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Autore: OmegaHolmes    13/09/2023    2 recensioni
"Salve e benvenuti nel “Second Coming 2.0”. Non abbiate paura, il vostro messia è pronto a donarvi la migliore delle esperienze per la vostra vita ultraterrena.
Se lo meriterete.
Altrimenti, ci dispiace, ma sarete dannati per l’eternità. Buona fortuna!"
Aziraphale è il nuovo arcangelo supremo e si sta impegnando duramente per apportare i cambiamenti che ha progettato dopo tanti anni sulla Terra. La concezione della Seconda Venuta, però non lo entusiasma, scoprendo ben presto che nemmeno l’eclettico Gesù ne ha davvero voglia e che il Paradiso è molto più freddo di quanto ricordasse.
O
Crowley decide di mollare tutto e darsi all’allevamento di capre, ritrovandosi per l’ennesima volta immischiato in eventi divini del quale non voleva davvero più fare parte.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Crowley, Metatron, Michele, Uriel
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Appena furono giunti in Paradiso ed ebbero riconsegnato Gesù, Aziraphale era pronto a tornare indietro, ma di fronte l’ascensore trovò la figura di Metatron ad aspettarlo.

“Cerchi di andare da qualche parte, Aziraphale?” chiese l’uomo guardandolo torvo.

L’arcangelo sorrise nervosamente: “B-beh, io ho riportato Gesù, ora… ora avrei altre cose da fare… ho-ho promesso a Muriel che l’avrei aiutata per alcune cose nella libreria.” mentì cercando di non mostrarsi troppo agitato.

“Temo che la tua libreria non abbia più bisogno di te, come nemmeno il demone Crowley.”

A quelle parole il sangue del biondo si gelò nelle vene, facendolo sbiancare sul posto: “C-che cosa… che cosa significa?”

“Temo proprio che non esista più. E’ il destino dei demoni quando vengono annientati con armi sacre.” rispose calmo, guardando l’orologio: “Ora è meglio che tu venga con me, abbiamo del lavoro da sbrigare.”

Aziraphale era talmente sconvolto che impiegò alcuni secondi prima di rispondere: “A-annientato… cosa… cosa vuol dire? I-io non capisco.”

“A quanto pare Michael e Uriel hanno trovato delle lettere sul tuo computer… E abbiamo pensato di risolvere il problema una volta per tutte.”

L’arcangelo percepì la terra girare, colto da un’improvvisa nausea: “No… no, non è possibile, lui… lui non è-”

“Temo di sì. Ora vieni.”

“No.” rispose seccamente Aziraphale.

“Come scusa?”

“Ho detto di no. No, non parteciperò alla vostra folle organizzazione di un ennesima guerra e no, non ubbidirò più ad alcun comando. Sono stanco dei vostri giochi subdoli…” così dicendo s’incamminò verso l’ascensore, andando a spingere con forza Metatron fino a farlo cadere a terra.

“Se avete fatto davvero del male a Crowley…” disse con i nervi d’acciaio e il fuoco negli occhi: “Ve ne pentirete amaramente.”

Metatron chiamò le guardie, ma prima che riuscissero a fermarlo, Aziraphale era scomparso oltre le porte dell’ascensore.

 

***

 

La discesa gli sembrò interminabile, desiderando più che mai che quell’ascensore scendesse più veloce. Quando si aprì sulla Terra, si ritrovò nel capanno di Crowley, il sole splendeva alto in cielo e nulla sembrava essere cambiato dal giorno precedente.

Corse svelto, chiamando il nome del demone, sentendo ogni secondo la vita venirgli meno nel non trovarlo da nessuna parte.

Udì le capre belare, osservò la serra e la veranda vuote, ritrovandosi a girare su sé stesso al centro del cortile del cottage, spaventato, perso, al limite del pianto.

Un cigolio proveniente dalla porta dell’abitazione lo fece spaventare, voltandosi di scatto, sgranando gli occhi quando al posto di Crowley vide un altro demone.

“Non aver paura…” avanzò FurFur con le mani in avanti: “Non voglio farti nulla.”

“C-Crowley…” boccheggiò l’angelo cercando di non mostrare la propria agitazione: “D-dov’è Crowley, cosa… cosa gli è successo?”

“Sta bene.” rispose il demone, osservando una fotografia che aveva raccolto sul pavimento poco prima: “Sta dormendo… ha subito un brutto attacco stanotte.” sospirò: “Sai, ho invidiato Crowley per tanti anni per i suoi successi… ma l’unica cosa per cui l’invidio è il fatto che abbia qualcuno come te al suo fianco.” e così dicendo gli porse la foto che aveva scattato ai due nel 1941, accennando un lieve sorriso: “Buona fortuna.”

Aziraphale cinse la foto tra le dita tremanti e quando il demone si era ormai incamminato per andarsene, lo chiamò: “Grazie per avergli salvato la vita, un’altra volta.”

Il demone restò colpito nella consapevolezza che l’angelo ricordasse quando durante la guerra tra angeli caduti e Paradiso aveva salvato la vita a Crowley. Gli porse un lieve sorriso e un saluto con la mano ed infine scomparve tra le colline verdeggianti della Scozia.

