Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Black Beauty    11/09/2023    4 recensioni
AU – Silente concede la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure a Tom Riddle, aspirante Signore Oscuro. Peccato che nessuno gli abbia detto del corso obbligatorio di educazione sessuale che rientra tra le sue mansioni.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy, Rabastan Lestrange, Rodolphus Lestrange, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Rodolphus/Bellatrix
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto, Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

N.B. Mi dissocio dalle idee maschiliste degli uomini di questa storia. Le opinioni sono quelle dei personaggi (noti per essere personcine… non proprio politicamente corrette, ecco) e non quelle dell’autrice. Per di più, mi scuso in anticipo per l’altissimo livello di trash. Vi voglio bene anche solo se leggete.

 

 

 

Hogwarts, 1968

 

Domando scusa?

“Educazione sessuale, sì.”

Tom Riddle – il professor Tom Riddle, docente di Difesa Contro le Arti Oscure – chiuse gli occhi per un lungo istante per poi fissarli sulla piccola Fanny, che quel giorno era un batuffolo di piume scarlatte, poco più grande di un’arancia.

“Non metto in dubbio… l’utilità di certi insegnamenti, né le… sagge decisioni del Consiglio di Amministrazione, e tuttavia mi domando cosa c’entro io. Hogwarts ha un’infermiera. Personale sanitario qualificato-”

“La cui opinione professionale è che siano i Direttori delle rispettive Case, indiscussi punti di riferimento dei loro studenti, a tenere queste lezioni.”

Riddle strinse gli occhi e la mandibola, e tutte le ossa del suo cranio protestarono.

Non era lui il Direttore della Casa di Serpeverde. Eppure l’idea che a occuparsene fosse il vecchio Lumacorno, che usava termini come folleggiare, bagordare e bisbocciare, era palesemente ridicola. 

Lo sapeva lui, e lo sapeva pure Silente, che lo stava fissando con un luccichio negli occhi che alcuni avrebbero definito amichevole, bonario, affabile e che invece poteva essere descritto solo come sadico.

“Molto bene” riuscì a dire Tom, i denti talmente serrati da rendere le parole pressocché incomprensibili.

 

 

Maschi e femmine insieme. Tutti gli anni dal quarto al settimo, insieme. Non avrebbe ripetuto l’esperienza due volte. Una sola – esaustiva, scientifica – sessione della durata di un’intera giornata sarebbe bastata, e in caso contrario se la sarebbero fatti bastare comunque.

Tom entrò in Sala Comune con cinque minuti di anticipo e la prima cosa su cui posò lo sguardo gli fece salire la pressione alle stelle. “Black, Lestrange! Esigo decoro dai miei prefetti!”

Bellatrix Black, che fino a quel momento era stata seduta in braccio a Rodolphus Lestrange, impegnata nel pulirgli le tonsille con la lingua, scattò in piedi con il volto scarlatto.

“Mi perdoni, signore” disse mortificata, gettando uno sguardo all’orologio da camino. Non ci voleva un Legilimens per intuire che avesse progettato di staccarsi dal fidanzatino prima che Tom potesse vederla.

“Lestrange, levati quel sorrisetto idiota dalla faccia prima che io tolga venti punti a Serpeverde.” Ad ogni modo, gli sarebbe scomparso molto presto: non appena il professor Riddle entrava nella stanza, Bellatrix sembrava dimenticarsi completamente della sua esistenza.

Al suo ingresso era giustamente calato il silenzio, ma ciò non rendeva quel branco di lavativi a cui insegnava – e questi erano quelli puri e promettenti, figurarsi gli altri! – più disciplinati. O tollerabili.

Lestrange piccolo, seduto su un divanetto poco lontano, si spenzolava verso Andromeda, che si tirava impercettibilmente indietro e il cui sguardo continuava invece a saettare verso Rodolphus. Malfoy era comodamente sprofondato in poltrona come un piccolo lord e guardava con un sorrisetto superiore Carrow, Crabbe e Goyle che ridevano come imbecilli attorno a una copia di Playwitch. Evan Rosier, del settimo anno, era seduto a terra con il busto contro il divano e un polso casualmente appoggiato al ginocchio flesso. “Che buffonata” disse, reclinando la testa all’indietro per parlare all’amico Wilkes, “Non c’è niente che Riddle può spiegare che io non sappia già fare alla perfezione.”

E giù a ridere come mentecatti.

Solo pochi anni, pensò Tom respirando profondamente. Inspira. Espira. Solo pochi anni e sarò il Signore Oscuro, non Riddle, e voi tutti mi bacerete la veste e striscerete ai miei piedi.

Accio rivista. Rosier! Siediti come si conviene a un mago del tuo rango o hai forse deciso di fingerti un elfo domestico?”

Quello trasalì e prese posto poco distante, scacciando brutalmente dei ragazzini di quarto con un solo ringhio. Il professor Riddle ignorò platealmente questo atto di bullismo: era un grande sostenitore della legge del più forte.

“Come tutti voi già saprete, sfortunatamente quest’anno la scuola ha apportato delle modifiche al suo curriculum. Mi spetta pertanto l’ingrato compito di insegnare a voi tutti le basi di una corretta e utile”, le sue labbra tradirono il più lieve dei sospiri, “educazione sessuale.”

Qualcuno fischiò.

