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Autore: Elgas    20/08/2023    2 recensioni
[PROSSIMAMENTE IL QUARTO E ULTIMO ATTO]
[Terzo Atto, Till The End of The Time
Kingdom Hearts 3 Alternative Ending (no DLC Re:Mind)
Crossover (personaggi principali tratti da Bleach, Blue Exorcist, Full Metal Alchemist Brotherhood +
pg singoli tratti da altri manga/videogiochi)]
N.B. Lettura Pc. Lettura Angolo Autrice.
+++
Capitolo 1
Ogni cosa da te creata è connessa al Seiðr e a esso farà ritorno.
Chiudi di occhi, tessi la ragnatela. Starà a te decidere quando lasciarla.
Capitolo 7
Ora sei qui. Senza esitazioni. Senza rimpianti.
Solo tu, amico mio…
« …solo tu puoi uccidermi. »
Capitolo 8
Ti amo... lo pensò ancora, dolcemente, perdendosi ancora in quelle ali, nel modo in cui
s’intersecavano in mezzo alla schiena, nelle piume a circondare la spina dorsale, una
linea diafana che saliva fino al collo.
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Aqua, Cloud, Luxord, Sora, Xigbar
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Till the End of the Time'
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26. Artificial Vacuum



Distorto… vi era qualcosa di distorto nell'aria, qualcosa in grado di mutarla, rendendola
rarefatta, malsana. I pensieri si facevano più lenti e pesanti. Quell'uomo, quel semplice
uomo, nello sguardo una vuota curiosità, nel corpo una controllata tensione, quasi fosse
pronto a scattare, ad azzannarlo… azzannarlo? Rise nervoso, una risata silente dentro di
sé. Azzannare, non l'aveva mai pensato di nessuno, nemmeno dei più temibili avversari,
nemmeno quando con sembianze leonine aveva combattuto accanto a Simba, nemmeno
contro l'Oscurità più profonda. Quell'uomo…

Cos'è?

« Io sono Sora. Piacere di conoscer… », la frase morì, la mano tesa sul nulla.
Un gesto del genere gli era forse estraneo, distante? Cloud non disse nulla, continuava
a fissarlo a sua volta, in attesa di qualcosa che Sora non riusciva a cogliere.
L'uomo cominciò a muoversi, un cerchio lento attorno a loro, un predatore pronto a
balzare oltre la boscaglia. Una pantera in vesti bianche… quale ironico contrasto.
« Uno dei Prescelti. Custodi del Keyblade. Shunsui mi ha accennato di voi, della vostra
Missione. »
Una voce profonda, immersa in una calma irreale e piatta.
« Ah! Ne sono felice! », esultò come se da quelle semplici parole potessero scaturire
una normale conversazione.
« Ti esalti con poco ragazzo, ma noi siamo qui per altro. »
La frase giunse quasi da dietro, da un angolo cieco. Un dettaglio che lo turbò più di quanto
si aspettasse. Non c'era nulla, nulla a cui aggrapparsi, doveva scavare, scavare… mentre
Cloud era lì, imperturbabile.
« Un duello sì », si affrettò a dire, ma il resto morì, soffocato nella gola.
Istanti e l'uomo tornò nella sua visuale, nessuna emozione traspariva nel viso curato,
in esso però vi era altro. Cosa non seppe dirlo… ed ecco un secondo appiglio perso, per
tutti, per lui.
« Uno spadone in bella vista », indicò rivolgendosi per la prima volta a Cloud, « una
Chiave celata fra i sottili veli del Seior. Io non ho nulla come vedete. Dobbiamo porci
sullo stesso piano. Niente armi. Niente magie. »
« Capisco. Per me non c’è problema », così dicendo Cloud posò Fenrir sul pavimento.
Nessuna incertezza nel tono, in un gesto tanto semplice e giusto.
Già… cosa c'era di sbagliato nel lasciare StarLight? No. Per Sora non era altrettanto facile.

Come potrai raggiungere il Cuore?
Salvare il Cuore da cosa? Da cosa?


