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Autore: Enedhil    31/08/2023    3 recensioni
Se volete contattare un angelo, dovete chiudere gli occhi e chiedere un segno.
Crowley non vuole nessun segno, né parlare con un particolare angelo.
Ma per qualche assurda ragione, il nuovo Supremo Arcangelo insiste a comparire nella libreria.
Il primo problema è riuscire a ignorarlo quando se lo ritrova seduto vicino.
Il secondo è provare a non aiutarlo come ha sempre fatto.
Il terzo è evitare di guardarlo, di sentire la sua mancanza, di volerlo, di amarlo.
Perché Crowley non può smettere di fare tutto quello.
E, soprattutto, non può smettere di stringergli la mano.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“I know you're scared and your pain is imperfect
But don't you give up on yourself
I've heard a story, a girl, she once told me
That I would be happy again”
 
 
Crowley aveva ancora i sensi addormentati. In qualche modo, per tutte quelle ore, aveva avvertito la presenza di Aziraphale vicino a sé, contro di sé. Il suo respiro, il suo odore, la stretta dalla mano, la tenera prigione delle gambe. Socchiuse gli occhi e si accorse che l’angelo si è rannicchiato contro di lui, la testa appoggiata al suo petto.
La stanza era immersa in una pallida luce giallognola e inquietante.
«Non è ancora sorto il sole,» mugugnò, stiracchiandosi un poco.
 
«Non sorgerà,» rispose Aziraphale in un soffio, restando ancora contro di lui. Dei tuoni in lontananza spezzarono quel cupo silenzio. «Arriverà una tempesta, e tenebre e venti sferzanti.»
A fatica rialzò il capo per poter guardare il demone negli occhi. Vide la paura, sebbene l’altro tentasse di mostrargli l’apparente indifferenza demoniaca che era solito esternare in situazioni difficili. «Sei spaventato.»
 
«Non per me stesso, te l’ho detto.»
 
«Lo sono anch’io.» E quello che faceva sempre, quando era terrorizzato da qualcosa, era chiamare Crowley, cercare Crowley, parlare con Crowley. Insieme avrebbero sempre trovato una soluzione. E la paura sarebbe svanita. Ma questa volta, il compito spettava solo a lui. E Crowley, a differenza sua, aveva tutto il diritto di avere paura.
 
«Una certa strega mi ha raccontato una storia qualche giorno fa, quando l’ho cercata come volevi che facessi.»
 
«Quale storia?»
 
«Niente di comprensibile. Sai come parlano le streghe, enigmi e frasi in rima. Ma alla fine ha detto che sarei stato felice di nuovo.» Eppure, ancora, era Crowley che stava cercando qualsiasi modo per tranquillizzare lui.
 
«È una cosa buona, se ha anche solo una minima parte dei poteri della sua antenata.»
 
Era il momento. Doveva andare via. La prossima volta che si sarebbero visti, sarebbe stato durante la fine di tutte le cose.
Avvicinò il viso a quello di Crowley, lo strusciò piano al suo e lo spinse per arrivare a sussurrargli qualcosa all’orecchio.
 
Poi, tornando a guardarlo intensamente negli occhi, aggiunse: «Promettimi soltanto di stringermi la mano.»
 
 
*
 
 
“Hold my hand, hold my hand
I'll be right here, hold my hand”
 
 
Erano lì, in un punto fuori dal mondo.
Due schieramenti: uno proveniente dal Paradiso e l’altro dall’Inferno, in due mezzi cerchi ben distinti. Sopra di loro, e tutto attorno, le nubi cariche di fulmini, i tuoni della tempesta, i venti che soffiavano e ricreavano un turbinio di tenebre. Era il soffitto e le pareti di quella sorta di immensa stanza senza fine, riempita da milioni di creature.
Il momento era arrivato.
Dalle schiere angeliche, il Supremo Arcangelo fece qualche passo avanti.
Guardò verso i demoni, dove la Granduchessa Infernale, chiamata Shax, era in attesa di una sua mossa, con un’aria guardinga.
Lanciò anche un’occhiata alle proprie spalle, dove la Voce di Dio, Metatron stesso, stava attendendo. «Spetta a te dare il segnale, Supremo Arcangelo,» esclamò quest’ultimo.
 
