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Autore: OmegaHolmes    09/09/2023    1 recensioni
"Salve e benvenuti nel “Second Coming 2.0”. Non abbiate paura, il vostro messia è pronto a donarvi la migliore delle esperienze per la vostra vita ultraterrena.
Se lo meriterete.
Altrimenti, ci dispiace, ma sarete dannati per l’eternità. Buona fortuna!"
Aziraphale è il nuovo arcangelo supremo e si sta impegnando duramente per apportare i cambiamenti che ha progettato dopo tanti anni sulla Terra. La concezione della Seconda Venuta, però non lo entusiasma, scoprendo ben presto che nemmeno l’eclettico Gesù ne ha davvero voglia e che il Paradiso è molto più freddo di quanto ricordasse.
O
Crowley decide di mollare tutto e darsi all’allevamento di capre, ritrovandosi per l’ennesima volta immischiato in eventi divini del quale non voleva davvero più fare parte.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Crowley, Metatron, Michele, Uriel
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Nota dell'autrice: E' stata una folle settimana e ricominciando lavorare, temo che il mio aggiornamento sarà settimanale, anche se la storia è completa.
Eccoci qui amici! Trattenete il fiato!


“Vieni con me…” sussurrò Aziraphale, restando ancora avvolto tra le lunghe braccia del demone.

“Non posso… Non posso lasciare le mie capre. E non c’è nulla che io possa fare con te, laggiù, temo che non finirebbe bene…” rispose calmo, prima di posare un lieve bacio tra i capelli biondi.

“Io lo riporterò indietro e poi tornerò da te…” rispose risoluto, alzando lo sguardo sull’altro: “Non mi interessa cosa accadrà, io voglio stare con te.” sorrise dolcemente al fulvo, prima che i due si divisero per tornare verso il cottage di Crowley, mano nella mano.

Gesù e Muriel avevano osservato tutta la scena dalla finestra e dopo un sorriso d’intesa, avevano fatto finta di non aver visto nulla, uscendo con calma dall’abitazione.

Crowley si era riposizionato saldamente gli occhiali sulla radice del naso, per non mostrare a nessuno quanto fosse felice in quel momento.

“Dunque…” si schiarì la voce Aziraphale, incapace di trattenere la gioia: “Gesù verrai riportato con me e Muriel in Paradiso… e poi” sorrise voltandosi a guardare Crowley con sguardo innamorato: “Io tornerò qui.”

L’uomo sorrise: “Molto bene, andiamo. Credo che abbia molte cose di cui discutere con Metatron.”

 

Con un schiocco di dita, all’interno del capanno della fattoria comparve il candido ascensore diretto al Paradiso.

Muriel e il messia s’incamminarono, mentre Crowley osservò per un ultima volta l’arcangelo che gli rivolse uno sguardo colmo di preoccupazione. Con un slancio il biondo si protrasse in avanti posando a fior di labbra un ultimo bacio che fece girare la testa al demone: “Torno presto. Non temere.”

Il fulvo l’osservò salire su quell’ascensore, con il nodo in gola e prima che le porte si chiudessero, mormorò “Addio, angelo.”

 

***

 

Per un individuo non abituato a lunghi viaggi come FurFur, fu assai complicato riuscire a giungere a destinazione. Una volta arrivato ad Edimburgo, infatti, fu colto dal più strano susseguirsi di sfortune. A quanto pare tutti i taxi risultavano occupati e i pullman in sciopero. Decise d’incamminarsi fino al porto per salire sul Traghetto, ma l’ultimo disponibile era appena partito e l’altro che compiva la stessa tratta, affondato il giorno prima in una mareggiata.

A estremi rimedi, compì il viaggio a bordo di un gommone che trovò lì vicino, rischiando più volte di finire inabissato.

Quando giunse sulle sponde delle Isole Shetland, il sole era già calato ed il buio lo stava avvolgendo. Decisamente di pessimo umore, giunse alla fattoria di Crowley a tarda notte, trovando quest’ultimo seduto all’esterno della sua veranda con un bicchiere di vino.

“Demone Crowley, finalmente ci rincontriamo.” esordì autorevole FurFur, sfoggiando un tono vittorioso.

“Ci conosciamo?” chiese dopo alcuni istanti il demone Crowley.

“Oh, ma smettila! Certo che mi conosci! Ci siamo visti due mesi fa nella libreria del tuo amico!”

“Oh… oh sì, tu sei…” fece finta di non ricordarsi il suo nome.

“FurFur.” ribattè seccato: “E sono il nuovo emissario sulla Terra, al tuo posto.”

“FurFur, è il nome di una delle mie capre.” mormorò Crowley, bevendo un sorso di vino: “Cosa posso fare per te?”

“Dov’è?” chiese secco.

“Chi? La capra?”

“Non la capra, idiota, Gesù, dov’è?”

“Io non conosco nessun Gesù.”

“Sì che lo conosci, è qui…” disse, mostrandogli la foto “Ho la prova che è stato qui. Stai collaborando con il Paradiso, non è così?”

“Non ho la minima idea di cosa tu stia parlando. Vuoi un goccio di vino?” chiese porgendogli la bottiglia.

“Oh, smettila con i tuoi giochetti. Lo annuso nell’aria, c’è odore di Paradiso qui. Sei scomparso dai radar, hai finto di litigare con il tuo amico e ora stai dalla loro parte. Allora, dov’è?”

“Beh, amico…” iniziò Crowley alzando le spalle: “Non so cosa tu abbia bevuto, ma qui non c’è traccia di alcun Gesù o chi altro. Fai un giro, non troverai nulla.” e così dicendo entrò in casa, sbattendogli la porta in faccia.

