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Autore: Carme93    19/08/2023    0 recensioni
Conoscete il gioco "Fantastic Beasts. Cases from the wizarding world" (WB games, Media tonic)?
L'ho trovato abbastanza piacevole in generale, ma ciò che mi ha colpito maggiormente sono le trame dei vari casi: sono belle, articolate e dall'enorme potenziale narrativo. Da tale riflessione è nata questa fanfiction.
Siete pronti a seguire le avventure dell'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche?
Sì? Bene, allora iniziamo!
Non vi pentirete di aver voluto conoscere il capo ufficio, Robert Jackson, e i suoi compagni di squadra!
Genere: Avventura, Fluff, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo sesto


 
 
Sporco affare
 



Diagon Alley quella mattina era affollata come di consueto: avventori sia della zona sia provenienti da altre regioni che dall’estero, i cui strani accenti già si potevano percepire ai tavoli del Paiolo Magico; funzionari del Ministero che erano riusciti a sfuggire a noiose scartoffie per una piacevole pausa caffè; signore purosangue che avevano piacere di spettegolare un po’ e guardare le vetrine. Una giornata normale, nel mondo magico naturalmente.
Normale come il proprietario di un negozietto che aveva chiamato disperato il Ministero ritenendo di essere stato attaccato da una creatura. Non identificata.
Robert aveva deciso di mandare Annabelle e Nerissa a dare un’occhiata. Così le due adesso passeggiavano tranquillamente lungo l’High Street, per lo più convinte che il proprietario del negozio avesse un attacco di isterismo. Già nei giorni precedenti aveva chiamato altre volte, ma i loro colleghi non avevano trovato nulla nel suo negozio se non qualche innocuo ragnetto.
«Ma quello non è Samuel?» chiese Nerissa a un certo punto.
«Dove?» replicò sorpresa Annabelle cercando il ragazzo tra la folla.
«Vicino al negozio di Quidditch».
Effettivamente vi era un gruppo di ragazzi che entrò quasi subito nel negozio.
«Non l’ho visto» disse Annabelle pensierosa. «E comunque dovrebbe essere in Accademia a quest’ora».
«Io l’ho visto».
«Beh, non lo dire a Robert. È molto preoccupato per lui in questo momento».
Nerissa annuì. Le due donne a quel punto accelerarono il passo e raggiunsero il negozio.
Il proprietario le accolse terrorizzato: «Ancora quel ronzio! Ormai me lo sogno pure la notte! Vi prego, fate qualcosa».
Nerissa e Annabelle si scambiarono uno sguardo: il ronzio. Nessuno degli altri l’aveva mai sentito quando erano andati lì. Solo quel signore.
Questa volta, però, la situazione si prospettava leggermente diversa: l’ambiente era tutto sottosopra.
«L’ho trovato così stamattina» si lamentò il proprietario.
In quel momento un commesso lasciò cadere un vaso di vetro. E tutti si voltarono verso di lui.
«Non guardate me, io sono arrivato dopo».
Il proprietario si passò una mano sul volto.
«Facciamo due chiacchiere» disse Annabelle, preparandosi con un taccuino per prendere appunti. «Lei come si chiama?».
«Adrian Chamber» sbuffò il proprietario impaziente. «L’ho già detto ai vostri colleghi! Mi hanno preso in giro! “Stia tranquillo” e ora guardate voi stessi! Un sacco di danni e manca pure merce!».
«Le manca qualcosa?» chiese sorpresa Nerissa.
«Sì! L’incasso di una settimana, per esempio» strillò il signor Chamber.
«Lei ha lasciato l’incasso di una settimana qui? Senza incantesimi di protezione?» sbottò Nerissa.
«Scusi, ma a me sembra un furto» intervenne invece Annabelle che aveva osservato la cassa il cui coperchio era stato manomesso, probabilmente con un piede di porco. «Perché non ha chiamato la Squadra Speciale Magica?».
«Perché è stata una creatura!» sibilò furioso Chamber. «Il ronzio l’ho sentito ieri sera e di nuovo stamattina!».
«Sono sicura che un esercito di snasi le ha divelto la cassa ed è scappato via» borbottò Nerissa.
«Lei mi prende n giro!» urlò Chamber.
«Per favore, faccia un elenco della merce mancante e dell’ammonto del valore presente nella cassa» disse fermamente Annabelle e con praticità. «Noi daremo un’occhiata in giro. Le sconsiglio di aprire almeno per stamattina».
Il proprietario si placò leggermente e lasciò che le due donne compissero il loro lavoro.
«Tu hai sentito questo ronzio?» chiese Annabelle al giovane cassiere, un certo Daniel Adams.
«Sì» ammise il ragazzo.
Nerissa lo fissò scettica. «Davvero?».
«Sì, è proprio vicino a uno dei microonde che è stato rubato».
«Che cos’è un micronde?» chiese Nerissa.
«Microonde» la corresse Annabelle. «È una cosa babbana».
«Ah, strani i Babbani».