“Dieci punti in meno per Serpeverde” disse Tom pigramente. Agitò la bacchetta e subito ogni studente si ritrovò in mano una pergamena con dettagliati disegni anatomici, provvisti di etichette.

Bellatrix Black si era prevedibilmente piazzata su uno sgabello basso – il più vicino a dove stava in piedi lui – e i primi due bottoni della sua camicetta erano slacciati. Stava giocando col terzo, avendo cura di guardarlo negli occhi il più possibile.

Riddle irrigidì la schiena e alzò il mento. Una volta, durante i suoi anni sul continente, era caduto nella tana di una femmina di Panciasquamato Ucraino. Non poteva essere peggio di quello. “Prima parte di questa lezione: anatomia umana.”

 

Come c’era da aspettarsi, le cose andarono liscissime durante la sua spiegazione dell’anatomia maschile, nonostante le risatine quando entrò nel dettaglio sulle meccaniche dell’erezione e – Cristo in croce, perché tutte a lui? – della disfunzione erettile.

“Pozioni antidepressive, allucinogeniche, alcol e droghe ricreative”, Otto Wilkes rimpicciolì sotto il suo sguardo tagliente, “sono tutte cause di disfunzione erettile. Un abuso di queste sostanze può portare a inabilità a innescare oppure a mantenere un’erezione. Ricordo inoltre a tutti voi che l’uso delle ultime tre è severamente vietato all’interno delle mura scolastiche.”

Amycus Carrow si era fatto improvvisamente molto pallido.

“Ora spenderemo due parole sulla prostata.”

Fu un argomento di grande successo, con suo sommo scontento. I genitori purosangue di questi rampolli purosangue gli avrebbero mandato uno stormo di gufi indiavolati, un qualche centinaio di Strilettere a testa. Lui, per parte sua, aveva già deciso di inoltrarle tutte ad Albus Silente. Se la vedesse lui con Roland e Margot Lestrange dopo che Rabastan, interessatissimo, aveva alzato la mano e aveva chiesto “Dunque è per quello che gli invertiti se lo fanno mettere- voglio dire, hanno… rapporti… anali?”

Dopo cinque minuti spesi a calmare gli studenti (Rodolphus aveva iniziato a formulare una maledizione decisamente illegale alla volta di MacNair, che se n’era uscito con un “Ho sempre saputo che fossi una checca, Lestrange”), Tom fu costretto a spiegare, con la mandibola avvitata, che sì, è per quello; la prostata è una zona altamente erogena negli uomini, invertiti e non.

“Ma signore” aveva domandato Narcissa, arrotolandosi una ciocca dorata attorno a un dito, “come si fa a… dare piacere a un uomo in quel modo, se si è una donna?”

Tom l’aveva fissata per tre secondi buoni, tra le risatine varie. Anche Rabastan si era girato verso di lei, talmente veloce che si era sicuramente stirato un tendine nel collo.

Narcissa aveva scambiato la sua espressione abbacinata per una confusa, per cui aveva elaborato: “Voglio dire… Se un uomo si sposa con una donna… un appropriato matrimonio purosangue, come dovrebbe essere… come fa lei a…?”

Tom aveva continuato a fissarla, per poi rinvenire e abbaiare: “Signorina Black, lei non è dal quarto anno in su… che cosa diavolo ci fa qui?”

Gli occhi chiari di Narcissa guizzarono sospettosamente verso Malfoy, che non se ne accorse o fece finta di niente. Tom si augurò di aver visto male. Ai suoi tempi i primi baci si davano al settimo anno. Tutti questi ragazzini erano decisamente troppo precoci per i suoi gusti. 

Per qualche oscuro motivo, il suo cervello gli disse di prendersela con Bellatrix: “Cosa dovrei pensare di un prefetto che non si accorge nemmeno che sua sorella tredicenne è nella stanza, nonostante non le sia consentito? O forse le signorine Black ritengono di essere al di sopra delle regole della scuola?”

Bellatrix, che Narcissa non l’aveva notata proprio, impegnata com’era a tastare i bicipiti di Rodolphus prima e a pendere dalle labbra di Tom dopo, lanciò uno sguardo tremendo alla sorellina. Riddle proseguì freddamente: “Lo ritengo un suo fallimento personale, signorina Black. Meriteresti una punizione.” Si rese immediatamente conto del suo errore.

Pessima, pessima scelta di parole, Tom. 

Tom era un Legilimens di immensa abilità. Talmente tanto che talvolta usava i suoi poteri automaticamente, per riflesso. Poco dietro agli occhi scuri di Bellatrix Black, nella sua mente calda e dischiusa, si annidavano certe fantasie vaghe ma decisamente inappropriate su tutto quello che sarebbe potuto succedere in punizione. Tutte le cose che lui avrebbe potuto spiegarle. Sulla magia oscura (Tom sorrise internamente) o magari sul sesso (Tom sobbalzò), o magari su entrambi contemporaneamente (Tom ebbe un flash di Bellatrix piegata su un banco con la gonna alzata, e si augurò vivamente che fosse stata lei a immaginarlo, non lui).

“…Ma non- non è il caso. Err. Signorina Black – Narcissa – fuori. Venga a trovarmi nel mio ufficio stasera, abbiamo una chiacchierata importante da fare.”

 

Spiegare l’anatomia femminile fu tragico. E Tom aveva lasciato il peggio per ultimo.

