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Autore: luvsam    04/09/2023    3 recensioni
“Quei poveri ragazzi, povere mamme”
“Tutta la comprensione di questo mondo, Brenda, ma io non ho mai voluto mandare i miei figli a Camp Oljato, quel posto è marcio fino al midollo”
“Lily, non mi dire che credi alle sciocchezze raccontate da quel pazzo?”
“Non le ha raccontate solo lui, negli anni altri hanno visto”
“Ma per favore, è una storia inventata”
“Sarà, ma i due bambini sono scomparsi proprio nella capanna dei ritratti, e poi sai come si dice, vox populi, vox dei”
L’istinto di cacciatore cominciò a vibrare e il giovane Winchester ebbe la sensazione che qualcosa non quadrasse in quella storia.
Genere: Avventura, Hurt/Comfort, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Bobby, Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
Capitoli:
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Mentre macinavano chilometri, Sam era caduto in un sonno agitato e non era quello che Dean sperava quando gli aveva proposto di mettersi comodo qualche ora prima.
Guardando in maniera alternata il volto contratto di suo fratello e la strada, non poté fare a meno di pensare che ai piani alti avrebbero potuto pure dargli una tregua ogni tanto. Sbuffò indispettito dal nuovo lamento e si chiese se dovesse fermarsi e controllare che il gigante stesse bene. Guardò l’orologio e sospirò.
Lakeshore era ancora lontana e se avessero voluto incontrare Frankie il giorno dopo, non potevano interrompere la marcia prima del tramonto. Appoggiò una mano sulla guancia di Sam e gli sembrò che la temperatura fosse okay, ma la cosa non lo tranquillizzava molto. Si voltò di nuovo a guardarlo e il rallentamento istintivo non piacque al bisonte su otto ruote dietro di loro, che frenò a sua volta.
Il suo autista strombazzò energicamente e di rimando Dean rispose con una lunga serie di parolacce.
Tutto quel rumore trascinò il passeggero dell’Impala fuori dal mondo dei sogni, o degli incubi, a seconda delle giornate, ma Sam decise di non riaprire gli occhi, voleva qualche minuto ulteriore di isolamento dallo sguardo indagatore di suo fratello. Non che non apprezzasse la costante cura che aveva nei suoi confronti, ma durante la sua crescita ogni tanto avrebbe voluto un po' di privacy, un concetto sconosciuto nel clan Winchester. Sempre insieme, sempre gomito a gomito, e questo ad un certo punto aveva creato non poche tensioni tra i due giovanotti, soprattutto quando il maggiore dei ragazzi Winchester era sceso in campo con le donne e per mesi era stata una scheggia impazzita, al punto che John era dovuto intervenire per la sua salute mentale.
Non che avesse una voglia matta dopo una caccia di avere a che fare con un Sam scontroso, che si lamentava del nuovo Dean, ma quella patata bollente era nelle sue mani. Non aveva spiegato la situazione “ormone impazzito” a suo figlio minore, anzi lo aveva zittito imponendogli di non entrare negli affari di suo fratello, né aveva messo dei paletti a Casanova. Gli aveva lanciato delle occhiate di intesa quando gli dava il disco verde e spesso gli aveva fatto scivolare qualche dollaro in più nel portafogli per gestire in sicurezza le sue libere uscite. Aveva sentito di doverglielo per tutto quello che gli aveva chiesto di fare da quando era piccolo e non aveva mai interferito nelle sue serate “galanti”, tranne che una volta a Duluth quando Dean aveva passato la notte tra grovigli di lenzuola e shottini con un’avvenente rossa di nome Alicia. In quell’occasione John aveva dovuto lasciare Sam addormentato al Motel 6 e andarlo a recuperare dopo che la stradale lo aveva chiamato e lo aveva avvertito che suo figlio maggiore si era accomodato in un muro con l’amata Impala.
