là di qualsiasi cosa conosciuta a questo mondo! >> continuò l’imperatore, come in preda ad uno strano fervore religioso << E ora… quel potere sarà l’ultima cosa che testimonierai! >>
<< Wow, certo che voi megalomani conquistatori avete tutti lo stesso difetto >> giunse una voce inaspettata alla destra di Tigre << Parlate veramente troppo. >>
Gli occhi di Shen si spalancarono increduli, mentre il cuore della felide mancò un battito. Perché avrebbe potuto riconoscere quella voce ovunque, visto quanto l’aveva infastidita negli ultimi giorni.
In circostanze diverse, probabilmente avrebbe provato rabbia e disprezzo al solo udirla… ma in quel momento, quando ogni speranza sembrava ormai persa, giunse alle sue orecchie sotto forma di una piacevole sorpresa.
Lentamente girò lo sguardo… e allora lo vide: Mr Cold, con il suo solito sorrisetto tutto denti e il suo fidato bastone che poggiava disinvolto sulle spalle. Accanto a lui… Elsa, uno sguardo serio in volto, e alle cui spalle brillava un portale dimensionale.
<< Scusaci il ritardo, gattina >> le disse l’oscuro spirito << Abbiamo trovato un po’ di traffico. >>
Il portale si richiuse ad un semplice gesto dell’ex Regina delle Nevi, mentre quest’ultima si avvicinava alla compagna di squadra per aiutarla a rialzarsi.
<< Ma siamo in ogni caso pronti a offrirti supporto, agente Tigre >> assicurò, con un sorriso.
Dopodiché si girò a fronteggiare la figura di Lord Shen, scrutandolo con occhi gelidi.
<< Dubito abbiate familiarità con la nostra occupazione, signore, perciò ve la renderemo molto semplice: arrendetevi, o dovremo intervenire direttamente. >>
Dall’alto dei cieli, Shen scoppiò in una risata gracchiante.
<< Arrendermi? >> ripeté con tono beffardo << Arrendermi?! Non so chi ti credi di essere, scimmia senza peli, ma non credo tu abbia afferrato la situazione in cui vi siete cacciati. Ho conquistato la Cina e sottomesso tutti i miei avversari! Ho sconfitto il Guerriero Dragone e tutti i più grandi maestri di questo regno! Perfino il Guerriero Dragone e i Cinque Cicloni non hanno potuto nulla contro il mio potere! Quindi vi chiedo… come potete sperare di fermarmi, stranieri? >>
Lo sguardo di Elsa incontrò quello di Cold, il cui volto aveva assunto un’espressione quasi rassegnata.
<< Come disse una volta un vecchio saggio… insieme. >>

Track 18: https://www.youtube.com/watch?v=13HbcB8-FwE
 
Il mondo cambiò, come se la terra si fosse improvvisamente allontanata dal Sole.
L’aria attorno a Cold ed Elsa esplose in un turbinio di nevischio, abbassando la temperatura a tal punto da ricoprire l’intera piazza di ghiaccio. Tutti i lupi rimasti coinvolti nell’onda d’urto vennero congelati all’istante, e fu solo grazie al chi che la ricopriva se Tigre non ne fu troppo influenzata.
Eppure, nonostante le sue difese fossero ancora attive, la felide non riuscì a trattenere un brivido che la percorse da capo a piedi. E sotto il suo sguardo incredulo, vide le fiamme di Shen diminuire d’intensità non appena l’aura gelide della coppia di criocineti si schiantò contro la fenice, con tanta forza da generare un rumoroso scoppio.
La felide era rimasta senza parole. Sapeva che Elsa e Cold erano entrambi individui molto potenti… ma solo ora, mentre il loro potere si schiantava contro quello del pavone, capiva quanto in realtà si fossero trattenuti alla presenza degli altri Phantoms per non rischiare di congelarli.
<< Pronta per il più grande team-up della storia, Bucaneve? >> chiese Cold, lanciando all’ex regina un sorrisetto.
Elsa sospirò, alzando gli occhi al cielo. << Per la squadra. >>
Porse le mani in avanti e generò una lunga pista gelata di stalattiti che sfrecciarono verso l’alto, con l’obiettivo di intercettare  il pavone.
Shen sogghignò sprezzante e mosse un’ala infuocata di fronte a sé, sciogliendo i proiettili ghiacciati in pochi secondi.
<< Ah! Questi trucchetti non funzioneran-… >>
<< Ciao >> lo interruppe una voce alla sua sinistra.
Il pavone girò la testa di scatto… e si ritrovò a fissare negli occhi verdi di Cold. E prima che potesse fare qualsiasi cosa per reagire a quell’apparizione inaspettata, l’oscuro spirito gli avvicinò una mano al suo becco e…
<< Boom! >> disse, mentre un’esplosione si magia invernale lo colpiva in pieno viso, spingendolo a terra.
L’enorme fenice di fuoco spalancò il becco a imitazione di un urlo sorpreso, mentre il suo corpo vermiglio si schiantava al suolo sollevando tonnellate di terriccio.
Elsa alzò una mano ed evocò un muro di ghiaccio tra lei e Tigre, proteggendole dal contraccolpo di calore, mentre Cold puntava il suo bastone in direzione dell’avversario.
<< Fa un po’ caldo qui intorno. Ti dispiace se do una rinfrescata? >>
Un torrente di nevischio e ghiaccio eruttò dalla punta dell’arma, riversandosi sul costrutto di fuoco.
La nuvola di vapore risultante si diramò per tutta la piazza, arrivando fino al palazzo imperiale e creando una sorta di pallida patina a mezz’aria.