FurFur restò spiazzato: “Ehi! Ehi! Guarda che lo so di aver ragione! Hai idea di quanto abbia viaggiato? Ah, maledizione…” ringhiò, frustrato, iniziando a perlustrare il perimetro dell’abitazione, certo di trovare ciò che cercava.

 

***

 

Nel mentre che sulla Terra angeli e demoni davano la caccia al messia, in Paradiso due arcangeli avevano indagato sul conto di Aziraphale, trovando sul suo computer un paio di lettere compromettenti. Così, quando Michael e Uriel le mostrarono a Metatron, quest’ultimo non fu molto benevolo nella scoperta.

“Cosa dobbiamo fare, adesso?” chiese seriamente Uriel.

Il volto torvo dell’uomo anziano soppesò con calma le sue parole, prima di pronunciarle: “Trovate il demone Crowley e annientatelo. Definitivamente.”

I due arcangeli s’inchinarono e si ritirarono, pronti a compiere il loro lavoro.

 

***

 

Crowley aveva deciso di fare un giro alla stalla, prima di andare a dormire (azione non necessaria, ma che amava compiere come un vero umano). Era stata una lunga giornata e aveva bisogno di essere certo che le sue capre stessero bene. Ogni tanto, alla sera, amava mettere della musica per aiutarle ad addormentarsi e a produrre del latte migliore.

Era entrato nel recinto e le stava accarezzando una alla volta, quando un colpo secco alla nuca lo fece stramazzare a terra. Gli animali scapparono spaventati, lasciandolo coricato al suolo, confuso su cosa fosse accaduto.

“F-Furfur… ?” borbottò, cercando di rialzarsi, ritrovandosi di fronte invece due figure dagli abiti di sartoria celeste.

“Salve, demone Crowley.” lo salutò Michael, mentre Uriel lo prese di peso per farlo voltare.

“Cazzo…” bofonchiò il demone, cercando di pensare velocemente cosa fare.

Michael se ne stava a braccia conserte: “Sappiamo che continui a darci problemi. E non vogliamo che il nostro arcangelo supremo perda ancora tempo con te, vero? Quindi, siamo venuti a darti una scelta. Spada o acqua benedetta?” chiese, mostrando le due armi a disposizione nelle mani di Uriel.

Il fulvo deglutì, percependo la nuca gocciolare dal sangue per il colpo precedente: “… non dovevate scomodarvi… non ho nulla da offrirvi.” sorrise sghembo.

“Lo sai…” iniziò Uriel: “Credo che sia più tipo da spada.”

“Lo credo anch’io” rispose Michael, cingendola tra le mani, osservando la lama infuocata: “Pensare che questa un tempo apparteneva ad Aziraphale… chissà cosa penserà quando scoprirà che ti ha ucciso.”

Crowley, che era e restava un ottimista, iniziò a ridere, ridere profondamente: “Oh voi… voi lo sottovalutate sapete? Credete sempre che sia… sia un povero stupido. Ma alla fine vi fotterà… tutti quanti… potete uccidermi, potete farmi cosa volete, ma alla fine… ve la dovrete vedere con lui.”

Di tutta risposta Uriel gli diede un calcio nello stomaco, facendolo piegare dal dolore e Michael continuò: “Non se prima lo cancelliamo dal Libro della Vita… due problemi risolti. Ora sta zitto e lasciati uccidere.” sorrise crudelmente l’arcangelo alzando la spada verso l’alto.

Il fulvo, per qualche strano motivo, era pronto ad accettare il suo destino, troppo stanco per ribellarsi ancora. Da dov’era coricato poteva osservare la luci della stalla, ripensando alle nebulose che aveva creato, rivivendo a tutti i momenti vissuti con Aziraphale.

La lama stava per cadere sul suo petto, quando un colpo improvviso alle gambe dell’arcangelo le fecero perdere l’equilibrio.

Crowley si alzò sui gomiti, restando senza parole alla vista che gli si parò di fronte: le sue capre stavano attaccando i due arcangeli, con colpi di corna e lunghe rincorse.

La fedeltà dei suoi animali lo fecero trasalire, rialzandosi in piedi: “...riescono due arcangeli a sopravvivere alle...fiamme dell’inferno?” e così dicendo, a malincuore, diede fuoco alle pareti della stalla con un sorriso euforico sul viso.

“Andatevene, prima che sia troppo tardi!” urlò, ma la voce gli si strozzò in gola, quando vide Michael colpire una delle sue capre con la spada, ferendola mortalmente.

Il dolore che lacerò il suo cuore fu tale, da urlare e trasformarsi in un serpente mostruoso: “Come hai osssssato uccidere una capra innocente!” sibilò, strisciando attorno a loro, mostrando i denti sporgenti.

Uriel lanciò l’acqua benedetta, mentre Michael lottava con agilità cercando di colpirlo. Il grosso serpente si era avvolto attorno alle capre, cercando di proteggerle dalle fiamme e dalle brutalità dei due arcangeli.

Crowley iniziava a sentirsi debole a causa della trasformazione e sapeva che non avrebbe retto ancora per molto.

Poi, d’un tratto uno sparo lacerò l’aria, colpendo Michael alla spalla destra: dalla porta del capanno, la figura di FurFur svettava con il suo fucile in mano: “Non potete uccidere un demone senza una guerra in corso.” proferì l’uomo, ricaricando il fucile: “Ho molti altri colpi in canna, vi consiglio di andarvene. Immediatamente.”

Colte alla provvista dalla presenza del secondo demone, i due arcangeli scomparvero in un lampo di luce.

Con un ampio gesto il demone dai capelli grigi spense le fiamme e si recò in soccorso di Crowley che semplicemente cadde al suolo, privo di sensi.

  
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