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Autore: Slane999a    10/09/2023    0 recensioni
Un giovane ragazzo, con il padre cavaliere, si vanta che suo padre ha inventato il miglior stile di combattimento possibile, eppure non si è mai misurato con la realtà, quindi che dovrebbe succedere se sbattasse contro quel muro, chiamato realtà? [IN REVISIONE]
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Angolo dell'autore. >> Eccomi tornato. Come ho detto, questo scritto fa parte delle mie esercitazioni quotidiane, che svolgo cercando di creare una storia che posso piacervi. Sono sempre felice di ricevere del feedback, qualche parere o anche critica La storia verrà aggiornata giornalmente, tranne in caso di imprevisti. Inoltre rinnovo la mia notizia di voler creare un gruppo di scrittura con altri scittori, dove è posisbile condividere pareri e consigli. Infine mi scuso se sono presenti errori di grammatica oppure di ortografia, cerco di starci attento il più possibile anche con diverse letture. Detto questo vi auguro una buona lettura.




Gira la testa lontano da me.

<< Che vuole dire con era un cavaliere, padre? >> mette la mano sul tavolo. Spoglia del suo guanto, le sue dita sono ossute. Si gira verso di me, le labbra si aprono e chiudo nel silenzio.
<< Oggi sono stato convocato dal nostro signore. La vecchiaia mi ha preso figliolo, non sono più il combattente di una volta, e il signore lo ha notato, non mi farà più scendere in battaglia. >>
<< Cosa? Tutto ciò è impossibile padre, lei è il cavaliere più forte di tutta Lorgornia. Perché il nostro signore, ha preso una decisione del genere? >>
<< Non sta a noi, discutere le sue decisioni. Inoltre io ormai sono vecchio, non ti nascondo che fatica persino a tenere la mia spada in mano. >> per questo è posata la sopra? Non posso crederci può essere vero.
<< Ma sono fiero di lasciare un grande eredità a questo regno, una di cui sono orgoglioso. >> la sua mano mi tocca la spalla. Le dita ossute si piegano arrivando fino alla cima della spalla senza passare oltre.  
<< Padre… >>
<< Le hai notate anche tu? Neanche le mie dita sono forti come una volta. >>
<< Eppure potrebbero ancora dare una lezione molti soldati. >> ride.
<< Non ne sarei più così sicuro figliolo.  >>
<< Padre, la modestia è la qualità di un cavaliere, ma lei si sottovaluta. >>
<< Non è modestia, ho fatto il mio tempo. Sono vecchio per certe cose. >>
<< Signorino, mi spiace interromperla ma il bagno è pronto. >>
<< Vai figliolo, ci vediamo a cena. >> chino il capo e mi dirigo verso il bagno. L’acqua della vasca e piena e i fumi bianchi passano attraverso l’aria. Tolgo i miei vestiti e li metto sopra la panchina. Tolgo il nastro che ho nei capelli liberando la coda, i capelli mi toccano la spalla. Mi immergo, lasciando che tutto il corpo entri in quella piccola distesa d’acqua. Passo la spugna per tutto il corpo, la sfrego sui gomiti e le mani. I calli nelle mie mani vengono coperti dal sapone e poi scoperti dall’acqua ma rimangono, visibili e grossi su tutte e due le mie mani. Esco dalla vasca e mi lego un asciugamano nella parte bassa del corpo. Arrivo davanti la porta.
<< Quindi è vero che il signore non è più un cavaliere? >>
<< A quanto pare lo hanno allontanato dal campo di battaglia. Mi sa che non è più come una volta. >>
<< La vecchiaia può colpire chiunque, il nostro signore non ne erra immune. >> sbatto la porta.
<< Vecchio? Mio padre potrebbe fronteggiare interi squadroni tutt’ora, come vi permettete? >> balzano dalla sorpresa. Si girano verso di me, tengono entrambi il capo chino. Incrocio le braccia, osano parlare di mio padre senza essere puniti.
<< Andate a prendermi i vestiti, e non osate più parlare di mio padre in quel modo. >> spariscono dalla mia vista. Tornano con i vestiti in mano, ritorno in bagno e mi infilo la camicia. Mi sistemo quella matassa informe nera, che non posso chiamare capelli in questo momento. Esco dalla stanza, un servo mi aspetta. Andiamo alla stanza per mangiare, al centro del tavolo c’è un pezzo di montone. L’odore mi pizzica le narici, mescolato a delle spezie.
<< In perfetto orario, prendi posto a tavola forza. >> mi siedo accanto a lui. Prende una fetta e le mette nel piatto, il coltello si blocca alla superficie, la forchetta fa lo stesso, non potendo penetrare all’interno. Un servo arriva ad afferrare le posate e iniziare a tagliare la carne.
<< Il torneo è vicino, quest’anno potrai finalmente partecipare. >>
<< Insieme a un sacco di campagnoli. >>
<< Avversari, credimi. Il torneo non è facile, vedrai un sacco di avversari, agguerriti quanto te. Quindi stai attento e studiali più che puoi. >> non ho bisogno di studiarli, ho un stile perfetto.
<< Padre con tutto il dovuto rispetto, il torneo è più un adunata di campagnoli che vogliono essere cavalieri, ignorando le virtù che lo compongono. >>
<< Le virtù si imparano, e poi anche loro sono combattenti eccezionali, ne ho visto uno che combatteva con due spade, oltre a essere un arciere bravissimo, è stato un duello fantastico. Io stesso sono uscito vincitore per poco. >> uno stile totalmente inutile e scomodo, non posso credere che mio padre sia stato messo in difficoltà da questo.
<< Sono curioso di vedere il tuo risultato, ma la domanda è cosa vuoi chiedere? >>
<< Diventare un cavaliere. Tu stesso lo sei diventato dopo il torneo. >>
<< Non è l’unico modo per diventare un cavaliere. È un’opportunità. >> il servo finisce di tagliargli la carne in piccoli pezzi. Ne prende uno. Prendo un pezzo di carne. Si scoglie in bocca, lasciando che la spezia circoli fino al mio naso. La forchetta di mio padre trema, avvicinandola alla bocca. Sparisce dietro la forchetta, la cena ormai è fredda, e un bruciore allo stomaco decide di non volermi lasciare.
   
 
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