Lentamente Shen si sollevò da terra, il suo respiro sempre più rabbioso, poi scatenò una raffica di palle di fuoco in direzione di Cold, che rapidamente cominciò a schivarle. Al contempo, Elsa e Tigre attaccarono il pavone alle spalle… ma questi non si lasciò cogliere impreparato.
La sua coda si aprì a ventaglio, generando uno scudo vermiglio che intercettò le avversarie, costringendole a retrocedere. Allora il tiranno si voltò verso di loro e spalancò il becco, rilasciando una vampata.
Elsa si mise subito davanti alla compagna d’arme ed evocò un’altro scudo di ghiaccio tra loro e le fiamme. Queste cominciarono subito a sciogliere la protezione, ma ecco che Tigre si prodigò per rinforzarla con il suo chi, proprio mentre Cold scendeva in picchiata su Shen.
Una lama di ghiaccio e una di fuoco s’incontrarono, sprigionando altro vapore, mentre il calore continuava a salire lungo tutti i dintorni del palazzo.

***

Con un ruggito animalesco, Stitch rotolò contro uno dei lupi e lo fece cadere a terra. E prima che l’animale antropomorfo potesse rimettersi in piedi, lo afferrò per le zampe e lo scaraventò con forza contro un trio dei suoi compagni, mandandoli a sbandare un po’ ovunque come dei birilli.
Balzò in aria per evitare una spada, poi salì sulla testa di un altro lupo e cominciò a tirargli le orecchie, mentre questo strillava in preda al panico. Poco distante, un getto di magia lucente eruttò dal bastone di Eda, si condensò in una frusta e afferrò il canide più vicino all’altezza dei fianchi, per poi scaraventarlo contro una colonna del palazzo imperiale con tanta forza da spezzarla.
Nel mentre, She-Ra era impegnata in un duello all’arma bianca con il capo dei lupi, il quale non era riuscito nemmeno a farla sudare. Per quanto fosse abile se paragonato agli spadaccini di questo mondo, mai avrebbe potuto competere contro qualcuno capace di annientare montagne con un solo pugno.
<< Perché… >> gracchiò, con voce soffocata << Non… riesco… a … colpirti?! >>
In tutta risposta, She-Ra evitò abilmente l’ultimo assalto e afferrò la spada dell’avversario tra l’indice e il medio della mano destra, scioccandolo.
Sul suo volto si diffuse un sorriso ferino, mentre il canide deglutì a fatica.
<< Beh… con il senno di poi… >>
Non riuscì a terminare la frase, poiché un forte pugno al muso lo fece volare al di là dei confini della piazza, fino alla foresta che circondava il palazzo imperiale.
Fatto questo, la ragazza si guardò attorno, constatando con immensa soddisfazione che non c’erano più lupi da combattere.
<< Bene, direi che questa è fatta. Ora aiutiamo Tigre ad occuparsi di quel pollo infuoca-… >>
Non ebbe la possibilità di terminare la frase, poiché un bagliore fin troppo familiare si materializzò davanti all’entrata del palazzo imperiale, per poi assumere la forma di un portale dimensionale.
Ne fuoriuscì l’alta figura di Kozmotis Pitchiner, accompagnato da Malefica… e dall’ultima persona che la Principessa del Potere avrebbe voluto rivedere: Darth Vader, il cui respiro sibilante non poté che riportarle alla mente gli uomini che non era riuscita a salvare dalla sua furia omicida.
I tre criminali interdimensionali cominciarono ad osservare i loro dintorni.
<< Ci siamo >> disse Kozmotis, mentre inspirava a fondo << Il frammento è qui… posso sentirlo. >>
<< E a quanto pare non sei stato l’unico >> osservò Malefica, mentre i suoi occhi si posavano sul trio di guerrieri poco distante.
Nel momento in cui lo sguardo di Vader incontrò quello di She-Ra, l’Oscuro Signore dei Sith si limitò ad afferrare la spada laser e attivarla senza un attimo di esitazione, illuminando la piazza con la sua luce vermiglia. Al contempo, sul corpo della Signora di Ogni Male cominciò a diffondersi un bagliore verdastro.
La Principessa imprecò sonoramente. Quasi in risposta, sia Stitch che Eda le si strinsero di fianco con fare baldanzoso.
<< Sembra che abbiamo un paio di amichetti a cui dare il benvenuto >> sospirò la strega << e che sicuramente non accetteranno di farsi una bella chiacchierata. >>
Quindi prese fiato e strillò: << Ehi, manica di disadattati! Non è per niente bello rivedere le vostre brutte facce! >>
Stitch rincarò la sua pistola gridando un insulto nella sua lingua.
Kozmotis rilasciò un lungo sospiro, altrettanto infastidito dalla presenza di coloro che avevano continuamente cercato di mettergli i bastoni tra le ruote negli ultimi giorni.
<< Andrò a cercare il frammento >> disse con tono glaciale, mentre dava le spalle ai suoi alleati << Occupatevi di loro. >>
<< Volentieri >> fu la risposta altrettanto impassibile di Vader, la spada alzata e puntata verso She-Ra in un chiaro gesto di sfida.
A quel punto, il leader del trio annuì soddisfatto e scomparve al di là delle porte del palazzo imperiale, senza degnare i Phantoms di una seconda occhiata.
Questi mantennero gli occhi puntati su di lui, con un’espressione vagamente impotente innanzi all’evidente muro che Darth Vader e Malefica ora rappresentavano per l’oscuro generale.
All’improvviso Stitch salì in equilibrio su una spalla di She-Ra e sull’altra di Edalyn, assottigliando gli occhi e facendo un cenno con le orecchie. Il messaggio dietro a quel gesto fu subito chiaro a entrambe: avrebbero dovuto coprirlo, mentre lui rincorreva Kozmotis.
