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Autore: Wilson Walcott    04/09/2023    1 recensioni
Descrizione dei meccanismi che mette in atto la nostra mente in periodi caratterizzati da forti ansie e paure
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In Psicologia, per “fobia” si intende una paura irrazionale e talmente intensa, nei confronti di determinate situazioni, oggetti, luoghi, attività, persone od animali, tale da rendere invalidante la vita del soggetto che ne soffre poiché non in grado di affrontarla nel modo corretto.

Più nello specifico, si tratta di un tipo di disturbo di ansia che porta quest'ultima a manifestarsi in maniera estrema ed esasperata, facendo vivere all'individuo fobico tutta una serie di sintomi a livello fisico e psicologico che lo traumatizzano a tal punto da portarlo ad evitare quella determinata situazione.

 

L'evitamento è proprio uno dei meccanismi che mette in atto la nostra mente, e di conseguenza anche il nostro corpo, quando si sente minacciata da un evento esterno che considera pericoloso.

In questo modo, questo meccanismo di difesa, una strategia comportamentale insomma, porta il soggetto che lo manifesta a rifiutarsi di fronteggiare situazioni, soggetti, animali od oggetti che generano angoscia.

È proprio il sottrarsi all'esposizione dell'evento che caratterizza il comportamento adattivo che è tale nella misura in cui il pericolo è reale, mentre diventa un meccanismo di difesa per proteggersi da uno stato mentale ritenuto intollerabile, e dunque da evitare, quando la percezione del pericolo è spropositata rispetto all'evento stesso.

 

La persona che ha paura in maniera estremizzata crea così, intorno a sé, una zona di comfort nella quale si sente al sicuro, per raggiungere almeno mentalmente tale illusione, dove cioè non può essere toccata o quantomeno crede di riuscire a limitare eventuali effetti negativi sulla propria sfera personale qualora dovessero verificarsi in concreto.

Tale comportamento può derivare sia da fattori esterni, sia da fattori interni come, ad esempio, pensieri o stati d'animo.

 

In effetti, sono proprio le emozioni il fulcro di questo atteggiamento disfunzionale perché è un modo specifico (o tentativo, di fatto) per controllarle meglio e non farsi sopraffare dalle stesse.

Da ciò si intuisce come l'evitamento sia un meccanismo difensivo tipico dei disturbi di ansia poiché si evita di entrare in contatto con l'evento scatenante.

 

Più l'ansioso fugge dall'affrontare una certa situazione e più si convince che è giusto farlo, perché conferma a sé stesso di non poter far altro che doversi allontanare da quella cosa od attività che gli genera ansia, creando così un circolo vizioso dal quale risulta poi difficile uscire, soprattutto quando si ramifica nello spettro comportamentale, tanto più se il soggetto comincia ad adattarsi a quella situazione evitante.

 

Diventa, cioè, una strategia da mettere in atto ogni qualvolta ci si sente in pericolo, con lo scopo preciso di controllare le emozioni che si vivono e ciò porta all'accettazione di quella condizione e al non volerla più affrontare.

Si radica così nel corso del tempo, tanto che risulta sempre più difficile estirparla dalla propria mente, proprio perché non si conosce alternativa o perché questa determinata scelta (dell'affrontarla) non è valutata come fattibile o conveniente.

La causa scatenante di tutto è dunque l'ansia che deriva da un evento esterno visto e considerato come pericoloso.

 

L'ansia (dal greco antico “angere”, ossia stringere) è uno stato emotivo che caratterizza tutti gli esseri umani ed animali nei loro comportamenti personali o sociali.

Esistono sostanzialmente due tipi di ansia, una normale che ha un valore positivo ed una patologica, ossia limitante per la vita di chi ne soffre.

L'ansia normale è quello stato d'animo che ci avverte di un pericolo, che preserva la nostra vita, che ha permesso al genere umano di salvaguardarsi e sopravvivere nel corso della sua storia, permettendone l'evoluzione come specie.

Fa parte della nostra vita e si attiva in situazioni in cui è giusto essere in allerta.