Nella sua vita, Tom Riddle aveva:

  1. Trovato e aperto la leggendaria Camera dei Segreti, facendosi amico di un Basilisco millenario nel frattempo

  2. Creato tre Horcrux, rendendosi a tutti gli effetti immortale, e ne aveva in programma altri tre

  3. Viaggiato in lungo e in largo per il mondo, duellando maghi e streghe oscure di tutte le risme e affrontando innumerevoli creature magiche.

  4. Creato il Marchio Nero, un incantesimo di una tale complessità che lui stesso a volte si fermava nel bel mezzo della sua giornata e si faceva pat-pat sulla spalla da solo per la propria genialità

  5. Ucciso una nutrita schiera di persone senza prendersi la colpa nemmeno di una

  6. Imparato a volare senza una scopa

  7. Appreso come possedere similmente maghi, Babbani e creature magiche

E molto altro ancora. Tuttavia, nulla di tutto ciò gli risparmiò l’indecoroso compito di pronunciare la seguente frase: “Chi di voi sa che cos’è il clitoride?”

Non sapeva se fossero peggio gli sguardi vacui dei maschi o delle femmine.

“Nessuno? Nemmeno le ragazze?”

In mille anni da che era lì, nella Sala Comune di Serpeverde non c’era mai stato così tanto silenzio. Se non fosse che l’alcol era la panacea di uomini minori e che lui era Lord Voldemort, che una volta aveva trafugato la cripta di Vlad Dracul in Transilvania, avrebbe volentieri richiamato a sé una bottiglia di whisky. “Dunque…”

 

“E… a cosa serve di preciso?” chiese Rodolphus cinque minuti dopo, scoccando sguardi interessatissimi a Bellatrix, che invece non aveva occhi che per il professor Riddle.

“Si tratta di un organo coinvolto unicamente nel piacere sessuale femminile.”

Malfoy aveva alzato la mano. “Quindi non serve per produrre figli.”

“Non direttamente, no. Tuttavia, signor Malfoy, troverai in futuro che una partner soddisfatta sarà più propensa ad avere rapporti con te, aumentando di conseguenza la probabilità di fornirti un erede” commentò Tom, asciutto.

“Be’, ma non importa molto se è soddisfatta. Cioè, tecnicamente, deve godere solo l’uomo per riprodursi. E se una è tua moglie deve venire a letto con te per forza, no?” In un singolo colpo, Amycus Carrow si ritrovò al centro delle occhiatacce di tutte le streghe presenti, come un tremendo fuoco incrociato.

“Tecnicamente” disse Riddle, pigramente.

“Parliamo di questo!” sbottò Andromeda Black. “Parliamo del fatto che lo stupro non viene considerato stupro dal Tribunale magico se avviene all’interno del matrimonio.”

“Se per questo nemmeno da quello babbano, signorina Black.”

“Parliamo del fatto che se un uomo ha rapporti sessuali prima del matrimonio nessuno lo vede come un problema – anzi, viene incoraggiato – ma se a farlo è una donna, allora…” Non riuscì nemmeno a finire la frase che la Sala Comune parve esplodere: ognuno voleva dire la sua.

Una volta aveva nuotato con le orecchie piene di cera in una laguna infestata da Sirene, resistendo alle loro promesse di conoscenza infinita (altamente desiderata) e di baci al sapore di trota (meno desiderati) e riuscendo per un pelo a non farsi trascinare sul fondo. Questo è niente, si ripeté Tom.

Dalla sua bacchetta partirono tre scoppi in rapida successione: bang – bang – bang.

“Costringetemi a rifarlo e toglierò centocinquanta punti a Serpeverde, cosa che non mi auguro per il vostro bene. Il professor Lumacorno sarebbe tremendamente addolorato se la Coppa delle Case dovesse essere rimossa dal suo ufficio e io sarei… deluso.”

Voleva dire: soffrirete come pochi prima di voi.

Quelli si calmarono.

Tom sbirciò il prossimo punto della scaletta per la lezione di quel giorno: il consenso. Silente insisteva che fosse doveroso parlarne. Tom l’avrebbe volentieri saltato in favore della parte pratica. Un mago tenta di usarti violenza sessuale? Il professor Riddle era più che disposto a insegnare alle proprie studentesse l’Incantesimo Tagliatesticoli che aveva appreso in Persia. È magia oscura!, aveva esclamato la McGranitt, impietrita. È legittima difesa, aveva scrollato le spalle Tom, e io sono il professore di Difesa eccetera.

“Confido che abbiate tutti quanti compreso le basi dell’anatomia. Rosier!”, quello scattò sull’attenti mentre Riddle batteva la punta della bacchetta sulla lavagna dietro di sé. “Che cos’è questo? Non guardare le risposte.

Li interrogò brevemente e tutto sommato avevano capito.

“Bene. Siete… Accettabili. Perciò, passiamo alla seconda parte della lezione: comportamenti e atti sessuali.”

Un giorno le persone non oseranno pronunciare il mio nome per il terrore che ispirerò loro. Un giorno, molto presto.

“Per la gioia della signorina Black, parliamo di consenso.”