Arrivato al centro di quel cerchio quasi perfetto, Aziraphale si fermò, la testa alta, i pugni stretti lungo i fianchi, un atteggiamento altero e distaccato che si scontrava con l’apprensione che stava provando. Si sistemò il nodo della sottile sciarpa grigia che portava al collo come cravatta, e si schiarì la voce. «No, non lo farò.»
 
Un improvviso mormorio stupito e disorientato si rialzò da entrambi gli schieramenti.
Shax roteò gli occhi e mise le mani sui fianchi. «Lo avevo detto io. Non ve lo avevo detto che quel terrestre d’adozione avrebbe fatto casino?»
 
Aziraphale le lanciò un’occhiataccia ma poi tornò a rivolgersi a Metatron. «Non darò l’ordine. Nessun evento conclusivo, nessuna venuta. L’umanità non verrà giudicata. Avete scelto me per portare avanti questo Piano, e dopo attente considerazioni, ritengo che le basi su cui si… basa… non sono corrette e quindi non deve essere messo in pratica.»
 
Metatron lo ascoltò in silenzio, gli occhi che si stringevano a due fessure. «Non essere stupido, Aziraphale. Sei arrivato fino a qui, non vorrai davvero rinunciare a tutto per qualche patetico ideale. L’umanità ha fatto il suo corso. Ricordati chi sei e per quale motivo sei qui.»
 
«Io sono il Supremo Arcangelo e questa è la mia decisione. Non sono tenuto a darvi altre spiegazioni.» Aziraphale restò immobile, al centro di tutto, il portamento austero e gli occhi fissi sulla Voce di Dio, il quale parve incupirsi, con un’espressione di disprezzo dipinta sul volto.
 
Gli angeli si guardarono sconvolti, i demoni iniziarono a lamentarsi tra loro.
 
«Illuso. Credi di avere davvero qualche potere? Cosa vuoi fare da solo contro Paradiso e Inferno? Contro la volontà di Dio?» Le parole di Metatron sembrarono risuonare nel vuoto, un riverbero gelido che si dissolse nel brontolio di un tuono.
 
Aziraphale deglutì e ispirò profondamente, sostenendo il suo sguardo che ardeva di fastidio e indignazione. Poi, però, incurvò le labbra in un lieve sorrisino, e mormorò: «Non sono da solo. Non lo sono mai stato.»
 
Per qualche secondo, in tutte le creature divine e infernali permase una evidente perplessità alle sue parole. Si scambiarono delle occhiate disorientate, come se ognuno di essi si stesse domandando se avessero dovuto aspettare qualcosa.
 
«Ho detto: non sono da solo!» ripeté a voce più alta Aziraphale, guardandosi alle spalle, con un velo di nervosismo ad attraversarlo.
 
Fu allora che nella schiera demoniaca si udirono dei borbottii, e da un punto imprecisato tra le fila qualcuno iniziò a farsi strada tra i demoni, fino a sbucare di fianco alla Granduchessa Infernale.
 
«Scusa, ho approfittato del passaggio,» le sussurrò Crowley, con una strizzatina d’occhio prima di oltrepassarla.
 
Shax lo guardò a occhi stretti, digrignando i denti e stringendo un pugno verso di lui.
 
Aziraphale sorrise e si lasciò sfuggire un sospiro sollevato nell’ascoltare la sua voce. Nel giro di pochi secondi, avvertì la mano di Crowley nella sua, le dita intrecciarsi. Guardò alla propria sinistra e lo vide sfoggiare un sorrisetto arrogante. Gli occhi dorati, liberi dalle lenti scure, ricambiarono il suo sguardo con la stessa intensità.
 
