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Autore: Rannek    01/08/2023    0 recensioni
Mary Delgarno vive nei primi del '900 nel New England, USA. Adam Norrington, figlio del ricco Salvador Norrington, diventa immediatamente un punto focale della vita di Mary, la quale cade immediatamente sotto il suo fascino. Mary, accecata dall'amore o dalla passione, si addentrerà in un giardino che dovrebbe essere proibito dalla natura stessa.
Genere: Horror, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: ...come quelli dei neonati

 

Erano circa le quattro del pomeriggio e incamminatisi verso la strada di casa di lei, percorsero un tratto di marciapiede lungo il quale si estendeva la pavimentazione stradale in macadam, e giunsero davanti ad un muretto cinto da un colorito roseto in fiore oltre il quale, al di là di un grazioso viale alberato, si ergeva una villa sontuosa circondata da un ampio terreno. Era una villa urbana con uno stile architettonico inconfondibile, chi progettò la casa doveva essere un cultore di architettura moderna italiana. Giunti davanti al grande cancello d'ingresso in ferro battuto arricchito di ornamenti argentati, si inoltrava una vialetto in pietra ornamentale, arricchito da disegni raffinati ed eleganti delimitato dal resto del giardino con dei bordi in granito intagliato, che davano quel tocco di eleganza ad un posto già di suo, degno di un dipinto. Gli alberi di magnolia e acero che adombravano il vialetto d'ingresso, si interrompevano dopo una decina di metri lasciando che la la pietra del viale si aprisse circondando una bellissima fontana in marmo situata ad almeno dieci metri dall'uscio di casa. Solo entrando e percorrendo il viale principale era possibile ammirare delle ampie aiuole ordinate a ventaglio intorno alla villa ove si potevano scorgere una moltitudine di fiori di colori diversi che due giardinieri, uno afroamericano e un sudamericano, erano intenti a curare.

- Eccoci, siamo arrivati questa è la mia casa - disse Mary indicando la villa oltre l'ampio cancello.

- È davvero un posto di buon gusto Miss Mary, dovete aver avuto un'infanzia assai spensierata

- Mh... - Mary indugiò un attimo e storse la bocca in una smorfia pensierosa

- Vi chiedo scusa - disse Adam con tono accorato - ho forse detto qualcosa di sbagliato?

- Oh no Mr Norr.. Adam, assolutamente. Non c'è nulla di cui dovete scusarvi. - Mary cambiò discorso - Mi ha fatto molto piacere che abbiate insistito ad accompagnarmi a casa e vi ringrazio ancora per avermi soccorso così che non rovinassi il mio vestito.

- Sappiate che è stato bello passeggiare con voi Miss Mary, magari se vorrete potremmo incontrarci ancora, ovviamente con il permesso di vostro padre.

Lo sguardo di lei si accese a questa proposta - Certamente! Mi farebbe molto piacere, allora ve ne prego venite vi accompagno!

- Miss Mary - Adam resistette al suo tentativo di trascinarlo

- Potrebbe non essere buona creanza presentarmi senza invito.

- Oh, mio padre è una persona molto comprensiva, sono sicura che capirà - rispose Mary con nonchalance.

Mary aprì il cancello e molto allegramente invitò Adam ad entrare

- Faremo meglio a non stare sottobraccio come abbiamo fatto prima di venire qui, mio padre è un po' all'antica e non vedrebbe di buon occhio un comportamento del genere da parte mia

- Non c'è neanche bisogno di chiedere Miss Mary, non vi metterei mai in difficoltà.

Dunque elaborato questo piano, si avviarono lungo il vialetto in pietra, sotto le fronde che riparavano dal sole e superata la fontana giunsero ad una piccola scalinata che antecedeva l'uscio di casa, ma poco prima che potessero giungere alla porta questa si aprì rivelando un uomo sulla cinquantina

- Mary - disse l'uomo con sollievo - eccoti qui finalmente, ma dove eri finita e... ma voi siete il giovane Mr. Norrington? - disse riferendosi ad Adam, con un fare molto sorpreso.

- Oh buon pomeriggio papà, si lui è...

- Esattamente signore - la interruppe Adam facendole un rapido occhiolino, che probabilmente il padre non colse e si apprestò a porgergli la mano in cenno di saluto. Mr. Delgarno apparve sorpreso e rispose con una stretta vigorosa

- Vi chiedo scusa se mi sono presentato alla vostra dimora senza invito alcuno, ma non l'avrei fatto senza un valido motivo.

Mr. Delgarno li guardò con un principio di cipiglio, nei primi del 1900 un uomo che si presentasse senza invito a casa di una ragazza, per giunta tornando con lei, avrebbe potuto mettere in seria discussione la reputazione di un'intera famiglia, ma dato che apparentemente Mr. Delgarno conosceva il padre di Adam, parve rabbonirsi, e attese per vedere come sarebbe evoluta quell'inaspettata conversazione.

- Quali sono queste circostanze per le quali vi stavate accompagnando a mia figlia? - Mr. Delgarno stava squadrando Adam, il cipiglio se n'era andato eppure aveva serrato gli occhi lasciando spazio ad un'espressione inquisitoria, come un avvocato che stia per ascoltare le parole di un imputato

- Oh, perdonatemi, ho insistito io per accompagnarla dopo averle prestato soccorso al parco e...