Il dibattito fu più interessante del previsto, se non altro perché Tom riscontrava un cambiamento nello zeitgeist rispetto a quando era stato lui stesso uno studente di Hogwarts. Queste nuove streghe degli anni ’60, capitanate da Andromeda Black, facevano discorsi che avrebbero fatto impallidire le loro nobilissime madri.

“Secondo te, quindi, se una strega si veste come una sgualdrina di terza categoria, si ubriaca come un Troll e poi segue tre uomini in un vicoletto buio, non è colpa sua! Ma andiamo!”

“Non sto dicendo che non vada applicato il buonsenso, ma nessuno, nemmeno una strega in quella situazione, se la sta cercando!”

“Non sono d’accordo” intervenne Evan.

Figurarsi!” soffiò Andromeda.

“Insomma, cara cugina, se io – noto tifoso dei Falmouth Falcons – mi getto tra le tribune dei Montrose Magpies dopo che gli abbiamo fatto il cu-”, incrociò lo sguardo del professor Riddle, “voglio dire, dopo una nostra vittoria, poi non mi posso lamentare se finisco al San Mungo.”

“E invece no! Non sono autorizzati a farti del male solo perché la loro squadra ha perso!”

“Sei una povera illusa, Black” disse Wilkes, scuotendo la testa.

“È fuori dal mondo, ecco cos’è.”

“Lei cosa ne pensa, professore?” chiese una brunetta in tono svenevole. Bellatrix la fulminò con uno sguardo spietato.

Tom, che delle regole di Silente sul mantenersi obiettivi e neutrali se ne infischiava altamente, rispose: “Tendo a pensarla di più come Rosier e Wilkes. Scoprirete presto, tutti quanti voi, che la vita non è giusta. Il mondo è un luogo squallido, abitato da omuncoli meschini; il pesce grande mangia il pesce piccolo, il simile si accanisce sul proprio simile solo perché può, e sarà sempre così perché è sempre stato così.”

Lord Voldemort era dell’opinione che c'erano pochi piaceri, nella vita, paragonabili al tenere un’intera platea in palmo di mano.

“Ergo, è fondamentale che sappiate difendervi. L’Incantesimo Tagliatesticoli…”

Seguirono dieci minuti di spiegazione, costellata da espressioni di pura desolazione sulla faccia di ogni maschio presente.

“…Così sapete cosa fare, nel caso un mago tentasse di costringervi. Molto bene, voltando pagina-”

“Professore” venne la voce insolitamente morbida di Bellatrix.

“Hai una domanda sull’incantesimo, Bella?”

“No, la mia domanda è di natura più accademica” disse lei, con gli occhi che luccicavano per l’uso – involontario, del tutto involontario – del suo nomignolo. “Esistono dei casi meno definiti, no? Sono decisamente più interessanti da discutere. Ad esempio, la Pozione Polisucco. Facciamo caso che Roddie rubi una ciocca dei suoi capelli, professore, e tentasse di venire a letto con me… io ovviamente accetterei… sarebbe stupro o no?”

L’intera Sala Comune stava ridendo sguaiatamente. Tutti tranne Rodolphus, che sembrava appunto una vittima dell’Incantesimo Tagliatesticoli.

“E se poi io dovessi rimanere incinta, il bambino sarebbe mio e di Roddie? O mio e suo?”

Il castello parve tremare alle fondamenta per gli ululati dei Serpeverde. Rabastan stava piangendo dalle risate, rosso in viso come una Ricordella attivata, Evan era di nuovo scivolato giù dal divano, persino Malfoy si teneva la pancia. Andromeda scoccava occhiate dispiaciute a Rodolphus, che era livido.

Tom sentì una vampata di calore salirgli su per il collo. I Signori Oscuri non arrossiscono, i Signori Oscuri non arrossiscono!

Inspira. Espira.

“Questa è una domanda molto intelligente, signorina Black, per quanto posta in modo… inappropriato” enunciò a voce alta, al di sopra delle risatine che ancora aleggiavano nell’aria. Si sarebbero quietati per forza, sapevano benissimo di non dover parlare quando stava parlando lui. “La Pozione Polisucco modifica solo l’aspetto di un mago o una strega e ha in sé un carattere temporaneo, come la maggior parte delle Trasfigurazioni.”

Sarebbe immensamente più facile spiegarvelo se sapeste che cos’è la genetica, pensò Tom sconsolato.

“È proibito prenderla durante una gravidanza, per motivi che ovviamente potete immaginare. Per quanto riguarda gli uomini, la durata massima di questa pozione è dodici ore, dopodiché deve essere nuovamente assunta – questa è, a tutti gli effetti, una seconda e distinta trasformazione. Poiché servono più di dodici ore per produrre sperma fertile è impossibile mettere incinta una strega quando la si assume.”

Nessuno rideva più. Lo stavano guardando tutti meravigliati.

È perché nessuno di voi legge Il Pozionista Pratico, maledetti piccoli ignoranti.

“Per quanto riguarda lo scenario immaginato dalla signorina Black, non essendo io un legale non saprei bene cosa dire. Per come conosco il nostro sistema giudiziario, con grande frustrazione della nostra Andromeda, presumo che sarebbe difficile classificarla come violenza sessuale, se… Roddie non le avesse usato violenza fisica, miss Black. Forse avrebbe diritto a una compensazione per danni emotivi.”

“Ma questo non è giusto!”

