Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: luvsam    28/08/2023    4 recensioni
“Quei poveri ragazzi, povere mamme”
“Tutta la comprensione di questo mondo, Brenda, ma io non ho mai voluto mandare i miei figli a Camp Oljato, quel posto è marcio fino al midollo”
“Lily, non mi dire che credi alle sciocchezze raccontate da quel pazzo?”
“Non le ha raccontate solo lui, negli anni altri hanno visto”
“Ma per favore, è una storia inventata”
“Sarà, ma i due bambini sono scomparsi proprio nella capanna dei ritratti, e poi sai come si dice, vox populi, vox dei”
L’istinto di cacciatore cominciò a vibrare e il giovane Winchester ebbe la sensazione che qualcosa non quadrasse in quella storia.
Genere: Avventura, Hurt/Comfort, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Gli aveva detto che ce la faceva a camminare e dopo aver avuto il disco verde da Wendy, Sam si era mosso verso l’uscita posteriore con suo fratello cercando di avanzare in linea retta, ma la verità era che si sentiva uno schifo e se avesse potuto scegliere, sarebbe tornato di nuovo in posizione orizzontale. Preferibilmente su una superficie più pulita, certo, però ora come ora non poteva permettersi di fare lo schizzinoso.
L’impatto con la luce del sole era stato peggio di un diretto e aveva oscillato al punto che Dean lo aveva afferrato per un gomito e lo aveva fatto appoggiare ad una macchina. Non era stato piacevole perché la carrozzeria era molto calda, ma era comunque grato per quel supporto improvvisato, dato che le sue gambe non erano poi così ferme.
Erano rimasti ai box il tempo necessario per riconquistare un minimo di equilibrio, poi la marcia era ripresa e la visione della porta della loro stanza in avvicinamento era stata più confortante di un’oasi nel deserto.
Voleva il suo letto, voleva chiudere gli occhi e lasciarsi andare, ma Dean aveva idee molto diverse. Gli aveva concesso solo di entrare e di sedersi vicino al tavolo. Un bicchiere di acqua fresca, qualche ondata di aria condizionata, poi era arrivato l’ordine, che gli diceva forte e chiaro che era ancora in servizio.
“Okay, Sammy-boy, sputa l’osso”
Se c’era una cosa che odiava più del fatto di essere apostrofato come Sammy da suo fratello in versione “voglio farti saltare i nervi” era l’appellativo Sammy-boy. Inizialmente era qualcosa che faceva solo papà quando era molto piccolo e voleva consolarlo, poi aveva cominciato a usare il nomignolo anche Dean quando prendeva le redini del comando e aveva continuato fino a quando non c’era stata Flagstaff.
Dopo il suo ritorno all’ovile però nessuno più lo aveva apostrofato in quel modo, né papà che lo aveva tenuto in punizione per settimane non permettendogli di allontanarsi dal suo controllo, se non quando strettamente necessario, né suo fratello, forse perché la notte della fuga avevano avuto una discussione e il Sammy-boy era rimbalzato sulle pareti della stanza, mentre litigavano furiosamente.
Se avesse saputo allora quello che gli sarebbe accaduto dopo pochi anni, forse avrebbe ascoltato John e non se ne sarebbe mai andato sbattendo la porta, ma quella era una delle tante cose irrisolte tra lui e suo padre.
Ancora la voce di Dean…
Stava parlando, ma questa volta non c’era una voce imperativa, il suo tono era quasi di preghiera.
Stava aspettando delle risposte, ma Sam non sapeva davvero da dove cominciare perché nella sua testa era ancora in corso un concerto heavy metal e poi perché era davvero spaventato da quello che gli era appena successo. Non era la sua prima visione, erano iniziate da un bel po' ormai, e in un certo senso aveva imparato a riprendersi abbastanza in fretta da quelle istantanee dal futuro, ma stavolta si sentiva davvero a pezzi. Non era solo dolore, si sentiva confuso e altrettanto confusa gli arrivava la voce di Dean, che forse, ma era un’ipotesi come un’altra, ora gli stava chiedendo se stava bene. Lo vedeva, era davanti a lui con lo sguardo preoccupato, eppure era tutto così ovattato e poco nitido che poteva anche sbagliarsi.