 

***

 

Quando riaprì gli occhi, fu colto da un martellante dolore alla testa e da un inaspettato odore di cioccolata calda provenire dalla cucina. Era coricato sul proprio divano, ancora confuso da come ci fosse arrivato. Musica swing suonava dolcemente, rendendolo ancora più confuso, perché era certo di non avere alcun vinile con quella roba sopra.

Si mise a sedere, tenendosi la testa con entrambe le mani per alleviare il dolore, quando il canticchiare di una voce angelica a lui conosciuta lo fece scattare in piedi e correre in cucina, trovandosi di fronte a un soffice angelo intento a girare la cioccolata calda nel pentolino.

Le lacrime gli salirono agli occhi, riducendo con lunghe falcate la distanza che li divideva.

Quando l’udì muoversi, Aziraphale si girò di scatto, sorpreso di vederlo in piedi così presto, riuscendo a malapena a restare in equilibrio quando l’altro lo abbracciò con forza.

“Sei tornato.” mugolò Crowley, affondando il naso contro il tessuto caldo del panciotto dell’angelo.

“Certo che sono tornato, te l’avevo promesso.” rispose dolcemente il biondo, abbracciandolo con calore: “Ma tu, mio caro, dovresti restare ancora coricato, so che hai avuto una nottataccia.”

Crowley di tutta risposta lo strinse con più forza, iniziando a piangere silenzioso contro la sua spalla: “Ero convinto che non ti avrei più rivisto… che ti avrebbero fatto del male…”

“E invece sono qui, tutto intero, per il momento.” ridacchiò, cercando di divincolarsi dalla presa per osservare quel viso scavato e colmo di lividi dalla notte precedente.

“Mio povero Crowley… guarda come ti hanno ridotto.” mormorò, accarezzandogli il viso.

“Hanno…” un rantolo ruppe la voce del demone: “Hanno ucciso una delle mie capre…” e un paio di lacrimoni scivolarono giù dagli occhi dorati.

“Oh caro… mi dispiace così tanto… Spero che ora sia felice, ovunque sia. Però, dobbiamo ringraziare Fur Fur… non saresti qui altrimenti…” deglutì per trattenere l’emozione.

Crowley sobbalzò: “Dov’è ora?! Devo ringraziarlo, devo-”

“Se n’è andato, caro… credo proprio che gliene dobbiamo una. Ma a tempo debito… ora cosa ne dici di coricarti e bere una bella tazza di cioccolata calda?”

“No… non voglio lasciarti nemmeno per un secondo…” brontolò il demone, cingendogli i fianchi.

“Mio caro, temo proprio che dovrai farlo… altrimenti sarò costretto ad usare la forza.”

“Angelo bastardo…” ridacchiò il fulvo, prima di tossire per il dolore.

Intenerito, Aziraphale gli diede un dolce bacio sulla bocca, prima di prenderlo per mano e riaccompagnarlo sul divano: “Devi riposare”.

Lo fece sedere e gli porse una tazza di cioccolata calda, prima di andare a sedersi al suo fianco.
Restarono in silenzio a sorseggiare la propria bevanda, percependo il contatto delle loro braccia che si sfioravano ad ogni movimento.

“Sai Crowely…” sorrise timidamente Aziraphale, posandogli una mano sulla coscia: “Mi è mancata follemente la tua compagnia. Solo la tua lontananza mi ha fatto capire quanto fosse preziosa… sono stato davvero uno sciocco… Ma ho capito una cosa.”

Crowley stava facendo davvero molta fatica a restare concentrato sulla voce dell’angelo con quella mano posata sulla coscia e quegli occhi così profondi che lo scrutavano: “Che cosa, angelo?”

“Penso che dovremmo andarcene, insieme… magari fare un giro su Alpha Centaury o altre meravigliose costellazioni che hai creato…”

“Davvero?” sgranò gli occhi il fulvo: “Davvero lo vorresti?”

“Non è quello che vuoi?”

“Angelo… in realtà anche io ti devo delle scuse…” deglutì, guardando la propria tazza: “Ti ho trattato come se fossi uno stupido e fosse solo colpa tua… ma anche io ho sempre cercato di tenere le distanze… e non credo che scappare sia la soluzione.” alzò lo sguardo sugli occhi sorpresi di Aziraphale: “La Terra è la nostra casa, è qui che siamo stati felici e dobbiamo proteggerla… ad ogni costo. Insieme.”

Un sorriso luminoso si aprì sulle labbra rosee del biondo: “Oh Crowley!” posò le tazze di entrambi su un tavolino lì vicino, prima di gettargli le braccia al collo e letteralmente tuffarsi in un bacio appassionato.

Il demone si trovò sopraffatto dalla figura dell’altro, soffocando un verso di sorpresa tra le labbra.

Dopo pochi istanti Crowley si ritrovò coricato sul divano con un Aziraphale affamato sopra di lui che non smetteva di baciarlo con una foga tale da mandarlo a fuoco.