“Quello che non è giusto, Andromeda, è che il corpo del sottoscritto sia stato assoggettato alle turpi fantasie del nostro Roddie, eppure nessuno viene qui a offrirmi un risarcimento.”

Tom scosse la testa, fintamente addolorato, mentre Rodolphus si faceva talmente piccolo da dimezzare la propria notevole statura. Era una magra soddisfazione: il solo pensiero dello scenario ipotizzato da Bellatrix era abbastanza da dargli il voltastomaco. Sarebbe stata una violazione indegna del suo corpo.

E quei due piccoli pervertiti sono in grado di farlo sul serio… Forse è il caso di diventare pelato…

“Andando avanti-”

“Professore?”

Tom sospettava che i suoi denti sarebbero stati ridotti per metà in polvere a forza di digrignarli. “Sssì, Bellatrix?

“Mi chiedevo degli altri casi: l’Incantesimo Confundus, l’Amortentia”, la sua voce si ridusse a un sussurro, “la Maledizione Imperius.”

Nonostante tutto, Tom sentì parte della tensione lasciare il suo corpo. Per quanto terribilmente sfacciata, Bellatrix era una di quegli studenti che rendeva l’insegnamento piacevole. Una di quelli che faceva domande intelligenti sui suoi argomenti preferiti, che poi erano sempre casualmente le Arti Oscure, che era genuinamente curiosa. Le sue (comunque rare) punizioni si trasformavano quasi sempre in dibattiti su questo o quell’altro tema, e forse era stata colpa sua se adesso la ragazzina era infatuata. Non aveva fatto nulla per troncare quella cotta alla radice, riservandole anzi un trattamento di palese favoritismo da quando aveva passato i suoi G.U.F.O. con il massimo dei voti, da quando l’aveva ammessa al suo piccolo club di duello serale, quello riservato ai suoi studenti più promettenti, da quando aveva risposto alle sue lettere per tutta l’estate…

“Hai intenzione di violentare qualcuno, Bella?”

Gli angoli della bocca scarlatta di Bellatrix s’incurvarono gradevolmente all’insù. “Chi lo sa, professore.”

La voce di Lumacorno gli risuonò inspiegabilmente nel cervello: Chi è colpa del suo male, Tom vecchio mio…

“Di nuovo, la Giurisprudenza Magica non è la mia area di interesse. Posso dirvi con certezza che l’uso della Maledizione Imperius su chicchessia per qualunque motivo equivale a una permanenza estesa dietro le sbarre di Azkaban… se venite scoperti, ovviamente.” Il sorrisetto carismatico che stava rivolgendo loro si trasformò in una smorfia. “Per quanto riguarda l’Amortentia, o un’altra pozione d’amore di simile natura, come tutti voi ben sapete, fino a relativamente poco tempo fa era pratica comune in alcune delle nostre più antiche e illustri famiglie convincere una strega al matrimonio in una tale maniera. Per la gioia della nostra signorina Black, la legge è diventata più severa in merito.”

Andromeda, sentendosi chiamata in causa, fece una faccia che voleva dire per lo meno. Non guardava il professor Riddle, però. Il suo sguardo più biasimevole era interamente riservato a Rabastan, che si era allungato verso il fratello e gli amici borbottando “Bei tempi.”

L’utilizzo – presunto utilizzo, come ci tenevano a sottolineare loro – di Amortentia e Maledizione Imperius nella famiglia Lestrange era diventato talmente comune negli ultimi secoli da essere una tendenza preoccupante: una volta che la strega in questione era rimasta incinta si procedeva immediatamente con un matrimonio riparatore, indipendentemente dalla volontà della suddetta.

“Per quanto riguarda l’Incantesimo Confundus, non è considerato Magia Oscura di per sé, perciò non viene punito dalla legge. In ogni caso, vi raccomando – come diceva un mio ex compagno di dormitorio – vigilanza costante. E se il peggio dovesse accadere, l’incantesimo che vi ho insegnato precedentemente può essere utilizzato anche per vendetta… Ovviamente, non lo avete sentito da me.”

Parecchie giovani streghe sospirarono davanti al suo tono malizioso e al suo sorriso furbo. Pensieri di sadismo e tortura gli accendevano da sempre il viso in modo molto attraente.

“Ci tengo a ricordare a tutti voi che l’uso di pozioni d’amore sui vostri colleghi è vietato” disse Tom con voce flautata.

“E sui professori?” ridacchiò una ragazzina alla sua sinistra, chinandosi verso di lui.

Il sorriso di Tom si spense all’istante. “Cinque punti in meno a Serpeverde, Greengrass. Non apprezzo che mi si parli con questa confidenza.”

Lei retrocesse a occhi sgranati, come se le sue parole l’avessero punta.

“Bene. Ora parliamo di malattie sessualmente trasmissibili…”

Il resto della mattinata trascorse tra sintomi, magici e babbani, di malattie una peggiore dell’altra. Il professor Riddle, che per la prima volta pareva divertirsi un mondo, spiegò loro con gran dovizia di particolari e fotografie tirate fuori da chissà dove, cosa fossero sifilide e gonorrea, il tutto ponendo l’accento su quanto fossero luridi i Babbani portatori di queste malattie e quanto depravati i maghi e le streghe che giacevano con loro.

Dopodiché, si lanciò in una dettagliata sintomatologia, eziologia e patofisiologia delle malattie veneree magiche, incluse ma non limitate a Tracoma Tentacolare, Linfogranuloma Purulento e Leucopenia Vampirica. E molte, molte altre.