“Dammi un minuto”-riuscì a mormorare prima di appoggiare la testa sulle braccia incrociate sul tavolo.
Dean si sedette dall’altra parte e attese che il fratello si riprendesse, cosa che accadde qualche manciata di minuti dopo. Quando Sam alzò la testa, il maggiore dei Winchester ascoltò il racconto con molta attenzione, poi chiese:
“Sei sicuro che non ci fosse nessuno nella capanna?”
“Non esattamente, qualcosa cercava di afferrare i bambini, o almeno credo”
“Che cosa significa credo? Hai visto afferrare i bambini, o no?”
“Non lo so, Dean, io non lo so. E’ stato diverso, è stato…Non ho mai visto il passato e non capisco che cosa mi sta succedendo”
Dean fermò l’assalto a Forte Apache perché, anche se stava cercando di gestire la situazione con il massimo self-control, era altrettanto terrorizzato dai poteri nascenti di Sam. Non glielo aveva mai detto ovviamente, ma nelle lunghe ore alla guida si era arrovellato il cervello sulla faccenda e aveva trovato e scartato mille soluzioni. Non poteva accettare che il suo fratellino fosse capace di fare cose come spostare un armadio con il pensiero, non Sammy che aveva lottato per tutta la vita per essere normale, eppure era successo a casa di Max. Lo aveva tenuto d’occhio da allora cercando di convincersi che era stata solo l’adrenalina, niente di soprannaturale, ma poi si erano ricongiunti con il padre, e quando l’uomo aveva saputo delle visioni, Dean non aveva potuto non notare il suo sguardo disperato. Non aveva reagito in modo eclatante davanti alla sconvolgente rivelazione, anzi si era limitato a battere in ritirata quando gli avevano fatto notare quanto fosse difficile entrare in contatto con lui. Non era da papà e quel comportamento gli aveva fatto sospettare che sapesse da sempre che qualcosa non andava in suo figlio minore. Avrebbe voluto chiedergli spiegazioni, ma c’era stato il camion, il patto e John se n’era andato lasciandogli un gran peso sulle spalle.
Per l’ennesima volta in vita sua, si era ritrovato ad un bivio, dilaniato dalla lealtà cieca nei confronti di suo padre e dall’amore nei confronti di suo fratello, e quelle pareti asettiche lo stavano soffocando. Per questo aveva preteso di essere dimesso, quando i medici avevano insistito per tenerlo sotto osservazione per altre ventiquattro ore, e aveva fulminato Sam con lo sguardo quando aveva provato a perorare la loro causa.
Si era vestito ed era uscito sulle sue gambe mandando a farsi fottere anche l’infermiere e la sua sedia a rotelle.  Avevano fatto una breve sosta in un motel dall’altra parte della strada, per organizzare il rilascio della salma di papà, e durante quel paio di giorni aveva fatto discretamente qualche test a suo fratello, poi aveva diretto verso il South Dakota l’auto rubata nel parcheggio dell’ospedale. Aveva bisogno di andare da Bobby e non perché, come credeva Sam, voleva stare nell’unico posto che potevano considerare casa, lo aveva deciso perché il Singer Salvage era protetto meglio del caveau di Fort Nox. Arrivati lì, avrebbe fatto la prova del nove e se suo fratello, o qualsiasi cosa fosse, si fosse bloccato sulla veranda, avrebbe preso la pistola e lo avrebbe ucciso.
Dopo avrebbe spiegato, dopo avrebbe avuto tutto il tempo del mondo, o forse no.