L’incosciente si era messo alla guida nonostante fosse evidente che era ubriaco e la cosa aveva mandato l’uomo su tutte le furie.  Non aveva nulla da ridire sulle avventure con donne di passaggio, ricordava molto bene come il suo corpo si accendesse come un fiammifero all’età di suo figlio, e non poteva nemmeno dirsi un puritano sul bere, ma rischiare la vita a causa della testa annebbiata da sesso e alcool non era tollerabile. Per questo aveva atteso, rimettendo in sesto l’Impala, che l’idiota smettesse di vomitare, poi aveva fatto una puntata a Blue Heart e aveva lasciato Sam alle cure del pastore Jim. Era ripartito praticamente subito dopo e lui e Dean avevano avuto un weekend da uomo a uomo, in cui gli aveva fatto capire che aveva fatto una grande stronzata, e da allora divertimento sì, Impala nel muro no.
Ad un certo punto Sam sentì due dita di Dean toccarlo all’altezza della carotide e infastidito, decise di aprire gli occhi.
“Non sei il mio tipo, biondino”
Il giovane sorrise allo sfottò e rispose:
“Neanche tu, principessa”
“E allora perché non tieni le mani a posto?”
“Perché ti stavi lamentando e volevo capire se devo fermarmi”
“Davvero? Non me ne sono accorto”
“Stai bene comunque? Il mal di testa è passato?”
“Abbastanza”
“Dove siamo?”
“Ci stiamo avvicinando a Ash Fork”
Sam guardò fuori dal finestrino e scorse il cartello Devil's Hole provando un brivido.
“Che c’è?”
“Niente, il nome di quel posto è inquietante”
Dean annuì, poi guardò di nuovo la strada e disse:
“Pensavo di fermarci al tramonto e coprire il resto della strada domani mattina. Se te la senti, partiamo all’alba e ci presentiamo alla clinica”
“Se mi permettessi di guidare, potremo evitare di fermarci e…”
“Scordatelo”
“Sai che sei malato nel tuo attaccamento all’Impala? Non mi fai prendere il tuo posto, se non quando proprio non puoi farne a meno e questo non è normale. Mi hai insegnato tu a guidare e sai che non sono spericolato, quindi non vedo perché non ti fidi”
Il giovane non rispose continuando a tenere lo sguardo fisso davanti a sè e all’improvviso Sam ebbe un’illuminazione.
“E’ per le visioni?”
“Non dire stronzate”
“Ferma la macchina”
“Andiamo, piantala”
“Ho detto di fermare la macchina, cazzo”
Dean si morse nervosamente l’interno della guancia e decise di assecondare la richiesta. Accostò e un attimo dopo vide scendere suo fratello. Lo vide allontanarsi a piedi verso un campo, ma non lo seguì. Conosceva troppo bene Sam e sapeva che, quando era veramente arrabbiato, era impossibile parlargli, e poi, se proprio doveva essere onesto, non aveva molto da obiettare. Era vero che era morbosamente attaccato alla sua auto, ma era altrettanto vero che temeva l’arrivo di una visione mentre suo fratello era al volante. Avrebbero potuto farsi male, quindi gli era sembrato logico non metterli in pericolo inutilmente, ma come farlo capire a Sam senza ferirlo?
Lo osservò addentrarsi sempre più nel campo, poi lo perse dietro un gruppo di alberi e si chiese se suo fratello stesse prendendo il volo. Si impose di non muoversi e la sua pazienza fu premiata quando lo vide tornare sui suoi passi dopo un po'. Aspettò che si avvicinasse e quando furono faccia a faccia, si sentì trafitto dallo sguardo infuriato di suo fratello.
“E’ questa la verità, Dean, non ti fidi di me?”
“Non prenderla nel verso sbagliato, io volevo solo…”
“Volevi solo tenere all’angolo il mostro”
“Non dire cazzate, volevo solo evitare che ci schiantassimo da qualche parte”
“Sì, certo”-rispose Sam voltandogli le spalle per allontanarsi di nuovo.
“Okay, vuoi la verità?- disse Dean afferrandolo per un braccio-Ho una paura fottuta, Sammy, sono terrorizzato da questi tuoi poteri e da quello che mi ha chiesto papà. Ho paura che ti succeda qualcosa di brutto e che non riuscirò ad impedirlo. Sei contento adesso? Sei finalmente soddisfatto? ”.
Il giovane restò senza fiato, non era abituato al fatto che suo fratello maggiore si mostrasse così vulnerabile, e rimase ancora più sconcertato quando lo vide tornare nell’abitacolo, strappare le chiavi dal cruscotto e mettergliele rabbiosamente in mano.