«Ma non l’ho detto al mio capo» aggiunse il ragazzo guardandosi intorno sperando che Chamber non lo sentisse. «Perché accidentalmente ho versato dell’acqua… ma l’ho asciugata subito… ho pensato che il ronzio dipendesse da quello… Non ho i soldi per ripagarlo e, poi nervoso com’è, mi licenzierebbe subito…».
«Ah-ah! Ditemi che queste non sono le impronte di una creatura!» gridò Adrian Chamber comparendo all’improvviso e facendo sussultare i tre.
«Che impronte?» domandò Nerissa.
L’uomo trionfalmente le condusse sul retro, qui vi era una porta di legno aperta che dava su un angusto cortile. All’interno il pavimento era sporco ed effettivamente sembravano delle impronte fangose.
«Le riconosci?» chiese Annabelle a Nerissa.
La seconda non rispose all’istante, ma osservò con attenzione prima di dire: «Bah, sembrano quasi di un cane… Lì c’è qualcosa che luccica».
Annabelle seguì il suo sguardo e si accorse, dopo aver abituato gli occhi alla penombra della stanzetta, che vi erano altri punti luccicanti. «Galeoni» mormorò.
«Probabilmente facenti parte della refurtiva» convenne Nerissa.
«Perché il ladro li ha lasciati qui?».
«Saranno caduti per sbaglio» replicò Nerissa non particolarmente convinta.
«Sono sparse dappertutto» ribatté Annabelle. «Non ha senso che si sia messo a lanciarle lui».
Le due donne si scambiarono uno sguardo perplesso e decisero di seguire le impronte. Si perdevano alla fine del vicolo, come se all’improvviso il cane si fosse fermato lì e non fosse più andato avanti.
Annabelle si guardò intorno tentando d’immaginare la prossima mossa che avrebbe potuto compiere l’animale.
«Guarda qui» sbuffò Nerissa mostrandole uno strumento. «Era vicino a quelle erbacce, ma abbastanza visibile… Non come se qualcuno avesse voluto nasconderlo».
Annabelle lo esaminò: un’asta di media lunghezza al cui estremo vi era stilizzata in ferro la forma di una zampa cagnesca sporca di fango ormai secco.
«Bah, io direi di chiamare gli agenti di Steeval. Trovo ridicola questa situazione» borbottò Nerissa.
«Ci sono zellini lì e dei galeoni».
Seguirono la scia di monete fino a un tombino scoperto.
Annabelle evocò un patronus e lo spedì a comunicare le novità a Robert, poi entrambe si accinsero a scendere nella fogna.
«Lumos» sussurrò Nerissa, tentando di rischiarare il buio intorno a loro.
Avanzarono uno alla volta, ma a parte qualche topo non videro nulla almeno in un primo momento.
«Quello è un galeone?» chiese Annabelle fermandosi e attendendo che l’amica illuminasse meglio il punto indicatole.
«Lì ce n’è un altro» borbottò Nerissa procedendo.
«Attenta, non vorrei che il ladro si fosse nascosto qui» replicò Annabelle stringendo la bacchetta.
A un certo punto il canale si divise in due parti. «Quello è un vicolo cieco, c’è una grata» disse Nerissa. «Dobbiamo andare di là».
«No, aspetta, c’è qualcuno».
«È solo un ammasso di stracci».
Annabelle le fece cenno di avvicinarsi.
Effettivamente dentro gli stracci c’era una persona.
«Mundungus Fletcher» sibilò Nerissa voltandolo con un piede.
«È primo di sensi» costatò Annabelle, che ne aveva immediatamente controllato i parametri vitali.
Nerissa lo legò e borbottò: «Una pessima rapina, anche per i suoi standard… Ha seminato in giro l’incasso… il sacco è mezzo vuoto…».
«Ha il viso graffiato, sembra quasi che sia stata aggradito… Comunque invio un patronus anche a Steeval».
«Vediamo che ci dice?».
Annabelle assentì e fece rinvenire Fletcher, un ladruncolo abbastanza noto da anni a tutto il Ministero.
Mundungus strillò e tentò di tirarsi indietro nonostante le mani legate.  «Ah, siete voi» sbottò quando le mise a fuoco. Sembrò calmarsi.
«Non è un piacere nemmeno per noi» ribatté Nerissa. «Allora, tu hai derubato Muggle World, vero?».
«Che siete diventate delle agenti di Steeval?» chiese sfrontato. «Ah, no, ti ci vedo meglio come Auror».
«Senti, non ho voglia di scherzare» sbottò Nerissa. «Tu hai usato uno stupido stratagemma per far pensare che era stata una creatura a fare il furto e ci hai fatto perdere tempo… Io odio perdere tempo…».
«Sì, un’idea geniale quella della zampa di cane… Ma la creatura c’è davvero» ribatté il ladro.
«Sì, certo» sbuffò Nerissa fissando il soffitto scuro. «Ed è state lei a graffiarti?».
«Sì!» strillò Mundungus indignato. «E che mi sono graffiato da solo?!».
«E cosa ti avrebbe aggredito?» chiese Nerissa.
«Non lo so, credetemi! Ho sentito solo un ronzio e sono stato attaccato. Sembrava uno sciame d’api! Credetemi!».
Le due donne si scambiarono uno sguardo, ma l’arrivo di alcuni agenti della Squadra Speciale Magica risparmiò loro la fatica di una replica.
Riferirono quanto scoperto e lasciarono a loro la responsabilità di calmare Adrian Chamber e riportargli parte della refurtiva. Tutto sommato era stato abbastanza semplice.