Alcuni angeli spalancarono gli occhi e indietreggiarono di un passo davanti a quella visione immonda. Molti demoni si portarono la mano alla bocca per trattenere un rigurgito disgustato.
 
«Oh, voi bastardi non fate tante storie!» gridò loro Crowley, con un’occhiata alle proprie spalle.
 
Shax li indicò con entrambe le mani, rassegnata. «Visto! Ve l’avevo detto!»
 
Fu Metatron a parlare di nuovo, rivolgendosi al solo Supremo Arcangelo presente. «Ferma qualsiasi follia tu abbia in mente! Dà l’ordine che sei tenuto a dare e chiudiamola qui.» Rese poi palese uno sguardo torvo verso il demone al suo fianco. «Non vorrai che qualcuno si faccia troppo male.»
 
Due fila di angeli armati si fecero avanti, minacciosi, con l’evidente intenzione di dirigersi verso Crowley. Sul lato opposto, gli stessi demoni fremettero a loro volta per avventarsi contro quell’essere angelico che stava mandando all’aria – di nuovo – la loro missione.
Aziraphale strinse più forte la mano di Crowley, il quale, a sua volta, aveva portato l’attenzione sul lato infernale dei presenti. Entrambi sapevano che se uno dei due fosse stato colpito da qualcuno della controparte, avrebbe rischiato dei seri danni fisici, nonché la probabile discorporazione, o peggio ancora, la totale eliminazione.
 
«Demone dannato, ritorna al tuo posto tra i caduti!» gridò il comandante del plotone angelico, indicando Crowley e incitando gli altri a seguirlo contro di lui.
 
Aziraphale non sprecò nemmeno un istante per riflettere su come agire. Si spostò di scatto davanti a Crowley e spiegò le ali per mettersi tra lui e gli angeli che lo stavano per attaccare.
Nello stesso momento, Crowley diede le spalle ad Aziraphale e aprì le proprie ali nere per proteggerlo dai demoni che stavano avanzando con un po’ più di insicurezza.
 
«Scoprirai il dolore della dannazione in prima persona se oserai rivolgerti ancora a lui!» intimò Aziraphale, gli occhi gli brillarono di una furia trattenuta e sul suo capo prese forma un alone radioso.
Le ali bianchi dell’angelo si allargarono, sporgendosi verso quelle del demone dietro di lui. E Crowley mosse le proprie, alla ricerca di quelle di Aziraphale.
Quando le piume si toccarono, in una lieve carezza, Aziraphale alzò un braccio e con un semplice gesto della mano ricreò una forza divina, talmente potente, che riuscì ad allontanare con violenza da loro tutta la schiera di angeli di rango inferiore, scaraventandoli via.
 
Dietro di lui, Crowley fece un sorrisetto provocatorio verso i demoni che fremevano per avventarsi su di loro. Poi si rivolse a Shax: «Non vuoi davvero farlo.»
Un’affermazione, non una domanda, mentre tra le dita iniziava a far scorrere delle scariche di fulmini rosseggianti dalle sfumature violacee, che apparivano tutt’altro che innocui. 
 
Shax alzò un sopracciglio, scettica. «Ah, no?»
I demoni ringhiarono, inquieti, all’ipotesi di essere ridotti in polvere o spazzati via come era successo agli angeli.
 
Crowley scosse la testa, continuando a sorridere.
 
 
*
 
 
Non lontano da Tadfield, sei persone erano ferme all’interno di un cerchio di pietre.
Quattro ragazzini adolescenti si guardavano attorno, un po’ spaventati, mentre una coppia, accanto a loro, fissava il cielo scuro come in attesa di qualcosa.
 
«Non preoccupatevi,» li rassicurò Anathema, rivolgendo uno sguardo alla tempesta che imperversava oltre il perimetro del cerchio. «Qui siamo al sicuro, non potrà raggiungerci.»
 
«Tra quanto dovrebbe succedere?» chiese allora Newt, stringendosi nelle braccia, e guardando verso uno dei ragazzi poco lontani.
 
Adam alzò le spalle. «Io non lo so, non ho più quei poteri.»
 
