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Autore: genbufan_    17/08/2023    0 recensioni
Questa storia fa seguito a "La rinascita della scuola della Gru!" con il ritorno di un amato personaggio nella vita di Tenshinhan, in un'avventura rocambolesca dopo la quale alcune cose cambieranno...
Buona lettura (e fatemi sapere le vostre impressioni!)
Genere: Azione, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lunch, Tenshinhan | Coppie: Lunch/Tenshinhan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Gru e la Tartaruga'
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Tenshinhan trascorse quella notte in un albergo della città, dopo una cena offerta dal capitano. 

Aveva mangiato lo stretto indispensabile, per pura educazione, non sentendo molta fame in quel momento, e aveva giusto bevuto un boccale di birra anche se avrebbe voluto affogare un po’ di più le sue pene nell’alcool. Tuttavia, era bene non diventare eccessivamente sincero con i poliziotti, in quel momento.

Guardò la sveglia a fianco al suo letto: era circa l’una meno un quarto, ma lui non riusciva minimamente a prendere sonno. 

Sentì un rumore alla finestra che lo fece scattare sull’attenti.

<< E adesso che succede? >> commentò sottovoce, nel vuoto della stanza.

Aprì la finestra, rendendosi conto che c’era un minuscolo sassolino avvolto in un foglio di carta. Che strana persona era diventata Lunch! Eseguiva rapine in cui utilizzava  modernissimi robot e poi mandava messaggi in quel modo così antico…

Ansioso, aprì il messaggio, che recitava così:

Ciao, tigre. 

E’ stato bellissimo rivederti dopo tanto tempo…

Ti ringrazio per avermi lasciata andare, ma voglio comunque assicurarti che non sarei mai tornata su questa strada, dopo tanto tempo, se avessi avuto scelta. 

Ero così stanca di cambiare continuamente personalità, molto stanca. Stanca di questa vita. Un anno fa, sperando di trovare una soluzione una volta per tutte, mi sono rivolta a un mago che prometteva di curarmi, cioè di fare sparire per sempre quella orribile e sdolcinata finta Lunch e rendermi finalmente me al 100%.

Lui, che ovviamente era NTony, in effetti ha fatto ciò che gli ho chiesto, ma il suo sortilegio aveva un effetto collaterale… Non posso disobbedire ai suoi ordini, altrimenti soffro le pene dell’Inferno! Quel bast**** mi ha in pugno!

Solo tu puoi salvarmi, Ten! Ti lascio le coordinate del covo di NTony.

XXXXXX

Tua, Lunch.

Tenshinhan non sapeva proprio come interpretare quel messaggio. Sapeva che la forma criminale di Lunch non era solita dire tutta la verità, ma quelle parole gli sembravano sincere, per quanto possibile. Inoltre, per ciò che aveva imparato di lei, Lunch poteva anche essere tornata a rubare per vivere, ma mai e poi mai avrebbe accettato di ubbidire a qualcun altro nel farlo.

Controllò, sul mini computer che si era portato dietro, l’ubicazione delle coordinate sul foglietto. Si trattava di un punto all’interno della foresta che circondava un lato della Città dell’Ovest, evidentemente un rifugio temporaneo.

<< E va bene… >> si disse, poi iniziò a prepararsi.

*********************************************************************************************************

Lunch doveva sforzarsi di non dire ciò che realmente pensava ogni volta che interagiva con il suo nuovo “capo” NTony, o per meglio dire il suo schiavista.

<< Come hai potuto fallire? E per di più abbiamo perso ben sette preziosi robot! >> stava strepitando l’alieno.

NTony indossava un elegante completo gessato tipico degli uomini d’affari terrestri, stile che evidentemente apprezzava anche lui, ma il fisico aveva ben poco di terrestre: pelle violacea, testa completamente glabra, orecchie leggermente più lunghe di quelle umane e a punta e quattro occhi di forma sottile.