Ha, quindi, un valore positivo di tutela personale o collettiva, vista in un'ottica funzionale.

L'ansia patologica, invece, è quel tipo di ansia che limita le capacità di adattamento dell'individuo poiché gli fa vivere perennemente e costantemente situazioni di disagio ed angoscia, in particolare la sensazione di pericolo imminente, ossia un evento catastrofico che presume possa verificarsi con tutta probabilità di lì a breve.

Viene da sé capire quanto questo tipo di stato d'animo sia negativo per chi lo subisce e quanto possa condizionare la vita stessa, soprattutto quando quest'ultima è vissuta proprio in funzione dell'aspetto emozionale che tende a limitarla.

 

 

Vi sono due modi principali che ogni essere umano od animale mette in pratica per reagire quando si sente minacciato ed è rappresentato dal meccanismo di “attacco o fuga”.

Quando percepiamo un pericolo, infatti, il nostro istinto ci dice di affrontare quella situazione in due modi; o controbattendola, quindi fronteggiando a nostra volta ciò che pensiamo ci stia per attaccare o, al contrario, scappando dalla stessa.

 

In questo modo di agire siamo portavoci di un comportamento primitivo.

Difatti, quando ci troviamo obbligati a mettere in atto questo meccanismo (inconscio, non voluto), non siamo molto diversi dagli animali; così come un orso messo all'angolo dal bracconiere sceglie di indietreggiare oppure di affrontarlo contrattaccando, rischiando il tutto per tutto, anche noi agiamo nel medesimo modo, ma con la differenza che spesso e volentieri le situazioni che reputiamo pericolose e potenzialmente mortali non sono altro che il frutto della nostra fantasia, ossia delle semplici proiezioni mentali.

 

Da ciò si può intuire la dicotomia tra passato e presente, rappresentata dal ruolo che ha avuto l'ansia nella nostra evoluzione, quando cioè dovevamo scappare da animali feroci per salvaguardare la nostra incolumità e quella dei nostri cari, facendo in modo di progredire come specie nel corso del tempo, ad oggi che quella stessa ansia è rimasta nei nostri processi mentali, in maniera atavica e che si ripresenta a causa degli stimoli stressanti che percepisce, ma che di fatto non ha più lo stesso valore di un tempo poiché è cambiato il contesto ambientale e sociale nel quale viviamo e ci muoviamo.

 

Quegli stessi istinti, che una volta erano rappresentati dal fuggire da un predatore per avere salva la vita, adesso si traducono in segnali stressori provenienti dall'esterno, come ad esempio attraversare la strada e non essere investiti, o dal non far bruciare il pollo che avevamo messo in forno.

 

Nel primo caso, quindi, l'ansia ha avuto un ruolo fondamentale e decisivo per la sopravvivenza, alla base dello sviluppo della vita umana, mentre nel secondo, ossia quando diventa patologica, ha un effetto regressivo sull'individuo singolo che compone la collettività.

 

Avendo chiaro l'incipit, si può agevolmente intuire come l'ansia, nella sua essenza, derivi proprio da questo meccanismo che fa attivare tutte le risposte fisiologiche che partano dai processi neurovegetativi e che sono necessarie per porre in essere l'azione in sé, ossia quella di combattere o scappare.

 

I segnali che ci arrivano dal cervello sono:

  • accelerazione cardiaca;

  • aumento del ritmo del respiro;

  • tremore e sudorazione;

  • chiusura di stomaco e nausea;

  • tensione muscolare;

  • dilatazione degli occhi;

  • secchezza delle fauci;

  • vertigini;

  • senso di oppressione al petto;

  • sensazione di svenimento o morte imminente.

 

Quando ci troviamo in una situazione stressante, infatti, la nostra corteccia cerebrale invia al sistema nervoso simpatico il messaggio di preparare il corpo al comportamento immediato che dovrà mettere in atto di lì a poco.

Fatta una veloce valutazione dei rischi e dei benefici che comporta una determinata azione, o non trovando altra soluzione in merito, si agirà secondo le due strade descritte in precedenza.

