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Autore: luvsam    13/08/2023    5 recensioni
“Quei poveri ragazzi, povere mamme”
“Tutta la comprensione di questo mondo, Brenda, ma io non ho mai voluto mandare i miei figli a Camp Oljato, quel posto è marcio fino al midollo”
“Lily, non mi dire che credi alle sciocchezze raccontate da quel pazzo?”
“Non le ha raccontate solo lui, negli anni altri hanno visto”
“Ma per favore, è una storia inventata”
“Sarà, ma i due bambini sono scomparsi proprio nella capanna dei ritratti, e poi sai come si dice, vox populi, vox dei”
L’istinto di cacciatore cominciò a vibrare e il giovane Winchester ebbe la sensazione che qualcosa non quadrasse in quella storia.
Genere: Avventura, Hurt/Comfort, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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Un’Impala nera del ’67 non poteva passare inosservata in un centro piccolo come Jerome e Dean si inorgoglì per le occhiate ammirate dei passanti. Sorrise, poi diede una serie di pacche sullo sterzo della sua ragazza su quattro ruote, come se volesse darle il cinque, e prese a canticchiare.
“Fai sul serio, Dean, Love song?”
“Noto con piacere che non hai dei completi gusti di merda”
“Piuttosto improbabile che non imparassi per inerzia l'intero repertorio degli AC/DC, o dei Led Zeppelin, non trovi?”
“Dovresti ringraziare me e papà, ti abbiamo impedito di diventare un fan dei Backstreet boy”
“A parte che neanche mi piacevano, ma non mi avete lasciato mai la possibilità di ascoltare in macchina qualcosa che andasse a me”
“Sai com’è la storia del buco di torta, però, se fai il bravo e mi prometti di non piangere, al ritorno ti metto una canzone dei Take that”
“Non mi piacciono le boyband, Dean”
Il giovane scoppiò a ridere e tese la mano per alzare il volume della radio, che passava una delle sue canzoni preferite, ma Sam lo intercettò al volo e lo fulminò con lo sguardo.
“Vuoi una multa per schiamazzi?”
“Sammy, Sammy, non sai proprio divertirti. Ma che cavolo hai imparato al college? Scommetto che non hai mai alzato la testa dai libri”
“Non sono tenuto a raccontarti che cosa facevo, o non facevo al college, e mi sembrava che fossimo d’accordo sul non tirare più fuori l’argomento Stanford”
Dean registrò immediatamente il cambiamento nella voce di Sam e si diede del coglione.
Era passato tanto tempo da quando avevano lasciato Palo Alto, eppure la voragine nel cuore di suo fratello non si era richiusa, era sempre lì pronta ad inghiottirlo, come un predatore in attesa della sua preda.
Cazzo, era proprio un idiota!
Perché non era capace di collegare il cervello e la bocca ed evitare qualsiasi riferimento al sogno infranto di una vita normale di suo fratello?
Era talmente difficile aiutarlo a non torturarsi con il senso di colpa?
Sì, perché Sam lo faceva ancora, nonostante gli sforzi tesi a convincerlo del contrario.
Dean non aveva mai creduto ai suoi costanti “sto bene” in risposta alle sue domande e gli aveva dato apertamente del bugiardo in un paio di occasioni, poi aveva preferito lasciar cadere la cosa, o meglio aveva dovuto perché una sera Sam aveva dato di matto e aveva minacciato di andarsene.  Quando si era calmato, si era chiuso in se stesso e Dean aveva pensato che tacesse per la paura che le sue vere emozioni potessero venire fuori, ma lo aveva lasciato stare ascoltando il saggio consiglio di Bobby.
“Deve vivere il lutto secondo i suoi tempi, figliolo, non puoi forzargli la mano”
Lo aveva fatto, aveva vegliato su Sam a distanza e non se l’era presa quando, al culmine di una clamorosa sbronza, lo aveva accusato di essere la causa della morte di Jessica e di avergli rovinato la vita. Sapeva che non era arrabbiato veramente con lui, era il suo modo per ribellarsi al dolore opprimente, un’altra cosa che lo rendeva terribilmente simile a John: attaccare per non soccombere.
Ma quegli sfoghi non lo avevano aiutato più di tanto...
Lo vedeva nel suo sguardo quando incrociavano qualche ragazza che le somigliava, o nell’istinto irrazionale di voltarsi se sentiva chiamare il suo nome. Gli faceva male vederlo annegare ogni volta nel dolore della perdita, ma in un certo senso un po' invidiava il fatto che suo fratello avesse davvero amato qualcuno. Non che gli mancassero donne, aveva perso il conto di quante se n'era portate a letto, ma il sesso nudo e crudo era un'altra cosa. Nessun sentimento, solo il modo più divertente per scaricare la tensione dopo aver ucciso il mostro di turno, e non si sentiva in colpa nei confronti di quelle ragazze perché era chiaro sulle sue intenzioni.