<< Non farti ammazzare, piccoletto >> lo ammonì la strega, prima di rivolgere un sorriso smagliante all’Oscura Signora << Ehilà, Mal! Pronta per un secondo round? >>
Non aspettando la risposta della fata, le scagliò addosso una palla di fuoco che la costrinse ad allontanarsi dal suo compagno, sollevando un immensa nube di polvere.
Quando si dissolse… Stitch si era già dileguato, e allora She-Ra puntò la spada in direzione di Darth Vader, finalmente rispondendo alla sua sfida con altrettanta baldanza.
<< Ti sono mancata? >> lo prese in giro, strafottente.

Track 19: https://www.youtube.com/watch?v=0SBRuajmcTU
 
L’Oscuro Signore cominciò ad avanzare verso di lei, la lama che vibrava minacciosa e in cerca di sangue.
<< Ammetto di aver atteso con grande aspettativa il nostro prossimo incontro >> proclamò con la sua voce profonda e graffiante << Era destino che le nostre lame s’incrociassero ancora, araldo della luce. Ma in verità mi chiedo… questa volta avrai la forza necessaria per affrontarmi? O lascerai che la tua morale ti conduca alla morte? >>
Lei soppesò quelle parole per qualche istante, serrando dolorosamente le nocche. Ripensò dentro di sé alle parole di Tigre, e con esse si fece forza.
<< Non è di me che devi preoccuparti, servo delle tenebre, ma di te. Perché non c’è alcuna morale che precluda la tua morte >> ribatté la guerriera, alzando la propria lama, la cui luce si mescolò a quella rossa del Sith << Io farò ciò che devo, affinchè tu risponda dei tuoi crimini. >>
Dietro la sua maschera scheletrica, le labbra di Vader si arricciarono in un sorriso a metà tra l’eccitato e il derisorio.
<< Allora mostrami cosa sai fare… Principessa del Potere. >>
E dopo aver pronunciato tali parole, il Sith scattò in avanti con una spinta della Forza, incontrando a mezz’aria la lama della guerriera e scaricandovi addosso tutto il suo peso.
Il mondo attorno a loro tremò. L’impatto delle due spade che cozzavano fu tanto intenso da generare un vuoto d’aria nel raggio di almeno una decina di metri, a cui presto seguì una ragnatela di crepe che cominciò a diramarsi dai piedi della coppia.
L’arena tremò, rosso e oro si scontrarono come se fossero portatori di volontà distinte, uniti da un pallido bagliore. Il vento sferzò rabbioso, nuvole cominciarono ad addensarsi sopra la piazza, mentre le risate di Eda e Malefica canticchiavano in sottofondo.
She-Ra mantenne lo stallo piantando sonoramente gli stivali sul terreno, già scosso semplicemente dalle loro auree di natura inevitabilmente opposta.
Ad un certo punto, sembrò che la guerriera fosse sul punto di cedere… ma presto si rivelò una finta: scartò di lato, facendo in modo che l’oscuro guerriero si sbilanciasse, e calò violentemente un colpo con l’elsa contro la sua nuca per tramortirlo.
Il metallo si scontrò contro il metallo, con tanta forza da percuotere il corpo di Vader da capo a piedi. Il terreno s’inclinò sotto di lui, eppure rimase fermo nella sua posizione… e approfittò dell’improvvisa vicinanza per calare il casco contro la fronte dell’avversaria.
She-Ra strinse i denti, mentre un cratere si formava attorno alla coppia di guerrieri, ma proprio come il Sith riuscì a rimanere salda e contrattaccò rapida con un colpo di spada, subito imitata dall’avversario.
Entrambe le lame cozzarono ancora una volta, e anche in questo caso l’onda d’urto risultate riverberò fino ai tetti del palazzo imperiale, sollevando una densa nube di polveri e detriti.
Non erano semplici combattenti coloro che stavano dando vita a quella titanica battaglia, ma esseri che andavano al di là dei comuni mortali, tanto potenti da poter plasmare i rispettivi universi.
Ma laddove She-Ra aveva scelto di usare quei doni per proteggere i più deboli, Darth Vader era da molti anni che li sfruttava per opprimere e distruggere.
<< Sembra che tu abbia imparato a controllare la tua paura >> sussurrò in viso all’avversaria << Ora… dai libero sfogo alla rabbia! Solo il tuo odio può distruggermi… >>
<< Se questa fosse realmente la verità, mostro >> dichiarò la Principessa del Potere, mostrandogli i denti << allora sicuramente non ti impensierirà… questo. >>
Gli occhi immediatamente le si accesero, mentre con un gesto fluido sgusciò via e sollevò la spada, dalla cui lama scaturì una potente onda d’urto accompagnata da un’ondata di luce: pura, magica energia assimilabile al Lato Chiaro, fatta di emozioni positive. Gliela indirizzò contro, le mani serrate sull’elsa, mentre lampi scaturivano dagli occhi e scintille le guizzavano dal corpo.
Al contempo, Vader spinse la mano libera in avanti, scatenando un’ondata telecinetica.
Lato Oscuro e Lato Chiaro si scontrarono in un turbinio di scintille danzanti, invisibili a tutti tranne alla coppia di guerrieri. Il boato risultante dal loro scontro fu più potente di qualsiasi cosa mai udita nella città, perfino più rumoroso dei cannoni che l’avevano conquistata, e da molti civili venne scambiato per la scossa appena precedente a un devastante terremoto.