« Va bene… prometto di non evocare il Keyblade. Però mi stupisco, Shunsui ti ha parlato
di noi, perché chiami i Keyblades armi? Le Chiavi »
« So cosa sono in grado di fare. Ma qui devi adattarti. »
Provò a replicare ma l'unico suono che udì fu il proprio silenzio. Non c'erano possibilità…
no, dove il Keyblade non arrivava sarebbero state parole, parole dettate dal Cuore a far
breccia. Eppure, qualcosa non tornava, celato nella strana distorsione.
Fu Cloud a proseguire, tracciando una linea distante, estranea a ogni tentativo di
avvicinamento.
« Le condizioni di vittoria? »
Nel rispondere però l'uomo continuò a fissare lui. Sora avvertì il senso di inquietudine
aumentare, mischiarsi alla perdita. No… aveva affrontato nemici, Heartless ben più forti,
eppure...
« La resa. Combatteremo a mani nude… nel caso qualcuno non l'avesse capito. »
L'uomo fece alcuni passi indietro, permettendo a entrambi di mettersi in posizione.
In un'istintiva titubanza, Sora alzò i pugni, un vago tentativo di imitare Hercules.
La sicurezza vacillò, una crepa impercettibile. L'ultima volta che aveva fatto a pugni
risaliva al primo anno di elementari, i soliti bulletti a circondarlo all’uscita da scuola;
era stato Riku, il bambino arrivato da un'altra città a mettersi in mezzo, a salvarlo.
Il loro primo incontro… poi il ricordo si ruppe distrutto da uno scatto, improvviso e
violento. L'uomo fu su di lui, la pantera scattata oltre la boscaglia. Lo stomaco si contorse.
Dolore nel corpo, nella mente. Si ritrovò in ginocchio, il respiro mozzato, il battito a mille…
eppure, riuscì a guardarlo, gli occhi fissi nei suoi. Fu come riflettersi in uno specchio nero,
nel fondo il debole riflesso del cielo.
Un cielo imprigionato in mare oscuro e vuoto.
Tremò.
Vide Cloud farsi avanti; un breve, veloce scambio di colpi, un assaggio per comprendere
le rispettive forze. Ora Sora lo vedeva di spalle, infine l'attenzione ricadde sull'uomo.
Probabilmente non aveva mai smesso di fissarlo. Mai.
Nel nulla una vibrazione mosse il buio dei suoi occhi, come se il predatore avesse fiutato
la preda ferita.
« Se continui così non riuscirai neanche a sfiorarmi. Una lotta per la vita… ecco dove sei,
ficcatelo bene in testa. »
Parole a graffiare la mente, a lacerare i pensieri.
Non aveva senso, nulla aveva più senso… ma da lì non poteva scappare.
« Tu… chi sei?! Chi diavolo sei?! »
Odio.
Per la prima volta l'odio avvolse la voce.
In fondo al Cuore l'Oscurità vibrò selvaggia.
L’uomo socchiudere gli occhi, lasciando che lunghi istanti scavassero un abisso.
Un respiro teso, impercettibile, quasi non fosse più abituato a quella semplice domanda.
« Akshan. Mi chiamo Akshan. »