 

Lo stato di allarme che ne deriva è ciò che porta alla fobia poiché se lo stesso va scemando nel tempo la semplice ansia resta tale, non dà problemi di sorta se non momentanei, mentre se si cronicizza diventerà stress, ossia uno stato perenne di malessere che può scatenare una risposta eccessiva, quando cioè vi è un sovraccarico di compiti emotivi, cognitivi o sociali che risulta di difficile gestione per la mente umana.

 

In questo caso entra in gioco la c.d. curva di Gauss, ossia un concetto matematico che si può benissimo rapportare al mondo reale e in particolare al nostro lato psicologico.

Esiste, infatti, una linea base di stress, accettabile.

Quando siamo all'interno dei limiti di questa linea, il nostro stato emotivo tollera bene quel livello di tensione, anche se può toccare dei punti più alti, seguendo l'andamento della curva.

Nulla di eclatante in realtà poiché, quando arriva a quei picchi, viviamo l'ansia in modo più marcato, ma passeggero.

Il concetto che caratterizza la parabola è proprio quello della temporaneità poiché, essendo una curva ascendente/discendente, arrivata ad un limite, al suo vertice insomma, poi comincerà inevitabilmente a scendere/decrescere, seguendo il suo sviluppo fisiologico caratterizzato da un andamento ondulatorio e, come tale, non costante nel tempo ma derivante sempre da uno stato emotivo che percepisce come tranquillo o, al contrario, di allarme.

 

Arrivato al picco, il punto di crisi, ritornerà a fluttuare verso il basso, verso la ripresa. Se avrà altri stimoli stressori esterni allora riprenderà a salire, altrimenti scenderà a livelli tollerabili, e così via fin quando mente e corpo non si adatteranno alla risposta da dare. Questo adattamento, però, non è sempre dei migliori.

 

In molti casi, infatti, da ciò nasce una sensazione di malessere immenso, percepita come tale, che non finisce mai, poiché quel vertice è rappresentato dal panico.

Si vive, appunto, uno stato in cui l'ansia si trasforma in panico e che viene mal tollerata dal nostro sistema nervoso: sensazione di svenimento, di perdere il controllo, di impazzire, mancanza di aria, voglia di fuggire lontano da quella situazione di morte/catastrofe imminente.

 

Chi ha vissuto almeno una volta nella propria vita un attacco di panico sa bene come si manifesta e quanto sia difficile gestirlo nel concreto.

La questione, come affermato in precedenza, non è tanto l'attacco di panico in sé perché, come visto, ha un inizio ed una fine (di solito un periodo di tempo che varia dai 5 ai massimo 10 minuti), ma è quando questo situazione di malessere si cronicizza il vero problema.

Infatti, se si vive uno stato emotivo sempre all'apice della famosa curva di Gauss si arriverà, prima o poi, a dilatare quello stato di ansia.

Basterà, dunque, un minimo evento (azione, situazione o pensiero) che accentui la già precaria situazione, ossia quello stato apprensivo di partenza (che è diventato il punto zero ormai) già costantemente alto, che porterà a superare quel limite non più tollerabile e toccare il panico, ossia la manifestazione estremizzata della paura.

 

Durante un attacco di panico i sintomi fisici si acutizzano e vengono visti come tragici, creando quindi un circolo vizioso che non fa altro che auto-alimentarsi e in qualche misura anche legittimarsi.

Nascono pertanto pensieri che si ripetono costantemente nella mente di chi ne soffre del tipo “morirò”, “perderò il controllo”, “sverrò” ecc.

Il panico, dunque, è l'estremizzazione dell'ansia, ossia di normali reazioni corporee dovute da quest'ultima, ma che vengono percepite come mortali ed irreparabili.

Se il panico è l'acutizzazione dell'ansia, la fobia non è altro che esasperazione della paura che deriva dai primi due.

 

 

L'errata valutazione dell'evento, rispetto ad un pericolo invisibile ma imminente che viene percepito, porta l'individuo che ne soffre ad avvertire minacce inesistenti, mettendo in atto la reazione di attacco o fuga anche quando quest'ultima risulta totalmente inutile poiché irreale.

