Two and a Half Men
Se i filosofi si misurassero in base alla barba, il primo posto spetterebbe alle capre.
Luciano di Samosata, II sec.
Luciano di Samosata, II sec.
I
Family Matters
Family Matters
Milly la capra si sveglia.
In lontananza avverte i passi del ruvido uomo che la nutre da parecchio tempo,
che passa ore ed ore borbottando con disprezzo più che soddisfacente quanto il genere umano sia infimo e codardo.
«Sveglia, bellezza».
Milly bela, mordicchia la sua caviglia destra e trotta pronta ad istigare qualcuno.
«Non ti trattenere» gli dice il barista con affetto melenso, da far venire i brividi;
lei ci sguazza dentro senza pudore. Improvvisamente la porta ammuffita si spalanca e irrompe un vecchio con la faccia da ebete.
«Che vuoi, dannato imbecille» ringhia il suo padrone.
«Ho bisogno della tua capra, adesso!» risponde l’altro.
«Prima la dignità, adesso rubi anche la mia capra!» abbaia Aberforth che vorrebbe ridurre in poltiglia suo fratello da anni.
Milly invece sta studiando cosa mordicchiare per prima.
Albus Silente, che nella sua lunghissima esistenza ha sempre saputo fare una sola cosa, vale a dire creare piani strategici,
machiavellici e sanguinolenti che comprendono tanto sangue e tragedie varie, capisce che le cose non stanno andando per il verso pianificato.
Con fare garbato si appollaia su uno sgabello come un gufo bruno sul trespolo e sorridente prova ad ammaliare suo fratello che davanti a quello sguardo sta per rimettere lo stufato ingollato la sera prima.
«Ti spiegherò a tempo debito il perché di questa richiesta» esclama etereo.
«Non ci pensare nemmeno, citrullo. Lei ha da fare con me, oggi» ribatte duro Aberforth.
«Per il bene, ecco, di tutti…ti assicuro che sarà davvero divertente» mormora soave.
In tutto questo, Milly li osserva truce e il dubbio diventa preponderante.
«Lei non verrà mai con te e il bene di tutti dovresti proprio ficcartelo su per il…» sputacchia Aberforth con l’intenzione di staccargli la testa.
Milly però è indecisa.
Fiuta nell’aria qualcosa di grosso e gli occhietti gialli saettano da una parta all’altra.
Cosa scegliere?
Il rabbioso orco che sbraita oppure il furbo gufo sul trespolo?
In lontananza avverte i passi del ruvido uomo che la nutre da parecchio tempo,
che passa ore ed ore borbottando con disprezzo più che soddisfacente quanto il genere umano sia infimo e codardo.
«Sveglia, bellezza».
Milly bela, mordicchia la sua caviglia destra e trotta pronta ad istigare qualcuno.
«Non ti trattenere» gli dice il barista con affetto melenso, da far venire i brividi;
lei ci sguazza dentro senza pudore. Improvvisamente la porta ammuffita si spalanca e irrompe un vecchio con la faccia da ebete.
«Che vuoi, dannato imbecille» ringhia il suo padrone.
«Ho bisogno della tua capra, adesso!» risponde l’altro.
«Prima la dignità, adesso rubi anche la mia capra!» abbaia Aberforth che vorrebbe ridurre in poltiglia suo fratello da anni.
Milly invece sta studiando cosa mordicchiare per prima.
Albus Silente, che nella sua lunghissima esistenza ha sempre saputo fare una sola cosa, vale a dire creare piani strategici,
machiavellici e sanguinolenti che comprendono tanto sangue e tragedie varie, capisce che le cose non stanno andando per il verso pianificato.
Con fare garbato si appollaia su uno sgabello come un gufo bruno sul trespolo e sorridente prova ad ammaliare suo fratello che davanti a quello sguardo sta per rimettere lo stufato ingollato la sera prima.
«Ti spiegherò a tempo debito il perché di questa richiesta» esclama etereo.
«Non ci pensare nemmeno, citrullo. Lei ha da fare con me, oggi» ribatte duro Aberforth.
«Per il bene, ecco, di tutti…ti assicuro che sarà davvero divertente» mormora soave.
In tutto questo, Milly li osserva truce e il dubbio diventa preponderante.
«Lei non verrà mai con te e il bene di tutti dovresti proprio ficcartelo su per il…» sputacchia Aberforth con l’intenzione di staccargli la testa.
Milly però è indecisa.
Fiuta nell’aria qualcosa di grosso e gli occhietti gialli saettano da una parta all’altra.
Cosa scegliere?
Il rabbioso orco che sbraita oppure il furbo gufo sul trespolo?
Note
Non vi resta che seguire le vicende di una capra isterica, come me oggi d’altronde! AH!