E in effetti la terra di tutta la regione tremò, ma non per le azioni di Madre Natura. I soli responsabili erano proprio Darth Vader e She-Ra, che rilasciando il loro pieno potere avevano cominciato a influenzare le zone al di là della piazza.
Rimasero in una situazione di stallo per quasi un minuto buono, fino a quando i rispettivi attacchi non si consumarono a vicenda in una devastante esplosione bianca. Il fungo risultante si sollevò alto nel cielo, eppure Sith e Principessa rimasero completamente immobili, mentre i loro mantelli svolazzavano impazziti alle loro spalle.
Quando la nube di polveri si diradò, Vader spinse nuovamente la mano libera in avanti e afferrò la gola dell’avversaria con una presa invisibile.
<< Vedo che hai recuperato il tuo vigore >> sogghignò dietro la maschera << Ma la debolezza… è sempre lì! >>
E prima che She-Ra potesse contrattaccare, il cyborg la lanciò con violenza contro il tetto del palazzo imperiale.
La guerriera ebbe solo il tempo di udire la voce di Tigre che gridava il suo nome da chissà dove.
Si sentì strattonare all’indietro dallo spostamento aereo con una potenza inaudita, senza poter fare niente per impedirlo. Il suo corpo si infranse contro le mura del palazzo e alcuni detriti le caddero addosso.
L’Oscuro Signore dei Sith assaporò quel dolore momentaneo… e presto ne volle di più.
Voleva sentire la luce di quella ragazza abbandonare il suo corpo, ma non prima di averle fatto capire quanto la sua sola esistenza fosse futile se paragonata alla sua. Le avrebbe dimostrato… che quel bagliore etereo e senza macchia di cui era pregna non era nulla a confronto della potenza del Lato Oscuro della Forza. L’avrebbe fatta soffrire proprio come lui aveva sofferto anni prima, quando era ancora un Jedi debole e ingenuo convinto che la rettitudine e i principi altruisti sarebbero stati sufficienti per sconfiggere qualsiasi nemico.
Alzò la mano e la strinse a pugno, afferrando il palazzo con dita invisibili. Poi, cominciò a stringere… e le mura dell’edificio creparono, mentre l’intera torre tremava sotto lo spaventoso potere esercitato dal Sith.
<< E questa è la ragione per cui contro di me perderai… sempre! >> ringhiò Vader, aumentando l’intensità della presa. Il palazzo imperiale esplose in un turbinio di detriti cadenti crollando su se stesso come un castello di sabbia.
She-Ra ebbe giusto il tempo di sollevare lo sguardo, prima che tonnellate e tonnellata di pietra e cemento si riversassero su di lei, seppellendola sotto una montagna di frammenti grandi quando piccole abitazioni.
L’impatto del palazzo che toccava il suolo sollevò un’alta nube di pulviscolo che andò a ricoprire tutta la piazza, raggiungendo anche lo scontro tra Shen e i suoi avversari.
 
***

Kozmotis attraversò con passo rapido le ombre dei tunnel costruiti sotto il palazzo imperiale. Non serviva un genio per capire che fossero stati realizzati per proteggere qualcosa di importante, e l’ex Generale era abbastanza sicuro di conoscere la natura di questo tesoro.
Poteva percepire la sua energia innaturale ad ogni respiro che faceva, come se questo luogo ne fosse saturo… come se si fosse accumulata in ogni anfratto del palazzo per diversi anni.
Dopo qualche minuto, raggiunse finalmente il punto dove la firma energetica era più forte.
Con un semplice movimento del polso evocò un fiotto di magia fearling e scardinò la porta che si frapponeva tra lui e il suo premio. Una volta nella stanza, vi trovò un grosso masso perfettamente sferico, lucido, senza una sola crepa.
Evidentemente, il frammento del Graal nascosto in questo universo era stato sepolto sotto terra e conservato in questa specie di gabbia di pietra… fino a quando l’Imperatore del regno non lo aveva recuperato per pura coincidenza, entrando in contatto con la sua prodigiosa magia.
Kozmotis appoggiò una mano cinerea sulla nuda roccia... e allora lo sentì: il potere e indomito familiare del Graal, lo stesso che aveva percepito nell’istante in cui era entrato in questo mondo, e quello di cui i frammenti già raccolti erano stati permei. Un’energia primordiale, indomita... unica, qualcosa che andava al di là di qualsiasi mente morale, capace di plasmare la fabbrica della realtà stessa.
Chiuse gli occhi, lasciando che quel potere lo accarezzasse come fili di seta invisibili.
<< Emily... Seraphina >> sussurrò, dolcemente << Presto saremo di nuovo insieme, ve lo prometto... >>
Uno scricchiolare risuonò alle sue spalle.
Subito, gli occhi dell’ex generale si tinsero di un giallo malaticcio, mentre volgeva la propria attenzione nei confronti dell’intruso.
<< E non permetterò a nessuno di ostacolare il nostro incontro tanto atteso >> ringhiò, mentre la punta illuminata del suo bastone rivelava la potenziale minaccia.
Ma questa sfuggì rapidissima dalla luce, come se gli fosse intollerabile. Il generale sentì il rumore delle quattro zampe che si aggrappavano al pavimento e raggiungevano il soffitto, sfuggendo alla sua portata.
Grandi occhi verdi simili a braci demoniache erano l’unica cosa distinguibile nella figura. E quando ebbe il tempo di registrarli, l’alieno gli piombò addosso, dritto sul volto, lanciando un grido proveniente da un altro mondo e colpendolo con gli artigli e con i denti.
Per la prima volta da quando era diventato un militare, Kozmotis Pitchiner emise un urlo a metà tra il sorpreso e il dolorante, mentre le appendici affilate della creatura aliena gli si conficcavano nelle carni.