Questo processo si può tradurre nella c.d. “ansia anticipatoria”, ossia la sensazione di angoscia e paura che si manifesta al solo pensiero di dover affrontare in futuro una determinata situazione considerata pericolosa o fastidiosa.

 

Nasce dunque da una previsione, da un'idea, da una fantasia basata su pensieri personali che proiettano il soggetto nel futuro, in quella data situazione, creando però nella propria mente tutti gli scenari peggiori possibili ed immaginabili i quali, a loro volta, non fanno altro che alimentare lo stesso stato ansioso di partenza.

In questo modo la persona comincerà ad evitare tutti i luoghi, persone o situazioni che portano a quel disagio perché concepito come impossibile da subire e vivere, in parole brevi intollerabile.

 

Questo atteggiamento passivo-regressivo porta inevitabilmente a limitare la vita di chi ne soffre perché il soggetto vivrà sempre in uno stato d'allerta, con l'idea e la convinzione che sicuramente succederà qualcosa di spiacevole in quella data proiezione, che non riuscirà a fronteggiare in modo adeguato.

 

Parte quindi da un “se” che si concatenerà insieme ad altri; “se faccio questa cosa e succede poi quest'altra cosa”, oppure “se vado in quel luogo e si presenterà quella situazione non saprò agire” ecc.

I sintomi sono simili a quelli dell'ansia generalizzata nell'immediatezza, quindi tachicardia, nausea, sensazione di svenimento ecc., mentre potrebbero addirittura acutizzarsi quelli cognitivi, come ad esempio confusione mentale, ruminazione del pensiero, irritabilità, perdita di speranza o disturbi del sonno dovuti proprio a pensieri negativi costanti, decisamente ossessivi.

 

Questo tipo di ansia è legata a stati precisi che una persona non vuole più provare o che non vuole sperimentare, come ad esempio gli attacchi di panico.

Se un attacco di panico si verifica in un dato luogo o momento, con molta probabilità, il soggetto che lo ha vissuto farà un'associazione tra quel luogo o avvenimento e la sensazione che ha dovuto vivere in quella data circostanza, cercando di rifuggirne il più possibile.

Altre volte può dipendere da cognizioni negative, ossia da pensieri o da un'idea distorta che abbiamo di noi stessi ma che ci convinciamo sia reale, anche se distante dalla verità effettiva.

 

Un esempio è dato dal non sentirsi all'altezza di una situazione, dal sentirsi inadeguati nell'affrontarla e dalla convinzione che, se qualora dovesse presentarsi realmente, non saremmo in grado di fronteggiarla al meglio.

Altre casistiche di ansia anticipatoria possono essere ricondotte alla fobia sociale, ossia la paura di trovarsi in contesti sociali e nel dover agire, come ad esempio parlare in pubblico, trovando difficoltà al solo pensiero di doverlo fare, da ipocondria, ossia la paura di avere malattie o di potersi ammalare in qualche modo, facendo percepire reazioni normali del corpo come imminenti di situazioni potenzialmente mortali, o ancora da stress post traumatico, cioè da un trauma vissuto che si pensa possa riverificarsi in futuro.

 

Dunque l'ansia anticipatoria non è altro che uno stato ansioso in cui la nostra mente crea tutta una serie di proiezioni catastrofiche, il più delle volte senza basi concrete e reali, ma che non fanno altro che alimentare sé stessa e di conseguenza la paura e l'evitamento che ne derivano.

 

Questo è il comune denominatore di tutte le fobie che esistono al mondo e che sono decisamente numerose, sintomo che l'essere umano tende a vivere di proiezioni in maniera preponderante, in modo tale da cercare di controllare nella sua mente, per potersi calmare, eventuali situazioni esterne mortali in modo tale da mettere in atto in tempo (anticipando gli effetti), strategie di sopravvivenza.

Insomma di quel modo di agire per preservare la sua stessa vita che in passato ha sempre funzionato.