La mattina dopo, però, Robert le chiamò nel suo studio. «Ragazze, siete sicure di aver risolto il problema a Diagon Alley?».
Annabelle sedette sul bordo della scrivania e si strinse nelle spalle. «La questione è passata nelle mani di Steeval».
«Già, peccato che Chamber è piombato qui poco fa, lamentandosi di quel benedetto ronzio».
«Ci ho pensato» ammise Nerissa. «Se non ci fosse stato Fletcher di mezzo, probabilmente avrei ipotizzato un’infestazione di chizpurfle».
«Ho chiesto a Steeval il verbale dell’interrogatorio a Fletcher… sembra che le api che lo hanno attaccato siano uscite dal microonde rubato».
«Tutto chiaro» sospirò Annabelle.
«Ora, la domanda è» riprese Robert. «Risolvete il problema da sole o dobbiamo allertare la Sottosezione Flagelli?».
«Diamo un’occhiata» replicò Nerissa.
Annabelle si trattenne nello studio del capo e lo fissò con attenzione. «Tutto bene?».
«Certo, grazie».
«Robert, sono a malapena le nove del mattino. Tu hai già ricevuto Chamber e hai avuto il tempo di richiedere e leggere il verbale della Squadra Speciale Magica».
«Il verbale è abbastanza breve».
«Robert» ribatté Annabelle.
«Ho litigato con Samuel, va bene?» ammise finalmente l’uomo. «È stato tutta la notte fuori! Come fa ad andare a lezione stamattina!? Come vuole diventare magiavvocato? In questo modo?».
«Senti, Robert, devo dirti una cosa».
«Cosa?».
«Ieri mattina Nerissa ha visto Samuel vicino al negozio di Quidditch».
Robert la fissò con attenzione, poi la sollecitò a raggiungere la collega.
Annabelle annuì e nemmeno dieci minuti dopo, lei e Nerissa si trovavano nuovamente a Diagon Alley. Si avviarono di buon passo verso il negozio di articoli babbani, qui però le aspettava una sorpresa.
Annabelle tirò in un angolo Nerissa e insieme osservarono a bocca aperta le due persone che uscivano dal negozio.
«Questo non lo diciamo a Robert, vero?» chiese Nerissa.
Annabelle strinse le labbra: la verità è che non sapeva come comportarsi. Fabricio doveva essersi bevuto il cervello e il problema non era solo Robert: il loro amico e collega rischiava di finire in guai seri con il Ministero! Aveva portato una babbana a Diagon Alley! Una babbana che si era già trovata implicata in alcuni casi abbastanza seri. Del troll non si era ancora dimenticato nessuno! 
«Annabelle» la chiamò Nerissa.
«Non lo so. Robert ha già molti pensieri. Gli parlerò io» sospirò sentendo il peso della responsabilità di essere la vice di una squadra ministeriale.
«Ok, risolviamo un problema alla volta» comprese Nerissa.
Le due entrarono nel negozio e furono accolte da un’occhiataccia del proprietario.
«Oh, vi siete degnate? Per essere preso sul serio dovevo parlare direttamente con i vostri superiori! La prossima volta anche con il Ministro in persona, magari!».
«Si calmi» borbottò Nerissa. «Crediamo di aver capito qual è il problema».
«Sono un pazzo? Avete per caso allertato il San Mungo?».
Adrian Chamber era evidentemente esasperato.
«Siamo tornate per risolvere veramente il problema, signor Chamber» cercò di rassicurarlo Annabelle.
«Crediamo si tratti di un’infestazione di chizpurfle» disse pratica Nerissa guardandosi intorno. «Da dove ha sentito il ronzio oggi?».
Chamber la fissò diffidente, ma rispose: «Da un tosaerba».
«Da cosa?» ribatté Nerissa.
«Vi mostro» replicò l’uomo. «I babbani lo usano per tagliare l’erba, soprattutto nei loro giardini. Ad alcuni maghi piace fare questi lavori di casa…».
Nerissa sbuffò, ma si tenne ogni commento per sé probabilmente solo per aver colto l’occhiata di avvertimento della collega. «Dove sono i cavi… quelli che lo fanno funzionare…?» chiese appena ebbe di fronte un oggetto dalla forma strana.
Chamber con l’aiuto del suo commesso lo girò e mostrò il motore interno. «Accidenti!» sbottò. I fili erano tutti mangiucchiati, ma non sembravano esserci esserini. Evidentemente avevano tagliato la corda. «E ora?».
Il giovane Adams si allontanò di qualche passo disgustato e si batté vigorosamente la tunica quasi temendo di averceli addosso.
«Ancora non sei un degno pasto per loro» lo derise Nerissa, poi, seria, si rivolse al proprietario e ad Annabelle. «Secondo me, non ce ne sono molti. Se non sbaglio sono già diversi giorni che si lamenta della loro presenza, se fosse stata un’infestazione grave, sarebbe stato molto peggio».
«Vuoi preparare una trappola?» chiese Annabelle.
«Penso che potrebbe essere sufficiente, ma abbiamo bisogno di Ishwar» rifletté Nerissa.
«Bene, allora procediamo».