Istintivamente afferrò il corpicino dell’essere e provò a staccarselo di dosso, ma la presa di questi era sorprendentemente potente per una creatura della sua stazza, a tal punto da poter contrastare la forza superiore di un umano della Golden Age.
<< Tu… picco-… Grah! >>
Kozmotis perse la presa sul bastone e andò a sbattere contro una parete della stanza. Riuscì a mantenersi in equilibrio per puro miracolo, e allora ruotò il corpo e cercò di schiacciare l’avversario contro il muro.
Stitch fu più rapido a reagire e si arrampicò sulla testa dell’uomo, lasciando che il suo viso si schiantasse sulla nuda pietra con un forte tonfo. E prima che l’avversario potesse difendersi, cominciò a tirargli i capelli, ridendo come un ossesso.
<< ADESSO BASTA! >> tuonò Kozmotis con un lampo giallo negli occhi.
Subito delle fruste oscure simili a tentacoli fuoriuscirono da sotto la sua lunga veste e si avventarono contro il mostriciattolo blu, afferrandogli le caviglie e spiaccicandolo sul soffitto, sul pavimento e sulle pareti.
<< Pensi di potermi sconfiggere, abominazione?! >> ringhiò l’uomo << Sono stato un generale della Golden Army! Ho combattuto e ucciso esseri capaci di minacciare interi pianeti! Non subirò altre umiliazioni da parte tua… >>
Le mani di Stitch si chiusero attorno ai viticci che lo avvolgevano. Ricadde al suolo con le zampe posteriori, il muso contratto da un sorriso tutto denti.
Gli occhi di Kozmotis si spalancarono come piatti, intuendo cosa sarebbe successo nei prossimi istanti.
<< Dannazione… >>
E prima che potesse dire altro, questa volta fu il piccolo alieno a sollevarlo da terra con forza e sbatterlo da una parte all’altra come se fosse uno straccio. Una, due, tre volte… e infine contro il pavimento, con tanta forza da lasciare un impronta a forma umana tra le piastrelle.
<< Generale gracile >> sghignazzò Stitch, mentre Kozmotis si rimetteva in piedi con un gemito.
Fissò il piccolo alieno con occhi pieni di odio, poi vi scaricò addosso un torrente di sabbia nera.
La creatura spiccò un balzo chilometrico e schivò raggiungendo nuovamente il soffitto, mostrando di poterne restare appiccicato semplicemente con le piante dei piedi.
Sghignazzò senza ritegno, per poi sfoderare le sue fidate pistole e sparare a raffica una pioggia di plasma.
Kozmotis strinse i denti, difendendosi con uno scudo fatto di sabbia. Poi fu pronto a lanciare un altro attacco… ma si fermò, prendendo invece un respiro profondo.
Stava solo perdendo tempo prezioso, tempo che quella creatura stava sicuramente sfruttando per dare ai suoi alleati la possibilità di riunirsi e raggiungerlo. Durante il loro primo incontro, l’aveva liquidato come un semplice cane d’attacco dalla mentalità primitiva e incapace di rappresentare un vera minaccia per i suoi poteri… ma dopo gli ultimi avvenimenti, non poteva negare quanto la sua valutazione iniziale fosse stata errata.
Quell’essere non solo era incredibilmente forte, ma a discapito del suo linguaggio arretrato era più che capace di elaborare strategie e adattarsi ai suoi poteri. Un nemico certamente spaventoso… ma non impossibile da battere. Doveva solo trovare un metodo diverso per affrontarlo… e così fece appello ad un’abilità che aveva cercato di usare il meno possibile da quando era stato posseduto dai Fearlings.
La mente di Kozmotis toccò quella di Stich, saggiandone pensieri ed emozioni… e soprattutto, la paura e il dolore che albergavano nel suo cuore, accompagnati da ricordi vividi quanto le pagine del libro.
<< Perché combattermi, esperimento 626… quando entrambi vogliamo la stessa cosa? >> gli domandò con un tono di voce improvvisamente più gentile.
L’alieno balzò a terra, tenendolo sotto tiro con entrambe le pistole. Ringhiò, profondamente sospettoso e ostile.
<< Ti arrendi? >> domandò, assottigliando lo sguardo << Stitch si stava divertendo. Ma non rifiuta resa di generale gracile. >>
Kozmotis inclinò leggermente la testa, scrutandolo con aria apparentemente perplessa.
<< Potrei arrendermi >> ammise dopo qualche istante di silenzio << Sei certamente un avversario con cui varrebbe la pena contemplare una simile eventualità. Eppure, mi chiedo… perché mai lo vorresti, quando posso darti ciò che hai sempre voluto? Quando il Graal potrebbe restituirti… >>
Colse un nome tra i ricordi dell’alieno…
<< Lilo >> sussurrò, e quelle due semplici sillabe rimbombarono nella stanza come un colpo di cannone.
Di colpo, gli occhi di Stitch si allargarono e si ingrandirono, facendosi lucidi, le orecchie abbassate e tremanti.
Un mostriciattolo così agguerrito e potente, d’improvviso aveva assunto la stessa espressione di un vulnerabile cucciolo spaurito.
Un cucciolo che all’improvviso si rendeva conto di essersi…
<< Perso >> sussurrò l’alieno, con il cuoricino che batteva così forte nella cassa toracica da essere quasi palpabile.
L’espressione di Kozmotis si addolcì.
<< Sì >> disse, mentre si avvicinava lentamente all’alieno << Perso… anche io mi sento così. Sai perché sto facendo tutto questo? Non per potere, nè per ambizione, e certamente non perché mi piace fare del male agli altri… ma perché voglio salvare la mia famiglia. >>
Si inginocchiò davanti all’esperimento.