La sua forza fisica era decisamente trascurabile, così come la sua abilità con le armi: normalmente la donna avrebbe dato subito una lezione a quel tipo per molto meno, ma non poteva. L’incantesimo in cui era imprigionata le causava dolori lancinanti anche solo se gli rivolgeva una brutta parola, figurarsi provare ad attaccarlo. 

Sentiva che era tutta colpa sua: lei si era rivolta, disperata, a quel famigerato criminale, che aveva approfittato di quel suo momento di debolezza. 

Certo, perlomeno l’effetto c’era stato, lei non cambiava più aspetto e personalità ad ogni starnuto, era finalmente davvero se stessa… Ma a che prezzo.

Dovette ingoiare il rospo: << Scusami, capo. Non succederà di nuovo. >> Dentro di sé pensò a quanto sarebbe stato bello appenderlo a testa in giù ad uno di quegli alti alberi lì intorno, e divertirsi un po’...

Lui grugnì qualcosa, poi si ritirò nel suo ufficio.

Lunch sperava con tutta se stessa che l’uomo con cui aveva condiviso così tanto, anni prima, avesse recepito il messaggio. Non ne poteva davvero più di quella vita, le sembrava durasse da un’eternità ma era da meno di un anno. 

Andò a sedersi sulla misera branda che le era stata riservata, per quanto di certo non avesse intenzione di dormire, in quel covo che fondamentalmente era un semplice magazzino in lamiera, niente di più. 

La fisionomia di NTony, del resto, gli permetteva di non sentire i disagi tipicamente umani, quindi gli importava decisamente poco dei comfort di quei rifugi temporanei, che puntualmente venivano abbandonati se non completamente distrutti. Lei comunque immaginava che, nel luogo da cui proveniva, lui avesse invece una magnifica villa, o qualunque cosa usassero sul suo pianeta, con tutti i comfort che la sua specie amava avere.

La mattina successiva, dopo avere sbrigato le sue faccende, fatte le sue chiamate ai clienti in giro per il pianeta, quel mago da strapazzo avrebbe azionato il suo dispositivo di trasferimento e sarebbe tornato da dove veniva, per poi ripresentarsi al momento del bisogno. Il tempo era quindi molto poco e l’occasione andava presa.

Mentre era immersa in quei pensieri gravi, uno dei robot lì presenti emise un suono simile al verso di un uccello, che come ormai sapeva era da considerarsi un segnale di allarme. Lunch dentro di sé ringraziò ogni entità possibile, anzi avrebbe iniziato a piangere se avesse potuto, ma quello era il momento anche per lei di entrare in azione, per quanto possibile.

C’erano circa una decina di robot in quel covo: i due di guardia all’ingresso erano già stati messi fuori uso, dopodiché Tenshinhan entrò dalla porta principale, bersagliando con precise sfere di energia spirituale i restanti. 

“Bene così!” pensò la donna: sapeva molto bene che quei robot non erano il problema principale, anche lei avrebbe potuto distruggerli facilmente, per quanto non così facilmente come il potente guerriero, se solo non fosse stata sotto controllo da parte del mago. 

Uscì allo scoperto, non capendo che reazione questo avrebbe causato in Tenshinhan, visto che sembrava molto concentrato nella battaglia.

Nel momento in cui gli ultimi due robot cadevano al suolo inutilizzabili, gli disse, cercando di non urlare troppo: << Devi distruggere il suo bastone da mago e soprattutto la gemma che contiene! E’ da lì che arrivano i suoi poteri, e che mi controlla! >>

Fu l’unica cosa che le fu concesso di dire, perché subito dopo dovette accovacciarsi in preda a fitte atroci. << Che cosa stai architettando, piccola traditrice? >> le ringhiò contro NTony, uscito di corsa dal suo ufficio con il suo bastone in quella orrenda mano dalle dita adunche. Era effettivamente un bastone da mago che stonava, per l’aspetto antico, con la tecnologia dei robot: un semplice ramo di legno terrestre, con sulla sommità una grande gemma rossa legata in modo rudimentale con delle fibre robuste.