“E’ questo che vuoi? Vuoi guidare? Prego, fallo, basta che la smetti con questo atteggiamento del cazzo, e fanculo se ci schiantiamo da qualche parte- urlò ancora Dean afferrando suo fratello e scuotendolo forte-  Capisco che sei spaventato, Sam, ma non puoi usarmi come il tuo sacco personale perché sto facendo del mio meglio. Lo vorrei tanto, ma non posso cancellare quello che è successo alla nostra famiglia quella notte, non posso cancellare la morte di Jessica e soprattutto non posso impedire che delle visioni ti pieghino in due per il dolore e ti facciano perdere i sensi. E se pensi che la tua vita sia una merda, non cercherò di convincerti del contrario perché è così, ma questo non significa che puoi arrenderti perché non te lo permetterò mai”
Seguirono lunghi secondi di silenzio, poi Sam abbassò il capo e Dean lo tirò in un forte abbraccio.
“Non sei solo, non lo sei mai stato”
“Mi dispiace”
“Lo so”
“Perché io? Perché?”
“Non ne ho idea, ma ascoltami bene perché non lo ripeterò più: noi due siamo e resteremo fratelli e io non ti abbandonerò mai. Mi hai sentito, Sammy?”
Il giovane annuì e mormorò:
“Hai ragione sulla guida, non so che cosa mi è preso”
“Forse si sta avvicinando il ciclo, Samantha, e ti senti un po' emotiva, ma ti voglio bene lo stesso”
Era di nuovo finita, anche quella crisi si era conclusa alla maniera di Dean e dopo poco i Winchester erano di nuovo in viaggio. Rimasero in silenzio per un po', poi una canzone alla radio li fece sorridere entrambi. Non l’avevano mai eletta come loro preferita, ma spesso la voce di Robert Plant aveva accompagnato qualche loro scorribanda e la musica rasserenò ancora di più gli animi.
“Ci fermiamo a Newberry Spring, faremo il resto della strada domani”
“Okay”
“Sam”
“Sto bene”
“Bene sul serio o bene alla Winchester?”
“Bene sul serio, il mal di testa è andato”
“E questo è l’aspetto fisico, ma mi interessa sapere se quel capoccione si è placato”
“Sì e ti chiedo ancora scusa per prima, mi dispiace davvero tanto”
“Non voglio le tue scuse, voglio che resti lucido e che mi consideri il tuo alleato numero uno”
Sam annuì, poi indicò al fratello un cartello, che annunciava la possibilità di soggiornare a prezzi modici al Rodeway.
“E’ perfetto, proprio quello che ci serviva. Hai provato a richiamare Bobby?”
“No”
“Alza il telefono e fagli un quadretto della situazione”
Dean rise forte per quella che considerava una battuta e di rimando il fratello rispose:
“E’pessima, terribile”
“Sei tu che hai il senso dello humor di un bradipo! Chiama Bobby, dai, vediamo il vecchio come se la passa”
“Okay”
Sam tirò dalla tasca il cellulare e compose il numero del Singer Salvage. Attese qualche secondo, poi dall’altra parte gli rispose l’inconfondibile voce del padrone di casa.
“Ehi, ragazzo, ce l’hai fatta a farti vivo. State bene?”
“Ciao, Bobby, e sì, siamo tutti interi. Aspetta, metto il vivavoce, siamo in macchina”
“Ave, matusa, le gambe ti reggono ancora?”
“Arriva alla mia età, Dean, e poi vedremo se farai ancora così lo spaccone”
Il ragazzo rise di nuovo e disse:
“Ciao, Bobby”
“Ciao a te, idiota! Posso sperare che questa telefonata sia per annunciarmi che state arrivando?”
“No, siamo lontani da Sioux Falls, stiamo andando in California”-rispose Sam.
Bobby si irrigidì alla menzione dello stato e si chiese perché diamine quel testone di Dean avesse acconsentito a dirigersi in quella direzione. Era passato un bel po' di tempo dagli eventi di Stanford, ma era convinto che il minore dei figli del suo defunto amico non ci avrebbe più messo piede.
“Sei ancora lì?”