<< Avevo una moglie e una figlia >> riprese << Si chiamavano Seraphina ed Emily Jane. Lei era… molto simile alla tua Lilo, a quanto posso vedere. Così gentile e curiosa, ma anche piena di fuoco. Entrambe mi sono state portate via senza che potesse fare niente per fermarlo… quindi sappi che ti capisco. Dico davvero. >>
Le braccia di Stitch che cominciarono a tremare, come se ogni battito del suo cuore si fosse fatto talmente doloroso da essere una tortura per il suo corpo. Non avrebbe mai voluto riesumare quei ricordi, eppure eccoli lì, tornati a tormentarlo.
<< Stitch capisce >> fu costretto ad ammettere, mentre la sua voce si era fatta più simile ad un rantolio.
Cautamente, Kozmotis allungò una mano e la mise sulla spalla della creatura.
<< Allora dovresti capire perché lo sto facendo >> insistette << Io non sono una persona cattiva. Io odio OGNI secondo di quello che sono costretto a fare… ma per loro, non potrei agire diversamente. E so che nel profondo, anche tu vorresti poter fare lo stesso… non c’è alcuna vergogna in questo. >>
Inclinò leggermente la testa.
<< È stata la guerra a portare via la mia famiglia. Dimmi… cos’ha portato via la tua? >>
<< …Jumba. >>
La voce dell’alieno si fece atona, stanca, mentre pericolosamente abbassava le armi.
Kozmotis sapeva dai suoi ricordi che Jumba Jookiba era suo padre e creatore, col quale prima aveva avuto alterchi, poi divenuti affetto sincero.
<< Jumba ha fatto Stitch resistente, potente, devastante e forte. Jumba era genio di male. Stitch era esperimento 626. Stitch venuto bene. Dopo miglioramenti, divenuto quasi perfetto. Stitch c’era, quando Jumba, Pleakley, Nani, David, Gantu e Lilo… cambiarono. Non più come li aveva conosciuti. Stitch li ha visti malati. Li ha visti diventare come sabbia di mare. Anche cugini esperimenti. Loro non erano come Stitch. Perciò anche loro sono ammalati. Anche loro diventati come sabbia di mare. Anche Angel diventata sabbia di mare... >>
Stavolta l’alieno scoppiò in singhiozzi. Ricordare come anche l’amore della sua vita era andata via per quella vile malattia nota come “morte” era stata la goccia finale.
<< Stitch voleva essere malato anche lui! >> gridò all’improvviso, praticamente ruggendo << Anche Stitch voleva diventare sabbia di mare! Perché Stitch sa che tutti i granelli alla fine rimangono insieme. Ma malattia non ha mai preso Stitch, neanche una volta! Perché Jumba ha fatto Stitch troppo forte! >>
Un bambino. Era come osservare un bambino incredulo e ignorante di fronte ad un concetto così naturale e al tempo stesso inesorabile come la morte naturale.
Kozmotis lo aveva visto fin troppe volte negli occhi di soldati che si erano approcciati al Tristo Mietitore per la prima volta, perdendo un amico o una persona cara… e ne fu sinceramente toccato.
Si alzò in piedi e allungò una mano verso l’alieno.
<< Allora permettimi di aiutarti >> sussurrò, sorridendogli dolcemente << Permettimi di riportare in vita la tua famiglia, proprio come farò con la mia. E questa volta, sarai tu a decidere se voler restare assieme a loro per l’eternità… o diventare sabbia di mare quando giungerà il momento. Prendi la mia mano, aiutami… e sarai di nuovo felice. Te lo prometto… non dovrai più vivere nella paura della perdita e della solitudine. >>
Stitch lo fissò a lungo con i suoi grandi occhioni. Poi... ripose le pistole e strinse la sua mano fra gli artigli. Si lasciò condurre come il cucciolo che era, le orecchie perennemente abbassate, ed entrambi giunsero davanti al masso contenuto nella stanza.
A quel punto, Kozmotis evocò viticci di sabbia nera che pian piano si avvolsero attorno alla roccia... e poi cominciarono a stringere, sempre di più dapprima crepandola e infine riducendola ad un ammasso di detriti.
In mezzo alle rocce... vi era un oggetto di metallo che ricordava l’estremità inferiore di un calice, avvolto da un bagliore multicolore.
Il sorriso di Kozmotis si fece più largo.
<< Hai agito bene, mio nuovo piccolo amico >> disse mentre si avvicinava al frammento << Molto presto, entrambi potremo rivedere i nostri cari... >>
Ma all’improvviso, l’alieno balzò con entrambe le zampe tese, afferrò il frammento e con un salto attraversò metà corridoio. Avrebbe dovuto voltarsi subito e correre in direzione opposta per trovare l’uscita, e ricongiungersi immediatamente con i suoi compagni.
Invece commise l’errore di girarsi per guardare l’uomo negli occhi, semplicemente perché non poteva farne a meno. Si sentiva in colpa, e si sentì anche peggio quando ne vide l’espressione stupefatta e ferita.
<< Stitch... dispiaciuto. Non vuole essere cattivo. >> L’alieno aveva ancora gli occhi lucidi e le orecchie abbassate. << Ma ha altra ohana, adesso. E perderà anche quella, se generale gracile distrugge tanti altri solo per riavere sua ohana. >>
Fece per voltarsi e scappare...ma prima che potesse compiere anche un solo passo, un viticcio color pece schizzò dalla sua ombra, trafiggendolo allo stomaco.
L’esperimento sussultò, mentre cadeva in ginocchio e lasciava perdere la presa sul frammento.