Verso la fine, il colorito dei Serpeverde si abbinava perfettamente alle loro divise.

“Il processo di rimozione dei tentacoli da sotto alle palpebre è molto doloroso e non sempre la Pozione Oculus riesce a restituire al paziente la vista. Domande?”

Rabastan alzò una mano tremante. “Professore, posso andare in bagno?” Tom, che non aveva alcuna voglia di Evanescere il suo rigetto dal pavimento, fece un gesto di assenso.

Non c’erano altre domande, solo volti traumatizzati, com’era giusto che fosse la scuola. Il professor Riddle batté le mani, soddisfatto. “Bene. Pausa pranzo. Sgranchitevi le gambe, rifocillatevi e poi radunatevi di nuovo qui. Il resto del corso sarà dedicato a questa”, sventolò una scatola con un piccolo foro davanti ai loro occhi prima di incollarla magicamente a un tavolino basso. “Sforzate quelle piccole testoline di legno che vi ritrovate e se avete delle domande, scrivetele su un foglio di pergamena, ripiegatelo e mettetelo qui dentro. Saranno lette in totale anonimità e riceveranno una risposta. Vi prego di esercitare giudizio-

Ma non finì mai la frase: la campanella era suonata e quelli si erano alzati come l’orda di trogloditi che si riconfermavano essere, facendo dunque quanto più baccano possibile.

A nulla valse il suo: “L’ora non finisce quando suona la campanella, finisce quando lo dico io!” Non lo sentirono nemmeno.

Un giorno. Un giorno molto presto.

 

(Con suo sommo divertimento, a parte quei temerari del settimo anno che stavano già facendo tirocinio al San Mungo per diventare Guaritori, la maggior parte della sua Casa non toccò cibo quel giorno.)

 

 

“Sedetevi, sedetevi. Silenziosamente.”                             

Aprì la scatola serrata con un colpo di bacchetta ed estrasse il primo bigliettino: “Ha l’età di mio padre, ma io sono molto consenziente. Non ci sarebbe nulla di sbagliato”, Tom alzò la testa di scatto e i suoi occhi si fissarono – guarda caso – su Bellatrix. Ma poiché si stava guardando intorno come un gatto a cui avevano pestato la coda, gli occhi che mandavano lampi, dedusse che non era lei l’autrice.

“Prima di tutto, questa non è una domanda. Dopodiché, è molto illegale se l’autore o l’autrice di questo biglietto dovesse avere meno di diciassette anni. Per coloro che dovessero essere maggiorenni, rimane comunque proibito instaurare relazioni con gli adulti all’interno di Hogwarts: professori, personale sanitario, membri del Consiglio.”

Molte ragazze (e anche qualche ragazzo) fecero smorfie scontente.

Che cos’è una Prostituta Polisucco? Per l’amor di- Usate la vostra immaginazione!”                              

Le risatine (più o meno scandalizzate) si trasformarono in urla ilari quando lesse la domanda successiva: “Esistono pozioni o incantesimi per allungare il piccoletto? Smettetela immediatamente!”

Una volta, Tom aveva lottato contro un Ammit sulle sponde del Nilo ed era stato quasi divorato. Cadere faccia per terra nel limo mentre le sue fauci da coccodrillo si chiudevano attorno alla punta del suo stivale (il processo per farsi ricrescere l’alluce era stato antipatico) non poteva essere meglio di questo.

Inspira. Espira.

“Vi consiglio di non tentare mai e poi mai nessun incantesimo o pozione in tal senso. L’incantesimo Engorgio – come tutti voi dovreste sapere molto bene a questo punto della vostra carriera scolastica – produce effetti indesiderati e anche gravi se usato sul corpo umano. Eppure, Poppy è costretta a trattare almeno cinque o sei ragazzini imbecilli all’anno e gradirei che questa volta nemmeno uno di loro appartenesse alla mia Casa”, fissò Rodolphus con sguardo eloquente, “I Prefetti hanno il preciso dovere di impartire questo prezioso insegnamento anche ai più piccoli.”

“Signorsì.”

“Troverete poi – di questi tempi sono a ogni angolo di strada – una gran quantità di truffatori e ciarlatani che tenteranno di vendevi pozioni miracolose. Queste non funzionano. Tutte quante, nessuna esclusa, sono trappole ruba-Galeoni. Vi sconsiglio di applicare qualsiasi intruglio acquistato nei vicoletti di Notturn Alley sulle vostre parti intime.”

Tom si sgranchì il collo flettendolo da una parte all’altra e ignorò platealmente il “Quanto è figo!” che sentì da qualche parte alla sua destra.

Un giorno. Un giorno, molto presto, avrebbero avuto paura di pronunciare il suo nome a leghe di distanza, figurarsi di poggiare i loro indegni occhi su di lui.

Il bigliettino successivo era un disegno (molto poco anatomico) di uno degli argomenti trattati quella mattina. I successivi quattro furono altrettanto osceni. Il quinto era una lunga lettera d’amore rivolta al professor Riddle che aveva i capelli lucenti come le ali di un Augurey.

