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Autore: luvsam    09/08/2023    5 recensioni
“Quei poveri ragazzi, povere mamme”
“Tutta la comprensione di questo mondo, Brenda, ma io non ho mai voluto mandare i miei figli a Camp Oljato, quel posto è marcio fino al midollo”
“Lily, non mi dire che credi alle sciocchezze raccontate da quel pazzo?”
“Non le ha raccontate solo lui, negli anni altri hanno visto”
“Ma per favore, è una storia inventata”
“Sarà, ma i due bambini sono scomparsi proprio nella capanna dei ritratti, e poi sai come si dice, vox populi, vox dei”
L’istinto di cacciatore cominciò a vibrare e il giovane Winchester ebbe la sensazione che qualcosa non quadrasse in quella storia.
Genere: Avventura, Hurt/Comfort, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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“La mia storia del falò di questa sera è ambientata proprio in questa parte della foresta e narra di un cacciatore, che , dopo una lunga giornata alla ricerca di prede, si perse. All’inizio non si preoccupò più di tanto, aveva passato la sua vita tra i boschi in compagnia di Athos, il suo fedele Terrier, ma, nonostante i suoi sforzi per ritrovare la strada, ad un certo punto si rese conto di star girando in tondo. Proprio perché era un uomo esperto e si stava facendo buio, decise di cercare un riparo dalle intemperie e da eventuali attacchi degli animali. Dopo un po’ trovò la vecchia capanna in fondo al sentiero, quella che avete visto stamattina tornando dal lago, e rendendosi conto di quanto fosse buio, decise di vedere se poteva passare la notte lì.
La porta era socchiusa ed era evidente che il posto fosse disabitato, così entrò pensando che a nessuno sarebbe dispiaciuto se si fosse fermato per qualche ora. Con la luce del sole le cose sarebbero state diverse e fu molto contento di scoprire che poteva contare sull’acqua corrente. Si fece una doccia, poi si sdraiò sull’unico letto presente e ringraziò la sua buona stella. Si addormentò subito dopo aver diviso la cena con Athos e fu proprio l’abbaiare del cane a svegliarlo nel cuore della notte. Accese una torcia e lo vide piantato a ringhiare contro qualcosa che prima non c’era: le pareti erano piene di quadri di diverse dimensioni.
Il cacciatore si alzò dal letto e si avvicinò per osservare meglio le persone ritratte. Non c’erano somiglianze, sembravano una serie di individui diversi per sesso e per razza messi lì a casaccio, eppure qualcosa li accomunava: i loro volti erano furiosi e lo fissavano con profondo odio.
Alcune immagini erano così reali da sembrare vive e il cacciatore iniziò a sentirsi estremamente a disagio. Fece uno sforzo enorme per ignorare quegli sguardi, ma la situazione divenne ancora più spaventosa perché alcuni di loro cominciarono a sussurrare qualcosa in una lingua sconosciuta.
L’uomo cercò di uscire dalla casa il più in fretta possibile, ma porta e finestre erano bloccate.
Si racconta che i ranger lo abbiano trovato dopo molti mesi, mentre vagava per i boschi impazzito, e che abbia raccontato dei ritratti parlanti. Pregò i suoi soccorritori di andare a vedere con i loro occhi che non stava mentendo e dopo molte insistenze accettarono. Li guidò alla capanna, ma, quando arrivarono, la casetta era ancora abbandonata e sulle sue pareti non c’era traccia di quadri.
Il cacciatore fu internato e dopo qualche anno di delirio morì per un attacco di cuore.
I medici della struttura ricordano ancora che se n’è andato urlando di vedere i ritratti, compreso il suo, sulla parete della sua stanza e che erano lì per ucciderlo”
Thomas Reynolds guardò con gli occhi sgranati lo Scoumaster Johnson, poi si voltò verso il resto della Cherokee Troop, che come lui stava facendo la prima esperienza a Camp Oljato, e lesse sui loro volti la sua stessa angoscia. Aveva solo sette anni e quella era la storia più terrificante che avesse mai sentito in vita sua, peggiore anche di quella che suo fratello Mark gli aveva raccontato una sera di dicembre, mentre impazzava una tempesta sulla loro casa di Jerome, solo per divertirsi un pò.  
Un brivido corse lungo la schiena del ragazzino, nonostante fosse adeguatamente coperto, e sentì forte la mancanza della sua cameretta e del buon profumo della mamma, ma serrò  i pugni per ricacciare nel profondo le emozioni, che lo stavano travolgendo. Non poteva comportarsi come un moccioso, aveva stretto la mano di papà prima di salire sul pullman e promesso che si sarebbe comportato come un uomo.