 

L'istinto di sopravvivenza dunque ne è il fulcro, la paura di ammalarsi o morire ne sono la conseguenza diretta.

 

 

Nonostante il numero sconfinato di fobie che esistono al mondo, vale la pena citarne alcune per comprendere quanto siano diffuse ed ancora poco conosciute.

Tra le tante troviamo:

 

  • Ablutofobia: paura di lavarsi o fare il bagno.

  • Acarofobia: paura di avere prurito.

  • Acatartofobia: paura dello sporco.

  • Acerofobia: paura dell'acidità.

  • Acluofobia: paura del buio.

  • Acrofobia: paura dell'altezza.

  • Acusticofobia: paura dei rumori.

  • Aeroacrofobia: paura di posti alti.

  • Aerofobia: paura dell'aria.

  • Aeronausifobia: paura di vomitare a causa del mar d'aria.

  • Afefobia: paura del contatto, di esser toccati.

  • Agiofobia: paura dei santi, delle cose sacre.

  • Agliofobia: paura del dolore.

  • Agorafobia: paura degli spazi aperti.

  • Agrafobia: paura degli abusi sessuali.

  • Agrizoofobia: paura degli animali selvatici.

  • Agyrofobia: paura delle strade o di attraversare le strade.

  • Aicmofobia: paura degli oggetti acuminati e taglienti.

  • Ailurofobia: paura dei gatti.

  • Albuminurofobia: paura di ammalarsi ai reni.

  • Alectorofobia: paura dei polli.

  • Algofobia: paura di soffrire.

  • Alliumfobia: paura dell'aglio.

  • Allodoxafobia: paura delle opinioni diverse dalle proprie.

  • Amartofobia: paura di sbagliare.

  • Amatofobia: paura della polvere.

  • Amaxofobia: paura di guidare un'automobile.

  • Ambulofobia: paura di camminare.

  • Amnesifobia: paura di soffrire di amnesia.

  • Amycofobia: paura dei graffi.

  • Anablefobia: paura di guardare in alto.

  • Anchilofobia: paura dell'immobilità di un'articolazione.

  • Androfobia: paura degli uomini.

  • Anemofobia: paura del vento.

  • Anginofobia: paura di soffocare.

  • Anglofobia: paura dell'Inghilterra e degli inglesi.

  • Angrofobia: paura di avere fame.

  • Antlofobia: paura delle inondazioni.

  • Antrofobia: paura dei fiori.

  • Antropofobia: paura della gente e dei contatti sociali.

  • Anuptafobia: paura di non sposarsi.

  • Apeirofobia: paura dell'infinito.

  • Apifobia: paura delle api.

  • Apotemnofobia: paura delle persone con amputazioni.

  • Arachibutyrofobia: paura del burro di arachidi attaccato al palato.

  • Aracnofobia: paura dei ragni.

  • Arithmofobia: paura dei numeri.

  • Asimmetrofobia: paura delle cose non simmetriche.

  • Astenofobia: paura di svenire o di sentirsi deboli.

  • Astrafobia: paura dei tuoni e dei fulmini.

  • Ataxofobia: paura dell'atassia.

  • Athazagorafobia: paura di essere dimenticati o ignorati, o di dimenticare.

  • Atefobia: paura delle rovine.

  • Atelofobia: paura dell'imperfezione.

  • Atomosofobia: paura delle esplosioni atomiche.

  • Atychifobia: paura di fallire.

  • Aulofobia: paura dei flauti.

  • Aurofobia: paura dell'oro.

  • Aurorafobia: paura dell'aurora.

  • Autofobia: paura di essere soli o di sé stessi.

  • Autodismorfofobia: paura di essere brutti.

  • Automatonofobia: paura di tutto ciò che è fatto ad imitazione di un essere umano.

  • Automisofobia: paura di essere sporchi.

  • Aviofobia: paura di volare.

  • Bacillofobia: paura dei microbi.

  • Bacteriofobia: paura dei batteri.

  • Ballistofobia: paura dei proiettili.

  • Barofobia: paura della gravità.