Anathema andò da lui e gli mise le mani sulle spalle per rassicurarlo. «Ehi, tu resti sempre te stesso. E questo nessuno te lo porterà mai via. Non devi averne paura. Sei come tutti noi, ma puoi sempre sentire ciò che a molti è nascosto. Prova a concentrarti.»
 
Pepper, Brian e Wensleydale si guardarono con un’espressione risoluta e terrorizzata al tempo stesso.
 
«Andrà tutto bene!» gridò la strega. «L’ho visto in una premonizione. Non ci succederà niente. Dobbiamo solo…»
 
La terra tremò. Il Nuovo Nato aveva messo piede nel mondo.
 
 
*
 
 
Aziraphale e Crowley erano rimasti in quella precaria posizione di vantaggio, circondati dai due schieramenti. Stavano aspettando qualcosa che, a quanto sembrava, ancora non si decideva ad arrivare.
 
«Quanto dobbiamo restare così?» bisbigliò tra i denti il demone. «Questi idioti posso tenerli a bada, ma quelli lì dalla tua parte non mi sembrano molto inclini a lasciar perdere.»
 
«Dovevano già essere qui!» replicò Aziraphale con un tono apprensivo. «Sei sicuro che abbiano accettato?»
 
In quel momento, tra le schiere infernali si creò un improvviso scompiglio.
I demoni si mossero l’uno contro l’altro per aprirsi sui due lati, e di bocca dannata in bocca dannata cominciò a ripetersi un nome, in una sorta di riverente e impaurito saluto.
 
Lord Belzebù – come stavano cantilenando i demoni – si fece avanti tra quelli che erano stati i suoi sudditi, a passo lento, le braccia lungo i fianchi. Accanto a lui, camminava l’angelo che era stato Supremo Arcangelo, la stessa boriosa sicurezza nell’incedere e lo sguardo fisso davanti a sé.
Arrivati a fianco di Shax, rimasta scioccata per la reverenza che tutti stavano mostrando nei confronti del suo vecchio capo, Belzebù alzò le spalle. «Di cosa ti sorprendi? Vi ho guidato all’Inferno per milioni di anni. Certe cose non si dimenticano.»
 
Gabriele allora alzò l’indice con un sorrisetto e proseguì fino ad arrivare davanti alle schiere degli angeli. Inspirò profondamente e poi gridò con un tono perentorio: «Cosa fate tutti qui? Tornate immediatamente alle vostre posizioni!» D’istinto, le fila di angeli indietreggiarono, si scontrarono tra loro, e Gabriele, soddisfatto, si voltò verso Belzebù con le braccia allargate e un’espressione trionfante.
 
Belzebù, lo raggiunse al centro dei due schieramenti, un sorriso orgoglioso sulle labbra. Poi, entrambi, portarono l’attenzione sull’angelo e il demone vicino a loro.
 
«Siete in ritardo!» mormorò Aziraphale, sospirando, mentre un po’ del panico che aveva iniziato a sentire dentro di sé stava scemando.
 
«Non ci siamo persi niente, a quanto pare,» replicò Belzebù, guardandosi attorno per valutare la situazione.
 
«Solo la parte noiosa,» aggiunse Gabriele che, tuttavia, lanciò un’occhiata a Metatron come se si aspettasse, da un momento all’altro, una sua mossa. «Quando lo facciamo?»
 
«Dovremmo aspettare il…» Crowley iniziò a rispondere ma in quel preciso istante avvertì un tremore provenire dalle fondamenta del mondo. «Adesso.»
 
Gabriele corrucciò la fronte. «Cos’è l’adesso?» Guardò Belzebù, che a sua volta ricambiò lo sguardo confuso. 
 
Ma fu Aziraphale a rendersene conto. «Adesso! È arrivato sulla terra. Dobbiamo farlo adesso.» Deglutì e cercò gli occhi di Crowley che erano già fissi su di lui.
 