Non aveva pensato in realtà al dopo, riusciva a pensare solo al presente e quando erano arrivati da Bobby e aveva appurato che Sam era Sam, aveva dovuto isolarsi.  Praticamente non aveva dormito per giorni dopo la morte di John, per la perdita enorme, ma anche per il continuo riavvolgersi del nastro su quelle parole sussurrate all’orecchio. Non avrebbe mai potuto cancellarle, erano marchiate a fuoco nella sua anima, e, che Dio lo perdoni, ma, schiacciato dal dolore, aveva odiato Sam. Era colpa sua se la mamma gli era stata strappata via in quel modo atroce e se papà era finito all’inferno, non sarebbe successo nulla se non fosse mai nato.
Era stato così sopraffatto da non notare quanto invece Sam stesse soffrendo, lo aveva messo in un angolo e lo aveva fatto di proposito. Non gli aveva rivolto la parola per giorni e aveva respinto anche il tentativo del padrone di casa di far riavvicinare i due fratelli urlandogli di farsi gli affari suoi.
Quei pensieri terribili erano durati un po', poi il suo cuore aveva prevalso e si era aggrappato alla prima parte dell’ordine di papà: se non puoi salvarlo. Aveva detto se, quindi non tutto era perduto, doveva lottare per non perdere l’ultimo pezzo della sua famiglia e così aveva fatto. Sempre al fianco di Sam, sempre pronto a sostenerlo quando una di quelle maledette visioni lo facevano soffrire, ed era quello che doveva fare anche in quel momento.
“Scusa, Sam”
“Scusa tu, non sono molto d’aiuto ultimamente”
“Beh, se non fosse stato per te, non avremmo intercettato questo caso”
“Pensi che Louis e Thomas siano ancora vivi?”
“Difficile a dirsi, ma non sono ottimista”
“Nemmeno io”
“Solo Frankie, il coglione in pantaloncini, potrebbe sapere qualcosa in più”
“Dobbiamo sentire la sua versione”
“Non credo che sarà così semplice”
“Perché no?”
“Perché pare che si sia ammutolito da quella notte”
“Maledizione-esclamò il giovane massaggiandosi ancora le tempie- Se fossi rimasto un altro pò, se solo avessi potuto…”
“Non dire cazzate, non oso pensare a che cosa ti sarebbe potuto accadere se il tuo salto nel passato fosse durato più a lungo”
“Avrei potuto scoprire la verità, invece di crollare come un coglione”
“E questo adesso da dove viene fuori?”
“Lascia perdere, stavamo parlando del caso”
“No, ne parliamo invece”
Sam scosse la testa e girò lo sguardo verso l’esterno della stanza.
“Che ti prende? E’ la giornata dell’autofustigazione?”
“Ti ho detto di lasciar perdere”
“Sammy, non chiudermi fuori”
“E tu non chiamarmi Sammy”
“Sto parlando sul serio, non escludermi da quello che ti sta passando per la testa. Non pretendo di capire che cosa stai provando da quando le visioni hanno deciso di sconquassarti il cervello, ma sono accanto a te, e se dovessimo precipitare nella merda, lo faremo insieme”
“Non voglio trascinarti a fondo con me”
“E’ una mia scelta, Sam”
“E se ti facessi del male?”
“Ti sopravvaluti, fratellino, metterò sempre il tuo culo nella polvere”
“Dean, non scherzare”
“Non sto scherzando e adesso piantala con queste cazzate. Prepara le tue cose, ci rimettiamo in viaggio”
“Dove andiamo?”
“Frankie è ricoverato in una struttura privata a poca distanza da Lakeshore, pare che non fosse in grado di viaggiare, e in ogni caso credo che sia ora di togliere le tende da Jerome”
“Grazie a me”
“Sto per picchiarti, giuro. Non sono colpa tua le visioni, non è colpa tua se ti sei sentito male, mi hai capito?”