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Un uomo. Un uomo normale.
Era impossibile. Era proibito.
Shura aveva continuato a fissarlo chiedendosi come fosse possibile.
Eppure, egli era lì, integro, sopravvissuto ai pericoli che la Vera Oscurità imponeva.
Era lì, immerso nel nulla. Ecco, il maggior pericolo per Sora.
Il Custode rimasto a terra, incapace di reagire, inghiottito da una confusione lacerante, e
in essa la voce era mutata, macchiandosi di qualcosa che mai gli era appartenuto. Dietro
Shura avvertì Donald e Goofy tendersi, soffocare il desiderio di raggiungerlo, un'occhiata
di Shunsui avrebbe frenato anche il minimo passo.
Anche lui non aveva smesso di contemplare l'uomo, Akshan, lo fissava, un cenno di sorriso
sulle labbra. Cosa li legava? La domanda continuava a torturarla. Non capiva, avvertiva
soltanto il senso di inadeguatezza aumentare, l'incapacità di agire. L'aria era tesa, pregna
di una violenza sconosciuta e senza senso… no, l'aveva già vista… in Mondi disperati,
prima che i Hwergh ne divorassero il Cuore… ma qualcosa non tornava, mancava un
pezzo…
« Come hai fatto Shunsui? È sbagliato… non »
« Dovrebbe essere possibile. Lo so, ma ogni tanto i miracoli oscuri accadono. »
Nel dirlo rimase così, le braccia conserte, il mento leggermente alzato, un moto d'orgoglio
a sfumare la voce. Infine, si volse a guardarla ma lo sguardo volgeva indietro, a ricordi
a lei estranei.
« Uomini, Dei… nessuno può esistere al di fuori del proprio Universo. Tutti sono
interconnessi al Cuore del Mondo. Se il Cuore viene divorato allora tutti sono destinati
a perire con esso. Provammo a salvarli all’inizio, ricordi? Trasportandoli sulle aeronavi,
ma furono sempre viaggi brevi, l'Oscurità finiva sempre col trovarli. Creando i Confini
avete occultato la Luce di quell’Universo per proteggerlo quando l'Oscurità sarebbe
tornata, avete creato gli Shrapenls così da permettere un viaggio sicuro. Fu Ed a concepirli
e in qualche misura ne condivise i principi col fratello Alphonse. Dopo lo Scisma proteggere
i Mondi da un'Oscurità più forte e affamata era impossibile. Così Alphonse trasse ispirazione
da quelle idee, le amplificò, raggiungendo vette mai toccate da nessun Smida. Costruì un
Mondo artificiale, ne divenne il Cuore, la coscienza mutò connettendosi a infiniti Universi.
Una tela a cui ognuno di noi può accedere. Salvi solo i Cuori più forti, urlanti mentre
l'Oscurità ne divora i Mondi. »
Shura sgranò gli occhi. Ricordava bene quando, ai Confini, Edward li aveva riuniti per
discutere il progetto di Alphonse, chiedendo una loro sincera opinione. Un supporto
unanime, gli aggiornamenti in merito però erano stati pochi e sporadici, complici la
Missione, l'attanagliarsi di ombre e la riservatezza del ragazzo. Che Shunsui fosse
coinvolto fino a quel punto era straniante… no, doveva esserci altro.
Attese, isolandosi dal resto, persino dalla sofferenza di Sora.
« Un rifugio occultato, scremato da ogni pericolo. Una casa per Cuori disperati…
Alphonse pensava bastasse per far rinascere Luce, costruire nuove civiltà. Eppure,
nessuno, nemmeno un Herja come me, poteva immaginare cosa sarebbe accaduto.
Quale tragedia! Senza più il pilastro a reggerli, il Cuore dei rispettivi Mondi, i poteri si
trasformano… diventano maledizioni. Mutano, logorano, fanno impazzire… ed ecco
uomini calpestare divinità cadute, i buoni diventare cattivi e viceversa. Ogni peccato, ogni
aberrazione regna ormai su una landa grigia, squassata da dolore e sofferenza. Chi non
cede diventa vuoto. Un Cuore vuoto non attira Oscurità… dunque eccoci… io e Akshan. »

Vuoto… una lucida follia… un Herja come te…
Kukaku, Yoruichi, Hime… il vostro sacrificio…


In quel pensiero tornò a guardare Sora, a fissare l'uomo intento ora a fronteggiare Cloud.
Negli occhi di Akshan, sentì la chiarezza dissipare il turbamento, lo stesso che l'aveva colta
alle soglie della sala. L’uomo era di quanto più distante il Prescelto avesse mai affrontato…
non poteva vincere, l'unica possibilità avrebbe richiesto uno sforzo tanto nell'Anima,
quanto nel Cuore. Poteva aiutarlo, ma l'unico modo era combattere il suo personale duello,
con Shunsui, cercare verità dietro un racconto così dettagliato.
Il tempo dell'Hlif si palesò, ricordò come Shunsui avesse sempre rivolto una parola
gentile, riservando qualche gesto in più a Kukaku, Yoruichi e Hime, dato che appartenevano
allo stesso Mondo.
Sì… aveva sempre orbitato attorno a loro, silenzioso, camminando ai margini di quella
luminosa amicizia.
Nel ricordo parole sorsero, rivolte a lui, ormai così distante da ciò che lei era stata, da ciò
che era riuscita a preservare.
Una domanda, l'unica possibile.
« Se anche non provi nulla… perché l'hai portato via? Cos'è per te Akshan? »
Shunsui sorrise, lo sguardo dolcemente in avanti.
« Godiamoci lo spettacolo… avrai la risposta a tempo debito. »

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Mai…
Mai aveva provato una sensazione simile.
Combattere aveva sempre assunto diverse sfumature; la gioia insieme a Zack, fra le
sporche e inquinante strade di Midgard, in cima alle mura e ai bastioni di Radiant Garden;
dedizione e rispetto sotto la guida di Shura; odio ogni volta che Fenrir incrociava Masamune.
Ora era diverso, totalmente diverso. Niente armi, niente magie o Seior. Quell'uomo era
preciso, brutale… una bestia fredda. Cloud lo avvertiva, colpo dopo colpo, immerso in
una danza violenta, essenziale, libera da ogni ideale o motivazione.
Il mondo era sigillato dietro di loro, nell'aria si respirava un malsano piacere.
La perdita… ecco cosa li accomuna, cosa faceva camminare entrambi sul filo di un rasoio.
Silenziosi ma vicini. Infine, avvertì infine un muro invalicabile, oltre cui si udiva lento
il gorgoglio di un baratro. Capì. La perdita di Akshan toccava corde sconosciute,
egli combatteva con la stessa facilità con cui mangiava e respirava.
Una lotta per la vita, proprio come aveva detto a Sora, un tempo forse era esistito
altro, adesso vi era solo un deserto di cenere.