Valutate le informazioni ottenute e visto che, arrivati a quel punto, non era più necessario mantenere il silenzio, Tenshinhan gridò: << Per te è finita, mago! >>

Come era bello, pensò Lunch, con quella sua divisa da arti marziali: aveva messo quella completa per le grandi occasioni, con il simbolo della gru ricamato su un grande drappo di tessuto tipico della divisa orientale classica. Era ancora più bello di quando l'aveva conosciuto…

NTony contemplò con sprezzo lo spettacolo dei robot andati distrutti. << Non so chi tu sia, né mi interessa. Sappi che mi hai unicamente causato un danno economico, da cui però rientrerò molto in fretta. Non pensare di potere fare altro, piccola scimmia troppo sviluppata. >> ribatté all’uomo che aveva invaso il suo covo, con tono piatto.

Poi agitò il bastone, dicendo: << Vieni, Nuvola Nera! >>

Subito una nube scurissima si materializzò all’altezza del soffitto del magazzino, occupandolo per intero, il che era notevole considerando che aveva delle dimensioni di circa dieci metri per lato.

Quella “Nuvola Nera” era una parente malvagia della Nuvola d’oro, Kinton, la nuvola che aveva l’abitudine di trasportare con grande velocità ed efficienza le sole persone dal cuore puro. La Nuvola Nera, nel momento in cui la loro famiglia si era formata, millenni prima, aveva invece scelto di appoggiare le persone dal cuore oscuro, aiutandole nei loro propositi di conquista di ricchezze e potere.

Il Maestro della Gru si mise in posizione di allerta, cercando di capire cosa dovesse aspettarsi: l’alieno fece un ghigno, agitando ulteriormente il bastone.

Un fulmine scattò dalla nube verso Tenshinhan, e lo avrebbe sicuramente incenerito se lui non fosse scattato ad una velocità inimmaginabile per un normale essere umano, causando un certo disappunto nel mago che di certo non se lo aspettava.

<< E va bene! >> agitò nuovamente il bastone, e si scatenò una tempesta di fulmini, ciascuno dei quali veniva evitato con grande destrezza dall’artista marziale. NTony osservava preoccupato, capendo che avrebbe dovuto incrementare ulteriormente la forza di attacco, per cui agitò ulteriormente il bastone. 

Lunch sentì una forte pressione. 

<< Ti piace questo? Ora tutta la stanza ha una gravità di venti volte quella terrestre… Di certo voi poveri umani non ci siete abituati, hm? >>

<< Mi spiace, dovrai fare di più! >> lo derise Tenshinhan, che continuava ad avvicinarsi di un metro per volta, pur rallentato dalla tempesta che gli impediva di procedere in linea retta.

La  mente diabolica di NTony, spinta dalla preoccupazione e dal nervosismo, si mise a ragionare molto più rapidamente del solito. In quel momento notò il modo in cui Lunch guardava Tenshinhan, e il modo in cui lui ogni tanto sbirciava nella sua direzione. Lunch lo sentì bisbigliare: << Ma come ho fatto a non accorgermene prima… >>

La indicò col bastone, e lei in quel momento si rassegnò: del resto, anche morire sarebbe stata una forma di liberazione. Si era divertita molto nella sua vita, non era andata sprecata.

Il fulmine cadde verso di lei, e come previsto Tenshinhan non trovò sistemi migliori per salvarla, se non saltare e subire lo scarico di quell’energia al posto suo.

<< No! >> urlò lei.

Lui rovinò al suolo, tossendo per la scossa che si era preso. Il suo vestito si era ridotto a brandelli in vari punti.

<< Interessante! Avevo sottovalutato la vostra specie… Mi offrite di continuo nuovi modi per divertirmi! >> gridò il mago << E adess… >>

Non fece in tempo a concludere la frase, che venne sbalzato all’indietro da un’ondata di energia. Tenshinhan si era inginocchiato, aveva rapidamente lanciato quel colpo veloce ma molto preciso dal palmo della mano destra, tesa in verticale davanti a sé.