Lui voleva divertirsi, loro ci stavano praticamente sempre, e alla fine ognuno per la sua strada, semplice come bere un bicchiere d’acqua. Era sempre stato così per lui, forse perché non aveva mai incontrato quella giusta, ma, anche se l’avesse incontrata, prima non avrebbe mai lasciato suo padre a cacciare da solo, ora non avrebbe smesso se non dopo aver vendicato lui e sua madre.
Sam però era diverso, aveva un altro carattere, e nonostante non gli mancassero le occasioni, aveva faticato molto a concedersi di stare di nuovo con una donna. Quando era successo, Dean aveva esultato e aveva interpretato come un buon segno il fatto che stesse tornando in pista, poi aveva capito che nessuna avrebbe preso il cuore di suo fratello come Jessica.
“Dean, era una domanda”
Il giovane Winchester si scosse e si voltò velocemente alla sua destra per rispondere:
“Sì, Sam, avevamo detto niente più Stanford, mi dispiace. Sai che ho la cattiva abitudine di pensare poco prima di parlare, vero?”
“Lo so e so anche che questo spesso ti mette nei guai. Lasciamo perdere e concentriamoci sul caso, vuoi?”
“A me sta bene”
“Facciamo base qui a Jerome, o incontriamo i testimoni e andiamo avanti?”
“Ho il sedere in ebollizione, mi fermerei volentieri”
“Ma riesci ad essere serio? Sono scomparsi dei bambini e non abbiamo idea di che cosa li abbia presi”
“Non sappiamo se qualcosa li ha presi, Sam, potrebbe anche essere una bravata”
“Due bambini scomparsi da un campeggio in una casa misteriosa una bravata? Ci siamo mossi per molto meno”
“E’ vero, ma…”
“Sono troppo piccoli per essere andati via da soli, senza contare che a quest’ora sarebbero già tornati”
“Allora potrebbe essere un pervertito! Schifoso, certo, ma non soprannaturale”
“Dobbiamo indagare e capire che cosa è successo”
La serietà di quell’ultima risposta fece suonare l’allarme rosso nella mente di Dean, che chiese a bruciapelo:
“Sam, non hai avuto qualche visione, vero?”
“Visione? No, io…”
“Non mentirmi! E’ così, vero? Ti è successo ancora?”
Il minore dei Winchester si sentì in trappola e non avendo altra scelta, annuì sconfitto.
“E quando avresti avuto intenzione di dirmelo?”
“Non parlare come papà”
“Non sviare la domanda e rispondimi” - rispose rabbiosamente Dean tirando l’auto fuori dalla carreggiata con una manovra, che piacque poco a chi li seguiva.
Sam deglutì, non avrebbe voluto condividere quell’informazione perché non gli piaceva come le persone lo guardavano ogni volta che accennava ai suoi poteri, non dopo Guthrie e le occhiate di Ellen quando le avevano raccontato tutta la verità. Certo, non gli aveva puntato una pistola e il suo cervello non era finito a decorare le pareti della Roadhouse, ma era così palese che niente sarebbe stato come prima.
“Quando hai avuto una visione e soprattutto perché non me l’hai detto?”
“Mentre dormivi nel parcheggio della pompa di benzina a Springdale”
Dean si irrigidì e si sporse verso il fratello intimandogli con lo sguardo di fornirgli più particolari.
“Ero entrato per pagare il pieno e qualche snack e mentre ero in fila, ho visto la foto di Thomas sul cartone del latte. L’ho guardato, tutti guardano le foto dei bambini scomparsi, poi ho sentito parlare due donne. Discutevano di Camp Olijato e della sua brutta fama e mi sono incuriosito, così ho comprato il giornale. Quando sono tornato in auto, tu dormivi e ho pensato di passare il tempo leggendo. Non appena l’ho aperto e ho incrociato lo sguardo di Thomas, mi è sembrato che mi scoppiasse la testa e…”
“E ovviamente non mi hai chiamato!”
“No, Dean, non ti ho chiamato perché vai subito in allarme e…”
“Scusa tanto se mi preoccupo per il mio fratellino psichico”
“Per favore, smettila, non trattarmi così”
 “Trattarti come?”