Va bene così…

Il piacere si mescolò alla certezza. Era arrivato al capolinea. Non poteva, né voleva
andare oltre. Preservare il ricordo, le sensazioni, l'essenza di Akshan.

Mentre tu non hai ancora capito…

Si volse a guardare Sora, ancora immobile, distante, come se dalla cima d'una montagna
cercasse di mettere a fuoco la cruenta battaglia a fondovalle, di dare ordine a un silente
caos, ma la ricerca disperata non avrebbe portato a nulla.
Il ragazzo lo fissò, nello sguardo improvviso ripose in Cloud ogni speranza.
L'irritazione lo morse, fu sul punto di mutarsi in una rabbia cieca e senza senso,
cancellando la bella e oscura parentesi. No, non poteva permetterlo, giacché il suo
compito era finito.
Si rivolse ad Akshan, abbandonando ogni atteggiamento ostile. L'altro fece lo stesso
incuriosito, forse intuendo l’immediato svolgersi gli eventi.
« Mi arrendo. È stato bello lottare con te. Grazie. »
« Sei stato un degno avversario Cloud Strife », e per un attimo in lui brillarono la fierezza,
l'ombra di una vita passata, del proprio Mondo, forse di un amore perduto, quando il buio
tornò fece un breve inchino, « meriti una mia resa. Ora siamo pari. Tutto verrà deciso fra
me e Sora. »
« Non chiedevo di meglio. »
Si girò, a parte Shunsui tutti lo fissavano attoniti. In Shura vi era però una strana pace e
tanto gli bastò. Raccolse Fenrir, Sora era ancora lì… calpestarlo… ancora e ancora… ad
Akshan sarebbe toccato il colpo di grazia.
« Per rispondere alla tua irritante domanda. Sephiroth mi ha portato via la persona più
cara. Zack Fair era come un fratello. Ecco perché lo ucciderò », si sporse in avanti,
osservandone lo sguardo mutare, « la perdita di Akshan è più profonda. Non c'è
nulla che tu possa fare. »
S'incamminò ignorando tutto, il divertimento di Shunsui, la muta comprensione di Shura,
la silente rabbia in Donald e Goofy.
Riemerse come un naufrago dall'aeronave, inspirò l'aria densa e solo allora il dolore lo
invase, accompagnato da un lieve retrogusto metallico in bocca. Akshan ci era andato giù
pensate.

Una lotta per la vita…

Sopra l'Oscurità ribollì. Strinse l'elsa di Fenrir e nel gesto comprese quale fardello
portassero i Fyrir, un piccolo ma gratificante tassello. Anche di fronte ai Hwergh, Cloud
era certo di poter trafiggere bestie enormi, tagliere le ombre più veloci, infiammare sciami
infiniti e viscidi senza difficoltà. Ancora una volta il Seior sarebbe venuto in soccorso, ma
non abbastanza da permettergli di chiudere il Varco.
Ripensò a Shunsui, quando aveva nominato il viaggio definendolo ultimo, ripensò al velo
di malinconia sul viso Shura, un velo attaccato a ogni Immortale.
E il Cuore si riempì di tristezza.



Angolo Autrice:

Eh, sì… l’uomo misterioso è proprio il mio caro Akshan (League of Legends). <3 L’aspetto differisce un po’ dall’originale, i capelli rispecchiano più skin Cyberpop. Un po’ mi è dispiaciuto togliergli chioma fluente, ma era un cambiamento necessario.

Ci tenevo tanto a riprenderlo, essendo un personaggio di cui ho già scritto nella fanfic Along the Death mi era più semplice immedesimarmi. Per quanto riguarda il Mondo Artificiale descritto da Shunsui, questo appare già nella mia precedente raccolta Addicted to the Madness , forse chi l’ha letta all’epoca la vedrà ora sotto una luce diversa.

Il mondo di League of Legends compare per la prima volta in un flashback di Kugo assieme a Kukaku nel primo miniarc, dove i due si trovano nella regione di Ionia.

Detto questo un abbraccio a tutti <3
Non dimenticate di lasciare un like a questa e altre storie <3

Alla prossima Elgas
   
 
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