Sam sospirò e stava per controbattere quando Dean aggiunse:
“Lo sai che non resisto troppo in un solo posto e poi non vorrei che Wendy attentasse alla mia virtù sapendomi ancora in circolazione. Ovviamente devi prima mangiare qualcosa, sei digiuno da ieri”
“Non mi va nulla, mi sento ancora sottosopra”
“Sei sicuro?”
“Sì, sono sicuro”
“Okay, ti lascio stare per il momento, ma prenderemo almeno un panino al volo e lo mangerai non appena te la sentirai”
“Non ho tre anni e non ho bisogno delle merendine nascoste in auto”
“Mi sembra di ricordare che quelle merendine ti hanno salvato più di una volta”
“Se papà avesse scoperto che me le davi di nascosto…”
“Ci sono tante cose che non immagini di papà”
“Che vuoi dire?”
“Sapeva che ti davo da mangiare”
“Non è vero, ti avrebbe fatto il culo a strisce se avesse solo immaginato che mi riempivi lo stomaco con schifezze, quando invece lui mi aveva punito per aver rifiutato ancora la cena”
“Allora era suo fratello gemello che a Buffalo mi disse di non nascondere gli involucri vuoti sotto il sedile, altrimenti ci saremmo riempiti di formiche”
“Davvero? E non si è incazzato?”
“Non troppo, era più preoccupato per il fatto che mangiavi pochissimo. Se fosse qui, ti prenderebbe a calci per quanto sei magro, sei quasi trasparente”
Dean sorrise e aggiunse:
“Gli hai sempre dato filo da torcere, ma ti amava tantissimo, più di quanto tu possa immaginare”
Sam sorrise a sua volta e chiese:
“Lo credi davvero?”
“Te l’ho detto, lo so. Quando avremo più tempo, ti racconterò di un altro John Winchester davanti a qualche birra ghiacciata e con le chiappe davanti all’Oceano, ma ora dobbiamo andare”
“Okay”
Dopo circa venti minuti erano in viaggio e il minore dei Winchester chiese:
“Hai già pensato come ci avvicineremo a Frankie? Ancora agenti dell’FBI?”
“Beh, sarebbe più pratico spacciarsi per personale della struttura o della compagnia telefonica, ma richiederebbe troppo tempo, quindi direi di continuare con l’FBI”
“Credi che ci faranno interrogare un minore?”
“Con Alice non ho avuto problemi”
“Ma era a casa sua e c’erano i suoi genitori”
“Questo è vero, ma non creiamoci il problema prima che si presenti. Nella peggiore delle ipotesi, faremo intervenire il nostro capo per fare un po' di pressioni”
“Bobby è pazzesco”
“Già. Perché non lo chiami e lo aggiorni? Gli farà piacere sentirti”
“Okay”
Sam prese il cellulare e stava per selezionare il numero quando vide sul display la scritta no signal.
“Siamo in un buco nero, devono essere le montagne qui intorno”
“Va bene, riproveremo più avanti e nel frattempo mangia quel panino”
“A tuo rischio e pericolo”
Dean staccò per un attimo lo sguardo dall’asfalto e rispose:
“No, a tuo rischio e pericolo. Fai qualche casino con Baby e sei morto!”
Il giovane tornò a concentrarsi sulla guida e tirò un sospiro di sollievo interiore quando il suo passeggero dopo una manciata di minuti accartocciò l’involucro del panino.
“Vuoi che guidi io?”- chiese Sam pur immaginando già la risposta.
“Neanche per sogno, principessa, anzi perché non approfitti della carrozza e riposi ancora un po'?”
“Sì, penso che lo farò, il mal di testa mi sta distruggendo”
Sam appoggiò la testa al finestrino e dopo un pò Dean si accorse che dormiva. Abbassò il volume della radio, poi gli strinse una coscia e mormorò:
“Non permetterò che ti accada nulla di male, è una promessa”
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: luvsam