 
*
 
 
Aziraphale avvicinò il viso a quello di Crowley, lo strusciò piano al suo e lo spinse per arrivare a sussurrargli qualcosa all’orecchio: «Ricordi cosa mi hai detto su Gabriele? Pensa a questo: l’Anticristo che si ribella al sistema è una bella storia da raccontare, ma se ricapita diventa un serio problema istituzionale. Adam, nato per distruggere l’umanità e cresciuto invece con un immenso amore per il mondo. I discendenti di Agnes Nutter e di un cacciatore di streghe, uniti in un amore deciso dal destino. Gabriele e Belzebù che si sono innamorati, nonostante gli schieramenti opposti e l’odio che li doveva dividere. E noi. Tu ed io. Siamo tutte anomalie di un piano divino che deve portare a quello ineffabile. Non dovevamo fermare l’Apocalisse per salvare il mondo. Dovevamo fermarla, perché solo così, tutti noi, saremmo arrivati a essere ciò che siamo… nell’amore. Fidati di me.»
Poi, tornando a guardarlo intensamente negli occhi, aggiunse: «Promettimi soltanto di stringermi la mano.»
 
 
*
 
 
Adam chiuse gli occhi, in ascolto, e quando li riaprì, allargò le braccia sui fianchi. «Adesso!» esclamò. Brian annuì e afferrò con forza la mano destra dell’amico. Pepper gli prese la sinistra e arrivò a stringere con l’altra quella di Wensleydale.
 
Anathema raggiunse Newt, gli stampò un rapido bacio sulle labbra e, quando lui sorrise, gli prese la mano ed entrambi si avvicinarono ai ragazzi.
 
Lo sguardo di tutti rivolto al cielo in cui sembrava che stesse scoppiando un inferno.
 
 
*
 
 
Belzebù e Gabriele si misero uno di fronte all’altro e si presero per mano. Si sorrisero semplicemente e tutto attorno a loro sembrò scomparire.
 
«Deve funzionare. Deve funzionare,» bisbigliò tra sé Aziraphale, girandosi verso Crowley. Solo quando sentì le sue dita tra le proprie, avvertì un senso di tranquillità e di sicurezza. Una calda sensazione che lo avvolse, come fecero le ali nere del demone che si abbassarono lentamente attorno a lui.
 
«Qualunque cosa accada, angelo,» mormorò Crowley con un dolce sorriso, piegando il braccio per mostrargli le loro mani unite.
 
Aziraphale annuì e mosse le ali quel poco che bastava per strusciarle a quelle di Crowley. Ne alzò una sopra la sua e la piegò amorevolmente su di lui per ricambiare il suo abbraccio.
 
Rimasero così per il tempo di un sospiro o per quello dell’eternità.
Sospesi tra il mondo in cui il Nuovo Nato, giudice dell’Umanità, era appena giunto e i confini di Paradiso e Inferno.
L’amore umano scritto nelle profezie e nato dal destino.
L’amore dell’amicizia e per la fragile e imperfetta umanità.
L’amore ultraterreno tra rappresentanti di fazioni opposte, create per combattersi.
E quello di un angelo e un demone, che racchiudeva tutti gli altri tipi di amore in uno immensamente profondo e potente.
 
Il piano fuori dal mondo iniziò a tremare, così come la terra.
Angeli e demoni si guardano confusi, impauriti, incapaci di darsi una spiegazione.
Metatron spalancò gli occhi con un velo di terrore sul viso.
I cieli sembrarono squarciarsi. Le fondamenta della terra si scossero.
E una Luce bellissima e terribile iniziò a risplendere in tutti i mondi.
 
Belzebù continuò a fissare il compagno che aveva davanti. «È una brutta cosa?» gli chiese, con una punta di timore.
Ma Gabriele si limitò a sorridere e a stringere di più le sue mani. «Naaa…»
 
Crowley e Aziraphale guardarono verso l’alto, socchiudendo gli occhi per la potenza con cui la Luce si stava irradiando.
«Non so cosa significhi, ma non è male, giusto?» chiese il demone con una smorfia insicura. «Non lo avverto come male.» Si portò la mano libera al petto e spalancò la bocca, meravigliato. «Wooh… no, non lo è proprio.»
 