  • Basofobia: paura di cadere.

  • Batofobia: paura della profondità e delle altezze.

  • Batonofobia: paura delle piante.

  • Batracofobia: paura delle rane e degli anfibi.

  • Bibliofobia: paura dei libri.

  • Biofobia: paura della convivenza con esseri umani o animali.

  • Blennofobia: paura delle cose viscide.

  • Bogyfobia: paura dei folletti.

  • Bolscefobia: paura dei Bolscevici.

  • Bribolofobia: paura dei briboli.

  • Bromidrofobia: paura degli odori corporei.

  • Brontofobia: paura dei tuoni.

  • Bufonofobia: paura dei rospi.

  • Cacofobia: paura della bruttezza.

  • Cainofobia: paura di cose o idee nuove.

  • Calliginefobia: paura delle donne belle.

  • Cancerofobia: paura di ammalarsi di cancro.

  • Cardiofobia: paura delle malattie del cuore.

  • Carnofobia: paura della carne.

  • Catagelofobia: paura di essere ridicolizzati e presi in giro.

  • Catapedafobia: paura di saltare.

  • Catisofobia: paura di sedersi.

  • Chaetofobia: paura dei capelli.

  • Cheimafobia: paura del freddo.

  • Chemofobia: paura delle sostanze chimiche.

  • Cherofobia: paura della felicità.

  • Chinofobia: paura della neve.

  • Chiraptofobia: paura di essere toccati.

  • Chorofobia: paura di ballare.

  • Chrometofobia: paura del denaro.

  • Cibofobia: paura del cibo.

  • Ciclofobia: paura delle biciclette.

  • Cinetofobia: paura del movimento.

  • Cinofobia: paura dei cani.

  • Claustrofobia: paura degli spazi chiusi.

  • Cleisiofobia: paura di essere rinchiusi in un luogo.

  • Cleptofobia: paura di rubare.

  • Climacofobia: paura delle scale.

  • Clinofobia: paura di andare a letto.

  • Cnidofobia: paura degli spaghi.

  • Coimetrofobia: paura dei cimiteri.

  • Coitofobia: paura dell'atto sessuale.

  • Colerofobia: paura della rabbia.

  • Cometofobia: paura delle comete.

  • Coprastasofobia: paura della costipazione.

  • Coprofobia: paura delle feci.

  • Coulrofobia: paura dei clown.

  • Counterfobia: il piacere di un fobico nel ricercare situazioni che lo spaventano.

  • Cremnofobia: paura dei precipizi.

  • Criofobia: paura del freddo.

  • Cristallofobia: paura del vetro.

  • Cromatofobia: paura dei colori.

  • Cronofobia: paura del tempo.

  • Cronometrofobia: paura degli orologi.

  • Cyberfobia: paura dei computer.

  • Cymofobia: paura delle onde o di movimenti ondeggianti.

  • Cyprifobia: paura delle prostitute o delle malattie veneree.

  • Daemonofobia: paura dei demoni.

  • Decidofobia: paura di prendere decisioni.

  • Defecaloesiofobia: paura di una defecazione dolorosa.

  • Deipnofobia: paura di cenare o di conversare a cena.

  • Dementofobia: paura della follia.

  • Demofobia: paura della folla.

  • Dendrofobia: paura degli alberi.

  • Dentofobia: paura dei dentisti.

  • Dermatofobia: paura delle lesioni o delle malattie alla pelle.

  • Dextrofobia: paura degli oggetti alla destra del corpo.

  • Diabetofobia: paura del diabete.

  • Didascaleinofobia: paura di andare a scuola.

  • Dichefobia: paura della giustizia.

  • Dinofobia: paura delle vertigini.

  • Diplofobia: paura di vedere doppio.

  • Dipsofobia: paura di bere.

  • Disabiliofobia: paura di spogliarsi di fronte a qualcuno.

  • Dismorfofobia o Quasimodofobia: paura di essere o apparire deformi.

  • Domatofobia: paura delle case, di trovarsi in casa o nei dintorni di casa.