- Soccorso? - Disse allarmato Mr. Delgarno - cosa è successo?

- Oh nulla di grave Mr. Delgarno, non temete. Stavo andando in città e ho visto vostra figlia nel parco del centro con il vestito impigliato tra i rovi e mi sono proposto di aiutarla, sarebbe stato un peccato se le si fosse rovinato - terminò guardando Mary con un sorriso che lei contraccambiò.

- Capisco, beh vi ringrazio di aver prestato soccorso a mia figlia - il tono fu molto privo di colore

- Piacere mio Signore, è stata davvero una situazione fortuita, ero sceso in città a prendere delle medicine per mio padre - Adam cambiò discorso con gran naturalezza e con tono smaliziato e gentile, ma non parve infastidire il padre di Mary che però trovava inconsueti i modi di Adam; non c'era ne scortesia ne traspariva alcuna arroganza o tentativi di omettere dettagli, eppure c'era di qualcosa di misterioso e diverso nei suoi modi, da come lo ricordava.

- Vorreste rimanere a cena? E' possibile papà? - Mary invase la conversazione tra i due uomini di malagrazia cogliendo di sorpresa entrambi

- Oh, non mi permetterei mai di arrecarvi disturbo senza un invito - disse Adam rivolgendosi rispettosamente a Mr. Delgarno e poi a Mary il cui volto entusiasta venne arrestato da un sguardo di supplica verso il padre.

Mr. Delgarno si passò la mano sul mento ben rasato come se stesse prendendo una decisione importante, mentre Mary lo guardava in trepidante attesa

- Sta sera non sarebbe possibile mi dispiace - disse di getto Mr. Delgarno. Sul volto di Mary si dipinse un'espressione di rammarico e delusione, poi continuò - ho già degli ospiti per la cena di questa sera. Mary entra e vai di sopra, io e il signor Norrington dobbiamo parlare - disse Mr. Delgarno con un tono deciso distogliendo per un attimo gli occhi da Adam per guardare sua figlia.

Lei si era già prefigurata la cena e un invito ad un bel ristorante di lusso dove avrebbe potuto conoscere Adam più approfonditamente e in un luogo pubblico, ma purtroppo il destino o suo padre avevano altri programmi.

Mary non sapendo che fare si congedò rapidamente dando la buona notte al padre e lanciando un'occhiata rammaricata verso Adam che le rispose con un sorriso cortese accennando un inchino con il cappello.

Mr. Delgarno attese che Mary sparisse oltre la scalinata e si assicurò di sentire la porta della sua camera chiudersi, poi si girò verso Adam

- Apprezzo molto il gesto Adam e vi ringrazio, ma ho notato gli sguardi che lanciate a Mary

- Oh, vi prego non fraintendetemi Mr. Delgarno, ho solo pensato che dato l'orario e che il sole si apprestava a calare, ho pensato di riaccompagnare Mary a casa sua in tutta sicurezza. - rispose Adam con grande naturalezza, ma Mr. Delgarno a quel punto parve molto seccato da quel comportamento informale che chiaramente non riusciva a decifrare

- Mary? Abbiamo raggiunto questi livelli di confidenza Mr. Norrington che già la chiamate per nome?

Adam non si scompose e rimase eretto nella sua statuaria presenza, superata da Mr. Delgarno solo perché egli si trovava in cima alla piccola scalinata mentre il giovane uomo era alla sua base, un chiaro elemento di dominanza da parte del padre di Mary che però non sembrava intimorirlo affatto

- Spero che i miei modi non vi abbiano offeso, vi giuro che non era nelle mie intenzioni. Girò il capo guardando un attimo a terra per poi proseguire - devo confessarvi però che nel tragitto che abbiamo fatto insieme per arrivare alla vostra casa abbiamo parlato e ho notato in Mar... - si interruppe per un attimo per correggere modi che avrebbero potuto suonare di nuovo inopportuno - ...in vostra figlia, una persona di grande intelletto e maturità per la sua età e devo ammettere che mi ha molto colpito.

Mr. Delgarno che fino a quel momento non aveva staccato gli occhi da quelli di lui, abbassò lo sguardo, divenendo pensieroso e parve rilassarsi, si portò la mano sul mento accarezzandosi il labbro superiore con l'indice, poi lo guardò

- Dato che conosco Mr. Norrington di persona voglio presumere che siate armato di buone intenzioni e vorrei invitarvi al ricevimento che terrò lunedì prossimo per presentare la mia collezione estiva. Vostro padre era solito venire ai miei ricevimenti prima che il suo malanno lo colpisse

- Certamente Signore, ne sarei lieto e accetto il vostro invito con piacere - rispose lui.

Adam salutò e fece per andarsene, ma Mr. Delgarno rimase fermo sull'uscio di casa con lo sguardo ancora concentrato su di lui

- Ancora una cosa

- Si? - Adam si fermò e si girò verso Mr. Delgarno

- Porgente i miei ossequi a vostro padre.

