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Autore: Slane999a    09/09/2023    0 recensioni
Un giovane ragazzo, con il padre cavaliere, si vanta che suo padre ha inventato il miglior stile di combattimento possibile, eppure non si è mai misurato con la realtà, quindi che dovrebbe succedere se sbattasse contro quel muro, chiamato realtà? [IN REVISIONE]
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Angolo dell'autore >> Questa storia è frutto delle mie esercitazioni per migliorare, quindi vi pregherei di lasciare un feedback dove è possibile. Inoltre sto cercando di aprire un gruppo di scrittura, dove è possibile scambiarsi pareri e consigli tra scrittori. Ma detto questo vi lascio alla scrittura e mi scuso per possibili errori di grammatica o ortografia.

 

Gadir mi carica di davanti, la spada puntata verso di me. Pensa di star brandendo una lancia forse? Mi sposto di lato, trafigge l’aria. Sferro un fendente verso l’alto contro di lui. Si gira, incrociando le nostre spade. Spingo la mia spada contro la sua, mi sposto e lo colpisco alle gambe. La faccia gli bacia il terreno, gli punto l’arma in faccia. Il resto degli altri allievi sta radunato intorno a noi.

<< Ti arrendi non è così? >> pesto il piede sulla spada.  Alza la testa verso di me, gli rivolgo un sorriso.

<< Questo meriti per un combattimento inefficace, sei andato alla carica, pensavi forse di brandire una lancia? Non vedo cavallo con te. >>

<< Hai vinto, non ti basta? O devi continuare a fare l’idiota? >>

<< La mia non era idiozia, era un consiglio. >> ma a quanto pare è troppo difficile da capire per gente come lui.

<< Non ha del tutto sbagliato Gadir, hai attaccato a testa bassa, come se non dovessi temere niente e non hai osservato il tuo nemico. >> menomale che il maestro mi dà manforte, non capirebbero se non ci fosse la voce dell’esperienza a parlare.

<< E tu Orgoglius, il tuo movimento lascia a desiderare, così come impugni la spada… >> critiche a me, come se avessi perso. Non possono certo spettare critiche ai vincitori.

<< E infine dovresti reagire diversamente in base a cosa fa il tuo avversario. >>

<< Tutti consigli utili maestro, ma suppongo si sta facendo tardi oggi. Dobbiamo tornare a casa, no? >> il sole si divide all’orizzonte in due parti. Scuote la testa.

<< Parole al vento tornate a casa, domani ci alleneremo presto. Manca poco al torneo, ricordatevelo. >> il torneo. Il periodo dove tutti sono sempre esaltati, eppure hanno poche possibilità di vincere se il loro livello è quello di Gadir.

<< Spero questo anno di poter vincere. Mostrerò a tutti cosa sono in grado di fare. >>

<< E allora perché non ti impegni Gadir? >>

<< Io mi impegno, e sono convinto che quest’anno potrò vincere al torneo. Mio padre mi ha insegnato il suo stile. Vedrai al torneo come ti umilierò davanti a tutti, sarai sporco di fango come un maiale la mattina presto. >> che volgarità. Eppure non mi sorprende, da uno come lui.

<< Quanta presunzione, mi spiace però ho uno stile che fa imbarazzare tutti gli altri. >>

<< Ricordalo, io vincerò. Sarai tu a perdere. >>

<< Non ho interesse a misurarmi con uno stile più debole, e in tutta onesta non ho così tanta voglia di partecipare al torneo. Sapendo che ci sono lottatori capaci quanto te. >>

 Gli do le spalle, sole comincia a farsi inghiottire dalla notte. Scatto verso casa. Certo che hanno veramente un bel coraggio a voler partecipare al torneo, eppure non sono dei grandi lottatori, come si può riporre fiducia in stili così deboli? Il servo sta davanti casa, mi apre il cancello.

<< L’addestramento com’è andato signorino? >>

<< Benissimo, mio padre è già in casa? >>

<< Certamente il signore l’attende nella salone. Ma prima potrei consigliarle un bagno. >> mi muovo verso casa. Il leone dorato mi accoglie, stando al lato di casa. Fiero ma aggressivo nella sua posizione, non mi stancherò mai di vederlo. Entro, i servi si inchinano, lascio le mie scarpe all’entrata, uno di loro si avvicina dandomi le scarpe per casa. Lo supero e vado dritto nel salone. Papà sta davanti il camino spento, tiene la testa alta a fissare le sua spada dorata del leone, sta sopra il camino, incorniciata.

<< Padre, ho fatto ritorno dall’allenamento. >> tengo il capo chino, mi stropiccia i capelli.

<< Sporchi e scombinati, hai i miei stessi capelli neri, dovresti curarli di più, potevi lavarti prima di incontrarti.>>

<< Salutarti dopo i miei allenamenti era più importante, padre. >>

<< Un cavaliere dovrebbe sempre mostrarsi, pulito e ordinato davanti al suo signore. >>

<< Ma la sua spada, dovrebbe essere pronta per difenderlo anche se dovesse arrivare in calzoni. >> ride, il petto gli si gonfia.

<< Siediti e raccontami della giornata. >> prendo posto accanto a lui.

<< Abbiamo fatto pratica di scherma, non ho avuto problemi con il suo stile padre. Ho sconfitto i miei avversari. Anche se più che avversari correvano agitando la spada qua e là >> i nostri sguardi si incrociano. Prendo una posizione dritta facendo scricchiolare la sedia.

<< Sbadati quanto vogliono, ma sottovalutare un uomo armato è un errore da non commettere. >>

<< Non ho sottovaluto l’avversario, ma il suo stile padre è il migliore che c’è. È frutto di esperienza difficile non poter vincere usandolo. >>

<< Il mio stile, spero di poterlo vedere migliorare ancora grazie a te. >>

<< Certo che si padre, mi allenerò ogni giorno ma è già perfetto così com’è. >>

<< Quando stavo sui campi di battaglia, il mio stile ha salvato molte vite. Ricordalo, serve a proteggere gli altri. È stato molto utile, quando ero un cavaliere. >>

<< Era? >>

   
 
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