“Come se fossi una bomba ad orologeria, come se…”
“Sammy”
“Non farlo, Dean, non tu”
“Beh, chiariamo questa cosa qui ed ora! Guardami, Sam, ti ho detto guardami”
Il ragazzo alzò gli occhi e ascoltò:
“Tu sei una mia responsabilità e ti proteggerò finché avrò fiato in corpo”
“E se diventassi malvagio?”
Dean si sporse verso il vano portaoggetti e tirò fuori la vecchia Taurus di John.
“La riconosci, vero?”
“Sì, è la pistola di papà, ma pensavo che…”
“No, l’ho tenuta, ed è carica”
“Già pronta all’uso”
“Sì, Sam, già pronta all’uso con due pallottole: la prima, nel caso le cose dovessero andare a puttane, sarebbe per te, la seconda ha il mio nome scritto sopra perché non potrei restare un minuto in più su questa terra con il peso di averti ucciso”
“Dean”
“Io e te contro il mondo, Sammy, non è cambiato nulla”
Il minore dei Winchester si sentì un groppo in gola e lottò per non cedere alle lacrime.
“Sei serio?”
“Mai stato tanto serio in vita mia”
Nell’abitacolo calò il silenzio per una manciata di secondi, poi Dean chiese:
“Siamo okay?”
“Siamo okay”
“Bene, allora muoviamoci, e cerchiamoci un posto dove stare per stanotte”
“C’è un motel a qualche miglio da qui ed è a circa dieci minuti da casa di Alice Reed”
“E’ deciso allora, che Jerome sia”
Ripartirono e dopo poco arrivarono al Crest motel, ritirarono la chiave e salutarono l’ennesima anonima stanza.
“Almeno è pulita”-commentò Dean.
“Sì, lo è”- rispose distrattamente Sam appoggiando il borsone sul letto.
“E’ tardi per far entrare in scena gli agenti Johnson e Blide”
“Sono d’accordo, non è il caso di presentarci a quest’ora. I genitori non sarebbero ben disposti e difficilmente ci farebbero parlare con la figlia”.
I due fratelli si sistemarono, poi, dopo una veloce cena a base di pizza, fecero il punto della situazione per circa un’oretta e mezza.
“Nel diario di papà non c’è nessun riferimento a una casa con ritratti in mezzo al nulla”
“Lo so, ho guardato, ma il fatto che lui non ne abbia parlato non significa che…”
“…che non ci sia qualcosa là fuori, soprattutto perché hai avuto una visione del bambino! A proposito non mi hai detto che cosa hai visto precisamente”
“In realtà non ne sono sicuro. C’era Thomas in una stanza, penso che fosse dentro la capanna, e la parete. Si avvicinava, poi urla e delle braccia…Non lo so, è tutto confuso”
“Tranquillo e cerca di focalizzare la concentrazione su un particolare alla volta. Thomas era solo?”
“Ho visto di sfuggita un’altra figura, forse l’altro bambino”
“Che altro?”
“Faceva freddo e l’acqua del rubinetto era ghiacciata”
“Fantasmi?”
Sam si massaggiò le tempie e strinse gli occhi e quelli furono i classici segnali che preludevano ad uno stop nella passeggiata sul viale dei ricordi.
“Devo fermarmi, Dean, mi fa male la testa”
“Sì, avevo intuito. Perché non ti stendi un pò?”
Il giovane annuì e desideroso di collegare il capo con il cuscino, si alzò frettolosamente provocandosi una forte ondata di vertigini.
“Merda”-esclamò Sam agganciandosi al tavolo.
“Tutto okay?”-chiese di rimando Dean raggiungendolo in pochi secondi.
“A parte che la pizza stava per ritornare al mittente, sì, tutto bene”
“Ce la fai ad arrivare al letto?”
“Sì, credo di sì”
“Un’altra visione?”
“No, solo vertigini”
Sam si staccò dal suo appiglio e si mosse incerto sotto lo sguardo attento di suo fratello. Si sedette pesantemente sul letto, poi si stese a pancia sotto sospirando.
Dean avrebbe voluto dirgli che sarebbe stato più comodo spogliandosi e magari sfilando le scarpe, ma lasciò perdere perché, se c’era una cosa che poteva calmare le emicranie del ragazzone, era andare a nanna all’istante. Tornò a sedersi al tavolo sgangherato, addentò l’ultimo spicchio di pizza rimasto nel cartone e si impegnò a non fare rumore dopo aver spento quasi tutte le luci.
Solo quando un pesante respiro dall’altra parte della stanza gli disse che Sam era crollato, si rimise in piedi e andò a sfilargli le scarpe. Prese una coperta, gliela mise addosso, poi restò a fissarlo per un po' dal letto gemello stringendo tra le mani la Taurus.
“Una per te e una per me, Sammy”
   
 
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