“Quanti di questi ci sono qui dentro?” ringhiò rivolto alla classe. Evan Rosier stava mordendo il bracciolo del divano per contenersi. Otto Wilkes aveva nascosto la testa tra le ginocchia e tremava silenziosamente. Rodolphus Lestrange, la spilla da prefetto che scintillava beffardamente sul petto, si era autoimposto un Incantesimo Silenziante e ora sghignazzava dietro alla mano. Anche Bellatrix rideva, ma il suono era artificiale e continuava a sfiorarsi le guance, come a controllare se fossero calde.

“Il semestre è appena iniziato! Quanti punti dovrei togliere a Serpeverde, secondo voi?!” ruggì Riddle. “Duecento?! Trecento?! Vi faccio scrivere tre rotoli di pergamena a testa sulle malattie veneree magiche! Vi sbatto tutti quanti dal Custode a pulire le stalle dei Thestral! Niente più Quidditch!

Inspira. Espira. Inspira. Espira. Inspira-

Una volta aveva avuto un incontro ravvicinato con una Lamia in una foresta albanese, bella e letale come il diavolo in persona…

Bellatrix, Rodolphus e la maggior parte dei loro colleghi si erano fatti improvvisamente più bianchi del Barone Sanguinario.  

Riddle infilò la mano nella scatola e quelli trattennero il fiato mentre leggeva ad alta voce: “Come faccio a evitare di rimanere incinta?” Ci fu un istante tesissimo.

Espira.

“Finalmente una domanda intelligente.” Il sollievo generale era palpabile. “Esistono tre metodi principali. Il primo – quello che la scuola caldeggia maggiormente all’interno delle proprie mura – è ovviamente l’astinenza. Non fare quella faccia, MacNair, non mi sto illudendo che sappiate controllarvi. Il secondo è un incantesimo contraccettivo. L’incanto è il seguente”, agitò la bacchetta e il gessetto scrisse sulla lavagna a caratteri cubitali VENTREM TUERI. “È comodo, ma purtroppo per voi è abbastanza avanzato e io ho avuto il dispiacere di revisionare i voti dei G.U.F.O. di Incantesimi dell’anno scorso. Patetici” sputò. 

“Il mio consiglio sarebbe dunque una Pozione Contraccettiva. Non tentate di prepararne una personalmente, se sbagliate potrebbe danneggiarvi permanentemente e credo che nessuna di voi signorine voglia rimanere sterile prima della maggiore età.”

Leggermente rincuorato, rimise la mano nella scatola: “Com’è scoparsi un centauro? Per l’amor di Morgana!”

 

 

Era stato un pomeriggio lungo e difficile, conclusosi con una lunga tirata dell’esaurito professore sul perché accoppiarsi con delle Creature Subumane fosse ancora peggio dell’accoppiarsi coi Babbani, che già di per sé era un atto sporco e ributtante. I pochissimi Sanguemarcio che avevano avuto la sfortuna di essere smistati a Serpeverde sarebbero di certo andati a lamentarsi con Silente, la voce si sarebbe sparsa tra gli studenti delle altre Case e l’indomani sarebbe stato l’uomo più odiato della scuola.

Tom saltò direttamente la cena, rivolgendo pensieri velenosi a Silente e alla sua imminente predica coi fiocchi. Ma se prova a licenziarmi giuro che lo ammazzo. Non otterrà le mie dimissioni con queste tattiche da pusillanime. Oh sì, l’Anatema che Uccide, direttamente sul suo stupido viso, oh sì…

Era giusto al terzo bicchiere di Ogden Stravecchio che bussarono alla porta del suo ufficio. Tom emise una stringa di epiteti così coloriti che Mrs Cole sarebbe morta una seconda volta a sentirli.

Era Narcissa Black.

“Professore, aveva detto che voleva vedermi.”

“Ah. Sì, carissssima. Siediti pure, siediti pure…”

Tom, che l’alcool lo reggeva malissimo, fece un gesto ampio ed esagerato verso una delle poltroncine in pelle davanti alla scrivania. Stranamente, la porta non si richiuse subito alle spalle della ragazzina.

“Missss Black. Le ha mai detto nessuno che è la copia sputata – hic! – chiedo perdono, di sua madre?”

Ci fu un lieve spostamento d’aria dietro di sé, se ne accorse perché un soffio freddo gli fece gelare il sudore sulla nuca.

“Sì, sì!” disse Narcissa velocemente, riportando la sua attenzione su di lei. “Me lo dicono in tanti. Grazie.”

“Non era un complimento” replicò Tom cupamente. “Allora- Ma quella porta è sempre stata aperta?”

“Sì, professore. Era già aperta quando sono entrata. È sicuro di sentirsi bene?”

“Sto benissimo” borbottò Tom. Ma dovette pronunciare ad alta voce il Colloportus per sigillare la porta che conduceva ai suoi alloggi privati, che apparentemente era sempre stata dischiusa.

Narcissa fece una smorfia.

“Non sssono ubriaco” ci tenne a precisare Tom.

“Lo vedo, professore.”

“È stata una giornata lunga e difficile. Di quelle che tirano fuori la mia s sibilante.”

La piccola Black fece un verso di assenso.

“Narcissssa. Capisco che uno possa voler diventare grande alla tua età, ma è mio dovere come guida per voi piccoli, come” fece un gesto non meglio precisato come se stesse shakerando un cocktail, “Direttore della vostra Casa, prendermi cura di voi studenti, non – hic! Non devi avere voglia di crescere troppo in fretta.”