Non avrebbe pianto e non avrebbe chiesto di tornare a casa al primo attacco di nostalgia, questi erano i patti, e non voleva venir meno alla sua parola, soprattutto perché Mark aveva scommesso un mese di paghetta sul contrario. Inspirò a fondo un paio di volte e solo quando il cuore sembrò rallentare, sentì la presa mortale di Alice sul suo polso destro. Evidentemente la figlia dei suoi vicini di casa si era spaventata quanto lui e si disse che doveva dirle qualcosa, eppure non riuscì a spiccicare parola. Tornò a fissare lo Scoutmaster e si chiese se rientrasse tra i suoi compiti quello di terrorizzare dei bambini, ma le sue riflessioni furono interrotte proprio dalla voce del capo, che annunciava al gruppo che l’indomani sarebbero andati a dare un’occhiata da vicino alla capanna dei ritratti.
“Dobbiamo proprio, signore?”- chiese un ragazzino con i capelli rossi e tante lentiggini.
“Problemi, Louis?”
“Beh, io…Credo che ci abbia raccontato tutto quello che c’è da sapere su quella capanna, quindi perché andarci?”
“Perché è tradizione e le tradizioni si rispettano senza farsela sotto”
Qualcuno ridacchiò più per nervosismo che perché avesse trovato qualcosa di davvero divertente nelle parole dello Scoutmaster, ma la cosa infastidì lo stesso Thomas, che fece andare gli occhi a destra e a sinistra alla ricerca del colpevole. Sapeva che cosa significava avere a che fare con i bulli e così, quasi in automatico, era diventato l’alleato n.1 di Louis, preso di mira sin dai primi giorni da un armadio muro, a cui accidentalmente aveva versato una bibita sulla divisa. Non mise nessuno nella lista dei cattivi, erano tutti pietrificati, così si limitò a fare un sorriso a Louis per confermargli che gli guardava le spalle.
“Bene, truppa, alle vostre brande. Domani vi voglio operativi per le sette, chiaro? Il programma prevede canottaggio e batterie di nuoto al lago, poi sulla via del ritorno faremo sosta alla capanna”
I ragazzi si misero in piedi alla spicciolata e non appena furono fuori dalla portata delle orecchie dei capi, iniziarono a commentare quello che avevano sentito.
Alice era tra le più attive nelle chiacchiere in baracca e visto che non la smetteva di parlare, ad un certo punto l’armadio a muro, alias Frankie Collins, lanciò un urlo zittendo tutti.
“Siete tutti dei cagasotto, è umiliante far parte di questa truppa. Vedo da qui la fila per il biberon, perdenti!”
“Vuoi dire che tu non hai paura?”-lo sfidò Alice.
“Ovvio che non ne ho e ve lo dimostrerò andando ora alla capanna. Scommetto che nessuno di voi ha il coraggio di seguirmi, soprattutto il poppante là in fondo”-rispose Frankie fissando intensamente Louis, che avrebbe voluto sprofondare sotto le assi del pavimento.
Era piccolo per la sua età e gli occhiali spessi e l’apparecchio ai denti non contribuivano a fargli scalare la top ten dei fighi del campo. Era mingherlino e dal suo corredo si vedeva che non apparteneva ad una famiglia con uno stipendio decente, anzi girava voce che vivesse in una casa famiglia perché suo padre stava soggiornando nelle patrie galere e sua madre era più devota alla bottiglia che a suo figlio. Qualcuno aveva anche insinuato che la retta gli fosse stata pagata con i soldi delle collette della chiesa di Kayenta e in tanti lo avevano snobbato.
Thomas però era diverso e si era avvicinato da subito a lui e lo aveva aiutato pian piano ad uscire dal guscio, almeno con lui perché per il resto non parlava tanto.
Fu proprio per questo che lasciò tutti a bocca aperta quando affermò che non solo avrebbe seguito Frankie nella spedizione notturna, ma sarebbe anche entrato nella capanna.
I componenti della truppa si guardarono in faccia e in molti non resistettero alla tentazione di seguire i due sfidanti nonostante sapessero che, se scoperti, avrebbero rischiato l’espulsione dal campo.
“Luois, non devi dimostrare niente a nessuno”-tentò Thomas lungo la strada.