«Non lo so,» sussurrò l’angelo, stringendo le labbra.
 
«Non lo sai?»
 
«Non lo soooo! Il mio piano finiva qui.»
 
Crowley scoppiò a ridere a quella risposta, aumentò la presa sulla sua mano e gli mise l’altra dietro la testa. «È davvero un grande piano, angelo,» mormorò dolcemente. Lo attirò a sé e lo baciò.
Davanti al Paradiso. Davanti all’Inferno. Davanti al Mondo. Davanti a Dio.
 
La Luce cancellò ogni cosa.
 
 
*
 
 
Dicerie umane raccontano che, se volete contattare un angelo, dovete portare dei doni in un punto preciso tra gli alberi di una collina nel South Downs.
Si consiglia di portare dei dolci, perché lo zucchero e le cose dolci in generale, attirano la bontà angelica e sarà più probabile che le vostre richieste vengano accettate.
Ovviamente non c’è niente di vero in tutto questo.
Solo un angelo si delizia al sapore dei dolci degli umani. Ed è più incline a raccontarvi storie di epoche passate e avvenimenti che conoscete in maniera un po’ diversa.
Ma state certi che se lascerete una bottiglia di vino, con tutta probabilità, attirerete un demone che si divertirà a spaventarvi con qualche trucchetto e a farvi perdere la concezione del tempo.
Però, a volte – ma solo a volte – l’angelo e il demone si fanno vedere insieme nel giardino di un cottage, dove pare si respiri sempre e solo amore.
E con loro potete scorgere, di tanto in tanto, un coniglio, qualche anatra, e un usignolo che non smette mai di cantare.
Alcuni dicono di aver visto delle piante lussureggianti che crescono a ogni battito di ciglia.
Altri che un’auto nera, parcheggiata nel vialetto, faccia partire da sola della musica adatta a ogni situazione.
Di certo c’è che l’angelo e il demone sembrano sempre felici e si tengono per mano.
Non smettono mai di tenersi per mano.
 
“I heard from the heavens…”
 
 
***
 

NOTE:
Hold My Hand è una canzone di Lady Gaga che mi ha ispirato tutto quello che avete letto sopra. È il problema di avere una playlist con tutte le canzoni che mi ricordano loro: mi ispirano fanfic e poi le scrivo.
 
Ci tenevo a specificare che questa non è proprio proprio la mia speranza di come andrà la terza stagione. Guai a Gaiman se mi tiene lontani questi due per più di… toh, una settimana? Ok, una settimana è ragionevole. Tempo che Aziraphale si riabitui al Paradiso e capisca che il suo posto è tra le braccia di Crowley.
Perché non tollererò di vederli lontani per più di una puntata – al massimo, eh – figuriamoci per tutto il tempo, fino alla fine, se non per qualche breve momento, come ho scritto io.
Però mi andava di scrivere il drama fluffettoso così, comunque.
Ma sono certa – vero Neil Gaiman? VERO? – che nella terza stagione staranno insieme prestissimo.
 
Per il finale – sì, lo so, non è niente di impegnativo, non volevo dilungarmi troppo – mi sono basata sul fatto che teoricamente si dice che alla fine di tutto “il Signore giudicherà la qualità del nostro amore”. E quindi tutto il giudizio divino sarà basato sull’amore. Passatemi eventuali assurdità, please.
 
E il cottage, ovviamente, è il famigerato cottage nel South Downs che tutti ci aspettiamo alla fine.
 
P.S: Nessuna Muriel è stata maltrattata nel corso della fanfic. Muriel è la mia bimba adorabile e Crowley non la tratta davvero male.
P.P.S: Metatron devi discorporarti maleeee!
 
Grazie per aver letto fino a qui! E alla prossima [con il porn, sì. Non si può stare senza porn. Nemmeno loro possono. :P]
   
 
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