Il guerriero si avvicinò rapidamente e, come aveva consigliato Lunch, raccolse subito il bastone prima che il mago potesse reagire, sbattendolo violentemente al suolo e distruggendo la preziosa gemma alla sua sommità.

La gravità tornò normale all’istante e la Nuvola Nera evaporò subito. 

NTony evidentemente aveva capito di essere stato sconfitto, dato che si mise a ridacchiare nervosamente: << Ah ah ah, ovviamente scherzavo prima… >> 

Lunch si alzò di scatto, finalmente libera dai dolori e dall’impedimento della gravità, e partì all’attacco del suo oppressore.

Si meravigliò di essere riuscita a limitarsi a un solo un pugno su quel suo volto orrendo, senza lasciarsi andare ancora di più. Poi lo prese per il bavero della camicia e gli urlò contro: << Dammi il vero antidoto, forza! So che l’effetto del tuo incantesimo su di me non durerà più, ora che il bastone è distrutto… >>

Tenshinhan non capì subito cosa intendesse: << Di cosa stai parlando? Non sei libera adesso? >>

Il mago riacquistò la sua espressione malvagia: << Oh, giusto, forse tu non lo sai… La nostra Lunch vuole davvero superare il problema della sua doppia personalità, con tutto il suo animo! E’ ciò che vuole da anni… Non lo sapevi? Strano, mi sembrava che ci tenessi a lei. >> lo derise, avendo capito di colpire nel vivo.

Tenshinhan assunse un’espressione decisamente colpevole. Evidentemente non si era davvero reso conto di quanto Lunch avesse sofferto nella sua vita: dall’esterno era quasi divertente vederla trasformarsi, quando questo non la portava a rapinare banche o rapire persone quantomeno. Eppure era così: più la donna maturava, più ciascuna delle sue due personalità soffriva e sentiva il bisogno di diventare finalmente l’unica, senza più quei momenti di buio.

<< Va bene, va bene! >> troncò, dato che Lunch stava per dargli un secondo pugno << Portatemi nel mio studio, preparerò il vero antidoto. >>

<< Vorrà dire che questo sarà il mio regalo per te, e in cambio non mi consegnerete alla Pattuglia Galattica, hm? Sparirò dal vostro pianeta e non mi farò più vedere. >>

<< Siamo d’accordo. >> gli rispose la donna.

<< Ma… Lunch! >> intervenne Tenshinhan, che non trovava per nulla prudente quella promessa.

Non era cambiato molto, la donna lo conosceva bene: non riusciva a godersi fino in fondo la bellezza dell’improvvisazione e del cogliere il momento, aveva paura di perdere il controllo. Allo stesso tempo, non aveva mai saputo dirle di no e cercava sempre il meglio per lei.

L’ufficio di NTony non era altro che la stanza usata in precedenza come presidio del magazzino, con una semplice scrivania e una sedia, e alcuni scaffali metallici.

Una volta che furono entrati, l’alieno si guardò intorno, poi iniziò a frugare in quegli scaffali, che pur apparendo vuoti alla vista in realtà sembravano ricolmi di oggetti, che comparivano solo quando lui li toccava, evidentemente grazie a un incantesimo illusorio di qualche tipo. Prese un vecchio libro impolverato, e alcune botticine contenenti strani liquidi fluorescenti.

<< Lunch, sei davvero sicura di poterti fidare di lui? >> le chiese ancora una volta il guerriero, mentre osservava il criminale.

<< Lo conosco bene, sai? Vedi, la sua specie è particolare, non mente mai. E’ una delle caratteristiche che lo ha fatto apprezzare nel mondo criminale, tutti lavorano tranquillamente con qualcuno che mantiene la propria parola. Normalmente. >>

<< Tuttavia, hanno la facoltà di omettere dettagli importanti. >> aggiunse.

<< Ma allora…>> obiettò Ten.