Per la prima volta da molto tempo... provò dolore, poiché non rammentava di essere più stato ferito da quando aveva scelto di unirsi a Eda nelle sue avventure attraverso il multiverso.
Udì un suono di passi alle sue spalle, e non ebbe bisogno di voltarsi per sapere a chi apparteneva.
<< Questo è un vero peccato >> disse l’inconfondibile voce di Kozmotis, mentre una mano cinerea afferrava l’oggetto metallico << Non volevo che finisse così, dico davvero. Nessuna creatura vivente merita di soffrire a tal punto. Ma come ti ho già detto... non permetterò a nessuno di frapporsi tra me e la mia famiglia. >>
Stitch fece per dire qualcosa mentre faceva un passo avanti, ma vomitò un fiotto di sangue rosa, che copiosamente sgorgò anche dal suo ventre, lì dove era stato ferito.
Crollò a terra e si rannicchiò, contorcendosi dal dolore che gli offuscava i sensi e la lucidità mentale.
L’ultima cosa che vide fu l’ombra di Kozmotis sovrastarlo e allontanarsi, abbandonandolo.
 
***

Con occhi scioccati, Shen poté solo assistere impotente alla caduta del suo palazzo, incapace di fare qualsiasi cosa se non continuare a combattere i suoi avversari.
Non sapeva cosa fosse successo per provocare il crollo dell’edificio… ma era abbastanza sicuro che il responsabili dell’accaduto fossero proprio i nuovi alleati di Tigre.
Il semplice pensare a quel nome non fece altro che accrescere l’ira funesta che aveva in corpo, cresciuta di pari passo al proseguire della battaglia.
Lanciò un altro urlo collerico, mentre colonne di fuoco eruttavano dal terreno come lava vulcanica, spargendo fiamme e lingue vermiglie tutt’attorno.
Ma con grande costernazione del pavone, ecco che seguirono alti viticci di ghiaccio che andarono a intercettare i suoi attacchi, infrangendoli in un turbinio di vapore e schegge cadenti.
I suoi occhi dardeggianti vagarono verso i responsabili dell’offensiva: Elsa e Mr Cold.
<< Come? >> sussurrò << Come riuscite a fare questo?! Ho sconfitto interi eserciti, massacrato regni e guerrieri capaci di lottare contro legioni di soldati! Come possono due misere scimmie senza peli possedere un simile potere?! Chi siete?! >>
Cold si fece avanti, le labbra arricciate nel suo consueto sorrisetto, ignorando la temperatura ardente che circondava il tiranno.
<< Vuoi sapere chi sono? Allora lascia prima che ti parli di un mondo che un tempo era come il tuo >> disse, mentre raffiche di vento cominciarono a turbinare attorno a lui << Era verde e pieno di vita, illuminato dal sole… fino a quando il mio bastone non squarciò la luce per sostituirla con le tenebre. >>
I suoi piedi si sollevarono appena da terra, ora ricoperta di stalattiti affilate.
<< Io sono il gelido abbraccio dell’Inverno… il sussurro della Natura che precede lande di ghiaccio e neve, dai poli fino alle montagne più alte >> continuò l’eterno adolescente, gli occhi illuminati da un pallido bagliore << Io sono lo Spirito dell’Inverno. Ma puoi chiamarmi… Mr Cold! >>
Un fiume di ghiaccio e neve – il più grande che l’oscuro spirito avesse mai evocato da quando si era unito ai Phantoms – scaturì dal terreno e turbinò come una tromba d’aria in direzione di Shen.
A quel punto, il pavone sollevò le mani ed evocò un tornado di fiamme che andò a schiantarsi contro l’attacco criocineta.
Fuoco e ghiaccio rimasero ancora una volta coinvolti una situazione di stallo, mentre cercavano di consumarsi a vicenda. Rimasero sospesi a mezz’aria, due giganteschi serpi senza forma, una azzurra e una vermiglia, mentre un forte scoppiettare si diffondeva su tutto il campo di battaglia.
Poi, entrambi gli attacchi esplosero, creando un fungo di scintille… ed ecco che Elsa comparve alle spalle di Shen.
Una patina di ghiaccio cominciò a diffondersi dalle zampe del pavone, percorrendogli il corpo e arrivando fino alla coda, intrappolandolo in un blocco cristallino.
I suoi occhi parvero illuminarsi di luce propria, mentre il calore di cui era permeo continuava a crescere, sciogliendo rapidamente quella gabbia di ghiaccio.
Allora anche Elsa riversò un torrente di magia invernale sul tiranno, e presto Cold seguì d’esempio.
Mentre le fiamme dell’uccello s’innalzavano, così aumentava l’intensità di quei raggi criocineti, la cui unione generò una vera e propria tormenta di nevischio tutt’attorno.
Il vapore generato dai tre attacchi si mescolò con le nubi sovrastanti, mentre le urla di Shen diventavano sempre più rabbiose.
<< Tigre! >> urlò Elsa << Ora è la tua occasione! Se hai un modo per contenerlo, ti consiglio di usarlo ADESSO! >>
La felina non ebbe bisogno di farselo ripetere due volte.
<< Trattenetelo finché potete! >> esclamò << E che gli dèi ci assistano… >>
Scattò in avanti e afferrò il corpo di Shen. Gli serrò il palmo di una zampa sul capo, premendo il pollice sulla sua fronte, e con l’altra zampa afferrò la base del corpo, perché il pollice premesse sul petto. Chiuse gli occhi ed assunse un’espressione profondamente concentrata.
Poi di colpo, gli occhi di entrambi gli animali si accesero come dei fari luminescenti proiettati verso l’alto. Rimasero così per degli attimi che agli spiriti parvero infiniti.