- Non mancherò.

--

Mary tornando nella sua stanza delusa da quella risposta pensò "perché papà sembra essersi indisposto così tanto? Mi ha solo accompagnata, forse non avrei dovuto accettare quell'invito". Avrebbe voluto passare più tempo con il bel Mr. Norrington, ma sembrava che suo padre non volesse "spero non gli stia dicendo nulla per farlo desistere dall'incontrarmi ancora, è di buona famiglia, certamente papà sarebbe contento di un possibile fidanzamento". Di solito era felice di stare nella sua grande camera da letto fra i suoi svaghi intellettuali, tra i suoi libri, a scrivere e dipingere o a giocare a Klondike, ma ora quella stanza le sembrava grigia e noiosa, poiché non c'erano quegli occhi lì per lei e si chiese se lo avrebbe mai rivisto. Sentiva delle voci provenire da di sotto, ma non sembrava che i toni fossero bruschi, pareva trattarsi di una semplice conversazione "chissà di cosa staranno discutendo mio padre e Adam adesso" pensò Mary sbirciando dalla finestra della sua stanza che dava direttamente sul piccolo cortile antistante la casa. Era preoccupata, non aveva mai visto suo padre assumere quell'atteggiamento inquisitorio con qualcuno, nemmeno con lei e solitamente si trattava di un uomo di buone maniere, cortese e accogliente. Dalla finestra chiusa, non riusciva a vedere cosa stesse accadendo di sotto dato che la visuale era impedita dal davanzale esterno in marmo e a malapena poteva intrasentire la conversazione tra i due uomini. Chiaramente riconubbe la voce calda, affascinante e al contempo tagliente di Adam, predominare la discussione dove "sta dimostrando che non vuole mettere a rischio la reputazione del nome della mia famiglia" pensava Mary, mentre quella di suo padre sembrava porre solamente delle domande serrate. Avrebbe voluto aprire la finestra per riuscire a sentire meglio, ma lo scorrere del legno l'avrebbe sicuramente tradita e non ci avrebbe fatto una bella figura oltre che interrompere la discussione, magari facendo un danno irreparabile. La conversazione dove Adam, chiaramente stava cercando di mettere in chiaro di essere un uomo di buona reputazione avrebbe potuto essere compromessa da un suo gesto inconsulto. Il suo cuore batteva velocemente come se fosse in trepidante attesa, un'attesa snervante che non riusciva a tollerare; doveva sapere che lo avrebbe rivisto, voleva rivederlo e lo avrebbe rivisto! Era innegabile oramai fuggire dalla realtà: Mary si era innamorata di un uomo affascinante che l'era venuta a soccorrere per evitarle di rovinarsi il vestito, un uomo affascinante e culturalmente preparato, appassionato di letteratura e arte! La camminata oltre il parco e quell'accenno di conversazioni li aveva certamente avvicinati molto e tutto ciò non poteva essere frutto del caso, doveva conoscerlo più a fondo, a qualunque costo. Aveva preso una decisione, qualunque fosse stato il risultato di quella conversazione, avrebbe fatto di tutto per convincere il padre a permetterle di rivederlo, ne era sicura!

Quella la notte Mary andò a dormire con la mente leggera, si coricò pensando distrattamente a quell'insolito pomeriggio e mentre il suo corpo si addormentava, lo sentiva quasi muoversi di sua volontà e sentiva, muoversi curiosa, un'onda invisibile salirle lungo le braccia e giungendo prima alle spalle, solleticandole, poi al petto, scendendo giù come acqua tiepida fino al ventre, per poi soffermarsi come una delicata e piacevole carezza sul fondo della schiena. Sensazioni comparse per poi essere dimenticate, come è solito accadere quando ci si appresta a raggiungere quello stato fra il sonno e la veglia che ci accompagna lentamente al sonno, ingannando i sensi. I sogni di Mary di quella notte furono diversi da ogni altro che avesse mai fatto e sentiva sensazioni mai provate: una piana ora di sabbia, ora di acqua che si ramificava dentro la sua pancia, sentiva come delle scosse muoversi danzanti come fiamme, ora come rami, e che salivano verso l'alto prendendo la forma di fulmini "calore" pensava Mary, "amore?" continuava involontariamente, mentre la sua mente scendeva in piani inesplorati. Non poteva sapere se quello che stesse provando fosse amore, non lo sapeva, non si era mai innamorata di nessuno prima di allora e non riusciva a dare un nome a quello che vedeva o che sentiva. La notte la mente ci parla e molto spesso ci dice quello che il giorno ha nascosto. Sensazioni proibite, sensazioni fuggevoli. Rami. Piccoli rami, rami che crescono. Rami che crescono e diventano una sagoma poco definita. La mente di Mary indugiava in quelle visioni, ma non le respingeva. "Cresce", pensava lei nel buio della notte mentre nel velo che separa gli occhi dalla realtà lampi di luce si susseguivano in danze colorate, linee, contorni indefiniti che prendevano forma "Adam" pensava lei, "il suo volto" e ancora "quegli occhi così blu, come quelli dei neonati".

 

  
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