“Ma professore, lei non è il Direttore della nostra Casa.”

“Hai- cazzo, hai ragione. Dovrei mandarti da Lumacorno allora.”

“No!” disse Narcissa, di colpo preoccupata. “No, Lumacorno no, voglio parlare con lei!”

Riddle si piegò verso di lei, spalmando metà del busto sulla scrivania. “È Malfoy, vero? Sono sempre fonte di problemi. Una volta, Abraxas…”

 
 

(Un’ora dopo, Tom e Narcissa stavano entrambi singhiozzando: il primo perché si ricordava fin troppo bene della tormentata cotta che Abraxas si era preso per lui dopo che lo aveva sorpreso a minacciare Alphard Black in un ripostiglio per le scope, fraintendendo completamente le sue azioni malvagie, e dell’anno di persecuzioni che ne era seguito; la seconda perché Lucius non la guardava e passava invece tutto il suo tempo a parlare di Quidditch con Rabastan, a progettare scherzi sui Grifondoro con Rabastan, a spiegare Aritmanzia a Rabastan, quanto sei simpatico Rabastan…)

 

“Grazie, professore” disse Narcissa tirando su col naso. “È stato gentilissimo.”

Tom rispose con un grugnito. Aveva appoggiato la testa alla scrivania e stava già sbavando sul ciliegio pregiato. Avrebbe solo riposato gli occhi un istante e poi…

…Si sarebbe svegliato l’indomani con la cervicale paurosamente infiammata e la testa spaccata a metà come una mela. Lottando contro la nausea, Tom s’impose di trascinarsi verso le sue stanze per farsi una doccia o, nel caso non ci fosse arrivato, almeno per trasferirsi sul suo morbido, accogliente letto. Al diavolo le lezioni. Al diavolo gli studenti. Al diavolo Silente.

La porta era nuovamente aperta.

Forse il mio Colloportus non ha retto, ragionò Tom, prima di scoppiare a ridere internamente. Nah, impossibile.

Ladri?, si chiese Tom sotto la doccia. Impossibile. Non è stato rubato niente. Non la Coppa, non il Medaglione che custodiva gelosamente nel suo baule, protetti da incantesimi feroci.

Non i miei libri di Arti Oscure, non i miei taccuini… Nemmeno i compiti in classe della scorsa settimana!, rifletté Tom asciugandosi i capelli.

I miei cassetti non sono stati frugati, le mie mutande ci sono tutte, pensò Tom ingoiando una pozione antidolorifica.

Dove diavolo è la mia spazzola?

 

Il professor Tom Riddle si diede malato e passò il resto della giornata a letto; una scelta vigliacca secondo i più, per non mostrare la faccia in giro per Hogwarts.

“Magari sta male davvero” disse Alecto Carrow a Diana Greengrass.

Quella fece una faccia scettica.

“No, dico sul serio! Non sarebbe l’unico. Sta girando qualcosa: anche Bellatrix e Rodolphus non sono venuti a lezione oggi.”

“Mo’ che ci penso, nemmeno Lucius e Rabastan…”

 

 

 

Note dell’Autrice
Buongiorno mondo! Ebbene sì, questo è l’effetto che mi ha fatto la più recente sessione d’esami. Pian piano ritornerò a essere una presenza qui su EFP, sono stati mesi abbastanza infernali. Nel frattempo, beccatevi questo tentativo di razionalizzare alcuni – evidenti – misteri non spiegati nel mondo di Harry Potter.
  • Il nostro Tom, in questa linea temporale, ha creato solo tre Horcrux nel 1968. Ergo, è ancora un figo da paura, per la gioia delle sue studentesse di tutte le età.
  • VENTREM TUERI è un incantesimo di mia invenzione, significa letteralmente “proteggere il ventre” (molto creativo, lo so), così come l’Incantesimo Tagliatesticoli.
  • Tom sa che cos’è il DNA perché legge Nature (la dimostrazione della struttura a doppia elica fu pubblicata nel 1953) oltre a Il Pozionista Pratico, anche se non lo ammetterebbe mai.
  • L’indignazione di Andromeda è condivisibile. In Inghilterra, lo stupro è stato riconosciuto come tale all’interno del matrimonio solo nel 1991. Nei miei headcanons, il mondo dei maghi (specialmente per quanto riguarda i processi contro membri di famiglie molto in vista) è ancora più arretrato, anche se Tom ci informa che si stanno facendo dei passi avanti.
  • Le Lamie sono donne-serpente, creature del folklore di più di una cultura; Ammit era invece una creatura mostruosa della mitologia egizia, nota come la divoratrice dei morti. Aveva il corpo per metà di leone e per metà di ippopotamo e la testa di coccodrillo. Essendo molto feroce, quasi tutti i Babbani che l’hanno incontrata non sono sopravvissuti per raccontarlo. Nonostante ciò, è entrata a far parte della loro mitologia. Tom ne ha incrociato un esemplare mentre cercava di derubare tombe nella Valle del Nilo, quindi non ho molta empatia nei suoi confronti.
  • Infine, Tom non è una bella persona ma non è ancora abbastanza viscido da essere fisico con una ragazzina di sedici anni, per quanto consenziente. (È abbastanza viscido per flirtarci un po’.)
 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Black Beauty