Un paio d’ore dopo erano di ritorno al negozio. Chamber aveva trovato una specie di mini pannello solare – a quanto pare particolarmente importante per i babbani – e Nerissa l’aveva cosparso di una pozione preparata appositamente dal collega. I chizpurfle erano attratti dagli oggetti magici, ma in loro assenza si accontentavano di strumenti elettronici babbani.  
Appoggiarono la trappola al centro del negozio e si nascosero dietro il bancone. Nel silenzio un piccolo sciame di chizpurfle si spostò lentamente verso il pannello.
«Perfetto» esclamò Nerissa facendo cenno agli altri di uscire allo scoperto. La pozione era molto appiccicosa e le creaturine erano rimaste loro malgrado attaccate. «Di queste ci occupiamo noi».
Chamber sembrava più rilassato e addirittura le ringraziò.
«Mi raccomando, faccia attenzione alla merce quando le arriva. Non si sa mai» raccomandò Nerissa.
«Missione compiuta» sospirò Annabelle.
«Già, dobbiamo andare a fare il verbale… Penso che chiederò un aiuto a Benji, ascoltare le esperienze altrui fa crescere…».
Annabelle alzò gli occhi al cielo. «Non le voglio sentire queste cose» borbottò. «Comunque visto che ci siamo, compriamo il regalo a Robert per il compleanno».
«Beh, in effetti, con quello che sta passando in questo periodo, almeno noi dobbiamo prenderci cura di lui».

 
   
 
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