“A-angelo…” a malincuore lo respinse: “So che ti ho tentato e ora sei famelico, ma così mi soffochi.” sorrise sghembo il fulvo, facendo arrossire d’imbarazzo l’altro, che si nascose il viso con entrambe le mani: “Oh bontà divina… i-io non so cosa…”

“Ehi, va tutto bene…” lo rassicurò il fulvo: “anzi, mi stava piacendo molto… solo sono ancora dolorante…vieni qui.” e così dicendo allargò le braccia per stringerlo nuovamente.

Aziraphale si sistemò meglio sopra di lui, fino ad accucciarsi contro il corpo esile, ma forte del demone.

“Ti amo.” disse l’angelo chiudendo gli occhi, poggiando la propria fronte contro la mandibola affilata del fulvo.

“Temo che io ti ami di più, angelo.”

“Impossibile.” ribattè secco il biondo.

“E perché?”

“Beh, perché io sono un angelo, sono una creatura creata per amare.”

“Stai dicendo che il tuo amore è più forte del mio?”

“Esattamente.”

“Beh, angelo, mi dispiace, ma io sono un demone…” sussurrò abbassando il tono della voce, spostandosi in modo suadente, fino a scivolare a cavalcioni sopra l’altro: “E sono una creatura piena di odio, ma quando amo… oh, puoi scommettere che lo faccio…” e prima di finire la frase, iniziò a baciare il collo morbido di Aziraphale, facendolo arrossire: “profondamente…” disse infine con voce rauca, vicino al suo orecchio.

“Oh, Crowley…” gemette il biondo, aggrappandosi alle sue spalle: “Così finirai per farmi impazzire…”

Le labbra del fulvo continuarono a lavorare la pelle candida, mentre le sue mani vagavano lungo il petto ampio dell’angelo: “Le cose che vorrei farti, angelo… non ne hai idea…”

“Ti prego… ti prego dimmele…” lo supplicò il biondo, lasciando che le sue mani si perdessero in quei capelli rosso fuoco.

“Oh, ma tu sei un angelo impaziente… cosa ne direbbe il paradiso di te?”

“Che sono un grandissimo bastardo, probabilmente…” sospirò, spingendo il proprio collo contro quelle labbra ferventi.

“Oooh, lo sei… lo sei eccome… e sei solo mio.”

Aziraphale si irrigidì a quelle parole, spingendo indietro Crowley, fissandolo intensamente negli occhi.

“Davvero lo sono?” chiese seriamente, con una luce fremente nello sguardo.

Il demone sembrò sorpreso dall’insicurezza dell’altro, rispondendo serio: “Certo. Certo che lo sei.”

“Ho bisogno di sentirtelo dire di nuovo… potresti farlo, per m-me?” balbettò.

Un sorriso sghembo si allargò sul viso magro: “Aziraphale, angelo della porta orientale, arcangelo supremo e libraio di Soho… tu sei mio. Il mio tutto, il mio universo, il mio inferno, il mio mondo intero, più luminoso di centinaia di costellazioni messe insieme… e sei mio.”

Aziraphale aveva letto migliaia di libri, aveva scritto storie e sognato centinaia di avventure ad occhi aperti, ma mai avrebbe immaginato che una frase potesse farlo vibrare dalla testa ai piedi, facendolo quasi svenire.

“Oh Crowley, baciami.” e così dicendo lo tirò a sé per la cravatta argentata del demone.

Si baciarono a lungo, in un modo profondo, lasciando le loro bocche esplorarsi insieme alle loro mani.

Era tutto così stupendo, idilliaco, meraviglioso!

 

Salve e benvenuti nel “Second Coming 2.0”.

 

Una voce che pareva registrata echeggiò nelle loro teste, facendoli sobbalzare a tal punto che Crowley cadde malamente dal divano, finendo con il sedere sul pavimento.

 

Non abbiate paura, il vostro messia è pronto a donarvi la migliore delle esperienze per la vostra vita ultraterrena.

Se lo meriterete.

Altrimenti, ci dispiace, ma sarete dannati per l’eternità. Buona fortuna!”

 

“Che diavolo era quella roba nella mia testa?” ringhiò il fulvo, grattandosi il fondo schiena.

“Oh no…” si alzò di scatto, terrorizzato e colto dal panico l’angelo: “E’ iniziato.”

“Cazzo…” sospirò Crowley.

“Puoi ben dirlo, mio caro. Sai questo cosa vuol dire? Che presto saremo in Guerra.” deglutì: “E io sono l’arcangelo supremo.”

Il demone si alzò in un lungo sospiro rauco: “Devi andare, non è così? E’ quello il tuo posto.”

“No, Crowley, non lo è. Solo…” lo guardò terrorizzato.

“Che cosa?”

“Temo che qualcosa sia andato storto. Lo sento dentro di me… e’ successo qualcosa…”

“A chi?”

“A Gesù… al Paradiso. Deve essere… salvato.” deglutì il biondo.

“Allora…” disse il demone, prendendo entrambe le mani di Aziraphale: “Faremo quello che sappiamo fare meglio.”

“Ovvero?”

“Fottere Paradiso, Inferno e sventare un’altra guerra.”

  
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