“Sì, Sam, ci sono. Come mai state andando in California?”
“Stiamo indagando sulla sparizione di due bambini a Camp Oljato”
“La capanna dei ritratti, ne ho sentito parlare”
“Davvero?”
“Nel nostro ambiente le voci girano”
“Okay, spara, siamo in ascolto”
“Il nome Oljato deriva dal Navajo che significa "Luce stellare sulle acque" ed è un campo che ospita da generazioni decine e decine di scout. In origine però era un luogo poco frequentato, il posto ideale per tutti coloro che volevano starsene un po’ in pace.
Pare che, tra coloro che amavano la zona, ci fosse anche un certo Abram Stoke, un magnate californiano. Vi si ritirava almeno un paio di volte all’anno per scaricare la tensione degli affari e avendolo eletto a suo paradiso personale, acquistò ettari e ettari della zona. Si fece costruire la famosa capanna senza nessun tipo di comodità, perché, come diceva spesso, doveva ricordarsi da dove era partito, e tutto andò liscio fin quando una notte del 1846 si scatenò una terribile tempesta sulla High Sierra. Un fulmine colpì un albero e da lì partì un inferno di fuoco, che prese a divorare i boschi.
Stoke accorse e sovvenzionò una serie di interventi di autopompe, per evitare che le fiamme raggiungessero il suo rifugio, ma fu tutto inutile”
“Non ci trovo nulla di strano, è stato un evento naturale andato fuori controllo”
“Sì, Sam, ma il bello viene adesso. Nessuno sa perché, ma Stoke si lanciò tra le fiamme per raggiungere la capanna e non se n’è saputo più nulla”
“Le fiamme avranno bruciato il suo corpo”
“Forse, ma non è questa la cosa strana. Quando l’incendio fu finalmente domato, i pompieri cercarono il corpo di Stoke e si addentrarono nella boscaglia fino alla capanna. Beh, quando vi arrivarono, rimasero senza parole perché le fiamme l’avevano letteralmente scansata, non aveva subito alcun danno”
“Magari il vento avrà invertito la marcia del fuoco”-commentò Dean.
“Il vento può tracciare un cerchio perfetto, come quando si usa un compasso? Perché è questo che hanno trovato, la capanna al centro e un cerchio tutto intorno”
“Adesso sì che è strano”
“Esatto, ragazzi, e niente, e sottolineo niente, ha mai scalfito quella capanna”
“E i ritratti?”
“La prima volta in cui se n’è parlato è stato nel 1932 quando gli eredi di Stoke hanno messo in vendita la proprietà e alcuni periti sono andati a valutarla. Sono scomparsi anche loro nel nulla, dopo che uno della squadra ha comunicato alla centrale che erano entrati nella capanna e che faceva un freddo cane. Pare che abbia anche detto che sembrava di essere alla mostra di un pittore sfigato. Dopo la scomparsa della squadra nessuno degli eredi di Stoke ne ha voluto sapere niente, anzi sono stati ben contenti di cedere gratuitamente il rudere quando sono arrivati gli scout. In realtà neanche loro ne hanno fatto un granché”
“Se non interessa a nessuno, come mai la capanna è ancora in piedi?”
“In realtà avevano pensato di buttarla giù dopo i fatti del 1932, ma pare che sia considerata patrimonio culturale, o qualcosa del genere. Sta di fatto che è ancora lì e intorno a lei ruotano strane storie come questa. State attenti, ragazzi, ho un cattivo presentimento”
“E la vecchiaia, amico, si pensa sempre negativo ad una certa età”
“Se fai un’altra battuta sui miei anni, te la faccio pagare”
“Non mi fai entrare in casa?”
“Potrei farlo, ma sarebbe troppo poco e credimi, so essere molto creativo”.
Sam sorrise per lo scambio, poi prese la parola.
“Ignoralo, ti prego. Se non hai altro, ti salutiamo, stiamo arrivando al motel”
“Per ora è tutto e, Sam, sei sempre il benvenuto”
Dean rise ancora e disse:
“So che mi vuoi bene”
“Ciao, Bobby”
Dopo ancora qualche miglio l’Impala entrò nel parcheggio del Rodeway e i Winchester si fermarono per la notte.
   
 
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