“So che lo dici sinceramente, ma non puoi capire che cosa significhi essere me. Entrerò nella capanna, così la smetteranno di prendermi in giro”
Dopo pochi minuti quasi tutta la Cherokee Troop era davanti alla porta della capanna e Frankie aveva perso un po' dell’aria di superiorità, che aveva sbandierato nella baracca. Guardò Louis sperando che si tirasse indietro e che non avrebbe dovuto così entrare, ma il ragazzino testardo era determinato ad andare fino in fondo e non voleva fare la figura del pollo. Si avviò così con lui verso l’ingresso del riparo e i due sparirono all’interno. Il resto del gruppo rimase fuori e aspettò in silenzio di veder ricomparire i compagni, ma non accadde nulla per molti minuti, tanto che qualcuno cominciò a sospettare che ci fosse un altro accesso alla casa e che li stavano aspettando inutilmente.
Thomas fissò nervosamente la porta, poi all’improvviso la vide spalancarsi e uscire, inciampando nei suoi stessi piedi, Frankie bianco come un lenzuolo e in preda ad una crisi isterica. Gli sbarrò la strada e gli urlò:
“Dov’è Louis?”
Il ragazzo lo fissò con gli occhi spiritati, scosse la testa, poi corse via urlando inseguito dagli altri.
Fu un attimo e il giovane Reynolds si precipitò in casa.
Messi in allarme dal trambusto notturno, i capi andarono a recuperare Thomas e Louis minacciando punizioni per tutti al loro ritorno, ma, quando arrivarono sul posto, non trovarono traccia dei due ragazzi, che furono dichiarati scomparsi la mattina dopo. All’inizio si pensò ad una bravata, poi i giorni passarono e la storia dei bambini spariti da Camp Oljato cominciò non solo ad essere riportata dai media nazionali, ma i visi di Thomas e Louis presero anche posto sui cartoni del latte.
Mentre era in fila per pagare alla cassa di una pompa di benzina di Springdale, l’attenzione di Sam fu catturata proprio da uno di quei contenitori nel cestino della donna davanti a lui e si mise ad ascoltare le chiacchiere di quest’ultima e della sua amica.
“Quei poveri ragazzi, povere mamme”
“Tutta la comprensione di questo mondo, Brenda, ma io non ho mai voluto mandare i miei figli a Camp Oljato, quel posto è marcio fino al midollo”
“Lily, non mi dire che credi alle sciocchezze raccontate da quel pazzo?”
“Non le ha raccontate solo lui, negli anni altri hanno visto”
“Ma per favore, è una storia inventata”
“Sarà, ma i due bambini sono scomparsi proprio nella capanna dei ritratti, e poi sai come si dice, vox populi, vox dei”
L’istinto di cacciatore cominciò a vibrare e il giovane Winchester ebbe la sensazione che qualcosa non quadrasse in quella storia. Arrivato alla cassa, mise sul bancone i suoi acquisti, compresa la confezione con la crostata per suo fratello, e chiese di aggiungere al conto la copia di un giornale. Aspettò che tutto fosse imbustato, poi tornò all’Impala, che era parcheggiata poco distante. Entrò nell’abitacolo e sorrise alla vista di Dean, che beatamente russava con la testa sul volante.
“Te l’avevo detto di lasciarmi guidare”
Nonostante sapesse che passare la notte in auto non sarebbe stata la cosa più comoda di questo mondo, decise di non svegliarlo e di passare il tempo cercando ulteriori notizie sulla scomparsa dei bambini.
Alle prime luci dell’alba era convinto che qualcosa di poco chiaro ruotava intorno alla capanna dei ritratti e a quel punto doveva per forza coinvolgere suo fratello. Scese dall’auto e andò alla ricerca di un buon caffè perché era notorio che Dean non diventava operativo se non dopo averne bevuta una tazza. Tornò dopo pochi minuti con due bicchieri fumanti e li appoggiò sul tetto dell’auto. Si sporse nell’abitacolo e iniziò a chiamare suo fratello evitando accuratamente di toccarlo. Dopo una serie di tentativi andati a vuoto, il cacciatore dormiente iniziò a reagire e aprì gli occhi attirato dall’inconfondibile odore.
“Se mi stai svegliando e insieme al caffè non vedo qualcosa di commestibile, ti lascio qui”
“C’è la crostata accompagnata da qualcosa che potrebbe interessarti”
“L’ultimo numero della mia rivista porno preferita?”
“No, Dean, ma penso di aver trovato un altro caso”
 
   
 
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