Lunch gli rivolse un sorriso triste << Non mi importa più di nulla. Non ne posso più di vivere così, mi basta che finisca una volta per tutte. Costi quel che costi. Tanto non può più controllarmi, di questo sono sicura. >>

Nel frattempo l’alieno, che all’apparenza non stava ascoltando, mescolò gli ingredienti all’interno di una tazza che aveva appoggiato sulla scrivania. Concluso questo processo, impose una mano sopra al composto così ottenuto, dicendo alcune parole in una lingua a loro incomprensibile. 

<< Ecco, è pronta. >> disse << Avrà effetto da domani, con il sole di mezzogiorno. >>

Tenshinhan e Lunch si guardarono. C’era una grande tensione nell’aria.

<< Te lo chiedo ancora una volta, Lunch. Sei davvero sicura…? No! >>

Lei prese subito la tazza e bevve il contenuto tutto di un sorso, nonostante le proteste del combattente, che dovette allargare le braccia e sospirare per l’ansia.

<< … Come ti senti? >> chiese alla fine.

Lei rimase pensierosa per qualche secondo, poi lo guardò in volto: << Nulla di che… Mi sento uguale a prima. >> gli rispose.

Tenshinhan sospirò: << Bene. Adesso puoi rivelarci cosa ci hai tenuto nascosto? >> chiese rivolgendosi al mago alieno, il quale ridacchiò.

<< Ho mantenuto la parola. La tua amica molto speciale è guarita, ora la sua personalità è una, unica e indivisibile… >>

<< … Non questa personalità però! Tornerà ad essere la Lunch di prima, quella che non rappresenta un pericolo per i miei affari! Quella debole e ingenua… >>

Lunch aveva il volto contratto.

<< La persona che vedi è morta per sempre! Mi sono preso quest’ultima soddisfazione… E’ come averla uccisa! >> concluse, ridendo sguaiatamente. Venne interrotto solo da una pedata sulla schiena della ex rapinatrice.

<< Lunch… >> disse solo il guerriero, con profonda empatia nello sguardo.

<< Non importa, tesoro! Mi aspettavo anche qualcosa del genere, lo avevo messo in conto. L’importante è che sia finita. >> lo rassicurò lei, con un tono di voce dolce.

Tenshinhan decise di prendersi almeno un’ultima soddisfazione: << Bene, mago! Giocheremo al tuo stesso gioco. Non ti consegneremo alla Pattuglia Galattica, ma alla polizia locale. Anche loro sapranno come gestirti, ora che non hai più oggetti magici da usare… >>

Il mago NTony era rimasto a terra, ma volle lanciare un’ulteriore minaccia. << E sia. Ma sappiate che tornerò, le prigioni terrestri non sono abbastanza robuste per trattenermi… >>

*********************************************************************************************************

La polizia locale ci mise circa mezz’ora per arrivare in quel luogo sperduto: Tenshinhan li aveva chiamati usando il telefono fisso trovato nell’ufficio di NTony, facendo il nome del capitano Peabody per ottenere la loro attenzione.

Il combattente e Lunch non erano presenti al loro arrivo, fecero loro trovare il mago legato e impacchettato a dovere e osservarono la scena da fuori, nascosti dietro una finestra.

<< Lo hai “assicurato alla giustizia”, eh, tigre? >> lo prese in giro lei.

<< Già. >> rispose Tenshinhan, sospirando.

<< Quanto alla sua “complice umana”, non c’è nulla di cui preoccuparsi. Da domani sparirà dalla vista di tutti… >> lo rassicurò Lunch, guardandolo con affetto e sorridendo tristemente.

Passarono alcuni minuti di silenzio, mentre la polizia finalmente lasciava il posto con l’arrestato.

Lei osservò l’uomo al suo fianco: << Non mi importa di nulla, Ten. Ma dimmi: vorresti trascorrere con me queste mie ultime ore? >>

Tenshinhan osservò nuovamente quella donna che aveva tanto amato, e che aveva scoperto di amare ancora, con quel volto ancora così bello, circondato dalla lunga criniera bionda, con qualche capello bianco che ne accresceva il fascino. 

Non chiedeva altro che trascorrere con lei ogni singolo minuto che restava disponibile.

   
 
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