  • Dorafobia: paura del pelo.

  • Dromofobia: paura dei mezzi di locomozione.

  • Dystychifobia: paura degli incidenti.

  • Ecclesiofobia: paura delle chiese.

  • Ecofobia: paura di restare soli in casa.

  • Edonofobia: paura di provare piacere fisico.

  • Eisoptrofobia: paura degli specchi.

  • Electrofobia: paura dell'elettricità.

  • Eleuterofobia: paura della libertà.

  • Eliofobia: paura del Sole.

  • Emetofobia: paura di vomitare.

  • Emofobia: paura del sangue.

  • Elmintofobia: paura dei vermi.

  • Enetofobia: paura degli spilli.

  • Enissofobia: paura di aver commesso un peccato imperdonabile.

  • Enofobia: paura del vino.

  • Enochlofobia: paura della folla.

  • Entomofobia: paura degli insetti.

  • Eosofobia: paura dell'alba.

  • Epistaxiofobia: paura delle emorragie dal naso.

  • Epistemofobia: paura della conoscenza.

  • Equinofobia: paura dei cavalli.

  • Eremofobia: paura di essere sé stessi o della solitudine.

  • Ereutofobia: paura del colore rosso.

  • Ergasiofobia,: paura di lavorare.

  • Erotofobia: paura dell'amore sessuale.

  • Erpetofobia: paura dei rettili o degli animali che strisciano.

  • Eterofobia: paura del sesso opposto.

  • Eufobia: paura di sentire buone notizie.

  • Eurotofobia: paura dei genitali femminili.

  • Fagofobia: paura di mangiare.

  • Falacrofobia: paura delle calvizie.

  • Fallofobia: paura del pene.

  • Farmacofobia: paura dei medicinali.

  • Filofobia: paura di innamorarsi.

  • Fobofobia: paura di aver paura.

  • Fonofobia: paura dei suoni.

  • Fotofobia: paura della luce

  • Francofobia: paura od ostilità verso la Francia o verso i francesi.

  • Gamofobia: paura del matrimonio o di sposarsi.

  • Gefirofobia: paura dei ponti.

  • Genufobia: paura delle ginocchia.

  • Gerontofobia: paura di invecchiare.

  • Gimnofobia: paura della nudità.

  • Ginofobia: paura delle donne.

  • Glossofobia: paura di parlare (in pubblico).

  • Gonofobia: paura degli angoli dei palazzi.

  • Grafofobia: paura di scrivere.

  • Iatrofobia: paura dei medici.

  • Idrofobia: paura dell'acqua.

  • Idrofobofobia: paura della rabbia.

  • Igrofobia: paura dell'umidità.

  • Ipnofobia: paura di dormire.

  • Ittiofobia: paura dei pesci.

  • Keraunofobia: paura dei tuoni.

  • Laliofobia: paura di parlare.

  • Leprofobia: paura della lebbra.

  • Leucofobia: paura del colore bianco.

  • Lilapsofobia: paura delle tempeste.

  • Limnofobia: paura dei laghi.

  • Lisifobia: paura di lasciare delle questioni in sospeso.

  • Logofobia: paura delle parole.

  • Maniafobia: paura della malattia mentale.

  • Mastigofobia: paura di essere puniti.

  • Megalofobia: paura delle cose grandi.

  • Melanofobia: paura del colore nero.

  • Melofobia: paura della musica.

  • Meningitofobia: paura delle malattie al cervello.

  • Menofobia: paura delle mestruazioni.

  • Metallofobia: paura dei metalli.

  • Micofobia: paura dei funghi.

  • Microfobia: paura delle cose piccole.

  • Mirmecofobia: paura delle formiche.

  • Misofobia: paura di rimanere contaminati dal contatto con corpi estranei.

  • Mnemofobia: paura dei ricordi.

  • Monofobia: paura della solitudine.

  • Monopatofobia: paura di ammalarsi relativa a una singola, determinata malattia.

  • Mottefobia: paura delle falene.

  • Musofobia: paura dei topi.