Il pavone sentì lentamente le forze che lo abbandonavano, come se qualcosa di indescrivibile lo stesse lentamente intrappolando in un abbraccio senza forma, stringendo il suo calore in una morsa a cui non poteva sottrarsi.
Ancora una volta cercò di fare appello alle sue fiamme... ma ecco che gli attacchi di Cold ed Elsa crebbero d’intensità, unendosi all’assalto della loro alleata e costringendo l’imperatore in ginocchio.
Mai come in quel momento Shen si era sentito così perso, impotente... salvo quando suo padre e sua madre lo avevano cacciato di casa, rendendolo un reietto. Il ricordo di quel giorno funesto balenò nella mente del pavone, mescolandosi a urla dolorose e colleriche.
Il bagliore dorato che ricopriva Tigre passò a lui, crebbe d’intensità sempre di più... e infine, tutto cessò sotto le note di una tremenda esplosione di luce che costrinse Cold ed Elsa a coprirsi gli occhi.
Quando si dissolse, entrambi i due animali erano distesi per terra, e si sollevarono seduti a fatica, esausti, ansimanti e doloranti.
Tigre vide Shen tendere l’ala verso di loro; trattenne il fiato, per poi rilasciare un sospiro di sollievo nell’istante in cui non gli vide fare assolutamente nulla.
<< Maledetta >> sibilò il pavone, la voce flebile e rammaricata << che cos’hai fatto... >>
La felina si rialzò in piedi, lo sguardo solenne.
<< Ho bloccato il tuo chi >> dichiarò << o meglio, quella parte nel tuo corpo che ti permetteva di richiamare i poteri del Graal. Resteranno bloccati fino a quando non deciderò di liberarli. E fino ad allora... sarai giudicato davanti al nostro tribunale. Ti spiegheremo più avanti. Sappi che non resterai qui, Lord Shen. Il popolo che tu hai oppresso difficilmente vorrà lasciarti in vita. Verrai con noi, e affronterai le conseguenze di ogni tua azione criminale. >>
Gli occhi del pavone si spalancarono come piatti, quasi non riuscisse a credere alle parole uscite dalla bocca delle felide.
<< Tu... vuoi che abbia un processo? >> borbottò stordito, prima che i suoi occhi venissero attraversati da un lampo di rabbia << Dopo tutto ciò che ti ho portato via... desideri ancora aggrapparti a quei miseri principi di moralità?! Non farmi ridere! >>
Provò ancora una volta ad evocare le sue fiamme... ma dalle ali del tiranno non uscì nemmeno uno spruzzo di scintille, a conferma delle affermazioni dell’artista marziale.
Tigre lo fissò dall’alto in basso, impassibile e dignitosa.
<< Io voglio che tu sia punito >> dichiarò << che le minacce come te vengano riconosciute e frenate sul nascere, e che paghi per quello che hai fatto. Non è da morto che mi permetterai di raggiungere questi obiettivi, e non voglio macchiarmi del sangue di nessuno, non se posso evitarlo. Comprenderesti, se avessi una coscienza. >>
<< Te ne pentirai >> sibilò l’imperatore << Me ne assicurerò. Un giorno ti farò capire che avresti dovuto uccidermi quando potevi... e così, il Kung Fu sparirà per sempre dalla faccia di questo mondo. Delle vostre antiche arti non resterà altro che il ricordo! >>
<< Basta così. Abbiamo sentito abbastanza >> dichiarò Elsa, procedendo a creare delle manette di ghiaccio per bloccare dietro la schiena le ali del pavone.
A malincuore, dovette bloccargli anche il collo, per essere sicura che non facesse movimenti bruschi per liberarsi.
<< Nel caso tu non l’abbia ancora capito, non resterai in questo mondo, Lord Shen >> rincarò la dose l’ex Regina delle Nevi << Tigre non sarà la sola che si occuperà di rendere vani i tuoi tentativi di vendetta. Da adesso in poi, sei sotto custodia dell’MVI. >>
A quel punto, la donna si girò verso la felina e Cold.
<< Riuniamoci agli altri. Qui direi che abbiamo finito. >>

 


E sarà meglio che vi sbrighiate, perché i vostri compagni non sono messi tanto bene.
E credeteci, ci ha fatto male fisicamente rendere Stitch protagonista di una storia così tragica. Lui ha perso tutti… semplicemente perché Jumba lo ha perfezionato a tal punto da renderlo capace di sopravvivere per moooolto tempo rispetto a tutti coloro che amava.
E abbiamo anche scoperto quale sia il desiderio di Kozmotis (quello che molti avevano intuito) ovvero ricongiungersi con la famiglia che ha perso a causa dei Fearlings.
Nel mentre, abbiamo anche assistito al primo team up effettivo tra Cold e questa versione di Elsa, e come potete vedere un Cold che fa sul serio è molto diverso in battaglia rispetto ad uno che pensa solo a divertirsi. Ma sarà davvero disposto a prendere in considerazione l’idea di cambiare, oppure questo è solo l’ennesimo inganno?
Lo scoprirete più avanti, così come scoprirete se Stitch e Adora sopravvivranno alle rispettive battaglie. Quella tra la ragazza e Vader, in particolare, è una di quelle che più ci siamo divertiti a scrivere, forse per quanto sono fuori scala le loro abilità.
Abbiamo anche assistito al confronto finale tra Shen e Tigre, e chissà che l’albino non risalti fuori in futuro. Parlando di possibili ritorni, Merida e Jim ci hanno temporaneamente lasciato… ma nulla vieta che non si facciano di nuovo vivi.
Abbiamo piani per tutti…
  
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