  • Necrofobia: paura della morte.

  • Nefofobia: paura delle nuvole.

  • Neofobia: paura delle novità.

  • Nictofobia: paure del buio.

  • Nosocomefobia: paura degli ospedali.

  • Nosofobia: paura di ammalarsi.

  • Obesobofobia: paura di ingrassare.

  • Obofobia: paura dei barboni.

  • Ofidiofobia: paura dei serpenti.

  • Ombrofobia: paura della pioggia.

  • Ommetafobia: paura degli occhi.

  • Omofobia: paura delle persone omosessuali.

  • Ornitofobia: paura degli uccelli.

  • Pagofobia: paura del ghiaccio.

  • Panofobia: paura di tutto.

  • Papirofobia: paura della carta.

  • Parassitofobia: paura dei parassiti.

  • Partenofobia: paura delle vergini.

  • Patofobia: paura delle malattie.

  • Pediculofobia: paura dei pidocchi.

  • Pedofobia: paura dei bambini.

  • Peniafobia: paura della povertà.

  • Pirofobia: paura del fuoco.

  • Placofobia: paura delle tombe.

  • Plutofobia: paura della ricchezza.

  • Pluviofobia: paura della pioggia.

  • Pogonofobia: paura delle barbe.

  • Polifobia: paura per molte cose (insieme di fobie).

  • Potamofobia: paura dei fiumi.

  • Radiofobia: paura delle radiazioni.

  • Rupofobia: paura dello sporco.

  • Sciofobia: paura delle ombre.

  • Scolecifobia: paura dei vermi.

  • Scopofobia: paura di essere guardati.

  • Scopulofobia: paura degli scogli sommersi dal mare.

  • Scotomafobia: paura di diventare ciechi.

  • Scriptofobia: paura di scrivere.

  • Selenofobia: paura della Luna.

  • Sesquipedalofobia: paura delle parole lunghe.

  • Sessuofobia: paura del sesso.

  • Sfecsofobia: paura delle vespe.

  • Siderofobia: paura delle stelle.

  • Siderudromofobia: paura degli oggetti metallici in movimento.

  • Simmetrofobia: paura delle cose simmetriche.

  • Sinofobia: paura della Cina, dei cinesi.

  • Sociofobia: paura dei rapporti sociali.

  • Spigolofobia: paura degli oggetti spigolosi.

  • Stenofobia: paura degli spazi stretti.

  • Selacofobia: paura degli squali.

  • Tacofobia: paura della velocità.

  • Tafofobia: paura di venire sepolti vivi.

  • Talassofobia: paura del mare.

  • Tanatofobia: paura ossessiva della morte.

  • Taurofobia: paura dei tori.

  • Tecnofobia: paura della tecnologia.

  • Termofobia: paura del calore.

  • Tomofobia: paura dei tagli e delle operazioni chirurgiche.

  • Topofobia: paura di determinati luoghi.

  • Toxofobia: paura di essere avvelenati.

  • Traumatofobia: paura di ferirsi.

  • ricofobia: paura dei capelli.

  • Triscaidecafobia: paura del numero 13.

  • Tropofobia: paura di muoversi.

  • Uranofobia: paura del cielo.

  • Urofobia: paura dell'urina e di urinare.

  • Vaccinofobia: paura delle vaccinazioni.

  • Venustrafobia: paura delle belle donne.

  • Verbofobia: paura delle parole.

  • Verminofobia: paura dei germi.

  • Xantofobia: paura del colore giallo.

  • Xenoglossofobia: paura delle lingue straniere.

  • Xenofobia: paura degli stranieri.

  • Xerofobia: paura della siccità.

  • Xylofobia: paura degli oggetti.

  • Zoofobia: paura degli animali.


 

Anche se alcune di esse possono sembrare alquanto bizzarre o quantomeno singolari, questo lungo elenco fa comprendere bene quanto la paura sia diffusa nella mente umana e quanto tenda a condizionarci nelle nostre azioni quotidiane, in alcuni casi addirittura compromettendo la qualità della vita stessa.


 

   
 
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